Dall’IA all’ottundimento programmato

Dall’IA all’ottundimento programmato

di Vittorio Zedda

Come sempre i nuovi strumenti che l’ingegno riesce a creare cambiano la vita degli umani.

Il cambiamento è buono o cattivo secondo l’uso che si fa dei nuovi strumenti.

La loro potenzialità viene commisurata all’inizio dall’aiuto e dalla velocità con cui ogni nuovo strumento consente di operare.

La riduzione dei tempi e l’aumentando della qualità, della precisione e della produttività di un processo lavorativo che prima richiedeva tanto impegno, spese, tempo e fatica emergono di prim’acchito come chiari indicatori di successo del nuovo strumento.

Ma uno strumento nuovo non serve solo a fare più agevolmente “cose vecchie”.

Penso al mondo della scuola, sempre presente nel mio vissuto, e mi viene in mente W. Kenneth Richmond.

Nel suo libro “La rivoluzione nell’insegnamento” ( sottotitolo chiarificatore ” Dall’impulso tecnologico a una nuova pedagogia” ) alludendo al ricorrente fenomeno della comparsa in campo didattico di nuove strumentazioni tecnologiche di cui non si capisce l’effettiva portata innovativa, usa un’efficace metafora: “la sindrome della carrozza senza cavalli”.

Nelle prime automobili la gente vide solo delle carrozze senza cavalli, e così ribattezzò lo “strumento nuovo” con il nome di uno “strumento vecchio”, evidenziando ciò di cui era privo piuttosto che quello che di nuovo aveva.

A ben vedere la “sindrome della carrozza” toccò anche alla denominazione di quello che chiamiamo computer ( cioè calcolatore) :un complesso congegno che non è solo un calcolatore bensì un elaboratore elettronico multimediale e multifunzionale con infinite modalità d’impiego.

Curiosamente dei nuovi strumenti tecnologici la gente non saprebbe che farsene fino a quando non li prova .

E dopo averli provati si lascia guidare affascinata dagli imprevisti percorsi che il nuovo strumento apre di fronte ai loro occhi, prima ancora di utilizzarli per effettive e concrete esigenze. In un ciclico alternarsi di tecnologia che coinvolge gli uomini e di uomini che “cavalcano” la tecnologia e continuamente la trasformano.

Coloro che acquisiscono le migliori competenze in un qualsiasi campo tecnologico esercitano un potere o poteri diversi che i meno competenti non hanno, e quindi subiscono.

La cosiddetta “Intelligenza artificiale” è la nuova arena di confronto fra coloro che ancora non sanno di che si tratti e coloro che già da tempo e sempre più largamente ne fanno uso.

Alla metafora di Richmond ne proporrei quindi in aggiunta un’altra .

Mi trovai mezzo secolo fa a girare in taxi nel traffico caotico di Napoli, dove pareva che i sensi di marcia fossero tutti permessi e i semafori non vietassero niente a nessuno. Alle mie garbate osservazioni sulla “guida creativa” dell’autista , lo stesso altrettanto garbatamente replicò : “Signo’ , accà chi prima si sveglia comanda”.

Quella risposta mi pare buona anche in materia di Intelligenza artificiale. In un dibattito in videoconferenza sul tema , una professoressa di scuola secondaria espone la sua esperienza in materia e racconta il suo primo casuale “incontro” con l’intelligenza artificiale.

Impegnata a sostenere un allievo nel suo percorso verso la maturità, aiuta lo stesso a orientarsi nell’elaborazione di un saggio dal titolo ben definito.

Lo guida quindi a individuare ed annotare , anzitutto, una sequenza logica o “scaletta” di argomenti e relativi sviluppi in previsione di una conclusione congruente con il tema e il suo svolgimento.

Ma l’allievo ad un certo punto la interrompe e le propone: “Perché non proviamo a elaborare il saggio con l’intelligenza artificiale? Possiamo usare “Chat.GPT”.

La professoressa non si lascia spiazzare dalla proposta e risponde: “Proviamo”.

