Via alle norme in vigore dal 7 al 30 aprile: a scuola in presenza fino alla prima media, anche in zona rossa

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Nessuna zona gialla per un mese. Questo è il primo paletto fissato dal decreto approvato nella serata di ieri dal Consiglio dei ministri. Si tratta di norme che entreranno in vigore il 7 aprile e resteranno valide fino al 30 aprile. Le scuole torneranno in presenza fino alla prima media, anche in zona rossa: questa la decisione che riguarda specificamente l’istruzione. Nelle zone arancioni saranno in classe gli alunni fino alla terza media e quelli delle superiori, almeno al 50%. «L’obiettivo è quello di garantire gradualmente il rientro a scuola in presenza di tutti gli studenti», hanno spiegato da Palazzo Chigi.

I presidenti di Regione, a differenza di quanto è stato fino a ieri, non potranno emanare ordinanze più restrittive per chiudere le scuole. La misura decisa, è scritto nel testo, «non può essere derogata da provvedimenti dei presidenti di Regione o delle Province autonome».

Decreto sostegni, le risorse per l’emergenza già a disposizione delle scuole. Distribuiti i primi 150 milioni

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Le risorse stanziate dal decreto Sostegni per la gestione dell’emergenza sanitaria sono già a disposizione delle scuole. Lo fa sapere il ministero dell’Istruzione, che ieri ha inviato alle istituzioni scolastiche la nota operativa per il loro utilizzo. Si tratta dei primi 150 milioni stanziati dal decreto. Gli altri 150, quelli che riguardano l’ampliamento dell’offerta formativa, saranno distribuiti successivamente, dopo il necessario decreto di riparto, e saranno oggetto di una nota operativa.

Con la comunicazione inviata alle scuole, il ministero ricorda che le risorse potranno essere utilizzate per «tutte le misure di intervento necessarie a garantire la sicurezza negli ambienti scolastici, tramite la dotazione di materiale e strumenti di sicurezza, il potenziamento delle attività di inclusione degli alunni con disabilità, disturbi specifici di apprendimento ed altri bisogni educativi speciali».

I fondi potranno essere impiegati anche «per la prosecuzione del servizio di assistenza psicologica e/o pedagogica rivolto a studenti e personale scolastico» per il trattamento dei disagi e delle conseguenze derivanti dall’emergenza epidemiologica, nonché per servizi medico-sanitari volti a supportare le Istituzioni scolastiche nella gestione dell’emergenza stessa.

Con le risorse ricevute le scuole potranno acquistare: dispositivi di protezione e materiali per l’igiene individuale e degli ambienti, nonché ogni altro materiale, anche di consumo, il cui impiego sia riconducibile all’emergenza epidemiologica da Covid-19 sulla base delle effettive necessità della singola istituzione scolastica (ad esempio: dispositivi di areazione e ventilazione, prodotti di igiene degli ambienti, termoscanner e altro); specifici servizi professionali per il supporto e l’assistenza psicologica e/o pedagogica, da rivolgere in particolar modo a studentesse e studenti, oltre che al personale scolastico; servizi medico-sanitari (compreso il servizio di sorveglianza sanitaria) volti a supportare le Istituzioni scolastiche nella gestione dell’emergenza epidemiologica, nelle attività inerenti alla somministrazione facoltativa di test diagnostici alla popolazione scolastica di riferimento e all’espletamento delle attività di tracciamento dei contatti nell’ambito della indagine epidemiologica, anche allo scopo di svolgere una funzione efficace e tempestiva di collaborazione e raccordo con i competenti Dipartimenti di prevenzione delle Aziende sanitarie locali; dispositivi e materiali destinati al potenziamento delle attività di inclusione degli studenti con disabilità, disturbi specifici di apprendimento ed altri bisogni educativi speciali.

Bocciature, il 56% degli studenti contro il «tutti ammessi»: per loro chi si impegna lo fa anche in Dad

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

È quasi sicuro che, alla fine di quest’anno scolastico, torneranno le bocciature. Dopo il «tutti ammessi» del 2020, dovuto al lungo lockdown di primavera e al traumatico passaggio alla didattica a distanza, il destino degli studenti torna nelle mani dei consigli di classe.

Ma i ragazzi, a differenza degli adulti, non sembrano farne un dramma. Anzi, la maggior parte di loro si mostra favorevole al ripristino di una qualche forma di selezione. A segnalarlo un sondaggio effettuato dal portale Skuola.net su 2.500 alunni di scuole medie e superiori.

In realtà, quella che emerge, è una spaccatura pressoché netta. È come se, all’interno degli istituti, si fronteggiassero due partiti. In vantaggio, come detto, ci sono quelli che seguono la linea sinora adottata dal ministero dell’Istruzione: il 56% (ma alle scuole medie si sale ulteriormente) è d’accordo sul ritorno delle bocciature. A fronteggiarli, a poca distanza (44%), quelli che si oppongono a tale scenario.

Resta il fatto, però, che l’ostruzionismo alla decisione del MI non è così compatto come ci si sarebbe potuto attendere seguendo il dibattito di questi giorni. Tutt’altro.

È soprattutto la valorizzazione dell’impegno l’aspetto che spinge così tanti ragazzi a schierarsi a favore di veri scrutini di fine anno. Per oltre due terzi di loro (68%), infatti, chi aveva voglia di studiare ha continuato a farlo anche durante la difficile convivenza con la Dad e, quindi, non sarebbe giusto se venisse riservato lo stesso trattamento indistintamente a tutti gli studenti. Ancora più duro il 16%, secondo cui «fermare» gli alunni più in difficoltà potrebbe essere quasi un bene, per aiutarli a recuperare le lacune accumulate nell’ultimo anno. Mentre per circa 1 su 10 sarebbe un errore promuovere tutti perché la Dad, quest’anno, non ha inciso così profondamente sul rendimento rispetto a dodici mesi fa.

