Il primo settembre suoni la campanella per tutti Anche per i bambini di infanzia e primaria oggi ignorati

da ItaliaOggi

di Gabriele Toccafondi* *deputato Italia Viva, ex sottosegretario all’Istruzione

La scuola non è semplice acquisizione di nozioni o erogazione di titoli di studio. La scuola è relazione, è costruzione quotidiana di una comunità, è parte dell’identità di un paese ed è anche il luogo deputato a rimuovere le diseguaglianze (non sempre con successo, purtroppo). Solo una visione adulto-centrica può relegare queste preoccupazioni a questioni secondarie. Invece è innanzi tutto di queste che dobbiamo tenere conto quando prendiamo decisioni su esami di Stato, valutazione, recuperi e avvio di settembre, modalità di lezione. Con la consapevolezza che navighiamo in mare aperto, che le future modalità di convivenza con il virus sono in gran parte ignote, che non tutto potrà tornare come era prima. I medici, gli scienziati, ci aiuteranno a capire rischi e situazioni da evitare, ma la politica ha il dovere di decidere. Per farlo dobbiamo chiarirci su quali siano i nostri obiettivi e quali i rischi che corriamo. L’obiettivo è quello del successo formativo di tutti e di ciascuno. Il rischio è che si saldino, a proposito di didattica a distanza, due visioni apparentemente contrastanti: da un lato chi immagina di replicare a distanza dinamiche e pratiche della scuola cosiddetta tradizionale; dall’altro chi si illude di poter ingegnerizzare un processo che, in primo luogo, è relazione educativa e in quanto tale non ingegnerizzabile. Sono i due estremi da evitare. Con queste premesse, penso ci si debba muovere schematicamente su queste, linee.

  • Sugli esami di Stato di fine ciclo («terza media» e «maturità») non possiamo rassegnarci a farne una formalità da espletare. Riflettiamo sulle modalità possibili e non impicchiamoci a una data, quella del 18 maggio: se deve essere una data per tutti, è già evidente che si tratta di una finzione. Che cosa impedisce di ragionare sulla possibilità di un rientro delle sole classi terminali? Non si può decidere a cuor leggero di rinunciare agli scritti per la maturità o addirittura anche all’orale per la terza media.

  • Sulla valutazione si deve ribadire che la valutazione è un diritto degli studenti prima che un dovere della scuola. Una promozione generalizzata, resa necessaria dal fatto che non tutti sono stati raggiunti dalla didattica a distanza e non tutti allo stesso modo, non deve significare una promozione indifferenziata. In altri termini, le insufficienze devono figurare per quello che sono, nessun 6 con debito, quindi. Il consiglio di classe potrà promuovere anche con alcune insufficienze, che andranno inserite nella pagella. Più in generale, i Collegi docenti devono mantenere spazi di manovra e di discrezionalità, all’interno di una cornice uguale per tutti.

  • Sull’avvio a settembre. Rientrare il 1 settembre dovrà essere per tutti. Sarà l’occasione per sistematizzare quanto fatto a distanza e per un lavoro più approfondito per chi ha avuto una o più insufficienze (con un impegno maggiore per questi studenti). Non mi sembra realistico, se vogliamo sia una cosa seria, che questo lavoro possa terminare entro il 15 settembre: servono tempi distesi per questa fase, sulla cui qualità poggerà l’efficacia del prossimo anno scolastico. Anche per i più piccoli, inclusa la scuola dell’infanzia, che stanno vivendo un’esperienza che in alcuni potrebbe lasciare segni profondi: hanno bisogno di riprendere il dialogo educativo rispettando i tempi di ciascuno.

  • Sulle modalità di lezione del prossimo anno, dobbiamo ragionare sapendo che potranno esserci anche in futuro periodi di sospensione delle lezioni, non necessariamente in tutto il paese, e neanche per tutti gli studenti di una scuola (per esempio potrebbe essere necessario dividere le classi in gruppi che si alternano nella stessa aula, per garantire una maggiore distanza tra gli studenti). Si deve quindi proseguire nella direzione di rimuovere i problemi emersi in questi mesi. Sfruttando il periodo che ci separa dalla riapertura per interventi di messa in sicurezza, ma anche, dove possibile, di adeguamento degli spazi alle mutate esigenze sanitarie e didattiche.

Sono consapevole dei problemi che questo approccio si porta dietro. Ma sono per lo più problemi degli adulti che devono essere risolti dagli adulti, non scaricati su bambini e ragazzi. La scuola è per loro, non lo dobbiamo mai dimenticare.

Dl scuola, sì ai voti anche a distanza

da ItaliaOggi

Carlo Forte

Riunioni in videoconferenza, 2 milioni alle paritarie per pc e piattaforme, sanatoria per le valutazioni a distanza. Sono queste alcune delle novità più importanti contenute negli emendamenti approvati dal senato il 9 aprile scorso al disegno di legge di conversione del decreto-legge 18/2020 (S 1766). il testo passa ora alla camera per l’ok definitivo (C 2463) e poi dispiegherà effetti dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Le disposizioni approvate dal senato sono finalizzate a dare copertura legale alle attività collegiali via web che sono state effettuate dalle scuole finora. E che fino a quando la legge di conversione non entrerà in vigore sono praticamente nulle, perché prive dei necessari presupposti di legittimità. Idem per quanto riguarda le valutazioni degli apprendimenti effettuate dai docenti in riferimento alla didattica a distanza. Il dispositivo, peraltro, copre solo le valutazioni derivanti dalle interrogazioni escludendo le verifiche. E cioè i compiti scritti. Tra gli emendamenti approvati vi è anche una disposizione che consente alle scuole di destinare eventuali fondi residui all’acquisto di pc e tablet da dare in comodato d’uso agli alunni meno abbienti. E stanzia anche 2 milioni per le dotazioni informatiche delle scuole paritarie.

