TASK FORCE SNOBBA INSEGNANTI

TASK FORCE SNOBBA INSEGNANTI

“Ci auguriamo che il Comitato di esperti nominato dal Ministero dell’Istruzione sia in grado di trovare le risposte più adatte all’avvio del prossimo anno scolastico che, purtroppo, si prospetta piuttosto difficile. Sicuramente al buon andamento dei lavori avrebbe giovato la presenza nel team di più docenti di scuola che, grazie all’esperienza maturata in classe ogni giorno, avrebbero potuto apportare un contributo prezioso in tema di didattica. Dispiace constatare, infatti, che su 18 componenti, soltanto la professoressa Lorella Carimali sia insegnante di liceo. Riteniamo che questa task force sia nata, dunque, con una tara perché relega la figura degli insegnanti di scuola in una posizione decisamente defilata rispetto al resto dei membri, scelti soprattutto tra accademici universitari, dirigenti scolastici e funzionari del Ministero”. A dichiararlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti.

La Gilda, inoltre, solleva forti preoccupazioni riguardo alcune delle tematiche sulle quali il comitato potrà formulare proposte per redigere il piano nazionale della scuola.  

“Ben venga l’innovazione digitale – spiega Di Meglio – se ciò significa migliorare la qualità degli strumenti didattici a disposizione delle scuole. Però sia chiaro, e lo ribadiamo ancora una volta, che la didattica a distanza, su cui la task force lavorerà anche con lo scopo di rafforzarne contenuti e modalità di utilizzo, è un surrogato della scuola e, in quanto tale, deve necessariamente limitarsi alle situazioni emergenziali e straordinarie. Non ci stancheremo mai di ripetere che l’istituzione scuola e la sua funzione, sancite dalla Costituzione, si esplicano nella relazione in presenza tra insegnante e discente”.

Il coordinatore nazionale della Gilda richiama l’attenzione anche su un altro tema allo studio del comitato: la formazione iniziale e il reclutamento del personale docente della scuola secondaria di primo e secondo grado, con riferimento alla previsione di nuovi modelli di formazione e selezione. “Si tratta di un punto molto delicato – mette in guardia Di Meglio – perché coinvolge lo status giuridico degli insegnanti le cui eventuali proposte di cambiamento richiedono un coinvolgimento di soggetti ben più ampio di quello costituito dalla task force ministeriale. Il metodo da seguire, come abbiamo più volte ripetuto alla ministra, – conclude Di Meglio – è quello della dialettica e della condivisione anche con chi rappresenta un milione di lavoratori e lavoratrici del mondo della scuola”. 

Grande Maria Grazia!

Grande Maria Grazia!

di Maurizio Tiriticco

La Dirigente Scolastica Maria Grazia Carnazzola ha pubblicato su edscuola.it un interessante articolo dal titolo “Per aspera ad astra… forse“. Ed è proprio il “forse” che costituisce una preziosa chiave di lettura! Nel testo si afferma tra l’altro: “La valutazione non è mai stata un elemento forte della scuola italiana, ma le questioni dovranno essere riconsiderate, soprattutto ora che saranno modificati gli oggetti dell’accertamento e le modalità di rilevazione degli elementi utili per la valutazione degli esiti in uscita dalla secondaria di secondo grado. MISURARE, VALUTARE, CERTIFICARE sono processi diversi che rispondono a funzioni diverse: si misura per rilevare dei dati, si valuta per dare un valore a quei dati, si certifica per attestare il livello di competenza raggiunto al termine di un percorso di istruzione/formazione in un periodo dato”. Sono “cose” che anch’io dico, scrivo, predico e sostengo da anni. Purtroppo il Miur su questa materia è molto indietro e nei suoi frequenti documenti sulla valutazione, purtroppo, la misurazione è sempre ignorata! E i nostri insegnanti continueranno a discutere ad aeternum, soprattutto in sede di CdC di fine anno se il CINQUE dello studente X possa o non possa, debba o non debba “essere portato” a SEI, come in genere si dice.

Quando invece, in effetti, il problema, soprattutto in sede di scrutini collegiali intermedi o finali – e penso di averlo già scritto altrove – non è quello di “portare un cinque a sei”, ma– con formula semanticamente corretta – di passare da una serie di giudizi in quanto esiti di più MISURAZIONI – ingenere i voti assegnati nel corso di un trimestre, o quadrimestre, a date prestazioni scritte, orali, pratiche – adun giudizio complessivo e conclusivo di VALUTAZIONE! Perché, in effetti, misurare e valutare sono operazioni diverse, anche se a volte, però e troppo spesso, sono “agglutinate” insieme. Ho fatto mille esempi, soprattuttoextrascolastici, in più sedi. Vedo in vetrina una camicia bellissima, che vorrei acquistare, ma… il prezzo è troppo alto per le mie tasche! In effetti, la VALUTAZIONE positiva si scontra con la MISURAZIONE purtroppo negativa! La stessa cosa si verifica in mille altre situazioni quotidiane. Vorrei invitare la mia ultima “conquista” – ovviamente non in questo periodo di covid corona – al ristorante X, rinomatissimo, ma le mie tasche non me lo permettono! Vorrei acquistare quella scrivania, bellissima, per il mio studio, ma troppo grande rispetto allo spazio disponibile! Vorrei acquistare la Ferrari Portofino, quella con motore turbo, una spider con tetto rigido ripiegabile realizzato in alluminio, ma, quando vedo quanto costa…nooo!!! I sogni restano sogni!

Però, di questa distinzione fondante tra il MISURARE e il VALUTARE, non troviamo mai un cenno sui documenti ministeriali ad hoc! Nel dlgs 62/2017 – che ha parzialmente modificato e abrogato la precedente normativa, in particolare il dpr 122/2009 – che recita “Norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato”, all’articolo 2 leggiamo: “Valutazione nel primo ciclo – La valutazione periodica e finale degli apprendimenti delle alunne e degli alunni nel primo ciclo, ivi compresa la valutazione dell’esame di Stato, per ciascuna delle discipline di studio previste dalle Indicazioni Nazionali per il curricolo, è espressa con votazioni in decimi che indicano differenti livelli di apprendimento”. E ciò vale anche per l’istruzione di secondo grado. Occorre comunque aggiungere e ricordare che, in questo caso lo Statuto delle studentesse e degli studenti nella scuola secondaria prevede, tra i diritti dello studente, quello ad una valutazione trasparente e tempestiva, volta ad attivare un processo di autovalutazione che lo conduca a individuare i propri punti di forza e di debolezza e a migliorare il proprio rendimento.

Ed ancora, in materia di valutazione, la norma afferma che le istituzioni scolastiche, in virtù della loro autonomia, “Individuano inoltre le modalità e i criteri di valutazione degli alunni nel rispetto della normativa nazionale ed i criteri per la valutazione periodica dei risultati conseguiti dalleistituzioni scolastiche rispetto agli obiettivi prefissati” (dpr 275/99, art. 4, c.4). Com’è noto nella nostra scuola è in adozione da sempre la valutazione decimale ed il sei è considerato il livello della sufficienza. In effetti una corrispondenza tra voti e giudizi potrebbe essere la seguente: 1, nullo; 2, pessimo, 3, scadente; 4, mediocre; 5, insufficiente; 6, sufficiente; 7, buono; 8, distinto; 9, ottimo; 10 eccellente. Si può notare che, essendo la scala pari e non dispari, il sei, che dovrebbe rappresentare il valore intermedio, in effetti non lo rappresenta affatto! In effetti rappresenta il primo valore positivo dei dieci voti attribuibili. Sarebbe quindi opportuno adottare una scala dispari, al fine di poter effettivamente e numericamente considerare un valore che fosse autenticamente intermedio. Ad esempio nelle scuole degli Stati Uniti è adottata una scala quinaria, incui la lettera A indica il valore massimo, la C la sufficienza e la D il valore minimo. Va aggiunto che è proprio la mancanza di un valore intermedio – e medio – nella nostra scala decimale che costringe spesso insegnanti e consigli di casse a discutere se quel cinque può o non può “essere portato” a sei.

