Un’offesa ai dirigenti scolastici

DIRIGENTISCUOLA-Di.S.Conf.

Un’offesa ai dirigenti scolastici da rancorosi rappresentanti del Popolo Sovrano.

Non metterebbe conto degnare di attenzione parlamentari della Repubblica che danno mostra di marmorea ignoranza, dovuta a una congenita idiosincrasia a documentarsi; e insieme di un persistente livore – privo di ritegno e gonfio di rancorose parole in libertà – nei confronti dei dirigenti scolastici. Ma non si può lasciar passare tutto.

Prima il tentativo di narcotizzare le prerogative di presunti satrapi adusi all’ “esercizio arbitrario” nell’attribuzione diretta degli incarichi ai docenti legati a un malato rapporto di “dipendenza personale”, con la stravagante reintroduzione dell’ottocentesco ricorso gerarchico improprio “avverso (tutti) gli atti di gestione del rapporto di lavoro e i provvedimenti disciplinari di (loro) competenza”: dalla formazione delle classi e susseguente assegnazione dei singoli docenti, alla definizione dell’orario delle lezioni e delle attività didattiche, al piano di lavoro e relativo conferimento degli incarichi al personale ATA. E via delirando.

E ora – sempre con qualche problema sul rispetto delle regole del discorso e lasciando perdere l’assurda pretesa di un minimo di eleganza stilistica  – l’invito “ai cari docenti a non farsi fregare” – da chi e come? – “per l’ennesima volta”, dopo che si è scoperto, “ebbene sì !!”, in legge di bilancio “un comma dell’articolo 28 che stanzia 30 milioni di euro per le retribuzioni accessorie e premiali ai dirigenti scolastici”, premesso che il loro stipendio “è aumentato di 580 euro in busta paga appena l’anno scorso (forse era un po’ troppo? Dato il livello stipendiale di tutti gli operatori della scuola ?)”.

Quale sia il nesso logico di questi sproloqui, DIRIGENTISCUOLA non riesce a comprenderlo, mentre è chiara la personalissima visione ideologica faziosa e antagonista degli autori, provenienti dalla frangia più conflittuale del  mondo della scuola, direttamente transitati dal cortile domestico agli scranni di palazzo Madama.

Inutile puntualizzare  che i trenta milioni di euro  –  largamente insufficienti perché ne occorrerebbero quaranticinque dopo l’immissione in organico di duemila neodirigenti scolastici – sono necessari per mantenere inalterati i livelli retributivi, contrattualmente e legittimamente stipulati in sede negoziale, per quanto attiene alla retribuzione di posizione variabile e di risultato. Roba ostica per coloro cui piace parlare in modo spiccio e rifuggono dai concetti complicati. O che sono in malafede.

Ma non è inutile ricordare a chi rivendica la sacra investitura del Popolo Sovrano l’obbligo di corrisponderla con disciplina e onore. Se mai ci si sia data la sproporzionata pena di un pur fugace sguardo sulla Costituzione.

Invalidità civile, gli importi e i limiti di reddito per il 2020

da AIPD

Invalidità civile, gli importi e i limiti di reddito per il 2020

Patrizia Danesi

Con Circolare 11 dicembre 2019, n. 147 “Oggetto: Rinnovo delle pensioni, delle prestazioni assistenziali e delle prestazioni di accompagnamento alla pensione per l’anno 2020” l’INPS ha indicato gli importi delle prestazioni erogate agli invalidi civili e, per quelle che li prevedono, i relativi limiti di reddito.

– Indennità di accompagnamento
per invalidi civili (minori e maggiorenni, 100% di invalidità e necessità di assistenza continua):
€ 520,29

Pensione di invalidità
(maggiorenni, 100%):
€ 286,81. Il limite di reddito è fissato in € 16.982,49

Assegno mensile
(maggiorenni, invalidità compresa tra il 74 e il 99%): € 286,81. Il limite di reddito è fissato in € 4.926,35

Indennità di frequenza
(minori con difficoltà a svolgere i compiti e le funzioni della propria età che frequentano nido, scuola e/o svolgono terapie continuative presso ASL o centri convenzionati):
€ 286,81. Il limite di reddito è fissato in € 4.926,35

Il progetto individuale deve essere onnicomprensivo

Il progetto individuale deve essere onnicomprensivo (TAR Sicilia 2782/19 e 2783/19)

di Salvatore Nocera
Osservatorio Scolastico sull’Inclusione dell’AIPD Nazionale

Il TAR Sicilia, sezione di Catania con due sentenze rispettivamente n° 2782 e n° 2783 del 20/11/2019 ha pienamente accolto i ricorsi patrocinati dagli avvocati Ettore Nesi, Gianfranco de Robertis e Mariapaola Giardina e tendenti all’annullamento di uno pseudo progetto di vita formulato dall’ASL di Siracusa.

Le parti sostenevano che l’ASL e il Comune si erano limitate a fornire un progetto di vita, di cui all’articolo 14, legge n° 328 del 2000, del tutto insufficiente, contenendo solo la scheda di valutazione della disabilità e alcune generiche indicazioni di carattere assistenziale.
Il TAR ha pienamente accolto i ricorsi con le seguenti motivazioni che si pubblicano per esteso data la loro chiarezza:

