Riunione Osservatorio permanente Inclusione scolastica

Il Ministro dell’Istruzione, il Professor Patrizio Bianchi, ha riunito il 7 aprile, in videoconferenza, l’Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica.

“L’inclusione è il principio che sta alla base della nostra scuola”, ha sottolineato il Ministro Bianchi, in apertura di riunione. “Questo Osservatorio è fondamentale, ci consente un confronto costante grazie all’ascolto delle voci di quanti lavorano quotidianamente e costantemente per il benessere delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi”.

Presente all’incontro, il Sottosegretario Rossano Sasso, che ha la delega in materia. “L’Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica rappresenta uno strumento preziosissimo per rendere davvero efficace e proficuo il dialogo tra Istituzioni, Associazioni, famiglie e ragazzi – ha spiegato il Sottosegretario -. Sono onorato del fatto che mi sia stata affidata una delega che avverto con grande forza sulla mia pelle e per la quale intendo spendermi con ogni energia. Le proposte e le esperienze ascoltate oggi vanno ovviamente tradotte in contenuti, in passi concreti, in effettivi progressi normativi e sociali. Solo così riusciremo a fare in modo che il mondo della scuola diventi sempre più inclusivo e solidale”.

Dopo aver ascoltato tutti i rappresentanti delle Associazioni delle persone con disabilità maggiormente rappresentative sul territorio nazionale nel campo dell’inclusione scolastica, il Ministro Bianchi ha concluso l’incontro evidenziando che “il modello italiano di inclusione è un punto di riferimento a livello europeo. La pandemia ha messo a nudo molte delle difficoltà di questo Paese e le ha anche esasperate, ma la scuola ha reagito per continuare a stare al fianco di tutte le studentesse e tutti gli studenti. Ringrazio il personale, i docenti, per l’impegno profuso, anche sul tema dell’inclusione che deve essere un obiettivo di tutto il Paese, a partire proprio dalla scuola. Dobbiamo mettere in moto tutti coloro che possono dare un contributo affinché la scuola sia il punto di forza di un Paese nuovo”.

SÌ ALLA SCUOLA IN PRESENZA MA IN SICUREZZA

SÌ ALLA SCUOLA IN PRESENZA MA IN SICUREZZA

Roma, 07-04-2021 – Milioni di studenti hanno ripreso la scuola in presenza anche nelle zone rosse, ma senza alcun intervento straordinario per la sicurezza da parte di Governo e Regioni.

Restano infatti irrisolti i nodi che hanno finora determinato la sospensione della didattica in presenza.

Non ci risulta che sia stato predisposto un sistema di tracciamento efficiente e tempestivo. Non ci risultano significativi interventi per il potenziamento dei trasporti pubblici.

Non sono stati reperiti nuovi spazi per accogliere gli alunni in situazione di maggiore sicurezza.

Non c’è traccia di alcuna iniziativa, neanche a titolo sperimentale, per avviare una campagna per tamponi veloci e ripetuti agli alunni prima del rientro, nonostante le ipotesi avanzate dal CTS.

Le vaccinazioni del personale non sono ancora completate e nella quasi totalità dei casi non sono state somministrate le dosi di richiamo.

Iniziano tra l’altro ad emergere le prime soluzioni differenziate a livello regionale, che aggravano ancora di più il disorientamento del personale della scuola.

Lo Snals-Confsal sostiene da tempo la ripresa della didattica in presenza per tutti gli alunni, anche per ricostituire la relazione educativa stravolta dal COVID.

Allo stesso modo, esigiamo che la sicurezza di chi vive nella scuola sia la prima priorità del Governo.

La sicurezza di alunni e personale deve ripartire da un aggiornamento del protocollo di sicurezza per la ripresa, fermo ancora alla versione del 7 agosto scorso.

Lo Snals-Confsal ha più volte sollecitato il ministero ad avviare un tavolo specifico per la ridefinizione degli impegni delle parti.

Ogni ritardo in tal senso non solo mette a repentaglio la sicurezza dei nostri alunni, ma rende critico anche l’avvio del prossimo anno scolastico.

Il Segretario Generale

(Elvira Serafini)

Leadership condivisa per il cambiamento

Giovedì 8 aprile, secondo appuntamento con i webinar promossi dalla Community “Leadership condivisa per il cambiamento”.

Un incontro di approfondimento sui tre nuclei tematici principali dell’educazione civica (Costituzione, sviluppo sostenibile e cittadinanza digitale con:

  • Andrea Porcarelli, professore Università degli Studi di Padova
  • Gianfranco Bologna, Presidente onorario WWF Italia
  • Maria Ranieri , professoressa Università degli Studi di Firenze.

** L’incontro è riservato agli iscritti. Per far parte della community è sufficiente compilare un form online**

Qui tutte le info dettagliate per partecipare: https://www.indire.it/2021/03/29/leadership-condivisa-per-il-cambiamento-in-agenda-un-nuovo-webinar-promosso-dalla-community/

Esame di Stato 2021: un’occasione per valutare il servizio scolastico

Esame di Stato 2021: un’occasione per valutare il servizio scolastico

Enrico Maranzana

Il ministero, nel marzo 2021, ha dettato alle commissioni dell’esame di Stato le linee guida per la valutazione degli studenti.