Va infine considerato che i collegi dei docenti, chiamati per norma a decidere ad inizio di anno scolastico in merito alla valutazione, a volte non deliberano sui “criteri” da adottare, ma a volte decidono e sottoscrivono formalmente di non utilizzare voti troppo bassi al fine, ad esempio, di non demotivare gli alunni. Delibere che sono contro la normativa vigente. In effetti la norma intende sottolineare, ad esempio,che un conto è valutare l’alunno di una scuola dell’obbligo, altro conto l’alunno di un istituto professionale, altro conto ancora l’alunno di un liceo classico. Operazioni che riguardano anche un corretto comportamento insegnante. Ineffetti, com’è noto, esiste un rapporto molto stretto tra la motivazione allo studio ed il condizionamento sociale.

Va anche ricordato che sono considerazioni che Basil Bernstein ha già espresso molti anni fa. I suoi scritti più noti, “Class, Codes and Control: Volume 1 – Theoretical Studies Towards A Sociology Of Language” e “Class, Codes and Control: Volume 2 – Applied Studies Towards A Sociology Of Language sono stati pubblicati rispettivamente nel 1971 e nel 1973. Si tratta di una serie di indicazioni preziose anche e soprattutto per quanto concerne la valutazione. Indicazioni che – penserei – occorrerebbe riconsiderare in questi tempi di… magra scolastica! Ed oggi soprattutto, con una scuola in cui insegnare ed apprendere, misurare e valutare sono tutte operazioni da effettuarsi solo a distanza.

Sperando però che in un prossimo futuro aule, cattedre e banchi tornino ad essere debitamente occupati! E che le risa gli abbracci, il consumo delle merendine, di quei fatidici dieci minuti di intervallo, scanditi dal suono della campanella, tornino a farsi sentire nei nostri edifici scolastici! E a scandire i nostri tempi di studio!

sCOOL

È nato sCOOL. Lo streaming didattico pensato per alunni e insegnanti della Scuola Primaria.

Crediamo che in un mondo sempre più connesso, i bambini debbano poter trovare in rete contenuti formativi e al tempo stesso divertenti.
L’impegno di sCOOL è quello di creare un folto pacchetto di contenuti per
la Scuola Primaria, perfetti per essere integrati sia alla didattica tradizionale che a quella a distanza.

Il nostro scopo è quello di creare Contenuti Animati formativi per ogni materia, trattando gli argomenti previsti dal programma di studi della scuola primaria.

I contenuti sono offerti gratuitamente e possono essere facilmente condivisi ed integrati su piattaforme come Weschool, Classroom, Edmodo. Con l’iscrizione al sito, e la creazione di un account membro
di sCOOL (GRATUITA) si possono sbloccare dei contenuti
EXTRA, Approfondimenti, Attività di Laboratorio e schede in pdf, perfette per mettere alla prova gli studenti, giocando con loro.
Il Catalogo proposto è in continuo aggiornamento.

sCOOL è un una creazione di Rainbowhale, agenzia di comunicazione di Varese.

www.s-cool.cloud

Libro che gira, Libro che leggi

LIBRO CHE GIRA, LIBRO CHE LEGGI

FESTIVAL DELLA LETTURA ONLINE

Da quattordici anni il Centro studi e servizi, Biblioteca Ragazzi BarchettaBlu organizza il Festival Libro che gira, Libro che leggi, una iniziativa di promozione della lettura e non solo che coinvolge migliaia di bambini, ragazzi e adulti. “Quest’anno, tutto è cambiato! – ricorda Marina Zulian, coordinatrice dei progetti di BarchettaBlu – Ma anche in questo periodo di emergenza da corona virus, vogliamo continuare a diffondere e a promuovere la passione per la lettura e per i libri, per non lasciare sole biblioteche e scuole, bambini e ragazzi, educatori e insegnanti. Tutti noi dell’equipe di BarchettaBlu, educatori, lettori, esperti in didattica, abbiamo pensato di organizzare un festival speciale che si potrà seguire anche a distanza, restando a casa come ci richiedono i decreti ministeriali. Libro che gira, Libro che leggi online avrà degli appuntamenti fissi nei vari giorni della settimana, degli eventi speciali e come nelle scorse edizioni le proposte sono rivolte a bambini e ragazzi, famiglie e scuole, educatori, insegnanti, bibliotecari, librai, illustratori, adulti in genere e a tutti coloro che amano i libri e la lettura. Tutti i giorni alle 12 in punto … pronti, accensione via: una storia da ascoltare, da vedere e a volte poi ci sarà anche qualcosa da fare.”

Gli eventi virtuali si svolgono da domenica 26 aprile a domenica 17 maggio 2020 grazie anche alla collaborazione del Comune di Venezia, di biblioteche, librerie, musei, enti, fondazioni e scuole. Le iniziative prevedono l’organizzazione di videoletture, videoclip anche con l’accompagnamento musicale, suggerimenti per laboratori creativi e di costruzione del libro d’artista, percorsi attivi, esperienze interattive e percorsi formativi. Le proposte sono suddivise per età, e sono rivolte anche a educatori e insegnanti, genitori e bibliotecari, appassionati di libri in genere.

Filo conduttore di questa edizione è Lettori. Leggere per il ben-essere: 6 minuti di lettura al giorno= 68% stress in meno per bambini e adulti … in questo periodo “cade proprio a pennello”.

In sintesi le iniziative del ricco cartellone virtuale work in progress sono:

– Fanfole. Cartoline per giorni smegi e lombidiosi. Un progetto delle lettrici, dei lettori e di tutti gli operatori di Leggere per Leggere, coordinamento regionale di promotori della lettura. Queste cartoline virtuali sono immagini, piccoli video, file audio per stare vicini anche da lontano; ogni lunedì: 27 aprile, 4 e 11 maggio

– Salotto magico. Letture per bambini di nido e loro genitori; spunti per diventare protagonisti delle storie anche restando a casa e consigli per genitori al di là dei video. Pochi minuti con tante immagini per sfogliare un albo illustrato seguendo la voce narrante; ogni martedì: 28 aprile, 5 e 12 maggio

Viaggio virtuale Dentro l’arte. Per conoscere pittori e scultori e diventare un artista attraverso una videolettura con atelier e suggerimenti bibliografici; ogni mercoledì: 29 aprile, 6 e 13 maggio

La finestra delle storie. Creiamo a casa un angolo magico dei libri, il salotto delle chiacchiere, il tappeto volante, la poltrona addormentata oppure il davanzale della finestra. Storie per bambini della scuola d’infanzia e primaria; ogni giovedì: 30 aprile, 7 e 14 maggio

English time for Kids e Hola Spagna. Pochi minuti per giocare con le lingue straniere; videoclip da ascoltare e guardare, anche a pezzetti, per tutta la settimana; ogni venerdì: 1, 8 e 15 maggio

Bibliografando. Suggerimenti di letture a tema perché anche gli adulti hanno bisogno di spunti e consigli; sabato 2 maggio

Lettori. Leggere per il ben-essere. Percorso formativo. Bastano anche 6 minuti di lettura al giorno per allentare la tensione di mente e corpo e ridurre del 68% il livello di stress per grandi e piccoli. Per condividere e spiegare il metodo Lettori da applicare in classe, anche nella didattica a distanza, con i bambini della scuola primaria e secondaria con letture, bibliografie e suggerimenti didattici per educatori, insegnanti, operatori, genitori e appassionati di libri. Due appuntamenti i sabato 9 e il 16 maggio. Gratuito su iscrizione a info@barchettablu.it

EVENTI SPECIALI ALLA DOMENICA
BiBì. Avventure a gonfie vele. Un giornalino virtuale con giochi, suggerimenti per creare, ricette, consigli di lettura e una storia originale nata dalla matita creativa dell’illustratrice Maria Gianola. 1 video con il giornalino, 1 pdf da scaricare e stampare. Domenica 26 aprile
fantasticAArte. Storie in gioco che raccontano una città: Venezia, in collaborazione con enti e musei della città e con il contributo degli allievi dell’Accademia delle Belle Arti di Venezia. videoclip con storie originali scritte e illustrate appositamente per Venezia. Domenica 3 e 17 maggio
Soffio di vento. Speciale evento nella giornata di domenica 10 maggio in collaborazione con il palazzetto Bru Zane all’interno dell’iniziativa Romantici in erba per bambini fino a 3 anni e loro accompagnatori con letture, musiche ed attività espressive. Domenica 10 maggio.

EVENTO SPECIALE con Family Audit dell‘Università Ca‘ Foscari Venezia
Rosso, Blu Giallo come Mondrian: i suoi colori preferiti. Ascolto la storia e poi mi diverto a creare un’opera d’arte proprio come Mondrian.

