Cds: l’emergenza Covid-19 giustifica la stretta sulla scuola Il diritto alla salute prevale sul diritto all’istruzione

da ItaliaOggi

Carlo Forte

Il governo e il ministero dell’istruzione hanno agito correttamente introducendo le misure anti-Covid nelle scuole. Lo ha stabilito la III sezione del Consiglio di stato con l’ordinanza 6032/2020 pubblicata il 27 novembre scorso. Il ricorso era stato presentato da alcuni genitori, che lamentavano l’inesistenza di presupposti epidemiologici di una gravità e diffusività tale da poter creare allarme nella popolazione scolastica. Tanto più che, sempre secondo il parere dei ricorrenti, non si sarebbero registrati casi di decesso o di ricovero in terapia intensiva. E che vi sarebbe stata una sproporzione degli interventi di prevenzione imposti, rispetto alla reale diffusività e pericolosità del virus, soprattutto se confrontati con le misure adottate in altri stati dell’Unione europea. Infine, gli appellanti avevano eccepito che il governo e il ministero avrebbero violato una serie di precetti costituzionali in materia di diritti fondamentali della persona e dei fanciulli.

Le misure contestate dai ricorrenti sono quelle attualmente in vigore: la didattica a distanza, l’obbligo di rimanere a casa per gli alunni con una temperatura corporea superiore a 37,5°, l’obbligo di portare la mascherina in classe e altre misure di prevenzione. I giudici della III sezione, però hanno rigettato il ricorso ed hanno confermato la sentenza di non accoglimento del ricorso emessa dalla III sezione del Tar del Lazio (6569/2020). Il collegio giudicante ha spiegato che la fase di attuale recrudescenza della diffusione epidemiologica, depone oggettivamente in senso opposto rispetto a quanto prospettato dagli appellanti. Tanto più che, verosimilmente, il contenimento del contagio entro una certa soglia è causalmente da ricollegare proprio alle misure di prevenzione adottate. Comprese quelle applicate in ambito scolastico. La sezione ha dichiarato, inoltre, che la mancanza di casi di decesso tra la popolazione scolastica è irrilevante «posto che i discenti devono essere monitorati non solo quali potenziali vittime, ma anche e soprattutto quale possibile veicolo di diffusione nelle famiglie».

Per quanto riguarda, invece, le violazioni dei principi dei precetti costituzionali in materia di libertà personale e di diritto all’istruzione asserita dai ricorrenti, i giudici amministrativi hanno spiegato che l’emergenza sanitaria in corso giustifica l’applicazione del principio di precauzione in diretto collegamento con la tutela del diritto alla salute. Che prevale su tutto il resto. Specie se si considera che la situazione dei contagi si è ulteriormente aggravata.

Concorso straordinario, correzioni da remoto

da ItaliaOggi

Carlo Forte

La correzione delle prove scritte del concorso straordinario, che si sono tenute prima della sospensione delle procedure, adottata con il decreto del presidente del consiglio del 3 novembre scorso, si svolgeranno via web. Non appena le misure anti-Covid verranno attenuate, le procedure concorsuali riprenderanno in presenza per le classi di concorso per le quali non si sono potute ancora tenere. Lo ha fatto sapere il ministero dell’istruzione con una nota emanata il 25 novembre scorso (29947/2020). L’amministrazione centrale ha informato gli uffici periferici che si stanno mettendo a punto procedure telematiche per avviare, tempestivamente, e all’insegna di trasparenza e sicurezza, le correzione «da remoto» da parte delle commissioni di valutazione. E che a breve saranno impartite le necessarie istruzioni operative. Il ministero ha ricordato che, al termine della correzione delle prove scritte, le commissioni dovranno procedere alla valutazione dei titoli nei riguardi dei candidati che hanno superato la prova.

Le disposizioni dettate dall’amministrazione centrale fanno riferimento al concorso indetto con il decreto dirigenziale 510 del 23 aprile 2020. Le domande presentate per partecipare al concorso straordinario sono state 66.072 e i posti messi a concorso sono 32 mila. La nota del ministero non fa menzione delle prove suppletive, che dovranno necessariamente essere effettuate per consentire ai candidati che non hanno potuto partecipare alle prove già svolte perché in quarantena o in malattia da Covid-19. In tale senso si è già pronunciato il Tar del Lazio con un’ordinanza cautelare depositata il 23 novembre scorso (8267/2020, si veda Italia Oggi del 24 novembre scorso, pag. 43).

Trattandosi di un provvedimento cautelare, come tale caratterizzato da una motivazione succinta, non è possibile prevedere se, nel merito, il Tar Lazio annullerà il decreto 510, nella parte in cui non prevede le prove suppletive per i candidati impossibilitati a partecipare alle prove ordinarie per legittimo impedimento. Ma è ragionevole ritenere che la pronuncia, che con ogni probabilità fa solo da apripista all’ennesimo contenzioso seriale, frappone un ulteriore ostacolo al normale svolgimento dei concorsi. Pertanto, a prescindere dall’annullamento o meno della parte del decreto ostativa alla partecipazione degli assenti per Covid, ciò comporterà un inevitabile rallentamento delle procedure.

