Tutor e Orientatore: primi passi verso il middle management

Docenti tutor e Docenti orientatori.
Primi passi verso il middle management

di Carmelo Salvatore BENFANTE PICOGNA, Dario Angelo TUMMINELLI, Zaira MATERA

Nell’intersecato e complesso quadro di interventi e riforme che riguardano il comparto “Istruzione e Ricerca” previste nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) ha avvitato un’importante azione per l’orientamento e il tutoraggio, investendo parte delle risorse allocate per l’istituzione di due nuove figure chiave che compaiono (giuridicamente) per la prima volta nel mondo della scuola: il docente tutor e il docente orientatore.

Approfondimento Sull’argomento PNRR consigliamo, per un maggiore approfondimento, la lettura integrale dell’articolo Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Gli interventi che riguardano il comparto “Istruzione e Ricerca”, a cura di Dario Angelo Tumminelli e Carmelo Salvatore Benfante Picogna, consultabile al link: https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=160605

Le due nuove figure professionali rinnoveranno quell’alleanza educativa, già in essere, tra scuola e famiglia, accompagnando assiduamente studentesse e studenti nel loro delicato percorso di crescita, nella costruzione del loro futuro sia nell’ambito degli apprendimenti che in quello professionale.

Tali figure chiave cosiddette “figure di sistema” saranno, a regime, centrali e decisive per un efficiente ed efficace funzionamento di questa organizzazione, così complessa, che è la nostra scuola.

Lo stesso Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, dopo l’incontro avvenuto con i sindacati di categoria, ha dichiarato: “Con l’istituzione del tutor e del docente orientatore comincia la grande rivoluzione del merito […] Oggi poniamo la prima pietra della rivoluzione del merito nella scuola italiana”.

Le orecchie degli esperti del mondo scolastico hanno inteso, in queste parole, un qualche concreto passo in avanti rispetto alla tanto dibattuta questione del “middle-management”, carriere professionali che possiamo definire “di mezzo” o carriere intermedie tra il personale docente e il personale dirigenziale, ovvero quadri di livello non dirigenziale (previsti in un’organizzazione gerarchica) subordinati alla direzione esecutiva del Dirigente scolastico.

Il primo documento ufficiale che parla di middle-management nella scuola è l’Atto di indirizzo politico – istituzionale (anno 2021), pubblicato il 4 gennaio, a firma dell’allora Ministro Lucia Azzolina, il quale prevedeva nuova visione strategica di governance scolastica con la definizione di un apposito piano per il rilancio del Sistema Nazionale di Istruzione e Formazione, consultabile al link: https://www.miur.gov.it/documents/20182/0/m_pi.AOOGABMI.Registro+Decreti%28R%29.0000002.04-01-2021.pdf/ae043ea2-8130-e3a4-f7ee-0a3bf096f01f?t=1609786965292

Nel suddetto documento si legge testualmente “In considerazione della sempre più evidente complessità che connota la dirigenza scolastica, costantemente orientata a garantire il buon andamento e la correttezza dell’azione amministrativa ma anche chiamata a gestire in maniera competente le sfide che le nuove generazioni pongono quotidianamente alla scuola, in termini di scelte, offerta di qualità, opportunità formativa e orientamento, sarà necessario valutare la definizione, in seguito ai necessari passaggi legislativi e contrattuali, in spirito di ampia condivisione, per la prima volta, dell’area del cd. middle management, cui possano accedere, secondo modalità trasparenti, docenti capaci, per esperienza, professionalità e vocazione, di gestire attività complesse formalmente delegate, tra quelle di competenza del dirigente scolastico, anche al fine di determinare nuove e più compiute professionalità che possano successivamente concorrere al ruolo della dirigenza scolastica con un bagaglio di esperienza organizzativa e di sensibilità amministrativa maturato in tale nuova area professionale”.

La spinta riformatrice ha preso successivamente forma con il Decreto di adozione delle Linee guida per l’orientamento da parte dell’attuale Ministro dell’Istruzione e del Merito, D.M. n. 328 del 22 dicembre 2022, relative alla riforma 1.4 “Riforma del sistema di orientamento”, nell’ambito della Missione 4 – Componente 1 – del Piano nazionale di ripresa e resilienza, finanziato dall’Unione europea – Next Generation EU, consultabile al link: https://www.miur.gov.it/documents/20182/6735034/linee+guida+orientamento-signed.pdf/d02014c6-4b76-7a11-9dbf-1dc9b495de38?version=1.0&t=1672213371208

Approfondimento Le citate Linee guida hanno dato vita ad importanti novità in tema di orientamento inteso come: “strumento essenziale per il superamento delle diseguaglianze e della dispersione scolastica”. In buona sostanza la riforma prevede che l’attività di orientamento (didattica in chiave orientativa) sia inserita all’interno delle attività formative offerte dalle Istituzioni scolastiche e nei curricoli scolastici già a partite dalla scuola secondaria di primo grado. Sono infatti previsti “moduli di orientamento formativo da almeno 30 ore che saranno curricolari nelle classi terze, quarte e quinte della scuola secondaria di secondo grado ed anche extracurricolari per il biennio iniziale e la scuola secondaria di primo grado”.

Più di recente, con il Decreto Ministeriale n. 63 del 5 aprile 2023, sono stati individuati i criteri di ripartizione e le modalità di utilizzo dei centocinquanta milioni di Euro previsti, destinati alle Istituzioni scolastiche del secondo ciclo, ai fini della valorizzazione dei docenti selezionati a ricoprire la funzione di tutor e/o a svolgere la funzione di orientatore. Le somme sono, dunque, destinate a remunerare circa 40.000 figure di sistema tra docente tutor e docente orientatore.

