Incontro con il Ministro

Incontro con Valditara, FLC CGIL: accelerare su Contratto e condividere scelte su PNRR

Roma, 3 maggio – “Riteniamo che serva un intervento politico per chiudere la parte normativa del Contratto Istruzione e Ricerca e uscire dallo stallo in cui la trattativa si trova in questo momento. Senza questo intervento non sarà possibile cominciare a negoziare il prossimo Contratto su cui vanno investite grosse risorse a beneficio di una categoria di lavoratrici e lavoratori tra le peggio pagate della pubblica amministrazione e i cui salari sono, in questo momento, fortemente erosi dall’inflazione”. Lo ha dichiarato Francesco Sinopoli, segretario generale FLC CGIL, durante l’incontro tra i sindacati e il ministro dell’Istruzione e del Merito tenutosi questo pomeriggio.

“Il negoziato sulla parte economica del contratto è stato frutto di un’autentica condivisione tra i sindacati e il Ministero – ha aggiunto – occorre dunque, rendere sistematica una prassi di collaborazione che ha dato ottimi frutti in tutte le occasioni in cui è statautilizzata”.

“È un nostro fermo obiettivo impiegare il Piano nazionale di ripresa e resilienza nella maniera più completa, la scuola ha infatti bisogno di grandi investimenti per sollevarsi da una situazione di deficit strutturale che va dagli asili alle secondarie di secondo grado. Crediamo però che il modo più efficace consista nel coinvolgimento e nella partecipazione di coloro che il mondo della scuola lo rappresentano. Tutte le risorse che impegnano il personale sul piano organizzativo o in termini remunerativi devono passare attraverso la contrattazione, anche quelle del PNRR. E ciò non sta avvenendo per i fondi stanziati per la figura del tutor, che vede la nostra assoluta contrarietà, né per la formazione del personale. Secondo le nostre leggi tutti questi passaggi dovrebbero essere sottoposti alla contrattazione nazionale integrativa. Sul riparto delle risorse del PNRR è per noi necessaria l’interlocuzione e il coinvolgimento, informato e convinto dei rappresentanti dei lavoratori della scuola”. Ha concluso Sinopoli.

Riabilitazione e sclerosi multipla

Riabilitazione e sclerosi multipla: a Genova il meeting europeo
Vita del 03/05/2023

GENOVA. Robot e realtà virtuale, tecnologie digitali, esercizi fisici, counseling psicologico e lavorativo. Nella cura della sclerosi multipla, la riabilitazione può prendere forme molto diverse fra loro, tutte però volte a migliorare le condizioni delle persone con sclerosi multipla dei loro caregiver. Le ultime novità sul fronte della riabilitazione saranno discusse a Genova, dal 4 al 6 maggio, in occasione del 28° Congresso del Network Europeo Rehabilitation in Multiple Sclerosis (Rims) organizzato in collaborazione con Aism, Università di Genova e Istituto Italiano di Tecnologia – Iit.

«Il Rims vuole portare fra gli operatori e la comunità SM le ultime evidenze scientifiche e conoscenze in ambito riabilitativo così da diffondere le buone pratiche e migliorare la qualità di vita delle persone con sclerosi multipla. Sono sempre di più gli studi che hanno dimostrato come l’approccio riabilitativo produca dei risultati importanti sul decorso della malattia. E che per farlo al meglio sia necessario il coinvolgimento di molte figure professionali ossia di un approccio interdisciplinare», afferma Giampaolo Brichetto, presidente del network europeo Rims e direttore sanitario del Servizio riabilitazione Aism Liguria e coordinatore della ricerca sulla riabilitazione di Aism con la sua Fondazione.

I primi contributi scientifici che hanno dimostrato il beneficio terapeutico della riabilitazione sono del 1999 e sono stati condotti grazie ai finanziamenti di Aism. «Aism ha fondato, insieme al Centro sclerosi multipla di Melsbroek in Belgio, il Rims nel 1991 e ne ha promosso le successive attività internazionali. È quindi per noi un onore ospitare il 28° congresso Rims a Genova, città dove l’associazione gestisce il Servizio di riabilitazione Aism Liguria, uno dei centri di riabilitazione più grandi in Italia, un modello per la sua organizzazione e connessione con il territorio» ha dichiarato Brichetto.

