Supplenze ATA 2016/2017

Al Presidente del Consiglio dei Ministri
On. MATTEO RENZI

Al Ministro dell’Istruzione

Sen. STEFANIA GIANNINI

e. p.c. A tutto il Personale A.T.A.

Oggetto: Supplenze ATA 2016/2017 – il perdurare di una situazione disastrosa.

Onorevole Premier Matteo Renzi e Ministro Stefania Giannini

con Vostra nota n. 0024306 dell’1-09-2016 avete comunicato alle Istituzioni Scolastiche Italiane le istruzioni e indicazioni operative in materia di supplenze al personale docente, educativo ed ATA.

Dobbiamo constatare purtroppo con tanta amarezza e preoccupazione che permane il divieto di sostituzione del Personale ATA nei casi previsti dall’art. 1, comma 332, della legge 190 del 2014.

A giudizio della Scrivente Federazione tale norma è assurda e ingiustificata e riteniamo inaccettabile l’accanimento verso il Personale ATA sopportato negli ultimi anni con tagli e revisioni continue degli organici e con passaggi di Personale non gradito e/o in esubero proveniente da altre Amministrazioni.
Per chi non conosce bene la realtà della Scuola Italiana il blocco delle supplenze del Personale ATA potrebbe “sembrare una sciocchezza insignificante”, ma chi sa giudiziosamente e correttamente come funzionano i nostri Istituti Scolastici, tra le mille difficoltà giornaliere, si rende perfettamente conto che queste limitazioni e divieti sono insopportabili e dannosissime per il regolare svolgimento delle attività didattiche, per la sicurezza e incolumità fisica dei nostri ragazzi.

Vi ricordiamo inoltre, che negli ultimi anni, a causa dell’organico del Personale ATA che è stato “selvaggiamente tagliato e ridotto all’osso” e per il blocco delle supplenze ATA, tutta la Scuola Italiana è stata letteralmente messa in ginocchio e non è più in grado di garantire i servizi minimi essenziali, in ambienti prevalentemente frequentati da minori perché stiamo parlando di bambini, dei nostri figli, dei nostri nipoti.

Come più volte richiesto, Vi invitiamo ad abrogare immediatamente queste norme pericolose e ingiuste del blocco delle supplenze ATA, che hanno creato tante difficoltà, tanti disservizi e tanti disagi, per dare la possibilità ai Dirigenti Scolastici di nominare i supplenti in caso di assenza del Personale e per restituire alle nostre Scuole l’efficienza, la funzionalità, la sicurezza, la pulizia e il benessere lavorativo, elementi fondamentali per tutta la Scuola Pubblica Italiana.

In attesa di un positivo riscontro su una questione che riguarda tutta la comunità scolastica.

Vademecum per un miglior contatto con le persone non vedenti

SuperAbile.it del 08-09-2016

Vademecum per un miglior contatto con le persone non vedenti

Si intitola “Non così, ma così” ed è un piccolo vademecum prodotto dall’Unione italiana ciechi e ipovedenti (Uici). L’opuscolo, disponibile in versione cartacea presso le sedi dell’Uici in Italia, è un libero adattamento del saggio di Herman Van Dick. Scopo: offrire a chi legge uno strumento valido e “simpatico” – come scrivono gli autori – per un miglior rapporto con le persone non vedenti e ipovedenti.

L’Unione italiana ciechi – Uic è stata fondata da Aurelio Nicolodi il 26 ottobre 1920 e assume la denominazione di Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti – Uici nel 2006 per decisione del XXI Congresso Nazionale.

Il testo.

