DS: libera professione ed iscrizione Ordini professionali

Dirigenti scolastici: esercizio della libera professione ed iscrizione agli Ordini professionali

di Leon Zingales e Dario Tumminelli

Riferimenti normativi

Il punto di riferimento normativo per trattare la materia sulla possibilità dell’esercizio della libera professione, per qualsiasi dipendente della P.A., è il mai abrogato Decreto del Presidente della Repubblica 10 gennaio 1957, n. 3 “Testo unico delle disposizioni concernenti lo statuto degli impiegati civili dello Stato”.

Art. 60 del DPR 3/1957 <<L’impiegato non può esercitare il commercio, l’industria, ne alcuna professione o assumere impieghi alle dipendenze di privati o accettare cariche in società costituite a fine di lucro, tranne che si tratti di cariche in società o enti per le quali la nomina è riservata allo Stato e sia all’uopo intervenuta l’autorizzazione del Ministro competente.>>

Il D.Lgs.165/01, richiamando il DPR 3/1957, prevede dei regimi derogatori speciali.

Art. 53 D.lgs. 165/01 –  Incompatibilità, cumulo di impieghi e incarichi. c.1 <<Resta ferma per tutti i dipendenti pubblici la disciplina delle incompatibilità dettata dagli articoli 60 e seguenti del testo unico approvato con D.P.R. 10 gennaio 1957, n. 3, salva la deroga prevista dall’articolo 23-bis del presente decreto, nonché, per i rapporti di lavoro a tempo parziale, dall’articolo 6, comma 2, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 17 marzo 1989, n. 117 e dall’articolo 1, commi 57 e seguenti della legge 23 dicembre 1996, n. 662. Restano ferme altresì le disposizioni di cui agli articoli 267, comma 1, 273, 274, 508 nonché 676 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, all’articolo 9, commi 1 e 2, della legge 23 dicembre 1992, n. 498, all’articolo 4, comma 7, della legge 30 dicembre 1991, n. 412, ed ogni altra successiva modificazione ed integrazione della relativa disciplina.>>

Tra le deroghe specifiche, è opportuno sottolineare l’art. 508 del Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297 “Testo Unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado” che concerne il personale docente

Art. 508 D.Lgs. 297/94 – Incompatibilità c.15 <<Al personale docente è consentito, previa autorizzazione del direttore didattico o del preside, l’esercizio di libere professioni che non siano di pregiudizio all’assolvimento di tutte le attività inerenti alla funzione docente e siano compatibili con l’orario di insegnamento e di servizio.>>

Nell’ambito dei regimi derogatori, non è previsto alcuna eccezione per quanto riguarda i Dirigenti scolastici. Ergo, il Dirigente scolastico non può esercitare la libera professione, senza alcuna possibilità di interpretazione della norma. Ovviamente al Dirigente scolastico si applica comunque la deroga prevista dall’art. 53 c.6 del D.Lgs.165/01 che esclude, dalle incompatibilità, talune attività con i relativi compensi.

Art. 53 c.6 D.Lgs.165/01 <<I commi da 7 a 13 del presente articolo si applicano ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, compresi quelli di cui all’articolo 3, con esclusione dei dipendenti con rapporto di lavoro a tempo parziale con prestazione lavorativa non superiore al cinquanta per cento di quella a tempo pieno, dei docenti universitari a tempo definito e delle altre categorie di dipendenti pubblici ai quali è consentito da disposizioni speciali lo svolgimento di attività libero-professionali. Gli incarichi retribuiti, di cui ai commi seguenti, sono tutti gli incarichi, anche occasionali, non compresi nei compiti e doveri di ufficio, per i quali è previsto, sotto qualsiasi forma, un compenso. Sono esclusi i compensi derivanti: a) dalla collaborazione a giornali, riviste, enciclopedie e simili; b) dalla utilizzazione economica da parte dell’autore o inventore di opere dell’ingegno e di invenzioni industriali; c) dalla partecipazione a convegni e seminari; d) da incarichi per i quali è corrisposto solo il rimborso delle spese documentate; e) da incarichi per lo svolgimento dei quali il dipendente è posto in posizione di aspettativa, di comando o fuori ruolo; f) da incarichi conferiti dalle organizzazioni sindacali a dipendenti presso le stesse distaccati o in aspettativa non retribuita; f-bis) da attività di formazione diretta ai dipendenti della pubblica amministrazione.>>

Cancellazione dall’albo

Fermo restando l’impossibilità dell’esercizio della libera professione, la Pubblica Amministrazione non può imporre l’obbligo di cancellazione dall’Albo relativo all’Ordine di appartenenza. Viceversa, tale cancellazione può essere necessaria in relazione alla normativa ovvero ai regolamenti vigenti per ogni singolo Ordine professionale.

Relativamente alla cancellazione dall’Albo, non vi è una regola generale, ma dipende dall’Ordine professionale considerato.

A titolo d’esempio, si approfondisce la materia riportando quanto previsto nei relativi Regolamenti di iscrizione e/o Ordinamento della professione: dall’Ordine degli Ingegneri (ove il Dirigente scolastico può continuare ad essere iscritto), dall’Ordine degli Psicologi ovvero Albo degli dottori agronomi ed i dottori forestali (ove il Dirigente può continuare ad essere iscritto, ma viene riportata menzione all’albo che l’esercizio è precluso), cosiddetta “annotazione a margine”, e dall’Ordine degli Avvocati (ove è necessaria la cancellazione, in quanto la permanenza nell’Albo è vincolata all’esercizio della professione in modo effettivo, continuativo, abituale e prevalente).