Un piano infanzia per 500 milioni

da ItaliaOggi

Emanuela Micucci

Il primo incontro con il premier Giuseppe Conte sarà in settimana. Così da «arrivare a un decreto bambini, che posa agganciarsi al prossimo Decreto Aprile e che comprende una tutela complessiva dei diritti socio-educativi dei minori». La richiesta è arrivata nei giorni da alcuni deputati e senatori di Pd e M5s. Un gruppo di lavoro trasversale alle forze di maggioranza al lavoro proprio per definire, spiegano, «una serie di proposte chiare e organiche, che nascono dall’ascolto e dal confronto con il Terzo Settore e le associazioni attive nel campo della tutela dell’infanzia e dell’adolescenza» che hanno dato vita alla petizione online «Che impatto avrà l’isolamento sui bambini invisibili?». Dalla dimensione emotiva alla socialità, fino al gioco e alla scoperta. Con un’attenzione particolare per le disabilità e le situazioni di fragilità economica e sociale. Non solo, quindi, istruzione e continuità didattica. «La scuola a distanza aumenta le diseguaglianze», sottolinea Paolo Siani, deputato del Pd, ricordando quante famiglie, soprattutto al Sud, non hanno pc o wi-fi. Alimentando la povertà educativa nel nostro Paese. Divari educativi ancora più gravi per i bambini con bisogni educativi speciali o disturbi nell’apprendimento, privati in questo momento dei loro punti di riferimento. La scuola significa anche benessere e salute per i ragazzi che vivono in povertà assoluta 1 milione e 260 mila minori, un numero triplicatosi in dieci anni. Chiediamo uno stanziamento di 4-500 milioni di euro», spiega Rosa Maria Di Giorgio. Per intervenire soprattutto nei casi più difficili, già a rischio prima della quarantena. Come i 91 mila ragazzi vittime di maltrattamenti in famiglia, per i quali restare a casa, senza andare a scuola, senza contatti sociali e senza essere adeguatamente supportati, ha gravi ripercussioni sulla possibilità di favorire percorsi di prevenzione e accompagnamento.. A chiedere al governo un piano bambini sono i dem Paola Boldrini, Vanna Iori, Rosa Maria Di Giorgi, Flavia Piccoli Nardelli e Paolo Siani. Insieme ai pentastellati Michela Montevecchi, Vittoria Casa, Paolo Lattanzio e alla deputata del gruppo misto Emanuela Rossini.

Concorso ordinario secondaria, 24 CFU: Ministero si attiverà per farli conseguire

da Orizzontescuola

di redazione

Concorso ordinario secondaria: pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto, è atteso nei prossimi giorni il bando.

Secondo le prime indiscrezioni la finestra temporale per la presentazione delle domande dovrebbe andare dal 15 giugno al 31 luglio prossimi.

Pertanto a quella data il candidato dovrà essere in possesso del titolo di accesso.

Quali sono i titoli di accesso per il concorso ordinario

Posti comuni:

  • abilitazione specifica sulla classe di concorso oppure
  • laurea (magistrale o a ciclo unico, oppure diploma di II livello dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, oppure titolo equipollente o equiparato, coerente con le classi di concorso vigenti alla data di indizione del concorso) e 24 CFU nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche. Controlla classi di concorso a cui puoi accedere con la tua laurea oppure
  • abilitazione per altra classe di concorso o per altro grado di istruzione, fermo restando il possesso del titolo di accesso alla classe di concorso ai sensi della normativa vigente

Per i posti di insegnante tecnico-pratico (ITP) il requisito richiesto sino al 2024/25 è:

il diploma di accesso alla classe della scuola secondaria superiore (tabella B del DPR 19/2016 modificato dal Decreto n. 259/2017).

Per i posti di sostegno:

Requisiti già indicati per i posti comuni oppure quelli per i posti di ITP più il titolo di specializzazione su sostegno. Concorso straordinario e ordinario secondaria, per il sostegno serve la specializzazione

I docenti che stanno concludendo il TFA IV ciclo sono ammessi con riserva, purché conseguano il titolo entro il 15 luglio.

Il requisito laurea + 24 CFU, che sarà quello maggiormente utilizzato dai candidati presenta al momento delle criticità: numerosi aspiranti infatti si trovano in difficoltà sia per il conseguimento dei 24 CFU in discipline psicopedagogiche e metodologie didattiche, di cui al DM n. 616/2017 sia per gli eventuali CFU da acquisire perché il piano di studi della laurea permetta l’accesso alla classe di concorso in base al DPR 19/2016 e dm 259/2017.

Il Ministero dell’istruzione ha ben presente la situazione e nell’incontro avvenuto con i sindacati il 21 aprile ha posto a verbale una dichiarazione con la quale si impegna ad una interlocuzione con il Ministero dell’università e della ricerca per la risoluzione al problema, come già fatto per consentire la conclusione del IV ciclo del TFA sostegno.

La dichiarazione a verbale del Ministero del 21 aprile

Concorso straordinario secondaria, esclusi docenti con tre anni di servizio solo su sostegno

da Orizzontescuola

di redazione

Concorsi scuola: concluso oggi il confronto Ministero  – sindacati, si attende adesso la pubblicazione dei bandi in Gazzetta Ufficiale.

Come già anticipato dalla nostra redazione con la  pubblicazione dell’ultima bozza del bando, il Ministero non ha accolto né le richieste sindacali né i rilievi del CSPI sulla possibilità di permettere ai docenti con tre anni di servizio esclusivamente su sostegno di accedere alla procedura straordinaria per il ruolo o anche solo per l’abilitazione.

Il possesso di una annualità di servizio specifica nella classe di concorso scelta, tra le tre che costituiscono il requisito di accesso, rimane quindi uno dei requisiti imprescindibili.

A dare rilievo a questa chiusura sono i sindacati “FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal e GILDA Unams ribadiscono inoltre il proprio dissenso per la decisione di non consentire la partecipazione alle due procedure anche dei docenti precari con servizio esclusivamente sul sostegno e privi del titolo di specializzazione

Su questo punto già nel primo incontro di carattere tecnico del 29 e 30 gennaio il Ministero aveva fornito questa spiegazione:

In merito alla validità del servizio svolto su posto di sostegno (punti 3 e 13) ai fini della partecipazione al concorso su posto comune, deve necessariamente richiamarsi quanto disposto dall’articolo 1, comma 5, lett. a) del D.L. 126/2019, ai sensi del quale “Il servizio svolto su posto di sostegno in assenza di specializzazione è considerato valido ai fini della partecipazione alla procedura straordinaria per la classe di
concorso, fermo restando quanto previsto alla lettera b)”, ovvero il possesso di almeno un anno di servizio nella specifica classe di concorso o nella tipologia di posto.