L ‘alunno apre l’ “applicazione” sul pc e inizia impostando i dati che la procedura richiede : argomento, titolo, finalità, fino al numero di righe della lunghezza del testo.

Pronti? Via.

Una volta attivato “Chat. GPT” sforna il lavoro finito in breve tempo.

La prof. lo legge e lo trova completo, corretto, perfetto nella forma e nei contenuti.

Eccellente. Si chiede però che cosa potrebbe succedere in una classe in cui tutti gli allievi per lo stesso saggio si avvalessero di “Chat.GPT”.

Ne sortirebbero 25 svolgimenti identici?

Non resta che provare.

Viene reimpostato con Chat.GPT lo stesso saggio, con le stesso titolo e le stesse caratteristiche.

Risultato: ancora un ottimo svolgimento, coerente con il tema, ma diverso nell’esposizione.

Altrettanto tecnicamente valido quanto il primo.

Resta da fare un terzo tentativo per appurare questa varietà espositiva che lo strumento è in grado di fornire con lo stesso ineccepibile risultato sullo stesso tema.

L’esito conferma quanto atteso: per la terza volta uno svolgimento diverso ma coerente con l’argomento, le conclusioni, la qualità e i contenuti.

Valido come i due precedenti elaborati.. A questo punto gli interrogativi sull’uso dell’Intelligenza Artificiale a scuola più che trovare una risposta aprono una serie infinita di interrogativi.

L’ allievo impara in rapporto all’impegno personale che ha profuso nell’elaborazione meditata dell’argomento, nelle ricerche necessarie attivate per documentarsi, nella correlazione degli argomenti e nelle conclusioni cui giunge e nell’efficacia comunicativa con cui le espone.

Viceversa con il saggio elaborato da Chat.GPT, nemmeno è in grado di chiarire la scelta delle argomentazioni e la logica delle conclusioni.

Non ha fatto lavorare il cervello. In un caso del genere “la carrozza è senza cavalli” , ma ha somari al seguito e l’ottundimento mentale ne pare la conseguenza.

Orbene questa è grosso modo la cronaca di un primo impatto con l’Intelligenza Artificiale a scuola.

Ha i limiti ma anche l’utilità di un episodio ben circoscritto e definito.

Non vuole essere un giudizio da incompetenti sull’intelligenza artificiale e le migliaia (o milioni)di applicazioni che può avere in un infinito panorama di usi e di impieghi opportuni.

E’ solo un segnale su cui riflettere , non dimenticando ciò che lo stesso Elon Musk affermò e con cognizione di causa, si presume : “L’intelligenza Artificiale è un rischio per l’umanità”.

Gli interrogativi sono tutti aperti.

