Documento approvato dal Consiglio Nazionale allargato

Dati ISTAT scuola e disabilità

Dati ISTAT scuola e disabilità: inclusione o esclusione? Esiti e prospettive

Disabili.com del 18/12/2020

La fotografia dell’ISTAT ancora una volta mostra luci ed ombre sull’inclusione. Molti alunni esclusi dalla didattica a distanza

Il 9 dicembre scorso è stato pubblicato il consueto Report dell’ISTAT sull’inclusione scolastica degli alunni con disabilità, con riferimento all’anno scolastico 2019/20. Di esso ci siamo occupati già nei giorni scorsi, evidenziando i dati riguardanti numerosi aspetti, dal numero degli alunni con disabilità a quello dei docenti di sostegno, dalle percentuali di partecipazione alle barriere architettoniche ecc.

Molti di questi dati non differiscono in maniera significativa dalle rilevazioni degli anni precedenti, ma vi è un dato, in particolare, che appare di grande gravità: il 23% degli alunni con disabilità, tra marzo e giugno scorso, non ha partecipato alle lezioni con didattica a distanza. Naturalmente, è doveroso ricordare, a marzo scorso la scuola ed il Paese intero non erano preparati ad affrontare una situazione del tutto nuova, forse solo lontanamente prevedibile e in ogni caso mai esperita. In poche settimane la scuola ha cercato di reinventarsi, di esplorare possibilità nuove e varie, talvolta fantasiose, per raggiungere gli alunni, pur nella difficoltà della debolezza delle reti, che talvolta ha portato pure i docenti addirittura a lavorare usando whatsapp, possibilità immediata, ormai presente in tutte le case, in ogni telefono, al contrario di computer, tablet o adsl. Erano i giorni dell’improvvisazione, della ricerca di un contatto, anche solo per dire che siamo ancora qui e che bisogna andare avanti. 
Nel corso dei mesi questo giovane sistema ha iniziato a progredire, a crescere, ad utilizzare strumenti e possibilità più importanti. Le scuole hanno cercato di raggiungere gli alunni distribuendo strumenti in comodato, i colossi delle reti hanno pure collaborato liberando giga, in qualche modo consentendo a chi aveva difficoltà di accedere a questo nuovo mondo fatto di relazioni totalmente virtuali. Così procedendo, la scuola a settembre si è trovata più pronta ad affrontare eventuali nuove distanze, si è formata, ha adottato piattaforme, ha regolato il loro uso, il loro tempo, le modalità. Eppure, in primavera e, verosimilmente anche adesso, alcuni alunni hanno incontrato e stanno incontrando particolari difficolta e, in primo luogo, gli alunni con disabilità, perché necessitano si supporti, di strumenti, di ausili, di presenza. E non sempre ci sono.

Secondo il report dell’ISTAT le motivazioni di questa percentuale alta di assenza dalla dad sono da ricondurre in primo luogo alla gravità della disabilità, ma anche alla mancanza di collaborazione dei genitori, evidentemente e necessariamente impegnati durante il giorno nelle attività lavorative. Non manca chi ha dato le dimissioni, chi ha chiesto periodi di aspettativa, chi è ricorso ad ogni giorno di ferie e di permesso per poter seguire i figli nelle lezioni a distanza. Molte volte le assenze sono state riconducibili, secondo il report, anche alla condizione di svantaggio socioeconomico e questa situazione riguarda non solo gli alunni con disabilità. A volte la difficoltà è superabile, ad esempio col già citato comodato d’uso, altre volte no, se essa è riconducibile alla mancanza di competenze di base nell’uso delle tecnologie informatiche negli adulti. Qualche volta il problema è la mancanza di un ausilio necessario, altre volte a qualche inadempienza da parte della scuola. Resta il fatto che quasi un alunno con disabilità ogni quattro, nella primavera scorsa, non ha avuto accesso alla didattica a distanza. 

Il report dell’ISTAT ha riportato pure la constante crescita del numero degli alunni con disabilità o altri BES e, con essa, anche di quello dei docenti di sostegno, molti dei quali ancora oggi non sono formati. Ci ha informato in merito al persistere delle barriere architettoniche e sensoriali, della carenza di assistenti. Ci saremmo potuti soffermare anche su questo, per concludere ancora una volta che niente vi è di nuovo sotto il sole. 

Invece, purtroppo, abbiamo dovuto constatare che qualche di nuovo c’è e non è buono, perché quella percentuale così alta di alunni che non hanno potuto accedere al diritto allo studio per tanti mesi, che forse non riescono neppure mentre scriviamo, è una grande sconfitta per tutti noi, per lo stato di diritto. 