Approfondimento – Albo degli Ingegneri: non obbligo di cancellazione Tenuto conto del Regio Decreto n. 2537 del 23 ottobre 1925, della Legge n. 897 del 25 aprile 1938, e del D.P.R. n. 328 del 5 giugno 2001, con parere del Consiglio Nazionale degli Ingegneri (22/01/2021, n. 524), si è evidenziato che  dipendenti pubblici non hanno alcuna incompatibilità con l’iscrizione all’albo di categoria, a prescindere dall’esercizio effettivo dell’attività professionale. Si riporta infatti la sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite, 1/12/1987 n. 8897 che specifica come “l’iscrizione all’albo professionale costituisce, per il soggetto in possesso di tutti i requisiti previsti dalla legge, un diritto soggettivo perfetto e che il professionista, ove sia pubblico dipendente, non può esercitare la libera professione”. Di conseguenza, il Dirigente scolastico, pur non potendo svolgere alcuna attività professionale per incompatibilità, può tranquillamente continuare a rimanere iscritto all’Albo.
Approfondimento – Albo degli Psicologi: non obbligo di cancellazione, ma annotazione nell’Albo In base all’articolo 11 della “Legge Ossicini” – Legge n. 56 del 18 Febbraio 1989 “Ordinamento della professione di Psicologo” – la cancellazione dall’Albo può avvenire in 3 casi differenti: se vi è rinuncia da parte dello stesso iscritto;se la libera professione viene esercitata in situazioni di incompatibilità;se viene a mancare uno dei requisiti obbligatori per l’iscrizione (per esempio, si subisce una condanna penale per reati che comportano l’interdizione dalla professione). Sono rilevanti il c.2 ed il c.3 dell’art.8 della Legge n. 56/1989. 2.  I pubblici impiegati debbono, inoltre, provare se è loro consentito l’esercizio della libera professione. 3.  Ove tale esercizio sia precluso, ne viene riportata sull’albo annotazione con la relativa motivazione. Di conseguenza, non è automatica la cancellazione dall’Albo per il Dirigente scolastico. Infatti, ai sensi dell’art. 8 della suddetta legge, può continuare a mantenere iscrizione ma, poiché  l’esercizio è precluso, ne viene riportata sull’albo annotazione con la relativa motivazione.
Approfondimento – Albo degli dottori agronomi ed i dottori forestali: non obbligo di cancellazione, ma annotazione nell’Albo Regolamento di Esecuzione della Legge 7 Gennaio 1976, n. 3, sull’ordinamento della professione di Dottore Agronomo di Dottore Forestale <<Art. 1 Pubblici dipendenti iscritti nell’albo con annotazione a margine Art. 2 I dottori agronomi ed i dottori forestali impiegati dello Stato e di altre pubbliche amministrazioni ai quali, secondo gli ordinamenti loro applicabili, sia di norma vietato l’esercizio della libera professione e che pertanto – ai sensi dell’art. 3 della legge 7 gennaio 1976, n. 3 – possono iscriversi all’albo con annotazione a margine, debbono depositare presso la segreteria dell’ordine, per ogni singolo incarico, la relativa autorizzazione rilasciata dall’amministrazione di appartenenza. Per ogni incarico autorizzato, il consiglio dell’ordine consegna all’interessato il timbro professionale che deve essere restituito all’espletamento dell’incarico stesso.>>   Ordinamento della Professione di Dottore Agronomo e Di Dottore Forestale Legge 7 Gennaio 1976, n. 3 (Modificata con Legge 10 Febbraio 1992, n. 152)   <<Art. 1 Titoli di dottore agronomo e di dottore forestale. I titoli di dottore agronomo e di dottore forestale, al fine dell’esercizio delle attività di cui all’articolo 2, spettano a coloro che abbiano conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione e siano iscritti in un albo a norma del successivo articolo 3. Art. 3 c. 2 Per l’esercizio delle attività professionali di cui all’articolo 2 è obbligatoria l’iscrizione all’albo, sia che l’esercizio stesso avvenga in forma autonoma che con rapporto di impiego o collaborazione a qualsiasi titolo. c. 3 I dottori agronomi ed i dottori forestali dipendenti dello Stato o di altra pubblica amministrazione quando esercitano la loro attività professionale nell’esclusivo interesse dello Stato o della pubblica amministrazione non necessitano di iscrizione all’albo. c. 4 I dottori agronomi ed i dottori forestali dipendenti dello Stato o di altra pubblica amministrazione possono, a loro richiesta, essere iscritti all’albo. Nei casi in cui, secondo gli ordinamenti loro applicabili, è vietato di norma l’esercizio della libera professione, l’iscrizione avviene con annotazione a margine attestante il loro stato giuridico-professionale. Questi iscritti non possono esercitare la libera professione, salvi i casi previsti dagli ordinamenti loro applicabili.>>  
Approfondimento – Albo degli Avvocati: Obbligo di cancellazione Con il Decreto del 16 agosto 2016 n. 178 viene pubblicato il regolamento recante le disposizioni per la tenuta e l’aggiornamento di albi, elenchi e registri da parte dei Consigli dell’ordine degli avvocati, nonché in materia di modalità di iscrizione e trasferimento, casi di cancellazione, impugnazioni dei provvedimenti adottati in tema dai medesimi Consigli dell’ordine, ai sensi dell’articolo 15, comma 2, della legge 31 dicembre 2012, n. 247. Ai sensi dell’art. 21 della Legge n. 247/212 “La permanenza dell’iscrizione all’albo è subordinata all’esercizio della professione in modo effettivo, continuativo, abituale e prevalente”. Di conseguenza il Dirigente scolastico, non potendo verificare il suddetto requisito per l’incompatibilità di esercizio della professione, ha l’obbligo di cancellazione dall’Albo.