EVENTI SPECIALI a cura di Muve Education

Calendario giorno per giorno (alle ore 12 il video viene pubblicato su sito, pagina fb e canale youtube di BarchettaBlu): APRILE
Dom 26 Inizio Festival BiBì Avventure a gonfie vele. Il giornalino virtuale di BarchettaBlu
Lun 27 Fanfole. Cartoline per giorni smegi e lombidiosi. Un progetto di Leggere per Leggere
Mar 28 Salotto magico. Letture per bambini di nido e loro genitori
Merc 29 Viaggio virtuale Dentro l’Arte. Rosso Blu Giallo Come Mondrian. Un progetto Family Audit dell‘Università Ca‘ Foscari Venezia
Gio 30 La Finestra delle storie. Saremo Alberi
MAGGIO
Ven 1 English time for kids. Little blue and little yellow. Letture in inglese per imparare divertendosi
Sab 2 Bibliografando. Spunti e suggerimenti per mamma e papà
Nel mondo della miniatura a cura di Muve Education
Dom 3 fantasticAArte
Lun 4 Fanfole. Cartoline per giorni smegi e lombidiosi. Un progetto di Leggere per Leggere
Mart 5 Salotto magico. Letture per bambini di nido e loro genitori
Mer 6 Viaggio virtuale Dentro l’Arte. Come Klimt
Gio 7 La Finestra delle storie. Il peso delle parole
Ven 8 Hola Spagna. Letture in spagnolo per imparare divertendosi Un libro … per amico a cura di Muve Education
Sab 9 Lettori. Leggere per il benessere. Formazione per educatori, insegnanti, genitori
Dom 10 Soffio di vento. Un progetto del Palazzetto Bru Zane
Lun 11 Fanfole. Cartoline per giorni smegi e lombidiosi. Un progetto di Leggere per Leggere
Mar 12 Salotto magico. Letture per bambini di nido e loro genitori
Mer 13 Viaggio virtuale Dentro l’Arte. Come Fiorucci
Gio 14 La Finestra delle storie: La sedia blu
Ven 15 English time for kids. Letture in inglese per imparare divertendosi
Sab 16 Lettori. Leggere per il benessere. Formazione per educatori, insegnanti, genitori
Dom 17 fantasticAArte

Come tutti gli anni, il Festival della lettura rientra nel progetto nazionale Maggio dei libri.

Le proposte saranno condivise giorno per giorno alle ore 12 sul sito, il canale youtube e la pagina facebook di BarchettaBlu e non solo; insegnanti, bibliotecari e genitori che da tanti anni frequentano il Festival della lettura ci hanno contattato in questo particolare periodo chiedendoci di condividere con loro le proposte di questra prima edizione del festival online: invieremo loro i videoclip, divisi per fascia di età, e a loro volta potranno condividerli con i loro allievi, i loro lettori e i loro bambini.

Di seguito alcune dichiarazioni di chi ha voluto, nonostante l’emergenza coronavirus, partecipare e sostenere il Festival:

Nel mondo della miniatura

Che cos’è una miniatura? Come si faceva un libro miniato?

Lo scopriremo assieme attraverso speciali schede gioco ed osservando, virtualmente, alcuni rari e preziosi codici

conservati nella Biblioteca del Museo Correr. Sabato 2 maggio ore 9

Un libro … per amico

Proposte di lettura per bambini, accuratamente selezionate da Muve Education, per intraprendere nuovi viaggi e scoprire nuovi mondi. Venerdì 8 maggio ore 9

“Ringrazio Barchetta Blu per l’organizzazione del Festival della Lettura, una bella opportunità, ricca di tantissimi appuntamenti ed eventi per bambini e ragazzi che così vengono stimolati alla lettura.
Un’attività ancora più preziosa in queste settimane particolari, per cui il ringraziamento a Barchetta Blu è doppio, e particolarmente sentito, per aver voluto organizzare comunque il Festival, con grande determinazione e nonostante le tante difficoltà di questo momento, e per esserci riuscita nell’ inedita modalità on line.” Assessore alle Politiche Educative Paolo Romor

“Piacere, sono una lettrice! E con questo voglio dire che sono una che legge libri per sè ma anche che lo fa per lavoro. Leggo ad alta voce a bambini scolari adulti. Nelle scuole nelle biblioteche nei musei. Il festival della lettura Libro che gira Libro che leggi, da quattordici anni mi fa incontrare le facce curiose ed entusiaste di tantissimi bambini e famiglie. Con la lettura ad alta voce trasmetto emozioni, entro in comunicazione con il mondo fantastico e immaginario di chi mi ascolta. È un grande privilegio. Il libro regala un tempo che si dilata. È una lente per conoscere il mondo, una chiave per aprire porte chiuse. E allora quando leggere? Con chi leggere? Il tempo per leggere come il tempo per amare, scriveva Pennac, dilata il tempo per vivere. Anche da casa, anzi soprattutto direi, in questo momento il libro e la lettura ad alta voce ci mettono in relazione. Ci aiutano a condividere, facendoci uscire dalle solitudini in cui adulti, ragazzi, bambini possono chiudersi. Quest’anno il Festival approda nel web, con degli appuntamenti quotidiani di lettura da remoto. Sono degli spunti, degli stimoli che noi lettori abbiamo pensato di regalare a chi vorrà ascoltarci, dal divano, comodamente. Serviranno? Saranno utili a qualcuno? In questo tempo di solitudine forzata è il nostro modo per continuare a condividere, a costruire ponti invisibili ma al tempo stesso reali, a tessere i fili di quella grande rete che ci fa sentire comunità. Buona lettura a tutti “Sabina Italiano, Staff dentro l’Arte Barchetta Blu e lettrice coordinamento regionale Leggere per Leggere

“Anche quest’anno MUVE Education, il dipartimento educativo della Fondazione Musei Civici di Venezia, aderisce con entusiasmo e viva partecipazione al Festival della Lettura che, naturalmente, si svolgerà da remoto: viviamo questo vincolo come una nuova, grande opportunità per stare assieme, in modo certamente diverso ma non meno denso di significati“ Monica Da Cortà Fumei, MUVE Education, il dipartimento educativo della Fondazione Musei Civici di Venezia

“Questo tempo strano che ci capita di vivere può trasformarsi in un’occasione di crescita, di novità, di incontro, di cambiamento. Proprio come il Festival della Lettura in veste speciale on-line, che quest’anno trasforma le distanze in un abbraccio, la lontananza in storie da raccontare. Sono contenta di potervi partecipare dedicando ai piccoli lettori il giornalino di “BiBì, avventure a gonfie vele”, un invito a tuffarsi nel mondo senza confini della lettura e della fantasia per i bambini e per tutti quelli che non hanno mai smesso ad esserlo“. Maria Gianola illustratrice

“Le lettrici, i lettori e gli operatori di Leggere per leggere, hanno pensato di far passare il tempo dei giorni i smegi e lombidiosi che stiamo vivendo con delle cartoline dedicate ai bambini (ma anche ai loro genitori, insegnanti…).
Le cartoline sono immagini, piccoli video, dei file audio che danno vita a piccole poesie, brevi racconti, recensioni o ricordi di letture. Le nostre cartoline volano virtualmente e vogliono, nel loro piccolo, cercare di stare vicini anche da lontano. Con tanti saluti” Livio Vianello. Leggere per leggere Coordinamento dei lettori e promotori della lettura del Veneto

Anche l’Università Ca’ Foscari Venezia collabora con l’iniziativa: “In queste lunghe giornate di quarantena i genitori ‘smart workers’ dell’Università Ca’ Foscari Venezia forse non sono compagni di giochi ideali per bimbi e bimbe chiusi in casa. Speriamo di allietare le giornate con alcune attività divertenti e creative. L’iniziativa si colloca nell’ambito delle attività del Family Audit relative alla conciliazione vita e lavoro dell’Università Ca’ Foscari Venezia ed è rivolta ai figli dei dipendenti cafoscarini, ma non solo!”

Lanterne Magiche – La Scuola con il Cinema – #ACASAPERUNPO’

Lanterne Magiche – La Scuola con il Cinema

#ACASAPERUNPO’

Al via dal 23 aprile i laboratori di educazione all’immagine a distanza

Gli incontri di propedeutica al linguaggio cinematografico, le proiezioni e le lezioni per imparare a guardare un film  – o un qualsiasi altro contenuto audiovisivo – in modo critico e consapevole lasciano per un po’ scuola e sala e si spostano online.