Il report dell’Istat ci racconta oggi una realtà in cui al centro non è l’inclusione, quanto, piuttosto, l’esclusione. Se a questo aggiungiamo le tante realtà scolastiche in cui in questi giorni sono presenti solo alunni con disabilità e solo docenti di sostegno, non possiamo purtroppo che constatare come la contingenza abbia portato all’emergente di una preoccupante deriva reazionaria che non può non destare preoccupazione.   

di Tina Naccarato

Sulla scuola si tratta per abbassare il 75% di rientro in presenza

da Il Sole 24 Ore

di Claudio Tucci

Conciliare gli ingressi in presenza al 75% con la capienza del trasporto pubblico, al momento ferma al 50% per rispettare le regole sanitarie. È questo, al netto dell’andamento epidemiologico, che certamente preoccupa, il nodo principale che, riunione dopo riunione, emerge con forza ai tavoli tra stato ed enti territoriali in vista della riapertura delle scuole il 7 gennaio.

I numeri in campo, del resto, sono importanti: tra meno tre settimane in base alle norme attuali sono attesi sui banchi circa 2 milioni di alunni di licei, tecnici e professionali, oltre ai 5 milioni di ragazzi del primo ciclo già a scuola al 100% da settembre, seppur a singhiozzo, in base alla cartina a colori dell’Italia. Troppi per l’attuale sistema dei trasporti; e con pochi margini di manovra, visti i tempi stretti e soprattutto le diverse realtà territoriali.

Non è un caso che i primi ragionamenti agli incontri con i prefetti indicano nello scaglionamento degli ingressi a scuola una possibile soluzione; e in qualche realtà si pensa di far entrare i ragazzi dalle 8 alle 10, con inevitabili “sconfinamenti” nel pomeriggio; unendo a ciò eventuali modifiche dell’orario di ingresso negli uffici pubblici.

Il punto è che una rimodulazione degli orari comporta una serie di effetti collaterali, e molti presidi sono in affanno nel realizzarla: va aumentato il personale dedicato alla pulizia e sanificazione degli ambienti, ad esempio. E vanno garantiti gli studenti che abitano a distanza. Senza considerare, inoltre, come ha ricordato la Cisl Scuola, che la ridefinizione di tutti gli orari è operazione molto complessa, mentre risulta impossibile conciliare gli orari delle numerose cattedre a scavalco.

Di qui l’idea che, per ora, serpeggia tra gli addetti ai lavori di provare ad abbassare la soglia nazionale del 75% di rientro in presenza (magari portanda al 60%, o forse al 50%, lasciando più autonomia agli istituti).

«Già oggi le scuole con la loro autonomia possono modulare l’organizzazione per garantire la sicurezza – ha ricordato Antonello Giannelli, a capo dell’Anp, l’Associazione nazionale presidi -. Per garantire decisioni ponderate servirebbe una base informativa con i trasporti per conoscere i flussi di traffico e di utenza e quindi adattare di conseguenza gli orari di ingresso. Il tema, certo, è delicato e le situazioni sono diverse da area ad area. Per questo ai tavoli istituzionali è un errore non far sedere anche i presidi che conoscono le singole realtà».

Una decisione è legata anche all’andamento del virus. La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, è ferma nell’assicurare la riapertura in presenza dal 7 gennaio: «Abbiamo un dovere come paese, riaprire le scuole superiori», ha ribadito ancora ieri.


Rientro a scuola, uno studente su due ha paura dei contagi

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Vogliono tornare a scuola, ma il timore di essere contagiati e di contagiare i propri cari frena l’entusiasmo del ritorno alla normalità. Temono la folla dei mezzi pubblici, le interrogazioni e le verifiche dal vivo, ma al tempo stesso sentono una grande mancanza delle ricreazioni e delle chiacchierate in presenza, insieme ai propri compagni. È con questo stato d’animo che gli studenti italiani si affacciano al rientro a scuola, previsto – salvo ripensamenti – il prossimo 7 gennaio dopo ormai quasi altri due mesi di didattica a distanza. A rivelarlo è un sondaggio condotto da ScuolaZoo su un campione di 3mila studenti delle scuole superiori.

Alla domanda “Come stai vivendo il rientro a scuola?” oltre 7 studenti su 10 hanno risposto positivamente, ma per 5 studenti su 10 la felicità è accompagnata dalla preoccupazione per i contagi.

A destare i maggiori timori non sono i contatti ravvicinati nelle aule scolastiche, che preoccupano meno di 2 studenti su 10, ma soprattutto gli assembramenti sui mezzi pubblici (4 studenti su 10) e il ritorno alle verifiche e alle interrogazioni dal vivo (3 studenti su 10). Ciò che è mancato di più in questi mesi è la separazione scuola-casa, come dichiarato da 2 studenti su 10, ma soprattutto la presenza dei compagni di classe a ricreazione o all’ingresso e all’uscita , lo pensano 6 studenti su 10.

Il desiderio di stare insieme ha spinto gli studenti a creare nuove occasioni di incontro online, creando di fatto una nuova socialità a cui ormai molti sembrano abituati. Oltre alle assemblee d’istituto online, svolte da 4 studenti su 10 tra quelli coinvolti nel sondaggio, gli intervistati hanno dichiarato di aver organizzato ricreazioni online, sessioni di studio e ripasso di gruppo e addirittura compleanni festeggiati su google meet.

