Giorno della memoria

Con la Legge n. 56 del 4 maggio 2007 il Parlamento Italiano riconosce il 9 maggio, anniversario dell’uccisione di Aldo Moro, come ‘Giorno della memoria’, al fine di ricordare tutte le vittime del terrorismo, interno ed internazionale, e delle stragi di tale matrice.


“La conoscenza e la comprensione della storia sono indispensabili per salvaguardare i valori e i fondamenti della nostra democrazia”. Lo dichiara il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi.

“Per questo la legge che ha istituito il Giorno della memoria che celebriamo oggi, in occasione dell’anniversario dell’uccisione di Aldo Moro, ha previsto il coinvolgimento delle scuole: studentesse e studenti devono infatti poter conoscere la storia e le vicende delle donne e degli uomini che hanno perso la vita per colpa della violenza cieca e, attraverso di loro, le pagine buie della storia del nostro Paese che non vogliamo si ripetano mai più – prosegue il Ministro -. La scuola è il luogo in cui si forma la coscienza civile del nostro Paese”.

Il Ministro Bianchi ha preso parte questa mattina nell’Aula di Palazzo Montecitorio alla Cerimonia di commemorazione del “Giorno della Memoria” dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi, che si è tenuta alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Hanno partecipato il Presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, e la Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. Presenti, inoltre, studentesse e studenti del Liceo musicale “Farnesina” di Roma, dell’Istituto di Istruzione Superiore “Roberto Rossellini” di Roma, del Liceo “Laura Bassi” di Bologna e del Liceo musicale “Empedocle” di Agrigento.

Festa dell’Europa

Il 9 maggio si celebra la Festa dell’Europa, nell’anniversario della dichiarazione del Ministro degli Esteri francese Robert Schuman che è considerata l’atto di nascita dell’Unione Europea.


Un hackathon creativo dedicato alle ragazze e ai ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado, con l’obiettivo di costruire una campagna di valorizzazione della scuola futura ispirata ai valori dell’Europa. È “Futura Yeah!” (Youth European Action Hackathon), l’evento promosso dal Ministero dell’Istruzione in occasione della Festa dell’Europa che si celebra il prossimo lunedì 9 maggio.

Attraverso un processo in più fasi, nella giornata di oggi 36 fra studentesse e studenti provenienti da sei scuole differenti, divisi in squadre, sceglieranno alcuni simboli europei (luoghi, concetti, personaggi) capaci di veicolare i valori comunitari che ritengono utili alla scuola del futuro. Domani e domenica 8 maggio le attività saranno dedicate, invece, alla formazione sulla comunicazione e ai lavori di gruppo: esperti del settore illustreranno le linee strategiche per la costruzione di una campagna informativa. In seguito, ragazze e ragazzi si sfideranno nell’ideazione e nella realizzazione di una campagna di valorizzazione della propria visione di scuola futura europea, elaborata a partire dai simboli scelti. Lunedì 9 maggio, alle ore 10, l’evento finale, in diretta streaming sul canale YouTube del progetto ‘Le Scuole’ del Ministero, con la premiazione e la presentazione dei progetti realizzati dai ragazzi. Il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, interverrà per un saluto con un videomessaggio.

Una giuria composta da docenti e referenti del Ministero individuerà le idee e il progetto migliore e la squadra vincitrice avrà l’opportunità di proseguire l’esperienza formativa partecipando a Fiera Didacta. Tutte le studentesse e gli studenti che partecipano all’iniziativa riceveranno un attestato.

XXXVIII Olimpiadi di Matematica

Si è conclusa domenica 8 maggio la XXXVIII edizione delle Olimpiadi Italiane della Matematica, organizzate dall’Unione Matematica Italiana, su mandato del Ministero dell’Istruzione, nell’ambito della valorizzazione delle eccellenze scolastiche.

“Le Olimpiadi di Matematica sono un’occasione per valorizzare il talento di studentesse e studenti in una disciplina che, come tutte le materie STEM, ha un ruolo fondamentale in una formazione adeguata al mondo di oggi – dichiara il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi -. Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato per il successo di questa manifestazione e faccio le mie congratulazioni alle ragazze e ai ragazzi che hanno partecipato, assistiti dal grande impegno dei loro docenti”.

La gara, svolta a Cesenatico (FC) dal 5 all’8 maggio, ha visto un ex aequo al vertice della classifica delle finali nazionali: Matteo Damiano, del Liceo “Galileo Ferraris” di Torino, e Massimiliano Foschi, del Liceo “Galileo Galilei” di Civitavecchia (RM).

Al terzo posto, Luca Sartori del Liceo “Jacopo Da Ponte” di Bassano del Grappa (VI). Quarto classificato, Massimo Gasparini del Liceo “Enrico Fermi” di Padova. Quinto Valerio Stancanelli del Liceo “Ulisse Dini” di Pisa. Si è qualificata sesta la prima delle 31 studentesse in finale, Daria Pasqualetti, sempre del Liceo “Dini” di Pisa.

Negli stessi giorni si sono tenute anche le finali delle gare a squadre. In quella femminile, svoltasi presso il Liceo scientifico “Enzo Ferrari” (ISIS “Leonardo da Vinci”) ha vinto il Liceo “Leonardo” di Brescia, seguito dalle campionesse in carica del “Magrini-Marchetti” di Gemona del Friuli (UD), con le ragazze del Liceo “Dini” di Pisa a chiudere il podio.

Nella finale mista, al Palazzetto dello Sport di Cesenatico, il Liceo “Galileo Ferraris” di Torino ha vinto una gara aperta fino all’ultimo, davanti al “Dini” di Pisa, classificatosi secondo. Ha raggiunto il terzo posto il “Fermi” di Padova.

Le studentesse e gli studenti si sono cimentati con 6 problemi matematici, di difficoltà crescente, con 4 ore e 30 minuti di tempo.

In totale sono stati premiati 152 dei 301 concorrenti: 25 medaglie d’oro, 56 d’argento e 71 di bronzo. Menzione d’onore per 54 studentesse e studenti, per aver risolto in maniera completamente corretta almeno uno dei 6 problemi proposti.