Lanterne Magiche propone diversi format  di didattica a distanza, tenuti da esperti del settore in collaborazione con i docenti delle scuole che hanno richiesto la partecipazione delle proprie classi.

Le proposte sono declinate secondo l’età degli studenti e il calendario è flessibile secondo le diverse esigenze.

Si parte con un primo laboratorio rivolto alla secondaria di I° grado composto da 6 lezioni di un’ora ciascuna (anche suddivisibile in 4 sessioni di 15′).

I docenti esperti Neva Ceseri e Alberto Peraldo guideranno i ragazzi nei primi passi della conoscenza del cinema come linguaggio, insegnando loro ad analizzare un film, arrivando poi alla scoperta degli effetti speciali visivi e della scrittura cinematografica.

Ecco alcuni degli argomenti che saranno trattati nel laboratorio:

       “Pillole” di grammatica audiovisiva:

  • Cos’è una sceneggiatura?
  • Inquadrature: le “parole” del cinema (scala dei campi e piani).
  • La macchina da presa: movimenti e posizioni.
  • I film “parlano”: la colonna sonora.

 Storia e analisi effetti speciali visivi:

  • Il cinema come illusione di movimento
  • George Méliès: il primo illusionista/regista
  • Mascherini mobili, compositing, illusioni ottiche
  • Animazione a passo uno , sfondi disegnati, cartoni animati
  • Forrest Gump: l’effetto speciale al servizio della narrazione
  • Dalla pellicola al digitale
  • Matrix e il bullet time
  • L’era della Computer grafica

            Scrittura cinematografica

  • Il viaggio dell’eroe
  • Come si scrive un film: soggetto, sceneggiatura, storyboard
  • Generi, personaggi e meccanismi narrativi, Spunti didattici

I film proposti nei laboratori sono fruibili dai ragazzi gratuitamente online perché selezionati tra i titoli di RAIPLAY di cui, nella library Lanterne Magiche,  si trovano approfonditi materiali didattici consultabili gratuitamente online (schede film analisi, schede verifiche ed esercitazioni).

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Per i ragazzi più grandi delle scuole superiori si propongono anche laboratori di critica cinematografica tenuti dai docenti Edoardo Becattini e Franco Vigni.

 Tre lezioni frontali, fruibili sulle diverse piattaforme in uso delle singole scuole, in cui saranno trattati i seguenti argomenti:

  • Analisi ed evoluzione della critica: dalla recensione al videosaggio
  • Critica e aspettative: generi cinematografici e contesti culturali.
  • Critica e spunti creativi: percorsi narrativi e risposte emotive

Le scuole che hanno già aderito :

Secondaria di I° grado Papini di Rignano sull’Arno, Margherita Hack di Montemurlo, Liceo Scientifico Rodolico (Firenze) Liceo Classico Galileo (Firenze)

Per essere informati su tutte le novità e avere accesso ai nostri contenuti seguiteci su FACEBOOK e visitate il nostro sito www.lanternemagiche.it

Per richiedere l’attivazione di un corso a distanza per una o più classi o un gruppo di studenti scrivere a info@lanternemagiche.it

FST| LANTERNE MAGICHE – CHI SIAMO

Lanterne Magiche – La Scuola, con il Cinema – è il programma di formazione ed educazione all’immagine e al linguaggio audiovisivo di Fondazione Sistema Toscana (FST), finanziato da Regione Toscana.

Il programma vuole far acquisire consapevolezza e senso critico alle nuove generazioni di “spettatori”.

E’ presente in Toscana dal 2009, con l’obiettivo di arricchire le competenze dei docenti e degli studenti delle scuole di ogni ordine e grado, attraverso la conoscenza di una disciplina specifica importante per la comprensione del contesto storico e socio/culturale attuale.

Lanterne Magiche si avvale della collaborazione di partner come AGIS e FICE Toscana, perché attribuisce alla visione in sala un ruolo importante nel metodo educativo, e di quattro Associazioni che operano in diverse aree della regione per estendere il proprio raggio d’azione.

Emergenza coronavirus, quando ricomincerà davvero la scuola?

da la Repubblica

di ILARIA VENTURI

Se alcuni paesi accelerano, e hanno già deciso sulla riapertura delle scuole, l’Italia ancora non ha un piano. Né ipotesi di lavoro concrete. Mentre il dibattito infuria, i genitori premono in vista della riapertura delle attività produttive dal 4 maggio: con chi lasceremo a casa i figli?
Nel decreto dell’8 aprile la data spartiacque per decidere se rientrare o meno trai banchi è fissata al 18 maggio. Ma la ministra Lucia Azzolina ha già anticipato la decisione di lasciare chiuse le scuole fino alla fine dell’anno scolastico.

La commissione del ministero all’Istruzione, guidata dall’economista ex assessore alla scuola in Emilia Romagna Patrizio Bianchi, che dovrà indicare come fare si insedia oggi. In carica sino al 31 luglio, lavorerà al ritmo di due incontri al giorno vista l’urgenza. I tempi sono stretti, ci sono gli scrutini alle porte, l’orale della Maturità da organizzare – le famiglie e gli studenti chiedono che sia in presenza – c’è il nodo dei bambini piccoli che hanno bisogno di parchi, ma anche di scuola.

Il 15 aprile la Danimarca ha fatto da apripista riaprendo elementari e asili. In Germania le scuole riapriranno dal 3 maggio in modo differenziato tra i Laender (in alcuni sono già rientrati i maturandi), la Francia si prepara a ripartire per chi deve fare la maturità e per le materne e nidi dall’11 maggio, in Lussemburgo si riapre il 4 maggio, in Grecia il 10. Partenze scaglionate, con scuole sanificate e banchi a un metro e mezzo di distanza, didattica all’aperto.

La ripartenza in Italia sarà a settembre. E intanto? C’è il nodo di chi rientra al lavoro e la grande incognita dell’estate, visto che i centri estivi sono a rischio e in molte famiglie si sono già consumate le ferie in questi mesi. Tra le soluzioni, il prolungamento del bonus baby-sitter e l’apertura delle scuole solo per i figli dei genitori che lavorano. Il presidente dell’Anci Antonio Decaro, sindaco di Bari, propone di utilizzare i centri famiglia, i campi scuola, coinvolgendo il Terzo settore. Il sindaco di Bologna Virginio Merola rispolvera la vecchia idea delle colonie offerte dal Comune ai bambini economicamente in disagio sull’Appennino e in Riviera. In città l’istituzione scuola comunale sta discutendo l’ipotesi per la fascia 2-6 anni di scuola per piccoli gruppi, ad orari ridotti e turni anche al pomeriggio, nei giardini e parchi pubblici.

La commissione dovrà presentare ipotesi di lavoro in tempi rapidi, condividere con le Regioni la data di avvio a settembre. “La scuola non è una tv che si accende e si spegne, stiamo parlando di 8 milioni di studenti, un milione di professori, altrettanti amministrativi e collaboratori scolastici. Poi ci sono le famiglie. Ci vuole cautela nel rimetterli tutti in movimento” aveva spiegato alla sua nomina Patrizio Bianchi.

Didattica a distanza mista, doppi turni. Le soluzioni sono aperte. “Si dovranno verificare le condizioni per la riapertura, mettere in sicurezza le aule. Poi c’è il problema specifico della fascia zero-sei anni, occorre pensare ai tecnici e professionali che necessitano di laboratori, sostenere il diritto allo studio per non lasciare indietro nessuno” mette in fila i problemi Bianchi. Sull’edilizia sono stati stanziati altri 320 milioni di euro per effettuare interventi di messa in sicurezza nelle scuole.

Sulla didattica a distanza Patrizio Bianchi aveva anticipato a Repubblica: “In tre mesi abbiamo compiuto una digitalizzazione di massa nel Paese. Ma è chiaro che la didattica a distanza non è solo accendere un tablet e fare lezione. E poi c’è il problema degli esclusi, mentre ho sempre lavorato per una scuola del “non uno di meno”. Sarà necessaria una riflessione pedagogica curando la formazione degli insegnanti. Da questa esperienza dovremo ripartire con una scuola migliore, che valorizzi i docenti e metta al centro gli studenti”.

Riprendere le attività e garantire la sicurezza, per l’Anp sono «due imperativi» che devono coesistere

da Il Sole 24 Ore

di Cl. T.