Al sopracitato decreto sono annessi due allegati (A e B) e una circolare ministeriale (prot. n. 958 del 5 aprile 2023) avente come oggetto “Avvio delle iniziative propedeutiche all’attuazione delle Linee guida sull’orientamento – A.S.2023-2024 Il tutor scolastico: prime indicazioni”, documenti consultabili al link: https://www.miur.gov.it/web/guest/news/-/asset_publisher/iN8BfUdw8tJl/content/decreto-ministeriale-n-63-del-5-aprile-2023-1

La circolare in parola, in particolare, individua i requisiti necessari che devono possedere i docenti interessati (su base volontaria) alla procedura selettiva agli esiti della quale sarà avviata apposita formazione attraverso corsi articolati in moduli erogati in modalità online di 20 ore, organizzati dall’Indire, tramite la piattaforma ScuolaFutura. Il corso si concluderà con l’esame finale.

Come riporta la circolare, i docenti devono essere in possesso dei seguenti requisiti:

  • essere in servizio con contratto a tempo indeterminato con almeno cinque anni di anzianità maturata con contratto a tempo indeterminato o determinato;
  • avere svolto compiti rientranti in quelli attribuiti al tutor scolastico e al docente orientatore (funzione strumentale per l’orientamento, per il contrasto alla dispersione scolastica, nell’ambito del PCTO…);
  • aver manifestato la disponibilità ad assumere la funzione di tutor e di docente orientatore per almeno un triennio scolastico”

La citata circolare definisce anche i criteri di utilizzo delle risorse finanziare stabilendo anche alcuni parametri sui compensi: “Ciascuna istituzione scolastica, in sede di contrattazione integrativa, definisce i criteri di utilizzo delle risorse finanziarie assegnate, nonché la determinazione della misura dei compensi, avuto riguardo alle peculiarità organizzative ed allo specifico contesto di riferimento, per remunerare le attività dei tutor e degli orientatori nell’anno scolastico 2023/2024. In particolare, dovrà essere garantita la presenza di un orientatore in ciascuna istituzione scolastica, a cui riconoscere un compenso compreso tra un valore minimo pari a 1.500 Euro lordo Stato e un valore massimo pari a 2.000 Euro lordo Stato e di un tutor per ciascun raggruppamento di studenti prevedendo un compenso compreso tra un valore minimo pari a 2.850 Euro lordo Stato e un valore massimo pari a 4.750 Euro lordo Stato. Al fine di favorire un’applicazione efficace della misura, si ritiene che ciascuna Istituzione scolastica possa, orientativamente, individuare un tutor per raggruppamenti costituiti da un minimo di 30 studenti fino ad un massimo di 50 studenti.”

A dodici giorni di distanza dall’emanazione della circolare, il Ministero ha diramato un’ulteriore nota prot. n. 1039 del 17 aprile 2023, avente come oggetto: “Il tutor scolastico e l’orientatore prime indicazioni e chiarimenti”, nella quale viene evidenziato che tali figure “saranno operative già a partire dall’anno scolastico 2023/2024, per consentire in via prioritaria l’avvio e l’efficace coordinamento delle attività curricolari di orientamento destinate agli studenti delle circa 70 mila classi del secondo biennio e dell’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado”. Anche quest’ultimo documento è consultabile dal link: https://www.miur.gov.it/documents/20182/7414469/m_pi.AOODPPR.REGISTRO+UFFICIALE%28U%29.0001039.17-04-2023.pdf/eb1678eb-a12f-51e6-5d88-ba79b55c4c31?version=1.0&t=1681744429477

Considerata la leva strategica che andranno a svolgere le due nuove figure previste, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha implementato un apposito spazio web accessibile dal link: https://docentitutor.istruzione.it/

Si consiglia per maggiori dettagli la lettura integrale dei contenuti accessibili all’interno della piattaforma appositamente dedicata. Uno spazio web dove è possibile rinvenire il piano predisposto dal Ministero, materiali e risorse utili, la normativa specifica di riferimento (decreti ministeriali, circolari e linee guida), la formazione e, infine, notizie e link utili dove trovare risposte e approfondimenti.

Come viene riportato nel portale del Ministero, fra l’altro,

 i docenti tutor in particolare:

  • aiuteranno ogni studente ad acquisire consapevolezza delle proprie potenzialità;
  • supporteranno le famiglie nei momenti di scelta dei percorsi formativi e/o professionali degli studenti.

mentre i docenti orientatori:

  • favoriranno, anche grazie alla piattaforma digitale unica per l’orientamento messa a punto dal Ministero, l’incontro tra le competenze degli studenti, l’offerta formativa e la domanda di lavoro per consentire una scelta informata e consapevole del percorso di studio o professionale da intraprendere

Per incentivare ulteriormente le carriere di tutor e di orientatori, in aggiunta alle somme stanziate che saranno attribuite a seguito dello svolgimento della mansione, il Ministro dell’Istruzione e del Merito ha firmato una direttiva per riconoscere, a chi svolgerà le attività di docente tutor e orientatore, un punteggio aggiuntivo ai fini della mobilità professionale volontaria del personale docente e delle graduatorie interne di istituto. Il punteggio sarà successivamente definito in sede di contrattazione integrativa. Per approfondimenti si consultino di documenti al link: https://www.miur.gov.it/web/guest/-/docente-tutor-dal-mim-direttiva-per-riconoscimento-di-un-punteggio-aggiuntivo-ai-fini-della-mobilita

Normativa consultata

  • ATTO DI INDIRIZZO POLITICO – ISTITUZIONALE (anno 2021)
  • CIRCOLARE MINISTERIALE prot. n. 1039 del 17 aprile 2023
  • CIRCOLARE MINISTERIALE prot. n. 958 del 5 aprile 2023
  • DECRETO MINISTERIALE n. 63 del 5 aprile 2023
  • DECRETO MINISTERIALE n. 328 del 22 dicembre 2022

Sitografia PORTALE del Ministero dell’Istruzione – Docenti tutor: https://docentitutor.istruzione.it/

Con meno studenti non si potrebbero pagare meglio i docenti?