La Formazione continua

Formazione per docenti e dirigenti, un investimento per l’innovazione educativa

“La complessità del contesto educativo attuale richiede che i docenti ma anche dirigenti scolastici
siano in grado di affrontare nuove sfide e rispondere alle esigenze degli studenti. In tale contesto –
afferma il Segretario Nazionale UGL Scuola, Ornella Cuzzupi – abbiamo inteso strutturare
un’iniziativa di formazione atta a garantire un’educazione di qualità adeguata alle esigenze di un
mondo in continua evoluzione”.
Su questo tema, il segretario Cuzzupi ha sempre posto una specifica e continua attenzione:
“Abbiamo voluto offrire ai nostri quadri e iscritti, in forma del tutto gratuita, uno strumento
concreto atto a sostenere docenti, dirigenti e personale ATA nel loro percorso di guida per le
giovani generazioni. Una formazione ben strutturata e mirata fornisce un’efficace panoramica delle
tematiche, offrendo una chiara visione e creando un ambiente di condivisione delle esperienze”.
Il corso formativo prenderà il via il 16 febbraio prossimo e proseguirà sino agli inizi di aprile
con una serie di appuntamenti, tutti online i cui termini saranno resi noti attraverso il sito
dell’UGL Scuola (www.uglscuola.org), al termine dei quali verrà rilasciato un Attestato di
Formazione. Nell’ambito dell’organizzazione dell’evento il Segretario Nazionale sarà coadiuvato
dalle prof.sse e dirigenti sindacali Anna Bruno e Giusi Fiumanò.
“Ad affiancare l’UGL Scuola in questa importante esperienza – riprende Ornella Cuzzupi – ci sarà
l’Associazione Italiana Maestri Cattolici (AIMC), che riunisce docenti, dirigenti scolastici e tecnici
della scuola di ogni ordine e grado. Una collaborazione alla cui base c’è la condivisa convinzione
dell’importanza strategica dell’istituzione scolastica nell’edificare un Paese moderno e funzionale
pronto ad investire nei giovani attraverso la conoscenza, il merito e l’inclusione”.
Attraverso esempi pratici e sessioni interattive, il personale scolastico tutto avrà l’opportunità di
sperimentare e apprendere nuove strategie didattiche e organizzative, scoprendo come queste
possono essere trasferite nel contesto del proprio lavoro quotidiano. “Un modo per stimolare
ulteriormente gli operatori della conoscenza affinché ci si muova in una direzione di condivisione
delle migliori pratiche, promuovendo la giusta innovazione all’interno delle scuole. Tutto ciò –
Continua Cuzzupi – si traduce in un miglioramento della qualità dell’insegnamento e
dell’organizzazione scolastica nel suo complesso. Questo è l’obiettivo di una formazione serie e
propositiva: le vetrine e i corsi tanto per fare non ci appartengono. È il momento di prendere per
mano il destino della scuola offrendo idonei strumenti a chi, di tale istituzione, è linfa vitale.
L’UGL Scuola è pronta a farsi essa stessa strumento per una scuola più concreta, più giusta, più
vera”.

Federazione Nazionale UGL Scuola

Iscrizioni on line a scuola, superato il milione di domande. C’è tempo fino al 10 febbraio

da Il Sole 24 Ore

Esordio positivo per la nuova piattaforma Unica. Tra le scelte ci sono anche la nuova filiera tecnica 4+2 e il liceo del made in Italy.
di Claudio Tucci

Hanno superato quota 1 milione le domande di iscrizione all’anno scolastico 2024/25. La nuova piattaforma Unica, una delle principali novità di quest’anno, ha sostanzialmente funzionato. Secondo l’analisi di Customer satisfaction integrata nel sistema, resa nota dal Mim all’avvio delle iscrizioni on line (18 gennaio), il 93,9% del pubblico ha dichiarato il suo gradimento per il risparmio di tempo impiegato, l’86,2% per l’efficienza del servizio, il 92,3% per la semplicità di utilizzo di Unica. C’è tempo fino al 10 febbraio. Ricordiamo che le iscrizioni sono obbligatorie per le classi prime di primaria, medie e superiori, e facoltative per le scuole paritarie. Riguardano anche i corsi di istruzione e formazione dei centri di formazione professionale. All’infanzia la domanda resta cartacea.

Una sola domanda per alunno

Come ricordato dal ministero, è possibile presentare una sola richiesta di iscrizione on line per ogni alunno/studente, ma potranno essere indicate fino ad altre due preferenze, nel caso in cui la scuola scelta non avesse disponibilità di posti per l’anno scolastico 2024/25. La piattaforma Unica avviserà in tempo reale, a mezzo posta elettronica e tramite l’app IO, delle variazioni di stato della domanda e consentirà di seguirne il percorso. Genitori o eserciti la responsabiltà genitoriale su alunni o studenti da iscrivere, accedono a Unica con la propria identità digitale SPID, CIE, CNS o eIDAS.

Le semplificazioni previste

Rispetto allo scorso anno è stata potenziata l’infrastruttura tecnologica, consentendo l’accesso contemporaneo di un numero elevato di utenti. Inoltre, considerato l’afflusso straordinario che, come di consueto, si verifica nei primi giorni di apertura e alla chiusura, è stata implementata una nuova funzionalità: un sistema di ingressi strutturato con una “sala d’attesa” virtuale, che interviene nei momenti di picco di traffico, al fine di informare gli utenti sul tempo rimanente prima dell’accesso e mantenere la priorità in ingresso. Per accelerare ulteriormente la procedura, è stato ridotto al minimo il numero di dati che devono essere inseriti. I genitori che devono iscrivere il proprio figlio/a alla scuola secondaria di I e II grado troveranno molte informazioni già preinserite all’interno della pagina riservata, con chiare indicazioni sui passi da seguire per completare la domanda. Inoltre, da quest’anno è stata ottimizzata anche l’interfaccia grafica per iscriversi direttamente da dispositivo mobile, il tutto integrato con il sistema di notifiche app IO, che restituisce al genitore la relativa ricevuta.