Così Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net: «La Dad, con tutte le sue limitazioni, ha portato avanti il lavoro di studenti e professori da almeno un anno. Comprensibile che chi ha dato il massimo voglia vederlo riconosciuto. Sappiamo, però, che non tutti hanno avuto le medesime possibilità in questi mesi difficili: problemi di connessione, scarsa disponibilità di spazi o di device, problemi familiari o legati all’emergenza sanitaria non possono non essere considerati. Sarebbe giusto, quindi, dare alle scuole e ai docenti la possibilità di decidere autonomamente sugli esiti di fine anno, non precludendo la via di eventuali deroghe sui requisiti di ammissione all’anno successivo quali quelle che sono già previste, ad esempio, per l’esame di maturità».

Le tesi portate avanti dai “nemici” delle bocciature, invece, ruotano in particolar modo attorno ai risvolti psicologici legati alla chiusura a singhiozzo delle scuole e, in generale, al momento che stiamo vivendo: per il 48%, nell’ultimo anno, ci sono state troppe difficoltà dal punto di vista emotivo e mentale per portare a un giudizio obiettivo da parte dei professori.

Per il 30%, invece, la colpa è proprio della didattica a distanza, che ha impedito di rendere come sarebbe avvenuto in classe. Il 18%, però, allarga il discorso e chiama in causa chi ha gestito l’emergenza cosicché, ora, non vuole rischiare di pagare per responsabilità estranee alla sua volontà.Voci, queste ultime, che potrebbero ancora essere ascoltate. In teoria il Ministero farebbe in tempo a emanare un’ordinanza che riproponga la promozione collettiva. Una notizia che, a quel punto, verrebbe accolta con gioia anche da molti studenti “pro-bocciature”: è il 55% a sperare che andrà a finire così (pur essendo scettico che possa accadere), un altro 10% è addirittura sicuro che ci sarà un ripensamento. Solo 1 su 3 continuerebbe a sostenere fermamente che le bocciature siano necessarie.

Commissione «Zerosei»: portare la «prescolarizzazione» al 40 per cento

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Portare il dato sulla prescolarizzazione, quella che riguarda i bambini dagli 0 ai 6 anni, al 40 per cento, addirittura sopra la media europea. E’ l’obiettivo “ambizioso” di cui ha parlato ieri il presidente della Commissione “Zerosei”, Giancarlo Cerini, intervenendo al lancio della campagna nazionale di diffusione e consultazione pubblica, promossa dal ministero dell’Istruzione, estesa a tutti i protagonisti del mondo dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia, per assicurare la massima condivisione del documento di base sulle Linee pedagogiche elaborate dalla Commissione nazionale per il Sistema integrato 0-6 anni, prima della definitiva adozione, dopo la consultazione.

«Siamo ambiziosi – ha spiegato Cerini – vogliamo arrivare al 40%, ancora più degli europei e abbiamo bisogno di creare e rafforzare strutture che siano belle, luminose e accoglienti, dei veri e propri campus, sarebbero degli spazi bellissimi per bambini e genitori: così faremo crescere anche la domanda dei genitori per i servizi, che non è scontata, e sarebbe un’ottima risposta ai diritti dei bambini».

Le Linee pedagogiche rappresentano un quadro di riferimento per l’intero Sistema integrato, in cui i vari documenti relativi ai servizi educativi e alla scuola dell’infanzia si collocano e trovano un significato unitario. Un documento che si raccorda con le Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia, e che rappresenta un ponte verso gli Orientamenti per il segmento 0-3 sui quali la Commissione sta lavorando al momento.

«Il percorso con cui siamo arrivati alla stesura della bozza delle Linee – ha spiegato da parte sua il direttore generale per gli Ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione, Maria Assunta Palermo – è stato molto sofferto nel senso che è stato elaborato nel periodo del lockdown e della pandemia. La commissione ha potuto così cogliere tutti gli aspetti di sofferenza che il Paese stava vivendo e in particolare quelli del segmento 0-6. La Commissione si è avvalsa anche dell’apporto di esperti, è stato un lavoro in progress, non si è voluto pensare a un documento calato dall’alto ma a uno costruito assieme agli operatori del settore. Questa bozza la commissione intende proporla al ministro solo dopo la consultazione a carattere nazionale e territoriale cui, con il seminario di oggi, diamo il via».

Bocciature con la Dad: quando è possibile, le deroghe e il rischio dei ricorsi

da Corriere della sera

Gianna Fregonara

Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi conferma che quest’anno sarà possibile rimandare e bocciare gli studenti che non raggiungono il livello di preparazione per passare alla classe successiva. Tornano in vigore le norme pre-Covid. Niente 6 politico, niente promozione automatica: «Non sono previste ulteriori ordinanze sulla valutazione degli studenti», fanno sapere dal ministero.

Bocciature in Dad, ecco perché è possibile

E’ questa la risposta ai dubbi degli insegnanti e dei presidi su come si farà – soprattutto alle superiori – a valutare gli studenti alla fine di un anno così complicato come questo: in alcune regioni a scuola in presenza gli studenti sono stati per una manciata di settimane. Ma secondo Bianchi quest’anno non si può paragonare allo scorso quando è stata decisa la promozione per tutti: la Dad dall’autunno è stata regolata addirittura nell’integrazione del contratto degli insegnanti. Sono stati distribuiti pc e tablet, attribuiti alle scuole fondi per interne

Le deroghe alla bocciatura in Dad

Dunque la questione di cosa fare con gli studenti che hanno delle insufficienze passa nelle mani dei consigli di classe: sarà ogni scuola a stabilire quanta flessibilità usare negli scrutini di fine anno. L’unica deroga potrà essere quella riguardante il numero di giorni di frequenza, come già previsto per l’ammissione alla maturità. Chi non sia riuscito a seguire le lezioni via dad per difficoltà di connessione o comunque per problemi legati al Covid potrà comunque passare all’anno successivo se ha tutte la sufficienza in tutte le materie.