Bibliografia

  • DPR 10 gennaio 1957, n. 3 “Testo unico delle disposizioni concernenti lo statuto degli impiegati civili dello Stato”;
  • D.Lgs. 30 marzo 201, n. 165 “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”;
  • D.Lgs. 16 aprile 1994, n. 297 “Testo Unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado”;
  • Regio Decreto n. 2537 del 23 ottobre 1925;
  • Legge n. 897 del 25 aprile 1938;
  • D.P.R. n. 328 del 5 giugno 2001;
  • Parere del Consiglio Nazionale degli Ingegneri (22/01/2021, n. 524);
  • Sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite, 1/12/1987 n. 8897;
  • Legge n. 56 del 18 Febbraio 1989 “Ordinamento della professione di Psicologo“;
  • Decreto del 16 agosto 2016 n. 178;
  • Legge 31 dicembre 2012 n. 247, “Nuova disciplina dell’ordinamento della professione forense”;
  • Legge 25 Aprile 1938, n. 897 “Obbligatorietà dell’iscrizione negli Albi Professionali”;
  • Legge 7 Gennaio 1976, n. 3, sull’ordinamento della professione di Dottore Agronomo di Dottore Forestale.

E. Brizzi, Una notte sull’Alpe della Luna

Enrico Brizzi fra i nuovi scrittori

di Antonio Stanca

Enrico Brizzi è nato a Bologna nel 1974, ha quarantasette anni e in tanti modi, in tanti sensi, oltre che nella narrativa, si è applicato. In verità diffusa è oggi tra i nuovi scrittori la tendenza ad interessi estesi, a dedicarsi a molte attività, a non fare della narrativa la sola o la più importante. I giornali, la radio, la televisione, il cinema quando non la musica, la grafica, sembrano diventati aspetti necessari della loro vita, della loro opera, sembrano la loro premessa inevitabile, la loro incubazione. Si diventa, oggi, scrittori quasi sempre dopo essere stati giornalisti, autori di programmi radiofonici, televisivi, musicali, sceneggiatori, aiuto registi. E, in genere, si continua a fare tutto questo anche quando scrittori si è già, anche quando per la scrittura manca il tempo necessario a rivederla, migliorarla. Non esiste più, d’altronde, un pubblico particolarmente esigente. Perciò, tranne che per pochi casi, di veri scrittori è diventato sempre più difficile parlare. Si è formata, invece, una lunga serie di “altri” scrittori tra i quali rientra Enrico Brizzi. A Bologna ha studiato e si è laureato in Scienze della Comunicazione. Umberto Eco è stato il suo professore di Semiotica. Quando aveva ventanni, nel 1994, ha esordito nella narrativa col romanzo Jack Frusciante è uscito dal gruppo, opera riuscita nella quale ripercorre la sua situazione in famiglia, il suo rapporto con gli amici e mostra quei segni di polemica, di rifiuto nei riguardi degli ambienti convenzionali, delle regole costituite che saranno una nota ricorrente nei suoi romanzi e racconti. Ci sarà pure l’altra dei grandi viaggi a piedi, delle grandi traversate e anche questa rientrerà nei suoi modi di vivere, quello di camminare. Ad un certo punto comparirà la vena fantastorica, poi quella politica, quella sportiva, quella noir e non sarà più possibile ricondurre l’autore a delle linee uniche. Lo si dovrà seguire e spiegare di volta in volta.

   Tra i lavori impegnati a dire del dissenso del Brizzi nei riguardi della vita, della modernità, della sua volontà di fuggire, evadere, rientra Una notte sull’Alpe della Luna, breve romanzo che risale al 2019 e che quest’anno è stato ristampato dal Gruppo Editoriale GEDI. Si dice di tre ragazzi di città, in uno dei quali è possibile riconoscere l’autore, che dopo la maturità decidono di compiere un’impresa insolita e piuttosto rischiosa, partire da Arezzo con una vecchia Renault e raggiungere Rimini attraverso l’Appennino tosco-emiliano. Avevano portato con loro una tenda e quant’altro pensavano potesse servire per un’impresa che credevano di compiere in tre giorni. I tempi diventeranno più lunghi, le montagne, i boschi riserveranno loro, che non erano preparati, molte sorprese, molti pericoli, molte paure. Brando, il capogruppo, si mostrerà coraggioso ma non al punto da annullare quello stato di tensione, di allarme che tante volte si creerà. Persa la macchina dovranno procedere a piedi e tutto diventerà più complicato. La stanchezza, il sonno, la fame saranno costanti, percorreranno strade sconosciute, si ritroveranno molte volte soli, vivranno notti di ansia, attraverseranno monti, boschi, fiumi, vallate, paesi, villaggi, conosceranno quanto era rimasto loro sconosciuto pur se vi abitavano vicino. Non riusciranno a credere ma ce la faranno e migliori, più forti usciranno da quella esperienza. Il loro rapporto diventerà più vicino, più intimo, scopriranno parti di loro che non conoscevano, non vorranno più separarsi e si riprometteranno di non perdersi mai di vista, di sentirsi sempre anche se la vita dovesse destinarli lontani l’uno dall’altro.

