Friday for Future: gli alunni dell’Oncologico Pediatrico impegnati nel cambiamento

Friday for Future: gli alunni dell’Oncologico Pediatrico impegnati nel cambiamento

In una giornata in cui tutto il mondo si sta mobilitando per rispondere ad una causa dal calibro ormai troppo grande, anche noi della Scuola in Ospedale-Superiore-presso il Polo Oncologico Pediatrico di Lecce abbiamo voluto lasciare e lasciarci qualcosa.

Nella nostra piccola realtà crediamo nell’importanza dei cambiamenti positivi. Forse perché di cambiamenti ne vediamo davvero tanti e spesso troppo aggressivi. Siamo ragazzi che, probabilmente troppo presto, si ritrovano a fare i conti con giganti di ogni tipo che non fanno altro che alimentare l’incertezza per il nostro futuro. E abbiamo paura. Abbiamo paura di come sarà il mondo quando noi avremo qualche ruga in più, un lavoro e una famiglia. Abbiamo paura di sapere che trascorreremo i prossimi anni tra i fumi neri delle grandi industrie e la plastica che non può essere smaltita. Abbiamo paura quando veniamo a conoscenza degli effetti che questa poca attenzione provoca sulla nostra salute.

Ma anche se tutta questa incertezza, da un lato ci spaventa, dall’altro riconosciamo l’importanza di un enorme potere: quello della sensibilizzazione. Manifestare consapevolmente e nei modi in cui ci è possibile è una grande opportunità per chiunque. Anche per noi. Oltre a farci crescere e a farci sentire parte di questo cambiamento, ci dà lo stimolo per urlare quello che sentiamo.

Così, abbiamo colto l’opportunità di dire la nostra e in classe, abbiamo riflettuto molto nell’intera settimana, producendo degli elaborati che rappresentassero quello che per noi è il significato di questo cambiamento. È stato stimolante, ad esempio, leggere con atteggiamento critico il discorso di Greta Thunberg presentato all’ONU. Quello che ci è rimasto è il volto di una di noi. Di una ragazza piena di determinazione e carisma, che ha manifestato tutta la sua sfiducia nelle politiche poco attente alla questione del cambiamento climatico.

Abbiamo stilato elenchi di modi concreti per fare la differenza, cercato immagini del mondo che sogniamo, di quello che realmente esiste, di ciò che è cambiato con gli anni. Abbiamo gettato su carta quello che provavamo: disegni, considerazioni, ricerche, sono stati gli strumenti per riflettere al meglio sul tema.

Il coronamento di questo lavoro di studio e approfondimento è avvenuto nella ludoteca del nostro reparto. È diventata, simbolicamente, la piazza in cui abbiamo manifestato, al pari dei nostri coetanei che intanto popolavano le strade della città.

L’intento era quello di non lasciare che il lavoro svolto in classe rimanesse solo nostro. Abbiamo voluto coinvolgere i nostri genitori, i volontari, gli infermieri, proponendo a tutti un momento di riflessione collettiva, con la visione del docu-film “Before the Flood – Punto di non ritorno”.

La natura ha alla base uno schema affascinante, perfetto. È costruita appositamente per organizzarsi nel modo più funzionale per le sue esigenze. In tutti i suoi aspetti è precisa, rigorosa e si concede il lusso di trovare da sola le soluzioni di cui ha bisogno. Ma, com’è ovvio, quando si abusa di qualcosa, tutta la perfezione inizia a crollare. È proprio quello che è successo alla Terra. Abbiamo approfittato così tanto di ciò che aveva da offrirci, che alla fine abbiamo avviato un processo di distruzione.

Ci siamo resi conto che ormai abbiamo bisogno di un cambiamento troppo grande e repentino, che allo stato attuale sembra davvero difficile concretizzare. Ma proprio perché noi crediamo nell’importanza dei cambiamenti positivi, siamo altrettanto convinti che avere un punto da cui partire sia la soluzione più giusta per affrontare le incertezze. E noi di incertezze ne abbiamo troppe, ma abbiamo anche tanta voglia di vivere il futuro.

Francesca S.
5^ Liceo Scientifico

Note a margine del 3° Global Climate Strike

Note a margine del 3° Global Climate Strike

Oggi non è un venerdì qualsiasi: questo è un “Fridays For Future”, giorno del 3° Global Climate Strike, lo sciopero per il clima che vede mobilitate in tutto il mondo milioni di persone allarmate dalla situazione ambientale del nostro pianeta e impegnate, giustamente, a chiedere ai governi interventi di tutela e azioni di sostenibilità.

Anche in Italia, oggi, studenti, docenti e operatori scolastici protestano con iniziative a scuola e manifestazioni nelle piazze contro politiche energetiche e scelte strategiche ritenute non adeguate e, anzi, causa di conseguenze negative sul clima e sull’ambiente. Un’azione di sensibilizzazione collettiva che vede negli studenti gli attori più convinti.   L’adesione allo sciopero è stata caldeggiata dal ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti che ha invitato le scuole ad organizzare eventi ed i dirigenti scolastici a giustificare l’assenza degli studenti scesi nelle piazze in questa giornata.

Qualche considerazione e domanda a margine per non perdere la bussola.