Il rischio di ricorsi al Tar per le bocciature in Dad

I dubbi e i timori restano: il Codacons ha già annunciato che sono possibili ricorsi al Tar per le bocciature in Dad. Ma i presidi temono che, nonostante gli annunci di questi giorni, nei prossimi due mesi non si riesca a rimanere a scuola in presenza, ma si debba continuare con la Dad perché i contagi non scendono e le regioni non riescono a passare in zona arancione o gialla, compromettendo la fine dell’anno scolastico. Riaprire, nonostante la decisione del premier Mario Draghi di riportare in classe gli studenti dopo Pasqua è più facile a dirsi che a farsi. Nel Lazio, dove oggi riprendono per due giorni le scuole dall’asilo alle medie, i sindaci di una decina di comuni tra cui Rieti, Frosinone e Ladispoli non riaprono: contagi ancora troppo alti, rischi di saturazione degli ospedali. In Abruzzo e Basilicata, regioni in arancione, la riapertura è già stata rinviata a dopo Pasqua.

Il piano per i nuovi insegnanti a settembre

Al ministero però in questi giorni si sta lavorando ad altro: servono almeno 50 mila nuovi insegnanti da mettere in cattedra a settembre e non c’è tempo per un concorso. Ieri il ministro ha firmato l’ordinanza per la mobilità dei prof: le domande si possono presentare entro il 15 aprile e l’11 giugno dovrà essere pubblicata la lista dei movimenti. Per l’abolizione del vincolo quinquennale dei nuovi assunti invece sarà necessaria una norma di legge

Il ministro Bianchi sui docenti: si meritano 600 euro d’aumento, per 30 anni li abbiamo bistrattati

da La Tecnica della Scuola

Sarà la primavera? Sta di fatto che le dichiarazioni di stamane del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi segnano una svolta nella politica scolastica italiana.

«Dobbiamo ammettere che per 30 anni sulla Scuola si è sbagliato tutto», ha dichiarato ai microfoni di Rai Radio1 durante la seguitissima trasmissione “Radio anch’io” – «e non solo per l’emergenza pandemica. Non si può continuare a risparmiare laddove bisogna investire. Il Governo è con me in questo. Il Presidente Draghi mantiene le promesse. Costi quel che costi, dobbiamo investire per riaprire per sempre le scuole. Basta DaD: è didatticamente fallimentare e controproducente sul piano psicologico, sociale, cognitivo. Urge distogliere i giovanissimi dall’eccessivo uso delle tecnologie e spingerli a riappropriarsi delle proprie facoltà logiche, dialettiche, analitiche e critiche, ora delegate (e alienate) alle macchine».

Meno alunni per classe, aerazione artificiale, più trasporti

«Per ottener questo» – ha proseguito Bianchi – «la Scuola deve tornare interamente in presenza. Dal 1° settembre 2021, e per sempretutte le prime classi di ogni ciclo saranno al massimo di 20 alunni (15 in presenza di diversabili). Così entro cinque anni tutta la Scuola italiana sarà formata da classi non numerose. Ciò permetterà di mantenere davvero le distanze di sicurezza tra gli allievi e di migliorare la didattica, individualizzandola e personalizzandola secondo le necessità del singolo allievo. Contemporaneamente, ogni aula scolastica avrà il suo impianto per il ricircolo dell’aria (come in Germania): in tal modo impediremo il ristagno nelle aule di aria umida e satura di agenti patogeni, con effetti positivi non solo sulla lotta al CoViD, ma anche sulla salute generale di alunni e docenti. E non dobbiamo dimenticare i trasporti: verrà finanziato il raddoppio dei mezzi pubblici, per impedire che autobus e metropolitane continuino ad essere l’insano carnaio che da sempre sono. Ove ciò non sia possibile in tempi rapidi per motivi logistici, useremo i pullman delle forze armate, ora fermi in depositi e caserme».

Meno spese militari, ripristinare il medico scolastico in ogni plesso

All’ottimo giornalista Giorgio Zanchini, che gli chiedeva con quali risorse si sarebbe fatto fronte alle ingenti spese necessarie per attuare un programma così ambizioso, Bianchi ha risposto che «Questo Governo si distingue dai precedenti perché sa imparare dagli errori del passato. In passato si è spesa una quantità enorme di miliardi in armamenti. Noi non vogliamo più che si dica all’estero quanto emerso dalla trasmissione “Presa Diretta” del 22 marzo scorso. Vogliamo che l’Italia sia un Paese di pace che mira alla pace mediante opere di pace, in linea con l’articolo 11 della Costituzione. Ricordiamoci che, tra il 1945 e il ’75, Italia, Giappone e Germania erano entrati nel gruppo ristretto degli Stati più ricchi del mondo, perché la sconfitta dell’ultima guerra mondiale li aveva obbligati a spendere in opere di pace. Vogliamo tornare a far questo, ed impiegare le risorse per Scuola, Sanità, mezzi pubblici, benessere, ambiente. Per il futuro, insomma. A tal fine abbiamo predisposto anche l’assunzione di un medico per ogni plesso scolastico: misura che rimarrà anche dopo la pandemia, come era un tempo e come è degno di un Paese civile come l’Italia, culla della civiltà antica, medievale e moderna».

