La Ministra in videoconferenza con i Ministri dell’Istruzione di Argentina e Emirati Arabi Uniti

La Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha incontrato l’8 aprile, in videoconferenza, il Ministro dell’Istruzione dell’Argentina, Nicolás Trotta. Al centro del confronto, le azioni messe in campo dall’Italia per rispondere all’emergenza coronavirus, in particolare sul fronte istruzione. Azzolina ha illustrato all’omologo argentino quanto fatto per garantire agli studenti la prosecuzione delle attività didattiche. In Argentina l’anno scolastico è appena iniziato ma le scuole sono chiuse dallo scorso 16 marzo e le lezioni proseguono a distanza.

Il Ministro Trotta ha espresso solidarietà all’Italia e ha manifestato la volontà di restare in contatto costante per avere aggiornamenti su ogni nuova misura adottata dal nostro Paese. I due Ministri hanno poi concordato sulla necessità di riprendere l’ampia collaborazione bilaterale già in campo nel settore dell’istruzione e per la diffusione della lingua e della cultura italiana in Argentina.


La Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha avuto l’8 aprile un colloquio telefonico con il Ministro dell’Istruzione degli Emirati Arabi Uniti, Hussain Ibrahim Al Hammadi. I due Ministri si sono confrontati sulle misure adottate dai rispettivi Paesi per fronteggiare l’emergenza legata al virus Covid19, con un focus sulla didattica a distanza.

La Ministra Azzolina ha colto l’occasione per ringraziare il suo omologo per la solidarietà espressa dagli Emirati Arabi Uniti e per l’invio di 10 tonnellate di attrezzature mediche da destinare al personale sanitario impegnato nella lotta alla pandemia. I due Ministri hanno infine concordato di continuare a confrontarsi sull’emergenza Covid 19 e manifestato l’interesse a rafforzare la collaborazione bilaterale nel settore dell’istruzione.

Un sostegno psico – pedagogico e metodologico – didattico

Unione Cattolica Italiana Insegnanti, Dirigenti, Educatori, Formatori

Riconfermata dal MIUR come ente accreditato e qualificato per la formazione del personale della scuola ai sensi della direttiva n. 170 del 2016

Un sostegno psico – pedagogico e metodologico – didattico.

E’ il servizio offerto dalla commissione “Uniti per Rinascere” istituita dall’UCIIM (Unione Cattolica Italiana insegnanti dirigenti educatori formatori) per supportare concretamente la solida comunità scolastica, dal nord al sud Italia, durante tutto il periodo di emergenza Covid.

Un lavoro che passa attraverso l’impegno e la professionalità di figure accreditate, in grado di fornire il lodevole servizio con le adeguate abilità professionali e tecniche.

La Commissione, composta da professionisti e specialisti dei vari settori della pedagogia, della metodologia, della didattica, della medicina, della psicologia, propone un calendario di disponibilità, per l’intera settimana, a docenti, alunni, genitori e dirigenti, in onore di quel dialogo e di quel confronto in grado, ogni volta, di risolvere difficoltà e problemi.

Gli eventi del momento che sgretolano sotto gli occhi di tutti certezze e progetti, impongono ad ognuno di fare la sua parte e l’UCIIM, da sempre impegnata in prima linea nel mondo della scuola, ha deciso di donare aiuto alla persona nella sua totalità, attraverso l’attenzione e l’ascolto, volendo intercettare il bisogno, la necessità e traghettare verso un futuro dove sempre e comunque la relazione si ponga come presupposto necessario della vittoria. Anche sulla virulenza, sull’isolamento, sull’ignoto.

Un servizio poliedrico che intende volgere la crisi in opportunità affinchè ciascuno colga nella sfida quotidiana la possibilità di crescita.

Il sostegno è rivolto agli studenti, per qualsiasi indirizzo di istruzione e anno scolastico; ai genitori in quanto parte fondante della comunità scolastica, ai dirigenti scolastici per il delicato ruolo di mediazione che svolgono, ai docenti per onorare il loro essere chiave di volta del successo.

Organici docenti 2020-2021: bene la conferma

Organici docenti 2020-2021: bene la conferma, ora si lavori per l’ampliamento

Roma, 8 aprile – A conclusione del confronto tra organizzazioni sindacali e Amministrazione sull’organico dei docenti per l’anno scolastico 2020-2021, svoltosi con collegamento a distanza nei giorni 7 e 8 aprile, il Ministero dell’Istruzione ha accettato la richiesta avanzata dalla FLC CGIL e dagli altri sindacati rappresentativi della scuola, di confermare la pianta organica dell’anno in corso.
Una decisione non scontata, ma fortemente voluta dalla nostra organizzazione in opposizione al taglio di migliaia di posti di lavoro che si sarebbe prospettato, visto il calo degli alunni fatto registrare dalle iscrizioni alle prime classi, soprattutto nel primo ciclo di istruzione.

La conferma dell’organico dell’anno in corso, che avverrà a livello regionale, consentirà di evitare per quanto possibile lo spostamento di insegnanti da un istituto all’altro.

Ora occorre, anche per dare maggiore tranquillità al personale, un ulteriore importante passo in avanti: la conferma dell’organico istituto per istituto, che vuol dire prevedere posti aggiuntivi laddove ci sarà un aumento di classi. Questa ulteriore misura favorisce la continuità didattica ed evita le situazioni di soprannumero, e potrà rendere la gestione del personale più agevole alle segreterie scolastiche e alla Dirigenza che, alla ripresa delle attività nel settembre 2020, saranno gravate da una notevole mole di lavoro.  
Puntare sull’ampliamento dell’offerta formativa è la risposta migliore per restituire l’anno di scuola e di vita che milioni di studenti perderanno a causa dell’epidemia virale.

ORGANICI: NESSUN TAGLIO, ACCOLTE LE NOSTRE RICHIESTE

ORGANICI, GILDA: NESSUN TAGLIO, ACCOLTE LE NOSTRE RICHIESTE

“Gli organici del personale docente non subiranno alcun taglio: grazie alla trattativa condotta con l’Amministrazione, abbiamo scongiurato il rischio che si paventava di una riduzione di quasi 8mila posti comuni. Si tratta di un risultato positivo e importante in vista del prossimo anno scolastico”. A dichiararlo è la Gilda degli Insegnanti commentando l’esito dell’incontro che si è svolto oggi tra sindacati e Ministero dell’Istruzione.