Particolare rilievo verrà dato all’utilizzo della tecnologia per migliorare la valutazione e il monitoraggio della persona con sclerosi multipla e aumentare l’efficacia della riabilitazione. In particolare, si parlerà di tecnologie sanitarie digitali che, insieme alla miniaturizzazione dei sensori, al progresso dei sistemi di telecomunicazione e computazionali, stanno rivoluzionando e aprendo la strada a una nuova visione della riabilitazione della SM. Come anticipa Giacinto Barresi ricercatore in neuroergonomia all’Iit verranno presentati i risultati in riabilitazione di «device indossabili sensorizzati, sistemi di telemedicina, app, dispositivi per la stimolazione magnetica transcranica, tecniche di modellazione e simulazione, nonché sofisticati algoritmi di apprendimento/riconoscimento automatico e intelligenza artificiale».Sarà dato un ampio spazio anche alla tematica dell’attività fisica e dello sport, perché continuare, riprendere o iniziare un’attività fisica o sportiva adatta alle proprie esigenze e da svolgere al di fuori di un contesto puramente clinico, infatti, non solo permette di mantenere le relazioni interpersonali, incidendo positivamente sulla sfera psicosociale delle persone con SM, ma si è rivelata una vera e propria terapia da affiancare ai farmaci tradizionali per contrastare la progressione della patologia. «Nonostante le evidenze scientifiche indichino i benefici dell’attività fisica nelle persone con sclerosi multipla, sono ancora molte le barriere che impediscono di iniziare o continuare un’attività sportiva. Barriere che vogliamo contribuire ad abbattere partendo dalla formazione degli operatori» ha dichiarato Marco Bove Professore dell’Università di Genova.

C. Corsini, La valutazione che educa

“Quel che veramente conta nella valutazione è la comunicazione di indicazioni di miglioramento”. Lo afferma Cristiano Corsini, ordinario di Pedagogia sperimentale all’Università Roma Tre, nel suo ultimo testo “La valutazione che educa. Liberare insegnamento e apprendimento dalla tirannia del voto”, che sarà in distribuzione da giovedì 11 maggio.

La frase, naturalmente riferendosi a una scelta di valutazione in itinere – tutt’altro che data per scontata nel sistema scolastico – giunge a conclusione di un’analisi molto approfondita degli errori riscontrati nei metodi di valutazione e dopo aver presentato approcci e strumenti utili ai fini della formulazione di riscontri valutativi validi, rigorosi, trasformativi.

L’errore più grave? La “scelta di attribuire al voto (numerico e meno che sia) una valenza formativa”.

Per giungere a tali considerazioni l’autore parte proprio dalla funzione della valutazione, per costruire la base sulla quale argomentare il discorso successivo: le condizioni alle quali la valutazione educa e l’analisi di cosa è giusto valutare, e come farlo. Su questi ultimi temi Corsini – chiedendo venia per la franchezza – non esita a parlare di un diffuso “vanverismo pedagogico” e della “raccapricciante ignoranza riguardo a cosa si stia valutando”. L’analisi non riguarda solo il lavoro dell’insegnante ma anche gli strumenti impiegati per valutare il lavoro svolto nelle scuole, come le prove INVALSI.

Fuggendo e contestando il “quotidiano ossequio all’abitudine dell’abbiamo sempre fatto così”, Cristiano Corsini, al contrario, smonta in pagine dense le facili o stereotipate argomentazioni, affrontando con rigore scientifico quali sono le ragioni, le finalità e i metodi del “dare valore”.

Il Pcto cambia faccia, i presidi temono che le aziende non si adeguino mentre gli studenti non vogliono più giovani in catena produttiva

da La Tecnica della Scuola

Di Alessandro Giuliani

Come è stata accolta dal mondo della scuola la nuova alternanza scuola-lavoro, o meglio il Pcto, rivista e corretta dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara? Piuttosto bene dai presidi, decisamente male dagli studenti.

Le novità del nuovo Pcto

Sotto la “lente” sono finite le novità introdotte il 1° maggio con il decreto lavoro, che impone all’azienda ospitante il documento di valutazione dei rischi, con una sezione specifica che indicherà le misure di prevenzione e i dispositivi di protezione per i ragazzi.

Inoltre, l’integrazione al documento sarà fornita alla scuola e allegata alla Convenzione stipulata tra l’istituto e l’impresa; si istituisce la figura del docente coordinatore di progettazione, che sarà individuato dalla scuola; si chiedono ulteriori requisiti – per il Registro per l’alternanza scuola-lavoro presso le camere di commercio – che devono possedere le imprese ospitanti i PCTO per evitare il coinvolgimento di aziende non qualificate; viene istituito un fondo di 10 milioni per il 2023 e di 2 milioni per il 2024, finalizzato all’indennizzo delle famiglie degli studenti vittime di incidenti durante gli stage.