Filiera tecnica 4+2 e liceo del made in Italy

Fino al 10 febbraio ci si potrà iscrivere anche alle altre due novità previste. La filiera tecnica 4+2 e il liceo del made in Italy. I percorsi della nuova filiera formativa tecnologico-professionale prevedono corsi di studio quadriennali dell’Istruzione secondaria tecnica e professionale che assicureranno agli studenti il raggiungimento degli obiettivi specifici di apprendimento e delle competenze già previsti per i normali corsi quinquennali, con il conseguimento in anticipo del diploma di istruzione secondaria di secondo grado all’esito dell’esame di Stato. Nei 4 anni di percorso sono incentivati: il consolidamento delle esperienze on the job, il potenziamento delle discipline Stem, delle ore dedicate ai percorsi di scuola lavoro, il processo di internazionalizzazione, la didattica laboratoriale, l’adozione di metodologie innovative. È previsto il coinvolgimento di docenti esperti provenienti dal mondo del lavoro. Alla fine del quadriennio sarà possibile proseguire il percorso in un Its Academy. Oppure iscriversi all’università o inserirsi nel mondo del lavoro. Per quanto riguarda il liceo del made in Italy gli studenti possono esplorare gli scenari storici, geografici e culturali per comprendere le peculiarità del tessuto produttivo italiano e l’evoluzione sociale e industriale del Paese. Il percorso formativo permette di acquisire competenze specifiche per la gestione d’impresa, sulle strategie di mercato e sui processi produttivi e organizzativi, preparando gli studenti alle sfide imprenditoriali. Combinando teoria e pratica, offre un approccio educativo multidisciplinare con sbocchi professionali in tutti i settori di eccellenza del made in Italy.


Alfabetizzazione digitale scuola, quali competenze sono richieste ai docenti? Quali obiettivi previsti dal DigCompEdu?

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

Si parla, soprattutto dopo la firma del contratto scuola, di alfabetizzazione digitale e di competenze digitali di docenti e personale ATA. Ma cosa prevede il quadro di riferimento europeo DigCompEdu su questo tema? Cosa c’è da sapere? VAI AL CORSO

I docenti non sono, ovviamente, esenti dalla rivoluzione digitale che sta investendo l’intera società. A loro è richiesto di essere aggiornati e conoscere i principali strumenti digitali. Bisognerebbe infondere la consapevolezza, nei docenti, di essere parte di una trasformazione della didattica proiettata nel XXI secolo e in un contesto europeo.

L’obiettivo è senz’altro la promozione e la condivisione di strategie e buone pratiche per una didattica efficace, innovativa, trasversale ed inclusiva utilizzando gli strumenti compensativi delle nuove tecnologie, le app per la valutazione etc.

Il DigCompEdu

Come si legge sul sito di Scuola Futura, il quadro di riferimento europeo per le competenze digitali dei docenti, denominato “DigCompEdu”, è basato sul lavoro condotto nel 2017 dal Centro Comune di Ricerca (JRC) dalla Commissione Europea su mandato della Direzione Generale per l’Educazione, i giovani, lo sport.

L’obiettivo del quadro DigCompEdu è quello di fornire un modello coerente che consenta ai docenti e ai formatori, appartenenti agli Stati Membri dell’Unione Europea, di verificare il proprio livello di “competenza pedagogica digitale” e di svilupparla ulteriormente secondo un omogeneo modello di contenuti e di livelli di acqusizione.
Il documento integrale del quadro DigCompEdu è stato tradotto in italiano dall’Istituto per le Tecnologie Didattiche del Centro Nazionale delle Ricerche.