Dad, restituire i soldi non spesi

da ItaliaOggi

Marco Nobilio

I dirigenti scolastici che non sono riusciti a spendere i fondi assegnati alle scuole per la didattica a distanza o che li hanno spesi, ma non li hanno rendicontati, dovranno restituirli al ministero dell’economia. Che li utilizzerà per rimpinguare il fondo di ammortamento dei titoli pubblici. La restituzione dovrà avvenire entro il 20 dicembre prossimo ed eventuali inadempimenti integreranno la responsabilità per danno erariale in capo ai dirigenti. Lo prevede l’articolo 265, commi 8, 8 bis e 9 del decreto-legge 34/2020.

La scadenza del termine per la restituzione si avvicina e il ministero dell’istruzione ha impartito ai dirigenti scolastici le disposizioni per provvedere ai necessari adempimenti con la nota 33370/2020 del 24 novembre scorso. I finanziamenti a cui fa riferimento la nota sono gli 85 milioni di euro stanziati per la didattica a distanza. Di questi, 10 milioni erano stati destinati alle scuole per dotarsi di piattaforme e di strumenti digitali utili per l’apprendimento a distanza, o per potenziare quelli già in dotazione; 70 milioni erano stati stanziati per mettere a disposizione degli studenti meno abbienti, in comodato d’uso, dispositivi digitali individuali per accedere alla didattica a distanza; 5 milioni erano stati messi a disposizione per provvedere alla formazione del personale.

L’amministrazione ha spiegato ai dirigenti scolastici che l’obbligo di restituzione vale per le scuole che non hanno utilizzato in tutto o in parte le risorse assegnate o che non hanno correttamente rendicontato nei termini prescritti. E che le somme dovranno essere versate all’entrata del bilancio dello Stato. Il ministero ha chiarito, inoltre, che il termine del 20 dicembre, data entro il quale i dirigenti dovranno provvedere ai necessari adempimenti, è un termine perentorio, essendo tassative le norme che lo prevedono.

Pertanto «eventuali ritardi od omissioni possono comportare l’insorgere di responsabilità amministrativo-contabile». In altre parole, i dirigenti inadempienti rischiano di andare incontro ad azioni di responsabilità davanti alla Corte dei conti. Il ministero ha spiegato che le somme dovranno essere versate sul capitolo di entrata del Capo X n. 3330, denominato «Proventi derivanti da donazioni o disposizioni testamentarie ed altri proventi da destinare al fondo ammortamento dei titoli di Stato». Il codice Iban di riferimento è: IT 77X 01000 03245 348 0 10 3330 00, per i versamenti in conto competenza presso la sezione di Tesoreria di Roma succursale. E la causale del versamento che dovrà essere indicata è: «Art. 120 della legge 24 aprile 2020, n. 27 – Somma versata ai sensi dell’articolo 265, comma 9, della legge 17 luglio 2020, n. 77». La verifica dell’avvenuto versamento delle risorse non utilizzate in conto entrate del bilancio dello stato dovrà essere effettuata da un non meglio specificato «organo di controllo presso l’istituzione scolastica».

I dirigenti scolastici, inoltre, dovranno comunicare l’avvenuta restituzione delle risorse non utilizzate, attraverso la piattaforma «PNSD – Gestione Azioni», secondo le istruzioni fornite nella guida allegata alla nota del 24 novembre. La comunicazione dovrà avvenire sempre entro il 20 dicembre prossimo, per consentire all’amministrazione centrale di effettuare il necessario monitoraggio. Il ministero dell’istruzione ha precisato, inoltre, che eventuali richieste dovranno essere formulate esclusivamente tramite la piattaforma «PNSD – Gestione Azioni», utilizzando la funzione «Le tue richieste», che costituisce l’unico canale di comunicazione con l’ufficio del piano nazionale scuola digitale per quesiti o assistenza.

Per individuare esattamente le risorse a cui fa riferimento l’amministrazione centrale, le istituzioni scolastiche potranno fare riferimento alle indicazioni fornite dall’amministrazione centrale con la nota 562/2020 del 28 marzo. Le somme avrebbero dovuto essere iscritte in conto competenza nell’Aggregato «03 Finanziamento dallo Stato», Voce «06 Altri finanziamenti vincolati dallo Stato».

L’imputazione delle risorse avrebbe dovuto essere effettuata in una scheda illustrativa finanziaria denominata «Risorse ex art. 120, dl 18/2020». Per le somme destinate all’acquisto delle piattaforme e i pc e i tablet per gli alunni avrebbe dovuto essere utilizzata la categoria di destinazione«A03 – Didattica»-, mentre, per le risorse destinate alla formazione avrebbe dovuto essere utilizzata la categoria di destinazione «P04 – Progetti per formazione/aggiornamento del personale».