1)      Se è un Ministro del governo italiano in carica che invita studenti, docenti e presidi a manifestare aderendo ad una giornata di sciopero globale contro politiche non sostenibili, questo sciopero contro chi è rivolto? Il Ministero non è parte proprio di quel Governo in carica chiamato a prendere decisioni politiche innovative nel campo della tutela ambientale?  

2)      Un Ministro a capo di un sistema pubblico di scuole costituzionalmente qualificate come istituzioni ‘autonome’ (perciò’ capaci di autoregolamentarsi) è corretto che indichi, con una circolare, a quale manifestazione nazionale le scuole sono invitate ad aderire, con il suggerimento, per di più, ai dirigenti scolastici delle modalità con cui gestire la giustificazione delle assenze degli alunni? L’atteggiamento del Ministro evidenzia una modalità di approccio paternalistico e ancora statalista, non rispettoso dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, le quali possono già decidere –  come normalmente accade – di promuovere percorsi disciplinari e formativi su temi anche ambientali con lezioni, approfondimenti, ricerche, incontri con esperti. Fino alla previsione di far partecipare gli alunni a eventi o giornate a tema chiedendone l’autorizzazione ai genitori, coinvolti così, consensualmente, nelle finalità e modalità attuative di un progettato e documentato percorso formativo. Questa è la modalità corretta che rispetta tutti i soggetti implicati nell’azione formativa, è contestualizzata e fa crescere l’autonomia. 

Non servono per questo indicazioni dall’alto che dicano per cosa sia giusto o meno manifestare, strizzando l’occhio allo stato etico. Il Ministro non deve fare il rappresentante degli studenti di un immaginario Consiglio di Istituto nazionale. 

3)      Non sarebbe stato più opportuno che Il Ministro dichiarasse invece di impegnarsi, insieme al nuovo Governo, ad implementare risorse e fondi per la progettazione di percorsi di formazione dei docenti sui temi della sostenibilità, così che essi adeguino la propria azione formativa alle richieste dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile? Questo programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità è stato, infatti, sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU – tra i quali l’Italia – che hanno individuato tra i 17 Obiettivi comuni per lo Sviluppo Sostenibile proprio il contrasto al cambiamento climatico ed il miglioramento della qualità dell’ambiente. 

Un impegno in cui non da oggi le scuole autonome italiane ed i loro docenti sono coinvolti e che chiede, ora, adeguati percorsi di aggiornamento. 

Sulla facciata del palazzo del Miur a Roma campeggia in questi giorni un banner fatto esporre dal ministro Fioramonti a sostegno della Settimana del Clima: “Istruzione, no estinzione”.  Proprio la salvaguardia ed il potenziamento dell’autonomia didattica, formativa e gestionale delle istituzioni scolastiche ed il sostegno all’autonoma responsabilità educativa dei soggetti che ogni giorno le frequentano, insieme certamente all’appoggio delle iniziative per la tutela del Creato, è la prima forma per evitare l’estinzione del bene più prezioso di una nazione: la consapevolezza del proprio io di ciascun ragazzo e ragazza ed il sostegno all’esercizio della sua personale responsabilità. 

Le scuole proclamano l’«emergenza ambientale» e dai presidi arrivano le eco-regole

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Hanno proclamato lo “Stato di emergenza ambientale ed ecologica” e stilato un eco vademecum per studenti e professori. Sono tante le scuole in Italia che per sostenere il Global climate strike e la battaglia portata avanti da Greta Thunberg hanno deciso di adottare uno strumento insolito e drastico: ovvero la dichiarazione di uno stato di emergenza ecologica che “obblighi” chi frequenta gli istituti, e in alcuni anche le istituzioni, ad adottare comportamenti virtuosi e ambientalmente sostenibili. Dunque zero plastica, zero sostanze nocive, raccolta differenziata, riciclo e stop agli sprechi. E ora, gli ecoistituti in emergenza ambientale hanno anche raccolto l’appello del neo ministro all’Istruzione Fioramonti e giustificheranno i ragazzi che oggi parteciperanno ai cortei del Global Strike Fridays for future.

Un’iniziativa, quella di appellarsi all’emergenza ambientale per contribuire concretamente al cambiamento con delle buone pratiche, che in Europa è professata dai Teachers for future, un gruppo di insegnanti nato proprio dal movimento per combattere il cambiamento climatico. Nel loro manifesto chiedono «emissioni zero per l’istituto scolastico, risparmio energetico dell’edificio, acquisto di carta esclusivamente riciclata, prodotti a km 0 nelle mense, niente plastica». E anche la creazione di orti scolastici.

In Italia la prima scuola a proclamare l’emergenza ambientale è stato l’istituto comprensivo Capasso – Mazzini di Frattamaggiore, in provincia di Napoli nel maggio scorso. Poi sono seguite decine di presidi a seguirne l’esempio e oggi sono centinaia. Ogni istituto modula le esigenze ambientali a sua misura: la preside di Frattamaggiore si è impegnata anche a «contenere la temperatura dell’acqua calda entro i 37 gradi, nell’edificio scolastico» a richiedere al Comune «un intervento tendente alla produzione di energia elettrica con apparecchi fotovoltaici» e «alla creazione di orti scolastici e a produrre compost».