«Il sondaggio – dichiara Francesco Marinelli, direttore editoriale di ScuolaZoo – conferma quello che abbiamo visto in questi mesi: la scuola in presenza manca tantissimo ai ragazzi, ma proprio questa mancanza ha fatto sì che partecipassero con ancora più entusiasmo alle occasioni di ritrovo online. Penso, ad esempio, alle assemblee d’istituto – in questi mesi ScuolaZoo ne ha organizzate due, l’ultima sarà domani 18 dicembre, a cui hanno partecipato 20 scuole e migliaia di studenti connessi da tutta Italia – ma anche alle tante iniziative organizzate il 25 novembre dai rappresentanti d’istituto ScuolaZoo per la giornata nazionale contro la violenza sulle donne. C’è voglia di stare insieme ma soprattutto la speranza di farlo presto in presenza e in sicurezza».

Torna il gioco Digitalscape, percorsi di cittadinanza digitale – educazione civica

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Il gioco Digitalscape (www.digitalscape.it), dopo il successo della prima edizione che ha visto circa 3.000 studenti partecipanti, torna a partire dall’11 Gennaio 2021 e viene riproposto con un nuovo format e nuovi contenuti, inerenti alle tematiche di cittadinanza digitale, col titolo “Digitalscape New Edition”.

Digitalscape New Edition è proposto in due versioni: una destinata agli studenti della scuola secondaria di secondo grado, una, semplificata, per gli studenti della scuola secondaria di primo grado.

Il progetto Digitalscape, nato con l’intento di contribuire a far vivere in modo positivo la situazione di costrizione che i ragazzi hanno subito durante il primo lockdown, si trasforma da gioco online in serious game, il cui obiettivo è lo sviluppo di competenze di cittadinanza digitale.

In Digitalscape New Edition i problemi che gli studenti dovranno risolvere riguardano le aree del framework europeo DigComp per la competenza digitale dei cittadini, e più precisamente: ruolo dei social media e comunicazione responsabile; attenzione all’accessibilità; sicurezza dei devices, dei dati e delle password; identità digitale e digital footprint; fake news e attendibilità delle fonti; deep fake / video propaganda; phishing/spamming; intelligenza artificiale; geolocalizzazione, orientamento e privacy; automazione del lavoro; impianti sottocutanei; olografia e digitale; benessere digitale; e-commerce.

Il gioco ha uno storytelling semplice e coinvolgente, in cui agli studenti è chiesto di immedesimarsi in personaggi positivi che operano per salvare l’umanità da un’organizzazione di malvagi che l’ha resa schiava attraverso un uso criminale dei sistemi digitali.

L’obiettivo del gioco è di sviluppare le competenze digitali degli studenti attraverso la conoscenza degli strumenti della società dell’informazione e del loro uso appropriato, in linea con il raggiungimento delle competenze previste dal Piano nazionale scuola digitale (Pnsd) e delle competenze civiche digitali, in conformità all’art. 5 Lg. 92/2019 e Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica.

Digitalscape New Edition può essere adottato dagli insegnanti in modo trasversale, come opportunità per lo svolgimento del programma curricolare di educazione civica, divenuta materia obbligatoria e transdisciplinare nel curricolo della scuola secondaria sia di primo sia di secondo grado.

La prima edizione di Digitalscape è stata realizzata, nella primavera 2020, da un gruppo di persone con competenze e ruoli professionali diversi, coordinato da idea.lab (www.idealab.va.it), un progetto di una rete di scuole della provincia di Varese, attivato nel 2018 in risposta a un bando del Miur, e ha avuto il supporto di #lascuolanonsiferma-Miur, Fondazione Merlini, Equipe formativa territoriale della Lombardia, Skuola.net, e Polo innovazione digitale.

Digitalscape New Edition nasce dalla collaborazione di docenti facenti capo a idea.lab e all’Equipe Formativa Territoriale della Lombardia, che hanno trasformato Digitalscape in strumento didattico utilizzabile in ogni momento e gratuitamente dai docenti nelle classi. Il progetto ha il supporto di #lascuolanonsiferma.

Digitalscape New Edition è un gioco proposto, attraverso un docente di riferimento, all’intero gruppo classe. Strutturato come una escape room, può essere giocato in modalità sincrona o asincrona e prevede una dimensione individuale e una cooperativa.

Gli studenti partecipano in gruppi di tre persone, ognuna delle quali potrà scegliere un personaggio avatar – Nemo, Ulla e Quivis, a cui corrispondono tre linee narrative e argomenti diversi – nei cui panni affrontare individualmente le prove, ma dovranno confrontarsi e mettere in comune conoscenze e competenze acquisite per risolvere i quesiti dell’episodio finale e uscire dalla escape room, vincendo così il gioco.

Una classe partecipa al gioco previa iscrizione, effettuata da un docente referente. A seguito dell’iscrizione, il docente riceverà una “Guida per il docente”, contenente istruzioni di dettaglio e linee guida su come proporre il gioco in classe. A conclusione dell’esperienza verrà inviato al docente un breve questionario al finedi documentare l’utilizzo didattico del gioco e inserire i dati nel repertorio delle “buone pratiche” del Pnsd. La partecipazione al gioco è gratuita.