Nessun prolungamento all’estate

A questo punto il conduttore della trasmissione ha chiesto al Ministro se si darà seguito al proposito di far continuare l’anno scolastico anche d’estate. La risposta del Ministro Bianchi: «Piuttosto chiediamo scusa ai docenti italiani per come sono stati trattati per 30 anni: pagati meno di tutti i docenti del mondo occidentale, meno di tutti i laureati d’Italia; calunniati per l’orario di lavoro, che di fatto è uguale a quello dei colleghi europei (se non maggiore)sovraccarichi di funzioni burocratiche che i Governi precedenti hanno accollato loro dopo aver tagliato gli organici amministrativi cui quelle funzioni competono. No, nessun prolungamento all’estate: sarebbe ingiustamente punitivo, per loro e per i discenti».

600 euro di aumento mensile in busta paga subito

Secondo il Ministro «Insegnare (e studiare) sono impegni gravosi: per praticarli occorre qualità, non quantità: due cose i cui risultati sono inversamente proporzionali nell’istruzione. Costringere docenti e ragazzi a scuola nei mesi torridi, col surriscaldamento globale, sarebbe puro e semplice sadismo anche se intendessimo dotare ogni aula di aria condizionata e ogni scuola di piscina come nei College americani. Piuttosto dimostreremo ai docenti italiani la riconoscenza del Governo per il loro lavoro, essenziale per la vita di ogni democrazia, come diceva Piero Calamandrei, la cui memoria noi non abbiamo rinnegato. Ai docenti (e a tutti i lavoratori della Scuola, essenziali alla Scuola stessa) riconosceremo un aumento di stipendio di almeno 600 euro mensili netti. Ben al di sotto, lo so, di quei 1.200 che separano i docenti italiani dalla media dei colleghi europei. Ma è solo l’inizio».

Il plauso dei sindacati maggiori

Le reazioni dei maggiori sindacati sono state unanimemente concordi nel prendere ognuno per sé il merito del cambio di rotta del Governo. «Sono le nostre richieste da sempre. Abbiamo sempre lottato per ottenere questo»: è la sostanza delle dichiarazioni degli esponenti dei Sindacati firmatari dei contratti dal 1995.

Da oggi l’Italia guarda avanti. Anche perché è meglio guardare avanti che guardare il calendario. Altrimenti si capirebbe che giorno è oggi: 1° aprile 2021.

Decreto Covid, dal 7 aprile tutti a scuola pure in zona rossa fino alla I media, sì del CdM: messo il “bavaglio” alle Regioni

da La Tecnica della Scuola

Nella serata del 31 marzo, il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto Covid post Pasqua. Dalle prime notizie che giungono è previsto il ritorno a scuola in presenza ovunque fino alla prima media, anche nelle zone rosse; mentre nelle arancioni gli alunni saranno accolti in classe fino alla terza media. E anche alle superiori, ma al 50% di presenza degli alunni.

“L’obiettivo è quello di garantire gradualmente il rientro a scuola in presenza di tutti gli studenti”, fanno sapere fonti di Palazzo Chigi riportate dalle agenzie di stampa.

Regioni senza più potere restrittivo

Come preannunciato anche dalla Tecnica della Scuola, i presidenti delle Regione, a differenza di quanto è accaduto sino ad oggi, non potranno più emanare ordinanze ulteriormente restrittive per chiudere le scuole.

La disposizione era stata del resto annunciata dal premier Mario Draghi nella conferenza stampa di venerdì scorso: “Le scelte dei governatori dovranno essere riconsiderate alla luce dell’affermazione del governo che la scuola in presenza è obiettivo primario della politica del governo”, aveva detto l’ex presidente della Bce.

Si va verso una battaglia legale Governo-Regioni?

Il provvedimento, tuttavia potrebbe contenere elementi di incompatibilità costituzionale: per tutelare la salute dei cittadini, il Titolo V della Costituzione, infatti, dà pieno potere alle giunte regionali guidate dai governatori.

Una prerogativa che però per questo frangente verrebbe meno, ma non per via legislativa: un “particolare” che per i costituzionalisti non è affatto da poco. Tanto che alcune Regioni starebbero già verificando la possibilità di ricorrere in tribunale.

Le altre disposizioni del decreto

Secondo fonti della Lega, nel Consiglio dei ministri si è raggiunta una mediazione per cui subito dopo Pasqua, il governo valuterà eventuali riaperture di attività, tenendo conto del piano vaccinale e dell’andamento dei contagi da coronavirus. Sulla mediazione avrebbe lavorato personalmente il segretario leghista, Matteo Salvini.

Riportiamo una sintesi dell’Ansa sulle misure più importanti previste dal nuovo decreto legge del Governo.

PASQUA IN ROSSO – Dal 3 al 5 aprile (come prevede già l’attuale decreto) tutta Italia sarà in zona rossa, come a Natale. Non si potrà circolare neanche all’interno del proprio comune ma è consentito, una sola volta al giorno, spostarsi in ambito regionale in massimo due persone più i minori di 14 anni conviventi per andare a trovare parenti o amici. E’ inoltre sempre possibile svolgere attività motoria, ma solo in prossimità della propria abitazione, e attività sportiva all’aperto in forma individuale

NIENTE ZONA GIALLA – Fino al 30 aprile tutta Italia sarà in zona arancione o rossa. Il Comitato tecnico scientifico ha più volte sottolineato che le misure previste per le zone gialle hanno dimostrato “una capacità di contenere l’aumento dell’incidenza ma non la capacità di ridurla”. Il decreto prevede però una verifica a metà aprile: se la situazione epidemiologica lo consentirà, si valuterà la possibilità che le zone dove la diffusione del virus è più contenuta possano tornare in giallo e, dunque, procedere ad alcune riaperture, in particolare di bar e ristoranti, cinema e teatri.

POSSIBILI DEROGHE, MA DIPENDE DA CONTAGI E VACCINI – Per quelle Regioni in arancione che però avranno dati da zona gialla sono previste possibili deroghe in base all’andamento dei dati su contagi e cifre sulle somministrazioni del vaccino, in particolare alla popolazione anziane fragile. Dunque un eventuale ritorno al giallo solo per quei territori con dati epidemiologici bassi e numeri alti delle inoculazioni.