L’ultimo liceo in ordine di tempo a proclamare l’emergenza è stato l’Orazio a Roma dove la preside Maria Grazia Lancellotti si prefigge di «ridurre, fino ad eliminare, i consumi di bottigliette di plastica, sostituendole con borracce e distributori d’acqua; promuovere e rispettare la raccolta differenziata, il riciclo e percorsi di divulgazione scientifica; incrementare l’uso di prodotti per le pulizie biodegradabili». Piccole buone pratiche quotidiane che servano da esempio e anche da pressione sulle istituzioni affinché
vengano presi provvedimenti per contenere gli effetti del riscaldamento globale.


Sicurezza, allarme Cittadinanzattiva: un crollo ogni 3 giorni, più sicuri gli asili nido

da Il Sole 24 Ore

di Al. Tr.

Un crollo ogni tre giorni di scuola, 70 episodi in tutto, mai così tanti dal 2013. È quanti ne ha censiti Cittadinanzattiva fra settembre 2018 e luglio 2019. Secondo i dati, presentati ieri a Roma alla presenza del ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, più adeguato risulta lo stato di sicurezza degli asili nido, anche se ancora insufficiente: più di due nidi su cinque sono in regola con le certificazioni e sono stati interessati da interventi di manutenzione ordinaria in due casi su tre, rispetto al 27% delle altre scuole. Resta, poi, il nodo dei fondi non spesi, soprattutto a causa delle lungaggini burocratiche: secondo Cittadinanzattiva degli oltre 4 milioni a disposizione delle scuole, finora ne sono stati utilizzati appena 1,6 milioni. La presentazione dei dati è stata anche l’occasione per la firma di un’intesa tra Miur e Cittadinanzattiva per la promozione dell’educazione civica e della legalità nelle scuole.

I numeri
Il rapporto, spiega una nota, ha utilizzato fonti diverse sull’edilizia scolastica: dati ufficiali Miur, dell’Ares (Anagrafi Regionali Edilizia Scolastica) e dell’Istat; i dati relativi a 1320 asili nido (il 12% di tutti i nidi pubblici e privati), raccolti tramite le domande inviate da Cittadinanza attiva a 761 Comuni dai 15mila abitanti in su e a 7.252 Comuni, Province e Città metropolitane, relative a 6.556 edifici scolastici. Dei 70 crolli registrati, 29 si sono verificati in regioni del Nord (Piemonte 6, Lombardia 16, Emilia Romagna 4, Veneto 2, Trentino Alto Adige 1), 17 nel Centro (Toscana 5, Lazio 10, Umbria 1, Marche 1), 24 nelle regioni del Sud e nelle Isole (Campania 8, Puglia 6, Calabria 2, Sicilia 7, Sardegna 1). Questi episodi hanno provocato il ferimento di 17 persone, tra studenti e adulti. Dal 2013 sono stati registrati, in totale, 276 episodi di questo genere.

Il focus sugli asili nido
Sono 57.686 i posti disponibili nel campione di nidi presi in esame da Cittadinanzattiva (il 18% dei 320.296 su scala nazionale) relativi a 1.320 asili nido, corrispondente al 12% del totale nazionale (11.017 nidi pubblici e privati, dati Istat 2019). Il 33% di questo campione, dicono i dati, è stato costruito dopo il 1971. Poco più del 40% possiede l’agibilità e il collaudo statico, meno della metà l’agibilità igienico sanitaria (47%), e il certificato di prevenzione incendi (41%). Non sempre al Sud va peggio: secondo Cittadinanzattiva, per esempio, il 78% dei nidi campani ha l’agilità statica, rispetto al solo 18% di quelli lombardi. Così pure sulla prevenzione incendi: meglio la Campania (49%), la Sicilia (38%) e la Puglia (33%), rispetto al Piemonte (31%) e alla Lombardia (ferma appena al 15%). «Molto esiguo» il numero degli edifici che sono stati migliorati sismicamente (4%) e ancora di meno quelli adeguati sismicamente (2%), inferiori anche alle percentuali degli edifici scolastici, rispettivamente al 9% e al 5%. Dati positivi sulla manutenzione: il 64% dei nidi è stato oggetto di interventi di manutenzione ordinaria (rispetto al 27% delle altre tipologie di scuole) e il 29% di quella straordinaria (solo il 19% per gli altri edifici scolastici). Anche su questo al Sud dati incoraggianti: ad esempio, l’84% dei nidi della Campania è stato interessato da interventi di manutenzione ordinaria, rispetto al 57% del Piemonte. Sul fronte della sicurezza, l’83% è in possesso del Documento di valutazione dei rischi, l’82% ha predisposto il piano di emergenza e il 64% la segnaletica per la sicurezza. Il 78% effettua le prove di evacuazione.