Il consiglio di classe, entro il 15 maggio, deve elaborare e affiggere all’albo un documento in cui esplicita i caratteri salienti del proprio lavoro.

Evidente appare il nesso di causalità tra i fini (la preparazione degli studenti) e i mezzi (la programmazione del Consiglio di classe).

L’analisi della griglia di valutazione ministeriale permette di giudicare la corretta e incisiva finalizzazione delle proposte didattiche offerte agli studenti: fornisce il punto di vista per soppesare il documento del Consiglio di Classe.

Cinque sono le parti componenti la griglia ministeriale: la prima riguarda le materie d’insegnamento, le altre quattro indicano le qualità intellettive e operative che gli studenti devono dimostrare.

Alla prima appartengono gli strumenti e le occasioni per promuovere e sviluppare le capacità indicate.

Il ministero non ha semplicemente costituito una relazione causa-effetto: ha indicato alle scuole la strategia educativa che deve essere adottata. 

Il primo punto della griglia, infatti, sviluppa il concetto di disciplina: da statico a dinamico.

Il sapere depositato nei sacri testi é affiancato dai metodi che ne hanno permesso la conquista; i metodi disciplinari, a loro volta, sono inscindibili dai problemi su cui sono applicati.

Una dilatazione necessaria perché la lezione cattedratica non è funzionale allo sviluppo delle capacità indicate.

Una dilatazione che richiama la sovrapponibilità dei metodi disciplinari con i processi con cui le capacità si manifestano.

Una dilatazione che implica l’uso costante dei laboratori in cui si affrontano i problemi che hanno costellato l’evoluzione delle discipline.

Una dilatazione che implica l’uso costante dei laboratori perché i metodi disciplinari non si possono insegnare, si apprendono applicandoli.

Una dilatazione che implica il lavoro di gruppo: la collaborazione consente di affrontare questioni che per il singolo studente possono essere insormontabili.

Si ricorda infine l’importanza dei traguardi espressi in termini di capacità: tutti gli insegnamenti devono mirare a essi.

Ne consegue l’essenzialità della collegialità che, con la “programmazione dell’azione educativa” ipotizza, sviluppa, controlla e migliora i processi d’apprendimento che, per loro natura, sono unitari.

Al via la piattaforma nazionale per aggiornare il curriculum dello studente

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Dalle certificazioni linguistiche, alle attività extrascolastiche quali, ad esempio, quelle culturali, musicali, sportive, artistiche e di volontariato. Sono tutte informazioni che, da quest’anno, studentesse e studenti delle scuole secondarie di secondo grado potranno inserire nel curriculum dello studente, un documento in tre parti (istruzione e formazione, certificazioni, attività extrascolastiche), che entra in vigore con i prossimi Esami di Stato 2020/2021 del secondo ciclo.

La platea interessata
Il curriculum è stato pensato per raccogliere le esperienze svolte nel percorso formativo da ciascuna ragazza e ciascun ragazzo, affinché possano essere valorizzate all’interno dello stesso Esame, nella stesura dell’elaborato, con cui si apre la prova, e nel corso del colloquio. La novità riguarda quasi mezzo milione di studenti, oltre 7 mila scuole sedi di esame, circa 26 mila classi.Il curriculum può essere compilato in formato digitale a partire da oggi, attraverso la pagina web dedicata predisposta dal ministero dell’Istruzione, curriculumstudente.istruzione.it .

Gli adempimenti per scuole e ragazzi
Grazie alla piattaforma messa a disposizione dal ministero, le scuole potranno verificare ed eventualmente integrare le informazioni relative al percorso di studi di studentesse e studenti, che avranno un ruolo attivo nella definizione e nell’arricchimento del documento: potranno accedere al sito, inserendo informazioni sulle attività svolte in ambito extrascolastico e sulle certificazioni che possiedono, con particolare attenzione a quelle che possono essere valorizzate nell’elaborato e nello svolgimento del colloquio. Al termine dell’Esame, il Curriculum sarà allegato al diploma e messo a disposizione di studentesse e studenti all’interno della piattaforma.

Da oggi tornano in classe 5,6 milioni di alunni

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Da oggi rientreranno a scuola per seguire le lezioni in presenza circa 5,6 milioni di alunni: quasi il 66% degli 8,5 milioni di alunni iscritti nelle scuole statali e paritarie: due su tre. Tra loro sono 2,7 milioni gli alunni più piccoli della scuola dell’infanzia e del primo ciclo, ammessi a scuola dal Dl 44/2021, anche se si trovano in regioni classificate in zona rossa. Per le stesse ragioni nelle regioni in zona rossa potranno accedere ai servizi per la prima infanzia (asili nido, 0-3 anni) anche 212 mila bambini. I dati li fornisce Tuttoscuola.