Alle premiazioni hanno preso parte: per l’Unione Matematica Italiana il Presidente, Professor Piermarco Cannarsa, la Vicepresidente, Professoressa Rita Pardini, e il Tesoriere-Amministratore, Professor Fausto Ferrari; per il Comune di Cesenatico gli Assessori Emanuela Pedulli e Jacopo Agostini; per l’ISIS “Leonardo da Vinci” di Cesenatico il Professor Roberto Buda, per Huawei, main sponsor della manifestazione, l’Ing. Jonathan Gambini, la dottoressa Margherita Azzoni Tognola e la dottoressa Alessandra Crudo.

I siti di riferimento per la manifestazione sono http://olimpiadi.dm.unibo.it e http://www.fairmath.it/cesenatico/ dove è possibile trovare informazioni più complete, i testi dei problemi proposti e le classifiche.

Olimpiadi di Robotica

Si sono svolte a Genova il 6 e il 7 maggio le fasi finali delle Olimpiadi di Robotica, progetto finanziato dal Ministero dell’Istruzione. La manifestazione si è conclusa ieri, con la proclamazione dei progetti vincitori, che saranno premiati il prossimo 21 maggio a Firenze, nel corso di “Fiera Didacta”.  

L’edizione delle Olimpiadi di Robotica 2022 è tornata in presenza, dopo due anni di eventi online. Trenta squadre, provenienti dalle Scuole secondarie di II grado di tutta Italia, sono state scelte su un totale di 120 progetti pervenuti nelle fasi di selezione.   

“Anche quest’anno le Olimpiadi di Robotica sono state un’occasione per sperimentare e mostrare concretamente le competenze digitali e tecnologiche, l’entusiasmo e la volontà d’innovazione della nostra scuola – dichiara il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi -. Ringrazio tutte le studentesse, gli studenti e i docenti che hanno partecipato, mettendo le proprie capacità e il proprio impegno al servizio di progetti innovativi e utili per tutti”.  

I partecipanti hanno lavorato un intero anno scolastico per presentare progetti dedicati alla robotica medica, dividendosi in tre categorie:   

  • Protesi Robotiche.  
  • Robot per l’Assistenza.  
  • Robot per la Riabilitazione.  

Le finali nazionali, organizzate dalla Scuola di Robotica in collaborazione con Liguria Digitale, sono state divise in due parti.  

Venerdi 6 maggio, nella fase aperta al pubblico, centinaia di studentesse e studenti genovesi hanno potuto conoscere i progetti, esposti negli stand della manifestazione Edufest, a Villa Bombrini. 

La seconda fase si è tenuta presso gli spazi di Liguria Digitale, partner del progetto Olimpiadi, in cui, all’interno di uno dei più importanti Parchi Tecnologici d’Italia, i partecipanti hanno presentato i propri lavori a una giuria di esperti nel settore dei tre temi analizzati: ingegneri, docenti, ricercatori.   

Nell’ambito della seconda fase si è svolto anche l’Hackathon dedicato a soluzioni tecnologiche per la Sindrome di Poland.   

I vincitori delle Olimpiadi di Robotica 2022
La premiazione delle vincitrici e dei vincitori si terrà presso la Fortezza da Basso a Firenze, sabato 21 maggio dalle ore 15.00, presso la Sala Incontri Istituti Professionali del Padiglione Nazioni di “Fiera Didacta”.

Categoria Protesi Robotiche 
“Che Bot”, dell’IIS “A. Volta” di Castel San Giovanni (PC).   
Docente: Professor Angelo Maggi.   
Studenti: Antonio Manfredi, Alessandro Cascio, Debora Blaga.  

Categoria Robot per l’Assistenza 
“Amaldi 1”, del Liceo scientifico “E. Amaldi” di Bitetto (BA).   
Docente: Professoressa Antonella Azzone.  
Studenti: Abdel Karim Karaoud, Emanuele Misceo, Giandomenica Dacchille.  

Categoria Robot per la Riabilitazione   
“EXOL3G”, dell’ITI “F. Severi” di Padova.   
Docente: Professoressa Elisa Segato.  
Studenti: Enrico Moro, Filippo Martini, Riccardo Biasi.  

Sono stati inoltre conferiti i premi “Omron Robotics” a “Robo-Assist”, dell’ISIS “Ferraris-Buccini” di Marcianise (CE), e i premi “Hackathon” grazie ai quali le studentesse e gli studenti presenteranno i propri lavori al Convegno Nazionale dell’“Associazione Sindrome di Poland”: “EXOL3G” dell’ITI “F. Severi” di Padova, “CPU” dell’Istituto “Maddalena di Canossa” di Monza e “Che Bot” dell’IIS “A. Volta” di Castel San Giovanni (PC).

La lezione come incontro-sociale

La lezione come incontro-sociale

di Francesco Scoppetta

Le lezioni scandiscono il tempo-scuola ogni giorno, sono tante docce a cui sono sottoposti i discenti (prima ora: doccia di italiano; seconda ora, doccia di matematica…) e rappresentano l’incontro sociale tra l’insegnante e la classe. Come ho già scritto, è evidente che il primo e l’ultimo stadio della sequenza (saluto e commiato) meno sono calorosi minore è la misura della relazione. In alcuni casi i docenti entrano ed escono dalla classe scivolando via senza che nessuno se ne accorga e ci faccia caso. Ma dopo il saluto iniziale, che è il primo interscambio, è cruciale il momento successivo, quello in cui il prof intende stabilire una relazione, per cui si rivolge alla classe. Prima di affrontare il compito della lezione (e far lavorare la classe, terzo stadio) il docente “conversa”, dice cosa si aspetta da loro, si confronta e introduce il lavoro vero e proprio.