SPOSTAMENTI – Restano vietati gli spostamenti tra le Regioni, a meno che non si abbia una seconda casa. La mobilità è consentita solo per motivi di lavoro, salute e necessità. Sarà sempre possibile rientrare alla propria residenza, domicilio o abitazione.

IN ZONA ROSSA STOP VISITE AD AMICI, MA A PASQUA SÌ – Nelle zone rosse non sarà consentito andare a trovare parenti o amici una volta al giorno e in massimo due persone (oltre ai minori di 14 anni conviventi) come invece sarà permesso nel weekend di Pasqua quando tutta Italia sarà in rosso. Le visite, sempre una sola volta al giorno e sempre in non più di due persone, saranno invece consentite in zona arancione, all’interno del comune di residenza.

COPRIFUOCO – Confermato il divieto di uscire di casa dalle 22 alle 5. Anche in questo caso, il divieto non vale in caso di lavoro, salute o necessità.

BAR E RISTORANTI – Restano chiusi. Possibile solo l’asporto, fino alle 18, e la consegna a domicilio, fino alle 22 e solo per i ristoranti. In caso di ripristino delle zone gialle, bar e ristoranti potranno riaprire a pranzo.

PALESTRE, PISCINE, CINEMA, TEATRI, MUSEI – Ancora niente aperture fino al 30 aprile. Se la verifica di metà mese darà esito positivo e dunque torneranno le zone gialle, si potrebbe valutare la riapertura di cinema e i teatri con le regole che erano già previste nel precedente decreto: prenotazione obbligatoria, massimo 200 spettatori al chiuso e 400 all’aperto. Possibile riapertura anche per i musei.

SECONDE CASE – Sarà sempre possibile raggiungere le seconde case, anche in zona rossa, a patto che non ci siano però ordinanze dei presidenti di Regione che impongono regole più restrittive. E’ il caso ad esempio di Campania Puglia e Liguria, che hanno posto per Pasqua il divieto non solo per i non residenti ma anche per i residenti. L’accesso alle seconde case per i non residenti è vietato in Valle d’Aosta, Alto Adige, Trentino, Toscana, Sardegna. In Sicilia si entra solo con tampone negativo effettuato 48 ore prima dell’arrivo.

OBBLIGO DI VACCINAZIONE PER SANITARI E FARMACISTI – Chiunque lavori in una struttura sanitaria, medici, infermieri, operatori sociosanitari, farmacisti, dipendenti anche amministrativi di Rsa e studi privati dovrà vaccinarsi. Per chi rifiuta è prevista la sospensione dello stipendio per un tempo congruo all’andamento della pandemia. Quando si raggiungerà l’immunizzazione di massa o si registrerà un calo importante della diffusione del virus, la sanzione verrebbe revocata. La sospensione durerà al massimo sino al 31 dicembre del 2021. Previsto anche lo ‘scudo penale’ per i somministratori che seguono le regole, limitando la punibilità ai soli casi di colpa grave.

STRETTA SUI VIAGGI – L’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza valida fino al 6 aprile prevede che tutti coloro che hanno soggiornato o transitato nei 14 giorni antecedenti all’ingresso in Italia in uno o più Stati e territori dell’Ue siano obbligati a sottoporsi alla sorveglianza sanitaria e ad un periodo di 5 giorni di quarantena.

VIA LIBERA A CONCORSI PUBBLICI – Inserita nel decreto la norma che sblocca tutti i concorsi nella Pubblica Amministrazione dopo il via libera del Cts al protocollo del ministero della Funzione pubblica. Si potranno svolgere le prove su base regionale e provinciale e, dove possibile, in spazi aperti. Dal 3 maggio è consentito lo svolgimento delle procedure selettive in presenza dei concorsi banditi dalle pubbliche amministrazioni.

Rientro a scuola: vaccino Pfizer per gli studenti

da La Tecnica della Scuola

Pfizer/BioNtech è efficace al 100% nella fascia d’età tra i 12 e i 15 anni. È questo l’annuncio delle due case farmaceutiche, secondo i risultati di una sperimentazione clinica. L’auspicio è quello di avviare la vaccinazione di questa fascia di età prima dell’inizio del prossimo anno scolastico.

I test, che hanno coinvolto 2.260 adolescenti negli Stati Uniti, “hanno dimostrato un’efficacia del 100% e risposte degli anticorpi potenti”, hanno detto Pfizer e BioNTech in un comunicato annunciando che chiederanno alle autorità regolatrici l’approvazione del farmaco per gli adolescenti.

Intanto, è di 10.018.265 il totale delle persone vaccinate ad oggi 31 marzo. Mentre è di 3.143.159 quello di coloro che hanno ricevuto entrambe le dosi.
La fascia che ha ricevuto più somministrazioni è quella 80-89 con  3.000.302 seguita dalla 50-59 con 1.637.552.

Per quanto riguarda le categorie, gli operatori sanitari e sociosanitari vantano  3.006.829 vaccinati. Per quanto riguarda il personale scolastico, il dato aggiornato del report del ministero della salute è di 1.000.998 (con un + 41930 rispetto a lunedì).
In testa la Campania con 133.887 vaccinazioni, seguita da Lazio con 108.545, dalla Puglia con 94.803, dall’Emilia Romagna con 70.834 e dalla Sicilia con 68.994.

Tra le Regioni con maggior numero di vaccinazioni in generale abbiamo la Lombardia con 1.592.537, seguita dal Lazio con 1.029.158, Emilia Romagna con 854.143, Campania con 838.913, Piemonte con 797.409 e Sicilia con 779.857.
Le donne risultano maggiormente vaccinate (5.980.588) rispetto agli uomini (4.037.677).
Tra i fornitori, il maggiore rimane Pfizer/BioNtech con 7.668.180, seguito da AstraZeneca con 2.752.400 e Moderna con 826.600.