“Il progetto di cui all’art. 14 della legge n. 328/2000 deve soddisfare in modo puntuale alcune specifiche previsioni. In primo luogo, ai sensi del secondo comma della disposizione indicata, esso deve comprendere, “oltre alla valutazione diagnostico-funzionale o al profilo di funzionamento, le prestazioni di cura e di riabilitazione a carico del Servizio Sanitario Nazionale, il Piano Educativo Individualizzato a cura delle istituzioni scolastiche, i servizi alla persona a cui provvede il Comune in forma diretta o accreditata, con particolare riferimento al recupero e all’integrazione sociale, nonché le misure economiche necessarie per il superamento di condizioni di povertà, emarginazione ed esclusione sociale” e deve altresì definire “le potenzialità e gli eventuali sostegni per il nucleo familiare”. Ai sensi dell’art. 2 del decreto ministeriale in data 26 novembre 2011, il progetto deve anche contemplare un budget di progetto, da intendersi quale “insieme di tutte le risorse umane, economiche e strumentali da poter utilizzare in maniera flessibile, dinamica e integrata”), nonché individuare una figura di riferimento (il cosiddetto “case manager ”) e “metodologie di monitoraggio, verifica periodica ed eventuale revisione, tenuto conto della soddisfazione e delle preferenze della persona disabile”. Come disposto dall’art. 1, secondo comma, della legge n. 112/2016, il progetto deve, infine, contemplare “misure di assistenza, cura e protezione nel superiore interesse delle persone con disabilità grave, non determinate dal naturale invecchiamento o da patologie connesse alla senilità, prive di sostegno familiare in quanto mancanti di entrambi i genitori o perché gli stessi non sono in grado di fornire l’adeguato sostegno genitoriale, nonché in vista del venir meno del sostegno familiare, attraverso la progressiva presa in carico della persona interessata già durante l’esistenza in vita dei genitori”, con il necessario “coinvolgimento dei soggetti interessati” e “nel rispetto della volontà delle persone con disabilità grave, ove possibile, dei loro genitori o di chi ne tutela gli interessi”. Il progetto che è stato consegnato alla ricorrente risulta largamente incompleto rispetto alle indicazioni normative cui si è fatto riferimento. A titolo di esempio, può osservarsi che esso non contempla in alcun modo (neppure al fine di giustificare una loro ragionevole esclusione) eventuali forme di recupero o di integrazione sociale, eventuali misure economiche per il superamento di condizioni di disagio, la definizione di potenzialità e sostegno per il nucleo familiare, un budget di progetto (nel senso sopra specificato), una figura di riferimento (cioè il cosiddetto “case manager”), nonché “metodologie di monitoraggio, verifica periodica ed eventuale revisione, tenuto conto della soddisfazione e delle preferenze della persona disabile”. Il ricorso va, quindi, accolto, con conseguente annullamento degli atti impugnati. A seguito di ciò, le Amministrazione interessate, cioè il Comune e l’Azienda Sanitaria Provinciale (tenute a provvedere d’intesa, come disposto dall’art. 14, primo comma, della legge n. 328/2000), dovranno predisporre e approvare, con la massima sollecitudine, il progetto individuale contemplato dalla norma citata nell’interesse del soggetto disabile di cui si tratta. Al riguardo deve anche precisarsi che non può condividersi la tesi dell’Azienda Sanitaria, secondo cui l’attività di sua competenza sarebbe già stata interamente espletata, ove si consideri che, ad esempio, nel progetto consegnato alla ricorrente non sono indicate le “metodologie di monitoraggio, verifica periodica ed eventuale revisione” (per l’individuazione delle quali risultano imprescindibili le valutazioni tecniche e specialistiche dell’Azienda stessa). Le spese di lite seguono la soccombenza e sono liquidate in dispositivo, tenendo conto della semplicità della controversia, della sua sollecita definizione e della sua sostanziale identità con altro ricorso parimenti definito in data odierna. Esse, inoltre, vengono poste per tre quarti a carico del Comune di Palazzolo Acreide, atteso che l’Azienda Sanitaria Provinciale, in realtà, ha già parzialmente provveduto alle incombenze di sua competenza.”

OSSERVAZIONI

Le due sentenze sono di enorme importanza perché chiariscono in modo esauriente quali debbano essere i contenuti del progetto di vita di cui all’articolo 14, legge 328 del 2000.

Non solo, è altresì importante perché al termine delle motivazioni il TAR stabilisce cosa Comune ed ASL debbano precisare nei contenuti del vero piano individuale che dovranno formulare di intesa con la famiglia e i diretti interessati.

E’ altresì da precisare che, qualora Comune ed Asl non provvedano ad eseguire le sentenze, lo stesso avvocato de Robertis aveva ottenuto in precedenza altra sentenza di ottemperanza con la quale il TAR aveva nominato il prefetto “commissario ad acta” per la formulazione del completo progetto di vita in sostituzione degli inadempienti (vedi sentenza TAR Catania n. 559 del 14 Marzo 2019, già commentata nella nostra scheda n° 595. Il comune è obbligato a formulare il progetto di vita, specie dopo la scuola (TAR Catania 559/19)).

La sentenza chiarisce ancora come in materia di controversie relative al progetto di vita la competenza esclusiva sia del TAR.

E’ infine interessante la motivazione della condanna alle spese “tenendo conto della semplicità della controversia. Ciò significa che ormai circa le controversie sul rifiuto o l’incompleta formulazione del progetto di vita da parte del comune di residenza non ci dovrebbero essere più timori di rigetto dei ricorsi da parte degli interessati o di loro soccombenza alle spese.

E’ doveroso dare atto all’avvocato Gianfranco de Robertis dell’ANFFAS, che ha contribuito in modo significativo a rilanciare l’importanza giuridica e sociale del progetto di vita, del quale è parte integrante il Piano Educativo Individualizzato, come stabilito dall’articolo 6 del D.Lgs n° 66/17 come integrato, proprio per questo aspetto, dal D.Lgs n° 96/19.