Gli alunni cercano di allargare a dismisura la conversazione (attività che si condivide con altri soggetti) per rimandare l’inizio del discorso (testo costituito da frasi formulate per produrre senso per fini comunicativi) e del lavoro (ascolto della spiegazione, esercizi, interrogazioni), pertanto tentano di suscitare un dialogo-dibattito con domande al prof anche su temi di cronaca. E’ il momento cruciale della relazione, ci sono docenti che più o meno volentieri cominciano a parlare senza finirla più consumando tutto il tempo necessario al lavoro. La gestione dei tempi della sequenza è fondamentale, la relazione sociale può esaurire l’intera lezione bloccandosi al suo secondo stadio, a causa delle astuzie che i discenti inventano dopo aver individuato i tasti sensibili del docente da toccare. Per esempio, avendo scoperto che il prof è molto sensibile a certi argomenti (la famiglia, gli stipendi bassi, la squadra del cuore…) sanno che devono far confluire la relazione nei pressi di tali temi perché egli si abbandonerà alla conversazione provando gusto ad intrattenersi con l’uditorio.

Insomma, dopo il saluto iniziale può succedere che il docente, senza accorgersene, s’impantani nello stadio della relazione, impossibilitato a procedere oltre con il vero e proprio lavoro, per cui talvolta, a causa del tempo scaduto, non gli rimane che procedere lo stesso all’assegno per casa (quarto stadio) come se nulla fosse, dicendo che l’argomento può essere affrontato da soli senza preventiva spiegazione e che poi in classe risponderà ad eventuali richieste di chiarimenti. C’è anche il caso curioso di docenti i quali sono convinti di non dover mai spiegare prima l’argomento, altrimenti gli alunni prendono appunti e li studiano senza guardare più il libro di testo.

L’incontro sociale della lezione, che procede con interazioni, reazioni, rivolte, silenzi, scaramucce, richieste continue di poter uscire dall’aula, fa rivestire agli sguardi e ai gesti una rilevanza cruciale. Attraverso lo sguardo il prof viene radiografato, esaminato, monitorato innanzitutto nel suo stile di abbigliamento. Ma poi sono i suoi gesti a fornire le vere informazioni sul suo modo d’essere: appare nevrotico o calmo, affabile o scontroso, rilassato o nervoso, ironico o serioso, rabbioso o tranquillo, timido o impertinente, conformista o anticonformista, impegnato o no. I docenti hanno un ruolo che li separa dalla classe ma lavorando con essa tale separazione non può essere così netta da diventare una frattura. Basta già il modo di parlare, di vestire e di presentarsi per far registrare talvolta l’estraneità dell’insegnante dal contesto sociale dei loro alunni, i quali sanno già con quale auto è arrivato a scuola e tutte le notizie sulla sua condizione familiare. Se tale estraneità diventa distacco dalla classe, i suoi componenti o i più influenti potrebbero trasformarlo in rancore e ostilità. Il rovescio della medaglia è dato da quei docenti che intendono, malgrado la differenza di età, annullare tale estraneità presentandosi come giovanili e simili ai ragazzi, scimmiottandone gergo e mode. Ma i giovani non rispettano un insegnante che intende imitarli perché lo ritengono artificiale e non autentico.

Nel momento in cui l’insegnante ha creato le condizioni per esplicitare il lavoro del giorno (per es. intende introdurre un argomento nuovo) e in buona sostanza ha ottenuto l’attenzione e disponibilità di tutta o quasi la classe, il suo stile di insegnamento si manifesterà e gli studenti coglieranno le varie differenze tra tutti i loro docenti. Ogni insegnante segue la propria metodologia per cui la prima categoria, quella prevalente, è quella dei “parlatori” o conferenzieri. Una categoria amplissima dove coesistono insegnanti di successo, capaci di parlare in modo interessante, stimolando la curiosità e l’immaginazione dell’uditorio, con altri capaci solo di spiegazioni più sintetiche e striminzite ricavate dai riassunti che tutti i libri di testo aggiungono come sintesi finale. I buoni parlatori se la cavano e superano le difficoltà mentre gli insegnanti poco eloquenti, a causa del loro linguaggio monotono, lento o esitante (sino allo sforzo continuo di trovare la parola giusta), magari ricolmo di intercalari continui, tenderanno a ridurre le spiegazioni allo stretto necessario.

Solo che entrambe le categorie devono prima o poi capire che l’interazione in classe riesce se essi si dotano della necessaria flessibilità, che è poi una dote quasi coincidente  con la capacità di compromesso. Ogni classe è diversa dall’altra e il metodo che riesce in una magari con altri studenti ha bisogno di modifiche, per cui la capacità di adattare i propri metodi per un insegnante è fondamentale altrimenti diventa un rigido dogmatico sempre alla ricerca di platee silenziose e passive. Nuove idee e nuove tecniche si apprendono col tempo e chi afferma di insegnare allo stesso modo in qualsiasi classe e in qualsiasi scuola e tempo dimostra di essere un reperto archeologico sotterrato nelle viscere della terra.

In classe sia chi parla molto sia chi parla poco deve proporsi di essere un insegnante che sappia ascoltare molto, che poi è l’unica vera regola della comunicazione. L’arte di incoraggiare gli alunni a prendere la parola (magari uno alla volta e rispettando turni e opinioni altrui) è essenziale, se accompagnata dalla pazienza dell’ascolto che consente non solo di rispettare chi parla ma anche la costruzione della sua autostima. La stessa interruzione sia dell’alunno che tende a monopolizzare il dibattito che di quello che interviene sempre a scapito degli altri, o di quello che vuole attirare l’attenzione per assumere il ruolo di spiritoso, devono avere una modalità adeguata per non significare esclusione. Insomma, la scuola insegna la democrazia del libero dibattito se non assume i toni e le modalità dei brutti talk televisivi ai quali tocca assistere, in cui la competizione, lo scontro e la derisione dell’avversario sono ricercati sia dai partecipanti che dai conduttori.