Come si può essere utile se un amico non vedente deve attraversare la strada? E se deve usare un mezzo di trasporto? O deve essergli indicato dove sedersi?
Quando sale o scende da un mezzo pubblico, la persona non vedente viene spesso aiutata. Nel caso specifico, se si vuole dare una mano, bisogna ricordarsi che la persona non vedente è abituata a circolare da sola: questo significa che non va trattata come un pacco da trasportare, ma accompagnata alla porta o al mancorrente, indicando la maniglia o offrendo la propria mano. Anche la forma di aiuto peraltro, va concordata: l’aiuto va chiesto, non dato per scontato. Non bisogna esitare a chiedere se la persona non vedente ha bisogno di aiuto, ma non bisogna neanche pensare di imporlo.
In caso di barriere architettoniche, quali scale o scale mobili, la persona non vedente non ha bisogno di essere presa in braccio. Se vogliamo aiutarla, diciamogli che ci sono le scale, indichiamo con la voce dove c’è una ringhiera o accompagniamo la sua mano alla stessa. Anche nel caso in cui vogliamo offrire un posto a sedere sui mezzi pubblici, o anche a casa o in ufficio, non dobbiamo spingere la persona non vedente, ma indicargli lo schienale accompagnando il suo braccio. Quello che non va fatto in assoluto è dire: “là c’è una sedia/posto”. Eventualmente indichiamo la distanza: “Dieci metri davanti a Lei, a sinistra, c’è un posto a sedere…”. Questo vale anche nel caso in cui si offra qualcosa da bere, ci si trovi in un ristorante o in un locale. La persona non vedente peraltro conosce i suoi gusti: può ordinare autonomamente. Non ordiniamo noi per lui e non facciamo noi le cose al suo posto.

Parole proibite.
In linea di massima, non esistono parole proibite. Non bisogna essere così severi con se stessi da evitare parole quali “vedere”, “guardare”, “cieco”. Le persone non vedenti, quando le usano, sono anche molto spesso ironiche. Ovviamente resta di pessimo gusto importunare la persona non vedente con domande ossessionanti sul suo stato di salute o commentare la situazione di disabilità. Se vogliamo far “vedere” qualcosa ad una persona non vedente, accompagniamo la sua mano all’oggetto o mettiamoglielo in mano. Con le persone non vedenti poi, non si gioca all’indovinello del “chi sono?”. Ci si presenta e ci si parla come una persona vedente. Lo stesso vale se ci si allontana durante una conversazione con una persona non vedente: questa non può sapere se ci siamo. Se dobbiamo allontanarci, è meglio dirlo. Inoltre è bene, nel corso di una conversazione, esternare il proprio pensiero: sorridere è inutile, così come annuire. La persona non vedente non vede, per l’appunto.

Cosa fare nel quotidiano.
Se accompagniamo una persona non vedente a fare compere, non trattiamolo come un bambino: “ti vesto io” è lesivo dell’autonomia dell’individuo. Spiegare invece il taglio di un abito, il colore e come sta sulla persona,aiuta la persona non vedente a fare la sua scelta. Lo stesso in ufficio: non leggiamo la posta al suo posto, ma chiediamo se vuole una mano a leggere la posta; non poggiamo pratiche o libri dove diciamo noi, ma dove è la persona non vedente a indicarcelo; non mettiamo disordine/non facciamo ordine in un ambiente dove la persona non vedente vive o lavora. (E. B.)

Sono Down e non mi fa problema

Tempi.it del 08-09-2016

“Sono Down e non mi fa problema. Perche’ ci impedite di parlare in tv?”

Sette persone affette da sindrome di Down hanno difeso ieri davanti al Consiglio di Stato francese la propria libertà di espressione, dopo che il Csa (autorità del settore audiovisivo) l’aveva tolto loro con motivazioni incredibili.

CARA FUTURA MAMMA. Tutto è cominciato nel 2014, quando diverse associazioni, tra le quali la Fondazione Jerome Lejeune, hanno realizzato e diffuso in televisione lo spot “Cara futura mamma” (in alto, un fotogramma), per «mostrare che è possibile essere orgogliosi delle persone con trisomia 21 e che queste possono inserirsi nella società e riuscire nella vita malgrado le difficoltà». Una pubblicità bella e positiva. Ma il Csa ha rimproverato le sei emittenti televisive che l’hanno trasmessa perché la finalità del messaggio «può apparire ambigua e non suscitare una adesione spontanea e consensuale». Successivamente ha vietato la diffusione dello spot negli spazi pubblicitari.