   Positivo è il risultato finale e lo scrittore insiste a metterlo in evidenza. Insiste a far sapere come anche tre ragazzi tra i tanti, senza doti particolari, possano superare molti ostacoli, scoprire valori morali, spirituali dei quali nemmeno sospettavano e farli valere per sempre.

   Desta è in molta scrittura del Brizzi l’attenzione per quanto avviene nel mondo dei giovani e stavolta è emersa in modo particolare.

Sostegni bis, costi per l’edilizia e 400 milioni per evitare la Dad

da Il Sole 24 Ore

di Eugenio Bruno e Claudio Tucci

Da un lato c’è la variante Delta che rischia di far aumentare i contagi. Dall’altro lato c’è la campagna di vaccinazione degli studenti ancora tutta da pianificare e ci sono ancora 215mila unità tra docenti e personale tecnico-amministrativo non immunizzate, e quindi da convincere, come ha detto ieri il commissario Figliuolo. Ma il governo spinge per la ripartenza in presenza, in sicurezza, della scuola a settembre e tra gli emendamenti in procinto di essere approvati nelle prossime ore al decreto Sostegni bis stanzia altri 400 milioni per rinnovare, anche nel 2021-2022, l’organico aggiuntivo Covid. Secondo le primissime stime, si tratta di 60-70mila tra insegnanti e Ata, in più, da assumere a tempo determinato dall’avvio delle lezioni e fino al 31 dicembre. Poi con la legge di bilancio autunnale e in base all’andamento epidemiologico si vedrà se proseguire o no.

I prof aggiuntivi (40mila si stima) dovranno essere utilizzati per attività di recupero degli apprendimenti persi in questo anno e mezzo di eccesso di Dad, ed essere a disposizione dei presidi per garantire il rispetto delle regole sanitarie, che, con ogni probabilità, saranno mantenuto a settembre (in primis, distanziamento e mascherine). Anche per smistare le classi e, dunque, ridurre al minimo l’impatto della Dad. Il personale Ata dovrà invece servire soprattutto per le attività di sanificazione.

Ma le novità del Dl Sostegni-bis alla voce scuola non finiscono qui.Oltre a una precisazione delle voci per cui si potranno spendere i 350milioni già previsti dal testo originario per acquisto di beni e servizi anti-Covid (non solo mascherine e impianti di sanificazione ma anche pareti mobili, piccoli interventi edilizi di adattamento delle strutture e infrastruttura impiantistica e tecnologica per consentire anche soluzioni di didattica a distanza) uno degli emendamenti riformulati e al vaglio della commissione rinnova il tavolo con i prefetti per far quadrare corse dei mezzi e orari di ingresso e uscita nelle classi, già previsto (per la verità con alterne fortune) quest’anno e in scadenza al luglio con tanto di potere sostitutivo delle Regioni in caso di inadempienza. Perché è evidente che insieme ai vaccini e agli spazi i trasporti rappresentano ancora un altro elemento cruciale per la riapertura di settembre.

Nel pacchetto dei correttivi riformulati su cui governo e maggioranza hanno trovato l’intesa c’è anche la norma che prova salvare dal default oltre 800 comuni. Per questi municipi si prevede la possibilità di ripianare l’extra-deficit in 10 anni anche grazie alle risorse aggiuntive salite ora a 160 milioni, che si vanno a sommare ai 500 milioni già stanziati dal Sostegni bis.

Altro tema atteso e che sarà messo al voto oggi in commissione Bilancio è quello della revisione dei prezzi dei materiali in edilizia nei contratti pubblici. Come anticipato su queste pagine per i contratti in corso di esecuzione alla data di entrata in vigore della nuova norma (25 luglio prossimo) il ministero delle Infrastrutture dovrà rilevare le oscillazioni in aumento o in diminuzione dell’8% relative al primo semestre del 2021 dei singoli prezzi dei materiali. Per le variazioni in aumento, a pena di decadenza, l’appaltatore dovrà presentare alla stazione appaltante domanda di compensazione entro 15 giorni dalla pubblicazione decreto ministeriale sulle oscillazione dei prezzi.

La riformulazione da parte del governo di un emendamento del deputato M5S Luca Carabetta riapre alla possibilità per le startup innovative di costituirsi online, dopo la bocciatura del Consiglio di Stato. Prevista anche la sanatoria per le 3.500 startup costituitesi con modalità digitale prima della sentenza del Consiglio di Stato: dovranno passare dal notaio, nelle more dell’emanazione del decreto, solo per modifiche dell’atto costitutivo o dello statuto.