Organico Covid, per migliaia di supplenti stipendio e tredicesima solo a gennaio

da OrizzonteScuola

Di redazione

Ancora problemi per l’organico covid: migliaia di supplenti dovranno attendere gennaio per riscuotere stipendio e tredicesima.

L’organico covid, istituito quest’anno a causa della pandemia, ha presentato più volte diversi problemi, specie per quanto riguarda gli stupendi.

Lo stipendio e la tredicesima per molti di questi supplenti, arriveranno a gennaio. Così fanno sapere le sigle sindacali, come la Flc Cgil, che in questi giorni ricevono molte segnalazioni.

Ad esempio la Flc Cgil, fa sapere di ricevere “continue segnalazioni di incapienza di fondi o verifica della disponibilità in corso sui POS delle scuole, che non consentono di effettuare i pagamenti entro l’anno 2020“.

Il sindacato spiega: “Il MI conferma che c’è la piena copertura delle risorse. Dunque, sulla carta, non ci sarebbero ulteriori impedimenti per pagare tutti i contratti attivati, ma potrebbero esserci invece degli errori nella comunicazione dei dati“.

Il personale che non ha ricevuto il pagamento il 2 dicembre potrà riceverlo entro fine dicembre. Il 14 dicembre infatti era prevista da NoiPA un’emissione speciale, per i contratti inseriti entro l’11 dicembre ore 18. Il problema è che molti contratti ancora non sono stati inseriti e quindi niente pagamenti per dicembre in questi casi.

La nota

Ricordiamo che alcuni Uffici scolastici Regionali (Toscana, Abruzzo, Friuli, Molise) con note scritte hanno fermato nelle settimane scorse l’operazione di utilizzo dell’organico Covid. Il motivo dello stop è stato ricondotto ad errori e omissioni nel calcolo dei fabbisogni in relazione alle 70 mila supplenze annunciate, realizzabili con i fondi stanziati.

Rientro a scuola, la metà degli studenti teme contagi

da La Tecnica della Scuola

Oltre 7 studenti su 10 si dicono felici del ritorno a scuola, ma per 5 su 10 il sentimento positivo deve fare i conti con le preoccupazioni per i contagi da Covid-19: i dati sono emersi da un sondaggio condotto da ScuolaZoo, su un campione di 3 mila studenti delle scuole superiori, dal quale emerge un sostanziale disinteresse per le dichiarazioni rasserenanti della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina proprio sul ritorno a scuola subito dopo l’Epifania, come previsto dall’ultimo Dpcm.

I motivi delle paure

Rispondendo alla domanda “Come stai vivendo il rientro a scuola?”, il prossimo 7 gennaio, nella metà degli studenti che hanno espresso il loro parere serpeggia il timore di essere contagiati e di contagiare i propri cari.

Le maggiori paure e timori – sempre tra gli studenti – sono giustificati con i contatti ravvicinati nelle aule scolastiche, che preoccupano meno di 2 studenti su 10, ma soprattutto per gli assembramenti sui mezzi pubblici (4 studenti su 10) e per il ritorno alle verifiche e alle interrogazioni dal vivo (3 studenti su 10).

I momenti d’incontro

Quello che è mancato di più in questi mesi è la separazione scuola-casa, come dichiarato da 2 studenti su 10, ma soprattutto la presenza dei compagni di classe a ricreazione o all’ingresso e all’uscita, lo pensano 6 studenti su 10.

Il desiderio di incontro e condivisione sta diventando sempre maggiore, a dispetto di chi sostiene che i giovani sono sempre più individualisti: agli studenti mancano, in particolar modo, ricreazioni e delle chiacchierate in presenza, insieme ai propri compagni.

Incontri da casa

Oltre alle assemblee d’istituto online, svolte da 4 studenti su 10 tra quelli coinvolti nel sondaggio, gli intervistati hanno dichiarato di aver organizzato ricreazioni on line, sessioni di studio e ripasso di gruppo e addirittura compleanni festeggiati su google meet.

“Il sondaggio – ha detto Francesco Marinelli, direttore editoriale di ScuolaZoo – conferma quello che abbiamo visto in questi mesi: la scuola in presenza manca tantissimo ai ragazzi, ma proprio questa”.

Ritorno 7 gennaio, Arcuri parla come Azzolina ma i dubbi rimangono

da La Tecnica della Scuola

Si allarga il fronte che spalleggia la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina nel sostenere che si sta facendo di tutto per confermare il rientro in classe – dal prossimo 7 gennaio – degli studenti delle superiori (seppure al 75%). Accade nella giornata in cui la titolare del MI ha detto che c’è il “dovere come paese, riaprire le scuole superiori, più saremo responsabili e cauti durante le vacanze, più quell’obiettivo sarà realizzabile”.