Sentiamo tutti l’esigenza di superare la drammatica fase di stallo che il coronavirus ha imposto alla nostra società. Nel Nord Europa il servizio scolastico è già ripartito o sta per ripartire, con varie diversificazioni. Per quello che sappiamo, alcuni paesi non hanno mai rinunciato alla scolarizzazione in presenza dei bambini di infanzia e primaria per i quali – più che per gli alunni più grandi – l’apprendimento in classe ha rilievo essenziale per il successo formativo. In Italia non è stata ancora presa una decisione definitiva anche se circola con insistenza l’ipotesi di rientro a settembre. Alcune indiscrezioni di stampa prospettano, addirittura, lo svolgimento in presenza dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di studi.

La posizione dell’Anp
L’Anp chiede, quindi, al Governo di esplicitare quanto prima le proprie scelte che, per quanto supportate dalle competenze di un nutrito gruppo di esperti, dovranno avere il carattere di una sintesi politica di alto livello. «Siamo perfettamente consapevoli, infatti, della difficoltà di far coesistere due esigenze drasticamente contrapposte», scrivono i presidi in una nota. In primo luogo, vi è la richiesta di ritorno alla normalità che, oltre ad avere un forte valore simbolico di superamento collettivo della crisi, è un passo necessario verso la celere ripresa di tutte le attività lavorative. Ripresa di cui vi è assoluta necessità, se si vogliono mantenere i preesistenti livelli di benessere socioeconomico.

La spinta a ripartire
Comprensibile, in questo senso, la spinta per la riapertura delle scuole che arriva dalle forze produttive. Il servizio che la scuola offre, infatti, ha anche un alto valore sociale poiché consente alle famiglie e, dobbiamo riconoscerlo, soprattutto alle donne, di dedicarsi alla propria attività lavorativa. Questa funzione è particolarmente rilevante in una società democratica ed aperta, nella quale i bambini e gli adolescenti frequentano per molte ore un ambiente ricco dal punto di vista educativo, votato all’istruzione e alla formazione.
A favore della ripartenza della didattica in presenza (DIP) gioca un ruolo decisivo la consapevolezza che la crescita intellettiva e culturale, specie per i più piccoli, si nutre soprattutto di relazionalità emotiva con i coetanei e con i docenti e che gli alunni appartenenti alle fasce sociali più svantaggiate corrono un più elevato rischio di esclusione dalla didattica a distanza (DAD). Per non parlare del nostro modello di inclusione che necessita di rapporti interpersonali e di condivisione nel gruppo dei pari.

Molto ci sarebbe da dire, in verità, su questa asserita maggiore disparità sociale della DAD, specie alla luce dei ben noti esiti di tutte le rilevazioni nazionali e internazionali, ma oggi è innegabile che sussistano tre specifiche ragioni di esclusione: carenza infrastrutturale di accesso a internet, carenza di dotazioni tecnologiche, difficoltà o impossibilità per la famiglia di seguire lo studio domestico.

Considerare la sicurezza di tutti
In secondo luogo, va tenuta in debita considerazione la sicurezza di tutti: alunni, famiglie, personale. «Sarebbe da irresponsabili – prosegue l’Anp – far tornare a salire il triste conteggio delle vittime che, come abbiamo constatato, risulta particolarmente severo con l’età adulta. Se l’epidemia colpisse il centro-sud con la stessa virulenza con cui ha funestato la Lombardia, il terribile conteggio delle vittime si accrescerebbe notevolmente. Riteniamo quindi che, anche se dirigenti e docenti sono stati in grado di far fronte esemplarmente, alla situazione di emergenza didattica, in materia di sicurezza sia necessaria la fissazione, asseverata dalle autorità sanitarie nazionali, di adeguati protocolli.Per consentire a milioni di alunni di riprendere la frequenza regolare delle lezioni è necessario, per esempio, valutare con estrema attenzione l’impatto sul trasporto pubblico e su quello privato. All’interno degli edifici scolastici appare difficile applicare protocolli di tipo aziendale sia per la carenza di risorse economiche sia per la natura dell’attività stessa che, tipicamente, è composta di relazione in vicinanza e di accoglienza per gli alunni di tutte le età e non solo per i più piccoli. Infine, se si volesse applicare il distanziamento sociale, si dovrebbe tener conto del rapporto medio tra numero di alunni per classe e superficie delle aule, oltre che delle peculiarità logistiche che determinano inevitabili assembramenti».

Migliorare la scuola
Di certo, sarà necessario un cospicuo investimento in dispositivi di protezione individuale e in servizi di sanificazione, così come sarà necessario ripensare l’organizzazione generale del servizio. Al di là della inevitabile contingenza, la vera sfida secondo l’Anp consiste nel trasformare l’emergenza in opportunità di miglioramento di tutto il sistema educativo per ristrutturarlo in profondità: «Chiediamo, quindi, che l’ingente finanziamento a debito sia utilizzato per rilanciare la nostra scuola, per mutarne prospettiva, visione e paradigma organizzativo, per realizzare finalmente quel principio autonomistico fin qui proclamato, ma sempre frenato da rigidità e strettoie di ogni genere, ad iniziare da una incisiva, e mai attuata, semplificazione della normativa».

Quando il Mooc aiuta a gestire l’orientamento

da Il Sole 24 Ore

di Tania Melchionna e Ilaria Merciai *

Ogni anno in Italia circa 500.000 studenti affrontano la sfida dell’esame di Stato. Ora, con le scuole chiuse, il semestre continua a distanza ed è iniziata la corsa a prepararsi ad una maturità online e, per molti, anche alla scelta dell’indirizzo universitario. Spesso sono previsti i test di ammissione – anch’essi online – e la sfida potrebbe apparire ancora più complessa. Complice anche la mancanza delle dinamiche sociali tra compagni di classe e insegnanti, che giocano sempre un ruolo fondamentale di supporto in questo periodo di decisioni per il futuro. La partita in cui si gioca il futuro dei nostri giovani si sposta, insomma, online.

I Mooc diventano, così, uno strumento indispensabile per trasferire anche l’orientamento online e provare a rispondere a 3 diverse esigenze: favorire la scelta del corso di laurea, potenziare le conoscenze per affrontarla e, soprattutto, trovare l’ispirazione vocazionale.

Saper scegliere

Il mercato del lavoro globale è imprevedibile e in rapida evoluzione. Diventa sempre più difficile per gli studenti scegliere una laurea che li preparerà per la carriera, considerando che l’8-9% della domanda di lavoro nel 2030 riguarderà nuove figure professionali che prima non esistevano.

Il titolo della laurea continua ad offrire una maggiore garanzia per la ricerca di lavoro, e in prospettiva di guadagno, rispetto al solo diploma di scuola secondaria e, secondo l’Ocse, il numero di laureati in Italia è aumentato nel 2019 dal 20 al 28 per cento. Tuttavia, come nel resto del mondo, i tassi di abbandono in Italia continuano ad essere elevati, attestandosi attualmente a circa il 25% degli studenti.

A questo si aggiunge l’incognita di una scelta potenzialmente sbagliata. Molti studenti cambiano idea in corso d’opera, perdendo tempo prezioso, oppure scoprono troppo tardi il livello accademico richiesto. I Mooc, in un formato dedicato, possono offrire anticipazioni sull’esperienza dell’aula, indicazioni sui contenuti reali, sul metodo di insegnamento e sul livello di prestazione richiesto.

L’Europa e l’Italia

Accanto all’iniziativa di edX, la piattaforma di Harvard e Mit, con Get College Ready. Get Ahead. Get Learning, in Europa spiccano – anche in termini numerici – le offerte per l’orientamento di Futurelearn e Fun. La prima, principale piattaforma in Uk, offre la collection Going to University con 46 corsi per avvicinare gli studenti alle tematiche dell’università, per le diverse discipline. La seconda, Fun, piattaforma nazionale francese, offre un’operazione ragionata di 31 Mooc di orientamento, di cui 20 molto recenti finanziati dal governo francese. L’obiettivo è consentire agli studenti di scegliere il corso di laurea più adatto e rafforzare le proprie conoscenze per colmare il divario tra scuola e università.

In Italia ci sono diverse esperienze dei singoli atenei, come Start@Unito attraverso cui l’Università di Torino apre le porte ai propri corsi di laurea, con una panoramica su tutte le discipline.