“Siamo riusciti ad ottenere la conferma degli organici che, dunque, restano uguali rispetto allo scorso anno. Nella situazione che si è creata a causa dell’emergenza sanitaria, è necessario lasciare stabile il numero di posti, perché alla ripresa delle attività didattiche in presenza sarà indispensabile prevedere sia misure di distanziamento, sia misure di recupero degli apprendimenti, considerato che la didattica a distanza, essendo per sua natura un surrogato della scuola, non ha permesso di completare la preparazione degli studenti. Il mantenimento dell’organico 2019/2020, inoltre, limiterà notevolmente anche la creazione dei soprannumerari e permetterà di ridurre il numero di alunni per classe”.

Considerato che i posti in organico non subiranno riduzioni, la Gilda chiede di tener conto della situazione degli istituti professionali che, penalizzati dalla riforma, hanno visto aumentare i carichi di lavoro dei docenti.

“Posto che anche la distribuzione dei posti alle Regioni resta invariato rispetto all’anno scorso – conclude la Gilda – il prossimo passaggio importante consisterà nel confronto con le amministrazioni periferiche. Auspichiamo, dunque, di essere convocati a breve dai dirigenti degli uffici scolastici regionali per discutere i criteri di ripartizione dei posti sul territorio”.

SUBITO LEGGE OPEN SCIENCE

CORONAVIRUS,GALLO (M5S): SUBITO LEGGE OPEN SCIENCE E SOSTEGNO MASSIMO ALLA RICERCA

Roma, 8 aprile – “L’emergenza coronavirus conferma l’urgenza di approvare in tempi brevi la legge Open Science, già votata a Montecitorio e in attesa del via libera del Senato. Mai come oggi, la ricerca deve diventare bene comune, aperto e accessibile a tutti. Più che la concorrenza tra aziende e tra scienziati, conta la collaborazione scientifica, istituzionale e industriale ed è importante mettere la ricerca pubblica italiana in condizione di avere risorse e mezzi adeguati alle sfide poste da fenomeni come questa pandemia”. Così Luigi Gallo portavoce dei MoVimento 5 Stelle e presidente della commissione Cultura, Scienza e Istruzione alla Camera dei deputati. “La proposta di legge “Open Access”, di cui sono primo firmatario – riprende Gallo –, interviene sulla normativa del diritto d’autore garantendo agli autori di ricerche finanziate con fondi pubblici la possibilità di ripubblicare su piattaforme aperte, in modo che un lavoro scientifico ritorni nella disponibilità della comunità scientifica tutta e della collettività. Inoltre, il provvedimento impone un investimento del ministero dell’Università e la Ricerca per istituire il primo motore di ricerca pubblico capace di reperire nel mondo le ricerche scientifiche su un tema specifico, favorendo tra l’altro la consultazione diretta delle fonti primarie di informazione”.“Accanto a questo, dovremo potenziare i nostri investimenti in ricerca, incrementando sensibilmente quell’1,4% del Pil italiano che ci rende fanalino di coda europeo. Il nostro Paese esce da questa crisi sanitaria ed economica se impara a puntare sugli asset più adatti a produrre un elevato ritorno dell’investimento in termini di innovazione e progresso” conclude il deputato del MoVimento 5 Stelle.

Disabilità e COVID 19

INPS risponde a FISH sull’indennità di 600 euro

Lunedì 6 aprile, con un suo comunicato, FISH aveva denunciato alcune gravi lacune applicative del decreto legge “Cura Italia” e alcune diffuse distorsioni interpretative.

Fra queste ultime FISH segnalava quella relativa all’indennità straordinaria ai lavoratori autonomi e con altri inquadramenti (i c.d. 600 euro). Da una lettura stringente della relativa circolare INPS, una parte dei patronati sindacali, come segnalato da un numero significato di persone con disabilità, ritengono che siano da escludere i lavoratori con disabilità titolari di pensione di invalidità civile (290 euro al mese) o cecità o sordità.

Sul punto era stata avanzata anche una contestuale richiesta di chiarimenti da FISH verso INPS. Scriveva FISH a INPS: “In riferimento alla circolare INPS n. 49 del 30 marzo ultimo scorso recante istruzioni per la richiesta e la corresponsione delle indennità di cui agli articoli 27, 28, 29 del decreto legge 17 marzo 2020, n. 18 si segnala con forte preoccupazione che parte dei patronati sindacali che supportano tali procedure, interpretano impropriamente i passaggi delle circolare che esclude dall’indennità i titolari di pensione diretta. In queste interpretazioni, vengono annoverate non solo le prestazioni previdenziali ma anche, certamente contro la volontà del legislatore, quelle di natura assistenziale riconosciute ai minorati civili (invalidi e ciechi civili, sordi). Visto il danno che ne deriva ai potenziali interessati e i visti i tempi ristretti della domanda, si chiede una immediata nota dirimente da parte di INPS.”

Di oggi la risposta formale da INPS al Presidente FISH in cui si esclude categoricamente questa lettura. Scrive INPS:

“In merito alla Sua richiesta del 3 aprile u.s., avente ad oggetto ‘Richiesta chiarimento urgente su Circolare INPS n. 49 del 30.03.2020’ e concernente l’interpretazione delle disposizioni di cui agli articoli 27, 28 e 29 del decreto-legge n. 18/2020 e della relativa circolare n. 49/2020 di questo Istituto, nella parte in cui si escludono dai potenziali beneficiari i soggetti titolari di pensione diretta, si comunica quanto segue. Le disposizioni richiamate, segnatamente, agli articoli 27, 28, 29 e, in particolare, all’articolo 31 del decreto-legge n.18/2020, escludono qualsiasi ipotesi di incompatibilità con le prestazioni assistenziali riconosciute a disabili civili, ciechi civili e sordi.

Dalla lettura sistematica delle norme richiamate si evince chiaramente che la disciplina delle incompatibilità riguarda esclusivamente le prestazioni previdenziali caratterizzate quindi dall’esistenza di un rapporto contributivo e non vi è alcun riferimento alle norme che regolano l’erogazione delle prestazioni assistenziali che trovano il loro fondamento giuridico in altre disposizioni di legge. Pertanto, alla luce delle considerazioni espresse, si ritiene non corretta l’interpretazione data, a dire di codesta Federazione, dai patronati.”

Il Presidente FISH, Vincenzo Falabella, commenta: “Mai smentita fu più gradita. Ne diamo notizia e comunicazione nell’interesse generale. Rimane intatto invece il disorientamento e il disagio sulle modalità applicative dell’articolo 26 del decreto ‘Cura Italia’, quello che prevede che le assenze dei lavoratori disabili o immunodepressi o con quadri clinici a rischio possano essere equiparate, fino a fine aprile, al ricovero ospedaliero. Sulle modalità per rendere esigibile quel diritto ancora nulla di nuovo, ancora silenzio da INPS, dal Ministero della Salute, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.”