Bianchi: “Al Sud tanti insegnanti, al Nord mancano. Lavoriamo per una soluzione nel tempo”

da La Tecnica della Scuola

Intervenuto a SkyTg24, il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi ha parlato del rientro a scuola:

“In questi due giorni le zone arancioni hanno riaperto, tutti lo sapevano. Anche nelle zone rosse si tornerà in presenza, ma le scuole non sono mai state chiuse, abbiamo sospeso la presenza nel momento del pericolo. Stiamo lavorando per permettere anche agli altri di tornare in presenza appena la pandemia lo permetterà – spiega il ministro – bisogna tornare in presenza ripensando al meglio questo brutto periodo”.

Su esami e valutazione Bianchi ha poi precisato: “La valutazione è il modo per essere accompagnati e orientati, è un diritto dei ragazzi e un dovere degli insegnanti. Questi ultimi sapranno fare la valutazione tenendo conto della situazione”.

Infine il ministro ha posto l’accento sulle cattedre vuote: “Abbiamo molte scuole del Nord che storicamente mancano di insegnanti e molta disponibilità di docenti al Sud. È un problema che stiamo affrontando per trovare meccanismi permanenti nel tempo”.

Decreto sostegni, 150 milioni per l’emergenza già a disposizione delle scuole

da La Tecnica della Scuola

Le risorse stanziate dal decreto ‘sostegni’ per la gestione dell’emergenza sanitaria sono già a disposizione delle scuole. Lo fa sapere il Ministero dell’Istruzione, che oggi ha inviato alle Istituzioni scolastiche la nota operativa per il loro utilizzo. Si tratta dei primi 150 milioni stanziati dal decreto. Gli altri 150, quelli che riguardano l’ampliamento dell’offerta formativa, saranno distribuiti successivamente, dopo il necessario decreto di riparto, e saranno oggetto di una nota operativa.

Con la comunicazione inviata oggi alle scuole, il Ministero ricorda che le risorse potranno essere utilizzate per “tutte le misure di intervento necessarie a garantire la sicurezza negli ambienti scolastici, tramite la dotazione di materiale e strumenti di sicurezza, il potenziamento delle attività di inclusione degli alunni con disabilità, disturbi specifici di apprendimento ed altri bisogni educativi speciali”. I fondi potranno essere impiegati anche “per la prosecuzione del servizio di assistenza psicologica e/o pedagogica rivolto a studenti e personale scolastico” per il trattamento dei disagi e delle conseguenze derivanti dall’emergenza epidemiologica, nonché per servizi medico-sanitari volti a supportare le Istituzioni scolastiche nella gestione dell’emergenza stessa.

Con le risorse ricevute le scuole potranno acquistare:

–          Dispositivi di protezione e materiali per l’igiene individuale e degli ambienti, nonché ogni altro materiale, anche di consumo, il cui impiego sia riconducibile all’emergenza epidemiologica da COVID-19 sulla base delle effettive necessità della singola Istituzione scolastica (ad esempio: dispositivi di areazione e ventilazione, prodotti di igiene degli ambienti, termoscanner, etc…)

–       Specifici servizi professionali per il supporto e l’assistenza psicologica e/o pedagogica, da rivolgere in particolar modo a studentesse e studenti, oltre che al personale scolastico

–          Servizi medico-sanitari (compreso il servizio di sorveglianza sanitaria) volti a supportare le Istituzioni scolastiche nella gestione dell’emergenza epidemiologica, nelle attività inerenti alla somministrazione facoltativa di test diagnostici alla popolazione scolastica di riferimento e all’espletamento delle attività di tracciamento dei contatti nell’ambito della indagine epidemiologica, anche allo scopo di svolgere una funzione efficace e tempestiva di collaborazione e raccordo con i competenti Dipartimenti di prevenzione delle Aziende sanitarie locali

–      Dispositivi e materiali destinati al potenziamento delle attività di inclusione degli studenti con disabilità, disturbi specifici di apprendimento ed altri bisogni educativi speciali.

Decreto sostegni, distribuiti i primi 150 milioni. La nota operativa del MI

da Tuttoscuola

Le risorse stanziate dal decreto ‘sostegni’ per la gestione dell’emergenza sanitaria sono già a disposizione delle scuole. Lo fa sapere il Ministero dell’Istruzione, che oggi ha inviato alle Istituzioni scolastiche la nota operativa per il loro utilizzo. Si tratta dei primi 150 milioni stanziati dal decreto. Gli altri 150, quelli che riguardano l’ampliamento dell’offerta formativa, saranno distribuiti successivamente, dopo il necessario decreto di riparto, e saranno oggetto di una nota operativa.

Con la comunicazione inviata oggi alle scuole, il Ministero ricorda che le risorse potranno essere utilizzate per “tutte le misure di intervento necessarie a garantire la sicurezza negli ambienti scolastici, tramite la dotazione di materiale e strumenti di sicurezza, il potenziamento delle attività di inclusione degli alunni con disabilità, disturbi specifici di apprendimento ed altri bisogni educativi speciali”. I fondi potranno essere impiegati anche “per la prosecuzione del servizio di assistenza psicologica e/o pedagogica rivolto a studenti e personale scolastico” per il trattamento dei disagi e delle conseguenze derivanti dall’emergenza epidemiologica, nonché per servizi medico-sanitari volti a supportare le Istituzioni scolastiche nella gestione dell’emergenza stessa.