Con meno studenti non si potrebbero pagare meglio i docenti?

di Francesco Scoppetta

Sabino Cassese (1935) è uno dei nostri maggiori esperti di pubblica amministrazione, è stato ministro per la funzione pubblica nel governo Ciampi (1993-1994) e giudice della .Corte Costituzionale. In una intervista su il Foglio (30/4/23) ha sottolineato come in Italia i media andando sempre dietro alla notizia del giorno trascurino i problemi atavici. Ha detto : “La popolazione giovanile diminuisce, vi sono sempre meno studenti, il fabbisogno di personale addetto ad alcuni servizi è minore. Invece di roboanti annunci di migliaia di nuove assunzioni, dovunque, ma specialmente nella scuola, non si potrebbero “girare” le relative risorse agli attuali addetti, a partire dagli insegnanti, in modo che siano meglio retribuiti e che i loro posti ridiventino attrattivi? Dovrebbe essere il tema di un dibattito pubblico suscitato dai media, se questi non vogliono andare sempre a rimorchio”.

Cassese insomma ha spiegato che solo quando l’opinione pubblica si muove, la politica può capire. “Penso al ruolo di utopisti come il Marx del 1848 o il Beveridge del 1942, o il Roosevelt di quegli stessi anni. Sono loro che hanno configurato le grandi realtà e idealità del nostro tempo, donando possibilità di istruzione gratuita a tutti e almeno 20 anni di vita agli esseri umani, grazie a quella che veniva chiamata la libertà dal bisogno o l’eguaglianza in senso sostanziale. Alla fine si giunge a questo; se si presta attenzione a questi problemi oggi, può darsi che tra vent’anni vi sia una classe politica anche più idonea alla sua funzione”.

Cassese ha ragione, ma non si può dire che i media, ed i sindacati, non abbiano già da tempo suonato l’allarme sul calo “demografico” nella scuola italiana. Il 4 marzo 2023 (money.it/scuola) la domanda rimbalzava sul web.

130mila studenti in meno previsti già nel prossimo anno scolastico 2023/2024

Dopo le iscrizioni all’anno scolastico 2023/24, abbiamo registrato 130 mila studenti in meno. L’equivalente di una città di medie dimensioni. Nell’anno scolastico precedente abbiamo avuto circa 100 mila alunni in meno. Questo è il trend che si verifica: circa 100 mila alunni in meno ogni anno scolastico. Da qui ai prossimi dieci anni perderemo circa 1,2 milioni di alunni”. A dirlo Jacopo Greco, Capo Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali del Ministero dell’istruzione e del merito.

Rispetto a questo quadro – ha aggiunto – si è deciso di dare attuazione al fenomeno della denatalità mantenendo lo stesso organico di docenti. Fatto non scontato. A fronte di una riduzione del numero di alunni, la normativa porterebbe a una contrazione anche degli organici. La politica portata avanti dal governo è stata invece quella di fare in modo che l’organico potesse mantenere una sua continuità. Il rapporto alunni-docenti diventa quindi più favorevole”.

Cosa succederà agli insegnanti se il numero degli studenti è destinato a scendere in modo drammatico? Quali saranno le ripercussioni reali del calo demografico sulla scuola, legato com’è anche all’emigrazione all’estero e alla cosiddetta fuga dei cervelli? Sembra che per la scuola italiana si prepari l’abisso, soprattutto per i docenti, già alle prese con un precariato ormai inassorbibile.

Già a dicembre 2022, infatti, il 56esimo Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese aveva lanciato l’allarme. I numeri che confermano i timori sono i seguenti:

20mila studenti in meno nell’anno scolastico 2015/2016 rispetto all’anno precedente;
75mila in meno nel 2018/2019;
100mila nel 2021/2022;

130mila in meno sono stimati nel prossimo anno scolastico 2023/24.

Il rapporto Censis stima nel 2032

900mila persone in meno tra i 6 e i 13 anni;
726mila ragazzi in meno tra i 14 e i 18 anni.
Nel 2042, invece, la popolazione tra i 19 e i 24 anni avrà 760mila persone in meno rispetto a oggi con delle conseguenze evidenti anche sulle iscrizioni alle università del Paese.

Il calo degli studenti a scuola potrebbe contribuire alla creazione di meno classi pollaio che, invece, restano ancora una piaga nel sistema scolastico nostrano. Solo nell’attuale anno scolastico, specie nelle scuole secondarie e in particolare nelle classi prime, sono 13.761 le aule sovraffollate a partire dai 27 studenti in su.

Ma cosa succede agli insegnanti con il calo demografico che incide sulla scuola e quindi sulle iscrizioni future e sulla popolazione studentesca?

Nulla nell’immediato, si continuerà ad insegnare, continueranno a esserci i precari assunti dalle graduatorie provinciali delle supplenze o da quelle di istituto con contratti a tempo determinato anche per pochissime settimane, e continueranno, sperano i sindacati, le assunzioni a tempo indeterminato con le immissioni in ruolo. D’altronde il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara ha annunciato concorsi molto probabilmente con il nuovo sistema di reclutamento.

Se il prossimo anno scolastico è salvo, per il futuro proporzionalmente alla riduzione degli studenti potrebbero anche diminuire le cattedre disponibili e le assunzioni degli insegnanti. Ricordiamo che già è previsto il dimensionamento scolastico con una riduzione di presidi e Dsga.