Le famiglie di alunni con disabilità che al termine della scuola sono tentate di far loro ripetere la scuola proprio per la mancanza di futuro di vita dei loro figlioli, trovano in queste decisioni giurisdizionali lo stimolo a veramente “pensare adulti” i loro figlioli, come soleva dire il compianto Mario Tortello, perché la giurisprudenza offre ormai loro delle possibilità nuove di socializzazione e di partecipazione alla vita di tutti che un completo progetto di vita può seriamente offrire, tenendo conto anche del possibile coinvolgimento delle associazioni, delle organizzazioni di volontariato e degli altri soggetti del Terzo Settore.

Relazione Morale Egocreanet -Cluster 2019

Relazione Morale Egocreanet -Cluster 2019  (www.egocrea.net)

Paolo Manzelli Presidente Egocreanet < egocreanet2016@gmail.com >

Modalita di adesione:

https://www.egocrea.net/2019/01/15/adesione-al-cluster-egocreanet/

Cari amici iscritti e simpatizzanti del Cluster -Egocreanet ,

di seguito trovate la sintesi delle attivita di divulgazione scientifica e culturale  realizzate normalmente “gratuitamente” dal Cluster Egocreanet e alcuni collaboratori durante l’ anno 2019 ,

AUGURANDO  a tutti un Buon  Natale e  Buone Feste aggiungo alcune mie riflessioni orientate a reindirizzare le attivita‘del Prossimo anno 2020 .

In questo anno 2019 ormai in chiusura, ci siamo dedicati a ricondurre in ambito dell’ avanzamento della scienze della della “biologia quantica” le obsolete concezioni meccaniche e termodinamiche utili a produrre macchine computer automi ecc. ma sempre piu’ distanti dal comprendere la evoluzione della vita  e le interazioni di adattamento creativo con l’ ambiente .

Perseguendo tale obiettivo abbiamo messo in evidenza la compatibilita’  e coerenza della “comunicazione quantica” tra Epigenetica ambientale e Genetica  e quindi  abbiamo focalizzato e diffuso il tema sulla relazione tra “Acqua e la Vita” e in particolare abbiamo evidenziato con G.Pollak la importanza del“Quarto Stato dell’ Acqua”

Malgrado questo fondamentale impegno e’ necessario ammettere che questa dimensione scientificamente e culturalmente innovativa ha trovato  difficolta’ nel produrre un ampio impatto sociale di crescita culturale e scientifica ; infatti a attenzione e partecipazione alle nostre iniziative è diminuita e con essa,  le nuove adesioni al Cluster si contano sulle dita di una mano ed infine il Corso del 7/8 Dic . Che era  ben organizzato con ottimi relatori non aveva preannunciata alcuna partecipazione .

Di conseguenza si e iniziata una aperta discussione , iniziata con il gruppo del Cluster Egocreanet che si sta organizzando a Milano, sulle criticita’ della impostazione di divulgazione scientifica delle azioni del  Cluster le quali probabilmente vengono percepite come separate la transizione epocale  sociale ed economica  tecnologica , finanziaria e del lavoro che l’ umanita globalmente sta vivendo.

Da una breve ma sincera indagine che ho svolto personalmente con  alcuni giovani e giovanissimi , tra le quali le mie nipotine  di 17 e 22 anni, ed loro amici coetanei , mi risulta che le iniziative di EGOCREANET -Cluster sono considerate di una elite di intellettuali che non esplorano le effettive  la posibilita di dare risposte gli inerrogativi sulla  sostenibilita futura dello sviluppo , proprio in quanto non ci occupiamo  delle strategie della trasformazione  del lavoro e della economia causate dalla automazione roobotica e agli sviluppi della intelligenza artificiale , cosi come dal cambiamenti radicale del  modo di vivere e produrre , e neppure del rinnovo della formazione mentale prodotta  della innovazione  dei contenuti dell’ apprendimento tali che abbiano un effettivo impatto nel contesto delle opportunita’  di transizione sostenibile del loro futuro di vita contemporanea.

Quetra critica -costruttiva espressa dai  giovani e giovanissimi recentemente  intervistati , ci costringe a rivedere gli obiettivi di politica culturale e scientifica precedentemente impostati per adeguarli alle esigenze impellenti di innovazione cognitiva che rispondano alle esigenze proprie di cambiamento  di questa epoca di transizione nella quale non e’ piu’ sufficiente occuparci di divulgazione della  senza proporre indicazioni concernenti la complessa  sostenibilita’ sociale ed ambientale dello sviluppo vome viene indicato dal termine ormai in uso di Green Economy ovvero di Blu-Economy se riferito al  mare ed all’ acqua .

Di conseguenza nell’ Incontro del 07 Dic. 2019 a Firenze presso gli amici della Accademia della Fiorentina abbiamo proposto di realizzare le seguenti iniziative del Primo Trimestre de 2020.

1)  un CORSO di F ormazione  EGOCREANET sul Tema : “Architettura Bioquantica 4.0 “ previsto il Sabato e Domenica 15/16 Febbraio 2020 presso la Scuola ABC in Firenze.

Un Convegno Pubblico  sul Tema ;

“ GREEN MARKETING INNOVATION “ nella Sala Spadolini del Consiglio della Regione Toscana in Via Cavour 04 -Firenze

Data  Venerdi  27 Marzo – 2020 ore 9.00- 18.00

Obiettivi : Favorire opportunita’ creative di maketing a sostegno della riconversione industriale e dei consumi a basso impatto sul cambiamento del clima e dell’ inquinamento orientati a migliorare il benessere e la salute della popolazione.

Realizzare  un modello trans-disciplinare di Green Marketing Innovation orientato a indirizzare  lo sviluppo di una strategia di informazione culturale e scientifica eco-sostenibile sia del riciclo tecnico-economico che del cambiamento degli stili di vita,  in modo che risultino adeguati alla futura sostenibilita sociale e finanziaria  richiesta dalle giovani generazioni.