La lezione frontale ha ormai fatto il suo tempo nelle scuole italiane per il semplice motivo che non è proponibile la scuola degli anni cinquanta e sessanta la quale intendeva mantenere gli alunni in uno stato passivo e prevedeva finanche una bacchetta tra gli strumenti del mestiere del maestro elementare. Tutto il tempo di una lezione esaurito nel discorso del docente che ad un certo punto parte per la tangente e non è capace di concentrare l’attenzione su un gruppo di idee-forza, impedisce di verificare via via l’assimilazione di concetti e di schemi. Il bravo docente è molto disciplinato nel rispetto dei tempi, delle pause, dell’uditorio, procede con una precisa scaletta in testa che cambia solo se riceve riscontri dagli alunni ai quali chiede di continuo di esprimersi. Il conferenziere è al contrario definito dalla pedagogia “insegnante diretto” appunto perché adopera metodi “formali”, non considera i sentimenti dei ragazzi, non usa la lode e gli incoraggiamenti, non utilizza le loro idee.

E’ un approccio superato perché le nuove generazioni sono incapaci di ascoltare per più di pochi minuti e nel migliore dei casi non disturbano ma la curva dell’attenzione arretra sino a svanire del tutto. Finanche le radio che una volta trasmettevano solo musica oggi per essere ascoltate consentono di continuo all’ascoltatore di intervenire, telefonare, commentare. Non ci sono più, voglio dire, neppure consumatori passivi di musica da intrattenimento. Per cui il bravo insegnante userà la spiegazione in modo accorto senza inutili fronzoli, concentrando in quei dieci minuti di attenzione viva i concetti fondamentali.

Se lo scopo del terzo livello di una lezione è l’apprendimento di un argomento, la vecchia scuola presentava conferenzieri alle prese con lezioni magistrali da rovesciare su alunni passivi, ad imitazione dei propri docenti universitari. Oggi è preferibile partire fornendo ai ragazzi materiali, lo studio di caso, stimolarli al problem solving, insomma ascoltarli perché attraverso il ragionamento siano loro in prima persona a rinvenire e scoprire la soluzione. Al docente-facilitatore toccherà prima indirizzarli e accompagnarli, poi sistematizzare la scoperta, fornendo una definizione del punto di arrivo. Allora è chiaro che il buon parlatore dovrebbe trasformarsi in un buon ascoltatore capovolgendo la tecnica e fornendo il 70% di tempo agli studenti per parlare e riservandosi soltanto il rimanente 30%. Il metodo espositivo per eccellenza, la lezione-conferenza, si sta pian piano ritirando a favore di altri metodi didattici che adoperano le cd “tecniche attive” (ossia delle attività procedurali che coinvolgono attivamente lo studente nel processo di apprendimento). L’efficacia consiste, per ogni disciplina e per ogni apprendimento, nel poter sviluppare processi di apprendimento diversi e più autonomi (non solo quello per ricezione, ma anche per scoperta, per azione, per problemi). Ma non solo, può assicurare un’offerta formativa personalizzabile (l’allievo che non impara con un metodo, può imparare con un altro) e promuovere l’interesse e la motivazione degli studenti (ogni metodo ripetuto più volte annoia, soprattutto un adolescente). La scuola-laboratorio (metodo operativo), la ricerca sperimentale (metodo investigativo), la ricerca-azione (metodo euristico-partecipativo) e il mastery learning (come esemplificazione dei metodi individualizzati) non sono altro che processi legati da un unico filo rosso, rendere gli alunni partecipi, non spettatori passivi dell’insegnante in classe. 

Come posso rendere interessante la mia materia? si chiedono sempre insegnanti alla ricerca dell’attenzione dei loro studenti. Impegnarsi a rendere interessante la presentazione della materia non è sufficiente a stimolare l’interesse interno dello studente. Per riattivarlo occorre mettersi alla ricerca dei loro agganci conoscitivi, dei loro autentici bisogni di conoscenza. Non si tratta di catturare la loro attenzione in senso manipolativo ma di mettersi in ascolto della loro esperienza, per intrecciare gli interessi interni degli studenti con i temi più stimolanti della materia. Si tratta di trovare una didattica capace di rispettare allo stesso tempo il principio del piacere, che ci sostiene a ricercare ciò che è gradevole, e il principio di realtà, che ci impegna a tener conto delle difficoltà. Si tratta di proporre sfide, di coniugare lo sforzo con la gratificazione, riconoscendo sia il bisogno di gratificazione sia la presenza delle difficoltà e la necessità dell’impegno, dello sforzo per affrontarle. Studiare è come correre, sono attività indispensabili per star bene, ma sono attività faticose che poi si rivelano piacevoli, anzi è proprio il piacere del sentirsi bene che rende la fatica accettabile.

Solo se l’insegnante recupera la sua funzione di educatore manifesterà così ai loro occhi la più importante qualità di successo, la maturità emotiva. Il ruolo dell’affettività nei processi che avvengono nell’ambiente scolastico è talvolta determinante, e molti autori, tra i quali Bloom, hanno dimostrato come affettività, motivazione ed apprendimento siano tra loro interconnessi.

Purtroppo, per come abbiamo cercato di dimostrare, il “sistema” recluta e impiega insegnanti senza verificare se possiedano tale sicurezza emotiva ma soprattutto senza verificare quantomeno se abbiano un vaga idea di cosa si tratti. Anche se argomenti come l’intelligenza emotiva, l’alfabetizzazione emozionale e socio-affettiva un tempo considerati pertinenza dei sociologi oggi fanno parte della didattica speciale, il passo ulteriore è considerare l’insegnante “affettivo” indispensabile per valorizzare la soggettività e l’alterità dei propri alunni.

Affidare ogni giorno i nostri giovani a insegnanti che non possiedano la qualità che i greci definivano sophrosyne è un azzardo che sconfina nella sconsideratezza. La traduzione del termine sarebbe “cura e intelligenza nel condurre la propria vita; misura, equilibrio e saggezza”. I Romani e i primi cristiani e anche noi la chiamarono temperanza, in altri termini la identificavano con la capacità di frenare gli eccessi emozionali. In realtà non si tratta di sopprimere le emozioni, ogni sentimento ha il suo valore e il suo significato. L’obiettivo della temperanza è l’equilibrio, che, insieme con la gentilezza (e la didattica gentile) sono risorse necessarie alle nostre scuole e a tutti quelli che con ruoli diversi vi lavorano dentro.