Federica, la piattaforma Web Learning dell’Università di Napoli Federico II, offre a tutti gli studenti i metaMooc, una formula agile e intuitiva per orientarsi nelle diverse aree disciplinari, con la possibilità di coinvolgere gli insegnanti che possono mettersi in gioco con le proprie classi nella realizzazione di un Toolkit, un progetto per l’orientamento attraverso strumenti digitali.

Aumento di conoscenze

I Mooc si focalizzano anche a colmare il gap tra la scuola e l’università, fornendo corsi per la preparazione in settori chiave, in cui sono state identificate debolezze o lacune, per supportare gli studenti attraverso esami universitari del primo anno e test di ammissione all’università.

Il consorzio universitario Eduopen ha una sezione Orientamento, in cui offre corsi introduttivi su diverse discipline, tra le quali matematica, fisica, statistica, giurisprudenza.

Una strada seguita da tempo dal Politecnico di Milano, attraverso la piattaforma Pok, che crea un ponte con le discipline universitarie utilizzando l’esperienza di instructional design di uno dei team multimediali più avanzati d’Europa.

Per prepararsi ai test di accesso ai corsi di laurea, i cosiddetti Tolc, è disponibile online il corso di Matematica di base, a cura di Carlo Mariconda, Alberto Tonolo e Luigi Provenzano (Università di Padova), che ha già raggiunto oltre 25.000 studenti.

Mooc per le life-skill

Il terzo, e nuovo, approccio in cui i Mooc possono essere di supporto riguarda gli aspetti psico-sociali ed emotivi della scelta, l’importanza dell’auto-consapevolezza per il successo nello studio e nella vita universitaria. Tra l’offerta dei grandi provider Global adolescent health, dall’Università di Melbourne e Know thyself – the value and limits of self-knowledge dall’Università di Edimburgo, via Coursera.

*Federica Web Learning

Riapertura scuole, allarme prof e presidi: uno su tre è nella categoria a rischio

da Corriere della sera

Gianna Fregonara e Orsola Riva

C’è un nuovo problema che si affaccia in vista della riapertura delle scuole, seppure a settembre. Un nodo inaspettato che è stato messo in evidenza per la prima volta dal documento dell’Inail -l’istituto che si occupa dei principi della sicurezza dei lavoratori sul posto lavoro -preparato dagli esperti in vista della riapertura delle attività. Si legge infatti che è consigliata una «sorveglianza sanitaria eccezionale per i lavoratori con età superiore ai 55 anni». Per loro in assenza di copertura immunitaria adeguata (in sostanza, test sierologici) si dovrà valutare la possibilità di un giudizio di «inidoneità temporanea» al lavoro da rivalutare a scadenze fissate»

Uno su tre

Una vera e propria tegola per il ministero dell’Istruzione: secondo i dati degli osservatori internazionali dell’Ocse, l’Italia, che conta gli insegnanti più anziani d’Europa con un’età media di 49 anni, ha più della metà dei docenti già avanti nella carriera e over 50. Più precisamente gli insegnanti over 50 sono il 49 per cento, quasi la metà secondo l’ultima rilevazione del programma Talis che risale al 2018. Gli insegnanti da sottoporre a test e sorveglianza dunque – considerando quelli sopra i 55 anni – potrebbero arrivare anche al 30 per cento del totale. Non solo, se si analizza l’anagrafe dei presidi, nonostante l’arrivo di quasi 3000 nuovi dirigenti lo scorso anno, sono ancora più in là con l’età: il 46 per cento ha più di 60 anni e un altro 20 circa tra i 55 e i 60: se per i professori sono immaginabili forme di didattica a distanza, è più difficile che i presidi possano restare in remoto a gestire la ripartenza delle loro scuole. Se ne occuperà probabilmente la task force istituita martedì al ministero.

Il ritardo nei concorsi

Si tratterebbe di oltre 200 mila insegnanti, quasi 300 mila: se dovessero essere esonerati temporaneamente si creerebbe un buco incolmabile dai supplenti che già dovranno andare a riempire oltre 200 mila cattedre che a settembre saranno vuote. Non verrà in aiuto neppure il concorso che sarà bandito a giorni: delle 24 mila cattedre previste dal concorso straordinario per docenti con tre anni di anzianità, probabilmente non si riuscirà a riempirne neppure una, visto che verosimilmente le prove saranno rinviate a fine anno o addirittura al prossimo. Anche se la ministra Azzolina spera di poter fare la prova del concorso straordinario ad agosto e avere i prof in cattedra entro i primi mesi del nuovo anno scolastico.

“Mandate gli insegnanti a casa dai nostri bambini Senza scuola non vivono”

da la Repubblica

Maria Novella De Luca

«I nostri figli disabili sono stati dimenticati dallo Stato. I nostri bambini che regrediscono ogni giorno. Senza scuola, senza terapie, senza assistenza domiciliare. Gianluca, in classe, mangiava la merenda da solo, in casa, adesso, dobbiamo imboccarlo. Sembrerà nulla, un’inezia a chi non abita il pianeta della disabilità, per noi, invece, era un’enormità. Cosa pensate che possa apprendere mio figlio dalla didattica a distanza? ». Antonella Perini, impiegata, di Spinea, in Veneto, è una mamma indomita che da 11 anni, da quando è nato Gianluca, affetto dalla sindrome di “Sturge weber”, rara e grave malattia genetica, lotta per i diritti del suo bambino speciale.

Gianluca, come Matteo, Emma, Pablo è uno degli oltre 260 mila allievi con diversi gradi di disabilità che frequentano la scuola italiana. Per loro, però, nei giorni del lockdown, a differenza dei compagni “normodotati” non è stata prevista dal ministero dell’Istruzione, dicono le famiglie, alcuna didattica speciale. “Bambini fantasma” come scrive in una lettera a Repubblica , la mamma di Carlo, in risposta a Daniela, mamma di Nicolò, 13 anni, che ieri ha raccontato al nostro giornale, la sua solitudine di questi giorni. «Per gli autistici come Carlo, cosi come tutti gli altri bambini in difficoltà, non è stata spesa nemmeno una parola. C’è solo la disperazione delle famiglie».

E’ il senso della petizione lanciata su “Change.org” da Antonella Perini. «Gianluca non parla, non cammina, ma sente e sorride, andava a scuola dalle nove alle sedici, faceva equitazione, aveva i suoi amici. Adesso il nulla. Non guarda neppure la tv. Quello che chiedo al Miur è di trasformare le ore di lezione di Gianluca in assistenza didattica domiciliare. Fateci i testi sierologici, a noi e all’insegnante, e poi, per favore, lasciate che la scuola entri in casa nostra». Nervosismo, insonnia, paura, rabbia. Il ritorno di ossessioni e fobie. Genitori spezzati dalla stanchezza. «Il lockdown dei nostri ragazzi è un contenitore di angosce », raccontano le madri e i padri. E la questione disabili sta diventando scontro politico, ultima bandiera populista della Lega, che accusa il governo di aver discriminato, dall’accesso al bonus dei 600 euro, le famiglie con portatori di handicap. Ma il cuore della questione oggi è l’isola che non c’è. La scuola. Garantita per alcuni, negata ad altri, ai bimbi fantasma della disabilità. E poi le terapie cognitive, i centri diurni chiusi. Marco Sabatini, giornalista, romano, è il papà di Matteo, 12 anni, ragazzo autistico allegro e integrato. «Senza amici, senza stimolazioni, senza il contatto con gli insegnanti, senza lo sport, i nostri figli perdono, ogni giorno, quei granelli di autonomia che con spaventosa fatica hanno conquistato passo dopo passo. Anni di lavoro e di sacrifici si sgretolano sotto i nostri occhi. Come si può pensare che ragazzi con queste difficoltà cognitive possano apprendere attraverso uno schermo? In Matteo ho visto subito una regressione e il ritorno delle sue fissazioni. Dall’insegnante di sostegno abbiamo ricevuto qualche video e nulla di più». Ma c’è un elemento ancora più grave, che racconta la dimenticanza dello Stato. «Nella task force del Miur, nominata per gestire la ripartenza della scuola, non c’è nemmeno un esperto o un’esperta sulla disabilità ».

