A SCUOLA SICUREZZA ANCORA LONTANA

A 15 MESI DALL’INIZIO DELLA PANDEMIA, A SCUOLA SICUREZZA ANCORA LONTANA

“Abbiamo sempre sostenuto, e continuiamo a sostenere, che l’unica vera scuola sia quella in presenza e che la Dad altro non sia che un surrogato a cui ricorrere in situazioni di emergenza. Ma dopo 15 mesi dall’inizio della pandemia, purtroppo dobbiamo prendere atto che le condizioni di sicurezza non sono mutate”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, interviene in merito alla questione del rientro in classe a settembre.

“La formazione delle classi e degli organici del personale docente segue sempre gli stessi criteri, il che determinerà anche per il prossimo anno scolastico il sovraffollamento delle aule. Il tema del trasporto pubblico resta un nodo intricato che ancora non si riesce a sciogliere, soprattutto nelle grandi città. E anche sul fronte dell’edilizia scolastica siamo fermi alle idee. Considerato lo scenario e i casi di variante Delta in aumento in particolar modo nella popolazione scolastica, che praticamente corrisponde a quella fascia di età non vaccinata, purtroppo il ritorno alla Dad non è un’ipotesi così peregrina”.

“Tifiamo sinceramente per l’ottimismo del generale Figliuolo sul raggiungimento dell’immunità di gregge a settembre – prosegue Di Meglio – ma se ciò non dovesse accadere, ci troveremmo nuovamente di fronte ad una situazione molto difficile. Basti pensare che le assunzioni in ruolo sicuramente non saranno sufficienti a coprire il fabbisogno di insegnanti e che attualmente si può contare soltanto su qualche vecchia graduatoria di merito ancora aperta, su qualche graduatoria a esaurimento per la quale si sta raschiando il fondo del barile, sul concorso straordinario, i cui magri esiti sono noti a tutti, e su quello Stem. Il Governo e i suoi autorevoli esponenti – conclude il coordinatore nazionale della Gilda – farebbero bene a non sbandierare la priorità della scuola per il Paese se poi alle buone intenzioni non seguono azioni concrete”.

Riapertura scuole, a settembre si continua con mascherine e distanziamento. Così il CTS

da OrizzonteScuola

Di redazione

Il Comitato Tecnico Scientifico, nella riunione del 25 giugno scorso, ha risposto ad alcune domande poste dal Ministero dell’Istruzione in vista della riapertura delle scuole prevista per settembre.

Il CTS ha confermato la linea già emersa nelle scorse settimane: si tornerà a scuola a scuola con la mascherina e rispettando il distanziamento; e vista l’incertezza dello scenario epidemiologico, vanno individuate già adesso le misure di massima da applicare per gli istituti a seconda che si trovino in zona bianca, gialla, arancione o rossa.

Le questioni relative alla scuola sono state affrontare nella riunione del 25 giugno scorso al termine della quale gli esperti hanno sottolineato che in linea generale “le misure da applicare per l’inizio dell’anno scolastico 2021-2022 dovrebbero essere le stesse previste all’inizio del precedente anno scolastico”.

Il Cts ricorda che, probabilmente, le vaccinazioni porteranno ad una riduzione della diffusione del virus e che l’immunizzazione del personale scolastico (che ad oggi è al 73% del totale, ndr) ridurrà ulteriormente i contagi nelle scuole.

Nonostante questo, al momento, non è possibile, dicono gli esperti, prevedere quanti minori saranno stati vaccinati a settembre.


A settembre a scuola ancora con DaD e doppi turni: altro che ritorno alla normalità

da La Tecnica della Scuola

Altro che ritorno a scuola nella normalità: a settembre dobbiamo aspettarci una ripresa delle lezioni con le stesse misure restrittive adottate nell’anno scolastico 2020/21. Alunni, docenti e personale gireranno per corridoi e classi con le mascherine rigorosamente indossate e siccome si continuerà a mantenere il distanziamento sarà inevitabile che nelle classi con un alto numero di studenti (in primis i licei dei grandi centri) torneranno pure la didattica a distanza e le entrate scaglionate. A chiedere di predisporre queste condizioni sin da adesso è stato lo stesso Cts nella riunione di qualche giorno fa, quando ha annunciato che vanno individuate già ora le misure di massima da applicare per gli istituti scolastici a seconda che si trovino in zona bianca, gialla, arancione o rossa. Questo significa che le scuole superiori di una regione che dovesse diventare “gialla” potrebbero ritrovarsi con metà studenti in presenza e metà in DaD. Mentre non è da escludere che in una grande città come Roma, Milano, Napoli o Palermo, seppure “bianca”, possano essere mantenute le entrate e le uscite degli studenti separate già dal primo giorno di scuola, con metà classe ad esempio che inizierà le lezioni alle 8 e l’altra metà alle 10, e le uscite di conseguenza sfalsate di due ore. Si tornerebbe, quindi, ai cosiddetti doppi turni, con i tanti problemi di gestione per chi finisce scuola nel pomeriggio.