TURBA CHI ABORTISCE. Argomentando meglio, l’autorità ha aggiunto: «Il Consiglio non cessa di sostenere tutte le iniziative di lotta contro la stigmatizzazione delle persone handicappate e in favore del loro inserimento nella società. (…) Ma il Consiglio ha osservato che questo messaggio era suscettibile di causare problemi alla coscienza delle donne che, nel rispetto della legge, hanno fatto scelte di vita differenti. Di conseguenza, l’inserzione dello spot nello spazio pubblicitario è inappropriato». I bambini Down, insomma, non devono essere discriminati ma la loro visione in tv può offendere le donne che decidono di abortire.

PERCHÉ CI CENSURANO? Sette giovani francesi affetti da trisomia 21 si sono opposti a questa decisione e hanno fatto ricorso. Uno di loro, Jean-Baptiste, 20 anni, spiega perché: «Ho voluto andare davanti ai giudici perché una mia amica compariva nel video. Vorrei che io e i miei amici fossimo considerati come tutti gli altri. Perché ci viene impedito di parlare in televisione?». Nessuno di loro ha voluto essere rappresentato da un avvocato: «Voglio parlare in prima persona», continua, «sono Down e non mi fa alcun problema».
La madre di uno di loro precisa: «Loro vogliono solo che la Francia riconosca i loro diritti fondamentali all’educazione, al lavoro, allo sport, al tempo libero e alla protezione. Vogliono essere ascoltati».

«PROLIFERA L’EUGENETICA». Parafrasando Cormac McCarthy, si può dire che la Francia non è un paese per Down, visto che il 96 per cento dei bambini con trisomia 21 viene abortito prima della nascita. Per la Fondazione Lejeune, il Csa semplicemente ha «censurato il diritto dei bambini Down a esprimere pubblicamente la loro attitudine alla felicità». Così non si fa che «scoraggiare l’accoglienza dei bambini affetti da trisomia 21, mentre si fa proliferare l’eugenetica». Il Consiglio di Stato ha un mese per emettere la sentenza.

di Leone Grotti

Per l’Amministrazione i Presidi sono “superuomini”

Per l’Amministrazione i Presidi sono “superuomini”

Avendo letto la nota (prot. 25272) indirizzata agli USR dalla Direzione generale per il personale in data 7 settembre, non possiamo fare a meno di concludere che, per l’Amministrazione, i dirigenti scolastici hanno ormai assunto la veste di “superuomini”.

Dopo avere sfruttato a fondo il senso di responsabilità e il senso dello Stato della categoria, costretta a saltare le ferie estive – fatto assolutamente eccezionale nelle amministrazioni pubbliche – per condurre con tempestività e con grande correttezza le operazioni inerenti alla chiamata per competenze dei docenti, il MIUR chiede oggi ai dirigenti una nuova “mission impossible”, imponendo una tempistica indice di super efficienza.

Tutte le operazioni di competenza dei dirigenti delle scuole, infatti, dovrebbero essere ultimate entro martedì 13 settembre.

Da sottolineare che la nota suindicata invita gli USR ad assegnare formalmente agli ambiti territoriali tutti i docenti vincitori di concorso entro sabato 10 settembre (dopodomani!).