Il sì condizionato dei presidi

“Sono misure che vanno nella giusta direzione – ha detto all’Ansa Cristina Costarelli, presidente Anp Lazio – auspichiamo che oltre alle indicazioni normative ci sia un controllo successivo in fase applicativa”.

A piacere alla preside è, in particolare, “l’attenzione alla sicurezza che in questi ultimi anni ha suscitando perplessità per gli incidenti che si sono verificati anche se nella maggior parte dei casi erano stage e tirocini, non alternanza scuola lavoro. Auspichiamo che oltre alle indicazioni normative ci sia un controllo successivo in fase applicativa: la normativa è importante ma gli enti esterni e le aziende devono poi rispondere ai requisiti indicati”.

Secondo Costarelli è importante anche “la coerenza con il Piano dell’offerta formativa e la questione del coordinatore di progettazione, una figura nuova come profilo anche se nella gran parte delle scuole già esiste una figura di coordinamento abbinata all’orientamento. L’auspicio è integrare in un’ottica organizzativa il Ptco con il tema dell’orientamento. Dunque c’è un accoglimento positivo di queste misure con l’auspicio che si verifichi l’effettiva messa in atto di queste indicazioni”.

Il ‘no secco’ degli studenti

Di diverso avviso sono invece gli studenti, che chiedono l’abolizione dell’Alternanza come prevista finora.

“Prima di qualsiasi intervento, i Pcto si devono fermare subito”, ha detto all’agenzia di stampa la Rete degli studenti del Lazio.

“Solo quando saremo sicuri che nessun altro rischi la propria salute, allora potremo discutere di come strutturare il rapporto fra scuola e lavoro. L’integrazione di una sezione dedicata nella valutazione dei rischi non è abbastanza, ogni azienda deve essere ispezionata dall’ispettorato del lavoro e l’osservatorio non può esistere se non saranno coinvolte le associazioni studentesche e i sindacati dei lavoratori”.

“I soldi stanziati per l’indennizzo alle famiglie fanno paura di per sé…  come può un ministro concepire e addirittura scrivere in una proposta di legge che si prevede un indennizzo per chi muore o si infortuna durante l’orario scolastico. Se Valditara si immagina che possa essere una risposta di fronte alla tragedia, ha capito male”, conclude la Rete degli studenti del Lazio

Anche Bianca Chiesa, coordinatrice nazionale dell’Unione degli studenti, si è detta molto critica. “I percorsi devono svolgersi il più possibile in maniera laboratoriale e all’interno delle scuole, con un obiettivo formativo e non per produrre manodopera gratuita per le aziende. Ogni percorso deve svolgersi in maniera gratuita e fuori da ogni dalla catena produttiva, affinché gli studenti non costituiscano profitto per le aziende”.

“Noi – ha detto all’Ansa – abbiamo sostenuto fin da subito che non basta rendere sicuri i Pcto ma serve immaginare da capo il rapporto tra istruzione e lavoro. Vogliamo dei corsi di formazione reali e che siamo anche sui diritti sindacali, strutturati assieme alle organizzazioni sindacali. Inoltre vogliamo l’abolizione degli attuali percorsi di Pcto in favore dell’istruzione integrata, che sappia rivedere il rapporto tra istruzione e lavoro in modo tale che la scuola non sia assoggettata alle dinamiche del mercato come ad oggi avviene ma le possa ripensare da capo”.

“Infine, vogliamo delle commissioni paritetiche (luoghi di discussione e confronto formati da un pari numero di docenti e studenti) in ogni scuola, affinché gli studenti possano decidere direttamente sui percorsi da intraprendere”, ha concluso Chiesa.

Docenti religione cattolica, altre sentenze favorevoli della Corte di Cassazione. Ruscica (Snadir): “Serve eliminare il precariato storico”

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

Sono arrivate a 40 le sentenze della Corte di Cassazione per gli insegnanti di religione cattolica in servizio da più di un triennio, ma ancora relegati in una condizione di precariato, nonostante la cadenza triennale dei concorsi di accesso ai ruoli prevista dalla legge.

A commentare la questione il segretario nazionale Snadir e presidente FGU Orazio Ruscica: “Si tratta di pronunce univoche che interpellano, indirettamente, la politica, dunque non è più sufficiente lenire gli effetti del precariato attraverso i risarcimenti, è necessario, invece, sanare il precariato intervenendo su quei meccanismi che lo producono”.