Disabilità e COVID 19: cambiare rotta, fare meglio, fare presto!

Il Governo sta per approvare nuove disposizioni a sostegno di un Paese già fortemente provato dall’emergenza COVID 19, dalla conseguente crisi economica e dall’enorme disagio sociale in evidente progressione.

Le persone con disabilità e le loro famiglie – esposte ai maggiori rischi sanitari e sociali – vivono questi momenti e le incertezze per il futuro con forte senso di preoccupazione ed ansia. I servizi spesso già di difficile fruizione, i sostegni già insufficienti, lo stato di povertà e il rischio di impoverimento che spesso accompagnano la disabilità sono condizioni su cui chiediamo un immediato intervento politico, organizzativo, finanziario.”

Così si esprime Vincenzo Falabella, Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, commentando i più recenti fatti della cronaca, della politica e dei dibattiti parlamentari e ricordando le proposte presentate la scorsa settimana che vogliono sostenere caregiver familiari, persone che vivono sole o con un operatore, che intendono intervenire nei drammi che si stanno consumando nelle RSA…

Purtroppo però i più recenti provvedimenti, in particolare il decreto legge ‘Cura Italia’, oltre ad essere largamente insufficienti alla gravità della situazione in cui versano tantissime famiglie, persone con disabilità, anziani soli, sono in parte ancora lettera morta, in parte forieri di nuove disparità a cui ci auguriamo venga posto rimedio velocemente.”

Il Presidente FISH si riferisce in modo particolare all’articolo (il 26) del decreto “Cura Italia” che prevede che le assenze dei lavoratori con grave disabilità o con patologie che comportano immunodepressione, o esiti da patologie oncologiche, fino a fine aprile, siano equiparate a ricovero ospedaliero. “A oltre 15 giorni dall’entrata in vigore, quella disposizione è ancora inapplicata: i lavoratori con disabilità, le aziende, le amministrazioni, i medici sono stati abbandonati nel caos senza nessuna indicazione operativa se non un articolo di legge carico di ambiguità. Non si comprende quali siano le procedure, chi siano i medici autorizzati a rilasciare la certificazione, se questa debba essere presentata anche dalle persone con grave disabilità, se quel periodo di assenza incida o meno sul comporto… L’abbiamo chiesto in ogni dove, raccogliendo il silenzio dell’INPS, del Ministero della Salute, del Ministro della Pubblica Amministrazione e un sostanziale immobilismo della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il testo è talmente incerto che lo stesso Governo ne ha proposto un emendamento (troppo limitato) in sede di conversione in legge: il che significa vederlo forse applicato a maggio.”

Lettera morta, quindi. Ma non è tutto: “La scorsa settimana vi è stato un gran parlare dell’indennità straordinaria ai lavoratori autonomi (i c.d. 600 euro). Vi è stata una domanda talmente elevata da mandare in tilt anche i sistemi di INPS (peraltro con grossi problemi di accessibilità, come denunciato dall’Associazione “Coscioni”). Ebbene i lavoratori con disabilità che siano titolari di pensione di invalidità civile (290 euro al mese) nella circolare applicativa di INPS vengono di fatto esclusi da questo supporto straordinario. Ne abbiamo chiesto conto al Presidente di INPS, al Ministero del Lavoro, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, raccogliendo anche qui il silenzio.”

Conclude Falabella: “Se queste sono le premesse, ci attende un futuro tutt’altro che roseo. In questi giorni il Parlamento ha il compito di convertire in legge il decreto ‘Cura Italia’. Abbiamo proposto solidi investimenti per la disabilità e la non autosufficienza: ci auguriamo vi sia una convergenza bipartisan. Quanto al Governo, vi sono altre sfide per garantire la tenuta del Paese e per proteggere i più fragili. Ci vuole coraggio, determinazione, investimenti congruenti ed evitare quelle disparità del recente passato verso le persone con disabilità che abbiamo riscontrato e denunciato più volte quali ad esempio il reddito e la pensione di cittadinanza, strumenti che trattano meno favorevolmente le famiglie in cui sono presenti persone con disabilità rispetto agli altri. Cambiare rotta, fare meglio, fare presto!”

Decreto scuola

Covid19-Scuola= on. Nicola Fratoianni (LEU): Decreto scuola prevede misure per chiusura anno scolastico condivisibili. Misure per avvio nuovo anno scolastico invece con forti criticità.Congelamento graduatorie è prospettiva insostenibile.Non si può affrontare nuovo prossimo anno scolastico con ritardi

“Il Decreto scuola appena approvato prevede misure per la chiusura dell’anno scolastico in corso, dagli esami di stato, all’ammissione alla classe successiva, che condividiamo pienamente e quelle per l’avvio del nuovo anno scolastico su cui nutriamo alcuni forti elementi di criticità. In particolare modo la questione del “congelamento delle graduatorie” per il prossimo anno scolastico la riteniamo una prospettiva insostenibile per le decine di migliaia di docenti precari che già sono in terza fascia, così come per i tantissimi giovani che hanno investito tempo, studio e denaro per acquisire CFU e TFA (specializzazione sul sostegno).”Lo afferma Nicola Fratoianni portavoce nazionale di Sinistra Italiana.
“Non si può rispondere – prosegue l’esponente di Leu, della Commissione Cultura di Montecitorio  – a coloro che in questi mesi stanno facendo, insieme a tutti i loro colleghi, uno sforzo straordinario senza precedenti per rendere possibile la didattica a distanza in tutte le scuole, che il Ministero non è in grado di aggiornare le graduatorie. Proprio non si può.”
“Dobbiamo con ogni sforzo necessario rendere possibile l’aggiornamento sin dall’avvio del prossimo anno scolastico. Non faremo mancare il nostro contributo e sostegno per studiare le soluzioni necessarie per renderlo possibile. Lo dobbiamo ai docenti e agli studenti che altrimenti si avvieranno ad affrontare il prossimo anno scolastico – conclude Fratoianni – con tantissime cattedre coperte con le messe a disposizione (Mad) con possibili notevoli ritardi.”

M. Murgia e C. Tagliaferri, Morgana (Storie di ragazze che tua madre non approverebbe)

Due donne…tante donne

di Antonio Stanca

   Michela Murgia e Chiara Tagliaferri, una scrittrice impegnata anche nel teatro, nell’osservazione e valutazione di moderni problemi sociali, civili, culturali, morali, in programmi televisivi, ed una curatrice di trasmissioni radiofoniche nonché collaboratrice di progetti online, avevano pubblicato, nel 2019, presso Mondadori, Morgana (Storie di ragazze che tua madre non approverebbe). Nel 2020 l’opera è comparsa come allegato al quotidiano “la Repubblica”. Contiene dieci storie riferite alla vita e alle opere di dieci donne che sono state particolari, diverse dal modello femminile dei loro ambienti, dei loro tempi. Di qualunque tipo questi siano stati esse sono contravvenute ai costumi diffusi fossero privati o pubblici, della famiglia o della società. Hanno seguito tendenze, ambizioni, aspirazioni proprie, hanno sofferto, hanno lottato per poterle realizzare. Non le hanno mai abbandonate, non vi hanno rinunciato e riuscite sono ad ottenere quanto volevano.