Certamente ogni  proseguimento delle  iniziative del Cluster Egocreanet avra una stretta correlazione con l’ aumento delle iscrizioni al Cluster e delle  effettive motivazioni a collaborare degli Iscritti .

Infine a coloro che si sono iscritti nel Primo Semestre 2019  si richiede di rinnovare la loro Iscrizione Annuale  con un bonifico a scopo liberale di 50 Euro. Entro il 31 Genn/2020

Ai simpatizzanti si chiede di trasformare la loro attenzione in un impegno di collaborazione e di partecipazione attiva iscrivenosi al Cluster Egocreanet .

Modalita di adesione: https://www.egocrea.net/2019/01/15/adesione-al-cluster-egocreanet/

SINTESI DELLA ATTIVITA Scietifiche e Culturali Pubbliche nel  2019 del Cluster Egocreanet

Convegni

1) 30-Marzo-2019 , Firenze . “ANTICIPAZIONE DI UN FUTURO MIGLIORE “

Corso Egocreanet  01/02/-Maggio-2019 , MENTE QUANTICA e GEOMETRIA SACRA .

Seminario 29-Giugno-2019 – Il  Quarto Stato dell’ Acqua  – Casciana Terme.

Incontro Egocreanet Cluster , 10-Sett-2019 ;  nella sede dell’ Incubatore -UnìFi di Sesto F.no (FI)

Seminario l’ “Acqua e La Vita”, 18.Ottobre 2019  Firenze ; Lezione Magistrale di Gerard Pollack (https://www.pollacklab.org/ ) sul “Quarto Stato Dell’ Acqua “ organizzato da Egocreanet e Fen -Imprese   https://www.egocrea.net/2019/10/09/seminario-lacqua-e-la-vita-18-ottobre-2019-firenze/

https://www.vglobale.it/wp-content/uploads/2019/10/LOCAND-ACQUA-181019.pdf

22-Ottobre 2019 – Milano – Incontro con Gerard Pollack organizzato da The Map Report, il nuovo magazine sull’Innovazione e la Responsabilità Sociale edito da Media Trade Company, e da Egocreanet Cluster ,

http://www.alzarating.com/scienza-e-innovazione-la-quarta-dimensione-dellacqua/

07 Dicembre 2019 . Abbiamo ridotto ad un incontro di un Giorno il Corso di Green Marketing Innovation del 07/08 Dic.2019, allo scopo di   con criteri  la nuova strategia di impatto delle attivta scientifiche e culturali del Cluster -Egocreanet nel quadro della  transizione economia e sociale della GREEN ECONOMY indotta dal cambiamento climatico e dal cambiamento strategico -sostenibile della industria.4.0, https://www.egocrea.net/wp-content/uploads/2019/11/green_marketing.pdf

Più fondi ad asili nido e scuole dell’infanzia

da Il Sole 24 Ore

di Eu.B.

Più fondi per la ristrutturazione non solo degli asili nido ma anche per le scuole dell’infanzia e i centri polifunzionali per i servizi alla famiglia. A prevederlo è un emendamento alla legge di bilancio che istituisce anche una Cabina di regia per monitorare l’uso delle risorse: 100 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2021 al 2023 e di 200 milioni di euro annui per il periodo 2024-2034.

Più fondi ad asili e scuole dell’infanzia
La norma, dopo le modifiche introdotte in commissione Bilancio al Senato, istituisce un fondo per il finanziamento di interventi relativi ad opere pubbliche di messa in sicurezza, ristrutturazione, riqualificazione o costruzione di edifici di proprietà dei comuni destinati ad asili nido, scuole dell’infanzia e centri polifunzionali per i servizi alla famiglia. Fondo che viene istituito nello stato di previsione del Ministero dell’interno, con una dotazione pari a 100 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2021 al 2023 e di 200 milioni di euro annui per il periodo 2024-2034.La priorità – ed è un’altra novità – va data alle strutture ubicate nelle aree svantaggiate del Paese e nelle periferie urbane.

La Cabina di regia
Lo stesso emendamento prevede l’istituzione, entro sei mesi dall’entrata in vigore della presente legge, di una cabina di regia per il monitoraggio dello stato di realizzazione dei singoli progetti in esame. La cabina è istituita presso la presidenza del Consiglio dei ministri ed è presieduta dal Capo dipartimento per le Politiche della famiglia.

Un’altra scuola per il sud

da la Repubblica

Tito Boeri

Mentre si susseguono i vertici di maggioranza che rinviano decisioni su micro-tasse destinate a raccattare sì e no qualche centinaio di milioni, mentre l’opposizione lavora alacremente per far apparire insostenibile agli occhi del mondo il nostro debito pubblico, il Mezzogiorno si allontana sempre di più dal resto del Paese. Non avrà mai un futuro fin quando la sua scuola non sarà in grado di generare coorti di diplomati che sappiano leggere, fare di conto e avere rudimenti di scienza almeno al pari di quanto avviene nelle altre scuole italiane.

Da quando esistono rilevazioni obiettive sulla qualità dell’istruzione, il Sud accumula ritardi su ritardi, senza che il problema venga considerato un’emergenza per il Paese nel suo complesso.

La scorsa settimana sono stati resi pubblici i dati dell’ultima indagine Pisa ( Program for international student assessment ) dell’Ocse, riferita al 2018. Ancora una volta il commento a questi dati offerto nel dibattito pubblico si è concentrato sui nostri ritardi rispetto agli altri Paesi europei. Ma i divari nei punteggi medi fra Italia e Paesi come la Germania e la Francia sono relativamente contenuti, nell’ambito dell’errore statistico. Così non è per i divari tra il Nord e il Sud del nostro Paese che ci fanno precipitare da un estremo all’altro nella gerarchia per qualità dell’istruzione (passando dall’undicesimo al cinquantacinquesimo posto).