Gli studenti interessati
Nello specifico, saranno 5.568.708 gli alunni di scuole statali e paritarie che potranno seguire le lezioni in presenza su un totale di 8 milioni e 506mila. I dati comprendono anche i bambini e gli alunni da settimane esclusi dalle attività educative in presenza a scuola: torneranno in classe 832mila bambini di scuola dell’infanzia (3-6 anni), 1,5 milioni di alunni di scuola primaria e 342mila del primo anno di scuola secondaria di I grado. Le regioni più interessate da questa riapertura in presenza sono la Lombardia con 785.910 (e 615.903 in Dad), il Lazio con 687.592 (e 133.737 in Dad), il Veneto con 573.694 (e 106.402 in Dad), la Campania con 484.731 (e 460.262 in Dad) e l’Emilia Romagna con 335.580 alunni (e 284.843 in Dad). Con la quasi totalità degli alunni in presenza (82-83%) le Isole: la Sicilia con 614.891 e la Sardegna con 170.004. Complessivamente vi saranno 5,6 milioni (65,5%) di alunni in presenza a scuola e 2,9 milioni (34,5%) in Dad, con la consueta alternanza del 50% per gli studenti delle superiori nelle regioni in cui è consentito.

Il quadro territoriale
Con riferimento ai diversi settori scolastici, seguiranno le attività didattiche a scuola complessivamente 1.393.010 bambini delle scuole dell’infanzia (il 100%), 2.605.865 alunni della primaria (il 100%), 1.019.904 alunni della scuola secondaria di I grado (il 59,5%) e parzialmente in alternanza al 50% 549.929 studenti delle superiori (il 19,7%). Non capitava che ci fossero tanti alunni nelle classi dal febbraio scorso, quando in presenza si erano sfiorati i 7 milioni in classe. A partire dal 2 marzo invece il numero degli alunni a scuola ha oscillato tra 800 mila e 1,6 milioni, con una isolata punta di 2,8 milioni (il 6 marzo). È la conseguenza soprattutto del decreto legge 44/2021 che consente il rientro a scuola anche nelle zone rosse dei bambini della scuola dell’infanzia, degli alunni di primaria e di quelli del primo anno di secondaria di I grado. Ma è anche il risultato del bilanciamento tra le regioni passate in rosso prima di Pasqua (Toscana, Calabria e Val d’Aosta) e quelle ritornate all’arancione (Veneto, Marche e provincia di Trento), rispetto a quanto era noto una settimana fa. Il quadro resta comunque non omogeneo sul territorio: gli alunni in presenza non superano il 56% nelle regioni del Sud, il 57% nel Nord Ovest, mentre raggiungono il 70% nel Nord Est, il 74% al Centro e arrivano all’83% nelle Isole. Le province autonome di Bolzano e Trento avranno complessivamente la più alta percentuale di alunni in presenza (87,3%).

Da quando c’è il Covid uno studente su due non fa più sport

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

ll 47% degli studenti non ha mai fatto sport da quando è iniziata la pandemia, mentre tra il restante 53% che non ha abbandonato l’attività fisica, il 16% fa sport una volta a settimana, mentre il 44% addirittura tutti i giorni. A sondare l’opinione di 22.000 studenti è ScuolaZoo, e dallo studio emerge dunque che quasi 1 studente su 2 non ha mai fatto sport dal marzo dello scorso anno.

Il sondaggio di ScuolaZoo
Nonostante i dati, l’81% degli interessati è comunque convinto che lo sport sia utile e necessario. Il 33% dice di essersi adattato facendo esercizi in casa, mentre il 25% fa sport all’aperto. C’è poi un 11% che ha preso ‘gusto’ con la DAD e ha deciso di seguire corsi online.Il sentimento di solitudine dei ragazzi è una delle costanti da quando è arrivato il Covid, ma lo sport in questo senso non sta aiutando: il 71% fa attività sportiva da solo in camera, mentre solo il 13% riesce a organizzarsi con gli amici a distanza e l’11% lo fa insieme ai familiari.

L’appello del Garante dell’infanzia
Sul tema è intervenuta anche la Garante dell’infanzia. «Lo sport e il movimento fisico sono fondamentali per la ripartenza. Le limitazioni e l’inattività fanno preoccupare per le ripercussioni sul benessere fisico e psicologico dei minorenni italiani. Auspico che i tecnici del Comitato tecnico scientifico possano trovare presto soluzioni per la ripresa delle attività sportive in piena sicurezza. Nell’attesa che ciò sia possibile, con l’estate alle porte potrebbero essere riaperti i parchi, le dimore storiche e le ville pubbliche per consentire l’attività fisica e sportiva a bambini e ragazzi. Con il supporto del terzo settore, delle associazioni sportive, di educatori e di esperti in scienze motorie si potrebbero coniugare attività educative, di socializzazione e sportive». Così Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, in occasione della Giornata internazionale dello sport che si celebra oggi.

Il rapporto Moody’s: anche l’istruzione incide sui rating degli Stati sovrani

da Il Sole 24 Ore

di Giuliana Licini

L’istruzione influisce anche sull’affidabilità del credito sovrano e la risposta alle sfide lanciate dal Covid-19 sarà ancora più decisiva. A sottolinearlo è Moody’s. In un rapporto l’agenzia evidenzia come nei prossimi anni il modo in cui gli Stati Ue riusciranno ad adattare i sistemi scolastici ai cambiamenti strutturali dell’economia causati dalla pandemia sarà un elemento chiave per il loro merito di credito. L’istruzione, che Moody’s classifica tra i sei fattori di rischio sociale in materia Esg, incide sui rating sovrani tramite il canale economico e quello fiscale, puntualizza lo studio. La capacità dei sistemi scolastici di rispondere alle richieste del mercato del lavoro è un elemento decisivo per l’occupazione e la produttività, mentre da un punto di vista dei conti pubblici l’istruzione è un settore che in media assorbe il 10% della spesa nella Ue, ma i «costi di breve termine sono accompagnati da implicazioni positive nel medio termine considerando il ruolo del capitale umano nel sostenere la crescita potenziale». Come rileva Olivier Chemia, vice-president di Moody’s e autore del rapporto, «il cambiamento del mercato del lavoro, l’aumento della digitalizzazione e le disparità di istruzione saranno sfide cruciali per i sistemi scolastici europei. La pandemia ha reso la questione ancora più urgente, perché la crisi ha colpito maggiormente i giovani».