Il corso

Su questi argomenti il corso DigiCompEdu e DigiComp 2.2: le competenze digitali del docente, a cura di Bruno Chiozzi, in programma dal 9 febbraio.

Il corso prevede l’analisi dei due documenti DigCompEdu e DigComp 2.2. In particolare verranno prese in esamine le aree coinvolte e le competenze focalizzando l’attenzione sui livelli di competenza del Cittadino Europeo e del Docente/Formatore. Il corso proporrà attività di approfondimento attraverso suggerimenti d’esercitazioni e attività da proporre ai propri alunni/studenti. Il percorso formativo inoltre si soffermerà sulle risorse digitali, le pratiche di insegnamento e apprendimento, la valutazione dell’apprendimento e la valorizzazione degli studenti.

Svolta nelle aggressioni al personale scolastico. Si costituisce lo Stato

da Tuttoscuola

Ancora una volta la cronaca registra l’ennesimo episodio di aggressione al personale scolastico.

A farne le spese è stato un dirigente scolastico di un istituto comprensivo di Taranto, finito al Pronto soccorso a seguito dell’aggressione dei genitori di una bambina della scuola dell’infanzia.

Quasi nelle stesse ore, un altro preside è stato aggredito dalla madre di un’alunna di un istituto superiore pure pugliese, stavolta nel foggiano.

Il ministro dell’istruzione Valditara ha preso posizione immediata sull’episodio di aggressione, telefonando al dirigente scolastico di Taranto per esprimergli tutta la sua solidarietà, informandolo di avere dato mandato all’avvocato generale dello Stato “di valutare di costituirsi parte civile nel giudizio penale contro i due aggressori per tutelare lo Stato contro il danno di reputazione che ha subito la scuola”.

Lo Stato chiederà i danni a questi genitori violenti”.

Come? Il preside è aggredito e a chiedere i danni è lo Stato?

Intervistato dal Corriere della Sera su questa novità, il ministro spiega: “Certo, anche l’istituzione ha subito un danno. Un danno di immagine. Tocca al giudice decidere se riconoscerci come parte civile, ma se lo farà i soldi del risarcimento andranno alla scuola del preside aggredito.

Chi aggredisce un dipendente scolastico aggredisce lo Stato. Sto lavorando a una norma che contempla la presunzione di danno reputazionale, in modo da rendere automatico il risarcimento. Ne ho già parlato con il ministro della Giustizia Nordio”.

Danno reputazionale? Cioè, danno che lede la reputazione?

Con l’aggressione – spiega Valditara – viene messa in discussione l’autorevolezza e leso il prestigio del dipendente minando la sua figura educativa; credo che vada fatta una riflessione culturale. Dobbiamo ridare valore al principio di autorità.

Quando l’autorità è legittima è un elemento essenziale per il funzionamento di uno Stato democratico. Occorre rimettere al centro il rispetto delle regole così come affermare, a partire dalla scuola, la cultura e il rispetto verso la persona. Ma anche rilanciare un patto tra scuola e famiglia per evitare antagonismi dannosi per i ragazzi”.

Una novità di peso.

Alunni con disabilità: discontinuità didattica al 60%, lo certifica l’ISTAT

da Tuttoscuola

Un esercito di 137 mila insegnanti di sostegno, più dei Carabinieri, il doppio dei medici; un grande investimento (5 miliardi di euro l’anno solo per gli stipendi), nel Paese che per primo 40 anni fa ha creduto nell’integrazione scolastica degli studenti con disabilità, superando le terribili classi differenziate: tutto in buona parte vanificato da un’insensata girandola di cattedre: 100 mila alunni con disabilità (il 43%) hanno cambiato quest’anno docente, spesso più di uno. Siamo andati nella scuola dove 15 bambini disabili tra i 4 e i 6 anni hanno visto alternarsi in pochi mesi 27 docenti di sostegno. Purtroppo non è un caso isolato. Eppure i rimedi organizzativi non sarebbero così difficili da attuare…”.