Adesso registriamo quali siano i “propositi” dei sindacati di categoria sulla questione “denatalità”. Li mettiamo in ordine:

(1) “Sicuramente il calo demografico potrebbe essere un’occasione storica per ridurre il sovraffollamento delle classi che è molto pesante – dichiara Rino Di Meglio a capo di Gilda degli insegnanti – soprattutto nelle grandi aree urbane. Non dimentichiamo poi l’urgenza di dedicare più risorse all’insegnamento della lingua italiana agli alunni stranieri. La mancata relazione linguistica è una delle prime cause della dispersione scolastica.”

(2) “La drastica riduzione del numero degli alunni – ha dichiarato Marcello Pacifico dell’Anief – ci deve fare riflettere su quali siano le strategie per lottare contro la dispersione scolastica e per migliorare gli apprendimenti dei nostri studenti. Come Anief pensiamo che occorra aprire una riflessione sul tempo scuola e sul tempo-pieno, che deve essere garantito soprattutto al Sud e ancora su una rivisitazione dei tempi e dei cicli scolastici.”

(3) Secondo Giuseppe D’Aprile, a capo della Uil scuola RUA, il calo demografico è sicuramente “un’occasione persa per portare il numero degli alunni per classe a 18/20. Numero che dovrebbe essere uno standard per il nostro paese“. Ma non solo. D’Aprile considera il calo degli alunni per classe “una prova di lungimiranza e una scelta coraggiosa che darebbe risultati certi e duraturi. Invece – commenta – ancora una volta si riducono gli organici e le classi restano sovraffollate. Ancora una volta sulla scuola si “fa cassa” e non si investe, segno di una politica miope che continua a considerarla quale fonte di risparmio e non di investimento“.(Orizzonte scuola)

Come si vede, tra i propositi non viene contemplata un’altra possibilità storica, che è poi quella indicata da Cassese, e che sarebbe quella di

aumentare gli stipendi degli insegnanti rendendo più attrattiva per i giovani la professione. Se infatti il governo mantenesse ferme le risorse che spende ogni anno per gli stipendi degli insegnanti pur in presenza di una loro diminuzione, si otterrebbe un aumento assolutamente necessario ed auspicato della retribuzione media dei docenti.

Ma i sindacati, e le forze politiche loro collegate, a parole da sempre dicono di volere un aumento delle retribuzioni, nei fatti vogliono che pur calando gli alunni il Ministero continui ad assumere altri insegnanti. Tutto il discorso delle classi pollaio, della dispersione, dell’italiano L2, del tempo pieno, serve a questo: spronare il governo a continuare ad assumere prospettando “nuovi” compiti per i docenti. Nessuno in Italia che abbia il coraggio di dire allora: l’aumento delle retribuzioni dei docenti non è necessario e non serve a nulla.

La politica italiana sul reclutamento nella scuola è storicamente stata ed è questa: assumere molti insegnanti ma con stipendi bassi. Anche in presenza del calo demografico si vuol continuare come se niente fosse su questa strada. Sarà rimasto qualche utopista in questo Paese, come auspica Cassese?

Inclusione sociale e lavoro in CdM

Il Consiglio dei Ministri, nel corso della riunione di lunedì 1° maggio 2023, ha approvato

Misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro (decreto-legge)

Il testo interviene con misure volte a ridurre il cuneo fiscale, per la parte contributiva, nei confronti dei lavoratori dipendenti con redditi fino a 35.000 euro lordi annui; a contrastare la povertà e l’esclusione sociale, con particolare attenzione per le famiglie al cui interno siano presenti soggetti fragili, minori o anziani; a promuovere politiche attive del lavoro, con l’obiettivo di assicurare un’adeguata formazione a chi non ha un’occupazione ed è in grado di svolgere un’attività lavorativa e di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Si introducono poi interventi urgenti volti a rafforzare le regole di sicurezza sul lavoro e di tutela contro gli infortuni e si modifica la disciplina del contratto di lavoro a termine.

Misure a sostegno dei lavoratori e per la riduzione della pressione fiscale

Si innalza, dal 2 al 6 per cento, l’esonero parziale sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico dei lavoratori dipendenti per i periodi di paga dal 1° luglio al 31 dicembre 2023 (con esclusione della tredicesima mensilità). L’esenzione è innalzata al 7 per cento se la retribuzione imponibile non eccede l’importo mensile di 1.923 euro.

Si conferma l’incremento della soglia dei fringe benefit a 3.000 euro per il 2023, esclusivamente per i lavoratori dipendenti con figli a carico.

Si prevede una estensione ai genitori vedovi della maggiorazione dell’assegno unico prevista per i nuclei familiari in cui entrambi i genitori siano occupati.

Misure di inclusione sociale e lavorativa, di accompagnamento al lavoro e di incentivazione dell’occupazione giovanile

Dal 1° gennaio 2024, si introduce una misura nazionale di contrasto alla povertà, che consiste in una integrazione al reddito in favore dei nuclei familiari che comprendano una persona con disabilità, un minorenne o un ultra-sessantenne e che siano in possesso di determinati requisiti, relativi alla cittadinanza o all’autorizzazione al soggiorno del richiedente, alla durata della residenza in Italia e alle condizioni economiche. Il beneficio mensile, di importo non inferiore a 480 euro all’anno esenti dall’IRPEF, sarà erogato dall’INPS attraverso uno strumento di pagamento elettronico, per un periodo massimo di 18 mesi continuativi, con la possibilità di un rinnovo per ulteriori 12 mesi. Il nucleo beneficiario sarà tenuto a sottoscrivere un patto di attivazione digitale e a presentarsi, con cadenza trimestrale, presso i patronati o i servizi sociali e i centri per l’impiego, al fine di aggiornare la propria posizione.