Figliuolo: dobbiamo convincere 215mila docenti a vaccinarsi

da Il Sole 24 Ore

di Marzio Bartoloni e Marco Ludovico

Missione vaccini a scuola con la massima velocità. Il tema è diventato prioritario. «Dobbiamo cercare di convincere quei 215mila insegnanti e speriamo di arrivare almeno a 180-190mila vaccinati. Questo – ha sottolineato il commissario all’emergenza Francesco Figliuolo in visita all’hub vaccinale dell’Acea – ci permetterà di arrivare in sicurezza all’apertura delle scuole. Insegnanti e studenti, questi ultimi con la percentuale minore di vaccinazioni. L’urgenza di accelerare sulla scuola non arriva soltanto dal generale Figliuolo. «Dobbiamo tornare in presenza e stiamo tutti lavorando per questo – sottolinea il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi – abbiamo come obiettivo la presenza e dall’altra parte il fatto che siano tutti vaccinati». Sottolinea il ministro degli Affari Regionali Mariastella Gelmini a Radio24-IlSole24Ore: «Garantiremo l’avvio della scuola in sicurezza, i ministri Bianchi e Giovannini stanno lavorando, sto creando una sinergia molto forte con la Conferenza Stato Regioni». Al Cts-comitato tecnico scientifico del dicastero della Salute guidato da Roberto Speranza, la questione è sul tavolo. Compresa l’ipotesi, in via di sviluppo ma da consolidare e confermare, sull’obbligo di vaccinazione per studenti e insegnanti. Decisione politica ma con precedenti: chi accede alla scuola primaria deve fare una serie di vaccini; il personale sanitario è stato obbligato a fare la vaccinazione anti Covid-19. Già la politica è in fibrillazione. Enrico Letta (Pd) considera «non sbagliato» parlare di obbligo. Replica Giorgia Meloni (Fdi). «Stiamo scherzando? Ricordo a questa sinistra in preda a deliri d’onnipotenza che l’obbligo vaccinale non è previsto dalla nostra Costituzione e che l’Italia non è un regime totalitario».

La pressione sui vaccini per il mondo scolastico è comunque generalizzata: «Andremo casa per casa con unità mobili di personale sanitario e cercheremo di convincere tutti» ha spiegato la vicepresidente e assessore al Welfare della Lombardia Letizia Moratti. Fa notare Mario Rusconi, presidente dell’Anp (associazione nazionale presidi) del Lazio: «Apprezziamo queste dichiarazioni ma finora abbiamo visto molte contraddizioni e incertezze. Siamo a poche settimane dal nuovo anno scolastico, i punti fermi mancano tutti. Il disorientamento è grande e diffuso».

Figluolo ha reso noto che partirà nelle prossime ore una lettera alla Regioni per «incentivare con ogni mezzo» le somministrazioni. e riuscire a raggiungere almeno 180-190 mila docenti. Ci sono Regioni con alte percentuali di docenti senza vaccino:  la Sicilia, con il 43,58%, seguita da Alto Adige (38,53%), Sardegna (33,30%), Calabria (32,85%), Liguria (26,93%) e l’Umbria (25,27%). Ancora più bassi i numeri nella fascia 12-19 anni: su un totale di 4,6 milioni, 179mila hanno completato il ciclo vaccinale (il 3,87%) e 994mila hanno fatto la prima dose (il 21,48%) ma 3,8 milioni di ragazzi sono del tutto scoperti.

La vaccinazione con doppia dose è fondamentale anche perché le notizie che arrivano dall’Inghilterra dove ieri si sono contati quasi 29mila casi e da Israele – i due Paesi più avanti con le immunizzazioni – dicono che a contagiarsi sono anche i vaccinati a causa della variante Delta (secondo i dati israeliani il siero Pfizer è meno efficace del 30%), ma chi ha completato la vaccinazioni risulta protetto dalle forme più gravi che portano a ospedalizzazioni e decessi. Intanto in Italia i contagi non scendono più; ieri i casi sono stati 907 e in 8 Regioni la curva comincia a risalire, mentre i morti sono stati 24.

Appello dei presidi: subito il Tavolo al ministero per il Protocollo di sicurezza

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Il Comitato tecnico scientifico, nella seduta dello scorso 25 giugno, ha fornito il suo parere: anche nel prossimo anno scolastico si dovrà ricorrere al distanziamento, alle mascherine e all’osservanza delle misure preventive differenziate in base al colore delle regioni.

Per il presidente nazionale Anp (Associazione presidi), Antonello Giannelli, sono almeno tre gli aspetti che rendono incerta, alla luce dello scenario epidemiologico in divenire, l’organizzazione delle attività scolastiche da qui a pochi mesi. Puntualizza Giannelli: «Il primo aspetto è dato dalle vaccinazioni del personale scolastico: il fatto che manchino all’appello ancora poco più di 200.000 lavoratori della scuola, con variazioni in percentuale anche sensibili tra le regioni, limita la capacità di arginare la diffusione del Covid-19 e le conseguenze più severe del contagio e, di conseguenza, la possibilità di avere a disposizione elementi di sicurezza più robusti negli ambienti scolastici». Continua il presidente: «Il secondo aspetto è costituito dalla percentuale di alunni over 12 vaccinati, ancora esigua. Non sappiamo, inoltre, quanti di loro, da qui a settembre, saranno vaccinati e ciò complica inevitabilmente l’operatività delle scuole. Infine, sembra che il virus possa diffondersi con nuove varianti sulle quali non possediamo dati certi, primo fra tutti quello relativo alla capacità dei vaccini attualmente somministrati di contrastarle efficacemente». E conclude: «A fronte di tali elementi riteniamo improcrastinabile la convocazione del Tavolo ministeriale sul protocollo di sicurezza da adottare nelle scuole per il rientro a settembre. Chiediamo che ai dirigenti scolastici siano fornite al più presto indicazioni chiare sulla gestione della ripartenza e soprattutto che, facendo tesoro dell’esperienza degli ultimi due anni scolastici, si trovino per tempo le soluzioni per superare le ben note criticità che hanno costretto tanti, troppi studenti a stare lontano dalle aule. La volontà del ministero è quella di lavorare per la scuola in presenza senza se e senza ma: è necessario che, coerentemente con tale affermazione, si vedano azioni concrete».