Tutto questo, in concreto, comporta che:

1) i dirigenti pubblichino al più presto – nell’albo online del sito web della scuola – un avviso di disponibilità, in organico dell’autonomia, dei posti rimasti vacanti dopo le operazioni agostane;

2) nell’avviso, ricavabile per differenza da quello già pubblicato in occasione della “prima chiamata”, siano anche indicate la data e l’ora entro cui i docenti che intendano autocandidarsi devono inviare una mail alla casella di posta elettronica della scuola, allegando il loro CV (se non già disponibile sul sistema informativo del MIUR);

3) tale data non potrà, comunque, essere antecedente al 10 settembre in quanto i docenti non conosceranno, fino ad allora, l’ambito di titolarità;

4) il 12 settembre (lunedì) i dirigenti inviino mail di convocazione a colloquio o di diretta proposta di incarico triennale ai docenti da loro individuati in base alla rispondenza tra CV e criteri/requisiti indicati nell’avviso;

5) il 13 settembre siano svolti gli eventuali colloqui (si sconsigliano colloqui notturni!), effettuata la scelta, acquisita l’accettazione dei docenti e assicurata la registrazione sul SIDI.

L’ANP non dubita delle capacità dei colleghi.

Altrettanto deve dirsi dell’Amministrazione, priva di remore nel metterle a dura prova.

Non possiamo fare a meno, pertanto, di attenderci dal Governo un non più rinviabile riconoscimento – anche sotto il profilo economico – del ruolo dei dirigenti delle scuole, oggi più che mai imprescindibile e insostituibile per mantenere la piena funzionalità del sistema scolastico.

Resta da chiedersi: cosa ci dobbiamo attendere per Natale?

Comitato per lo sviluppo della cultura scientifica e tecnologica

Definire le Linee di indirizzo per preparare un progetto che dia attuazione alla normativa vigente, in particolare alle innovazioni apportate dalla legge de La Buona Scuola. Con questo obiettivo prioritario si è insediato questa mattina, presso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il rinnovato Comitato per lo sviluppo della cultura scientifica e tecnologica. Il Comitato è stato costituito con Decreto del Ministro Stefania Giannini e rimarrà in carica per tre anni (fino al 2019).
Priorità del nuovo triennio, la definizione delle Linee di indirizzo che dovranno precisare le indicazioni programmatiche sui curricoli nei vari ordini di scuola, la formazione specifica degli insegnanti e le modalità del loro reclutamento. Il Comitato proseguirà poi nelle sue attività di promozione e diffusione della cultura scientifica e tecnologica tra i banchi. Tra gli obiettivi anche quello di contribuire a far crescere la consapevolezza – in particolare in ambito scolastico – che scienza e tecnologia rappresentano fattori fondamentali per lo sviluppo economico e la crescita culturale e civile del Paese. Sempre tra gli obiettivi: dare impulso all’innovazione didattica e fornire indicazioni ed indirizzi metodologici per contrastare l’esclusione, soprattutto di quei giovani che non riescono a inserirsi, dopo la scuola, nel mondo del lavoro perché non hanno una adeguata preparazione tecnico-scientifica.
Il Comitato dovrà inoltre fornire supporto all’Amministrazione e potrà esprimere pareri – non vincolanti – sugli ambiti di propria competenza. E’ presieduto da Luigi Berlinguer.

ALTERNANZA SCUOLA LAVORO, I FONDI DEVONO ESSERE CONTRATTATI

ALTERNANZA SCUOLA LAVORO, I FONDI DEVONO ESSERE CONTRATTATI

“A quanto ci risulta, secondo le segnalazioni di numerosi docenti, molti dirigenti scolastici stanno decidendo in perfetta solitudine i criteri di assegnazione e i destinatari dei fondi per l’Alternanza scuola lavoro 2015/2016”. A darne notizia è la Gilda degli Insegnanti.

“La circolare emanata dall’Ufficio scolastico regionale del Veneto il 31 agosto scorso – spiega Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti – stabilisce che queste risorse siano oggetto di contrattazione di istituto. Poiché dubitiamo che i vertici dell’Usr Veneto abbiano deciso autonomamente, è auspicabile che la nota segua indicazioni fornite dall’Amministrazione centrale”.