Fioramonti: «Emergenza sicurezza esiste, pronti 67 milioni»
L’emergenza sulla sicurezza delle scuole scuole «esiste» e per questo il Miur sta organizzando una task force per accompagnare gli enti locali nella spesa dei fondi assegnati. Lo ha detto il ministro Fioramonti durante il convegno di Cittadinanzattiva, dove ha annunciato che 67 milioni saranno investiti per la messa in sicurezza di 129 scuole, soprattutto per lavori su solai e controsoffitti. «Proseguiremo il lavoro di mappatura degli edifici scolastici che si sta svolgendo in collaborazione con l’Asi, l’Agenzia spaziale italiana – ha aggiunto il ministro – e faremo ripartire l’Osservatorio per l’edilizia scolastica» che già dal prossimo 3 ottobre verrà convocato. La materia “edilizia scolastica”, ha concluso Fioramonti, sarà affidata per delega al viceministro Anna Ascani.

Otto genitori su dieci sono disposti a impartire ai loro figli un’educazione bilingue

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Imparare una seconda lingua può sembrare un processo difficoltoso per via di numerose parole sconosciute e di una struttura grammaticale completamente diversa. Per questo motivo gli esperti consigliano un’educazione bilingue in età precoce, trend ormai seguito dal 75% dei genitori americani, come dimostrato da una ricerca pubblicata dal New York Times.

E ancora, secondo una ricerca di Psychology Today, il periodo migliore per apprendere una seconda lingua va dalla nascita all’età prescolare, periodo in cui il cervello è ancora plastico e ricettivo. Ma quali sono i benefici di un’educazione bilingue in età precoce? Secondo gli esperti permette di avere un approccio più elastico alla realtà, riduce il declino delle funzioni cognitive e garantisce ottime opportunità lavorative.

Secondo un’indagine americana pubblicata dalla Cnn, essere bilingue rappresenta una delle skill più richieste dalle grandi aziende e i lavoratori bilingue riescono addirittura a guadagnare il 20% in più rispetto a coloro che fanno soltanto riferimento alla lingua madre.

«La primissima infanzia rimane un momento unico e privilegiato per creare le basi per l’apprendimento della seconda lingua in modo spontaneo e iniziare un’educazione bilingue – spiega Eva Balducchi, co-fondatrice del Baby college di Monza – Nella nostra scuola i bambini sono protagonisti di esperienze concrete di apprendimento basate sul curriculum bilingue britannico e italiano, con l’obiettivo di preservare e valorizzare entrambi i patrimoni linguistici e culturali. Vivere in un ambiente dove si respira quotidianamente la lingua inglese attraverso il significato di un’espressione, il valore di una frase o di un semplice invito rappresenta l’unico vero modo per apprendere una seconda lingua spontaneamente, senza nessun tipo di costrizione».

Ma un’educazione bilingue viene vista ancora oggi in Italia con diffidenza a causa dei falsi miti creatisi nel corso degli anni. Uno dei più popolari riguarda la possibile confusione dei bambini nell’apprendimento di due lingue, smentito da numerosi studi che hanno dimostrato come il cervello sia per natura multilingue. E ancora, secondo alcuni apprendere due lingue richiede uno sforzo eccessivo, con una ricaduta sul piano dello sviluppo cognitivo. Mito sfatato da una ricerca della American academy of pediatrics, secondo cui i bambini sono dotati di una predisposizione innata per l’acquisizione del linguaggio. Ma non è tutto, perché è stato accertato da una ricerca pubblicata sul Washington Post che l’apprendimento simultaneo di due lingue non abbia alcuna controindicazione sulle condizioni psicologiche dei bambini e non produce effetti indesiderati.

Dello stesso pensiero è Luca Hubbard, Bilingual language coordinator presso il Baby college di Monza: «Attorno al bilinguismo regna purtroppo un alone di pregiudizi e timori, spesso alimentati da una mancanza di informazione. In realtà, numerose ricerche scientifiche condotte a livello internazionale hanno evidenziato i numerosi vantaggi che l’apprendimento di una seconda lingua fin dalla più tenera età può apportare a livello cognitivo e nella vita quotidiana. Il bilinguismo infantile è diverso dall’apprendimento di una seconda lingua in età adulta: è un processo spontaneo che ha luogo se il bambino ha abbastanza occasioni di sentire due lingue e motivazione ad usarle».

Ecco infine i benefici di un’educazione bilingue in età infantile secondo gli esperti:

-migliora l’attività cerebrale: diversi studi dimostrano come il bilinguismo abbia effetti positivi sul cervello dei bambini, che riesco ad adattarsi meglio all’ambiente circostante;

-sviluppa le capacità di problem solving: l’abitudine a rapportarsi in due lingue permette alla mente dei più piccoli di affrontare senza timore i cambiamenti e cercare nuove soluzioni;

-permette di apprendere in maniera più facile altre lingue: il bambino bilingue sviluppa naturalmente una conoscenza più approfondita della struttura linguistica;

-favorisce l’attenzione e la concentrazione: l’educazione bilingue impone di esercitare continuamente un’attenzione selettiva, sviluppando ulteriormente la capacità di concentrazione;

-aumenta l’empatia: diversi studi hanno dimostrato come i bambini che parlano più lingue hanno una maggiore empatia e un rispetto verso le differenze altrui;

-dà un boost alla carriera: arricchire il proprio curriculum con la lingua inglese è fondamentale per avere nuove opportunità lavorative;

  • stimola la creatività: l’educazione bilingue stimola il pensiero creativo e la manualità del bambino.