Italia in chiaroscuro
Su queste premesse, Moody’s passa in rassegna la situazione scolastica nella Ue ed analizza le posizioni dei singoli Stati. Un esame da cui l’Italia non esce bene: secondo l’agenzia ha “risultati contrastanti”. Da una prospettiva ‘sovrana’ rispetto ai loro sistemi di istruzione, i migliori della classe sono i Paesi nordici, la Polonia e la Slovenia, sia per le competenze degli studenti nelle materie principali nei test Pisa/Ocse, sia per le basse percentuali di abbandoni scolastici. Grecia, Cipro, Bulgaria e Romania hanno, invece, i risultati peggiori. Dal punto di vista delle richieste del mercato del lavoro, Germania, Austria e i Paesi nordici hanno le migliori posizioni grazie ai loro efficienti programmi di istruzione professionale e formazione terziaria. Sul fronte della digitalizzazione la palma va nuovamente ai Paesi nordici e all’Estonia, mentre l’Italia è in coda per le competenze digitali degli adulti, ha una partecipazione degli insegnanti alla formazione Ict sotto la media ed è penultima per l’accesso al pc da casa da parte dei bambini, essenziale in tempi di scuola ‘online’. La Penisola è poi nel plotone di coda per la percentuale di laureati (22,2%) assieme a Romania e Ungheria, è a metà classifica per i risultati dei test Pisa/Ocse (18esimo posto) e per gli studenti che non raggiungono la sufficienza nei test, ma ha una quota di abbandoni scolastici maggiore della media (13,5%). La Penisola è poi all’ultimo posto sui 27 Paesi Ue per l’incidenza della spesa scolastica sulla spesa pubblica totale (8%) ed è nelle ultime posizioni per la spesa rispetto al Pil (3,9%) e ha il tasso di occupazione più basso dei giovani a tre anni dalla conclusione degli studi (50,9%).

Rischio educativo da neutrale a basso
Nell’insieme, comunque, l’Italia si trova tra i Paesi che dal punto di vista Esg hanno un’esposizione al rischio educativo da ‘neutrale a basso’, come la Germania e la Francia. Ma come sottolinea Moody’s, i risultati conseguiti nell’istruzione hanno un impatto chiave sul mercato del lavoro, inclusa la sicurezza del posto e i salari e l’occupazione tende a salire con il livello di istruzione. Per questo, i sistemi di istruzione hanno un’influenza chiave sulle disparità, che possono ampliare o ridurre, con ricadute sia politiche sia sociali.

Da domani in classe sei milioni di alunni Resta aperto il nodo delle superiori

da Corriere della sera

Valentina Santarpia

Roma A parte il rebus della Puglia, tornano in classe domani sei milioni di studenti, dalle scuole dell’infanzia fino alla prima media, di tutta Italia. Un segnale di ripresa che il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha fortemente caldeggiato. Gli studenti delle Superiori per ora restano in didattica a distanza, o integrata che dir si voglia, nelle regioni rosse: Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Toscana e Valle d’Aosta. Mentre si adotteranno forme flessibili nell’organizzazione didattica — con la presenza che può variare dal 50 al 75% — nelle regioni arancioni: Abruzzo, Basilicata, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Sardegna, Sicilia, Umbria, Veneto e le Province autonome di Bolzano e Trento. Ma l’obiettivo è far rientrare tutti prima della fine dell’anno scolastico.

Entra nel vivo così il piano «scuola prioritaria» del premier Mario Draghi, che con il decreto del primo aprile ha stabilito che neanche i governatori potranno più chiudere le scuole, fatte salve le deroghe che potranno essere adottate sentite le competenti autorità sanitarie. Ed è proprio ad una di queste deroghe che si è appellato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, stabilendo con un’ordinanza che le famiglie degli studenti di ogni ordine e grado potranno scegliere se mandare i propri figli a scuola o tenerli a casa. Provvedimento che ha scatenato le proteste del Codacons e di Forza Italia, e che non è stato accolto bene neanche dai sindacati: «Fuori da ogni senno lasciar decidere le famiglie — dice Maddalena Gissi, Cisl —. Sappiamo che la scuola, per la platea che muove, può essere a rischio contagi: ma è per questo che dobbiamo aprirla e tenere chiuso il resto. Se dal primo giorno ci fosse stata una capacità di discernere tra bene delle future generazioni e interessi di natura economica, avremmo avuto una scuola sempre aperta». Per Francesco Sinopoli (Cgil) è la «solita risposta differenziata» determinata dal fatto che la riapertura delle scuole «sembra più un atto volontaristico del governo che una scelta consapevole accompagnata da misure concrete utili a far proseguire le scuole in presenza». Dubbi li esprime anche Pino Turi (Uil): «Sulla riapertura c’è ancora confusione, con Presidenti di Regione che vanno controcorrente. Manca il tracciamento, niente depuratori di aria, niente tamponi rapidi, niente presìdi sanitari. Resta solo la vaccinazione a tappeto». Da viale Trastevere fanno sapere che si punta moltissimo sulla vaccinazione: finora il 68% del personale ha ricevuto la prima dose. E la scorsa settimana sono arrivati in media a ciascuna scuola 18 mila euro per acquisti legati al Covid, tra cui impianti di aerazione, servizi di tracciamento e psicologici.