Le convinzioni della Ministra

La Ministra ha detto di sperare “fortemente che i tavoli prefettizi trovino le soluzioni. L’idea che la DaD possa sostituire la presenza è una idea rimasta nella testa di qualcuno che ha tutto l’interesse a dire che la didattica a distanza va bene”, ha concluso Azzolina.

È un dato di fatto, comunque, che il 17 dicembre si sono registrati oltre 18 mila nuovi contagi e ben 683 decessi. E sebbene l’indice di contagio sia sceso sotto quota 1, non si può non sottolineare che le persone che vengono a mancare per il Covid-19 sono oggi purtroppo molte di più della terza decade di ottobre, quando furono chiuse le attività didattica in presenza nelle superiori.

A sostenere la causa della ministra del dicastero di Viale Trastevere è stato anche il commissario straordinario Domenico Arcuri: in conferenza stampa ha detto che “se passeremo un Natale buono (seguendo le indicazioni del prossimo Dpcm, ndr) penso che scongiureremo che la recrudescenza dei contagi metta in discussione la riapertura della scuola” il 7 gennaio prossimo

Province al lavoro

A dar manforte alla ministra sono state anche le Province, le quali per venire incontro alle esigenze dei tavoli dei Prefetti, previsti sempre dal Dpcm del 3 dicembre scorso, hanno fatto sapere che gli incontri tra le parti sono attivi da giorni e anche operativi.

Secondo fonti del governo, riprese dall’Ansa, in alcune province, in particolare in Toscana, Emilia-Romagna (con 200 autobus in più), ma anche in Abruzzo e Friuli Venezia Giulia, i tavoli avrebbero già definito i piani operativi e sarebbero già in fase conclusiva.

Quelle in ritardo

In altre province, però, sarebbero ancora in corso lavori sul potenziamento del trasporto pubblico locale e sull’eventuale scaglionamento degli ingressi a scuola tra le 8 e le 10.

Ci sono province che stanno anche pensando di modificare gli orari di ingresso pure negli uffici pubblici.

In diversi tavoli sarebbero stati convocati anche rappresentanti degli studenti per sensibilizzarli e discutere insieme misure per evitare assembramenti fuori da scuola.

Toccafondi: si mantenga il Dpcm del 3 di dicembre

Chi si continua a sentire ottimista sul rientro a scuola anche alle superiori nella prima decade di gennaio è Gabriele Toccafondi, capogruppo di Italia Viva in Commissione Cultura. Che ha tirato per la giacca anche il premier: “Per riaprire le scuole, la ministra dell’Istruzione o il presidente Consiglio non devono scrivere letterine a Babbo Natale ma mantenere la decisione presa con Dpcm del 3 di dicembre nella quale si stabilisce che le scuole, tutte, riapriranno in presenza dal 7 di gennaio”, ha detto il renziano alla Camera.

Ma il “popolo” degli scettici a proposito del ritorno post-festività natalizie non demorde. Come Vincenzo De Luca, il presidente della Regione Campania, secondo iol quale “se riprenderà l’anno scolastico come si prevede, cosa per la quale io ho i miei dubbi, lo decideremo a inizio gennaio”.

Nencini scrive alla ministra

A porre dei dubbi è stato anche il presidente della Commissione Istruzione del Senato, Riccardo Nencini, che si è rivolto proprio alla ministra dell’Istruzione palesando “forte preoccupazione per i ritardi che si stanno accumulando, tali da compromettere il raggiungimento dell’obiettivo previsto. Genera perplessità il fatto che i tavoli coordinati dai prefetti, in particolare per organizzare il sistema trasporti, salvo che in poche realtà locali, non siano stati ancora convocati oppure si confrontino ancora su incerti dati statistici. Eppure non c’è più molto tempo”.

Secondo l’Ansa, ad esempio, in Piemonte il tavolo prefettizio sarebbe stato rinviato a lunedì 21 dicembre, dopo gli esiti del confronto Regioni-Governo di queste ore: non c’è ancora un quadro di riferimento abbastanza chiaro. A quel punto, però, considerando i pochi giorni di operatività che seguiranno, il 7 gennaio sarà davvero dietro l’angolo.

Miozzo: “Per tornare presto in classe occorrono sacrifici”

da La Tecnica della Scuola

“La situazione epidemiologica è ancora molto fragile e critica, ma non dobbiamo smettere di lavorare perché questo sarebbe il fallimento della politica, del nostro Paese, nei confronti della scuola: dobbiamo continuare a rispettare gli impegni che ci siamo presi, i tavoli dei prefetti devono continuare a lavorare, a creare le premesse e le condizioni affinché    gli studenti possano tornare a scuola in sicurezza; se non facciamo questo vuol dire che abbiamo fallito”.