                                                                                                                            (3. Fine)

Giornata Nazionale della cultura del Vino e dell’Olio

L’11 aprile, a Verona, nella cornice della manifestazione ‘Vinitaly’, il Sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso, il Sottosegretario alla Cultura, Lucia Borgonzoni, il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Gian Marco Centinaio, e il Presidente dell’AIS (Associazione Italiana Sommelier), Antonello Maietta, hanno firmato il nuovo Protocollo d’intesa triennale, finalizzato a promuovere, tra le studentesse e gli studenti del primo e del secondo ciclo d’istruzione, i temi della Giornata Nazionale della cultura del Vino e dell’Olio.

La Giornata, che quest’anno si svolgerà il 7 maggio, è stata ideata dall’AIS nel 2011 per valorizzare due dei più importanti e rappresentativi prodotti italiani nel mondo. Celebrata, da allora, ogni anno, anche a distanza durante il lockdown, la Giornata è diventata un’occasione di collaborazione tra le Istituzioni, in coerenza con gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dell’Agenda 2030 dell’ONU.

“La firma di questo Protocollo è un ulteriore, concreto segnale di ripartenza dopo due anni funestati dalla pandemia e rinnova una preziosa collaborazione a tutela di quelle che sono due tra le eccellenze italiane più celebrate a livello internazionale: il vino e l’olio – dichiara il Sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso–. Il mondo della scuola ha un ruolo strategico nella cura e nella valorizzazione delle straordinarie specificità dei nostri territori: soprattutto nell’ambito dell’istruzione secondaria, gli indirizzi di studio legati all’enogastronomia garantiscono percorsi di altissimo profilo e offrono un ampio ventaglio di opportunità occupazionali”.

“Dalle buone abitudini alimentari della dieta mediterranea al paesaggio, dagli antichi mestieri alle tradizioni relative alla loro produzione, passando anche dal valore economico che generano: l’olio e il vino testimoniano il sapere, la storia e l’immagine dell’Italia intrisi nei molteplici territori che la caratterizzano. Coinvolgere le studentesse e gli studenti in questo progetto significa fare e promuovere cultura, per crescere generazioni più consapevoli dell’arte legata a questi due straordinari prodotti agroalimentari”, così il Sottosegretario di Stato per la Cultura, Lucia Borgonzoni.

“Prodotti come il vino e l’olio non rappresentano soltanto due eccellenze delle nostre regioni, fanno parte della nostra storia, delle nostre tradizioni e del nostro essere italiani – ricorda il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Gian Marco Centinaio –. Questo Protocollo contribuisce a trasmettere alle nuove generazioni il valore di due simboli del nostro agroalimentare che rappresentano sia cultura che educazione, e che sono tra i nostri migliori ambasciatori nel mondo. Insegnando ai giovani il loro valore tuteliamo e promuoviamo il nostro patrimonio culturale materiale e immateriale, a partire dalla Dieta mediterranea, oltre che i nostri territori”.

“L’attività formativa dell’Associazione Italiana Sommelier, oggi più che mai, grazie ai nuovi spazi della sede nazionale di Milano, fornisce tutti gli strumenti necessari per collocarsi stabilmente nel mondo del lavoro, promuovendo l’uguaglianza di genere all’interno del proprio sodalizio associativo e incoraggiando stili di vita sostenibili nel proprio ambito professionale, in totale consonanza con il quarto punto dell’Agenda 2030. È quindi per me una grande soddisfazione rinnovare un Protocollo d’intesa che, tra le altre cose, permetterà a centinaia di studenti delle scuole di conoscere luoghi dove il legame tra cultura, vino e olio è tangibile”, dichiara il presidente dell’Associazione Italiana Sommelier, Antonello Maietta.

Rinnovando il precedente accordo triennale, i Ministeri coinvolti e l’AIS continueranno nell’opera di diffusione e sensibilizzazione sulle conoscenze, sull’economia e sulle tradizioni legate alla produzione enologica e olearia delle regioni italiane, attraverso percorsi museali, didattici, storico-documentari. Viene promossa con particolare attenzione la partecipazione delle studentesse e degli studenti e, nel rispetto dell’autonomia scolastica, viene favorita l’elaborazione di percorsi formativi dedicati alla conoscenza diretta della cultura e delle caratteristiche socio-economiche dei singoli territori, relative alle tradizioni enologiche e olearie. Verranno svolte iniziative formative, anche multimediali, su temi specifici come le eccellenze agroalimentari e la lotta alla contraffazione, e attività di orientamento nelle Scuole secondarie di I grado, in sinergia tra gli Uffici Scolastici Regionali e la Rete Nazionale Istituti Agrari (RENISA). Valorizzando un patrimonio di esperienze costruito negli anni passati con le scuole di tutta Italia, non interrotto neppure dall’emergenza epidemiologica.

Ad attuare le disposizioni del nuovo Protocollo, ciascuna nell’ambito delle proprie competenze, saranno, accanto all’Associazione Italiana Sommelier, per il MI la Direzione generale per gli Ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale d’istruzione, per il MIC la Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali e la Direzione generale Musei, per il MIPAAF la Direzione generale per la Promozione della Qualità Agroalimentare e dell’Ippica e il Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF).