   Sono state donne di spettacolo come Grace Jones o scrittrici come le sorelle Brontë, religiose come Caterina da Siena o pattinatrici come Tonya Harding, eclettiche come Moira Orfei o giovanissime attrici come Shirley Temple, architetti come Zaha Hadid o stiliste come Vivienne Westwood. Di queste e di altre donne si scrive nel libro con una forma espressiva disinvolta, scorrevole che attira il lettore. Lo incuriosisce pure perché tante sono le novità che di quelle donne si vengono a sapere. Alcune di loro sono ancora in vita, altre sono scomparse, alcune si sono mosse nei confini della propria nazione, altre in quelli del mondo: ognuna ha vissuto una sua condizione, una sua situazione, è nata in un suo posto, ha avuto una sua origine, una sua formazione ma tutte hanno voluto le stesse cose, tutte hanno pensato a come andare oltre il contesto, superare le regole, migliorare quanto avevano, ottenere risultati che le segnassero per sempre. E ce l’hanno fatta, a costo di rinunce, sacrifici, sofferenze di ogni genere i loro sono diventati dei “casi” eccezionali, unici, la loro fama è fissata per sempre. Personaggi della storia, della cultura, dell’arte, protagoniste dei tempi sono diventate: è una prova di quanto l’intelletto femminile possa ottenere, di come non sia inferiore, minore rispetto a quello maschile.

  Tranne per alcune i tempi di queste donne sono moderni e i problemi da esse incontrati nel loro cammino mettono in evidenza come ancora oggi si sia contrari a riconoscere capacità, qualità alle donne, come ancora oggi esista, valga una concezione maschilista, misogina della vita. Il loro esempio, le loro lotte per emergere dallo stato di esclusione, d’inferiorità al quale sembravano destinate, dimostrano come la donna non abbia ancora raggiunto quella parità alla quale aspira da tanto tempo. E’ una testimonianza la loro che la Murgia e la Tagliaferri hanno voluto proporre per far vedere quanto siano capaci le donne, per invitare a considerarle diversamente, per muovere verso una loro maggiore comprensione e stima.

  I risultati da quelle donne raggiunti sono stati eccellenti, altrettanto i riconoscimenti, ognuna ha superato quanto nel suo campo era stato fino ad allora ottenuto, tutte sono entrate a far parte dell’universo dei “grandi”: è tempo di accorgersi della donna!   

Il Coronavirus e la Santa Pasqua

Il Coronavirus e la Santa Pasqua

di Giovanni Ferrari

“ Cristo è Risorto
É Pasqua!  É Pasqua! Cristo è risorto
Per portare l’amore nel nostro cuore,
per dare felicità,
pace e libertà.
Il CORONAVIRUS  è iniziato, già da molto tempo,
Gesù! Dacci una mano e fa volar nel vento
Una colomba, ma una soltanto
Perché oggi è Pasqua e si deve amare tanto.
Senza il CORONAVIRUS  il mondo è sereno
E tutti dicono andremo…
Andremo verso un mondo migliore
Dove la Pasqua significa amore”.

L’imminenza e l’approssimarsi delle festività pasquali, si collega perfettamente a tutte le riflessioni che  stiamo facendo in questi ultimi tempi sulla tragedia umana che il mondo intero sta attraversando:” IL CORONAVIRUS”.

É estremamente improponibile ed imprevedibile che l’uomo  nel ventunesimo secolo, votato alla certezza fideistica della scienza, delle sue panacee di lunga vita e di salutistiche speranze precipitasse nel vortice degli ancestrali terrori e fosse travolto dalla psicosi globale e l’esplosione  contagiosa del panico, irrefrenabile ed incontrollabile isteria collettiva. Il disastro  odierno è ormai incontenibile delle Borse mondiali e gli scaffali vuoti,  le ansie, le attese, le preoccupazione, telefonate che non arrivano mai, la spesa lasciata davanti alle porte e poi c’è il giro della morte, quella notizia improvvisa che ti toglie il fiato. L’uomo nudo, con gli occhi inorriditi dal Male secolare, come dalla sua comparsa debole e fragile. Il primordiale  flagello della “PESTE”, romanzo scritto dal filosofo  francese Albert CAMUS  nel 1947. Questa epidemia si diffonde velocemente, pertanto parte la corsa contro il tempo per scoprire il vaccino giusto prima che moltissime persone muoiano. In questa corsa contro il tempo gli scienziati devono cercare un possibile rapido vaccino e indagare le cause dell’epidemia per cercare di fermarla prima che si diffonda a tal punto da costituire una minaccia per l’intera umanità.

Questi giorni di Pasqua sono giorni dolci e amari, giorni in cui riscopri radici e speranze, giorni che si consumano apparentemente sempre uguali dove la natura fa da segnatempo e ti ricorda che la primavera è qui e vale la pena viverla, privati dal contatto umano, chiusi in casa , il vuoto di Piazza San Pietro mi ha ricordato che non sono i corpi a riempire i luoghi, sono bastate quelle terribili immagini di vedere il Papa solo e sofferente davanti alla Croce, relegati a guardare la televisione, a rileggere i classici e i miei romanzi preferiti.

Di notevole interesse sono gli studi  del premio Nobel François Mauriac, di padre agnostico e di madre cattolica, che dedicò diversi saggi sugli aspetti psicologici del credente come: (“Sofferenza e gioia del cristiano nel 1931”, del saggio “Giovedì santo” 1931, dell’opera  “Vita di Gesù” 1936. Quest’ultimo lavoro riveste una particolare importanza in quanto si tratta della prima Vita di Gesù redatta come narrazione pura e semplice della vita stessa; con tutto il fervore di un credente convinto, Mauriac tratteggia i ritratti di tutti i personaggi che circondano Gesù Cristo, soffermandosi in particolare sulla settimana della Passione, ne indovina le paure, i sentimenti, le esitazioni.

Come scrisse il mio Maestro di vita e di formazione, Magnifico Rettore CARLO BO,  nell’introduzione all’edizione italiana del 1975: “Il compito che si prefigge è questo, di non strapparlo all’ombra che limita il nostro quotidiano, di non vederlo né come Dio né come un cuore santo ma – caso mai – di vederlo come un nostro sosia dotato del segreto della verità, carico di un dato di carità che sa trasformare il “nodo di vipere” che rappresenta il cuore dell’uomo in offerta, in amore, in segno di partecipazione”.