Stante il tenore letterale della norma, non può pertanto prescindersi dal requisito del servizio svolto nella specifica classe di concorso, ferma restando la validità servizio svolto su posto di sostegno ai fini del
computo del requisito dei tre anni di servizio.

Neppure appare percorribile l’ipotesi di un’interpretazione estensiva della norma, volta a considerare quale “anno di servizio specifico” quello svolto su posto di sostegno ma con nomina da graduatoria relativa alla
classe di concorso per cui si intende partecipare. In tal senso non può farsi riferimento alla disciplina in materia di graduatorie d’istituto e GAE: oltre ad essere procedure ontologicamente differenti, si tratta di note a tabelle allegate ad un decreto ministeriale, non idonee a prevalere su norme di rango primario.
Dagli atti parlamentari risulta peraltro in maniera inequivocabile la volontà del legislatore di mantenere fermo il requisito del servizio specifico svolto sulla classe di concorso richiesta. ”

A nulla è valsa in questo senso la richiesta del CSPI (va ricordato che il CSPI ha espresso il proprio parere esclusivamente sulla procedura del concorso straordinario per l’abilitazione e non quella per il ruolo)

  • “Si ritiene pertanto utile evidenziare di seguito alcune di queste criticità che riguardano anche la procedura concorsuale straordinaria:
    l’esclusione dall’accesso alla procedura del personale che abbia maturato i tre anni di servizio sul sostegno, senza il possesso del titolo specifico, e che chieda di partecipare alla selezione per la classe di concorso per cui ha titolo, ove non abbia almeno svolto un anno di servizio per quella specifica classe. Tale previsione risulta incoerente con la normativa vigente che consente la copertura di posti di sostegno mediante lo scorrimento delle graduatorie disciplinari relative ai posti comuni, e la conseguente valutazione di tale servizio nelle graduatorie stesse
    (D.M. n. 374/2017). Pur nella consapevolezza che tale limitazione è espressamente prevista dal testo normativo, non si può fare a meno di evidenziare che tale prescrizione contrasta con le  norme che hanno disciplinato le precedenti procedure concorsuali (D.L. del 12/7/2018, n. 87
    convertito in legge, 9/8/2018 n. 96) “che hanno riconosciuto il servizio prestato sul sostegno come fosse stato prestato sulla disciplina in quanto il docente che svolge attività di sostegno è nominato da una graduatoria disciplinare e, al fine di garantire l’inclusione degli alunni con
    disabilità, agisce nel senso di facilitare il loro apprendimento. Opera quindi anche in ambito disciplinare, di supporto all’intera classe, senza assumere una connotazione medico infermieristica.”

Concorso ordinario scuola secondaria, BOZZA BANDO: i posti divisi per classe di concorso e regione, programmi da studiare

Maturità 2020, domande Presidente commissione: modalità e tempistica. Pubblicazione elenchi regionali

da Orizzontescuola

di redazione

Esami di Stato scuola secondaria di secondo grado, domande aspiranti Presidenti di commissione: presentazione, verifica e convalida, pubblicazione elenchi regionali. Tutte le date

Commissioni

Le commissioni degli esami di Maturità, per l’a.s. 2019/20, in seguito alla deroga prevista dal decreto legge dell’8 aprile 2020 e come leggiamo nell’OM n. 197 del 17 aprile, sono composte da 6 commissari interni più il presidente esterno.

Scelta commissari interni

Presidenti di commissione

  • Domande: chi deve e chi può 

Devono presentare l’istanza in qualità di Presidente, i dirigenti scolastici in servizio presso istituti di istruzione secondaria di secondo grado statali e  istituti di istruzione statali nei quali funzionano corsi di studio di istruzione secondaria di secondo grado, nonché i dirigenti preposti ai convitti nazionali e agli educandati femminili.

Possono presentare domanda …   Continua  

  • Quali domande

Gli aspiranti tenuti a presentare l’istanza e quelli che possono farlo facoltativamente, devono presentare due distinte domande:

  1. domanda di inclusione nell’elenco regionale dei presidenti;
  2. domanda di nomina in qualità di presidente delle commissioni di esame di Stato.

La prima si presenta su Istanze Online tramite il modello ES-E; la seconda si presenta sempre su Istanze Online tramite il modello ES-1.

Tempistica

  • Presentazione domande

La presentazione delle due domande suddette, tramite Istanze Online, deve avvenire dal 29 aprile al 6 maggio 2020.

  • Verifica e convalida

Gli Istituti scolastici (nel caso dei docenti che presentano domanda per Presidente di commissione) e gli Ambiti Territoriali Provinciali (nel caso dei dirigenti scolastici) verificano e convalidano le domande presentate dall’8 al 18 maggio 2020.

  • Pubblicazione elenchi

Gli Uffici scolastici regionali pubblicheranno gli elenchi regionali dei Presidenti di commissione il 21 maggio 2020.

Azzolina: urgenza classi pollaio, ostacolo per la didattica ma anche per la sicurezza

da Orizzontescuola

di redazione

La Ministra dell’istruzione Lucia Azzolina è intervenuta su Facebook sull’atto da poco firmato, che istituisce presso il Ministero il comitato di esperti con cui mettere a punto il Piano per la Scuola.

Ho firmato l’atto che istituisce presso il Ministero dell’Istruzione il comitato di esperti che ci aiuterà a mettere a punto il nostro Piano per la Scuola.

Un progetto ampio, complessivo, per uscire dall’emergenza ma guardando oltre. Serve un approccio resiliente per superare questa crisi: possiamo farlo costruendo insieme una scuola migliore. È una strada obbligata se non vogliamo disperdere i tanti sacrifici fatti in queste settimane. L’emergenza ha ricordato a tutti la centralità del sistema d’Istruzione. Ma ha anche evidenziato le criticità che la scuola italiana sconta da anni. Troppi anni e troppi ritardi. Digitalizzazione, formazione, edilizia: priorità su cui non può più esserci alcuna esitazione. Un esempio: quando due anni fa da parlamentare ho iniziato a parlare di classi pollaio e presentato una proposta di legge, in pochi hanno raccolto l’urgenza di quel tipo di intervento. Oggi invece tutti si accorgono che con un’emergenza sanitaria in corso la composizione troppo numerosa delle classi è un ostacolo non solo per la didattica ma anche per la sicurezza.