Per i soggetti occupabili, cioè coloro che hanno una età compresa tra i 18 e i 59 anni e non rientrano tra le categorie individuate come “fragili”, è prevista la decadenza dal beneficio nel caso di rifiuto di una offerta di lavoro a tempo pieno o parziale, non inferiore al 60 per cento dell’orario a tempo pieno e con una retribuzione non inferiore ai minimi salariali previsti dai contratti collettivi e che sia, alternativamente:

  • a tempo indeterminato, su tutto il territorio nazionale;
  • a tempo determinato, anche in somministrazione, se il luogo di lavoro non dista oltre 80 km dal domicilio.

Per evitare il godimento irregolare del beneficio, sono previsti un adeguato regime sanzionatorio e una specifica attività di vigilanza da parte del personale ispettivo dell’Ispettorato nazionale del lavoro (INL), dell’INPS, della Guardia di finanza e dei Carabinieri.

I datori di lavoro privati che intendano assumere i beneficiari potranno fruire, a determinate condizioni, di incentivi nella forma di un esonero contributivo previdenziale. Ai patronati, alle associazioni senza fini di lucro e agli altri enti di mediazione sarà riconosciuto, per ogni persona con disabilità assunta a seguito dell’attività da loro svolta, un contributo compreso tra il 60 e l’80 per cento di quello riconosciuto ai datori di lavori.

Ai soggetti di età compresa fra i 18 e 59 anni in condizioni di povertà assoluta, facenti parte di nuclei familiari privi dei requisiti per accedere al sostegno al reddito e ai componenti di nuclei che invece lo percepiscono e che non siano calcolati nella scala di equivalenza, è riconosciuto un diverso contributo, volto a sostenere il percorso di inserimento lavorativo, anche attraverso la partecipazione a progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale, di orientamento, di accompagnamento al lavoro e di politiche attive. Tra tali misure rientra anche il servizio civile universale, per accedere al quale sono previste deroghe ai limiti di età e quote di riserva nei relativi bandi. Al fine di beneficiare dello strumento, i soggetti interessati dovranno registrarsi su una piattaforma informatica nazionale, rilasciare una dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, rispondere a determinati requisiti e sottoscrivere un patto di servizio personalizzato, a seguito del quale potranno ricevere offerte di lavoro o essere inseriti in specifici progetti di formazione. Durante la partecipazione ai programmi formativi, per un massimo di dodici mensilità, gli interessati riceveranno un beneficio economico pari a 350 euro mensili.

Inoltre, per favorire l’occupazione giovanile sono previsti incentivi pari al 60 per cento della retribuzione per un periodo di 12 mesi, a favore dei datori di lavoro che assumono giovani sotto i trenta anni di età, non inseriti in programmi formativi e registrati nel PON “Iniziativa Occupazione Giovani”. L’incentivo è cumulabile con l’esonero contributivo nella misura del 100 per cento, per un periodo massimo di trentasei mesi, e con altri incentivi previsti dalla legislazione vigente.

Misure sui contratti a termine

Si apportano modifiche alla disciplina del contratto di lavoro a termine (cosiddetto “tempo determinato”), variando le causali che possono essere indicate nei contratti di durata compresa tra i 12 e i 24 mesi (comprese le proroghe e i rinnovi), per consentire un uso più flessibile di tale tipologia contrattuale, mantenendo comunque fermo il rispetto della direttiva europea sulla prevenzione degli abusi.

Pertanto, i contratti potranno avere durata superiore ai 12 mesi, ma non eccedente i 24 mesi:

  • nei casi previsti dai contratti collettivi;
  • per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva, individuate dalle parti, in caso di mancato esercizio da parte della contrattazione collettiva, e in ogni caso entro il termine del 31 dicembre 2024;
  • per sostituire altri lavoratori.

Rafforzamento delle regole di sicurezza sul lavoro, di tutela contro gli infortuni e dei controlli ispettivi

Si istituisce, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, un Fondo per i familiari degli studenti vittime di infortuni in occasione delle attività formative.

Si prevedono, tra l’altro: l’obbligo per i datori di lavoro di nominare il medico competente se richiesto dalla valutazione dei rischi; l’estensione ai lavoratori autonomi di alcune misure di tutela previste nei cantieri; l’obbligo di formazione specifica in capo al datore di lavoro nel caso di utilizzo di attrezzature di lavoro per attività professionali e conseguenti sanzioni in caso di inosservanza.

Si introducono, inoltre, disposizioni in materia di condivisione dei dati per il rafforzamento della programmazione dell’attività ispettiva e di vigilanza nella Regione siciliana e nelle province autonome di Trento e di Bolzano.

Disegno di legge in materia di lavoro

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone, ha approvato, con procedura d’urgenza, un disegno di legge in materia di lavoro.

Di seguito alcune tra le principali previsioni.

Contributo per le assunzioni di persone con disabilità

La disposizione prevede il riconoscimento per enti e organizzazioni di un contributo per ogni persona con disabilità assunta a tempo indeterminato tra il 1° agosto 2022 ed il 31 dicembre 2023.

Modifiche in materia di somministrazione di lavoro

Si eliminano i limiti percentuali relativi alle assunzioni con il contratto di apprendistato in regime di somministrazione e quelli quantitativi in caso di somministrazione a tempo indeterminato di specifiche categorie di lavoratori (lavoratori in mobilità, soggetti disoccupati non del settore agricolo).

L’esenzione dal rispetto dei limiti quantitativi nell’utilizzo di personale in somministrazione, già prevista per altre fattispecie, si estende al caso in cui tale personale sia assunto dal somministratore con rapporto di lavoro a tempo indeterminato.