In contrapposizione a Mauriac, troviamo un altro grande scrittore, il portoghese José SARAMAGO  premio Nobel, ateo e autore de “Il vangelo secondo Gesù Cristo”, (1991), romanzo fortemente criticato dal clero e subito rimosso nel 1992.

Come possiamo osservare, la Pasqua non è vista dai grandi scrittori (Andrea ZANZOTTO, Guido  GOZZANO ed altri), come una festa superficiale in cui banchettare e darsi ai piaceri: la passione di Cristo prima della resurrezione è intuita come passaggio doloroso ma nella speranza; come non ricordare uno dei grandi poeti del nostro Novecento, Mario LUZI, mio Professore di Letterature Comparare alla prestigiosa Università di Urbino “CARLO BO”, il testo richiestogli da Giovanni Paolo II per la via crucis del 1999, un vero e proprio poema sacro.

In questi giorni di Passione della Santa Pasqua, il mio primo pensiero va a tutti coloro che ci hanno lasciati, ai loro cari, a quelli contagiati dal VIRUS che stanno lottando per la vita, inoltre un Augurio, sentito e forte va a tutti coloro che ogni giorno sono impegnati in prima linea per aiutare gli altri a guarire: MEDICI, INFERMIERI, PERSONALE SANITARIO, esposti al VIRUS nella  massima misura per salvare gli altri; alla PROTEZIONE CIVILE, alla CROCE ROSSA, a tutti i volontari che collaborano insieme a loro,  alle FORZE ARMATE, alle FORZE DI POLIZIA, ai  VIGILI DEL FUOCO e a tutte quelle organizzazioni ed istituzioni che si prodigano per salvare la vita degli altri.

È in atto una guerra, ma andiamo avanti nella certezza  e con la forza di ognuno di noi, sono sicuro e fiducioso che la vinceremo


* Dipartimento di Studi Umanistici
Università degli Studi di Napoli “FEDERICO II”

Finanziamento da 85 milioni per la didattica a distanza

da Il Sole 24 Ore

di Laura Virli

Con la nota 562 del 28 marzo il ministero dell’Istruzione ha fornito specifiche indicazioni alle scuole per l’adozione delle misure connesse all’applicazione del cosiddetto decreto “Cura Italia” (Dl 18 del 17 marzo 2020) per l’emergenza sanitaria del Covid-19.

Fondi per la pulizia straordinaria degli ambienti scolastici
Lo stanziamento di 43,5 milioni di euro è stato suddiviso tra le scuole, comprese le paritarie, in base a parametri definiti dal Dm 186 del 26 marzo 2020. Servirà per l’acquisto di beni finalizzati a garantire idonee condizioni igienico sanitarie degli ambienti scolastici, o per dispositivi di protezione e igiene personale come da indicazioni contenute nella circolare del ministero della Salute 5443 del 22 febbraio 2020.
Le quote per ogni scuola statale sono state definite sulla base della tipologia di istituzione scolastica, del numero degli alunni e del personale scolastico. E’ stato comunque garantito un finanziamento minimo di 500 euro per ogni scuola.

Strumenti per la didattica a distanza
Lo stanziamento di 85 milioni di euro è stato suddiviso tra le scuole in base a parametri definiti dal Dm 187 del 26 marzo 2020.
10 milioni di euro serviranno per software, web software, applicativi, spazi cloud, piattaforme e-learning o per potenziare quelle già in dotazione, 70 milioni per l’acquisto di dispositivi digitali, anche completi di connettività, da dare in comodato d’uso gratuito agli studenti meno abbienti, 5 milioni per la formazione on line dei docenti sulle metodologie e sulle tecniche di didattica a distanza.

Le quote per ogni scuola statale, assegnate in anticipazione e in un’unica soluzione, sono state ripartite in funzione della distribuzione del reddito regionale e della numerosità degli alunni.
Non ci sono scadenze, ma è chiaro che questi fondi vanno spesi subito, e, comunque nell’anno 2020.
Le scuole potranno formare reti di “solidarietà”, o ampliare quelle esistenti, per lo scambio di buone pratiche e per l’utilizzo e l’acquisto condiviso di dispositivi e di strumenti digitali per la didattica a distanza.
Inoltre, gli istituti che hanno già fornito in questi giorni dispositivi già in dotazione ai propri studenti bisognosi, e ne hanno ancora a disposizione, sono invitati a concederli in comodato d’uso anche alle altre scuole del territorio che ne risultino prive, attivando reti di solidarietà e mutuo aiuto per la didattica a distanza.

Proroga di 2 mesi per l’approvazione del conto consuntivo 2019
Vista la situazione straordinaria e l’oggettiva necessità di alleggerire il lavoro “agile” delle segreterie scolastiche, il termine per la predisposizione del conto consuntivo (articolo 23 del Dl 129/2018) previsto per il 15 marzo, già prorogato al 15 aprile con la nota MI 279 dell’8 marzo 2020, è stato spostato di ulteriori 30 giorni.
In sintesi, entro il 15 maggio 2020, i dirigenti scolastici sottoporranno il conto consuntivo e la relazione illustrativa all’esame dei revisori dei conti; entro il 15 giugno 2020, i revisori dei conti esprimeranno il parere di regolarità amministrativo contabile sul conto consuntivo; entro il 30 giugno 2020, i consigli di istituto provvederanno all’approvazione del conto consuntivo che sarà pubblicato, entro quindici giorni, nella sezione amministrazione trasparente del sito della scuola.

La nota rammenta la possibilità che, secondo la norma vigente, i revisori possano assolvere le proprie funzioni anche a distanza, a maggior ragione ora che è necessario evitare spostamenti delle persone fisiche se non per situazioni indifferibili. Pertanto le visite dei revisori in presenza sono sospese e la pianificazione delle visite annuali dovrà essere riprogrammata.

È caos per l’assistenza domiciliare degli studenti disabili

da Il Sole 24 Ore

di Amedeo Di Filippo

Le novità in tema di assistenza agli studenti disabili inserite nel Dl Cura Italia rischiano di far deflagrare un pesante conflitto tra Comuni e gestori, i quali chiedono a gran voce il pagamento delle fatture per tutto il periodo di sospensione anche se i servizi non vengono resi.