Ambiente: la lezione più importante

“Ambiente: la lezione più importante”, studenti in cattedra al MIUR. Robot e droni nei progetti degli istituti. Il Ministro Fioramonti all’evento: “Salviamo il nostro pianeta”

Sarà una lezione speciale quella che si terrà venerdì 27 settembre 2019 al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, in viale Trastevere, a Roma, su come affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici. L’iniziativa si chiamerà infatti: “Ambiente: la lezione più importante”. In cattedra andranno gli studenti con il loro lavoro, le loro idee e soprattutto con i loro progetti. Tra questi sarà possibile ammirare: robot che filtrano l’acqua trattenendo gli oli inquinanti; droni e umanoidi ‘addestrati’ al monitoraggio dei sistemi ambientali; impianti tecnici per il risparmio di acqua e plastica; dispositivi che facilitano i soccorsi in caso di calamità naturali. Alle invenzioni si uniranno anche disegni e poesie per riflettere sulla problematica dei rifiuti.

Sono dieci gli istituti, provenienti da tutta Italia, che presenteranno i loro lavori, dalle 10.00 alle 12.30, al Miur, in occasione del terzo Global Strike For Future, in contemporanea a manifestazioni organizzate su tutto il territorio nazionale. All’evento sarà presente il Ministro Lorenzo Fioramonti. Gli interventi delle scuole saranno moderati dalla giornalista Virginia Della Sala e potranno essere seguiti in streaming alla pagina: www.miur.gov.it.

L’intera iniziativa potrà anche essere seguita tramite i canali social del MIUR.

Nel cortile della Minerva saranno allestiti due punti di consegna delle borracce Plastic free MIUR e due stand dedicati del Centro Agroalimentare Roma (C.A.R.) che distribuiranno mele verdi “Smith” per sensibilizzare gli alunni su una corretta coscienza alimentare e ambientale. Sarà presente anche il Presidente del C.A.R., Fabio Massimo Pallottini. All’iniziativa parteciperanno anche i rappresentanti delle associazioni che hanno sottoscritto Protocolli d’Intesa col Miur in tema di educazione alla sostenibilità, al patrimonio culturale e alla cittadinanza globale.

Ad animare l’iniziativa, gli studenti del coro dei Licei Classici ‘Pilo Albertelli’ ed ‘Ennio Quirino Visconti’, del Liceo Scientifico ‘Giovanni Keplero’ e dell’Istituto d’Istruzione Superiore ‘Gaetano De Sanctis’ di Roma, guidati dal Maestro Dodo Versino.

“Al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca domani accoglieremo studenti da tante scuole italiane che verranno qui per raccontare i loro progetti di ecologia, efficientamento energetico, educazione ambientale – ha spiegato il Ministro Fioramonti – . Tanti esempi interessanti di innovazione nelle scuole. Questo è un modo per narrare un nuovo modello di istruzione, di ricerca. Le nuove generazioni – ha aggiunto il Ministro – stanno dimostrando la necessaria consapevolezza dei rischi ambientali, spesso più dei loro genitori. L’emergenza dei cambiamenti climatici rischia di raggiungere in pochi anni un punto di non ritorno. Per questo come Miur abbiamo lanciato lo slogan: ‘Istruzione, no estinzione’. Perché è solo conoscendo qual è il pericolo che corriamo e le cause che lo generano che possiamo sperare di contrastarlo. Dalla scuola può e deve partire il cambiamento di un approccio che metta al centro la salvaguardia dell’ambiente: non risorse illimitate da sfruttare, ma il nostro pianeta da proteggere”.

I 10 istituti che interverranno al MIUR:

  • Liceo statale ‘Vincenzo Monti’ di Cesena
  • Istituto d’Istruzione Superiore ‘Fortunio Liceti’ di Rapallo (GE)
  • Scuola dell’Infanzia ‘Umberto I’ di Roma
  • Istituto Tecnologico ‘John Fitzgerald Kennedy’ di Pordenone
  • Istituto di Istruzione Superiore ‘Di Vittorio – Lattanzio’ di Roma
  • Istituto Tecnico Tecnologico ‘Giovanni Giorgi’ di Brindisi
  • Istituto Comprensivo ‘Garibaldi – Leone’ di Trinitapoli (BT)
  • Istituto d’Istruzione Superiore ‘Gae Aulenti’ di Biella
  • Istituto Comprensivo di Brolo (ME)
  • Istituto Comprensivo di San Prisco (LE)

La piazza dei ragazzi

da la Repubblica

Cristina Nadotti

ROMA — «Portate cartelloni, vestiti colorati e strumenti musicali», dicono a Napoli. Si chiamano così a raccolta i ragazzi dei Fridays for future Italia, che oggi saranno in piazza in oltre 180 città per concludere la Settimana per il clima. C’è entusiasmo, ci sono tante adesioni: i numeri potrebbero essere imponenti, quasi un milione tra studenti di ogni età, lavoratori e gente comune.