Rusconi: «Se a settembre in Dad vuol dire che le istituzioni non hanno fatto nulla»

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

«La Dad è un elemento di emergenza, è stato utile all’inizio della pandemia, ma pensare che di nuovo a settembre si inizi la scuola ancora in Dad significa che evidentemente la scuola interessa meno di altre situazioni e che le istituzioni in questo anno e mezzo non hanno fatto nulla». Lo afferma all’Adnkronos, Mario Rusconi, presidente dell’Associazione Nazionale presidi Lazio, in merito al fatto che la scuola potrebbe ripartire non in presenza ma ancora in Dad.
«Constatiamo che le istituzioni preposte non si sono impegnate in questo anno e mezzo per cercare di risolvere una serie di problemi, dalle classi pollaio al movimento dei nostri ragazzi sui mezzi pubblici – ha aggiunto Rusconi – e che quindi tutto questo ci lascia perplessi e basiti non pensiamo evidentemente al futuro dei nostri giovani».
«Insomma qualora il Cts, come ha già fatto il 25 giugno, ribadisca che a settembre i ragazzi debbono essere distanziati con mascherina e così via, si dovranno avviare le scuole in Dad e non è proprio auspicabile», ha concluso Rusconi.

Crocefisso sì o no, la Cassazione cerca la mediazione

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Crocefisso sì o no nelle aule scolastiche, diritto del docente laico di essere rispettato e diritto degli alunni favorevoli all’ostensione del simbolo cattolico a vederlo esposto in aula. Questo il “cuore” della questione sulla quale – alla ricerca di un bilanciamento dei diritti in campo – si sta interrogando la Cassazione che ieri ha discusso la questione in camera di consiglio davanti alle Sezioni Unite, il massimo consesso di ermellini esperti in diritto.

Il verdetto richiederà tempo e si conoscerà solo con il deposito delle motivazioni, tra un mese, un tempo che potrebbe anche dilatarsi. Il caso è quello del ricorso di un docente “laico”, F.C., dell’ Istituto professionale di Stato “Alessandro Casagrande” in Umbria, contro la sanzione disciplinare della sospensione dall’insegnamento per 30 giorni inflittagli dall’Ufficio scolastico provinciale il 16 febbraio 2009.

Al prof – che si è rivolto alla Cassazione contro la conferma della sanzione, come stabilito dalla Corte di Appello di Perugia nel 2014 – il preside aveva imposto di «attenersi al deliberato dell’assemblea degli studenti» che prevedeva che in un’aula di terza «rimanesse affisso durante le lezioni un crocefisso». Il docente, invece, «invocando la libertà di insegnamento e di coscienza in materia religiosa, aveva sistematicamente rimosso il simbolo prima di iniziare la lezione, ricollocandolo al suo posto solo al termine della stessa, ed aveva anche proferito frasi ingiuriose nei confronti del dirigente, che pretendeva il rispetto delle disposizioni impartire in conformità al deliberato dell’assemblea di classe».

Ad avviso della Corte di Appello, la disposizione del preside non era discriminatoria «perché l’ordine di servizio era stato indirizzato all’intero corpo docente e, quindi, non era stata realizzata alcuna disparità di trattamento». Inoltre, i magistrati perugini hanno ricordato che secondo la Corte europea dei diritti dell’uomo il simbolo del crocefisso «è essenzialmente passivo e la sua esposizione nel luogo di lavoro così come è stata ritenuta non idonea ad influenzare la psiche degli allievi, a maggior ragione non è sufficiente a condizionare e comprimere la libertà di soggetti adulti e ad ostacolare l’esercizio della funzione docente».

Forse la strada della mediazione è la bussola alla quale guardano gli ermellini. «Ci si può chiedere se, a fronte della volontà manifestata dalla maggioranza degli alunni e dell’opposta esigenza resa esplicita dal docente, l’esposizione del simbolo – si interrogano infatti i giudici nell’ordinanza di rimessione, sentenza 19618 – fosse comunque necessaria o se non si potesse realizzare una mediazione fra le libertà in conflitto, consentendo, in nome del pluralismo, proprio quella condotta di rimozione momentanea del simbolo della cui legittimità qui si discute, posta in essere dal ricorrente (ndr – il prof) sull’assunto che la stessa costituisse un legittimo esercizio del potere di autotutela».

Ad ogni modo gli “ermellini” ricordano che «l’esposizione del crocefisso nelle aule scolastiche non è imposta da disposizioni di legge ma solo da regolamenti , risalenti nel tempo, applicabili alle scuole medie inferiori».

La difesa del prof ha poi fatto presente che «la condotta tenuta dal docente non poteva essere ritenuta egoistica e non rispettosa del diritto degli alunni, in quanto finalizzata a difendere diritti propri e dei dissenzienti che, in occasione dell’assemblea di classe, non avevano approvato l’affissione» del crocefisso.