Basteranno a riaprire anche le Superiori? «Sarebbe un segnale importante — dice Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi —. Ma se riapriamo tutto c’è il problema dell’indotto e anche dei mezzi di trasporto: non è stato fatto quasi niente». Sui test salivari rapidi il ministero è in fase di interlocuzione con il Commissario all’emergenza. Si stanno studiando ipotesi, ma non c’è niente di concreto. La data di riapertura dei licei resta legata al monitoraggio dell’Istituto superiore di Sanità: il ministro Bianchi incontra ogni settimana sia i tecnici dell’Iss che il commissario Francesco Paolo Figliuolo per fare il punto.

L’ordinanza in Puglia

Emiliano lascia libertà di scelta alle famiglie. Sindacati, Codacons e Forza Italia: «Decisione senza senso»

Non appena le regioni oggi rosse passeranno in arancione, grazie al calo dei contagi e alla minore pressione sugli ospedali, le porte degli Istituti superiori di secondo grado potranno riaprirsi. Anche se solo a metà.

A scuola senza tamponi. Ritorno ad alto rischio

da Il Messaggero

 Domattina torneranno in classe 5,3 milioni di studenti, vale a dire 6 su 10 dall’asilo alle scuole superiori. Tutti in aula, o quasi, ma con le vecchie abitudini e quindi con i soliti rischi. Nessuna nuova indicazione è stata fornita per alzare la soglia di sicurezza all’interno delle scuole così come fuori dagli istituti, dove i trasporti e gli assembramenti devono essere invece controllati.
Il ministero dell’Istruzione ha chiesto al ministero della Salute di uniformare le procedure all’interno degli istituti, per fermare il fai da te. Resta alto il rischio che i motivi, per cui tutto è stato chiuso, possano ripresentarsi a breve. E’ già accaduto infatti una prima volta a novembre, dopo pochissime settimane di rientro in presenza, e poi di nuovo a febbraio quando, nonostante il ritorno sia stato scaglionato di settimana in settimana nelle varie regioni, sono arrivate puntuali anche le conseguenze fino alla chiusura praticamente totale a metà marzo. L’idea di far rientrare tutti in classe con il tampone negativo, da ripetere poi di settimana in settimana tra la popolazione studentesca, per il momento è ferma. Non ci sono state neanche modifiche per quel che riguarda la situazione interna agli istituti: le mascherine sono obbligatorie, si tratta di quelle chirurgiche, e il distanziamento resta di un metro al banco singolo. Del resto per gli istituti sarebbe stato impossibile trovare nuovi spazi, per ampliare il distanziamento, visto che più di così a settembre scorso non si è riusciti a fare. Quindi, in sostanza, tutto resta così com’era.

NODO TRASPORTI

Non solo, fuori dagli istituti resta sempre il nodo dei trasporti: da domani tornano infatti a muoversi anche i ragazzi delle scuole superiori nelle zone arancioni, con una percentuale ridotta, e riprenderanno a spostarsi con autobus e metropolitane. Nota dolente nelle grandi città come Roma dove le fermate dei bus i trasformano in luoghi di assembramento. In base all’ultimo Dpcm infatti nelle zone rosse si resta in presenza al 100% dall’asilo fino alla prima media, dalla seconda media al quinto anno delle superiori si resta a casa con la dad al 100%. Nelle zone arancioni invece riaprono tutte le scuole, dagli asili alle superiori, ma quest’ultime avranno anche la didattica online perché devono garantire la presenza solo ad una parte degli studenti: dal 50 al 75%. Una misura ridotta che risponde non solo alla necessità di nuovi spazi ma anche a quelle del sovraffollamento del trasporto pubblico. Gli ingressi scaglionati restano due: uno alle 8 e uno alle 10.
«Non abbiamo avuto alcuna informazione sul tracciamento per gli studenti – spiega Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi – non c’è un’iniziativa in tale senso e temo che il problema sia nella difficoltà dell’organizzazione logistica per fare i tamponi. Anche per quel che riguarda i mezzi di trasporto pubblico non è cambiato molto. C’è la paura di ritrovarci a dover chiudere tutto di nuovo, un nuovo stop che andrebbe a bloccare tutto di nuovo. Per questo siamo pronti a recepire eventuali nuove regole qualora il Cts decidesse di darne». I risultati si vedranno tra poche settimane. Intanto il ministero dell’istruzione ha chiesto al ministero della Salute di avviare procedure standard, uguali per tutti, qualora si verifichi un caso di positività all’interno di una classe avviando i controlli a tappeto con i tamponi. Proprio evitare i disagi nelle scuole. «L’unica novità positiva che abbiamo rispetto alle scorse settimane – continua Giannelli – è il piano vaccinale per il personale scolastico: sta procedendo e ha raggiunto una buona percentuale. Ma i vaccini della popolazione generale, quindi delle famiglie dei nostri studenti, sono ancora troppo indietro. I contagi continueranno ad esserci, anche a causa delle varianti, quindi capisco la titubanza delle Regioni». I malumori infatti ci sono: le Regioni che tornano in classe con il maggior numero di alunni sono il Lazio, la Lombardia e la Campania. La Regione Puglia ha deciso, come in passato, di permettere alle famiglie di scegliere tra le lezioni online e quelle in presenza. Saranno gli studenti a chiedere l’attivazione della didattica a distanza anche lì dove in teoria non è prevista.
Lorena Loiacono