“Se i fondi per l’Alternanza scuola lavoro devono essere definiti in contrattazione con le Rsu – sottolinea Di Meglio – a maggior ragione, a nostro avviso, devono esserlo anche le somme destinate al bonus per premiare il merito che vengono espressamente indicate come salario accessorio dalle legge 107/2015”.

“Chiediamo, dunque, a Viale Trastevere di emanare una circolare con la quale fornire istruzioni a livello nazionale per l’informazione e la contrattazione di questi fondi, così da evitare abusi e discriminazioni”.

«Dislessia amica» per l’inclusione dei ragazzi con disturbi specifici di apprendimento

da Il Sole 24 Ore 

«Dislessia amica» per l’inclusione dei ragazzi con disturbi specifici di apprendimento

 Scattata ieri per tutti gli istituti scolastici statali e non statali la possibilità di registrarsi all’interno del sito di Aid (Associazione italiana dislessia) per aderire al progetto formativo di e-learning “Dislessia Amica”, volto a rendere la scuola effettivamente inclusiva per gli alunni con Disturbi specifici di apprendimento (Dsa) e promosso dall’Aid e da Fondazione Tim d’intesa con il Miur.

Il progetto
Il progetto è rivolto alla scuola primaria e alla scuola secondaria di primo e secondo grado. Il percorso, che avrà una durata di circa 40 ore, si articola all’interno di 4 diversi moduli e prevede videolezioni, indicazioni operative e approfondimenti. A conclusione di ogni singolo modulo i docenti partecipanti sosterranno una verifica per accedere alla fase
successiva.
«Il progetto che abbiamo realizzato dopo oltre un anno di ricerca e applicazione sul campo in trenta istituti scolastici – spiega Franco Botticelli, presidente di Aid – nasce per richiamare l’attenzione della scuola sui Disturbi specifici di apprendimento, che solo in Italia riguardano circa 1.900.000 persone».

L’accesso al percorso
Per accedere al percorso formativo, ogni istituzione scolastica deve iscrivere un numero minimo di docenti: 15 per gli istituti omnicomprensivi, 15 per istituti comprensivi, 15 per le scuole secondarie di secondo grado, 10 per i circoli didattici, 10 per le scuole secondarie di primo grado non afferenti a un istituto comprensivo, 10 per le scuole primarie non statali (non afferenti a un circolo didattico o istituto comprensivo).
Al termine del corso, i docenti che avranno superato i test previsti nel tempo stabilito, riceveranno un attestato di partecipazione, mentre la scuola otterrà la certificazione di scuola “Dislessia Amica”.

La proroga dell’aggiornamento GaE non piace a molti prof: è una batosta

da La Tecnica della Scuola

La proroga dell’aggiornamento GaE non piace a molti prof: è una batosta

Lo slittamento del rinnovo delle GaE non è piaciuto a molti docenti. Per opporsi, si sono anche costituiti dei raggruppamenti.

Come il Gruppo Fb “GaE – No allo slittamento aggiornamento al 2019”, secondo il quale “è assolutamente ingiusto poiché non si permetterà ai docenti GaE di cambiare provincia o aggiornare punteggio. Ennesimo provvedimento del Governo Renzi contro il mondo della scuola. Il tutto in nome della legge 107 (Buona scuola), ossia della peggior riforma in materia scolastica”.

“Noi – prosegue il Gruppo – faremo di tutto per far sì che l’aggiornamento delle Graduatorie ad esaurimento (incluse ovviamente prime fasce di Istituto) avvengano nel 2017. Non resteremo inermi di fronte a questa ennesima batosta dataci da un governo, quello del Pd, sordo alle istanze degli Insegnanti e che fino ad oggi ha adottato solo provvedimenti volti a nuocere noi docenti e l’intero mondo della scuola. La confusione creata dalle politiche del sig. Renzi e della sig.ra ministra Giannini sono sotto gli occhi di tutti. Agiremo anche, se necessario, per le vie giudiziarie”.