Rientro in classe superiori, Conte vuole anticipare al 14 dicembre: Pd e Leu contrari

da La Tecnica della Scuola

Sul ritorno a scuola delle scuole superiori potrebbe tornare tutto in discussione: quando gli elementi a disposizione facevono pensare alla ripresa delle lezioni in presenza non prima del 7 gennaio prossimo – ipotesi confutata pure dal parere della Commissione europea che si appresta a chiedere di allungare le vacanze natalizie o proseguire la DaD anche dopo la fine delle festività di inizio 2021 –, dal Governo è rispuntata la volontà di anticipare la ripresa delle lezioni tradizionali una decina di giorni prima del Natale. L’ipotesi è tutta da verificare, è chiaro, ma è stata messa sul tavolo. A presentarla è stato direttamente il premier Giuseppe Conte, che nel corso di un ulteriore incontro con i capigruppo di maggioranza, svolto il 1° dicembre, ha chiesto il parere dei presenti su una eventuale ripresa delle superiori fissata per lunedì 14.

La domanda di Conte

La richiesta è giunta nel corso della riunione sul nuovo imminente Dpcm: il premier, è stato spiegato, lo ha fatto “per dare un segnale”.

Si tratterebbe di porre fine alla didattica a distanza nelle aree gialle dalla metà del mese.

Il presidente del Consiglio avrebbe anche precisato che l’ipotesi deve essere ancora sottoposta al vaglio del Comitato tecnico scientifico.

Dal Cts risposta scontata

La risposta del Cts, tuttavia, appare quasi scontata, considerando che nella stessa giornata il suo coordinatore Agostino Miozzo in un intervento a RaiNews 24 ha dichiarato: “Il Cts non ha mai sostenuto la necessità di chiudere le scuole” e che “è più facile che uno studente risulti contagiato da Covid-19 se non frequenta la scuola e fa didattica a distanza piuttosto che il contrario; il rischio è molto sbilanciato e quindi i ragazzi è meglio mandarli in aula”.

Ancora di più ora che il ministero dell’Istruzione ha chiesto l’intervento dei prefetti per gestire i trasporti utili e portare gli studenti in classe.

Le reazioni dei partiti

Alla proposta del presidente del Consiglio di accelerare per il rientro in classe di due milioni e 600 mila studenti delle scuole superiori, i capigruppo avrebbero reagito in modo difforme: Italia Viva ha immediatamente confermato la sua posizione favorevole, come del resto asserito dal suo leader Matteo Renzi da mesi. L’assenso dei renziani rimane comunque legato ai trasporti adeguati: “il nodo è quello”, hanno detto.

Altri partiti della maggioranza, in particolare Pd e LeU, si sarebbero invece espressi contro, confermando anche la linea attendista di alcuni ministri del loro colore, a partire da Roberto Speranza a capo del dicastero della Salute.

Non si hanno notizie, al momento, di cosa avrebbe detto il M5S, ma considerando quanto espresso nei giorni scorsi e la posizione favorevole sul tema della ministra Lucia Azzolina, è molto probabile che abbia dato il suo assenso.

Giornata internazionale delle persone disabili, l’invito della Ministra alle scuole

da La Tecnica della Scuola

Il 3 dicembre si celebra la Giornata internazionale delle persone con disabilità, istituita nel 1992 per di sostenere la piena inclusione delle persone con disabilità in ogni ambito della vita e per allontanare ogni forma di discriminazione e violenza, promuovendone i diritti ed il benessere.

Con nota 24791 del 30 novembre 2020 il MI sottolinea l’importanza di celebrare insieme questa Giornata – studenti, docenti, famiglie, associazioni – “affinché possa divenire un evento di sensibilizzazione nazionale in grado di porre in maniera ancora più evidente, per un giorno, i diritti delle persone con disabilità al centro dell’agenda istituzionale e politica del nostro Paese“.

Impegnandoci affinché – scrive la Ministra Azzolina – la qualità dell’inclusione possa sempre più divenire strumento di misura della civiltà del Paese, invito studentesse e studenti, docenti, dirigenti scolastici e
famiglie a promuovere e realizzare azioni di sensibilizzazione per sostenere e difendere i diritti delle persone con disabilità e promuovere la rimozione di tutte le barriere che ne ostacolano lo sviluppo, affermando il pieno rispetto della dignità umana, sempre e per ciascuna person
a”.

Rientro a scuola, Commissione Ue: allungare le vacanze di Natale, serve un periodo “cuscinetto” per evitare la terza ondata

da La Tecnica della Scuola

Mentre in Italia si discute ancora sull’opportunità o meno di fare riprendere le lezioni in presenza nelle scuole superiori il 7 gennaio per via dei contagi da Covid ancora possibili, dalla Commissione europea arriva un monito a proseguire non solo con la DaD ma anche a prolungarla oltre quella data.

La Commissione Ue: vacanze più lunghe

L’invito è contenuto nella bozza delle Linee Guida predisposte dalla stessa Commissione Ue sulle misure anti-Covid da attuare in vista delle festività natalizie: nel testo praticamente definitivo, visionato dall’Ansa e che sarà presentato mercoledì 2 dicembre, si legge che “al fine di ridurre i rischi di trasmissione nel periodo che segue la stagione delle festività”, si invita a “valutare di allungare le vacanze scolastiche”.