Sospensione della prestazione di cassa integrazione

Si estende ai rapporti di lavoro di durata pari o inferiore a sei mesi la disciplina già prevista per quelli di durata superiore, che prevede che il lavoratore non abbia diritto all’integrazione soltanto per le giornate di lavoro effettuate.

Durata del periodo di prova

Si puntualizza la tempistica della durata del periodo di prova nel rapporto di lavoro a tempo determinato, fissandola in un giorno di effettiva prestazione per ogni quindici giorni di calendario, e si precisa che in ogni caso tale periodo non può essere inferiore a due giorni.

Rafforzamento degli ambiti territoriali sociali per l’attuazione del LEPS e degli interventi del PNRR

Si rafforzano gli Ambiti territoriali sociali (ATS) mediante il finanziamento dell’incremento delle capacità operative dei servizi sociali comunali svolti in forma singola o associata dai comuni delle regioni a statuto ordinario per le funzioni di programmazione, coordinamento, realizzazione e gestione degli interventi, dei servizi e delle attività anche utili al raggiungimento dei livelli essenziali delle prestazioni sociali (LEPS). Si consentono le assunzioni a tempo indeterminato di personale, anche amministrativo, per le funzioni utili al raggiungimento dei LEPS, in deroga ai vincoli di contenimento della spesa di personale.

Potenziamento dell’attività di accertamento di elusioni e violazioni in ambito contributivo e della riscossione degli importi omessi e promozione dell’adempimento spontaneo degli obblighi contributivi

Si potenzia la capacità di controllo e verifica dell’INPS, consentendo all’ente accertamenti d’ufficio mediante la consultazione di banche dati non solo dell’Istituto, ma anche di altre pubbliche amministrazioni. Si prevede, inoltre, che gli uffici dell’Ente possano invitare i contribuenti a comparire di persona o mediante rappresentanti per fornire dati ed elementi informativi. Qualora il contribuente effettui il pagamento integrale entro quaranta giorni dal ricevimento dell’accertamento, le sanzioni civili sono ridotte nella misura del 50%. Entro tale termine il contribuente può inoltrare domanda di dilazione.

L’INPS può trasmettere al contribuente la comunicazione di eventuali anomalie affinché quest’ultimo provveda alla correzione. Il contribuente ha un termine di novanta giorni dalla notifica della comunicazione per segnalare eventuali elementi, fatti o circostanze per confutare quanto comunicato. Il contribuente che provveda alla regolarizzazione delle anomalie ed effettui entro trenta giorni il versamento dei contributi è ammesso al pagamento della sanzione civile in misura annua pari al 2,75% dell’importo della contribuzione dovuta ed in caso di pagamento in forma dilazionata, la riduzione della sanzione è subordinata al versamento della prima rata. Sono previste specifiche disposizioni per l’omesso o tardivo versamento di una delle successive rate e per i casi di assenza di segnalazioni o di regolarizzazione da parte del contribuente.

Pagamento dilazionato dei debiti contributivi

Si aumenta il numero di rate, previste per il pagamento dei premi, passando dagli attuali 24 a 60 mesi.

Ricostituzione del Fondo nazionale per le Politiche Migratorie

Si prevede l’incremento, per l’anno 2023, di un importo pari a euro 2.427.740 per il Fondo nazionale per le politiche migratorie, istituito presso la Presidenza del Consiglio.

Ricongiunzione, ai fini previdenziali, dei periodi assicurativi per i lavoratori dipendenti, autonomi e per i liberi professionisti

Si modifica la disciplina della ricongiunzione ai fini previdenziali dei periodi assicurativi, allineando il rendimento previsto a quello offerto dal sistema contributivo, pari alla media quinquennale del tasso di crescita del PIL.

Il testo prevede, infine, norme relative all’istituzione del Sistema informativo per la lotta al caporalato in agricoltura; l’uniformazione dei tempi di presentazione delle domande di accesso ad Ape sociale e di pensionamento anticipato con requisito contributivo ridotto; modifiche al Codice del terzo settore per consentire la partecipazione a distanza alle assemblee; modifiche relative ai fondi di solidarietà bilaterali.

INCLUSIONE E ACCESSIBILITÀ

Riqualificazione dei servizi pubblici per l’inclusione e l’accessibilità in attuazione dell’articolo 2, comma 2, lettera e) della legge 22 dicembre 2021, n. 227 (decreto legislativo – esame preliminare)

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per le disabilità Alessandra Locatelli, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo che, in attuazione dell’articolo 2, comma 2, lettera e), della legge 22 dicembre 2021, n. 227, introduce norme relative alla riqualificazione dei servizi pubblici per l’inclusione e l’accessibilità.

Le disposizioni mirano a garantire l’uniformità della tutela dei lavoratori con disabilità sul territorio nazionale e l’accessibilità ai servizi forniti dalle pubbliche amministrazioni ai fini della loro piena inclusione.

Si introduce un’apposita figura qualificata nell’ambito delle pubbliche amministrazioni, preposta alla programmazione strategica della piena accessibilità delle amministrazioni da parte delle persone con disabilità. A tale figura spetta il compito di individuare le modalità e le azioni dirette a realizzare la piena accessibilità alle amministrazioni, fisica e digitale, da parte dei cittadini ultrasessantacinquenni e dei cittadini con disabilità; la stessa figura propone tali attività tra gli obiettivi programmatici e strategici della performance dell’amministrazione. Inoltre, gli obiettivi di tutela e accessibilità delle persone con disabilità nell’esercizio delle prestazioni lavorative e nell’accesso e fruizione dei servizi della pubblica amministrazione entrano a far parte del sistema di valutazione dei risultati anche in relazione alla responsabilità dei dirigenti. Infine, si estende il campo di applicazione dell’azione collettiva nei confronti delle pubbliche amministrazioni nei casi di mancata attuazione o violazione dei livelli essenziali per l’inclusione sociale e l’accessibilità delle persone con disabilità o degli obblighi previsti.