Il Ministro Giannini firma il decreto per 30.000 assunzioni

da La Tecnica della Scuola

Il Ministro Giannini firma il decreto per 30.000 assunzioni

Con apposito comunicato il Miur fa sapere che il Ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini ha firmato il decreto che dà il via libera alle immissioni in ruolo per l’anno scolastico 2016/2017.

I posti disponibili, dopo le operazioni di mobilità, sono 29.720. Nel dettaglio, 22.499 posti comuni e 7.221 posti per il sostegno.

“In due anni il governo ha immesso in ruolo quasi 120.000 insegnanti fra piano straordinario di assunzioni e le immissioni che si chiuderanno nei prossimi giorni”, sottolinea il Ministro Giannini. “Si tratta di un risultato storico per la scuola che dà maggiore stabilità all’organico e quindi più continuità didattica”.

I posti disponibili sono così suddivisi per gradi:

  • Infanzia: 3.632 posti comuni e 787 di sostegno;
  • Primaria: 3.859 posti comuni e 4.043 di sostegno;
  • Secondaria di I grado: 7.570 posti comuni e 1.845 di sostegno;
  • Secondaria di II grado: 7.438 posti comuni e 546 di sostegno.

Trasferimenti, per i sindacati vanno rifatti: ma lo sanno che la scuola inizia tra pochi giorni?

da La Tecnica della Scuola

Trasferimenti, per i sindacati vanno rifatti: ma lo sanno che la scuola inizia tra pochi giorni?

Il 15% dei docenti è rimasto prigioniero del famigerato algoritmo e molti sono stati danneggiati da ingiusti spostamenti: bisogna rifare rapidamente le operazioni di mobilità”.

A chiederlo è Carmelo Barbagallo segretario generale Uil, che entra così a gamba tesa sulla questione della mobilità dei docenti su ambiti territoriali. Senza però soffermarsi su cosa potrebbe comportare il rifacimento delle operazioni di mobilità, visto che l’anno scolastico è ormai alle porte.

Questo un aspetto che i sindacati Confederali (prima di Barbagallo si sono espressi sulla stessa lunghezza d’onda i vertici di Cgil e Cisl), non possono però lasciare lasciare cadere nel vuoto.

Perché rifare i trasferimenti su ambiti territoriali di diverse decine di migliaia di docenti, a questo punto con modalità tradizionali e senza più algoritmo, comporta un tempo di operatività non indifferente: nella migliore delle ipotesi, almeno un mese.

Solo successivamente, potranno svolgersi tutte le altre operazioni di mobilità (utilizzazioni e assegnazioni provvisorie, anche su organico di fatto), oltre che le immissioni in ruolo, e le supplenze annuali (che quest’anno saranno ancora una volta nell’ordine dei 100mila contratti).

Tutte queste operazioni porteranno via, nella migliore delle ipotesi, considerando gli inevitabili ricorsi, almeno un altro mese.

E nel frattempo? Cosa si farà sino a fine novembre o anche inizio dicembre? A chi verranno assegnate le cattedre dei 50mila docenti “potenziatori”, degli assunti della fase B del piano straordinario di assunzioni della Buona Scuola? E dove verrebbero collocati i docenti che hanno fatto domanda di assegnazione provvisoria e di utilizzazione? Come verranno coperte le oltre 130mila cattedre vacanti o al 30 giugno o su cui immettere in ruolo i 32mila docenti destinati alla stabilizzazione?

Probabilmente, si farebbero contratti temporanei e si confermerebbero i docenti di ruolo sulle cattedre dello scorso anno. Per poi decretare le sedi definitive in autunno inoltrato. Forse a Natale.

La domanda è d’obbligo: siamo sicuro che così si farebbe il bene della scuola e dei suoi studenti?

Assunzioni docenti, disponibili i prospetti delle prossime nomine

da La Tecnica della Scuola

Assunzioni docenti, disponibili i prospetti delle prossime nomine

Nella giornata di ieri, 6 settembre, si è svolto al Miur l’incontro di informativa sulle assunzioni in ruolo del personale docente.