Fridays for future Italia ha festeggiato ieri i 173 gruppi attivi nel Paese, che ha definito «un record». I ragazzi sono più organizzati del 15 marzo e del 24 maggio scorsi, giornate dei precedenti scioperi globali sul clima. La loro carica viene anche da una settimana di esposizione mediatica della Settimana per il clima e dal riconoscimento avuto da istituzioni come il Miur, che con il ministro Fioramonti ha chiesto ai dirigenti scolastici di non considerare lo sciopero un’assenza. L’adesione di alcuni sindacati (Cobas, Flc Cgil, Sisa hanno dichiarato sciopero del comparto scuola); università che hanno deciso di non fare lezioni (Perugia) o rettori che in piazza firmeranno la dichiarazione di emergenza climatica (Paolo Comanducci a Genova), hanno dato ai Fridays for future un suggello importante, che dà forza alla mobilitazione. Ed è indicativa la diatriba tra il gruppo di Firenze e il sindaco Nardella, determinato a scendere in piazza perché «c’è bisogno di tutti». Ma i ragazzi della sua città gli hanno risposto: « Fino ad ora le sue misure contro il cambio climatico, come quelle degli altri decisori politici locali, sono state insufficienti. Consigliamo a lei e a tutti i politici degli altri partiti di stare in ufficio per cercare di recuperare».

Edilizia scolastica, Fioramonti: Osservatorio va ricostituito. Nuove competenze Miur

da Orizzontescuola

di redazione

Edilizia, Miur deve poter intervenire nei casi di crolli non ricostruiti repentinamente.

Lo ha affermato il Ministro Fioramonti, come riportato da Adnkronos.

Fioramonti ha annunciato che al Miur sarà ricostituito l’Osservatorio sull’edilizia scolastica, che va convocato una volta al mese, e che lo stesso sta valutando la possibilità di intervenire con una norma specifica in cui il ministero in casi di complessità possa sostituirsi nei casi di gravi inadempienze o crolli non repentinamente ricostruiti.

Le inadempienze, di cui parla il Ministro, considerata la competenza sull’edilizia scolastica, dovrebbero essere quelle degli enti locali proprietari degli edifici.

Telecamere asili nido, Fioramonti favorevole: firmato atto per cercare di finanziarle

da Orizzontescuola

di redazione

Videosorveglianza negli asili nido: Fioramonti dice sì.

Il Ministro Fioramonti, come riferisce Adnkronos, si è espresso favorevolmente all’installazione delle telecamere presso gli asili nido:

“Credo che il tema della videosorveglianza negli asili nido sia molto importante. Abbiamo firmato un atto proprio per spostare finanziamenti in questa direzione sperando che sia possibile in tempi brevi”.

I sistemi di videosorveglianza, ha proseguito il Ministro, sono di competenza comunale, tuttavia si farà in modo che possano essere realizzati al più presto.

La norma approvata dal precedente esecutivo, ha concluso Fioramonti, non aveva tutte le necessarie coperture.

Così aveva invece affermato l’ex Ministro Salvini, primo di lasciare il dicastero dallo stesso presieduto: “L’ultimo atto che ho firmato in ufficio prima di prendere l’aereo e venire qui è un’altra promessa mantenuta. Sessanta milioni di euro per mettere le telecamere negli asili nido e nelle scuole materne. Ne parlavamo da anni e dal prossimo anno sarà legge. Si partirà dai nidi e dalle scuole materne per poi arrivare anche alle case di riposo per anziani”.

Concorso Dirigenti Scolastici, graduatoria con punteggio delle singole prove

da Orizzontescuola

di redazione

Concorso dirigenti scolastici: diffusa la graduatoria con il punteggio conseguito dai candidati nelle singole prove svolte.

Il Miur ha reso nota la succitata graduatoria in riscontro all’istanza di accesso civico ai sensi dell’articolo 5, comma 2, del D.Lgs. n. 33/2013.

Per ciascun candidato sono pubblicati i punteggi ottenuti nella prova scritta, in quella orale, nella valutazione dei titoli e il punteggio totale.

Scarica la graduatoria

Supplenze: ITP illegittimamente ancora in seconda fascia, sintesi della normativa

da Orizzontescuola

di redazione

ITP: contenzioso seriale. Inserimento con riserva/ depennamento in II fascia. L’ufficio Scolastico di Bari ha pubblicato un nuovo documento di sintesi della normativa.

L’esigenza nasce dalle numerose segnalazioni pervenute in merito all’illegittima permanenza di docenti ITP nella II fascia delle graduatorie di istituto.

Per questo motivo l’ufficio Scolastico invita i Dirigenti Scolastici a monitorare costantemente lo stato del contenzioso attraverso il sito   www.giustizia-amministrativa.it.

La normativa vigente sulle graduatorie di istituto impedisce la permanenza/inserimento nella II fascia delle graduatorie di istituto di ricorrenti senza alcun provvedimento giurisdizionale (TAR Lazio
o ricorso straordinario al Presidente della Repubblica) o di ricorrenti per i quali è stato emesso provvedimento giurisdizionale favorevole all’Amministrazione, né si può estendere ad altri ricorrenti il
giudicato sfavorevole alle pubbliche amministrazioni (art. 1, co.132 L. 30 dicembre 2004, n. 311, prorogato a carattere permanente dall’art. 41, co.6, del DL n. 207/2008)

E’ necessario ed urgente che gli istituti scolastici capofila effettuino tempestivamente i depennamenti con apposito decreto, che deve richiamare espressamente il provvedimento giurisdizionale favorevole all’Amministrazione. Il medesimo decreto andrà inviato alle scuole nelle cui graduatorie è inserito l’aspirante, e per conoscenza allo scrivente Ufficio.