Fece scalpore il dossier di Tuttoscuola pubblicato nel gennaio 2017 (scaricabile gratuitamente qui), esattamente 7 anni fa, che denunciava con dati e analisi esclusive il fenomeno avanzando una serie di proposte sostenibili. Il “Corriere della sera” vi dedicò l’articolo di apertura in prima pagina, tre colonne sotto alla testata (per intenderci, in un’altra occasione nello stesso spazio inserì un’intervista esclusiva al Papa) con una grande firma del giornale (Gian Antonio Stella), e a fianco un editoriale di Ernesto Galli della Loggia sulla crisi del sistema scolastico. Insomma il più importante giornale italiano diede la massima rilevanza al nostro studio, per sottolineare l’enormità della situazione. Si elevò un coro di indignazione rispetto agli inaccettabili numeri fotografati dal dossier, si innalzarono proclami, chi era al Governo (non è importante specificare chi, perché solo in questi ultimi sette anni si sono avvicendate forze politiche di ogni colore) fece fiere promesse.

Ebbene, oggi il numero di docenti di sostegno ha sfondato il tetto dei 200 mila (più di Carabinieri e Poliziotti messi insieme, ha fatto quindi un ulteriore passaggio di livello: un giorno si raggiungerà il numero di tutte le Forze Armate?) e soprattutto gli alunni con disabilità sottoposti al cambio di docente sono stati circa 185 mila (+85% rispetto a sette anni fa): il tasso di discontinuità è passato dal 43% stimato allora – che sembrava un picco irripetibile – al 60%. Lo certifica l’ultimo report che l’ISTAT ha dedicato agli alunni con disabilità, che conferma tutte le criticità note di questo settore particolare del nostro sistema d’istruzione.

Secondo l’ISTAT, 6 alunni con disabilità su 10 hanno cambiato insegnante per il sostegno da un anno all’altro. Più precisamente, per l’anno scolastico 2022/2023 “la quota di alunni con disabilità che ha cambiato insegnante per il sostegno rispetto all’anno precedente è pari al 59,6%, sale al 62,1% nelle secondarie di primo grado e raggiunge il 75% nelle scuole dell’infanzia. Il fenomeno è piuttosto stabile su tutto il territorio e sembra consolidarsi nel tempo, non si riscontrano infatti differenze rispetto al passato. Una quota non trascurabile di alunni (9%) ha, inoltre, cambiato insegnante per il sostegno nel corso dell’anno scolastico, anche in questo caso non si riscontrano differenze significative sul territorio e tra gli ordini scolastici”.

Non c’è molto di nuovo su quei dati. Infatti, il ministro Valditara li aveva anticipati nel dicembre del 2022, in occasione della giornata internazionale delle persone con disabilità, intervenendo ad un convegno della FISH, nel corso del quale aveva dichiarato: “Intendo avviare una riforma del sostegno a scuola, altrimenti sono soltanto chiacchiere”, aggiungendo: “Al 59% degli alunni con disabilità non viene garantita una continuità didattica, sappiamo quanto questo sia grave per la crescita e per le prospettive formative dei ragazzi”.

A distanza di oltre un anno, quell’ “altrimenti sono soltanto chiacchiere” rischia di diventare un autogol per il ministro, perché l’annunciata riforma per il sostegno sembra essere rimasta al palo.

I posti stabilizzati di sostegno in organico di diritto sono aumentati di 9mila unità per il 23-24, ma per effetto della legge di bilancio del 2021, mentre l’ultima legge di bilancio non ha incrementato il numero di posti; i criteri per la mobilità dei docenti di sostegno non sono stati modificati, confermando la possibilità di cambiare sede nel corso del vincolo quinquennale.

Si sperava anche nell’aumento dei posti per i TFA per specializzare immediatamente un maggior numero di docenti per il sostegno, ma tutto è rimasto confermato.