Vaccino Covid anche a docenti e ATA residenti fuori regione. ORDINANZA Figliuolo

da OrizzonteScuola

Di redazione

Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 6 aprile l’ordinanza del Commissario straordinario Figliuolo che dispone la vaccinazione anche per chi per motivi di lavoro si trova domiciliato fuori dalla regione di residenza.

L’ordinanza dispone che “in sede di attuazione del Piano strategico nazionale dei vaccini per la prevenzione da SARS-CoV-2
ciascuna regione o provincia autonoma proceda alla vaccinazione non solo della popolazione ivi residente” ma – si legge – “anche di quella domiciliata nel territorio regionale per motivi di lavoro, di assistenza familiare o per qualunque altro giustificato e comprovato motivo che imponga una presenza continuativa nella regione o provincia autonoma”.

Il personale scolastico che lavora fuori regione, si deduce, può pertanto sottoporsi a vaccinazione. Ricordiamo che già diverse regioni avevano disposto la vaccinazione per tutto il personale docente e ATA residente in altra regione.

ORDINANZA

Decreto 1 aprile, le misure per la scuola: in presenza fino alla prima media, screening, risorse. NOTA MI

da OrizzonteScuola

Di redazione

Il Ministero dell’Istruzione pubblica la nota 491 del 6 aprile 2021 con le disposizioni per le scuole previste dal decreto legge 1 aprile.

Il primo punto della nota riguarda l’attività scolastica e didattica delle scuole dell’infanzia, delle scuole primarie e delle classi
prime delle scuole secondarie di primo grado sull’intero territorio nazionale.

L’articolo 2, comma 1, del decreto legge del 1 aprile dispone che “dal 7 aprile al 30 aprile 2021, è assicurato in presenza sull’intero territorio nazionale lo svolgimento dei servizi educativi per l’infanzia di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, e dell’attività scolastica e didattica della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e del primo anno di frequenza della scuola secondaria di primo grado”.

Pertanto, dal 7 aprile, termine delle vacanze pasquali, e fino al 30 aprile, le istituzioni scolastiche, anche se situate in “zona rossa”, assicureranno lezioni in presenza per tutti i frequentanti la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la prima classe della scuola secondaria di primo grado.

Classi seconde e terze delle scuole secondarie di primo grado e scuole secondarie di secondo grado in zona gialla e arancione

Il decreto stabilisce inoltre che “nelle zone gialla e arancione le attività scolastiche e didattiche per il secondo e terzo anno di frequenza della scuola secondaria di primo grado si svolgono integralmente in presenza. Nelle medesime zone gialla e arancione le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica, ai sensi degli articoli 4 e 5 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, affinché sia garantita l’attività didattica in presenza ad almeno il 50 per cento, e fino a un massimo del 75 per cento, della popolazione studentesca mentre la restante parte della popolazione studentesca delle predette istituzioni scolastiche si avvale della didattica a distanza”.

Classi seconde e terze delle scuole secondarie di primo grado e scuole secondarie di secondo grado in zona rossa
Il medesimo articolo 2, comma 2 prescrive che “nella zona rossa, le attività didattiche del secondo e terzo anno di frequenza della scuola secondaria di primo grado, nonché le attività didattiche della scuola secondaria di secondo grado si svolgono esclusivamente in modalità a distanza”.

E’ possibile svolgere comunque attività in presenza: Laboratori, Inclusione scolastica alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali.

Resta obbligatorio l’uso della mascherina.

Chiarimenti su screening diagnostici

Il Ministero ricorda che l’attuale quadro legislativo nazionale non prevede la possibilità di subordinare la fruizione in presenza dei servizi scolastici all’effettuazione obbligatoria di screening diagnostici.

Risorse finanziarie

Per incrementare le condizioni di sicurezza delle istituzioni scolastiche, l’art. 31 del D.L. 22 marzo 2021, n. 41, ha previsto l’incremento di 150 milioni di euro, nell’anno 2021, del Fondo per il funzionamento delle Istituzioni scolastiche.

Le risorse sono destinate:

  • all’acquisto di dispositivi di protezione e materiali per l’igiene individuale e degli ambienti, nonché di ogni altro materiale, anche di consumo, il cui impiego sia riconducibile all’emergenza epidemiologica da COVID-19;
  • per servizi professionali di supporto e assistenza psicologica e/o pedagogica, in relazione alla prevenzione e al trattamento dei disagi e delle conseguenze derivanti dall’emergenza epidemiologica da COVID-19;
  • per servizi medico-sanitari, ivi compreso il servizio di sorveglianza sanitaria, volti a supportare le Istituzioni scolastiche nella gestione dell’emergenza epidemiologica;
  • per dispositivi e materiali destinati al potenziamento delle attività di inclusione degli studenti con disabilità, disturbi specifici di apprendimento ed altri bisogni educativi speciali.