Priorità alla sicurezza e all’efficacia dei percorsi di alternanza scuola-lavoro: il Ministro Valditara presenta in CdM le nuove misure di rafforzamento dei PCTO

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha presentato nel Consiglio dei Ministri odierno un pacchetto di interventi che mirano a garantire una maggiore sicurezza ed efficacia dei Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO). Le azioni più urgenti e necessarie sono contenute nel Decreto-legge che stabilisce misure per l’inclusione sociale ed entreranno in vigore dall’anno scolastico 2023/2024. Gli altri interventi per il rilancio dei PCTO faranno parte di un Disegno di legge in materia di lavoro.

“Sono misure concrete che mirano a dare maggiore sicurezza ed efficacia ai percorsi di alternanza scuola-lavoro”, è il commento del Ministro Valditara, “dopo una fase di ascolto attento delle istanze delle varie componenti della scuola e di confronto proficuo con le rappresentanze sindacali, riformiamo i PCTO perché siano percorsi sicuri e di qualità”.

LE MISURE

Interventi inseriti nel Decreto-legge recante misure per l’inclusione sociale (in vigore dal 2023/2024)

Le imprese impegnate nei Percorsi dovranno integrare il proprio documento di valutazione dei rischi con una sezione specifica che indicherà le misure di prevenzione e i dispositivi di protezione per i ragazzi. L’integrazione al documento sarà fornita alla scuola e allegata alla Convenzione stipulata tra l’istituto e l’impresa.

“Si tratta di una misura che si inserisce nel contesto dell’impegno assunto dal Governo nei confronti delle famiglie perché PCTO e sicurezza viaggino di pari passo”, ha commentato il Ministro Valditara. In seguito a tavoli dedicati fra il Ministero dell’Istruzione e del Merito e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, presso il Ministero del Lavoro è stato tra l’altro istituito un fondo di 10 milioni per il 2023 e di 2 milioni per il 2024, finalizzato all’indennizzo delle famiglie degli studenti vittime di incidenti durante l’attività di alternanza scuola-lavoro.

Con il Decreto-legge viene espressamente previsto, inoltre, che il PCTO debba essere coerente con il Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF) degli istituti e con il profilo culturale, educativo e professionale dei singoli indirizzi di studio offerti dalle scuole. Per assicurare questo scopo, viene anche introdotta la figura del docente coordinatore di progettazione, che sarà individuato dall’istituzione scolastica.

Allo stesso tempo, viene rafforzato il Registro per l’alternanza scuola-lavoro presso le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, con l’inserimento di ulteriori requisiti che devono possedere le imprese ospitanti i PCTO onde evitare ricorso ad aziende non qualificate. Tra questi requisiti, capacità strutturali, tecnologiche e organizzative dell’impresa, esperienza maturata nei Percorsi, eventuale partecipazione a forme di raccordo organizzativo con associazioni di categoria, reti di scuole, enti territoriali già impegnati nei PCTO.

Per una proficua progettazione dei Percorsi, sono previsti l’interazione e lo scambio di informazioni e di dati, finora carenti, tra il Registro nazionale per l’alternanza scuola-lavoro e la Piattaforma dell’alternanza scuola-lavoro, istituita presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito, che viene rinominata come “Piattaforma per i Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento”. Inoltre, è previsto un sistema di costante monitoraggio della qualità dei Percorsi.

Interventi inseriti nel disegno di legge in materia di lavoro

A conferma dell’assoluta priorità del tema della sicurezza delle studentesse e degli studenti, è introdotta la formazione in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro nell’ambito dell’insegnamento dell’Educazione civica.

Per garantire il consolidamento e la qualità dei PCTO, il Ministero dell’Istruzione e del Merito istituisce l’Osservatorio nazionale per il sostegno alle attività di monitoraggio e di valutazione dei Percorsi. Composizione, funzionamento e durata dell’Osservatorio saranno definiti con decreto del Ministro.

Presso il MIM viene introdotto anche l’Albo delle buone pratiche dei PCTO, che raccoglierà le migliori azioni delle istituzioni scolastiche, per incentivare la diffusione e la condivisione delle esperienze d’eccellenza.

Nel contesto delle misure che il Governo prevede per incrementare la sicurezza nelle scuole, è stato inserito nel Decreto Lavoro, in vigore dal 5 maggio, una prima estensione della copertura assicurativa per i rischi sia del personale scolastico che degli studenti nel corso dello svolgimento delle attività di insegnamento/apprendimento nell’ambito del sistema di istruzione e formazione, della formazione professionalizzante e superiore, compresi gli ITS. Nel caso del personale scolastico la copertura riguarderà anche il danno in itinere.

“È una grande novità che va nella direzione in cui fin dall’inizio del mio mandato siamo impegnati, garantire sicurezza e serenità a studenti, famiglie e lavoratori della scuola”, ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. “Con questo intervento si rimuove, finalmente, una disparità di trattamento, risalente nel tempo, equiparando le tutele assicurative per il personale della scuola a quelle per il restante pubblico impiego”, ha aggiunto il Ministro. Inoltre, vengono estese al massimo le tutele assicurative degli studenti, che ricomprenderanno tutte le attività previste nel piano dell’offerta formativa, dunque, anche, per esempio le gite.

Tale intervento si inserisce anche nel piano più generale di semplificazioni messo in atto dal Ministero, poiché in tal modo non si renderà più necessario, da parte delle scuole, attivare procedure comparative per l’individuazione di assicurazioni integrative, peraltro con onere da parte delle famiglie. “Ringrazio il ministro Calderone per l’ampia collaborazione e il Ministro Giorgetti per la sensibilità dimostrata assicurando la copertura finanziaria”.