È arrivato il momento di lavorare sul dopo. E dobbiamo farlo subito.

Del gruppo di lavoro che abbiamo costituito fanno parte esperti di altissimo livello che ci aiuteranno, naturalmente a titolo gratuito, a progettare la nuova scuola che dovrà nascere dall’emergenza. Chiederemo loro di formulare proposte che vaglieremo con attenzione. 

P.S.
Il comitato che ho appena istituito lavora sul ‘dopo’. Altra cosa è la task force per le emergenze educative: una struttura operativa che esiste da anni, composta da dipendenti ministeriali e rappresentanti degli uffici regionali. Al lavoro già da fine febbraio, senza compensi extra, ha permesso ad esempio di raggiungere le scuole delle ex zone rosse o di offrire supporto psicologico a docenti e studenti. A loro chiedo di continuare a lavorare nelle prossime settimane con la stessa dedizione e passione.

Coronavirus, Azzolina: “Istituito Comitato di esperti. Metteremo rapidamente a punto il nostro piano per la Scuola”

Ma che musica nuova, maestro!

Ma che musica nuova, maestro!

di Melina Bianco *

Da sempre la musica scandisce il ritmo delle società, raccogliendo ogni tipo di “vivibile” emozione.

Il più popolare e universale dei linguaggi, l’arte dei suoni appunto, veicola infiniti significati e suggestive rievocazioni, che poi abilmente trasfigura e conserva in atomi di memoria cristallizzati, in appunti emotivi ammassati, imbrigliati, compenetrati nel già vissuto. Spesso comune e accomunante.

Analgesica miscela, in cui ogni dolore sfuma, mentre il ricordo s’impregna del sapore ammuffito del tempo trascorso, ridisegnandone architetture e prospettive d’insieme.

Potere della musica! Sinfonia dei sensi!

Ma adesso? Adesso non più! Almeno per il momento. Adesso è il virus a scandire il tempo, in “battere” e (soprattutto) in “levare”, riscrivendone canto, controcanto, pause e accentazioni.

Ed è sempre lui (il virus) a paralizzare i sensi “sorpresi” e ad impadronirsi di ogni più intima stanza, e di ogni “battuta” stantìa (ritualizzata oltremodo), sprovveduta e inadatta ad accogliere l’assolo dell’ospite inatteso, non confidente, discordante. Refrattario alla parola.

Composizione forestiera, che schiaccia l’ascolto dell’ignaro viandante, e lo rimbalza, e lo inchioda, ad un fascio malinconico di note struggenti. Di risposte sospese. Di indugi inconsumabili.

Ma che musica è quella nuova che giunge? E qual è il suo senso.

E’ musica virale, dall’apparente “non senso”.

Ma qual è il suo “tempo”?

E’ il tempo del lockdown, delle incertezze, delle paure.

Un nuovo maestro!

E’ il tempo che scivola tra le dita. Inesorabile. Lento. Interminabile.

Non è un allegro, né un allegretto. No, non lo è.

Nè un vivace, o un moderato. No, non lo è.

E’ un grave. Si, eccome.

E’ un presto/prestissimo. Si, si spera.

Ma forse, più di ogni altra cosa, è un andante sincopato, che interrompe e inquieta, che sconquassa scienza e coscienza, fisica e metafisica, fede e ragione.

Senza metronomo, nè orologio, né timesheet.

Un tempo che sposta continuamente l’accento, dal flusso pseudoregolante della routine giornaliera, alla costernazione dell’umanità trafitta, che barcolla dinanzi allo scandalo dis-occultato delle vacue certezze, dubitando (nel farlo) financo della presenza di un Dio.

Un tempo che convoca e provoca insieme, che invita (sprezzante) ad appuntamenti cadenzati e severi, su palcoscenici conturbanti in cui attori “non protagonisti “si abbandonano, velati, a movimenti isteriformi. Del grido. Sempre meno del sospiro.

Con fraseggi, legature e punti di valore (e di dolore)nazionali ed internazionali.

Bulimie di sensazioni forti che non generano sentimenti forti. No!

Generano discontinuità, lacerazioni affettive e relazionali, in illusori “non luoghi” in cui ogni partecipante si riscopre, d’un tratto, vittima e carnefice, e si rivede (e magari ravvede) in una dimensione smarrita, sperduta, che l’ha travolto, e che ha travolto (insolentemente), “altezze” e “durate”.

Astuzia di una ragione umana. Miope. Sorda!

Pulviscolo di nuove miserie. Di gabbie anguste. Di ipocrisie e di invidie. Di egoismi e malevolenze.

In spirito e in carne.

Ma che musica è, maestro? Da dove arriva. Dove si tiene nascosta. Dove albeggia e dove tramonta.

E’ musica ecumenica, errabonda, che abbraccia tutte le terre abitate, che non reclama diritto d’accesso. Irrompe e basta. Ad libitum, ad abundantiam, dal di fuori e dal di dentro.

Che pervade e che accompagna, in full time, giornate convulse e notti insonni. Di tutti e di ciascuno.

E nessuno sforzo, di “non ascolto esterno”, ne garantisce il riverbero dall’incomodo silenzio interno.

Strana e straniera la musica nuova che giunge, maestro.

Nei giorni travagliati ed epocali dell’emergenza sanitaria.

Eppure arriva. Si, arriva. E chiede di essere ascoltata, maneggiata con cura. Nella sua vera intimità.

E si concede. Per essere apprezzata nella sua veste celata. Amabile, piacente, benigna.

E si traduce. In appelli corali. Insilenzi prosperi di preghiera. In lamenti pietosi, carezzati da spartiti freschi e da scritture improvvisate e consolanti. Apposta concepiti, con fidente speranza.

Ovunque e da più parti.

Arriva. Si, arriva. La nuova musica inattesa, non cercata. Col suo nuovo tempo.

Un tempo maestro e paterno, che con sforzo maestoso e sudato, tenta il ristoro di anime vestite di cenci. E arriva premurosa e totalizzante. Che quasi si commuove e commuove.

E si propone. Per cammini interrotti e per ripartenze.

Strana musica! Straniera e zelante ad un tempo.

E se non fosse né strana,straniera?

E chiedesse semplicemente nuove grammatiche dell’ascoltare e sfaccettature differenti del sentire, finora sacrificate e costrette all’assenza di contemplazione e di raccoglimento, in favore di misure e di battute distanti, impassibili, cerebrali. Fin troppo.