Anche Martina Fuga, milanese, mamma di Emma, 15 anni, con sindrome di Down, parla di “alunni dimenticati”. «I più deboli stanno pagando le debolezze del sistema scolastico italiano. Come si può pensare che ragazzi con disabilità intellettuale possano apprendere attraverso una lezione frontale in video?». Martina Fuga è responsabile della comunicazione dell’associazione “CoorDown”. A Emma, la più piccola dei suoi tre figli, ha dedicato un libro, “Lo zaino di Emma”. «Le persone Down devono affrontare l’esistenza come se avessero sempre, sulle spalle, uno zaino di dieci chili. Emma non riceve nulla da questa didattica a distanza, nonostante sia lì, diligente, con le cuffiette nelle orecchie. Il Miur non ha pensato ai nostri figli. Come mai non c’è alcun esperto di disabilità tra i nomi incaricati di gestir e la famosa fase2 della scuola? ».

Alessia Condò, romana, è la mamma di Pablo, 18 anni, autistico, tenacissima sostenitrice della sua autonomia, vulcanica ideatrice di progetti di inclusione. A cominciare dalla famosa mappatura, «quando Pablo iniziò a uscire da solo» dei negozi “friendly” verso le persone con autismo, indicate con un post-it sulla giacca e la scritta “Io sono Pablo e qui sto bene”. «Pablo quest’anno farà la maturità classica, un traguardo incredibile, ma avrebbe bisogno di essere stimolato, coinvolto, invece è solo, la scuola è remota, lontana, così gli amici. La comunicazione a distanza per lui non funziona e vedo già dei passi indietro… Per fortuna ci siamo noi, sua sorella ed io, è faticoso ma lo sosteniamo, siamo una famiglia allegra e strana. Non esiste una didattica per le persone fragili, questa è la verità. E nell’emergenza il prezzo più alto lo pagano i ragazzi come Pablo».

Didattica a distanza, qual è il ruolo del docente

da Orizzontescuola

di Antonio Fundaro

Se, fino a tempi molto recenti era abbastanza facile definire il ruolo specifico ed analizzare le funzioni pedagogico-didattiche dell’insegnante, oggi, e non solo in questo frangente della storia ma, in generale, in questo ultimo decennio, questo compito si è fatto più complicato e non privo di interrogativi e dubbi.

La multimedialità e la DaD, come cambia il ruolo del docente

Si può affermare che il problema della crisi della scuola contemporanea, possa essere avviato a soluzione preparando insegnanti all’altezza dei tempi, intanto preparati e competenti (non scopiazzatori di strapazzo), in grado di assicurare gli opportuni processi di insegnamento-apprendimento con una metodologia più scientifica e più aperta verso le istanze della cultura giovanile e delle trasformazioni sociali. Se con questa asserzione si intende ribadire la funzione insostituibile dell’insegnante, non c’è dubbio che essa vada accolta favorevolmente soprattutto in regime di “villaggio globale”.

Le aspettative di funzioni formative

L’insegnante, in quanto titolare di un ruolo al quale corrispondono rinnovate aspettative di comportamento e funzioni formative in continua evoluzione, rimane, comunque, uno dei principali responsabili del processo di socializzazione giovanile, l’esponente ufficiale della trasmissione della cultura e dell’innovazione didattica, ma non può pretendere di sottrarsi ai condizionamenti provenienti dall’interno della scuola e dalle altre agenzie di controllo. Se è vero che nella società complessa le fonti della conoscenza (e i diversi tipi di sapere) sono mediate e “messe in forma” da istituzioni sociali diverse dalla scuola e dalla famiglia, non si può certo pretendere che l’insegnante, da solo, sia in grado di far concorrenza ai centri del potere culturale, ai mass-media, alle immagini che sono prodotte e diffuse dalle tecnologie della comunicazione.

La verità assoluta

L’insegnante di oggi, di fronte alle tecnologie multimediali, non ha più il conforto di una verità assoluta in virtù della quale giustificare il suo ruolo di fronte ai giovani, alla società intera e a se stesso, ma deve sostituire questa forma di legittimità scomparsa con altre forme, come la professionalità, l’abilità nell’insegnamento, la competenza che gli viene da una conoscenza di tipo superiore, se vuole avere la garanzia che il suo lavoro abbia senso e significato.

Rinunciare alle facili scorciatoie ideologiche

I rapporti società-scuola sono problematici, passibili di infiniti contenuti, approcci, strategie di intervento: compito dell’insegnante di oggi, in quanto formatore, è quello di risolvere storicamente e psicologicamente, cioè in modo non dogmatico e produttivo, le contraddizioni concrete, tenendo conto sia della razionalità critica sia dell’impegno etico. In quanto formatore, l’insegnante deve continuamente confrontarsi con questi problemi, rinunciando alle facili scorciatoie ideologiche. Non può essere né giudice né terapeuta, ma dovrà tentare di riformulare il proprio ruolo tenendo conto delle esigenze del controllo della trasformazione socio-politica e degli interessi autentici dei giovani di fronte al futuro.

Il modello dell’insegnante-formatore

Il modello dell’insegnante formatore dovrà essere messo in forma con molta accuratezza, individuandone i tratti peculiari e la tenuta dell’efficacia dell’insegnamento e della sua pertinenza culturale ed umana di fronte alla complessità dell’insegnamento. Un insegnante che vuole essere aderente alle esigenze di una scuola che cambia, sempre più caratterizzata dalla presenza di nuove tecnologie dovrebbe:

  • Essere sempre pronto al cambiamento. Avere doti di flessibilità, apertura verso il nuovo, capacità di superare i propri schemi mentali che lo imprigionano dentro gabbie mentali.
  • Essere formato abbastanza per definire gli obiettivi di apprendimento. Capace di definire le competenze che i discenti devono acquisire per risolvere un determinato problema.
  • Essere competente per costruire-ricostruire continuamente tali obiettiviNella prospettiva della trasformazione deve essere pronto e recettivo al cambiamento pedagogico-didattico, a modificare, rimodellare, ricostruire tali obiettivi non solo in direzione di possibilità scientifica, ma anche di opportunità etica. L’insegnante deve fornire conoscenze ed abilità centrate tanto sulle esigenze della società esterna quanto sulle necessità psicologiche dell’utente al fine di consentire una crescita di competenze aderenti alle esigenze della società che cambia.
  • Ideare il materiale formativo adeguato agli obiettivi. Nella società contemporanea, caratterizzata dalla presenza della multimedialità, l’insegnante deve essere in grado di specificare le diverse forme di apprendimento in funzione dei differenti canali comunicativi. Il processo formativo di oggi è necessariamente connaturato alla distinzione e al controllo di ognuno di questi canali, in ordine al conseguimento di scopi quali la comprensione e l’utilizzazione delle più svariate forme di conoscenza.
  • Proporre l’innovazione. È importante che l’alunno non si trovi smarrito davanti al cambiamento e alle novità culturali prodotte dalla società. L’insegnante deve essere in grado di fornire gli strumenti per decodificare i più disparati messaggi che arrivano e che tutti i giorni i bambini/fanciulli/ragazzi devono fronteggiare. Un insegnante incapace di fronteggiare l’innovazione non è un docente competente, abile e, men che meno, adeguato alla scuola del cambiamento. Alcune scene raccapriccianti di questi ultimi mesi, la dicono lunga sulla qualità di alcuni docenti trincerati dietro un opportunistico “gli alunni non hanno pc”, “non hanno la connessione” o “i genitori o gli studenti non vogliono il collegamento in piattaforma”, piuttosto che affermare che non si ha alcuna conoscenza delle nuove strumentalità e non si vuole neppure cambiare, aggiornarsi, per competere.
  • Esaminare la qualità dell’apprendimento (accertamenti-verifiche). Ogni sapere deve essere sviluppato in modo tale da rendere possibile l’osservazione sistematica, non si deve presentare come un pacchetto di informazioni da consumare e gettare via, dovrà essere valutato per le chiavi di lettura che offre al discente nelle situazioni reali, verificato in itinere affinché diventi un contenuto ben consolidato e fruibile.

L’insegnante agente della trasformazione sociale

L’insegnante formatore, in quanto titolare di abilità, capacità e conoscenze nel senso sopra indicato, si pone come agente della trasformazione sociale, si percepisce come interprete del cambiamento, costituisce un prezioso punto di riferimento per l’acquisizione e l’utilizzazione del sapere nella società contemporanea.

Didattica a distanza

Concorso ATA 24 mesi, Ministero incontrerà i sindacati martedì 28 aprile

da Orizzontescuola

di redazione

ATA 24 mesi, l’aggiornamento graduatorie provinciali quest’anno si farà online. Il Ministero fornirà indicazioni ai sindacati nell’incontro di martedì 28 aprile.