Oppure continuare la DaD

In alternativa all’allungamento dello stop natalizio e di fine-inizio nuovo anno, sempre la Commissione europea auspica “un periodo di apprendimento a distanza, in modo da introdurre un periodo ‘cuscinetto’ ed evitare la diffusione dei contagi a scuola”, dopo le feste passate a casa.

Secondo la Commissione, dunque, “sarà importante” che le autorità comunichino “la data del rientro a scuola con anticipo”, chiedendo a educatori e famiglie con bambini di tornare a casa per tempo ed evitando così di trasformare la scuola in una fonte di contagio che potrebbe contribuire ad una terza ondata.

Insomma, da Bruxelles non sembrano affatto convinti che il Covid-19 possa essere vinto, temono evidentemente una terza ondata. E l’attuale costante calo dei contagi della seconda ondata non deve illudere.

Studio del Centro europeo: non mollare

A rafforzare questa tesi è anche una pubblicazione del Centro europeo per la prevenzione ed il controllo delle malattie, elaborata con modelli matematici sulla base dell’attuale situazione epidemiologica, da cui risulta che se i governi revocassero le restrizioni il 7 dicembre, la curva dei ricoveri tornerebbe a salire già il 24 dicembre.

Se invece si attendesse fino al 21 dicembre, i nuovi picchi si vedrebbero a inizio gennaio. Per questo anche le riunioni in famiglia, che tradizionalmente si radunano attorno al tavolo di Natale, dovranno continuare ad essere limitate.

Guardia sempre alta

Questo significa che i luoghi più a rischio assembramento, soprattutto per via delle condizioni poco sicure per raggiungerli, sarebbe meglio continuare a tenerli chiusi al pubblico. Scuola compresa, soprattutto quindi quella superiore.

Per i gradi inferiori, inoltre, ci sono le prese di posizione sempre più rassicuranti dei pediatri, secondo i quali la scuola del primo ciclo non è un luogo dove il virus si trasmette con facilità.

Pensioni scuola, domande entro il 7 dicembre 2020

da La Tecnica della Scuola

Secondo quanto previsto dall’annuale circolare sulle cessazioni dal servizio, quest’anno la scadenza per presentare domanda è il 7 dicembre 2020 per il personale docente, educativo e ATA. Resta invece fermo il termine del 28 febbraio per i Dirigenti scolastici.

CIRCOLARE 36103 DEL 13 NOVEMBRE 2020

I Sindacati hanno richiesto unitariamente una proroga al 20 dicembre, ma al momento non si ha notizia dell’accoglimento dell’istanza da parte del MI.

Come presentare domanda

L’istanza deve essere presentata, come ormai è prassi, tramite POLIS Istanze on-line del MI.

La richiesta potrà essere formulata avvalendosi di due istanze Polis che saranno attive contemporaneamente.

La prima conterrà le tipologie con le domande di cessazione ordinarie:

  • Domanda di cessazione con riconoscimento dei requisiti maturati entro il 31 dicembre 2019 (art.16 Decreto-Legge 28 gennaio 2019 n. 4 convertito con modificazioni dalla L. 28 marzo 2019, n. 26 – art. 1, comma 476, della legge 27 dicembre 2019, n. 160) (opzione donna);
  • Domanda di cessazione con riconoscimento dei requisiti maturati entro il 31 dicembre 2021 (art. 24, commi 6, 7 e 10 del D.L. 6 dicembre 2011, n.201, convertito in L. 22 dicembre 2011, n.214 – Art.15, D.L. 28 gennaio 2019, n.4 convertito con modificazioni dalla L. 28 marzo 2019, n.26 – Art.1 commi da 147 a 153 della L. 27 dicembre 2017 n. 205)
  • Domanda di cessazione dal servizio in assenza delle condizioni per la maturazione del diritto a pensione;
  • Domanda di cessazione dal servizio del personale già trattenuto in servizio negli anni precedenti.

La seconda conterrà, esclusivamente:

  • Domanda di cessazione dal servizio per raggiungimento dei requisiti previsti dall’art. 14, D.L. 28 gennaio 2019, n. 4 convertito con modificazioni dalla L. 28 marzo 2019, n.26 (quota 100).

In presenza di istanze di dimissioni volontarie finalizzate sia alla pensione anticipata che alla pensione quota cento, quest’ultima verrà considerata in subordine alla prima istanza.

Nella richiesta gli interessati devono anche esprimere l’opzione per la cessazione dal servizio, ovvero per la permanenza a tempo pieno, nel caso fossero accertate circostanze ostative alla concessione del part-time (superamento del limite percentuale stabilito o situazioni di esubero nel profilo o classe di concorso di appartenenza).

Tabella riepilogativa requisiti 2021

Chiamati a insegnare. Il 22mo rapporto della scuola cattolica in Italia

da Tuttoscuola

Poco meno di due scuole paritarie su tre sono di ispirazione cattolica, presenti particolarmente nei settori del primo ciclo e dell’infanzia.

Si tratta di una consistente presenza all’interno del sistema nazionale d’istruzione, contrassegnata da una caratteristica specifica che, come nei consueti rapporti del Centro Studi per la Scuola Cattolica, anche il 22mo Rapporto, 2020, mette molto bene in evidenza.