Così Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, intervistato dalla  Dire

E poi ha continuato: “Questa estate abbiamo lavorato per portare i ragazzi a scuola a settembre, abbiamo visto quali sono state le condizioni, l’impreparazione e la scarsità di coordinamento soprattutto a livello locale e quindi molti studenti sono stati interrotti nella loro presenza a scuola, supplita dalla didattica a distanza”, per questo  “abbiamo lanciato l’idea, d’accordo con la ministra Lucia Azzolina e tutto il Governo, di creare dei tavoli a livello provinciale coordinati dai prefetti che possano accelerare quel processo che ha avuto troppe lentezze”.

E aggiunge pure: “L’istruzione e la sanità sono i due settori del sistema sociale che sono stati più penalizzati, ma nei decenni non negli ultimi mesi, e questa grande emergenza rende evidente il disastro del passato perché’ evidenzia e amplifica i problemi”

“In tutta Europa- spiega ancora a Dire- i ragazzi sono a scuola in presenza e solo in rare occasioni è stata adottata la Dad, noi invece stiamo penalizzando una generazione di ragazzi che domani saranno quelli che costruiranno il nostro futuro”.

“Non possiamo ricorrere alla Dad come sostituzione della scuola in presenza, il prezzo è altissimo non ce ne rendiamo conto perché non è un prezzo evidente: le ansie, le psicosi, i disturbi della sfera emotiva e psicologica si dimostrano con il tempo”.

“Abbiamo di fronte un periodo, quello delle vacanze invernali, con tanti possibili incontri e oltretutto al chiuso, condizioni ‘positive’ per il Coronavirus e quindi negative per la curva epidemica. Le feste, che sono sempre state un momento di condivisione, quest’anno saranno purtroppo un momento di ‘solitudine’. Ma non ci sono alternative”.

Azzolina: ‘Abbiamo un dovere come paese, riaprire le scuole superiori’

da Tuttoscuola

“Sarà un Natale diverso ma dobbiamo essere ancora di più responsabili: abbiamo un dovere come paese, riaprire le scuole superiori. Più saremo responsabili e cauti durante le vacanze, più quell’obiettivo sarà realizzabile. Invito tutti ad abbracciare il mondo della scuola e a proteggere la nostra scuola essendo responsabili”. Lo ha detto la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina partecipando al Natale digitale del Ministero, evento che dà la possibilità alle scuole di valorizzare i progetti didattici realizzati con l’utilizzo delle tecnologie in occasione delle prossime feste. Quest’anno si svolge online e ad aprire la mattinata è stato il saluto della Ministra Lucia Azzolina.

“Il Natale – ha detto Azzolina rispondendo alle domande a distanza degli studenti – lo trascorrerò con la persona che amo più al mondo, mia sorella, ma potremo fare videochiamate ai nostri parenti e sono sicura che presto potremo tornare ad abbracciarci”.

La Scienza Meccanica e La Pandemia da Covid.19

La Scienza Meccanica e La Pandemia da Covid.19

Paolo Manzelli. Chimico-Fisico-Univ. Firenze , Ricercatore in  Biologia Quantica . <http://www.egocrea.net>

Il Meccanicismo riduzionista della Scienza ci rende incapaci di capire la Vita ed quindi se applicato alla complessita’ della relazione tra Genetica Umana ed Epigenetica Virale della Pandemia da Covid.19, conduce ad una gestione assurda ed inefficace priva di qualsiasi opportunita di soluzione.

Rf.1) https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=134304;

Rf.2.) https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=138606

—– La insensatezza del il  considerare il Virus Corona come un microscopico “granello di polvere” inanimato che si diffonde casualmente secondo la statistica dei contatto tra le persone  è evidente poiche’ i Virus sono una forma di vita che si evolve utilizzando in proprio materiale genetico  riproducendosi per tramite altri organismi viventi piu’ evoluti.

In realtà il virus a RNA , Sars.Cov.2., è  una straordinaria e sofisticata ed struttura nano-metrica capace di utilizzare intelligenti strategie di infettivita’, guidate dal un evoluto sistema di apprendimento di Biosensori della “Proteina SPIKE” ,con la quale il virus della famiglia “Corona” è capace di analizzare e selezionare le persone più deboli immunologicamente ,per infettarle ed accrescere il suo successo riproduttivo .

Rf.3.) https://www.egocrea.net/2020/12/16/spin-and-spike-ipotesi-di-lavoro-egocreanet-2021/

Inoltre è del tutto evidente che “l’ UOMO NON E’ UNA MACCHINA”  ed è  per questo, che ogni essere umano ,durante la Pandemia, vive in uno stato di Paura che purtroppo viene  indotta ed accentuata da una modalita’ di “pensiero non umano”, proprio  della Scienza Meccanica.

Di conseguenza   la naturale Paura rischia di non essere controllata con saggezza proprio a causa della mancanza di un riferimento cosciente sul valore sociale e morale della vita vissuta..