I punteggi del Sud e delle Isole sono mediamente del 15% più bassi che nel Nord (circa tre quarti della dispersione nei punteggi tra Paesi) e non ci sono indicazioni che il gap si sia ridotto da vent’anni a questa parte. Al contrario, si è addirittura ampliato nel periodo più recente. È come se la scuola al Sud durasse un anno in meno che altrove.

Cosa spiega un divario nella qualità dell’istruzione così marcato e persistente? Qualcuno lo attribuisce alla bassa spesa per istruzione, a insegnanti pagati troppo poco. Ma in realtà i docenti nel Mezzogiorno vengono oggi retribuiti meglio che nel resto del Paese. Lo stipendio è lo stesso, ma il costo della vita è molto più contenuto al Sud. In termini di potere d’acquisto la retribuzione di un insegnante di Agrigento vale quasi il doppio di quella di un insegnante di Verona. Se il problema fosse nelle paghe degli insegnanti (comunque basse in rapporto agli standard internazionali) dovremmo aspettarci di avere rendimenti scolastici più bassi al Nord che al Sud, mentre avviene esattamente il contrario. Un’altra spiegazione è che siano i divari socio-economici di partenza a indurre queste enormi differenze negli esiti scolastici. Ma anche questa tesi non sembra del tutto convincente. I campioni tratti dai test Invalsi (molto simili sia nella formulazione che nei risultati ai test Pisa) forniscono informazioni sul background socio-culturale dei genitori. Ciò permette di comparare la performance di studenti aventi genitori che hanno lo stesso titolo di studio e livello di reddito: anche in questo caso il Mezzogiorno mostra ritardi molto forti nei confronti del Nord. Questo è incoraggiante perché ci dice che la scuola al Sud può fare molto meglio anche senza aspettare la convergenza economica fra le due parti del Paese. I ritardi del Sud si spiegano in gran parte con il diverso atteggiamento delle famiglie nei confronti della scuola. Tre indizi non fanno una prova, ma puntano tutti in questa direzione.

Il primo indizio è che i punteggi dei test sono molto vicini fra Nord e Sud quando si considera la scuola primaria, mentre si divaricano durante la scuola secondaria inferiore, quando il carico dei compiti a casa diventa particolarmente oneroso e gli allievi non hanno ancora una chiara idea del valore dell’istruzione, dunque aumenta il ruolo dei genitori nel verificare l’impegno profuso dai figli negli studi.

Il secondo indizio è che se poniamo a confronto le scuole con i migliori punteggi sia al Nord che al Sud, le differenze sono molto contenute. Gli studenti dei migliori licei del Sud hanno risultati nei test comparabili a quelli degli studenti dei migliori licei del Nord. Anche questo fa pensare che quando i genitori pongono altrettanta attenzione all’istruzione dei figli, i divari si riducono fino quasi ad annullarsi. Il terzo indizio è che i genitori sono meno propensi a prendere l’iniziativa di andare a parlare con gli insegnanti riguardo all’istruzione dei propri figli di quanto avvenga altrove.

Se la principale fonte dei problemi è la scarsa attenzione dei genitori per quello che i figli imparano al di là del titolo di studio, il riscatto del Mezzogiorno non può che passare attraverso un impegno straordinario degli insegnanti nei confronti non solo dei propri allievi, ma anche dei loro genitori. Ci vogliono insegnanti più che mai motivati e consapevoli del loro ruolo sociale fondamentale, oltre che autorevole dentro e fuori le mura scolastiche. Si richiedono competenze e abilità anche non cognitive (determinazione, carisma, capacità di relazionarsi ai genitori) rare per realtà difficili in cui non si può contare in partenza su una forte collaborazione dei genitori. L’alto tasso di disoccupazione intellettuale al Sud, il grande numero di giovani altamente istruiti che fuggono dal Mezzogiorno per andare all’estero ci fa pensare che c’è un ampio bacino da cui attingere per trovare queste professionalità. Eppure, lo stesso giorno in cui venivano resi pubblici i dati ancora una volta deludenti sulla qualità dell’istruzione nel Mezzogiorno, la Camera ha approvato un decreto destinato a riempire fino a 70 mila posti vacanti da qui al 2022 soprattutto mediante stabilizzazioni automatiche di precari, sanatorie, riaperture di graduatorie e concorsi riservati a chi, essendo già dentro la scuola, ha dimostrato nei fatti di non essere in grado di imprimere quel salto di qualità di cui ha bisogno la scuola al Sud. Si facciano invece concorsi veri chiamando nelle commissioni d’esame quegli insegnanti che hanno saputo fare la differenza anche al Sud. Sanno loro più di chiunque altro le qualità di cui si ha bisogno per elevare la qualità dell’istruzione nel Mezzogiorno.

Concorso presidi, mille candidati all’attacco: “Ecco le nuove prove dei falsi”

da la Repubblica

Corrado Zunino

ROMA – Il ritorno dei dirigenti scolastici nelle nostre scuole – oggi una su quattro ne è sprovvista – è affidato a un concorso che, ogni giorno che passa, mostra la qualità e la profondità dei suoi inganni. Il concorso, bandito nel 2017 e realizzato sotto l’era del ministro Marco Bussetti, ex preside a sua volta, è in attesa di giudizio da parte del Consiglio di Stato. Arriverà, il giudizio, il 22 marzo 2020.