Per decidere le Sezioni Unite passeranno in rassegna le diverse posizioni espresse dalla stessa Cassazione, dalla giurisprudenza amministrativa, dalla Consulta, dalle Corti europee «in relazione al significato del simbolo, al principio di laicità dello Stato, alla tutela della libertà religiosa, al carattere discriminatorio di atti o comportamenti del datore di lavoro che, in ragione del credo, pongano un lavoratore in posizione di svantaggio rispetto agli altri».

Ottobre sarà di nuovo il Mese dell’Educazione finanziaria, “Prenditi cura del tuo futuro” è il tema scelto

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Ottobre è il Mese dell’Educazione Finanziaria. Siamo alla quarta edizione e il Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria sarà presente in tutta Italia con una serie di iniziative destinate a promuovere lo sviluppo della cultura finanziaria, assicurativa e previdenziale.

Il tema del Mese, si legge in una nota del Mef, di ottobre 2021 sarà “Prenditi cura del tuo futuro”, per evidenziare il forte legame tra quello che seminiamo oggi e quello che raccoglieremo domani. Se accresciamo le conoscenze di base sui temi finanziari, assicurativi e previdenziali diventa più semplice prendersi cura delle proprie finanze, compiere scelte consapevoli per affrontare in modo sereno il proprio futuro, imparare a gestire eventuali imprevisti e raggiungere un maggiore benessere finanziario.

Le iniziative del Mese si terranno dal 1° al 31 ottobre 2021, saranno sia online che in presenza e in varie forme: conferenze, webinar, iniziative culturali, seminari, spettacoli, giornate di gioco e formazione rivolte ad adulti, ragazzi e bambini. Lo scorso anno il Mese, incentrato sul tema delle scelte finanziarie ai tempi del Covid 19, si è chiuso con un bilancio molto positivo: gli eventi organizzati in tutta Italia sono stati più di 600 e hanno fatto registrare un’ampia partecipazione grazie anche all’utilizzo degli strumenti digitali. Questi risultati fanno ben sperare in una grande adesione anche quest’anno.

Il Comitato invita associazioni, istituzioni, imprese, università e centri di ricerca, scuole, fondazioni, pubbliche amministrazioni e qualsiasi organizzazione voglia impegnarsi nel campo dell’educazione finanziaria con eventi di qualità a presentare la propria candidatura entro il 24 settembre attraverso l’apposito form disponibile sul portale del Comitato www.quellocheconta.gov.it.

Saranno accolte tutte le iniziative che rispetteranno i requisiti fissati dalle Linee Guida disponibili sul portale del Comitato. L’adesione consentirà di utilizzare il logo ufficiale del Mese e di beneficiare delle numerose attività di promozione a livello nazionale e locale curate dal Comitato così da garantire agli organizzatori delle singole iniziative una maggiore visibilità.

Le informazioni sui singoli eventi verranno pubblicate sul sito ufficiale www.quellocheconta.gov.it e sui profili social @ITAedufin su Facebook, Twitter, Instagram e @ComitatoEdufin su LinkedIn.

Lezioni al via il 16 settembre in Sicilia. In Veneto si tornerà tra i banchi il 13 settembre

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Le lezioni del prossimo anno scolastico in Sicilia cominceranno giovedì 16 settembre e si concluderanno il 10 giugno. E stato firmato dall’assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione, Roberto Lagalla, il decreto che fissa il calendario scolastico nelle scuole di ogni ordine e grado operanti in Sicilia per l’anno 2021/2022.

Mentre con un successivo provvedimento sarà modulato il calendario didattico delle attività formative in obbligo scolastico (IeFP), erogate dalle istituzioni formative accreditate. Un altro anno in cui bisognerà fare i conti con l’evoluzione dell’emergenza pandemica.

«Il governo Musumeci sta già lavorando per garantire un anno sereno e di normalità a tutti gli studenti e al personale scolastico – spiegano dalla presidenza della Regione -. Nei prossimi giorni, insieme all’Ufficio scolastico regionale – dice l’assessore Lagalla – convocheremo una riunione per stabilire le modalità del rientro a scuola in presenza. Lavoreremo, coerentemente con quanto verrà stabilito dal Comitato tecnico scientifico nazionale, per garantire agli studenti un inizio d’anno in piena sicurezza».

Intanto, anche la Regione Veneto ha deciso: «Le scuole di primo e secondo grado in Veneto inizieranno il 13 settembre per chiudere l’8 giugno». Lo ha annunciato il presidente del Veneto Luca Zaia. «Le scuole d’infanzia – aggiunge – apriranno il 13 settembre (rpt: settembre) – aggiunge – e finiranno il 30 giugno». Le vacanze di Natale per tutti saranno dal 24 dicembre all’8 gennaio.

Graduatorie ad esaurimento, dal 6 al 16 luglio scioglimento della riserva

da OrizzonteScuola

Di redazione

Il decreto del ministero dell’Istruzione numero 178 del 17 giugno 2021 “Procedure di scioglimento delle riserve e di inserimento dei titoli di specializzazione sul sostegno e di didattica differenziata degli aspiranti presenti nelle graduatorie ad esaurimento” indica il periodo 6-16 luglio entro il quale sciogliere la riserva.