Pochi immunizzati tra i giovani

Ora, è vero che i numeri sulle infezioni da Covid sono in netto miglioramento: appena 12 vittime e 808 positivi nelle ultime 24 ore, rispetto ai 22 morti ed ai 932 contagiati del giorno precedente. Inoltre, si registra una flessione dei ricoveri in terapia intensiva che scendono sotto quota 200. E sono cinque – più la Provincia di Bolzano – le regioni senza alcun paziente in rianimazione per il Covid: Umbria, Basilicata, Molise, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia.

Ma è altrettanto vero che i numeri sui vaccinati sono impietosi: ad oggi, tra i 12 e i 16 anni gli immunizzati sono appena 136mila (il 2,94%), mentre quelli che hanno fatto la prima dose sono 746.702 (il 16,14%).

Ed è tutto dire che i 18-19enni che hanno fatto la doppia dose, tutti maturandi, sono praticamente tutti già usciti dal sistema scolastico.

Vaccinazioni a rilento

Ora, più di qualcuno ha detto che mancano più di due mesi all’inizio della scuola e a settembre il quadro sarà ben diverso. Il problema è che le ultime indicazioni farmacologiche sconsigliano Astrazeneca e Johnson&Johnson per tutti gli under 60, quindi pure per i giovanissimi. E questo sta rallentando non poco le vaccinazioni delle altre categorie: basta dire che sono ancora da vaccinare con la prima dose oltre due milioni e mezzo di over 60.

Tra no vax, eterni indecisi e impossibilitati a recarsi presso gli hub, non hanno fatto nemmeno una vaccinazione il 2,87% degli over 90, il 6,7% della fascia 80-89 anni, il 12% di quella 70-79 e il 17,79% di quella tra i 60 ed i 69 anni.

In queste condizioni, anche se il commissario per l’emergenza, il generale Francesco Figliuolo, ha detto che si farà di tutto per arrivare alla conclusione della campagna entro settembre ed il raggiungimento dell’immunità di gregge, con la copertura dell’80% della popolazione vaccinabile, la tempistica per la vaccinazione dei più giovani subirà inevitabili rallentamenti.

Gli esempi di Puglia e Lazio

Proprio oggi, l’assessore alla Sanità della Regione Puglia, Pierluigi Lopalco, ha detto che “la vaccinazione a tutti gli studenti” si potrà svolgere solo a partire dal 23 agosto.

Nel Lazio la mancanza di circa 100 mila dosi di Pfizer ha prodotto lo stop delle prenotazioni per gli over 17 ed il posticipo della campagna programmata per tutti i ragazzi tra i 12 e 16 anni.

I timori di politici e virologi

Intanto, se fonti del governo minimizzano e fanno sapere che la campagna “procede regolarmente secondo programma”, il ministro della Salute, Roberto Speranza, invita tuttavia alla prudenza: “non dobbiamo assolutamente considerare vinta questa sfida, la partita è ancora tutta da giocare e l’epidemia non è chiusa”.

Il virologo Carlo Federico Perno, direttore dell’Unità di microbiologia dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma spiega perché: “Se l’estate sarà un tana libera tutti come l’anno scorso, accoppiata al rallentamento della campagna vaccinale e a un’espansione della Delta, mi aspetto che in autunno avremo una recrudescenza di infezione”. Ecco perché a settembre le scuole riapriranno con le stesse regole anti-Covid con cui si sono chiuse.


Assegnazioni provvisorie, si procede d’ufficio entro il 9 agosto

da La Tecnica della Scuola

Domani 5 luglio 2021 entro le 23:59 si chiude con la possibilità di presentare domande di utilizzazione e assegnazioni provvisorie per l’anno scolastico 2021/2022.

Si procede d’ufficio entro 9 agosto

Nella nota ministeriale n.18372 del 14 giugno 2021 si ricorda, tra le altre cose, che tutte le operazioni di utilizzazione e assegnazione provvisoria ai sensi dell’articolo 19 del CCNI dovranno svolgersi entro la data del 9 agosto p.v. indicata nel cronoprogramma condiviso con i sindacati, al fine di consentire il corretto avvio del prossimo anno scolastico. Gli altri anni le operazioni di mobilità annuale terminavano entro il 31 agosto, quest’anno si anticipa tutto prima di Ferragosto.

Graduatorie entro luglio

Dal prossimo giovedì 8 luglio saranno rese disponibili, all’interno del portale SIDI, nel menù “Gestione Anno Scolastico – Gestione Mobilità in Organico di Fatto Personale docente” le funzioni
per la gestione e la valutazione delle domande di utilizzazione ed assegnazione provvisoria del personale docente. Tali funzioni, disponibili agli utenti degli Uffici Scolastici Territoriali,
consentiranno inoltre di scaricare elenchi e reportistica di supporto allo svolgimento del procedimento amministrativo.