La lunga prova, ridimensionata in corsa nei passaggi, dovrebbe consegnare 2.146 presidi agli istituti d’Italia entro settembre 2020, a fronte di oltre 35 mila domande consegnate a inizio percorso. Bene, il Tribunale amministrativo del Lazio lo scorso 19 luglio ha annullato l’intera procedura per l’illegittimità della composizione della Commissione plenaria nella seduta in cui sono state redatte le griglie di valutazione delle prove e i quesiti di lingua straniera. Ha annullato, ma – per ragioni di tenuta del sistema scolastico – non ha concesso lo stop al percorso rimandando tutto, appunto, al Consiglio di Stato.

Ottantaquattro correzioni in un pomeriggio

Sulle falle del concorso presidi ha scritto molto l’Espresso, ma il Comitato trasparenza e partecipazione, nato lo scorso maggio e forte di mille docenti che hanno partecipato alla prova nazionale senza passarla, ha portato alla Procura di Roma nuovi documenti che rendono ancora più opaca  la credibilità del concorso. Tra gli atti consegnati, ci sono verbali di correzione redatti, per esempio, in casa dello stesso presidente di commissione, in stanze d’albergo (questo a Palermo), in scuole che, seguendo i badge del personale amministrativo, risultavano chiuse. Altri verbali di rettifica, secondo le evidenze raccolte, sarebbero stati fatti e firmati solo dopo lo scioglimento dell’anonimato, ovvero sapendo chi era l’autore della prova. Ci sono schede di valutazione di candidati che presentano punteggi non previsti dalle griglie, tra questi il voto “zero”. E compiti che dovevano essere corretti in mezz’ora e sono stati esaminati in quattro minuti (ottantaquattro di fila, per esempio, in un solo pomeriggio).

In alcune sedi (un’università romana) durante la prova scritta sono stati permessi strumenti elettronici quando il disciplinare li vieta espressamente. E tra gli allegati portati a integrazione in procura si segnalano esaminatori che avevano svolto, nei dodici mesi precedenti, corsi di preparazione per i futuri esaminati (anche questo, ovviamente, è vietato). Tra loro, c’era il sindaco di Alvignano (provincia di Caserta): il verbale di concorso della sua sottocommissione, la “12”, è stato annullato. Altri commissari, denuncia il presidente del Comitato Michele Zannini, “erano agronomi, farmacisti, dottori in Scienze dell’alimentazione, professionisti che nulla sanno di normativa scolastica”.

Gli sconfitti sono scesi in piazza

Dal 2004 al 2017 tutti i concorsi per dirigenti scolastici hanno avuto strascichi giudiziari e in questi giorni i docenti di “Trasparenza e partecipazione” hanno ripreso la loro battaglia. Giovedì scorso di sono schierati in Piazza Montecitorio per poi andare a raccontare “le prove scempio” alla Camera dei deputati. Ieri mattina il comitato è stato ascoltato in Senato dai membri della commissione Cultura.

Una delle candidate dell’ultimo concorso per dirigenti scolastici è stata Lucia Azzolina, che ha fatto sia lo scritto che l’orale da deputata dei Cinque Stelle (membro della commissione Cultura-Istruzione) e a settembre è diventata sottosegretaria all’Istruzione. Ha superato gli esami: è tra i vincitori. Nei prossimi due anni, scorrendo la graduatoria, potrà essere nominata. Se vorrà

Domanda pensioni 2020: ecco circolare, scadenza 30 dicembre 2019. Requisiti

da Orizzontescuola

di redazione

È stata appena diffusa dal MIUR la Circolare prot. 50487 dell’11 dicembre 2019 con la quale si anticipa lo spostamento al 30 dicembre 2019 della scadenza entro cui devono essere presentate le istanze di collocamento in pensione a partire dal 1° settembre 2020

Scarica la Circolare

Le domande di cessazione dal servizio e le revoche delle stesse devono essere presentate con le seguenti modalità:

  • Domanda di cessazione con riconoscimento dei requisiti maturati entro 31 dicembre 2020 (Art. 24, commi 6, 7 e 10 del decreto legge 6 dicembre 2011 n. 201 convertito in Legge n.214/2011 – Art. 15 Decreto-Legge 28 gennaio 2019 n. 4 convertito con modificazioni dalla Legge 28 marzo 2019, n. 26 – Art.. 1 comma 147 e seguenti della Legge 27 dicembre 2017 n.205
  • Domanda di cessazione con riconoscimento dei requisiti maturati entro il 31 dicembre 2018 (opzione per il trattamento contributivo ex art. 1, comma 9 della legge 243/2004 e Art.16 Decreto-Legge 28 gennaio 2019 n. 4 convertito con modificazioni dalla L. 28 marzo 2019, n. 26 – opzione donna)
  • Domanda di cessazione dal servizio in assenza delle condizioni per la maturazione del diritto a pensione
  • Domanda di cessazione dal servizio del personale già trattenuto in servizio negli anni precedenti

I Dirigenti Scolastici, il personale docente, educativo ed A.T.A. di ruolo, ivi compresi gli insegnanti di religione utilizza, esclusivamente, la procedura web POLIS “istanze on line”, relativa alle domande di cessazione, disponibile sul sito internet del Ministero (www.istruzione.it). Al personale in servizio all’estero è consentito presentare l’istanza anche con modalità cartacea.

Le domande di trattenimento in servizio ai sensi dell’articolo 1, comma 257, della legge 28 dicembre 2015, n. 208 modificato dall’art. 1 comma 630 della legge 27.12. 2017 n. 205, ovvero per raggiungere il minimo contributivo continuano ad essere presentate in forma cartacea entro il termine del 30 dicembre 2019.

Si chiarisce che la presentazione dell’istanza nei termini e nelle modalità sopra descritte è propedeutica al collocamento a riposo, pertanto non potranno essere disposte cessazioni dal servizio per le domande presentate successivamente al 30 dicembre 2019.