Uno spiraglio arriva dal tavolo di confronto che presto si aprirà relativamente ai bandi del concorso ordinario e di quello straordinario. Quest’ultimo è indirizzato ai precari con più di tre anni di servizio, ma interesserà comunque il 50% delle cattedre disponibili, quota non sufficiente a eliminare il precariato di questa specifica categoria.

Le ragioni dei precari

Lo Stato, dunque, continua a pagare per la reiterazione di contratti a tempo determinato, visto che l’Unione Europea ha fissato come tre anni il limite massimo di servizio prima della stabilizzazione. I docenti vanno risarciti, spesso lautamente.

Nel frattempo molti di loro vanno in pensione, senza avere mai avuto la possibilità di sottoscrivere un contratto a tempo indeterminato.

Mercoledì 22 marzo la Corte ha rigettato il ricorso dell’avvocatura di Stato, “contro una sentenza della Corte d’Appello di Ancona del luglio 2018 e contro un’altra della Corte d’Appello di Catanzaro del marzo 2019, che avevano dato ragione allo Snadir e ai suoi insegnanti di Religione cattolica”.

Decreto mille proroghe 2023

Ancora una volta con il decreto mille proroghe, approvato il 22 febbraio 2023, il concorso per docenti di religione cattolica è stato rinviato con la possibilità di essere bandito entro il 31 dicembre 2023, fermo restando l’accordo raggiunto il 14 dicembre del 2020 tra il ministro dell’istruzione e il Presidente della Conferenza episcopale.

Procedura prevista

L’autorizzazione prevista dal decreto mille proroghe prevede la possibilità di emanare due procedure concorsuali per la copertura del 50% dei posti liberi e vacanti negli anni scolastici 2022/2023 e 2023/2024 e 2024/2025, da assegnare ai docenti con tre anni d’incarico e il restante 50% ai docenti partecipanti alla procedura ordinaria.

Modello 730/2023, detrazione massima di 800 euro ad alunno per le spese di istruzione

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Alcune spese, come ad esempio quelle sostenute per motivi di salute, per l’istruzione o per gli interessi sul mutuo dell’abitazione, possono essere utilizzate per diminuire l’imposta da pagare. In questo caso si parla di detrazioni. La misura di queste agevolazioni varia a seconda del tipo di spesa.

Anche quest’anno, per le spese per istruzione diverse da quelle universitarie, spetta una detrazione del 19%, da indicare nel modello 730/2023.

Dall’anno d’imposta 2020 la detrazione d’imposta per alcune delle spese (tra cui anche le spese di istruzione) varia in base all’importo del reddito complessivo. In particolare, essa spetta per intero ai titolari di reddito complessivo fino a 120.000 euro. In caso di superamento del predetto limite, il credito decresce fino ad azzerarsi al raggiungimento di un reddito complessivo pari a 240.000 euro.

La detrazione, con riferimento alle spese di istruzione sostenute nell’anno 2022 per la frequenza di scuole dell’infanzia, del primo ciclo di istruzione e della scuola secondaria di secondo grado, spetta per un importo annuo non superiore a 800 euro per ciascun alunno o studente. La detrazione spetta per le spese sostenute sia per i familiari fiscalmente a carico sia per il contribuente stesso.

Se la spesa riguarda più di un alunno, occorre compilare più righi da E8 a E10 riportando in ognuno di essi il codice 12 e la spesa sostenuta con riferimento a ciascun ragazzo.

Tra i contributi volontari detraibili sono compresi, ad esempio:

  • le spese per la mensa scolastica e per i servizi scolastici integrativi quali l’assistenza al pasto e il pre e post scuola;
  • le spese per le gite scolastiche e per l’assicurazione della scuola;
  • le spese per il servizio di trasporto scolastico;
  • i contributi finalizzati all’ampliamento dell’offerta formativa deliberati dagli organi d’istituto (ad esempio corsi di lingua e di teatro, svolti anche al di fuori dell’orario scolastico e senza obbligo di frequenza).

Questa detrazione non è cumulabile con quella prevista per le erogazioni liberali alle istituzioni scolastiche per l’ampliamento dell’offerta formativa che sono indicate con il codice 31.

Con riferimento al modello 730/2023 ricordiamo che il termine ultimo per la presentazione è di norma il 30 settembre, che però cade di sabato, quindi la scadenza quest’anno è il 2 ottobre 2023.

In proposito, dal pomeriggio di oggi, 2 maggio, è possibile consultare la Precompilata 2023, che potrà essere inviata dall’11 maggio.