Sintesi normativa

  1. i docenti inseriti in II fascia destinatari delle sentenze negative dovranno essere esclusi dalla predetta fascia;
  2. in caso di provvedimenti di carattere cautelare o di sentenze non definitive, i docenti interessati dovranno essere inseriti in II fascia con riserva;
  3. in caso di sentenze favorevoli definitive e quindi non più impugnabili (sentenze passate in giudicato), si dovrà confermare l’inserimento in II fascia “pleno iure”

Nel caso di attribuzione di supplenza a docenti ITP inseriti con riserva, il contratto dovrà contenere apposita clausola risolutiva espressa, che lo condiziona alla definizione del giudizio.

Si evidenzia che resta fermo il diritto all’inserimento a pieno titolo degli ITP nella III fascia delle graduatorie di istituto.

Queste disposizioni sono state confermate dalla circolare Miur sulle supplenze del 28 agosto 2019.

Ricostruzione di carriera: i giorni di sciopero sono validi

da Orizzontescuola

di redazione

Il caso di una docente a cui erano stati esclusi dal computo della ricostruzione di carriera i giorni di sciopero. La decisione della Corte dei Conti.

L’Adunanza plenaria della Corte dei Conti ha stabilito che per la ricostruzione di carriera i giorni di sciopero vengano inclusi nel computo.  E’ il risultato ottenuto da un istituto comprensivo veronese, che si era opposto ai rilievi effettuati dalla Ragioneria Territoriale dello Stato.

Il fatto

A un’insegnante non era stato riconosciuto per la ricostruzione di carriera un anno di servizio perché gli scrutini finali erano stati fatti in parte entro l’ultimo giorno di lezione ed in parte nei giorni successivi e non contigui alla fine delle lezioni e i giorni di sciopero. Così, una assistente amministrativa facente funzioni Dsga ha richiesto il riesame alla Corte dei Conti di Veneto, la quale ha demandato la decisione all’Adunanza Generale a Roma.

Alla scuola italiana un bel 4! Docenti più vecchi e spesa più bassa d’Europa: per Fioramonti compito improbo

da La Tecnica della Scuola

Qui è tutto sbagliato, qui è tutto da rifare! L’aforisma più utilizzato dal mitico e “giusto” Gino Bartali risulta forse il più adatto per giudicare lo stato della scuola pubblica italiana: una scuola, ci dice oggi la Commissione europea, fatta di insegnanti avanti negli anni, i più vecchi d’Europa, molti “prossimi alla pensione”, di docenti donne relegate ai gradi d’istruzione inferiori, e investimenti “nettamente inferiori” alla media. Insomma, per il nuovo ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, la strada appare davvero in salita.

Docenti troppo “vecchi”

Secondo la Commissione Ue, nel 2017 oltre la metà (58%) dei docenti della scuola primaria e secondaria aveva più di 50 anni (contro il 37% nell’Ue) e il 17% superava i 60 anni (contro il 9% nell’Ue).

La percentuale dei docenti prossimi alla pensione è dunque “elevata” e “nei prossimi 15 anni una media di 3,8% docenti all’anno potrebbero ritirarsi”, ha scritto Bruxelles nel rapporto nazionale.

Tantissime donne concentrate nel primo ciclo

Anche sull’altissima presenza di donne docenti, c’è qualcosa che non torna.

L’Italia detiene, infatti, ha una delle più alte percentuali di insegnanti donne tra gli Stati membri, solo che la loro presenza diminuisce con l’aumentare del grado di istruzione, trend che si ripete anche in Ue.

Nel 2016 le insegnanti donne erano il 99% nella scuola materna, il 63% nella secondaria superiore e il 37% nelle università.

Spesa nettamente inferiore

Ma è sugli investimenti nell’istruzione (il 3,8% del Pil e il 7,9% della spesa pubblica totale) che si regista il gap maggiore rispetto agli altri Paesi moderni del vecchio Continente.

In Italia, gli investimenti, purtroppo, sono inferiori alla media Ue (4,6% del Pil), in particolare per quella superiore. Una condizione che si riflette anche sugli stipendi dei docenti e Ata, anche questi tra i più bassi nell’area Ue, dopo i Paesi dell’Est e la Grecia.

A pesare negativamente è soprattutto la formazione post-diploma. Se la quota di Pil investita dall’Italia nell’istruzione primaria e secondaria è infatti quasi in linea con la media Ue, la spesa per l’istruzione terziaria è la più bassa dell’Ue: solamente lo 0,3% del Pil nel 2017 (contro lo 0,7% dell’Unione europea).

Tassa su merendine e bibite, Fioramonti si sente osteggiato: le lobby non vogliono farla approvare, non è una patrimoniale

da La Tecnica della Scuola

La tassa “intelligente” sulle merendine e bibite gasate, caldeggiata dal ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, sarebbe osteggiata dalle aziende produttrici, in particolare dalla Coca Cola. A rivelarlo è stato lo stesso titolare del Miur, nel corso di un’intervista a The Post Internazionale deltassa 26 settembre.