Gestione personale

La nota fa riferimento alle FAQ pubblicate dal Dipartimento Funzione Pubblica e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.

NOTA

Curriculum dello studente, quali attività deve svolgere la scuola? FAQ

da OrizzonteScuola

Di redazione

Dalle certificazioni linguistiche, alle attività extrascolastiche quali, ad esempio, quelle culturali, musicali, sportive, artistiche e di volontariato.

Sono tutte informazioni che, da quest’anno, studentesse e studenti delle scuole secondarie di secondo grado potranno inserire nel Curriculum dello Studente, un documento in tre parti (Istruzione e Formazione, Certificazioni, Attività Extrascolastiche), che entra in vigore con i prossimi Esami di Stato 2020/2021 del secondo ciclo.

Il Curriculum è stato pensato per raccogliere le esperienze svolte nel percorso formativo da ciascuna ragazza e ciascun ragazzo, affinché possano essere valorizzate all’interno dello stesso Esame, nella stesura dell’elaborato, con cui si apre la prova, e nel corso del colloquio.

TUTTE LE FAQ

UTILIZZO DELLA PIATTAFORMA

Quali attività deve svolgere la scuola?

Per l’a.s. 2020/21 saranno interessate le classi finali del percorso di studio (classi V o IV per quadriennali).

Nell’anno scolastico 2020/21 le scuole svolgono le seguenti operazioni:

  • abilitazione dei docenti e degli studenti
  • consolidamento pre-esame
  • consolidamento post-esame

Il consolidamento pre-esame viene eseguito sull’intero documento prima dello svolgimento dell’esame di Stato, per mettere il documento a disposizione delle Commissioni d’esame completo in tutte le parti compilate, compresa l’informazione relativa al credito scolastico.

Prima di consolidare il Curriculum, le scuole visualizzano le informazioni pre-caricate ed eventualmente le integrano.

Concluso l’esame di Stato, le scuole devono consolidare definitivamente il Curriculum, dopo aver verificato la presenza dell’esito conseguito e dopo averlo collegato in maniera univoca al diploma tramite il riferimento al numero identificativo di quest’ultimo.

Il Curriculum consolidato viene messo a disposizione degli studenti all’interno della piattaforma Curriculum dello studente assieme al Supplemento Europass al Certificato.

Nel caso in cui non siano presenti informazioni, è necessario integrarle nei sistemi informativi del Ministero dell’Istruzione che alimentano il Curriculum.

Per ulteriori indicazioni è possibile consultare la guida rapida “I sistemi che alimentano il Curriculum dello studente”.

Una volta effettuato il consolidamento pre- esame, il Curriculum è messo direttamente a disposizione della Commissione all’interno dell’applicativo “Commissione Web”.

Nel caso la Commissione sia impossibilitata ad utilizzare “Commissione Web” il Curriculum va messo a disposizione in formato digitale nelle modalità ritenute più opportune.

Per creare una versione digitale del Curriculum bisogna entrare nella funzione “Consolidamento per singolo studente” e cliccare sul pulsante “Genera Curriculum”. Viene creata una versione in pdf del Curriculum.

Il Curriculum viene collegato in maniera univoca al diploma tramite il riferimento al numero identificativo di quest’ultimo.

Tale collegamento avviene prima del consolidamento post-esame, tramite l’inserimento del numero identificativo del diploma nell’area SIDI Alunni- Gestione alunni – Esami di Stato – Adempimenti finali.

Sul frontespizio del Curriculum, una volta effettuato il consolidamento post-esame, compare la dicitura “Allegato al diploma n.” seguito dal numero univoco di collegamento.

Una volta effettuato il consolidamento post- esame, il Curriculum viene messo a disposizione dello studente diplomato direttamente nella piattaforma Curriculum dello studente.

Non è necessaria alcun’altra azione a carico delle segreterie.

Assieme al diploma e al Curriculum dello studente, le istituzioni scolastiche rilasciano, ai sensi della normativa U.E., anche il Supplemento Europass al certificato, che ripropone, in un modello standard per tutti i Paesi dell’U.E. redatto in lingua italiana e in lingua inglese, informazioni in parte già presenti nella sezione “Titolo di studio” del Curriculum.

A seguito del consolidamento post-esame anche il Supplemento Europass viene collegato in maniera univoca al diploma tramite il riferimento al numero identificativo di quest’ultimo ed è messo a disposizione degli studenti diplomati all’interno della piattaforma Curriculum dello studentesenza più la necessità di procedere, come negli anni precedenti, alla stampa e alla consegna del documento assieme al diploma.