E se rivendicasse l’affrancamento da ogni voce inautentica e inessenziale, da ogni parola chiacchierata e acconciata sulle increspature di spiriti complici, corrotti e ruffiani, per diventare adesso, nella sua evoluzione più piena, semplicemente franchezza espressiva, sincerità radicale, bianchezza di sentimenti e di azioni, dove comunque nulla è garantito, ma dove tutto viene ri-letto con occhi premurosi e attenti, e tutto ri-ascoltato, a microfoni spenti, con orecchi ri-seminati di avvedutezza, di vincoli di responsabilità, di patti “d’onore” (pacta sunt servanda).

L’onore di chi (e solo di chi), trascendendo la paralisi dell’altrui giudizio si costituisce. Felice, perchè libero di esprimersi. Garante, di pensieri discordanti, e di idee non concordi e non conformi, perchè non diventino alibi e impedimento per ogni pacifico e legittimo raffronto.

Forse ci trasformeremo. Forse ci trasformerà. Si.

La nuova musica ci trasformerà, assieme al suo maestro.

In rigenerate fertilità e verso nuove diramazioni. Dalle singole unità interagenti e sugli indugi del deserto domestico. Oltre la palude dell’isolamento diffidente. Ci aiuterà.

Ad avviare la ripartenza, da altre salite esistenziali, a piedi nudi e con le ossa rotte, verso nuovi estremi temporali, verso più ambiziose compenetrazioni cosmiche e spaziali, al riparo (si spera) da tempeste relazionali di facciata, da gesti e cerimoniali nevrotici e compulsivi. Ripetuti, reiterati.

Da rituali repliche di intrecci affettivi “non affettuosi”, finti, di mero opportunismo (a distanza e in presenza), baluardo di estenuanti fallimenti familiari, sotto l’egida di carriere “al cortisolo” (comunque e a tutti i costi), che feriscono, che tradiscono. E che distruggono.

Ci resta la speranza.

Per un ri-conquistato tempo, per ripristinati accordi, inter-personali, inter-soggettivi.

Più distesi e duraturi. Meno stressanti e più maturi. Persino, forse, più onesti.

E magari resistenti come una volta, (e anche più), con un retrogusto amaro e indisponente verso i legami deboli e il disimpegno sociale. Verso la dignità svenduta e le libertà negate, ancorchè esibite. Sulle piazze e nei palazzi di giustizia.

E ancora indisponente, si. Verso la frantumazione dei sentimenti importanti.

Per noncuranza, per mancanza (mancanza?) di tempo. Per codardia.

E alla fine, per pigra rassegnazione.

Non più figli contesi da sbadata quotidianità, fatta di scampoli d’amore bruciato, di relazioni aride e frammentate, frustrate e violente. Ma stoffe resistenti!

Trasportate subinari finalmente scambiati, dalle linee trasgressive e disobbedienti.

Si, disobbedienti. Verso ogni amicizia “profittata”, ogni amore ingannato, ogni impegno genitoriale tradito. E ogni vincolo morale truffato.

Ci resta la speranza.

Per nuovi alfabeti degli affetti. Nuovi spazi sociali e temporali, tutti da riscrivere, riavvolgendo non più all’indietro, il nastro dei pensieri e delle relazioni, e riscrivendo, sulle note del tempo vissuto, altre territorialità spirituali, dalle tonalità emotive ri-verniciate, per una vita meglio sintonizzata.

Su noi stessi. Sugli altri. Sul mondo. Verso una totalità che abbraccia e che seduce.

In un monologo non più solo esteriore, che si fa suono-verbo, chiamata, “call”.

Che si ri-scopre intimo a se stesso, prima di ri-aprirsi all’altro, con connessioni e propositi offline,

non esibiti, protetti e al riparo. Custoditi con elegante riserbo e con prudente parsimonia.

Per la sopravvivenza (almeno) mediatica.

Nuove ricchezze cromatiche dell’interiorità creativa, poliedrica e non più distratta.

In un cammino impervio ma convinto, che avanza, cerca e s’incanta, davanti alla bellezza di un sorriso, alla dolcezza di uno sguardo, al calore di un abbraccio. Al bisogno di una carezza.

E nuovi arcipelaghi pedagogici. E nuove visioni educative.

Di dimensioni comunitarie, di convergenza di prospettive, e di sguardi non personali o spersonalizzanti. E nuovi pescatori di uomini. E di donne. E di volti.

Volti che scrutano, fin dentro le voragini. Le nostre. E non solo.

E che impegnano a più definite responsabilità, come pre-condizioni di ogni etico nuovo agire.

Skills più umane, oltre che digitali. Più verdi, oltre che tecnicistiche ed omologanti.

Da trasmettere, da in-segnare e con-segnare alle bambine e ai bambini del tempo nuovo, come chiavi segrete dell’apprendimento vero, quello della vita, a partire dalle giuste pause e dai necessari silenzi, che ogni buona musica sa propagare e diffondere.

Dove ogni nota diventa battito. Battito dell’anima.

Che fa librare le coscienze, in una nuova aritmetica dei suoni.

Per un presente tutto da riscrivere e un futuro ancora da immaginare.

Al tempo della vita. Delle vite. Vere, personali. In-carnate.

E il mondo che ne pensa?

Rimane l’incognita. Omnia tempus habent.

S’invocano soffi di poesia.

E fluide note, in acque non “chete”, ribollenti.  Che rompono i ponti e squarciano gli argini, della transitorietà degli applausi, della “liturgia” dell’apparenza, dell’esteriorità “svenduta”.

Fin troppo complice. Fin troppo consapevole.

Armonia metafisica, di nuove architetture senza edifici. Ombra e luce insieme.

Musica di pace, di essenze, di fecondità “speculative”.

Sabbia e spuma nuova.

All’epoca dell’ancora possibile.

Dove il tempo lenisce ma non cancella.

E dove la musica guarisce e cicatrizza.

Ogni animo ulcerato. Ogni respiro mozzato.

Ogni bacio interrotto.

Ma che bella è questa musica, maestro.

Ciò che l’emergenza impedisce, la nuova musica, adesso, consenta!