IV Olimpiadi di Economia e Finanza

Si è svolta a Milano la cerimonia di proclamazione e premiazione della IV edizione delle Olimpiadi di Economia e Finanza. In 40 hanno partecipato alla sfida finale: studentesse e studenti delle scuole secondarie di secondo grado, provenienti da tutte le regioni d’Italia. Ai sei vincitori, tre per la categoria Junior e tre per quella Senior, è stato consegnato un assegno di studio messo a disposizione dalla Banca d’Italia.
I numeri per questa competizione sono in continua crescita. Sono 200 le scuole che si sono iscritte a questa edizione, 17.000 gli studenti che hanno partecipato alle gare di istituto.
Le Olimpiadi di Economia e Finanza sono organizzate dal Ministero dell’Istruzione in collaborazione con il Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, istituito da Ministero dell’Economia e delle Finanze, Banca d’Italia, Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio, Commissione Nazionale per la Società e la Borsa, oltre a rappresentanze delle Associazioni disciplinari e docenti.
La competizione, promossa dalla Direzione Generale per gli Ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale d’istruzione, è inserita nel Programma per la Valorizzazione delle Eccellenze del Ministero dell’Istruzione.
“Complimenti alle ragazze e ai ragazzi che hanno partecipato, con rigore ed entusiasmo, a queste Olimpiadi di Economia e Finanza”, ha detto il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. “Imparare fin da ragazzi a gestire le nostre scelte, studiando i sistemi che governano il nostro Stato, a partire dalla nostra Costituzione, consente alle nuove generazioni di partecipare alla vita sociale e lavorativa in modo più consapevole. L’economia ci insegna un metodo per ragionare e una profonda capacità di analisi e ci dà anche gli strumenti per comprendere l’attualità e affrontare i diversi aspetti della vita quotidiana”.

I nomi dei vincitori:  
Categoria Junior: 
1° classificato: Christian Veccari, Liceo ‘G. Carducci’, Bolzano 
2° classificato: Marco Prati, I.T.E.S. ‘J. Barozzi’, Modena 
3° classificato: Nicolò Barezzani, I.T.E.T.  ‘A. Bassi’, Lodi  

Categoria Senior:
1° classificato: Stepan Yantso, I.T.E.S. ‘Jacopo Barozzi’, Modena
2° classificato: Filippo Arcari, I.T.E. ‘A. Tambosi’, Trento
3° classificato: Dimitri Colombo, I.S.S. ‘G. Oberdan’, Treviglio (BG)

In attesa del 9 maggio!

In attesa del 9 maggio!

di Maurizio Tiriticco

9 maggio 1945! La fine di un incubo! La sconfitta del nazifascismo! La Giornata della Vittoria! In russo День Победы, Den’ Pobedy. In ucraino День Перемогі, traslitterato Den’ Peremohi! In bielorusso Дзень Перамогi, Dzen’ Peramohi! La Giornata del 9 maggio viene celebrata in ricordo della capitolazione della Germania nazista nella seconda guerra mondiale. Che è conosciuta anche come la Grande guerra patriottica sia in Russia che in alcuni Stati post-sovietici. La resa fu firmata nella tarda sera dell’8 maggio 1945 (già il 9 maggio a Mosca), in seguito alla capitolazione concordata in precedenza con le forze alleate sul fronte occidentale. Il governo sovietico annunciò la vittoria la mattina del 9 maggio, dopo la cerimonia della firma avvenuta a Berlino. Tuttavia, è solo dal 1965 che la Giornata della vittoria è stata proclamata festa nazionale.

Ai tempi dell’Unione Sovietica, il Giorno della Vittoria (9 maggio) era festeggiato in tutti i Paesi del blocco orientale, ed è diventata una festa ufficiale proprio a partire dal 1965. La guerra è diventata un tema di grande importanza nel cinema, nella letteratura, nelle lezioni di storia a scuola, nei mass media e nella produzione artistica. Il rituale della celebrazione ha gradualmente raggiunto un carattere distintivo con una serie di manifestazioni: incontri cerimoniali, discorsi, conferenze, ricevimenti e fuochi d’artificio.

Nel corso degli anni ’90 il Giorno della Vittoria era commemorato con feste molto più modeste. Ma, da quando è salito al potere Vladimir Putin, la situazione è profondamente cambiata. Perché Putin ha iniziato a promuovere, in parallelo, il prestigio storico e culturale della Russia. Pertanto le feste e le commemorazioni nazionali sono diventate una forte occasione di orgoglio per l’intero popolo russo. In effetti i festeggiamenti per il 60º anniversario del Giorno della Vittoria in Russia nel 2005 diventarono la più grande festa nazionale e popolare. Ma è nel 2015 che il 70º anniversario della vittoria sulla Germania nazista ha espresso una grande ondata di orgoglio nazionale di fronte alle inedite sfide geopolitiche ed economiche. Ben 16.000 soldati russi, 1.300 militari provenienti da dieci Paesi, circa 200 mezzi corazzati, 150 aerei ed elicotteri da combattimento hanno sfilato a Mosca in quella che è stata la più imponente parata della Russia contemporanea. Facendo gli onori di casa, il Presidente Putin, oltre al tradizionale discorso, annunciò un minuto di silenzio in memoria delle vittime sovietiche: che furono ben 27 milioni!

Pare che il prossimo 9 maggio sulla Piazza Rossa volerà l’aereo cosiddetto “fine del mondo” L’aereo, progettato per evacuare il Presidente Russo in caso di guerra nucleare, in questi giorni è stato coinvolto nelle esercitazioni per la parata militare. Pertanto in questa “Giornata della memoria per i caduti della grande guerra patriottica”, l’aereo “fine del mondo” sorvolerà la Piazza Rossa – almeno sembra – come già avvenne nel 2010. Il velivolo in questione si chiama Ilyushin Il-80, fu costruito nel 1987 ed è stato pensato per essere un “Cremlino volante”, un centro di comando per il Presidente della Federazione Russa e per le altre alte cariche dello Stato in caso di guerra nucleare.

A Mosca l’orgoglio nazionale patriottico pare essere molto alto! Non so ciò che accadrà nelle altre Capitali dei Paesi convolti nella seconda guerra mondiale! Festeggiare è necessario! Non solo per ricordare! Ma anche e soprattutto per rafforzare quei legami di collaborazione che in molti Paesi di questo Pianeta oggi così instabile problematico sembrano abbastanza sfilacciati. Perché – è bene ricordarlo sempre – nelle precedenti guerre mondiali ci siamo precipitati tutti forse senza neanche renderci conto! E le leggerezze si pagano care!

E allora, che la festa trionfi! Ma che sia la Festa della Pace! Quella Vera! Ovunque nel mondo e, soprattutto… per sempre!