“Le bibite favoriscono malattie endocrino-metaboliche come il diabete”

“Le lobby vogliono impedire la tassa sulle merendine che ho proposto”, ha detto Fioramonti.

“Vorrei ricordare a tutti gli improvvisati lobbisti della Coca Cola company – ha continuato il ministro con vena polemica – che bibite zuccherine e gasate contribuiscono in maniera decisiva alla diffusione di tante malattie endocrino-metaboliche, a partire dal diabete”.

“Io non voglio colpire la Coca Cola o Mecca Cola o la Spuma perché ho qualcosa contro quel prodotto”, ha comunque detto Fioramonti.

“Una bibita che contiene 7 cucchiaini di zucchero”

“Io dico, segnaliamo al grande pubblico che una bibita che contiene 7 cucchiaini di zucchero in una confezione è una bomba calorica. Se poi faranno una Mecca Cola light ben venga”.

“Quando in questo paese sfiori interessi economici importanti – ha detto ancora il titolare del Miur – è evidente che si scateni una reazione. Io non sono condizionato né condizionabile da altri interessi che non siano il bene pubblico”.

“L’onere non spetta a me ma al Mef”

Nella stessa giornata, arrivando ad un convegno promosso da Cittadinanzattiva, sempre sulla tassa sulle merendine, Fioramonti aveva anche detto che il progetto si limitava ad essere una proposta.

“Mi sono permesso di proporre un modo per recepire fondi, ma l’onere non spetta a me ma al Mef: rispetto i percorsi del governo”, ha sottolineato Fioramonti.

“Rispetto le scelte del governo, a me interessa che si trovino le risorse. Ho proposto interventi fiscali intelligenti, non ho mai parlato di patrimoniali ma di proposte, di un modello fiscale che altri Paesi hanno già adottato”, ha concluso il ministro.

Ata ex Co.co.co. ed ex Lsu: possono fare domanda di assegnazione provvisoria

da La Tecnica della Scuola

Il Ministero dell’Istruzione in seguito ad una diffida formulata dalla Cisl Scuola, ha riconosciuto il diritto degli ex Co.co.co. ed ex Lsu siciliani a partecipare alla mobilità annuale del personale Ata.

Lo scorso 18 settembre il Miur ha infatti inviato all’USR Sicilia una nota a firma del capo dipartimento del Miur, Carmela Palumbo, riguardante il mancato rispetto delle norme contrattuali che regolano la mobilità annuale del personale Ata.

La questione era stata sollevata da tempo presso il Ministero dalla Cisl Scuola di Palermo Trapani che, chiedendo chiarimenti in merito all’Amministrazione, aveva evidenziato come l’ambito territoriale di Palermo, a differenza di altri uffici scolastici provinciali, avesse fin qui escluso dalla mobilità annuale gli ex Co.co.co. immessi in ruolo con contratto a tempo parziale e gli ex Lsu della provincia di Palermo, ormai personale a tutti gli effetti statale, sulla base dell’erronea interpretazione dell’articolo 34, comma 5, del Ccnl sulla mobilità, del 2019/22.

Condividendo i rilievi della Cisl Scuola, il capo dipartimento del Miur, dott.ssa Carmela Palumbo, ha confermato in maniera inequivocabile che detto personale ha pienamente diritto a partecipare alle operazioni di mobilità annuale”.

“La nostra organizzazione – come dichiarato da Vito Cassata, segretario della Cisl Scuola di Palermo Trapani – constatata l’esclusione di detto personale dalle graduatorie provvisorie, ha diffidato immediatamente l’amministrazione, richiedendo la rettifica e il rispetto delle norme contrattuali. Finora, alle richieste Cisl, era stato opposto un netto rifiuto sulla base di argomentazioni, a nostro avviso infondate”.

Parte attiva della vertenza è stata anche la segretaria regionale della Cisl Scuola Sicilia Francesca Bellia, la quale ha evidenziato che “L’azione sinergica a tutti i livelli, territoriale, regionale e nazionale, della Cisl Scuola, ha garantito la correttezza delle regole … il nostro impegno a difesa dei contratti sottoscritti per tutti i lavoratori, iscritti e non iscritti, non si ferma».

“Resta – aggiunge Bellia – l’amarezza per non avere avuto la possibilità di risolvere in tempi celeri, rendendo necessario addirittura un chiarimento ministeriale, una questione già definita contrattualmente e per noi assolutamente scontata”. Se avessero tenuto nella giusta considerazione le osservazioni prodotte dalla Cisl Scuola già nella prima diffida, sarebbero stati assicurati, da un lato il rispetto delle regole e dei diritti dei lavoratori, dall’altro un avvio sereno dell’anno scolastico.

Continua Bellia: “La Sicilia sconta, purtroppo, la mancanza, ancora oggi, di una cabina di regia, stante l’attesa della formalizzazione dell’incarico al nuovo direttore regionale”.

“Noi auspichiamo che questo avvenga tempestivamente, perché lo status quo rende macchinoso tutto l’apparato amministrativo, e compromette anche le ordinarie relazioni sindacali”.