Nel corso dell’incontro il Miur ha fornito il prospetto complessivo delle nomine che verranno effettuate nei prossimi giorni.  Sono disponibili anche i prospetti delle nomine in ruolo del personale docente della scuola primaria, secondaria di I grado e secondaria di II grado a.s. 2016/2017, suddiviso per provincia e classe di concorso.

Il Miur ha anche fatto conoscere la tempistica prevista:

  • entro il 10 settembre si faranno le nomine
  • dal 10 al 13 settembre sarà disponibile la funzione per l’invio del CV e per la procedura di chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici
  • dal 14 a 15 è previsto l’invio della mail automatizzata, da parte degli UU.ss.rr., con l’assegnazione della scuola per i docenti che non sono stati oggetto di alcuna individuazione.

In sostanza, il contingente complessivo delle nomine in ruolo è pari a 29.720 posti, di cui 22.499 su posto comune e 7.221 su sostegno. Rispetto assunzioni su posto comune inizialmente previste, cioè 25.198, come comunicate lo scorso 10 agosto, il contingente scende dunque a 22.499 a seguito di trasferimenti da sostegno a posto comune non conteggiati al SIDI. Per quanto riguarda invece il sostegno, saranno assegnati solo i 7.221 posti autorizzati dal MEF, sebbene il numero dei posti vacanti sia aumentato proprio per via dei trasferimenti di docenti da sostegno a posto comune, che hanno così portato il numero dei posti disponibili a 10.319.

Con riferimento alle assegnazioni provvisorie, il Miur ha invitato gli uffici a pubblicare gli elenchi. Le operazioni presumibilmente non si concluderanno prima del 15 settembre.

La Nota del MIUR sull’organico dell’autonomia

La Nota del MIUR sull’organico dell’autonomia

di Salvatore Nocera

 

La Nota del MIUR Prot n. 2852 del 5 Settembre 2016 sull’organico dell’autonomia è interessante e mette sempre più in luce come si vuole che vi sia un coinvolgimento di tutta la comunità scolastica per il raggiungimento degli obiettivi del POF.

È importante quindi che dell’organico di potenziamento possano far parte pure i docenti specializzati per il sostegno, aggiuntivi a quelli spettanti a ciascuna classe in cui è iscritto un alunno con disabilità, per migliorare la qualità inclusiva della scuola; quanto alla presenza di docenti curricolari nell’organico di potenziamento, essi vanno utilizzati anche per sostenere ulteriormente alunni con disabilità e non per completare le ore assegnate di sostegno non coperte dai docenti specializzati, bensì per migliorare la realizzazione di progetti contenuti nel PEI: quest’ultima indicazione, così posta, è da accogliere con piacere.

Ciò che invece non si può condividere (e l’Ufficio scolastico regionale della Puglia ha fatto benissimo a intervenire) è l’assegnazione di “docenti curricolari non specializzati” per svolgere attività di sostegno; ciò, infatti, è illegittimo se sono presenti aspiranti a supplenza specializzati, secondo quanto espressamente stabilito dall’art 14 comma 6 della legge n. 104/92.

Se poi, come è avvenuto in Sicilia e in Sardegna, sono state effettuate assegnazioni provvisorie su posti di sostegno con “docenti di ruolo non specializzati”, in presenza di aspiranti a supplenze specializzati, la cosa è palesemente illegittima e sicuramente l’esito dei ricorsi degli aspiranti a supplenze lo dimostrerà agevolmente.