Gli ultimi, ma proprio ultimi

Gli ultimi, ma proprio ultimi

di Vincenzo Andraous

Ogni volta che il mondo adulto ne parla, usa parole vetuste, logorate, consunte dalla realtà che non è però quella di volta in volta trattata.   Stasera nuovamente è così, si parla di giovani e movida, di giovani senza lavoro, di giovani mai pronti a cogliere l’occasione, quasi a voler intensificare presunte inefficienze socio-culturali.

Ho la sensazione che se ne parli per mettere da parte eventuali responsabilità, in una sorta di effimera autoassoluzione. Sul tema della famiglia, della scuola e del lavoro giovanile, l’assunto credo debba muovere i passi dalla consapevolezza che stiamo parlando di ultimi, si, proprio così, ULTIMI.

Come infatti sono percepiti da qualche tempo i giovani, dunque c’è necessità di parlare del valore degli ultimi, che non sono come banalmente è dato pensare angolazioni di qualche piramidale per quanto ben fatto. Si tratta innanzitutto di persone, forse ultimi che invece sono i primi, parrà strano, ma lo sono senza se e senza ma, quegli ultimi che sono pezzi di noi da rimettere insieme, pezzi di futuro sparsi all’intorno. Sono quelli che spesso releghiamo tra le nostre pretese più scontate, i nostri possedimenti che non sono da mettere in discussione. Un grande educatore ha detto: a volte fanno male, ma sognano di fare il bene. Aggiunge una docente: la tentazione più subdola per me che insegno, è quella di “dare per perso” un ragazzo che a 17 anni ha la faccia e gli occhi di un vecchio quando rinuncia a vivere, uno che sa già tutto, uno che ha visto già tutto, una che “non gliene frega niente”, uno che “vengo a scuola perchè sono obbligato”, uno che ti vuole convincere che la mariuana è una medicina, uno che……Se lo molli non va perso lui, forse sei tu che ti sei persa. È come arrancare dentro una solitudine imposta, soprattutto quando un adulto in ritirata dice: bè è vero, inutile negarlo, a volte noi grandi, noi maturi, noi genitori, facciamo gli stessi errori dei nostri figli, lo diciamo sottovoce e in punta di piedi, perché in questa affermazione si nasconde colpevolmente il più incredibile dei tradimenti culturali e affettivi, perché si tratta di una menzogna enorme e terribile.

Infatti è vero l’opposto e il suo contrario, sono i nostri figli a fare i nostri errori, a imitarci, a seguire le nostre orme, mentre noi sgomitiamo, sgambettiamo, loro ci prendono le misure, e vanno via, anzi, spesso sono già andati via.

Mobilità ATA, proroga pubblicazione movimenti al 31 maggio. NOTA MI

da OrizzonteScuola

Di Ilenia Culurgioni

La pubblicazione dei movimenti del personale ATA si rinvia al 31 maggio. Lo comunica il ministero dell’Istruzione con nota 928 del 4 maggio. Il termine ultimo di comunicazione al SIDI dei posti disponibili era previsto dall’OM 45 del 25 febbraio per il 6 maggio.

A seguito di richieste pervenute, in ragione dei numerosi adempimenti in capo agli Uffici scolastici regionali, si dispone la proroga del termine di chiusura delle funzioni di organico di diritto, per i diversi gradi di istruzione, al 10 maggio p.v. alle ore 20.00“, scrive il ministero.

Pertanto, il termine di pubblicazione dei movimenti viene posticipato al 31 maggio 2022.

NOTA

All’articolo 6 dell’OM 45 le indicazioni sulla pubblicazione dei movimenti

L’elenco di coloro che hanno ottenuto il trasferimento o il passaggio è pubblicato all’albo online dell’Ufficio territoriale di destinazione, con l’indicazione, a fianco di ogni nominativo, della scuola di destinazione, della tipologia di posto richiesto, del punteggio complessivo, delle eventuali precedenze. Per gli assistenti tecnici sono riportati i codici delle aree professionali richieste nella domanda.

Al personale che ha ottenuto il trasferimento o il passaggio è data comunicazione del provvedimento presso l’Ufficio territoriale cui è stata presentata la domanda e per posta elettronica all’indirizzo inserito nel portale Istanze online.

Contemporaneamente alla pubblicazione degli elenchi e alla comunicazione del provvedimento alle istituzioni scolastiche, gli Uffici territorialmente competenti provvedono alle relative comunicazioni:
a) all’istituzione scolastica di provenienza;
b) all’istituzione scolastica di destinazione;
c) alla competente ragioneria territoriale dello Stato.

Al personale che non ha ottenuto il trasferimento è data comunicazione per posta elettronica all’indirizzo inserito su Istanze online. Il personale potrà consultare, attraverso l’apposita funzione resa disponibile su Istanze online, l’esito della propria domanda.

In vista dello sciopero scuola, la prima assemblea contro i tagli del Governo

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

La contrarietà dei sindacati rispetto al decreto 36 che introduce nel mondo della scuola invise novità sul fronte del reclutamento, della valutazione e della formazione insegnanti, è ormai cosa nota. Lo sciopero generale è alle porte e in preparazione di questo, le sigle sindacali riunite Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gilda-Unams, annunciano per domani, venerdì 6 maggio alle 15l’assemblea on line con RSU e mondo della scuola.

Un incontro aperto a tutto il personale scolastico, anche ai grandi dimenticati dal decreto 36: gli Ata, per i quali il provvedimento di legge non prevede alcuna formazione.

Il mondo della scuola si mobilita contro le norme inaccettabili e umilianti contenute nel decreto legge 36 e sembra ormai inevitabile, dopo il tentativo di conciliazione per il quale i sindacati sono già stati convocati, la proclamazione a breve dello sciopero da parte di tutte le sigle più rappresentative. Così il comunicato diramato dalle stesse sigle sindacali.

Le norme su formazione e reclutamento dei docenti, contenute nel decreto, mortificano la scuola che subisce nuovamente tagli di spesa e torna a essere terreno di scontro politico – ideologico. Ancora una volta si decidono questioni di grande rilievo per il sistema scolastico attraverso atti unilaterali, sfuggendo da ogni confronto con il mondo della scuola. E mentre il Governo assume decisioni gravi senza ascoltare i lavoratori, quegli stessi lavoratori attendono ancora il rinnovo del contratto scaduto da tre anni.