Il Ministero, con la nota n. 5196 dell’11 marzo 2020, aveva avviato la procedura per l’aggiornamento delle graduatorie provinciali permanenti del personale ATA (24 mesi) per l’a.s. 2020/21.

Gli Uffici scolastici regionali avrebbero dovuto o indire la procedura concorsuale per soli titoli entro il  10 aprile ma il Ministero stesso ha sospeso la procedura con nota n.6969 del 24 marzo 2020, a causa dell’aggravarsi della situazione epidemiologica.

La sospensione è servita per rendere la procedura telematica, per cui le domande si presenteranno online.

Il Ministero, quindi martedì 28 aprile comunicherà quando gli UU.SS.RR. potranno indire i bandi e le modalità di presentazione delle domande online.

Requisiti di accesso alla graduatoria 24 mesi ATA

Per essere ammessi alle suddette graduatorie permanenti, i candidati devono essere in possesso dei seguenti requisiti:
a) essere in servizio in qualità di personale ATA a tempo determinato nella scuola statale nella medesima provincia e nel medesimo profilo professionale, cui si concorre;
b) il personale che, eventualmente, non sia in servizio all’atto della domanda nella medesima provincia e nel medesimo profilo professionale, cui concorre, non perde la qualifica di “personale ATA a tempo determinato della scuola statale”, come sopra precisato, se inserito nella graduatoria provinciale ad esaurimento della medesima provincia e del medesimo profilo (per il profilo di CS) e negli elenchi provinciali per le supplenze (per i profili di AA – AT – CR – CO – GA – IF);

c) il personale che non si trovi nelle condizioni di cui alla precedente lettera a) né nelle condizioni di cui alla precedente lettera b) conserva, ai fini del presente bando, la qualifica di “personale ATA a tempo determinato della scuola statale” se inserito nella terza fascia delle graduatorie di circolo o di istituto per il conferimento delle supplenze temporanee della medesima provincia e del medesimo profilo cui si concorre (AA – AT – CR – CO – GA – IF – CS);

Naturalmente requisito fondamentale per l’inclusione nelle graduatorie permanenti del personale ATA è un’anzianità di servizio di almeno due anni. Ovvero 23 mesi e 16 giorni, anche non continuativi (le frazioni di mese vengono tutte sommate e si computano in ragione di un mese ogni trenta giorni e l’eventuale residua frazione superiore a 15 giorni si considera come mese intero) Prestato in posti corrispondenti al profilo professionale cui si richiede l’accesso  e/o in posti corrispondenti a profili professionali dell’area del personale ATA statale della scuola immediatamente superiore a quella del profilo cui si concorre.

Cosa s’intende per “profili dell’area immediatamente superiore”?

Significa che: un Assistente Amministrativo o Assistente Tecnico o Cuoco o Infermiere o Guardarobiere, oltre a includersi al profilo professionale cui concorre, può inserirsi anche come Addetto alle Aziende Agrarie o Collaboratore Scolastico, perché profili immediatamente inferiori.

Alunni con disabilità, “ore sostegno a casa con test sierologici a docenti e famiglie”

da Orizzontescuola

di redazione

Didattica a distanza, impossibile per i bambini con disabilità grave. L’allarme lanciato dai genitori e la proposta.

Genitori: abbandonati da Stato e Governo

I genitori, come riferisce Repubblica, lamentano il fatto che per i loro figli la didattica a distanza non può funzionare e che i loro bambini/ragazzi stanno facendo enormi “passi indietro”:

  • “Gianluca non parla, non cammina, ma sente e sorride, andava a scuola dalle nove alle sedici, faceva equitazione, aveva i suoi amici. Adesso il nulla. Non guarda neppure la Tv. 
  • “Il lockdown dei nostri ragazzi è un contenitore di angosce”

I genitori si sentono abbondati dallo Stato e dal Ministero, quest’ultimo accusato anche di non aver nominato nemmeno un esperto sulla disabilità tra i membri della Commissione che si occupa della riapertura delle scuole a settembre:

“I nostri figli disabili sono stati dimenticati dallo Stato. I nostri bambini che regrediscono ogni giorno. Senza scuola, senza terapie, senza assistenza domiciliare”

“Nella task force del Miur, nominata per gestire la ripartenza della scuola, non c’è nemmeno un esperto o un’esperta sulla disabilità”

La proposta

Antonella Perini ha lanciato comunque una proposta tramite un’apposita petizione, affinché gli insegnanti si rechino a casa dei bambini:   ” Quello che chiedo al Miur è di trasformare le ore di lezione di Gianluca in assistenza didattica domiciliare. Fateci i testi sierologici, a noi e all’insegnante, e poi, per favore, lasciate che la scuola entri in casa nostra”

Cosa ha fatto il Ministero

Il Ministero, nelle indicazioni fornite nella nota del 17 marzo, ha previsto la rimodulazione della programmazione anche per di docenti di sostegno, prevedendo la collaborazione scuola-famiglia per lo svolgimento delle attività e della programmazione in genere. E’ stata prevista inoltre una pagina dedicata all’inclusione.

E’ chiaro però che nei casi di disabilità gravi è impossibile svolgere le attività didattiche e soprattutto educative a distanza.

Esami di stato: si rivede la valutazione finale?

da La Tecnica della Scuola

A parte le difformità di vedute e le polemiche sullo svolgimento degli esami di stato, se in presenza oppure a distanza, la ministra Lucia Azzolina, nel question time, ha ribadito l’importanza dell’esame di Stato e il suo auspicio che possa svolgersi “dal vivo”.

La ministra Azzolina

“Mi sono battuta fin dall’inizio dell’emergenza per salvaguardare” gli esami di Maturità. L’Italia è, non a caso, tra i Paesi, in Europa, che hanno deciso di mantenerli e di non annullarli. Anche per questo, come ho già detto, auspico davvero che ci sia la possibilità, come anche tanti ragazzi ci stanno chiedendo, di svolgere almeno l’orale in presenza. Ovviamente nelle giuste condizioni di sicurezza per la salute di tutti”.

In ogni caso l’esame di Stato  si svolgerà in forma orale, dal vivo e nella stessa scuola frequentata dai quasi 500 mila maturandi fino alla chiusura anticipata degli istituti, anche se si sussurra (ma mancano i dati) che nel frattempo il numero sia aumentato per il rientro di tanti “dispersi”, attratti a scuola dalla promozione sicura.

Contagio zero e esame in presenza

Tuttavia la speranza è che tutte le regioni possano essere “a contagio zero” cosicché  gli esami si possano svolgere con la presenza di un numero ristretto di persone. Vale a dire i commissari – ben distanziati tra loro – il maturando interrogato e al massimo altre due-tre persone.

La commissione – che vedrà assicurata la presenza del commissario di italiano e di uno o più commissari che insegnano le discipline di indirizzo – sarà formata da 6 membri interni e dal presidente esterno. Entro il 30 aprile devono essere designati i commissari interni da parte dei consigli di classe; la pubblicazione degli elenchi regionali dei presidenti da parte degli uffici scolastici regionali deve avvenire entro il 21 maggio.

I punteggi degli esami

Ancora sul tappeto invece la questione relativa ai punteggia da assegnare ai candidati e in modo particolare sull’attribuzione dei crediti e di quanto far valere il colloquio.

Le ipotesi sarebbero due: 40 ai crediti e 60 al colloquio, come da normativa attuale, ma con i 60 punti scaturiti solo dal colloquio orale. Oppure  50 punti ai crediti e 50 al colloquio. Ma anche 60 ai crediti e 40 al colloquio.

Aspettiamo di sapere

Concorso scuola, pubblicato il decreto che autorizza l’avvio delle procedure

da La Tecnica della Scuola

Sempre più vicini alla pubblicazione del bando di concorso per la scuola secondaria di primo e secondo grado.

Nella Gazzetta Ufficiale di giovedì 23 aprile è stato pubblicato il decreto della Presidenza del Consiglio del 31 marzo che autorizza il Ministero dell’Istruzione all’avvio delle procedure per l’assunzione di 25mila docenti per la scuola secondaria

CLICCA QUI PER IL DECRETO 

Programmi di concorso

Criteri orale posto comune

Criteri orale posto comune lingua inglese

Criteri orale posto sostegno

Criteri prova pratica

Titoli concorso ordinario

Abilitazioni corrispondenti

ECCO LA RIPARTIZIONE DEI POSTI (PDF)