Il Rapporto 2020, curato dal prof. Sergio Cicatelli (Coordinatore scientifico del CSSC) e dal prof. Ernesto Diaco (Direttore UNESU – Ufficio Nazionale per l’Educazione, la Scuola e l’Università), intitolato Chiamati ad insegnare, è dedicato al ruolo degli insegnanti nella realizzazione del progetto educativo di una scuola cattolica.

Con una ricerca sul campo è indagato il profilo degli insegnanti in servizio nelle scuole cattoliche di ogni ordine e grado, in relazione alla loro formazione di base e al legame tra questa e la testimonianza richiesta a chi sceglie di lavorare in una scuola cattolica.

Nella presentazione del Rapporto da parte di mons. Mariano Crociata, Presidente della Commissione episcopale per l’educazione cattolica, la scuole e l’università, c’è un passaggio laico sulla funzione docente: “La cura educativa cui ogni insegnante è chiamato – in ogni scuola, ma in particolare in una scuola cattolica – dovrebbe far presumere una solida formazione culturale e umana, perché il fondamento dell’azione educativa è la relazione che si stabilisce tra il maestro e il discepolo, tra l’insegnante e l’alunno. Se questa relazione è efficace, l’apprendimento ne sarà facilitato e soprattutto sarà agevolata l’educazione complessiva della persona, nel caso della scuola cattolica indirizzata a una coerente sintesi tra fede e cultura.”

Il Rapporto, in gran parte dedicato al formazione iniziale e permanente degli insegnanti di scuola cattolica e al nodo delicato del loro reclutamento, è strutturato su 14 relazioni di approfondimento da parte di esperti nel mondo educativo, ripartite in tre parti.

Nella prima parte viene impostato il problema nei suoi termini teorici e nella sua dimensione empirica, con uno sguardo alla storia della scuola italiana, alla specificità del docente di scuola cattolica e al contesto europeo.

La seconda parte espone i risultati di una ricerca sugli insegnanti delle scuole cattoliche italiane; la terza esplora le categorie che emergono da quella ricerca (la vocazione educativa, le caratteristiche degli insegnanti di scuola dell’infanzia, le proposte che potrebbero rendere più efficace la formazione dei docenti).

Ritorno a scuola, Azzolina chiama i Prefetti: ‘Gestiranno i trasporti’

da Tuttoscuola

Banchi monoposto, ingressi scaglionati, distanziamento, test rapidi, mascherine e gel: il piano per andare a scuola in sicurezza esiste già e la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, non sembra intenzionata ad attuarne uno diverso. Dal prossimo 7 gennaio, giorno in cui, con tutta probabilità, torneranno a scuola gli studenti delle superiori, sarà quindi questo piano ad essere messo in atto, niente di diverso. Resta il problema dei trasporti per il quale è stato deciso che i ragazzi non dovessero affollare bus e metro e tornare in DaD. Al momento la De Micheli, oltre a proporre le lezioni la domenica, non sembra aver in mente altre strategie e allora Azzolina chiede ai Prefetti di coordinare, nei rispettivi territori, l’organizzazione del sistema del trasporto legato all’attività scolastica.

L’operato dei Prefetti si concentrerà soprattutto delle Città metropolitane, a cominciare da Roma e Milano, dove nelle ore di punta i mezzi pubblici si riempiono superando spesso la capienza consentita. Il lavoro dei Prefetti servirà a velocizzare la riorganizzazione delle corse, da coordinare in base ai nuovi orari scaglionati e quindi ai probabili doppi turni di molti istituti superiori.

I Prefetti sono dunque diventati necessari per mediare tra presidi e trasporti. L’operazione che li coinvolge guarda alla riapertura delle scuole superiori per il 7 gennaio e prova a mettere in sicurezza il riavvio delle lezioni anche a fronte di un ipotetico rialzo della curva dei contagi dopo le Feste di Natale.

Intanto la ministra dell’Istruzione si sta adoperando per costituire un tavolo di confronto Regioni, Comuni e Salute per risolvere anche i nodi dei test rapidi e delle procedure di quarantena e certificazione per la riammissione a scuola. Protocolli, tempi e modalità che spesso divergono sul territorio tra i vari dipartimenti di prevenzione.

Decreto-Legge 2 dicembre 2020, n. 158

Disposizioni urgenti per fronteggiare i rischi sanitari connessi alla diffusione del virus COVID-19. (20G00184)

(GU n.299 del 2-12-2020)  

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione;

Visto l’articolo 16 della Costituzione, che consente limitazioni della liberta’ di circolazione per ragioni sanitarie;

Visto il decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 maggio 2020, n. 35, recante «Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19»;

Visto il decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33 convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2020, n. 74, recante «Ulteriori misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19»;

Viste le delibere del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020 del 29 luglio 2020 e del 7 ottobre 2020 con le quali e’ stato dichiarato e prorogato lo stato di emergenza sul territorio nazionale relativo al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili;

Vista la dichiarazione dell’Organizzazione mondiale della sanita’ dell’11 marzo 2020 con la quale l’epidemia da COVID-19 e’ stata valutata come «pandemia» in considerazione dei livelli di diffusivita’ e gravita’ raggiunti a livello globale;