Maturità 2022, predisposizione delle tracce della seconda prova: casi di incompatibilità dei commissari

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

La seconda prova dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo quest’anno non sarà predisposta a livello nazionale, ma decisa dalle commissioni d’esame, con le modalità illustrate nella ordinanza ministeriale n. 65/2022.

La successiva nota 7775 del 28 marzo 2022 si è poi soffermata, tra gli altri aspetti, sulla formulazione delle tre proposte di tracce e su possibili incompatibilità dei commissari.

NOTA

L’Ordinanza del secondo ciclo

Formulazione delle tre proposte di tracce

L’articolo 20, comma 2, della ordinanza dispone: “Per tutte le classi quinte dello stesso indirizzo, articolazione, opzione presenti nell’istituzione scolastica i docenti titolari della disciplina oggetto della seconda prova di tutte le sottocommissioni operanti nella scuola elaborano collegialmente, entro il 22 giugno, tre proposte di tracce, sulla base delle informazioni contenute nei documenti del consiglio di classe di tutte le classi coinvolte; tra tali proposte viene sorteggiata, il giorno dello svolgimento della seconda prova scritta, la traccia che verrà svolta in tutte le classi coinvolte”. Inoltre, l’articolo 20, comma 3, recita: “Quando nell’istituzione scolastica è presente un’unica classe di un determinato indirizzo, articolazione, opzione, l’elaborazione delle tre proposte di tracce è effettuata dalla singola sottocommissione, entro il 22 giugno, sulla base delle informazioni contenute nel documento del consiglio di classe e delle proposte avanzate dal docente titolare della disciplina oggetto della prova. Il giorno dello svolgimento della seconda prova scritta si procede al sorteggio.”

Casi di incompatibilità

Nella nota in commento il MI spiega inoltre che tutti i docenti titolari della disciplina oggetto di seconda prova dovranno dichiarare obbligatoriamente per iscritto:

a) se nell’anno scolastico 2021/2022 abbiano o meno istruito privatamente uno o più candidati assegnati alle altre sottocommissioni coinvolte nella predisposizione e nella somministrazione della prova;
b) se abbiano o meno rapporti di parentela e di affinità entro il quarto grado ovvero di coniugio, unione civile o convivenza di fatto con candidati assegnati ad altre sottocommissioni coinvolte nella predisposizione e nella somministrazione della prova.

In conclusione il MI spiega cosa avviene nei casi in cui un docente si trovi in una delle due situazioni suesposte.

Nei casi in cui dichiari di aver istruito privatamente uno o più candidati assegnati alle altre sottocommissioni coinvolte nella predisposizione e nella somministrazione della prova (lett. a), il docente si astiene dal partecipare ai lavori collegiali e sarà pertanto sostituito.

Nel caso di rapporti di parentela, affinità, coniugio… (lett. b), il presidente della sottocommissione di cui il commissario è membro, sentito il presidente della sottocommissione cui è assegnato il candidato coinvolto, può disporre motivata deroga all’incompatibilità. In questo secondo caso, dunque, non è il dirigente scolastico a stabilire se il docente in questione possa partecipare ai lavori , ma sarà il presidente della sottocommissione a decidere in tale senso.

OM sulle GPS: Consiglio di Stato e Ministero si sfidano anche sulle regole ortografiche

da La Tecnica della Scuola

Di Reginaldo Palermo

Un passaggio della ordinanza ministeriale sulle GPS rischia di scatenare una vera e propria disfida fra i giudici del Consiglio di Stato e i tecnici del Ministero dell’Istruzione.

La questione è legata al testo della disposizione contenuta nell’articolo sul conferimento delle supplenze di istituto. La bozza dell’ordinanza ripete una formula già ampiamente usata secondo la quale quando la graduatoria di istituto è esaurita, il dirigente scolastico utilizzando le graduatorie di altri istituti della provincia secondo il “criterio di viciniorietà”.

Il Consiglio di Stato, però, obietta che “la forma corretta del sostantivo è “vicinorità” e non “vicinorietà”, benché quest’ultima continui ad essere diffusa nel linguaggio burocratico, specie di ambito scolastico”.
“In ogni caso – prosegue il CdS – a parte le incertezze che il suo significato continua a proporre nei destinatari, e che ne suggerirebbero il superamento a favore di altre espressioni, gli aggettivi formano sostantivi astratti mediante il suffisso –ità, applicato alla base”.
Per la verità il Consiglio attribuisce al Ministero l’uso del termine vicinorietà, mentre nel testo trasmesso al CSPI compare il termine viciniorietà.

Sulla vicenda Cisl Scuola pubblica in queste ore una gustosa disamina del “battibecco” a distanza fra CdS e Ministero firmata g.m. facendo osservare che anche i giudici di Palazzo Spada “prendono a loro volta una discreta cantonata, indicando come termine corretto ‘vicinorità’, addirittura imbarcandosi – come vedremo incautamente – nella spiegazione sul modo in cui “gli aggettivi formano sostantivi astratti mediante il suffisso -ità applicato alla base”.
Ma, sottolinea g.m. “l’aggettivo da sostantivare nel caso in questione non è affatto ‘vicino’, ma ‘viciniore’; se ne deduce che il termine corretto da utilizzare non è ‘vicinorità’, come con malcelata supponenza vien fatto osservare dal giudice, ma viciniorità”.
D’altronde basta consultare il sito della Accademia della Crusca per capire bene la questione.
E così, secondo g.m., “la disfida ortografica tra Ministero dell’Istruzione e Consiglio di Stato si conclude con un pareggio. Potrebbe essere un 1 a 1 (goal del Cds e fulmineo pareggio del Mi), ma forse il punteggio più appropriato in questo caso è … zero a zero”.
Per parte nostra pensiamo invece che la partita andrebbe annullata con un punto di penalizzazione per entrambe le squadre.