Per quanto suddetto le graduatorie di utilizzazioni e assegnazioni provvisorie saranno pubblicate entro l’ultima decade del mese di luglio e, tenendo conto dei tempi brevi dei reclami ( entro i 5 giorni dalla pubblicazione delle graduatorie), nella prima settimana di agosto saranno pubblicate le graduatorie definitive delle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie.

Nomine d’ufficio

Gli uffici scolastici provinciali andranno ad assegnare le sedi, sia per le utilizzazioni e assegnazioni provvisorie, nei giorni prima di Ferragosto. Tutto questo nel tentativo di rispettare il cronoprogramma imposto dal Ministero. Comunque le operazioni saranno concluse entro il mese di agosto come previsto dall’art.19 del CCNI utilizzazioni 2019-2022.

A settembre mascherina e distanziamento obbligatori a scuola come nel 2020, Cts: green pass impraticabile

da La Tecnica della Scuola

L’immunità di gregge rispetto al Covid è purtroppo ancora lontana, così nei luoghi chiusi prosegue la linea della massima cautela. Anche a scuola. Lo ha confermato il Comitato tecnico scientifico: rispondendo ad una serie di quesiti posti dal ministero dell’Istruzione per programmare l’inizio del prossimo anno scolastico, il Cts ha detto chiaramente che a settembre, poiché non potremo sapere quante persone saranno vaccinate, si tornerà a scuola con la mascherina e rispettando il distanziamento. Inoltre alla luce dell’incertezza dello scenario epidemiologico, considerando anche che la variante Delta sembrerebbe trovare terreno fertile soprattutto tra i giovani, gli esperti hanno annunciato che vanno individuate già adesso le misure di massima da applicare per gli istituti scolastici a seconda che si trovino in zona bianca, gialla, arancione o rossa.

Stesse misure dell’anno scorso

Il problema della sicurezza riguardante la scuola, secondo quanto hanno appreso le agenzie di stampa, è stato affrontato nella riunione del 25 giugno scorso: in quell’occasione gli esperti hanno sottolineato che in sostanzialmente “le misure da applicare per l’inizio dell’anno scolastico 2021-2022 dovrebbero essere le stesse previste all’inizio del precedente anno scolastico“.

La decisione è stata presa nonostante il Comitato tecnico scientifico sia ottimista sul fatto che probabilmente le vaccinazioni porteranno ad una riduzione della diffusione del virus e che l’immunizzazione del personale scolastico (che ad oggi è al 73% del totale, con oltre 200 mila dipendenti della scuola che non si sono sottoposti nemmeno alla prima dose, n.d.r.) ridurrà ulteriormente i contagi nelle scuole.

Green passa a scuola? No per privacy e non obbligo

Lo stesso Cts ritiene però anche che al momento, pur con i dati della pandemia in sensibile calo, non è possibile prevedere quanti minori saranno stati vaccinati a settembre.

Nel parere, infine, il Cts ritiene “non plausibile” l’utilizzo del green pass in ambito scolastico: per questioni di privacy e perché non esiste l’obbligo vaccinale. Un decisione che va lasciata alla libera volontà e non si può dunque imporre.

Vaccini obbligatori per gli studenti? Cts: è difficile, pensiamo ora a fare doppia dose a tutti i docenti e Ata

da La Tecnica della Scuola

Hanno lasciato il segno le dichiarazioni rilasciate nel week end dall’assessore alla Sanità Raffaele Donini che sul ricorso all’obbligo del vaccino anti-Covid tra gli studenti, avrebbe auspicato provvedimenti “di quarantene e di Dad per gli allievi non vaccinati”, salvo poi specificare che si tratterebbe di un provvedimento necessario solo in presenza di “focolai nelle scuole” e comunque attivabile esclusivamente dalle “autorità sanitarie nazionali”. Una posizione che ha fatto riscontrare un certo scetticismo tra i sindacati. E anche da parte degli esperti, per i quali la strada della vaccinazione allargata il più possibile rimane sì la più importante da percorrere, ma l’imposizione agli studenti appare difficile da praticare. A pensarla così è anche Fabio Ciciliano, membro del Comitato tecnico scientifico: dopo avere dichiarato all’Ansa che per evitare che a settembre ci si ritrovi con il rischio Dad bisogna cercare di “immunizzare quanti più adulti e ragazzi possibile”, Ciciliano ha specificato che la vaccinazione obbligatoria per gli studenti, “è possibile ma la vedo molto difficile”.