Considerato l’evolversi della situazione epidemiologica, del carattere particolarmente diffusivo dell’epidemia e dell’incremento dei casi e dei decessi;

Ritenuta la straordinaria necessita’ e urgenza di emanare nuove disposizioni per contrastare l’emergenza epidemiologica da COVID-19, adottando adeguate e proporzionate misure di contrasto e contenimento alla diffusione del predetto virus, anche in vista delle imminenti festivita’;

Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 2 dicembre 2020;

Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro della salute, di concerto con il Ministro per gli affari regionali e le autonomie;

E m a n a
il seguente decreto-legge:

Art. 1 Modificazioni urgenti della legislazione emergenziale

1. All’articolo 1, comma 1, del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 maggio 2020, n. 35, le parole «di durata non superiore a trenta giorni» sono sostituite dalle seguenti: «di durata non superiore a cinquanta giorni».

2. Dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 e’ vietato, nell’ambito del territorio nazionale, ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome, e nelle giornate del 25 e del 26 dicembre 2020 e del 1° gennaio 2021 e’ vietato altresi’ ogni spostamento tra comuni, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessita’ ovvero per motivi di salute. E’ comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione, con esclusione degli spostamenti verso le seconde case ubicate in altra Regione o Provincia autonoma e, nelle giornate del 25 e 26 dicembre 2020 e del 1° gennaio 2021, anche ubicate in altro Comune, ai quali si applicano i predetti divieti.

3. Con riguardo all’intero territorio nazionale, nel periodo dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 i decreti del Presidente del Consiglio dei ministri di cui all’articolo 2 del decreto-legge n. 19 del 2020 possono altresi’ prevedere, anche indipendentemente dalla classificazione in livelli di rischio e di scenario, specifiche misure rientranti tra quelle previste dall’articolo 1, comma 2, dello stesso decreto-legge.

Art. 2 Entrata in vigore

1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sara’ presentato alle Camere per la conversione in legge.

Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara’ inserito nella Raccolta degli atti normativi della Repubblica italiana. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

Dato a Roma, addi’ 2 dicembre 2020

MATTARELLA
Conte, Presidente del Consiglio dei ministri
Speranza, Ministro della salute
Boccia, Ministro per gli affari regionali e le autonomie

Visto, il Guardasigilli: Bonafede

Accordo nazionale (ARAN, 2.12.2020)

Norme di garanzia dei servizi pubblici essenziali e sulle procedure di raffreddamento e di conciliazione in caso di sciopero nel Comparto Istruzione e Ricerca

Sottoscritto dall’ARAN e dalle Organizzazioni sindacali FLC CGIL, CISL FSUR, UIL SCUOLA RUA, GILDA UNAMS, SNALS CONFSAL e ANIEF in data 2 dicembre 2020


COMMISSIONE DI GARANZIA DELL’ATTUAZIONE DELLA LEGGE SULLO SCIOPERO NEI SERVIZI PUBBLICI ESSENZIALI

Delibera 17 dicembre 2020, n. 303

Valutazione di idoneità dell’Accordo nazionale sulle norme di garanzia dei servizi pubblici essenziali e sulle procedure di raffreddamento e di conciliazione in caso di sciopero nel Comparto Istruzione e Ricerca, sottoscritto dall’ARAN e dalle Organizzazioni sindacali FLC CGIL, CISL FSUR, UIL SCUOLA RUA, GILDA UNAMS, SNALS CONFSAL e ANIEF in data 2 dicembre 2020. (Delibera n. 20/303). (20A07403)

(GU Serie Generale n.8 del 12-01-2021)

Accordo sulle norme di garanzia per gli scioperi

Garantire i servizi essenziali e contemperare diritto allo sciopero e diritto all’istruzione. Su questi presupposti, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN) ha sottoscritto il 2 dicembre 2020, con le Organizzazioni sindacali, l’Accordo sulle norme di garanzia dei servizi pubblici essenziali e sulle procedure di conciliazione in caso di sciopero del personale del Comparto Istruzione e Ricerca.

L’Accordo viene applicato a tutto il personale scolastico, esclusi i dirigenti, e attua le disposizioni della legge 146 del 12 giugno 1990 in materia di servizi pubblici essenziali. Nella scuola, vengono considerati essenziali i servizi che garantiscono il funzionamento degli asili nido, delle scuole dell’infanzia e primaria, lo svolgimento degli scrutini finali e degli Esami finali e di idoneità, l’igiene e, più in generale, le attività assistenziali a tutela dell’integrità fisica delle persone, il buon funzionamento degli edifici scolastici.

L’Accordo precisa i criteri generali per la definizione dei contingenti del personale docente, educativo e ATA necessari per assicurare il funzionamento. Un successivo Protocollo d’intesa, da definire presso ogni Istituto, stabilirà il numero dei lavoratori interessati e le regole per la loro individuazione, preliminarmente sulla base della volontarietà e della rotazione.