Con le risorse ricevute le scuole potranno acquistare:

– Dispositivi di protezione e materiali per l’igiene individuale e degli ambienti, nonché ogni altro materiale, anche di consumo, il cui impiego sia riconducibile all’emergenza epidemiologica da COVID-19 sulla base delle effettive necessità della singola Istituzione scolastica (ad esempio: dispositivi di areazione e ventilazione, prodotti di igiene degli ambienti, termoscanner, etc…)

– Specifici servizi professionali per il supporto e l’assistenza psicologica e/o pedagogica, da rivolgere in particolar modo a studentesse e studenti, oltre che al personale scolastico

– Servizi medico-sanitari (compreso il servizio di sorveglianza sanitaria) volti a supportare le Istituzioni scolastiche nella gestione dell’emergenza epidemiologica, nelle attività inerenti alla somministrazione facoltativa di test diagnostici alla popolazione scolastica di riferimento e all’espletamento delle attività di tracciamento dei contatti nell’ambito della indagine epidemiologica, anche allo scopo di svolgere una funzione efficace e tempestiva di collaborazione e raccordo con i competenti Dipartimenti di prevenzione delle Aziende sanitarie locali

– Dispositivi e materiali destinati al potenziamento delle attività di inclusione degli studenti con disabilità, disturbi specifici di apprendimento ed altri bisogni educativi speciali.

Mi ricordo eccome di te

Mi ricordo eccome di te

di Vincenzo Andraous

Se ripenso al giorno in cui ti ho conosciuto è impossibile non ricordare il tuo volto, le tue gambe larghe, le mani in tasca, stavi lì piantato davanti a me e ai tuoi compagni, a ben pensarci un passo avanti a tutti. No, non era casuale. Tra me e me mi sono detto: ecco un’anima inquieta, di quelle che sanno tutto del mondo e di cio’ che sta dietro l’angolo, di quelle che non hanno bisogno di nessuno, perché i problemi se li risolvono da se. Mi hai squadrato per bene, come a volermi dire: e tu che vuoi, chi sei, che cerchi da queste parti? Ero lì perché il mio amico don, mi aveva chiamato per svolgere qualche incontro, per rappresentare un testo teatrale, per fare due chiacchiere con la parte più giovane che mi ha attraversato e che soprattutto mai più ritorna. Ascoltavo le tue scorribande, osservavo la tua mimica, mi rammentavi gli errori, le scelte sbagliate, quando anch’io ero inquieto, un’anima ribelle, che non voleva più niente, più nessuno, volevo godermi la vita, così come veniva. La sera c’è stata la rappresentazione teatrale, seguita dall’incontro, le tante domande, i silenzi più rotondi di qualsiasi perfetta comprensione. Ah tu sei Vince? Ma quanti anni hai, da quanto sei ritornato in libertà? Una sequela di interrogativi sparati come certezze risapute, conosciute, quasi riducendo tutto a qualcosa di banale. Mi ricordo eccome di te, di me come ero prima di incontrare te. Talmente bene che mi sono sentito in dovere di tacere e ascoltarti, consapevole del rischio dell’impatto in cui andavi incontro, quando quasi gridando mi dicevi che e’ meglio non fidarsi mai di nessuno perché tutti ti fregano, meglio fai da te e fai per tre. Mi veniva su dalla pancia una rabbia da fare paura, perché era una sorta di copia-incolla visto troppe volte, per le persone sbagliate incontrate, per la convinzione che è sempre colpa di qualcun altro, mentre più semplicemente il vero problema sei tu. Tu in attesa del botto, della battaglia, del salto nel buio, tu che scommetti con la morte, ma lei vince sempre e non lo sai. Non so perché ma quel giorno sono ritornato a casa con l’amaro in bocca, non riuscivo a darmi pace, mi domandavo se tu eri il risultato di una rappresentazione della realtà criminale in quanto tale o dalla spettacolarità del modo in cui essa è rappresentata. Ecco allora l’emulazione, la fascinazione del male, avevo di fronte a me, il maledetto per vocazione, ma anche quello che è convinto che mal che vada, è tutto un gioco alla play station, si resetta e si ritorna da capo. Invece non è stato così. Mi ricordo eccome di te.

Elementi di Bioquantica – Virale

Elementi di Bioquantica – Virale

di Paolo Manzelli

1)    Come si diffonde l’infezione

Il virus Sars Cov 2 virus necessita di trovare i recettori Umani ( ACE2 ed altre proteine specifiche della superficie cellulare con cui interagire per introdurre il proprio RNA nell’ interno delle cellule . )

La interazione secondo la biologia tradizionale avviene per tramite un modello di legame del tipo “chiave serratura” tra le proteine Skype del Virus ed i sistemi proteici chiamati “recettori”, che sono presenti sulla superficie esterna di molte cellule.

Seguendo tale modello di “pensiero -meccanico” ogni virus può agganciarsi, soltanto ai recettori che abbiano una struttura complementare alla propria . Solo quando //chiave e serratura // combaciano , allora l’ RNA del virus puo’ penetrare nella cellula e andare a sostituire l’ RNA umano per replicarsi propagando l’infezione.

Questo modello tradizionale rende “casuale” la ricerca dei Recettori del virus ,Sars Cov 2, mentre nella scienza Biofotonica, la ricerca dei Recettori avviene come apprendimento del sistema proteico Spyke il quale si comporta come un “Biosensore” per rintracciare i Recettori Umani ( ACE2 ed altre proteine specifiche della superficie cellulare ) con cui interagire come interscambio di informazione Bio-fotonica come e necessario per ottenere apertura del blocco di introduzione del RNA-Virale nell’ interno delle cellule .

2)    Come reagisce il sistema immunitario innato dai virus ?

Lo scambio di informazione Biofotonica permette di verificare lo stato di //coerenza// e quindi della salute della persona, cosi che se risulta elevato allora l’ individuo non viene attaccato dal Virus e pertanto puo’ divenire “ Asintomatico “.