Le richieste
L’articolo 48 del Dl 18/2020 autorizza gli enti, durante la sospensione dei servizi educativi e scolastici e dei servizi sociosanitari e socioassistenziali, a fornire, avvalendosi del personale disponibile impiegato in tali servizi anche se dipendente dagli appaltatori o concessionari, prestazioni in forme individuali domiciliari o a distanza, utilizzando le corrispondenti risorse già previste a bilancio a cui aggiungere una quota destinata a coprire l’importo complessivo originariamente stanziato.

C’è anche la richiesta formalizzata dalle cooperative sociali e dai sindacati, secondo cui la disposizione che autorizza al pagamento dei gestori privati per il periodo di sospensione sulla base di quanto iscritto nel bilancio preventivo ha carattere vincolante e non può essere derogata dalle Pa. L’uso della locuzione «sono autorizzate» si spiega con la necessità di tenere indenni le amministrazioni dalla responsabilità erariale altrimenti conseguente al pagamento di un corrispettivo per un servizio non reso. Le amministrazioni, però, non hanno alcuna discrezionalità nel decidere se avvalersi o meno di tale autorizzazione.

Com’era facile prevedere, alla richiesta si sono associati – per ora – i gestori del trasporto scolastico, i quali sostengono che, in quanto servizio pubblico essenziale, rientra nell’applicazione dell’articolo 48 e quindi impone il pagamento nel periodo della sospensione, talché le stazioni appaltanti sono tenute ad effettuare i pagamenti come da contratto. Pagamenti che avranno ricadute positive sui lavoratori impegnati in queste attività e sulle aziende che a causa dell’emergenza sono a rischio di default.

La posizione dell’Anci
Nel silenzio dell’Anci nazionale, sulla materia è da registrare un parere messo a disposizione da quella dell’Emilia Romagna, che giunge a conclusioni diametralmente opposte a quelle prospettate dalle coop. In sostanza il parere afferma che vi sono molteplici le ragioni per ancorare il riconoscimento del corrispettivo, nella originaria misura prevista contrattualmente, all’effettiva erogazione delle prestazioni, anche se rimodulate in contraddittorio col gestore. Vi è, anzi, un preciso obbligo per la stazione appaltante di verificare l’esatto adempimento contrattuale da parte dell’affidatario, la cui violazione può integrare l’ipotesi del danno erariale.

Ricorda inoltre che nell’appalto il prestatore dei servizi ha diritto all’utile di impresa, come risultante dall’offerta presentata all’amministrazione aggiudicatrice, con la conseguenza che, in caso di sopravvenuta onerosità non dipendente dalla volontà o da fatto del prestatore del servizio, è consentito a quest’ultimo di potersi liberare del vincolo contrattuale senza addebiti da parte della Pa affidante.

Il dibattito parlamentare
Non è difficile immaginare che la formulazione dell’articolo 48 avrebbe procurato imbarazzi interpretativi alle amministrazioni comunali e creato legittime aspettative ai gestori dei servizi, interessati ad evitare Cig e bancarotta. Il problema però non sembra trovare adeguato approfondimento in Senato, dove la conversione del Dl 18/2020 è in fase avanzata di discussione.

L’unico segnale che si coglie negli emendamenti finora proposti è quello di voler introdurre una specifica posta finanziaria a supporto dei Comuni o dei gestori. Il gruppo della Lega, per esempio, chiede di inserire nello stato di previsione del Ministero del lavoro un fondo di 5 milioni di euro per il 2020. Altri senatori, tra cui l’ex Ministra Fedeli, intendono riconoscere ai gestori, a copertura del mancato versamento delle rette, un contributo forfettario mensile di 120 euro per ogni bambino con età da zero a tre anni e di 45 per ogni bambino di età superiore. Altri propongono di istituire un fondo contributo straordinario affitto per l’emergenza Covid-19.

Nessuno degli emendamenti dunque intacca l’essenza dell’articolo 48, che quindi rimarrebbe nella sua versione originaria. Purtuttavia, il possibile inserimento di finanziamenti ad hoc potrebbe in parte risolvere il problema dei comuni, che si vedrebbero svincolati dall’onere di remunerare i gestori nel caso in cui i servizi non vengono svolti o di simulare una rimodulazione dei relativi progetti mettendo in moto un processo non certo semplice né immediato che prevede l’individuazione delle priorità, la coprogettazione con i gestori, l’adozione di specifici protocolli che definiscano tutte le misure necessarie per assicurare la massima tutela della salute di operatori ed utenti.

Videolezioni per maturandi su materie extracurricolari

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Un ciclo di videolezioni gratuite per agli studenti delle scuole superiori di II grado, in particolare per i ragazzi che sono alla vigilia dell’esame di maturità, su tematiche extracurricolari che vanno dalla materia oscura ai rifiuti elettronici, passando per l’arte contemporanea, l’identità di genere, il pensiero innovativo e il diritto alimentare.

E’ il progetto dal titolo “Smart Net Lead” varato dal Soroptimist Net Lead, il network di giovani professioniste del Soroptimist International d’Italia, l’associazione di donne di elevata qualità professionale impegnate nel sostegno all’avanzamento della condizione femminile nella società e nel mondo del lavoro, che promuove attività formative prevalentemente virtuali con la finalità di sviluppare conoscenze e competenze di leadership per ridurre il divario di genere.

Le ragazze del Soroptimist Net Lead impegnate nell’iniziativa sono 10: avvocate, fisiche, consumer driven innovation professional, workplace & environment manager; gallery coordinator, visual designer, business analys, corporate social responsability manager.

Il materiale didattico è disponibile sul canale YouTube Soroprimist Net Lead, nella playlist Smart Net Lead al seguente link: https://www.youtube.com/channel/UCRzEtDa-Gc5HUMkkWgvDEAQ/ ed è già stato condiviso con numerosi istituti scolastici di diverse regioni. E’ fruibile anche singolarmente dagli studenti interessati.

«Per affiancarvi e sostenervi nel percorso formativo che garantite quotidianamente ai vostri studenti, abbiamo realizzato alcuni video didattici proponendo focus tematici che ci auguriamo i ragazzi possano approfondire durante il loro percorso di crescita formativa. La speranza è che questo piccolo contributo possa esservi di aiuto e stimolare nei vostri studenti un approccio conoscitivo propositivo e curioso, che ci aiuterà ad uscire da questo periodo di emergenza più forti e consapevoli», ha scritto Giulia Salem, coordinatrice Soroptimist Net Lead in una lettera aperta ai docenti delle scuole superiori.

«L’iniziativa è tutto merito della nostra rete giovanile che è nata nei mesi scorsi dopo aver frequentato il corso su leadership e genere alla Sda-Bocconi promosso dal Soroptimist», ha aggiunto Mariolina Coppola, presidente nazionale dell’associazione.