Quando sopra detto conduce a sottovalutare il : ” PERICOLO del LOCK DOWN “

Abbiamo infatti constatato come il ricorso al “Look Down” , cioe alla chiusura di ogni scambio sociale e culturale tra gli uomini,contribuisca  ad  impennare la curva dei contagi  nella seconda ondata pandemica , che ha provocato ulteriori malati e morti da Covid.19; cio è attribuibile proprio al fatto che  la innaturale “de-socializzazione” forzosa del Governo , diviene la  causa primaria dello Stress e della  Depressione di una moltitudine di uomini donne e bambini che di conseguenza abbattono ampiamente le proprie naturali difese immunitarie, cosi che molti si ammalano e muoiono di Covid.19 con maggior facilità.e frequenza.

Purtroppo la “decrescita delle difese immunitarie” causata dal ricorso al “Lock Down” non viene annoverata tra le cause dell’innalzamento della mortalità del Covid.19. cio’  in quanto la diffusione del Virus Sars.Cov.2. viene interpretata ”meccanicisticamente” come funzione lineare della mobilità della gente , così che si trascura la importanza vitale della Psiche Umana che in condizioni di imposto distanziamento viene depressa, con il risultato evidente di accentuare una grave decrescita della risposta immunitaria delle persone.

Purtroppo i Virologi e Immunologi ecc… applicano ancora oggi alla Pandemia , il Paradigma delle leggi dello studio Newtoniano della Scienza del Moto , senza prendere in considerazione il fatto che che la “Vita non e riducibile alla concezione meccanica della scienza”.

La Meccanica è la Scienza che da Galileo Galilei in poi ,riduce il movimento a due sole condizioni quelle per cui qualsiasi oggetto o si muove o sta fermo. Applicare oggi le concezioni della Scienza Meccanica alla Pandemia , pertanto corrisponde a ritenere soltanto come causa della diffusione del virus il movimento delle persone, e come soluzione dello abbassamento della curva di interazioni il ricorso al “Lock Down” .

Egocreanet ,(NGO di volontariato per la Innovazione Scientifica e Culturale) ,   persiste nell’obiettivo di “andare oltre la scienza meccanica”, ormai evidentemente obsoleta, per sostituirla con la più complessa ed evoluta Scienza della Biologia Quantica della Vita.

Pertanto Egocreanet Ngo in Firenze prevede che fino a quando l’Uomo non capirà la superiorità della “Intelligenza della Natura di cui fa parte integrante” , la Natura si ribellera’ alla stupidità dell’ Uomo che persiste nel mantenere una scienza basata su concezioni “meccaniche “ che sono divenute distruttive del vivere naturale proprio  in quanto sono letteralmente incapaci di capire la vita e la sua evoluzione .

Rf.4.) https://dabpensiero.wordpress.com/2010/12/20/strategic-intelligence-di-paolo-manzelli/

Concludo questo breve articolo  riportando di segiuito un avanzamento di studio sulle

<LE PROTEINE DEL CORONA VIRUS >– tema che fa seguito al  tema trattato in :

Rf,5) .SPIN& SPIKE : https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=139185

Il  SARS-CoV-2 (2019-nCoV, è il Virus responsabile della Pandemia Mondiale .

Il RNA del Virus SARS-CoV-2 codifica per un insieme di proteine tra cui la “triade di proteine di superficie” ; 1) La proteina dell’involucro(M) e 2) la Proteina (N ), la proteina Nucleo-capsidica che sostiene la 3) la Proteina Spike (S).

 Quest’ultima “Spike-Proteins” è composta da due “Sub-unita’,< S1 ed S2 >; dove la S1) agisce come sistema di “bio-informazione ” in quanto è responsabile del riconoscimento della superficie cellulare da infettare , mentre la S2) svolge il ruolo di “inter-scambio di informazione specifica” per attivare la interazione con il Recettore Ace.2 -Umano ,con il quale crea il legame  con la superficie cellulare respiratoria dei polmoni.

Pertanto il Complesso di Sub-unita’ < S1 +S2> della Proteina SPIKE persegue il compito complesso di “Biosensore della Informazione” necessaria ad attivare la Infezione Virale “COVID.19”-

– La proteina nucleo-capsidica (proteina N ) è la proteina più abbondante nel coronavirus.

La proteina N è una fosfoproteina altamente immuno-genica e viene spesso utilizzata come marker nei test diagnostici (es :Tampone ), mentre il Complesso Proteico (Spike) agisce da Biosensore per realizzare la infezione della Membrana Cellulare Umana , ed inoltre svolge un ruolo chiave nella induzione degli anticorpi neutralizzanti il Virus Sars.Cov.2. ed anche utile per la attivazione delle risposte dei Linfociti T e dei Natural Killers per la protezione immunitaria del Corona.Virus.

Come Egocreanet-Cluster , procederemo nel divulgare questi studi su la Proteina Spike come Biosensore interattivo per dare un contributo a superare ogni obsoleta logica riduzionista del “Determinismo Meccanico” a tutto quanto riguarda la vita vissuta dall’ Uomo .

Legge18 dicembre 2020, n. 173

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 ottobre 2020, n. 130, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifiche agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonche’ misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all’utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della liberta’ personale. (20G00195)

(GU Serie Generale n.314 del 19-12-2020)

La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato;

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Promulga la seguente legge:

Art. 1

1. Il decreto-legge 21 ottobre 2020, n. 130, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifiche agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonche’ misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all’utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della liberta’ personale, e’ convertito in legge con le modificazioni riportate in allegato alla presente legge. 2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sara’ inserita nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato.