Non sono ancora noti i dati dell’anno scolastico in corso, ma, stando così le cose, quella percentuale di discontinuità per gli alunni con disabilità potrebbe avere già superato il 60%. E via così, “sempre più in alto!”… tra “miopia assunzionale” del Ministero dell’economia che costringe ad assumere e licenziare ogni anno, disinteresse a cambiare le ormai insostenibili regole di gestione delle supplenze, subalternità dei diritti degli studenti (anche se disabili), e rifiuto di considerare modelli alternativi (ad esempio quello recentemente avanzato sulla “cattedra inclusiva”).

Nota 5 febbraio 2024, AOODGSIP 400

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione Generale per lo Studente, l’inclusione e l’Orientamento Scolastico
Ufficio terzo

Agli Uffici Scolastici Regionali LORO SEDI
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Bolzano Bolzano
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Trento Trento
All’Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca Bolzano
All’Intendente Scolastico per la Scuola località Ladine Bolzano
Al Sovrintendente degli Studi per la Regione Valle D’Aosta Aosta

OGGETTO: Bandi di concorso della Croce Rossa Italiana: “ChangeYourself and Act” e “Tutti possono!”. Anno scolastico 2023-2024

Nota 5 febbraio 2024, AOODPIT 485

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione

Ai Dirigenti Scolastici delle Istituzioni scolastiche statali secondarie di secondo grado
Ai Direttori degli Uffici scolastici regionali LORO SEDI
pc Al Capo di Gabinetto SEDE

Oggetto: Occupazione delle istituzioni scolastiche

Scuola Futura

Arriva a Cagliari Scuola Futura, il campus itinerante del Ministero dell’Istruzione e del Merito sugli investimenti del Pnrr che toccherà tutte le regioni per coinvolgere le comunità scolastiche sui temi e sulle sfide del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per promuovere la formazione sulla didattica innovativa.

Da venerdì 2 a lunedì 5 febbraio più di 1500 studenti e docenti provenienti da circa 200 scuole di ogni regione d’Italia saranno coinvolti in attività formative che abbineranno ambiti come lo sport, il cibo e le nuove tecnologie digitali alle discipline scientifiche e tecnologiche. Oltre ai 15 laboratori di didattica per gli studenti delle scuole primarie e secondarie sono previsti numerosi percorsi formativi dedicati ai docenti, ai dirigenti e al personale scolastico.

L’iniziativa sarà l’occasione per il lancio ufficiale della settimana delle Stem (4 – 11 febbraio), acronimo che racchiude le discipline Science (Scienza), Technology (Tecnologia), Engineering (Ingegneria) e Mathematics (Matematica), il cui potenziamento è previsto dalla riforma del Pnrr e nelle linee guida del Mim.

L’apertura dei laboratori e delle attività di Scuola Futura si è tenuta oggi presso il Bastione Saint Remy, luogo simbolo di Cagliari ubicato nel cuore della città vecchia.

“Con Scuola Futura – afferma Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito – abbiamo inaugurato un viaggio che toccherà tutte le regioni d’Italia per valorizzare i tanti progetti Pnrr del Ministero e quello che stiamo facendo per la scuola: con la riforma dell’istruzione tecnica e professionale e il potenziamento delle materie Stem vogliamo garantire ai nostri ragazzi una formazione altamente qualificata, in linea con le esigenze richieste dalle imprese nelle varie aree del nostro Paese. Lunedì prossimo sarò a Cagliari per incontrare i tanti studenti, dirigenti, docenti e personale scolastico e illustrare gli interventi effettuati sul territorio grazie ai fondi Pnrr per la messa in sicurezza e l’efficientamento degli edifici, il potenziamento dell’offerta formativa (con la realizzazione di laboratori 4.0 e il maggiore utilizzo della didattica digitale integrata), il contrasto alla dispersione scolastica e l’erogazione di un numero sempre più alto di servizi. La Sardegna è una regione ricca di bellezza e dalle enormi potenzialità: una scuola di grande qualità può essere decisiva nel favorirne lo sviluppo”.

Il Ministro Valditara sarà a Cagliari lunedì 5 febbraio a partire dalle 13.15, per visitare Scuola Futura Campus e incontrare i tanti studenti, docenti, dirigenti e lavoratori della scuola lì presenti.

Programma