Promozione garantita a tutti

da ItaliaOggi

Alessandra Ricciardi e Marco Nobilio

Gli studenti delle secondarie che hanno smesso di studiare e che si stanno astenendo dalle attività didattiche a distanza non hanno nulla da temere: saranno tutti promossi. Ciò vale sia che si torni a scuola entro il 18 maggio sia che vengano rinnovate le misure di contenimento dell’epidemia da Covid-19. Lo prevede il decreto-legge approvato ieri dal consiglio dei ministri che dà potere di deroga previa ordinanza alla ministra dell’istruzione Azzolina (si veda ItaliaOggi di giovedì scorso). Un provvedimento che decreta l’eccezionalità di questo anno e che getta le basi perché lo sia anche il prossimo: i primi mesi di scuola (si tornerà tutti in classe il primo settembre) dovranno essere dedicati ai recuperi delle insufficienze o delle parti di programma non realizzate nel caso in cui la didattica a distanza non sia stata praticata in modo ligio o comunque abbia riscontrato difficoltà negli apprendimenti. E non è escluso che si possa ricorrere ancora una volta sempre alla didattica a distanza.

Se l’emergenza dovesse cessare e se fosse possibile riaprire le scuole entro il 18 maggio prossimo, gli alunni delle secondarie saranno comunque tutti promossi. Senza tenere conto del profitto, del voto di condotta e delle assenze accumulate nel periodo precedente alla sospensione delle attività didattiche. Ai fini dell’ammissione alla classe successiva, infatti, i docenti non dovranno tenere conto dei voti di profitto e dovranno chiudere entrambi gli occhi anche sul comportamento e sulle assenze, anche se accumulate prima dell’emergenza sanitaria. Lo prevede il comma 3, dell’articolo 1, del decreto-legge predisposto per il consiglio dei ministri di ieri.

Sul fronte della valutazione degli alunni, il provvedimento prevede espressamente la disapplicazione (deroga) di tutte le norme previste dal decreto legislativo 62/17 e dal decreto del presidente della repubblica 122/2009 (le norme disapplicate sono indicate di seguito tra parentesi).

In particolare, nella scuola secondaria di II grado, i consigli di classe non dovranno tenere conto del mancato raggiungimento da parte degli alunni del requisito della frequenza di almeno tre quarti del monte ore annuale personalizzato (art. 5, comma 1, dlgs 62/17). E dovranno chiudere gli occhi sul livello di profitto, anche se insufficiente (art. 6, com ma 2, dlgs 62/17) o su eventuali gravi sanzioni disciplinari inflitte allo studente, comprese quelle che comportano la non ammissione all’anno successivo o agli esami (art. 6, comma 1, dlgs 62/17).

Le deroghe sono espressamente previste dal decreto-legge che, però, rinvia a un’ordinanza della ministra dell’istruzione, Lucia Azzolina, per definire i requisiti di ammissione alla classe successiva, tenuto conto del possibile recupero degli apprendimenti dal 1° settembre prossimo e comunque del processo formativo e dei risultati di apprendimento conseguiti sulla base della programmazione svolta. Ma sempre in deroga ai limiti fissati dalle norme sulla valutazione.

Idem per la scuola di secondo grado, laddove i consigli di classe non dovranno tenere conto del profitto e del mancato recupero dei debiti formativi (art. 4, comma 6, dpr 122/2009). E dovranno ammettere alla classe successiva anche gli studenti che dovessero riportare un voto di condotta inferiore a 6 decimi. Si tenga presente, peraltro, che le norme derogate prevedono che basterebbe anche un 5 in condotta in una sola disciplina per non essere ammessi alla classe successiva (art. 4, comma 5, dpr 122/2009).

Se le scuole non dovessero riaprire, il decreto-legge, fermo restare il divieto di bocciare, prevede maglie ancora più larghe. Il provvedimento dispone, infatti, la deroga delle norme che prevedono gli scrutini da parte del consiglio di classe sia nelle secondarie di I grado (art. 4 del dlgs 62/17) che nelle secondarie di II grado. Nel caso le scuole non dovessero essere riaperte il decreto, infatti, affida alla ministra Azzolina il potere di definire le modalità, anche telematiche, della valutazione finale degli alunni, ivi compresi gli scrutini finali. Il tutto saltando a piè pari la normativa vigente.

Maturità, basta un colloquio L’ammissione è automatica

da ItaliaOggi

Marco Nobilio

Gli esami di terza media potranno essere svolti anche eliminando una o più prove e rimodulando le modalità di attribuzione del voto finale. Gli esami di maturità si svolgeranno davanti a una commissione formata dai docenti dell’ultimo anno e un presidente esterno e sostituendo la seconda prova con un’altra prova predisposta dalla commissione d’esame. Ciò vale se le scuole saranno riaperte entro il 18 maggio prossimo. Se invece le esigenze di contenimento dell’epidemia da Coronavirus dovessero persistere in modo tale da precludere la riapertura delle scuole, l’esame di terza media sarà sostituito dalla valutazione finale da parte del consiglio di classe, integrata con la valutazione di uno specifico elaborato redatto dallo studente candidato all’esame. E le prove degli esami di maturità consisteranno un solo colloquio, sostitutivo di tutte le prove di esame. In entrambi i casi, esami e valutazioni si terranno in modalità telematica. Lo prevede l’ultimo decreto-legge predisposto dal governo per fare fronte all’emergenza sanitaria in corso.

Le disposizioni di dettaglio saranno emanate dalla ministra dell’istruzione, Lucia Azzolina, con apposite ordinanze, che definiranno anche le procedure da applicare per i candidati privatisti. L’ammissione agli esami di stato conclusivi del I ciclo (esami di III media) e del II ciclo (esami di maturità) sarà praticamente automatica. I consigli di classe non dovranno tenere conto del profitto: né quello fatto registrare prima della sospensione delle lezioni né quello relativo alle attività didattiche a distanza. E non dovranno tenere conto nemmeno delle assenze. Non è prevista nemmeno la partecipazione alle prove Invalsi e, ai fini dell’ammissione agli esami conclusivi del II ciclo, le commissioni non terranno conto nemmeno dell’alternanza scuola-lavoro. Anche se tali ultime attività saranno comunque oggetto del colloquio d’esame.