Data a Roma, addi’ 18 dicembre 2020

MATTARELLA
Conte, Presidente del Consiglio dei ministri
Lamorgese, Ministro dell’interno

Visto, il Guardasigilli: Bonafede

DL “Natale” in Consiglio dei Ministri

Il Consiglio dei ministri, nel corso della riunione del 18 dicembre 2020, approva un decreto-legge contenente ulteriori disposizioni urgenti per fronteggiare i rischi sanitari connessi alla diffusione del virus COVID-19

Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 313

n° 313 del 18-12-2020

DL “Ristori” alla Camera

Il 18 dicembre 2020 la Camera con 303 voti favorevoli e 215 contrari ha votato la questione di fiducia posta dal Governo sull’approvazione, senza emendamenti, subemendamenti ed articoli aggiuntivi, dell’articolo unico del disegno di legge: S. 1994 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137, recante ulteriori misure urgenti in materia di tutela della salute, sostegno ai lavoratori e alle imprese, giustizia e sicurezza, connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19 (Approvato dal Senato) (A.C. 2828). Dopo l’esame degli ordini del giorno e le dichiarazioni di voto finale l’Assemblea ha approvato in via definitiva il provvedimento.


Via libera alla conversione in legge del decreto “Ristori”

Dalle risorse per la didattica digitale integrata, ai fondi per il recupero degli apprendimenti: ecco le misure per il mondo della scuola

Via libera definitivo, oggi, alla Camera dei deputati, alla conversione in legge del decreto “Ristori”, che ingloba quattro provvedimenti già in vigore, che prevedono, fra l’altro, misure anche per il sistema scolastico, per i genitori con figli a scuola e per il trasporto di studentesse e studenti.

In particolare, sono stati stanziati 85 milionidi euro per la didattica digitale integrata, che il Ministero dell’Istruzione ha già distribuito alle scuole, consentendo l’ulteriore acquisto di tablet, pc e connessioni per studentesse e studenti più in difficoltà, per non lasciare indietro nessuno.

“Prosegue l’azione di investimento sulla scuola – commenta la Ministra, Lucia Azzolina -. Per tutta l’emergenza abbiamo investito risorse per garantire il diritto all’istruzione delle nostre studentesse e dei nostri studenti, per il digitale e per la formazione degli insegnanti. La scuola ha bisogno di cura e attenzione. Ha dimostrato di saper reagire alla crisi, lo ha fatto con forza. Tutto il Paese ne è consapevole. Il Governo e il Parlamento hanno mostrato concretamente di volerla rilanciare, finanziare e rinnovare. Andremo avanti seguendo questa linea”.

La scheda di sintesi

Risorse per il digitale
Nel decreto convertito oggi in legge sono previsti 85 milioni di euro per l’innovazione digitale e la didattica laboratoriale. Si tratta di fondi destinati all’acquisto di dispositivi e strumenti digitali individuali per la didattica digitale integrata (DDI), nonché per l’utilizzo delle piattaforme digitali per l’apprendimento a distanza e per la necessaria connettività di rete. Queste risorse hanno consentito e stanno consentendo di dotare studentesse e studenti che ne hanno bisogno di oltre 200mila dispositivi digitali e oltre 100mila connessioni. Le risorse sono state distribuite subito alle scuole, poco dopo l’approvazione del decreto in Consiglio dei Ministri, che le stanno già utilizzando da diverse settimane. La ripartizione è avvenuta tenendo conto del contesto socio-economico di riferimento per evitare distribuzioni a pioggia e sostenere davvero alunne e alunni che avevano maggiori necessità

Recupero degli apprendimenti
Il decreto prevede un fondo da 5.532.195 euro per attività didattiche extracurricolari finalizzate al recupero di gap formativi. Le risorse saranno distribuite tra le scuole del primo ciclo (primarie e secondarie di primo grado) con un maggiore svantaggio nei livelli di apprendimento. Sarà il Ministero dell’Istruzione a curare la ripartizione, con un proprio decreto.

Congedi per i genitori 
Il provvedimento varato oggi riconosce ai genitori lavoratori dipendenti (sia pubblici che privati) il diritto al lavoro in modalità agile o ad un congedo straordinario per il periodo in cui i figli – minori di 16 anni – siano interessati da un provvedimento di sospensione dell’attività didattica in presenza, oltre che per tutto il periodo (o parte del periodo) corrispondente alla durata della quarantena.

Trasporto destinato agli studenti
Viene rifinanziato il Fondo per le aziende di trasporto pubblico locale con 390 milioni per l’anno 2021, dei quali una quota fino a 190 milioni sarà usata per il finanziamento di servizi aggiuntivi di trasporto pubblico locale e regionale, destinato anche alla mobilità scolastica degli studenti e delle studentesse.