Rilevazioni INVALSI A.S. 2022/2023

Con la Lettera del 2 novembre 2022 il Presidente dell’INVALSI comunica che dal 15 novembre 2022, sono aperte le iscrizioni alle rilevazioni nazionali degli apprendimenti delle studentesse e degli studenti per l’anno scolastico 2022- 2023 (prove INVALSI 2023).


L’INVALSI rende noto il calendario di svolgimento delle prove per l’anno scolastico 2022/23

Calendario delle somministrazioni

  • II primaria (prova cartacea)
    • Italiano: venerdì 5 maggio 2023
    • Prova di lettura solo Classi Campione: venerdì 5 maggio 2023
    • Matematica: martedì 9 maggio 2023
  • V primaria (prova cartacea)
    • Inglese: mercoledì 3 maggio 2023
    • Italiano: venerdì 5 maggio 2023
    • Matematica: martedì 9 maggio 2023
  • III secondaria di primo grado (prova al computer – CBT)
    • Sessione ordinaria Classi Campione: lunedì 3, martedì 4, mercoledì 5, mercoledì 12 aprile 2023
      In questa finestra la scuola sceglie tre giorni per svolgere le prove di Italiano, Matematica e Inglese (lettura e ascolto).
    • Sessione ordinaria Classi NON Campione, prove di Italiano, Matematica e Inglese (lettura e ascolto): da lunedì 3 aprile 2023 a venerdì 28 aprile 2023
  • II secondaria di secondo grado (prova al computer – CBT)
    • Sessione ordinaria Classi Campione, prove di Italiano e Matematica: giovedì 11, venerdì 12, lunedì 15 maggio 2023
      In questa finestra la scuola sceglie due giorni per svolgere le prove di Italiano, Matematica.
    • Sessione ordinaria Classi NON Campione, prove di Italiano e Matematica: da giovedì 11 maggio 2023 a mercoledì 31 maggio 2023
  • V secondaria di secondo grado (prova al computer – CBT)
    • Sessione ordinaria Classi Campione: mercoledì 1, giovedì 2, venerdì 3, lunedì 6 marzo 2023
      In questa finestra la scuola sceglie tre giorni per svolgere le prove di Italiano, Matematica e Inglese (lettura e ascolto).
    • Sessione ordinaria Classi NON Campione, prove di Italiano, Matematica e Inglese (lettura e ascolto): da mercoledì 1 marzo 2023 a venerdì 31 marzo 2023


OGGETTO: Partecipazione prove INVALSI 2023 Percorsi di secondo livello ULTERIORI CHIARIMENTI.

Gentile Dirigente,
vorrei comunicarLe, d’intesa con la Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione del Ministero dell’istruzione e del merito, che per il corrente anno scolastico gli studenti che frequentano percorsi di secondo livello dell’istruzione tecnica, professionale e artistica (ivi compresi i percorsi di II livello finalizzati al conseguimento di altri diplomi di istruzione liceale (articolo 4, comma 7, DPR n. 263 del 2012), compresi gli studenti che si trovano in istituti di prevenzione e pena, dovranno sostenere le prove INVALSI (Italiano – Matematica – Inglese Reading – Inglese Listening) che rappresentano requisito di accesso all’esame di Stato.

Nell’area riservata della segreteria, nel modulo ‘Classi e gruppi di studenti’, sono stati inseriti i plessi con classi di percorsi di istruzione di secondo livello e/o eventuali classi di percorsi di istruzione di secondo livello per gli studenti che si trovano in istituti di prevenzione e pena. Vi invitiamo a prenderne visione per confermare tali dati.
Per gli studenti presenti in queste classi non è previsto l’inserimento delle informazioni di contesto.
Le somministrazioni si svolgeranno esclusivamente durante la sessione suppletiva e precisamente dal 22 maggio al 5 giugno 2023.
Gli studenti che frequentano percorsi di secondo livello svolgeranno le prove in formato elettronico (CBT – Computer based testing). La piattaforma per le somministrazioni sarà attiva dalle ore 7:30 alle ore 22:30. Nella prima decade del mese di maggio si attiverà, nell’area riservata del Dirigente scolastico presso il sito https://invalsi-areaprove.cineca.it/, la funzione ‘Gestione e Monitoraggio delle somministrazioni’ dalla quale si potranno attribuire gli strumenti compensativi e/o le misure dispensative allo studente. L’attribuzione di tali strumenti e misure dovrà essere coerente con quanto indicato nella Nota BES già presente tra il materiale informativo messo a disposizione della scuola. Dal modulo ‘Gestione e Monitoraggio della somministrazione CBT’ il Dirigente scolastico potrà controllare lo stato di somministrazione delle singole prove per ogni studente.
Gli studenti che frequentano percorsi di secondo livello e che si trovano in istituti di prevenzione e pena svolgeranno le prove in formato cartaceo. Per le modalità di somministrazione, correzione e invio delle risposte degli studenti si rimanda a una comunicazione successiva. Anche in questo caso il Dirigente scolastico potrà controllare lo stato di somministrazione delle singole prove per ogni studente dal modulo ‘Gestione e Monitoraggio della somministrazione CBT”.

Nota 11 maggio 2023, AOODGOSV 15531
Prove INVALSI per candidati detenuti, sottoposti a restrizioni della libertà personale o sottoposti a provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria Minorile – percorsi di secondo livello, terzo periodo didattico (articolo 4, comma 1, lett. b, e comma 3, lett. c), del Decreto del Presidente della Repubblica 29 ottobre 2012, n. 263)