N.B.La circolare del Miur presenta ancora la data del 23 dicembre, ma sarà integrata con  la nuova data di scadenza, che è il 30 dicembre.

I requisiti

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Concorso dirigenti scolastici: verbali di correzioni fatti in casa, in stanze d’albergo ed esaminatori …

da Orizzontescuola

di redazione

Non c’è tregua per il concorso per diventare dirigenti scolastici conclusosi a luglio 2019, nuovi documenti sono stati portati in procura mettendo in discussione la validità delle procedure.

A che punto eravamo

Ricordiamo che siamo in attesa della sentenza della del Consiglio di Stato, dopo l’annullamento delle procedure concorsuali ad opera del Tar Lazio, avvenuto nel mese di Luglio.

In particolare i ricorrenti sostengono che nella commissione e nelle sottocommissioni riunite nella plenaria al termine della quale furono redatte le griglie di valutazione delle prove e i quesiti di lingua straniera c’erano delle irregolarità. Infatti, quest’organo era, secondo i ricorrenti, illegittimo perché aveva tre componenti che erano incompatibili: uno aveva incarico da sindaco e altri due impegnati in attività di formazione per il concorso.

Inoltre, sono state presentate delle accuse ben precise alla procura di Roma da parte di alcuni concorrenti su alcune irregolarità, che vanno da voti conosciuti in anticipo, problemi al software per la prova scritta, dubbi sulla correzione delle prove.

Nuovi documenti

Secondo quanto riportato quest’oggi da Repubblica in un articolo a firma Corrado Zunino, sarebbero state presentate nuove prove in procura. Ad esempio, scrive il giornalista: “verbali di correzione redatti in casa dello stesso presidente di commissione, in stanze d’albergo, in scuole che, seguendo i badge del personale amministrativo, risultavano chiuse.”

Inoltre, sempre secondo Repubblica, sarebbe stato assegnato ad alcuni candidati il voto “Zero”, non previsto dalle griglie o compiti corretti in mezzora.

E ancora, scrive Zunino “tra gli allegati portati a integrazione in procura si segnalano esaminatori che avevano svolto, nei dodici mesi precedenti, corsi di preparazione per i futuri esaminati”

Insomma, una nuova tegola sul concorso, in attesa della pronuncia definitiva da parte dei tribunali che potrebbe invalidare tutto il percorso.

Immissioni in ruolo 2019/20

Autorizzate per l’anno scolastico 2019/20 1984 immissioni in ruolo.

I posti lasciati liberi a causa delle rinunce sono stati coperti tramite lo scorrimento della graduatoria nazionale, a partire dalla posizione dell’ultimo incarico conferito. Assegnati così ulteriori 61 posti.

L’ultimo tassello è stata l’immissione in ruolo anche dei vincitori ammessi con riserva, qualora si trovino all’interno del numero dei posti autorizzati per l’a.s. 2019/20.

80 i vincitori depennati perché non hanno assunto servizio nella regione assegnata.

Consiglio di Stato si esprimerà il 22 marzo 2020

Bisognerà attendere il 22 marzo 2020 per conoscere la decisione finale del Consiglio di Stato rispetto all’annullamento disposto dal TAR il 2 luglio 2019.

Pensioni scuola 2020, ecco la circolare. Scadenza il 30 dicembre

da La Tecnica della Scuola

Il Miur ha pubblicato sul proprio sito internet l’attesa circolare per i pensionamenti scuola 2020.

Il decreto ministeriale fissa, all’articolo 1, il termine finale del 30 dicembre 2019 per la presentazione, da parte di tutto il personale del comparto scuola, delle domande di cessazione per dimissioni volontarie dal servizio o delle istanze di permanenza in servizio ai sensi dell’articolo 1, comma 257, della legge 28 dicembre 2015, n. 208 e successive modifiche e integrazioni, ovvero per raggiungere il minimo contributivo.

Tutte le predette domande valgono, per gli effetti, dal 1° settembre 2020.

Sempre entro la data di cui sopra gli interessati hanno la facoltà di revocare le suddette istanze, ritirando, tramite POLIS, la domanda di cessazione precedentemente inoltrata.

Il termine del 30 dicembre 2019 deve essere osservato anche da coloro che, avendo i requisiti per la pensione anticipata (41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini) e non avendo ancora compiuto il 65° anno di età, chiedono la trasformazione del rapporto di lavoro a tempo parziale con contestuale attribuzione del trattamento pensionistico, purché ricorrano le condizioni previste dal decreto 29 luglio 1997, n. 331 del Ministro per la Funzione Pubblica.

L’accertamento del diritto al trattamento pensionistico sarà effettuato da parte delle sedi competenti dell’INPS sulla base dei dati presenti sul conto assicurativo entro i termini che saranno comunicati con nota congiunta MIUR/INPS.

L’accoglimento delle domande di collocamento a riposo per compimento del limite massimo di servizio, per dimissioni volontarie, nonché di trattenimento in servizio per raggiungimento del minimo contributivo non necessita di uno specifico provvedimento formale.

Ecco i documenti ufficiali

Decreto pensioni (clicca qui)

Circolare pensioni personale docente, educativo Ata e dirigenti scolastici (clicca qui)

I requisiti

Decreto scuola al Senato: presentati 150 emendamenti, a breve il provvedimento andrà in aula

da La Tecnica della Scuola

Continuano i lavori in Senato sulla legge di riconversione del Decreto Scuola il DL 126 con la presentazione di decine di emendamenti da parte delle opposizioni

Emendamenti in discussione

Tra i tanti citiamo un emendamento di FdI che prevede il superamento della prova scritta “computer based” con 6/10, proposta questa anche della Flc Cgil, inoltre FdI propone di inserire nella graduatoria regionale permanente del concorso riservato oltre i vincitori nel numero di 24.000 anche tutti coloro che superano la prova concorsuale e che conseguono l’abilitazione all’insegnamento.
Ancora si ritorna con due emendamenti sulla questione dei PAS e sulla vicenda sostenuta dai sindacati anche con una manifestazione a Roma di ammettere al concorso riservato gli assistenti amministrativi anche se sprovvisti di laurea.