Le ordinanze ministeriali dedicheranno all’adattamento delle previsioni in materia di valutazione ed esami di stato agli studenti con disabilità, disturbi specifici di apprendimento ed altri bisogni educativi speciali. La disciplina legale che regola in via ordinaria gli esami di stato sarà ampiamente derogata per effetto di disposizioni contenute nello stesso decreto-legge, per fare fronte all’emergenza. E il perimetro di effettività delle deroghe sarà delineato direttamente mediante le ordinanze. La disciplina ordinaria è contenuta prevalentemente nel decreto legislativo 62/2017. Secondo l’ordinamento vigente gli esami di stato si svolgono al termine del primo e del secondo ciclo di istruzione. E cioè al termine del terzo anno delle scuole secondarie di I grado e del quinto anno delle secondarie di II grado e sono finalizzati a fare il punto sui livelli di apprendimento e di sviluppo psico-affettivo degli studenti al termine del percorso scolastico dello studente e a valutare le competenze acquisite.

Per essere ammesso all’esame di stato, in «tempo di pace», lo studente deve superare il vaglio della verifica finale che viene effettuata dal consiglio di classe. Che ne delibera l’ammissione o la non ammissione con una decisione collegiale da assumere a maggioranza.

L’esame di stato, sia per il I che per i II ciclo, si articola in più prove scritte e in un colloquio. Per il primo ciclo le prove scritte sono tre, predisposte dalle singole commissioni d’esame. Per il secondo ciclo le prove scritte sono due: la prima è comune a tutti gli indirizzi di studi, mentre la seconda è specifica per l’indirizzo frequentato. Dopo le prove scritte il candidato sostiene un colloquio.

Per il primo ciclo la prova orale ha un carattere pluridisciplinare. Mentre, per il secondo ciclo, si svolge sulla base degli obiettivi specifici di apprendimento del corso ed in relazione alle discipline che caratterizzano il percorso di studi. L’esito degli esami viene formalizzato con un voto espresso collegialmente dalla commissione d’esame, sempre con una decisione a maggioranza. In caso di parità, prevale il voto del presidente della commissione.

Concorsi, bandi superveloci

da ItaliaOggi

Marco Nobilio

Il ministero dell’istruzione potrà indire i concorsi a cattedra senza attendere il via libera del Consiglio superiore della pubblica istruzione. I termini per l’acquisizione dei pareri del parlamentino dell’istruzione, ordinariamente previsti in 45 giorni per ogni provvedimento, in via d’urgenza sono già ridotti a 15 giorni. Ma il governo ha ritenuto che anche questo termine fosse troppo lungo e lo ha ridotto a 7 giorni con l’ultimo decreto-legge messo a punto per l’emergenza da Covid-19. La misura iniziale prevedeva in verità che il Cspi fosse completamente scavalcato. Il Consiglio è un organo collegiale composto da membri di nomina del ministro ed elettivi provenienti da ogni parte d’Italia e che non sarebbe dotato di attrezzature informatiche che ne consentano la riunione in teleconferenza.

E comunque, trattandosi di procedimenti molto complessi, anche i 7 giorni poi previsti sarebbero assai brevi per l’istruttoria. Il termine di 7 giorni vale anche per i provvedimenti già inviati al Cspi per i quali non sia stato emesso il prescritto parere e decorrono dalla data di entrata in vigore del decreto-legge.

Le nuove disposizioni, dunque, assegnano alla ministra dell’istruzione, Lucia Azzolina, il potere di bandire i concorsi a cattedra per i quali esista già l’autorizzazione della Funzione pubblica, del ministero dell’economia e degli organi di controllo, «fermi restando i limiti e le restrizioni circa lo svolgimento di tutte le prove stabilite dalle procedure concorsuali, durante lo stato di emergenza».

Secondo quanto si legge nella relazione illustrativa del provvedimento, la presenza della dichiarazione dello stato di emergenza richiede che ogni provvedimento adottato dal ministro dell’istruzione abbia immediata efficacia e pronta esecuzione.

E tra questi vi sono anche i provvedimenti relativi all’indizione dei concorsi. Ciò perché «l’intensa scansione temporale di atti e provvedimenti relativi alla conclusione dell’anno scolastico ed all’avvio del prossimo» si legge nella relazione « comportano che anche la sospensione di efficacia di pochi giorni possa pregiudicare il buon esito delle operazioni, in un quadro di mutate ed eccezionali regole». Pertanto, «lo stato di emergenza, … non è attualmente compatibile con i tempi per ottenere il parere obbligatorio, al consiglio superiore della pubblica istruzione». I concorsi già autorizzati sono 3: il concorso ordinario nella scuola dell’infanzia e primaria, che ha una dotazione di 16mila cattedre; il concorso ordinario nelle scuole secondarie per i quale sono messi a concorso 25 mila posti; il concorso straordinario, sempre nelle secondarie, per il quale sono disponibili 24 mila cattedre.

Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, malgrado la caduta dei vincoli preliminari, l’amministrazione non riuscirà comunque ad assumere i vincitori dei concorsi in tempo per il 1° settembre prossimo.

Le assunzioni, quindi, avverranno con retrodatazione giuridica al 1° settembre 2020 e raggiungimento della sede al 1° settembre 2021. Sempre che il ministero dell’istruzione riesca a reperire presidenti e commissari in tempo utile. Fatto questo assai improbabile. Il governo, infatti non ha modificato la disciplina degli oneri a carico di presidenti e commissari, che non potranno usufruire di alcun esonero dal servizio, durante l’espletamento dell’incarico. Già in passato, peraltro, l’amministrazione ha incontrato forti difficoltà proprio per il reperimento dei membri di commissione. E anche in corso d’opera a causa delle dimissioni in itinere di commissari e presidenti.

Oltre al problema della mancata previsione dell’esonero, a rendere scarsamente appetibili gli incarichi contribuiscono i compensi minimi previsti e, soprattutto, il rischio di incorrere in procedimenti penali.

A differenza che in sede civile, dove l’amministrazione surroga il dipendente con l’avvocatura dello stato, in sede penale la responsabilità è personale. E basta l denuncia di un solo candidato per andare a finire sotto processo. Durante il procedimento, peraltro, le ingenti spese legali sono poste a carico del commissario interessato E solo in caso di assoluzione definitiva la legge prevede un parziale rimborso delle spese sostenute. Insomma, oltre a non guadagnarci si rischia anche di rimetterci di tasca propria. La norma di riferimento è l’articolo 18, comma 1 del decreto legge 67/97, il quale dispone che «le spese legali relative a giudizi per responsabilità civile, penale e amministrativa, promossi nei confronti di dipendenti di amministrazioni statali in conseguenza di fatti ed atti connessi con l’espletamento del servizio o con l’assolvimento di obblighi istituzionali e conclusi con sentenza o provvedimento che escluda la loro responsabilità», recita il dispositivo, «sono rimborsate dalle amministrazioni di appartenenza nei limiti riconosciuti congrui dall’avvocatura dello Stato». In pratica non basta essere innocenti e presentare la fattura dell’avvocato, ma bisogna anche ottenere l’approvazione dell’Avvocatura dello stato.