Curriculum dello studente, tre parti: come inserire le attività extrascolastiche e quali sono

da OrizzonteScuola

Di redazione

Disponibile da oggi la piattaforma per la compilazione del Curriculum dello Studente. Il nuovo documento debutta quest’anno all’Esame di Maturità. Quali sono le attività extrascolastiche che si possono inserire. Alcune FAQ del ministero

Il Curriculum dello studente si compone di tre parti:

  • la prima parte è a cura esclusivamente della tua scuola e contiene tutte le informazioni relative al tuo percorso di studi, al titolo di studio conseguito, ad eventuali altri titoli posseduti, ad altre esperienze svolte in ambito formale.
  • la seconda parte, la cui compilazione è affidata sia a te sia alla tua scuola, riporta le tue certificazioni di tipo linguistico, informatico o di altro genere.
  • la terza parte, che è compilata esclusivamente da te, riguarda le attività extrascolastiche svolte ad esempio in ambito professionale, sportivo, musicale, culturale e artistico, di cittadinanza attiva e di volontariato.
    Per ulteriori indicazioni sulla struttura del Curriculum dello studente puoi consultare la guida rapida “Il modello del Curriculum dello studente”.

Ecco alcune FAQ del ministero:

3.5 Per inserire una certificazione o un’attività extrascolastica, una volta entrato nella sezione specifica, seleziona nel menù a sinistra la voce di interesse e quindi clicca sul pulsante di inserimento; compila le informazioni richieste ed effettua il salvataggio.

Per ulteriori indicazioni sulle modalità di compilazione del Curriculum puoi consultare la guida rapida “Consulta e compila il tuo Curriculum”.

4.1 Tramite un’accurata compilazione della terza parte, puoi predisporre una tua presentazione alla Commissione d’esame, mettendo in evidenza le esperienze più significative compiute in ambito extrascolastico, con particolare attenzione a quelle che possono essere valorizzate nell’elaborato e nello svolgimento del colloquio.

4.2 Sotto la voce “Attività professionali” puoi inserire informazioni sulle eventuali attività lavorative svolte durante gli anni scolastici, diverse dalle esperienze di PCTO (es. attività lavorative svolte nel corso della stagione estiva).

4.3 Sotto la voce “Attività culturali e artistiche” puoi inserire informazioni sulle eventuali attività culturali e artistiche svolte durante gli anni scolastici (es. corsi di recitazione o di arte, partecipazione a gruppi teatrali, partecipazione a laboratori culturali, ecc.).

4.4 Sotto la voce “Attività musicali” puoi inserire informazioni sulle eventuali attività musicali svolte durante gli anni scolastici (es. corsi di canto, corsi per l’utilizzo di strumenti musicali, partecipazione a gruppi musicali, ecc.).

4.5 Sotto la voce “Attività sportive” puoi inserire informazioni sulle eventuali attività sportive, agonistiche e non, svolte durante gli anni scolastici (es. corsi per l’apprendimento di uno sport, pratica di un’attività sportiva, partecipazione ad un gruppo sportivo, ecc.).

4.6 Sotto la voce “Attività di cittadinanza attiva e di volontariato” puoi inserire informazioni sulle eventuali attività di volontariato svolte durante gli anni scolastici (es. affiliazione o partecipazione alle attività di enti no profit, svolgimento di attività di volontariato, ecc.).

4.7

Nella sezione “Altre attività” puoi inserire informazioni sulle eventuali ulteriori attività svolte durante gli anni scolastici, non comprese negli altri campi del Curriculum.

In particolare, puoi riportare la partecipazione a gare o concorsi (indicandone la tipologia, la disciplina o l’ambito, l’anno scolastico, il titolo e i risultati conseguiti), eventuali pubblicazioni o articoli (indicandone la tipologia, gli eventuali altri autori, il titolo, la casa editrice, l’anno di pubblicazione e l’eventuale codice ISBN, identificativo del libro/opera pubblicata).

Puoi inoltre inserire ulteriori attività, indicandone la tipologia e una breve descrizione. Tra queste, possono essere riportate le attività extracurriculari di arricchimento dell’offerta formativa organizzate dalla scuola, particolarmente significative per il proprio percorso formativo ed eventualmente non riportate nell’apposita sezione della parte prima del Curriculum.

Il sito dedicato: https://curriculumstudente.istruzione.it/

Dal Ministero indicazioni amministrative (e non solo) per l’emergenza: ci vuole un abbraccio educativo

da La Tecnica della Scuola

Diramata poche ore fa dal Ministero dell’Istruzione la circolare ministeriale che fornisce alle istituzioni scolastiche un primo quadro sintetico e alcune note di supporto relativamente al decreto legge 44 su “Misure urgenti per il contenimento dell’epidemia da COVID-19″.
Il provvedimento ministeriale offre indicazioni e chiarimenti sulle modalità di svolgimento delle attività educative e didattiche oltre che sulle risorse finanziarie a disposizione delle scuole.

La circolare si conclude con un paragrafo un po’ irrituale scritto forse con l’intenzione di far sentire alle scuole che la gestione dell’emergenza richiede anche comprensione dei problemi “umani” e non solo di quelli tecnico-amministrativi: “La scuola è pesantemente interessata dagli effetti della pandemia, anche per la vasta entità di studenti e personale che compongono la comunità educativa. Ciò rende l’intero Paese particolarmente e comprensibilmente “sensibile” verso il mondo scolastico”.
“Questa sensibilità – prosegue la nota – va accolta come pure,
per certi aspetti, contenuta. Il contenimento, che è com-prendere e che si realizza con l’abbraccio educativo, è quanto di cui ogni essere umano sente maggiormente la necessità. Soprattutto oggi, in cui l’abbraccio fisico è impedito”.

SCARICA LA CIRCOLARE