Poi c’è la proposta sanatoria di immettere in ruolo quei diplomati magistrali che hanno stipulato un contratto con clausola rescissoria, ma hanno superato l’anno di prova-formazione con una discussione davanti al comitato di valutazione della scuola.
Insomma gli emendamenti che sono stati proposti sono molto vari e numerosi.

Conclusione obbligata entro il 29 dicembre

Se il testo sarà modificato e alcuni emendamenti accolti dal Senato allora il testo dovrà ritornare alla Camera, l’iter deve necessariamente concludersi entro il 29 dicembre cioè entro 60 giorni dalla pubblicazione del DL 126 sulla GU, altrimenti c’è il rischio che esso possa decadere.
Ecco perché la maggioranza sul testo approvato alla Camera potrebbe mettere la fiducia.
Intanto apprendiamo che nella legge di bilancio si sta cercando di trovare i fondi per un organico funzionale nella scuola dell’infanzia di cui nessuno può disconoscere il suo ruolo strategico.

Educazione civica: niente organico aggiuntivo, lo ribadisce il decreto scuola

da La Tecnica della Scuola

Il decreto scuola interviene anche sul tema dell’insegnamento dell’educazione civica per fornire, all’articolo 7, alcune indicazioni aggiuntive rispetto a quanto già previsto dalla legge 92 dell’agosto scorso.

Cosa prevede la legge 92

Come si ricorderà la legge era entrata in vigore il 5 settembre e per questo motivo non aveva potuto esplicare tutti i suoi effetti già a decorrere dall’anno scolastico 2019/2020.
Inoltre sullo schema di decreto con cui il Miur prevedeva l’avvio di una sperimentazione per l’anno in corso il CSPI si era espresso negativamente con diverse motivazioni obiettando che esso:
= non individuava la platea delle istituzioni scolastiche potenzialmente coinvolte e le modalità di adesione delle scuole interessate;
= non prevedeva una “durata definita” del progetto sperimentale proposto, ma si limitava ad indicare che esso fosse attuato dall’anno scolastico 2019/20;
= non indicava con chiarezza gli “obiettivi” che avrebbero dovuto caratterizzare la sperimentazione proposta, le finalità e i risultati attesi;
= non si prevedeva alcuna “valutazione di risultati” ed era assente ogni riferimento ai soggetti, alle modalità e ai tempi con cui si intendeva procedere alla valutazione dei risultati della sperimentazione proposta.

Per la verità il decreto scuola conferma pienamente le disposizioni della legge 92 che istituisce nel primo e nel secondo ciclo di istruzione l’insegnamento trasversale dell’educazione civica e che prevede che nella scuola dell’infanzia vengano avviate iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile.

33 ore obbligatorie

Nel concreto le scuole devono prevedere l’insegnamento trasversale in questione nel curricolo di istituto con un orario non inferiore a 33 ore annue.

“Nel primo ciclo – chiarisce la relazione illustrativa allegato al decreto scuola – l’insegnamento è affidato in contitolarità a docenti sulla base del curricolo, utilizzando le risorse dell’organico dell’autonomia; nel secondo ciclo, esso è affidato ai docenti abilitati all’insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche, ove disponibili nell’ambito dell’organico dell’autonomia”.

Ora, in conformità a quanto già previsto dal comma 8 dell’art. 2 della legge 92, il decreto ribadisce che dall’introduzione di tale insegnamento non devono derivare incrementi o modifiche dell’organico del personale scolastico, né ore d’insegnamento eccedenti rispetto all’orario obbligatorio previsto dagli ordinamenti vigenti.

Cosa fare quest’anno

Per il momento, comunque, si è in attesa che il Ministero costituisca il Comitato tecnico-scientifico che dovrebbe avere il compito di redigere Linee guida previste dall’art. 3 della L. 92/2019.
Ciò non esclude, ovviamente, che le scuole, nell’ambito della propria autonomia, possano iniziare ad attivare percorsi di formazione per riflettere sulle finalità educative e sugli obiettivi formativi dell’educazione civica.

Decreto Ministeriale 12 dicembre 2019, AOOUFGAB 1137

Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione Direzione Generale Personale Scolastico

Agli Uffici Scolastici Regionali LORO SEDI
Al Dipartimento Istruzione della Provincia Autonoma di TRENTO
Alla Sovrintendenza Scolastica della Provincia Autonoma di BOLZANO
All’Intendenza Scolastica perla Scuola in Lingua Tedesca BOLZANO
All’Intendenza Scolastica per le Scuole delle Località Ladine BOLZANO
Alla Regione Autonoma della Valle d’Aosta Ass. Istruzione e Cultura Direzione Personale Scolastico AOSTA

Oggetto: Decreto Ministeriale n. 1137 del 12 dicembre 2019. Cessazioni dal servizio del personale scolastico dal 1° settembre 2020. Trattamento di quiescenza e di previdenza. Proroga del termine per la presentazione delle domande di cessazione previsto dal D.M. n. 1124 del 06/12/2019.

Si trasmette il Decreto Ministeriale n. 1137 del 12 dicembre 2019 con il quale è disposta al 30 dicembre 2019 la proroga del termine per la presentazione, da parte del personale a tempo indeterminato docente, educativo, amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola, delle domande di cessazione con effetti dal 1° settembre 2020.

Si ringrazia per la collaborazione.

IL DIRIGENTE
Valentina Alonzo