* Dirigente Ministero Istruzione – Professore Università Lumsa

Concorso scuola ordinario secondaria, pubblicato il decreto in Gazzetta Ufficiale

da La Tecnica della Scuola

In Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il decreto relativo al concorso scuola secondaria 2020. I posti previsti messi a bando sono 25 mila circa.

Mentre si attende il bando del concorso, che dovrebbe comunque essere pubblicato nei prossimi giorni, adesso abbiamo il testo ufficiale del concorso scuola secondaria, che funge da regolamento della procedura.

“Il concorso e’ indetto su base regionale per la copertura dei
posti della scuola secondaria di primo e secondo grado che si stima si renderanno vacanti e disponibili nel primo e secondo anno scolastico successivi a quello in cui e’ previsto l’espletamento delle prove concorsuali”.

Concorso scuola secondaria: chi può partecipare

Potranno partecipare al concorso scuola 2020 secondaria, per i posti comuni, i candidati in possesso, alla data di scadenza del termine per la presentazione della domanda, di uno dei seguenti titoli:

a. titolo di abilitazione alla specifica classe di concorso o analogo titolo conseguito all’estero e riconosciuto in Italia ai sensi della normativa vigente;

b. titolo di accesso alla specifica classe di concorso congiuntamente a titolo di abilitazione all’insegnamento per diverso grado o classe di concorso o analogo titolo conseguito all’estero e riconosciuto in Italia ai sensi della normativa vigente;

c. titolo di accesso alla specifica classe di concorso o analogo titolo conseguito all’estero e riconosciuto in Italia ai sensi della normativa vigente congiuntamente al possesso dei 24 CFU/CFA di cui all’articolo 1, comma 181, lettera b), numero 2.1 della Legge.

Per i posti Itp accedono i candidati i possesso del diploma e senza i 24 CFU, almeno fino all’anno scolastico 2024/2025.

Per i posti di sostegno del concorso ordinario secondaria sono ammessi a partecipare alle procedure distinte per la secondaria di primo o secondo grado, i candidati in possesso, alla data di scadenza del termine per la presentazione della domanda, oltre che ai requisiti precedenti, del titolo di specializzazione sul sostegno per lo specifico grado conseguito ai sensi della normativa vigente o analogo titolo di specializzazione sul sostegno conseguito all’estero e riconosciuto in Italia ai sensi della normativa vigente.

Sono ammessi con riserva coloro che, avendo conseguito all’estero i titoli abbiano comunque presentato la relativa domanda di riconoscimento ai sensi della normativa vigente, entro il termine per la presentazione delle istanze per la partecipazione alla procedura concorsuale.

Organi collegiali in videoconferenza: la legge sarà approvata a breve

da La Tecnica della Scuola

Proseguiranno in settimana i lavori parlamentari per la conversione in legge di due importanti decreti.

Presso la Commissione Istruzione del Senato continuerà la discussione, avviata il 16 aprile con la relazione della sen. Angrisani, sul decreto-legge n. 22, in materia di “misure urgenti sulla regolare conclusione e l’ordinato avvio dell’anno scolastico e sullo svolgimento degli esami di Stato”.
Il presidente della Commissione Mario Pittoni (Lega) ha già fatto sapere che nelle giornate di mercoledì 22 e giovedì 23 sono previste alcune audizioni; per il momento sono già state presentate più di 60 richieste in tal senso ed il presidente Pittoni si è detto disposto ad accoglierle tutte.
Scadrà invece il 29 aprile alle ore 20 il termine per la presentazione di emendamenti ed ordini del giorno; poi si passerà alla discussione e al voto in Commissione.
Il provvedimento potrebbe andare in aula nella seconda settimana di maggio.

Alla Camera è invece programmato l’esame del decreto-legge “Cura Italia” che stanzia per la scuola 85 milioni di euro per la didattica a distanza e che è già stato approvato dal Senato il 9 aprile scorso.
Al Senato il decreto ha subito una modifica importante perché è stata introdotta una norma che consente anche alle istituzioni scolastiche di convocare gli organi collegiali mediante videoconferenza.
Alla Camera il provvedimento è all’esame della Commissione Bilancio, mentre la Commissione Cultura ha già espresso il proprio parere favorevole sugli aspetti che riguardano la scuola.
E’ molto probabile che il provvedimento venga approvato con voto di fiducia ma – per il momento – l’ufficio di presidenza della Camera non ha ancora fissato la data in cui l’Assemblea dovrà pronunciarsi.

Comitato per ripresa attività: un solo docente fra gli esperti, protestano associazioni disabili

da La Tecnica della Scuola

Sono passate poche ore dall’annuncio della costituzione del Comitato di esperti che dovrebbe fornire suggerimenti e proposte al Ministero per la ripresa delle attività didattiche (ma non solo) e già arrivano le prime prese di posizione.

Per il momento le due proteste più significative sono quelle dei Comuni italiani e di Fand e Fish (Federazioni di associazioni che si occupano di disabilità).

I Comuni lamentano il fatto di non essere rappresentati dentro il Comitato“Pensare di progettare la riapertura della scuola senza partire dai Comuni – fa notare Cristina Giachi, responsabile scuola dell’Anci – è miope e dannoso”.

Più duro il commento di Fand e Fish
Con la cosiddetta Fase 2 – sostengono le associazioni – la scuola dovrà affrontare temi complessi e delicati: “Il diritto allo studio, la formazione di migliaia di studenti, la necessità di innovare le tecniche, le strutture, i procedimenti e le logiche stesse della formazione sono sfide delicate e nevralgiche che comportano capacità, competenza e visione politica”.
“Il tema della disabilità – 
proseguono – è trasversale a tutte queste sfide, certamente non è una questione a parte o secondaria o da trattare in separata sede.  Per questo motivo lascia perplessi e contrariati l’atto appena approvato dal Ministro dell’Istruzione che istituisce un Comitato di esperti che dovrebbe mettere rapidamente a punto un Piano generale per la scuola post-emergenza COVID.”
“I nomi degli esperti e l’elencazione degli obiettivi del Comitato – 
concludono Fand e Fish –  tradiscono purtroppo una considerazione del tutto marginale della disabilità. Non se ne trova traccia esplicita, non si rileva alcun nome che possa vantare esperienze o approfondimenti in materia di disabilità”.