In caso di sciopero, i dirigenti scolastici inviteranno il personale a comunicare in forma scritta, anche via e-mail, entro il quarto giorno dalla proclamazione, la propria intenzione di aderire alla mobilitazione, di non aderirvi o di non aver ancora maturato una decisione al riguardo. La dichiarazione di adesione è irrevocabile e pertanto l’istituzione scolastica sarà in grado di comunicare alle famiglie, almeno cinque giorni prima dell’inizio dello sciopero, le principali informazioni e le percentuali di adesione nelle precedenti astensioni, l’elenco dei servizi che saranno comunque garantiti e di quelli di cui si prevede l’erogazione.

L’intesa inoltre disciplina le modalità e i tempi di indizione dello sciopero, che deve avvenire con un preavviso non inferiore a dieci giorni, le modalità di attuazione, circoscrivendo il numero di ore annue di astensione dal lavoro, al fine di assicurare il diritto all’istruzione e all’attività educativa, e le procedure di raffreddamento e di conciliazione.

L’Accordo è stato posto alla valutazione di idoneità da parte della Commissione di Garanzia.

DL modifiche legislazione emergenziale in CdM

Il Consiglio dei Ministri, nel corso della riunione del 2 dicembre 2020, ha approvato il Decreto-Legge 2 dicembre 2020, n. 158, che introduce modificazioni urgenti della legislazione emergenziale per fronteggiare i rischi sanitari connessi alla diffusione del virus COVID-19


EMERGENZA COVID-19

Disposizioni urgenti per fronteggiare i rischi sanitari connessi alla diffusione del virus COVID-19 (decreto-legge)

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro della salute Roberto Speranza, ha approvato un decreto-legge che introduce modificazioni urgenti della legislazione emergenziale per fronteggiare i rischi sanitari connessi alla diffusione del virus COVID-19.

Il testo estende il limite massimo di vigenza dei decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) attuativi delle norme emergenziali, portandolo dagli attuali trenta a cinquanta giorni.

Inoltre, si stabilisce che:

  • dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 saranno vietati gli spostamenti tra Regioni diverse (compresi quelli da o verso le province autonome di Trento e Bolzano), ad eccezione degli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute;
  • il 25 e il 26 dicembre 2020 e il 1° gennaio 2021 saranno vietati anche gli spostamenti tra Comuni diversi, con le stesse eccezioni (comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute);
  • sarà sempre possibile, anche dal 21 dicembre al 6 gennaio, rientrare alla propria residenza, domicilio o abitazione;
  • dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 sarà vietato spostarsi nelle seconde case che si trovino in una Regione o Provincia autonoma diversa dalla propria. Il 25 e 26 dicembre 2020 e il 1° gennaio 2021 il divieto varrà anche per le seconde case situate in un Comune diverso dal proprio.

Infine, le nuove norme stabiliscono che i DPCM emergenziali, indipendentemente dalla classificazione in livelli di rischio e di scenario delle diverse Regioni e Province autonome, possano disporre, nel periodo dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021, su tutto il territorio nazionale, specifiche misure tra quelle già previste elencate dalle norme primarie.


AGENDA PER LA SEMPLIFICAZIONE PER IL PERIODO 2020-2023

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione Fabiana Dadone, ha approvato l’Agenda per la semplificazione per il periodo 2020-2023, che individua le linee di indirizzo e il programma di interventi di semplificazione per la ripresa a seguito dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, a norma dell’articolo 24 del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90 (c.d. decreto Semplificazioni).

Tre Giorni per la Scuola Edu2021

3 GIORNI PER LA SCUOLA EDU2021 – per riempire il distanziamento sociale con parole e idee

Dal 2 al 4 dicembre si terrà la Tre Giorni per la Scuola Edu 2021, il principale evento nazionale sui temi della didattica scolastica promosso dalla Regione Campania e da Città della Scienza in collaborazione con la Direzione dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania.

La manifestazione, giunta alla XVIII edizione, si inserisce nel quadro delle iniziative organizzate da remoto e dedicate al mondo della Scuola al tempo dell’emergenza Covid-19. 

Una tre giorni di webinar, dibattiti e workshop online dove docenti, dirigenti scolastici, studenti, educatori e formatori, per un totale di circa 3000 partecipanti, si confronteranno sulle grandi trasformazioni che la scuola sta affrontando in questa fase per scambiarsi esperienze, metodi e pratiche su come la pandemia ha cambiato l’insegnamento, sui nuovi strumenti di cui si avvale oggi la didattica e su come progettare la scuola del futuro.

La didattica a distanza subentrata a quella in presenza ha cambiato i tradizionali metodi d’insegnamento con non pochi disagi legati all’approccio digitale, all’organizzazione, al desiderio dei docenti di “arrivare” ai propri alunni, facendo sentire la presenza della scuola nella loro vita.

L’edizione 2020 prova a rispondere alla grande esigenza di riempire il distanziamento sociale  che oggi caratterizza la scuola, con la cultura, con le idee e con la voce e i volti di quelli che dai due lati dello schermo sono i veri protagonisti di questa grande trasformazione: studenti e docenti.