Nel caso che lo // stato di coerenza// sia alterato ( ad es.. a causa di pregresse patologie ) , allora si scatenano le difese di protezione dell’Immunità Innata, composte da varie tipologie di globuli bianchi ..

( Linfociti B) e T) e dalle cellule NK ).

Queste cellule NK, in collaborazione con la “fagocitosi” attuata dai Macrofagi , agiscono sulla Programmazione della Apoptosi ( Morte Programmata della Cellule) ed inoltre creano un “allarme” producendo “Citochine” , (molecole polifunzionali) che promuovono uno stato infiammatorio e febbre, e gli altri sintomi da COVID.19

Infine i “Soppressori” interrompono le operazioni di difesa, una volta terminata l’infezione, la quale puo’ anche condurre alla morte l’ individuo,  per una molto grave sintomatologia da COVID.19 .

C.R. Zafón, La città di vapore

L’ultimo Zafón

di Antonio Stanca

Presso Mondadori è uscita lo scorso Febbraio, con la traduzione di Bruno Arpaia, la prima edizione italiana de La città di vapore, una raccolta di racconti che nel 2020, dopo la morte dell’autore Carlos Ruiz Zafón, era comparsa in Spagna e che comprendeva alcuni già pubblicati.

Zafón era nato a Barcellona nel 1964 e nel 2020 era morto a Los Angeles, dove viveva dal 1993. Aveva solo cinquantasei anni ma tanto aveva fatto e soprattutto scritto, saggista e scrittore era stato oltre che sceneggiatore. A Los Angeles aveva cominciato a scrivere, prima articoli, saggi per giornali e riviste, poi romanzi per bambini. Questi avrebbero formato la “Trilogia della Nebbia”. Nel 2001 con L’ombra del vento sarebbe iniziata quella serie di romanzi per adulti diventata poi la saga del “Cimitero dei Libri Dimenticati”. Il successo de L’ombra del vento sarebbe continuato, Zafón sarebbe stato uno scrittore molto letto, molto tradotto, molto premiato, la sua fama avrebbe superato ogni confine.

  Attira la sua scrittura qualunque sia il tipo di opere, per bambini o per adulti, giacché sa assumere il tono della favola, combinare la realtà con la fantasia, la veglia con il sogno, la visione con l’immaginazione, l’apparizione, la magia, il mistero, andare oltre i confini del finito, del compiuto, estendere i luoghi, i tempi, gli eventi. Scrittore molto prolifico, Zafón non ha mai smesso di concepire e realizzare opere, di affidare loro i significati cercati, di farne i messaggeri delle sue intenzioni. Generalmente sono ambientate nella Barcellona dei primi anni del ‘900, nella Spagna della guerra civile, delle periferie, dei bassifondi dove la povertà, la miseria e quanto di cattivo, di violento, di pericoloso vi è allegato, sono gli aspetti propri dell’umanità rappresentata. C’è, però, in Zafón, nelle sue opere, in tutte le sue opere, la volontà, l’aspirazione a liberarsi da una simile condizione, a lottare contro di essa, ad emergere su di essa, a contrastare gli ostacoli, le difficoltà per quanto grosse possano essere ed a vincerle. C’è nell’autore, nei suoi protagonisti, una forza d’animo, un coraggio che li porta a non arrendersi alla rovina, ad andare oltre, a cercare un altro modo, un’altra vita. C’è esemplificato lo scontro tra il bene cercato e il male sofferto, la vita voluta e quella subita, la bellezza sognata e l’orrore diffuso.

Sono questi elementi così diversi, così contrari, è il loro confronto a fare di quelle di Zafón delle favole, come nelle favole in esse il bene è destinato a vincere anche sedopo interminabili lotte. Sono questi aspetti così ampiamente umani, così eroici a far amare la sua scrittura da milioni di lettori. E’ questo filo così continuo a percorrere l’intera produzione dello scrittore, dai primi libri per bambini al postumo La città di vapore. Qui i personaggi, gli interpreti, i protagonisti dei racconti sonodiversi, hanno diversa provenienza, condizione, età, hanno diverse aspirazioni ma tutti sono presentati tra problemi, impedimenti, nemici di ogni genere. Tutti passeranno dal piacere al dolore, dalla speranza alla paura, dalla fiducia alla disperazione, dalla sicurezza allo smarrimento, tutti si muoveranno tra luci ed ombre, verità e menzogna, angeli e demoni, cielo e terra, mari e monti, vita e morte. Non ci sarà luogo, tempo, pensiero, ricordo, proposito che non partecipi del movimento che Zafón riuscirà ad avviare in questi racconti come nelle altre sue opere. Tutto, vero e inventato, sarà da lui usato, costruito, guidato verso lo scopo ultimo, il fine desiderato.

Leggere questo autore appassiona, coinvolge al punto da pensare che non finisca mai di dire, di essere nuovo.Ad una serie infinita di sorprese potrebbe essere paragonata la sua scrittura, ad un’interminabile rivelazione, ad una dimensione allargata, dilatata della vita.

Nota 1 aprile 2021, AOODGRUF 7863

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali
Direzione generale per le risorse umane e finanziarie –DGRUF Ufficio IX

Alle istituzioni scolastiche ed educative statali LORO-MAIL
e, p.c. All’Ufficio Scolastico Regionale competente per territorio
MAIL-ISTITUZIONALE
Alla Direzione generale per il personale scolastico
Ufficio IV – MAIL- ISTITUZIONALE Ufficio V – MAIL- ISTITUZIONALE
Alla Direzione generale per i sistemi informativi e la statistica
Ufficio III – MAIL- ISTITUZIONALE

Oggetto: Indicazioni per i contratti di supplenza breve e saltuaria a copertura di posti lasciati liberi da lavoratori “fragili” – Proroga al 30 giugno 2021 delle previsioni di cui all’art. 26, commi 2 e 2-bis del D.L. 18/2020