Per la verità, del Comitato fanno parte due dirigenti scolastici (Domenico Di Fatta dell’istituto di  istruzione superiore “Regina Margherita” di Palermo e Amanda Ferrario dell’istituto di istruzione superiore “Tosi” di Busto Arsizio) e un solo docente (Lorella Carimali, insegnante presso il Liceo Scientifico statale “Vittorio Veneto” di Milano): un po’ poco forse per un Comitato che dovrebbe affrontare temi complessi e delicati legati alla riapertura delle scuole.
E’ pur vero che i 18 esperti della Commissione avranno la possibilità di svolgere audizioni di altri esperti o di persone che operano nel mondo associativo e che potrebbero fornire un contributo di idee derivante da una ricca esperienza maturata sul campo.

A scuola con mascherine e guanti, la ministra Bonetti: sarà necessario. Le aziende già pronte

da La Tecnica della Scuola

Prima o poi arriverà per i bambini la Fase 2 del Coronavirus e bisognerà proteggerli dal virus per diverse ore, anche durante la presenza a scuola. A sostenerlo è una delle più autorevoli “voci” dell’attuale Governo per quel che riguarda le fasce giovanili: Elena Bonetti, ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, nel corso di un colloquio con il giornalista Giovanni Minoli.

“Se servono le mascherine ci devono essere”

“Nella Fase 2 – ha detto la ministra appartenente a Italia Viva – probabilmente sarà necessario per i bambini indossare guanti e mascherine”.

La titolare del ministero per le Pari Opportunità e la Famiglia, che con il suo partito si dice favorevole al ritorno a scuola il più possibile anticipato e comunque sempre in sicurezza, ha aggiunto che “se servono le mascherine ci devono essere. Siamo in attesa di indicazioni puntuali dal comitato scientifico, poi alla politica compete che ciò che serve deve essere disponibile”.

Le aziende si stanno preparando

Le parole della ministra sembrano trovare riscontro anche sul mercato produttivo. L’agenzia Ansa ha intervistato Lydia Barbini, amministratrice dell’azienda Piave Maitex di Feltre, in provincia di Belluno: un paio di mesi fa, con l’approdo in Italia del Vovid-19, ha detto l’a.d., l’azienda si è riconvertita: l’ex ‘fabbrica ricami a macchina’ (questo il nome nel 1908), da anni specializzata in produzione di tessuto elastico per costumi, intimo e abbigliamento sportivo, ha modificato i macchinari in tempo record e messo gli oltre cento dipendenti ad operare proprio per la produzione di mascherine anti-contagio.

Da 5 mila a 60 mila mascherine al giorno

“A inizio marzo abbiamo cominciato i test interni – racconta Barbini – Il nostro settore ricerca e sviluppo ha progettato il modello di una mascherina per la collettività e dal 25 marzo è partita la vendita. Dalle prime 5.000 al giorno, ora ne facciamo 60 mila”.

Il risultato è una protezione a trama molto fitta, con un trattamento idrorepellente per cui è traspirante e lavabile fino a 40 volte a 60 gradi. Tra le prime distribuzioni c’è stata la Coop di Feltre, il sindaco, i soci di Confindustria della zona. Poi farmacie, ferramenta, edicole. Richieste arrivano da dentisti e parrucchieri. Ora abbiamo scuole che ce le chiedono”.

Se si tornerà in classe con l’obbligo o il consiglio di indossare le mascherine, la produzione potrebbe assumere dimensioni ancora più alte.

Alla Coop di Feltre, ora si realizzano tre misure (per piccoli, adolescenti e adulti), bianche e nere. Il ‘segreto’ è nel tessuto elastico, già certificato. “Si adatta bene al viso, è sagomato, non cade e non si sposta – ha detto l’amministratrice -: le ho provate anche sui miei nipoti, poi abbiamo fatto test con i pennarelli perché i bambini potessero colorarle e viverle come un gioco. Sulla parte centrale il colore resta e alcuni si sentono Spider!”.

L’evoluzione della mascherine: diventeranno ‘altruiste’

Si va verso un’evoluzione delle protezioni del volto: da “una mascherina che non sia solo ‘altruista’ com’è ora – ha detto l’a.d. dell’azienda veneta – ma anche ‘egoista’, cioè che protegga dal virus chi la indossa e chi sta vicino”.

Per questo tra un paio di settimane dovrebbero arrivare i risultati dei test di quattro Università italiane e un ente certificatore del Veneto per avere il marchio CE.

Il dubbio

A quel punto, con il “bollino” di garanzia, le mascherine potrebbero diventare lo strumento di prevenzione per eccellenza dal temibile Coronavirus. Anche per i docenti e tutto il personale scolastico.

Rimane il dubbio dell’utilizzo corretto: riusciranno bambini e adolescenti ad indossare le mascherine anche per sei e più ore al giorno consecutive?

Maturità 2020, prima scadenza: i sei commissari interni vanno nominati entro il 30 aprile

da La Tecnica della Scuola

A meno di due mesi dal suo avvio, la maturità del 2020 rimane una vera incognita: rimangono infatti possibili due macro-ipotesi, con il 18 aprile che rimane spartiacque e la possibilità dell’unica prova, il colloquio, che rimane la più probabile.

Come si scelgono i commissari interni

Dalle indicazioni che provengono sugli adempimenti amministrativi da assolvere per arrivare all’Esame di Stato finale del secondo ciclo scolastico, vi sono però già alcune scadenze: la prima, che è anche impegnativa e va assolta dai Consigli di Classe delle quinte classi della scuola superiore, prevede che entro il 30 aprile vengano designati i commissari interni.

Per arrivare pronti alla scadenza di fine aprile, quindi, i dirigenti scolastici stanno nominando i Consigli di Classe dell’ultimo anno della scuola superiore con le date fissate tra la prossima settimana e i primissimi giorni della successiva.

Considerata l’emergenza da Coronavirus, i Consigli di Classe si realizzeranno con modalità in line, come previsto da un emendamento al decreto legge 70 del 17 marzo scorso, già approvato dal CdM e pubblicato in Gazzetta Ufficiale e che a giorni verrà convertito in legge.