Se invece le assegnazioni provvisorie, anche in assenza di aspiranti a supplenze specializzati, prelude alla frequenza di corsetti di riqualificazione sul sostegno, per stabilizzare e legalizzare una situazione illegale, personalmente sono decisamente contrario (ma penso lo siano le associazioni di persone con disabilità e quanti credono nella qualità dell’inclusione ), perché riteniamo da tempo che gli attuali corsi di specializzazione sono insufficienti a rispondere qualitativamente ai crescenti bisogni educativi degli alunni con disabilità; per questo le federazioni Fish e Fand con la PdL n. 2444 hanno indicato corsi di specializzazione più articolati e complessi. Leggere, quindi, che addirittura con corsetti raffazzonati, di poche decine o qualche centinaio di ore, si possano trovare soluzioni alla crescente domanda di qualità inclusiva della scuola, indigna e sono certo che le federazioni Fish e Fand non lo consentiranno, in applicazione di tutta la storica normativa inclusiva italiana e della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Se fosse vero che i CCNL di Sicilia e Sardegna, in tal senso, sono stati autorizzati dal Sottosegretario Faraone (ma non lo credo), allora egli si troverebbe in netto conflitto con la Pdl n. 2444 Atto Camera, che lo ha visto tra i primi sottoscrittori.

In Veneto mancano anche 420 bidelli e le scuole non sono sicure

da La Tecnica della Scuola

In Veneto mancano anche 420 bidelli e le scuole non sono sicure

A pochi giorni dall’apertura delle scuole l’Ufficio scolastico regionale ha reso noto alla ministra Stefania Giannini che mancano 429 posti di personale non docente: collaboratori, assistenti amministrativi e assistenti tecnici.

«Nonostante l’impiego ottimale del continente assegnato sia in organico di diritto che in organico di fatto, non è possibile assicurare le necessarie condizioni di sicurezza e incolumità degli alunni». Le scuole del Veneto, pubblica Il Mttino di Padova,  si sono viste assegnare quest’anno una quota di 15.656 unità di personale Ata, 181 in meno rispetto a quelli del 2015 che già erano insufficienti.

Proprio ieri sono stati nominati in ruolo 889 addetti di personale non docente (18 segretari, 175 assistenti amministrativi, 84 assistenti tecnici e 612 collaboratori scolastici), ma si tratta in questo caso di stabilizzazioni per coprire il posto di personale trasferito o andato in pensione. Il problema della ingestibilità delle scuole senza un numero adeguato di bidelli è invece sempre più grave.

«Non sarà possibile garantire l’apertura, la chiusura, la vigilanza e la sicurezza degli allievi», è  scritto nella missiva. Grosso problema anche per gli studenti disabili, per i quali già mancano in servizio e tra i supplenti insegnanti in possesso della specifica specializzazione. Con il personale non docente attualmente assegnato non sarà possibile garantire a tutti l’assistenza nelle ore non coperte dagli assistenti nominati dai Comuni. Problemi, segnala inoltre l’ufficio scolastico regionale, ci saranno anche le segreterie, che quest’anno avranno anche un carico maggiore per organizzare gli stage degli studenti nelle aziende.

Difficoltà e ricorsi si annunciano per gli insegnanti di potenziamento, per la prima volta assunti su base nazionale e assegnati nei luoghi in cui c’è maggiore necessità secondo un algoritmo assai criticato. Tra i 5.000 insegnanti che a livello nazionale hanno presentato ricorso sostenendo di aver diritto a un destinazione più vicina di quella assegnata dal Miur, circa la metà ha ricevuto un invito a «conciliare»: una seconda offerta per evitare il contenzioso. Tra i docenti destinati al Veneto, ci sono stati 174 tentativi di conciliazione, ma solo 83 insegnanti hanno accettato la proposta alternativa.

«Si apre per questi insegnanti» spiega la delegata sindacale della Cisl scuola Tina Cupani , «la possibilità del ricorso individuale al giudice del lavoro. È probabile che molti si avvarranno della possibilità di avere l’assegnazione provvisoria nel paese di provenienza o che, in attesa l’esito del ricorso, ci sarà chi presenterà una giustificazione per non prendere servizio nel Veneto».