Le dosi sperimentate, ha anche sottolineato il membro del Cts, riguardano le fasce giovanili solo a partire dei 12 anni: “I professori e il personale scolastico per settembre saranno tutti vaccinati, mentre per gli studenti c’è il problema della fascia 0-12 anni per i quali non c’è un vaccino autorizzato”, ha detto l’esperto del Cts.

Docenti e Ata, 10-20% non ha fatto la prima dose

Nel Comitato tecnico scientifico, tuttavia, forse non hanno ben chiaro che una percentuale non proprio residuale dei docenti e del personale Ata continua ad avere forti dubbi rispetto alla somministrazione del vaccino sul proprio corpo: attualmente, oltre 200 mila dipendenti della scuola non si sono sottoposti nemmeno alla prima dose.

Inoltre, sin dall’inizio della campagna vaccinale, La Tecnica della Scuola ha stimato che il 10-20% di personale che non avrebbe intenzione di farsi inoculare nemmeno una dose di siero anti-Covid. I dubbiosi sono anche aumentati dopo i casi, seppure rari, di persone che hanno palesato effetti collaterali pesanti, a volte fatali.

Tanto che non pochi prof, amministrativi e collaboratori scolastici si sono tirati indietro dopo avere prenotato la loro vaccinazione.

L’immunità di gregge è lontana

“Dobbiamo fare in modo – ha continuato – di arrivare all’immunità di gregge, che ricordo equivale all’80% della popolazione, non della popolazione vaccinabile. Dunque è necessario spingere ancora sull’immunizzazione degli anziani, degli adulti e anche dei ragazzi dai 12 ai 18 anni”.

Quindi, Ciciliano ha concluso: “Si può pure pensare di rendere obbligatorio” il vaccino per gli studenti, sottolinea, “ma credo sia un percorso difficilmente realizzabile visti i tempi stretti ed essendo necessaria una volontà politica chiara e un percorso parlamentare ben definito”.

Per Figliuolo è importante

Su questo punto, è importante ricordare che la variante Delta che sembrerebbe trovare terreno fertile soprattutto tra i giovani.

ùTanto che lo stesso commissario straordinario all’emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, ha detto che occorre “fare in modo che quando si arriverà all’apertura dell’anno scolastico la maggior parte” dei ragazzi venga “messa in sicurezza: ma questo – ha sottolineato il militare – deve nascere oltre che dalle dosi anche da un convincimento dei ragazzi (over 12 ndr) e dei genitori che vaccinarsi è importante, è utile ed è importantissimo per ripartire in maggior sicurezza”.

In Puglia over 12 da vaccinare a fine agosto

Sui vaccini anti Covid, nel frattempo, le regioni si stanno muovendo nel rispetto delle regole. Dovendo anche fare i conti con la riduzione delle dosi consegnate: sempre all’Ansa l’assessore alla Sanità della Regione Puglia, Pierluigi Lopalco, ha detto che “la vaccinazione a tutti gli studenti” si potrà svolgere partire dal 23 agosto, come da Piano originario.

La Puglia a luglio riceverà circa 432 mila dosi Pfizer in meno: per questo motivo la Regione ha deciso di far slittare, a data da destinarsi, le prime dosi per gli under 50 e dare precedenza ai richiami e alle vaccinazioni degli over 50: dal 5 luglio, le agende di prenotazione saranno temporaneamente chiuse.

Tuttavia, ha sottolineato Lopalco, “non abbiamo necessità di modificare i piani della seconda metà di agosto”.

Intanto, giungono rassicurazioni scientifiche sull’efficacia del vaccino contro il Covid. Anche in mancanza di effetti collaterali visibili: secondo uno studio del Dipartimento della Difesa statunitense non vi sarebbe relazione fra la comparsa di risposte del fisico e quella immunitaria.

Pfizer efficace pure senza effetti collaterali

Lo studio è stato condotto su 206 dipendenti del Walter Reed National Military Medical Center di età media 41 anni, tutti vaccinati con due dosi di Pfizer, di cui sono stati verificati gli effetti collaterali dopo la somministrazione e l’andamento del valore degli anticorpi del sangue circa 40 giorni dopo la seconda dose.

“Non abbiamo trovato nessuna correlazione tra la severità dei sintomi e il livello di anticorpi – scrivono gli autori -. Questo dovrebbe rassicurare le persone che una mancanza di effetti collaterali non significa che il vaccino non sta funzionando come dovrebbe”.

L’effetto più comune riportato è stato il dolore al braccio, lamentato dal 91% delle persone dopo la prima dose e dall’82% dopo la seconda.

La stanchezza è stata invece denunciata dal 42% dei soggetti dopo la prima dose e dal 62% dopo la seconda mentre i dolori muscolari dal 28% dopo una iniezione e dal 52% dopo due.

I sintomi sono risultati più frequenti nelle donne, nei soggetti più giovani e in quelli con un indice di massa corporea più basso.