L’iniziativa si apre con l’evento inaugurale mercoledì 2 dicembre alle ore 11:30 con la speciale partecipazione del Prof. Enrico Bucci protagonista del talk ‘La Pandemia della Malascienza”. Bucci, esperto internazionale nel campo della manipolazione dei dati e dell’integrità della ricerca, è Direttore del programma di System Biology della Sbarro Health Research Organization presso il College of Science and Technology della Temple University di Philadelphia. Il talk sarà preceduto dai saluti istituzionali del Presidente di Città della Scienza Prof. Riccardo Villari e del Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania Luisa Franzese.

Tra gli appuntamenti più significativi del programma ci sarà Computer Science First: insegnare e imparare con il coding a cura della Fondazione Mondo Digitale: un’occasione per approfondire gli utilizzi della programmazione nell’insegnamento delle più diverse discipline, dalle scienza, all’arte fino alla storia grazie alla  piattaforma di coding Computer Science First, sviluppata in collaborazione con Google, per integrare la didattica con metodologie più efficaci e inclusive volte a  facilitare l’inclusione e l’apprendimento di tutti gli studenti, anche i più fragili e anche a distanza.

Nell’incontro  Orizzonti digitali: esplorare nuove forme di didattica, a cura della Fondazione Golinelli, si parlerà invece delle nuove progettualità sviluppate per docenti e studenti quali i digital kit for school e diversi laboratori e corsi online per insegnanti, tutti incentrati sulla flessibilità e la personalizzazione dell’erogazione/fruizione, sull’ aumento dell’interazione tra studenti e formatori, sulla possibilità di incontrare esperti che sarebbe difficile avere in classe, grazie ad un design ad hoc di contenuti digitali adatti alla fruizione online.

Per i docenti della quarta e quinta primaria e della secondaria di I grado si terrà il webinar di progettazione in 3D Progettare con i mattoncini Lego® , a cura di Bricks 4 Kidz®, che con un metodo didattico innovativo, creativo, multi-sensoriale e basato sull’utilizzo di mattoncini LEGO® unisce la teoria alla pratica ed al gioco, per un’esperienza di apprendimento dinamica che consente ai ragazzi di sperimentare e approfondire materie quali la geometria, l’arte, l’architettura.

Ma l’evento sarà anche un’occasione per i docenti dellascuole primarie per approfondire il rapporto tra robotica e ambientalismo, grazie al progetto di edutainment Robot d’Amare, a cura della Scuola di Robotica,che attraverso tecnologie innovative presenta diverse attività di robotica creativa, laboratori digitali e esperienze con robot subacquei per lavorare sulla sostenibilità ambientale attraverso coding e design4all.

Partecipando al webinar Welcome Federica. Lo spazio digitale di apprendimento continuo e accessibile a tutti  – a cura  di Federica Web Learning, il Centro di Ateneo per l’innovazione, la sperimentazione e la diffusione della didattica multimediale dell’Università di Napoli Federico II- studenti, docenti, professionisti e curiosi potranno aggiornare liberamente le proprie competenze e specializzare le proprie conoscenze attraverso una didattica innovativa di qualità universitaria, sperimentando come integrarla anche nelle proprie classi o realtà professionali.

Nel webinar Tu la conosci FRidA? Una piattaforma web, un laboratorio di comunicazione, tutta la ricerca di UniTO per il tuo domani, a cura diFRidA dell’Università di Torino, i docenti potranno trasformarsi in speaker interagendo con i protagonisti della ricerca raccolta nel podcast Prof fantastici e dove trovarli, in cui si racconta cosa accade nelle aule e dentro i laboratori di un’università.FRidA è infatti il primo portale in Italia dove ricercatrici e ricercatori raccontano in prima persona gli sviluppi del loro lavoro in un’ottica la multidisciplinare e sperimentando diversi format quali racconti, interviste, podcast, eventi rivolti ai cittadini e Proposte di Lettura utili ad approfondire tematiche specifiche e per produrre relazioni e tesine che intreccino più materie di studio. 

Nell’appuntamento Lessico e nuvole: le parole del cambiamento climatico, a cura di Gianni Latini della Sezione Valorizzazione della Ricerca e Public Engagement -Direzione Ricerca e Terza Missione dell’Università di Torino-  si potrà scoprire la nuova guida linguistica e scientifica sui cambiamenti climatici ‘Lessico e Nuvole’: una realtà in continua trasformazione nella sua multiforme fenomenologia (che interessa anche la sfera della salute umana) e nella rappresentazione mediatica, oggi disponibile nella sua ricca e aggiornata seconda edizione con oltre 200 voci e 12 percorsi di lettura, introdotti da coinvolgenti dossier firmati dalle protagoniste e dai protagonisti della ricerca.

La Tre Giorni per la Scuola risponde da quasi vent’anni all’esigenza di far dialogare il mondo della scuola e dare voce ai suoi veri protagonisti: i docenti. Quest’anno, nell’emergenza sanitaria che sta rivoluzionando il modo di fare scuola, la parola di chi questa rivoluzione la sta vivendo e ogni giorno sta cercando nuove soluzioni a nuove sfide è ancora più importante.

Il programma (con possibilità di potersi registrare gratuitamente agli eventi) è disponibile su:

http://www.cittadellascienza.it/3giorniperlascuola/

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