Nell’ordinanza ministeriale 17 aprile scorso, prot. n. 197, concernente “Modalità di
costituzione e di nomina delle commissioni dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione per l’anno scolastico 2019/2020
”, contenente pure i modelli relativi ai connessi adempimenti, si legge che le commissioni dovranno essere “costituite in ragione di una ogni due classi, siano presiedute da un presidente esterno all’istituzione scolastica e” vengano “composte da sei commissari interni per ciascuna delle due classi, ferma restando la possibilità che uno o più commissari siano individuati per entrambe le classi. I commissari sono individuati nel rispetto dell’equilibrio tra le discipline e, in ogni caso, è assicurata la presenza del commissario di italiano nonché del/dei commissario/i della seconda prova scritta, per le discipline già individuate per ciascun indirizzo di studio dal d.m. n. 28 del 2020”.

Più avanti l’individuazione dei presidenti

Per quanto riguarda, invece, la pubblicazione degli elenchi regionali dei presidenti da parte degli uffici scolastici regionali, questa dovrà avvenire entro il prossimo 21 maggio.

Come già segnalato da questa testata giornalistica, gli aspiranti presidenti nelle commissioni d’esame dovranno trasmettere, tramite istanza POLIS, le schede di partecipazione Modelli ES-E e ES-1 nel periodo che intercorre dal 29 aprile al 6 maggio prossimo.

LEGGI IL TESTO DELL’ORDINANZA (CLICCA QUI)

Supplenze brevi e saltuarie, niente proroga se rientra il titolare

da La Tecnica della Scuola

Indietro tutta per le supplenze brevi e saltuarie: in caso di rientro del titolare, il supplente non può avere proroga. E’ quanto riporta la nota del Miur del 21 aprile. Ciò, risulta pertanto in forte contraddizione con quanto riportava la stessa amministrazione nel mese di marzo.

Proroga supplenze brevi: non si può fare con il rientro del titolare

La nota Miur riporta, infatti, che “potranno continuare ad essere conferiti incarichi di supplenza breve e saltuaria esclusivamente secondo le modalità previste dalla normativa vigente, restando inibita la possibilità di stipulare contratti in caso di rientro del titolare“.

L’art.121 del decreto legge Cura Italia, come abbiamo scritto, prevede infatti che “al fine di favorire la continuità occupazionale dei docenti già titolari di contratti di supplenza breve e saltuaria, nei periodi di chiusura o di sospensione delle attività didattiche disposti in relazione all’emergenza sanitaria da COVID-19, il Ministero dell’istruzione assegna comunque alle istituzioni scolastiche statali le risorse finanziarie per i contratti di supplenza breve e saltuaria, in base all’andamento storico della spesa e nel limite delle risorse iscritte a tal fine nello stato di previsione del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. Le istituzioni scolastiche statali stipulano contratti a tempo determinato al personale amministrativo tecnico ausiliario e docente provvisto di propria dotazione strumentale per lo svolgimento dell’attività lavorativa, nel limite delle risorse assegnate ai sensi del primo periodo, al fine di potenziare le attività didattiche a distanza presso le istituzioni scolastiche statali, anche in deroga a disposizioni vigenti in materia

C’era stata anche la nota Miur 392 del 18 marzo 2020, che disponeva appunto la continuità dei contratti in essere di docenza in supplenza breve e saltuaria, a prescindere dunque dall’eventuale rientro del titolare e per tutta la durata dell’emergenza sanitaria, senza specificare se tale norma è applicabile antecedentemente alla data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legge “Cura Italia”.

Poi, il 5 aprile è arrivata la retromarcia con la nota 8615 del 5 aprile, in cui si disponeva invece, in modo non molto chiaro, che non vi erano le coperture finanziarie per proroghe delle supplenze in caso di rientro del titolare di cattedra.

Adesso, la nota del 21 aprile, mette la parola fine (?) alla questione, in cui si esplicita chiaramente l’impossibilità della proroga in presenza del ritorno del docente titolare di cattedra.

Già, dopo la nota del 5 aprile molti Ds hanno iniziato a licenziare molti supplenti, che nel frattempo avevano acquistato a spese proprie il materiale per le lezioni a distanza.

Concorso scuola ordinario, il prospetto della ripartizione dei posti per classi di concorso

da La Tecnica della Scuola

Si è svolta, oggi, al Ministero dell’Istruzione, l’informativa sui concorsi. Sul tavolo, non solo il concorso straordinario (clicca qui), ma anche quello ordinario.

Possono partecipare al concorso scuola 2020 secondaria, per i posti comuni, i candidati in possesso, alla data di scadenza del termine per la presentazione della domanda, di uno dei seguenti titoli:

a. titolo di abilitazione alla specifica classe di concorso o analogo titolo conseguito all’estero e riconosciuto in Italia ai sensi della normativa vigente;

b. titolo di accesso alla specifica classe di concorso congiuntamente a titolo di abilitazione all’insegnamento per diverso grado o classe di concorso o analogo titolo conseguito all’estero e riconosciuto in Italia ai sensi della normativa vigente;

c. titolo di accesso alla specifica classe di concorso o analogo titolo conseguito all’estero e riconosciuto in Italia ai sensi della normativa vigente congiuntamente al possesso dei 24 CFU/CFA di cui all’articolo 1, comma 181, lettera b), numero 2.1 della Legge.

Per i posti Itp accedono i candidati i possesso del diploma e senza i 24 CFU, almeno fino all’anno scolastico 2024/2025.

Per i posti di sostegno del concorso ordinario secondaria sono ammessi a partecipare alle procedure distinte per la secondaria di primo o secondo grado, i candidati in possesso, alla data di scadenza del termine per la presentazione della domanda, oltre che ai requisiti precedenti, del titolo di specializzazione sul sostegno per lo specifico grado conseguito ai sensi della normativa vigente o analogo titolo di specializzazione sul sostegno conseguito all’estero e riconosciuto in Italia ai sensi della normativa vigente.

Sono ammessi con riserva coloro che, avendo conseguito all’estero i titoli abbiano comunque presentato la relativa domanda di riconoscimento ai sensi della normativa vigente, entro il termine per la presentazione delle istanze per la partecipazione alla procedura concorsuale.

ECCO LA RIPARTIZIONE DEI POSTI (PDF) 

IL DECRETO (CLICCA QUI)

Allegati al decreto

ALLEGATO A – PROGRAMMA CONCORSUALE (CLICCA QUI)

ALLEGATO C – TABELLA TITOLI VALUTABILI (CLICCA QUI)

ALLEGATO D – CORRISPONDENZA TITOLI ABILITAZIONE (CLICCA QUI)