Il termine entro il quale i docenti già iscritti nelle graduatorie ad esaurimento devono conseguire il titolo di specializzazione sul sostegno è fissato al 2 luglio 2021. Gli aspiranti che conseguiranno il titolo di specializzazione sul sostegno dopo la chiusura
dell’istanza, potranno iscriversi con riserva entro la data del 2 luglio 2021, e, avvalendosi di apposita funzione telematica disponibile, potranno sciogliere tale riserva nel periodo compreso tra il 6 luglio 2021 e il 16 luglio 2021.

Così l’articolo 3 del decreto sopradetto.

Le domande di inclusione a pieno titolo nelle graduatorie ad esaurimento, di aggiornamento dei titoli di riserva devono
essere rivolte alla sede territoriale dell’Ufficio scolastico regionale che ha gestito la relativa domanda per il triennio 2019/20, 2020/21 e 2021/22, a decorrere dal 16 giugno 2021 e sino al 2 luglio 2021, esclusivamente tramite l’apposita istanza disponibile sul sito internet del Ministero al percorso “Argomenti e Servizi > Reclutamento e servizio del personale scolastico > Graduatorie a esaurimento > Aggiornamento graduatorie ad esaurimento aa. ss. 2019-2021”.

Inizio scuola, Giannelli (Anp): “Tavolo della sicurezza con azioni concrete”

da La Tecnica della Scuola

Sul ritorno in classe a settembre permangono ancora alcune incognite, anche se il Comitato Tecnico Scientifico si è già espresso confermando le stesse misure dell’anno passato ovvero l’adozione delle mascherine e del distanziamento in classe. Secondo il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi Antonello Giannelli ci sono almeno tre aspetti che rendono incerta l’organizzazione:

“Il primo aspetto è dato dalle vaccinazioni del personale scolastico: il fatto che manchino all’appello ancora poco più di 200.000 lavoratori della scuola, con variazioni in percentuale anche sensibili tra le regioni, limita la capacità di arginare la diffusione del COVID-19 e le conseguenze più severe del contagio e, di conseguenza, la possibilità di avere a disposizione elementi di sicurezza più robusti negli ambienti scolastici”.

“Il secondo aspetto è costituito dalla percentuale di alunni over dodici vaccinati, ancora esigua. Non sappiamo, inoltre, quanti di loro, da qui a settembre, saranno vaccinati e ciò complica inevitabilmente l’operatività delle scuole. Infine, sembra che il virus possa diffondersi con nuove varianti sulle quali non possediamo dati certi, primo fra tutti quello relativo alla capacità dei vaccini attualmente somministrati di contrastarle efficacemente”.

Infine: “A fronte di tali elementi riteniamo improcrastinabile la convocazione del Tavolo ministeriale sul protocollo di sicurezza da adottare nelle scuole per il rientro a settembre.  Chiediamo che ai dirigenti scolastici siano fornite al più presto indicazioni chiare sulla gestione della ripartenza e soprattutto che, facendo tesoro dell’esperienza degli ultimi due anni scolastici, si trovino per tempo le soluzioni per superare le ben note criticità che hanno costretto tanti, troppi studenti a stare lontano dalle aule. La volontà del Ministero è quella di lavorare per la scuola in presenza senza se e senza maè necessario che, coerentemente con tale affermazione, si vedano azioni concrete”.

Sempre Giannelli è intervenuto sul ‘Corriere della Sera’ sul tema delle vaccinazioni degli studenti:

“Non vedo grandi resistenze tra i giovani, sono piuttosto alcuni genitori che hanno dei dubbi. Del resto c’erano anche genitori che preferivano la Dad perché si sentivano più sicuri con i figli a casa. La vaccinazione non è obbligatoria per nessuno e dunque tanto meno per i ragazzi. Non è possibile discriminare tra chi può entrare in classe e chi no. Quella degli studenti è una situazione molto diversa da quella del personale sanitario. I tempi ci sono, la macchina vaccinale funziona. Stiamo parlando di tre milioni e mezzo di persone al massimo: basterebbero sette giorni a ritmo serrato“.

Gae sostegno, dal 6 luglio scioglimento della riserva. E sulle Gps in vista novità

da La Tecnica della Scuola

Come abbiamo anticipato, l’articolo 3 del Decreto ministeriale 178 del 16 giugno 2021Procedure di scioglimento delle riserve e di inserimento dei titoli di specializzazione sul sostegno e di didattica differenziata degli aspiranti presenti nelle graduatorie ad esaurimento, stabilisce che il termine entro il quale i docenti già iscritti nelle graduatorie ad esaurimento (GAE) devono conseguire il titolo di specializzazione sul sostegno è fissato al 2 luglio 2021. Gli aspiranti che conseguiranno il titolo di specializzazione sul sostegno dopo la chiusura dell’istanza, potranno iscriversi con riserva entro la data del 2 luglio 2021, e, avvalendosi di apposita funzione telematica disponibile, potranno sciogliere tale riserva nel periodo compreso tra il 6 luglio 2021 e il 16 luglio 2021.

Modalità di presentazione dell’istanza online

Quanto alle modalità di presentazione dell’istanza, questa va fatta online. Il Decreto, infatti, chiarisce che le domande di inclusione nelle graduatorie ad esaurimento, di aggiornamento dei titoli di riserva, di inclusione negli elenchi del sostegno o negli elenchi relativi ai metodi didattici differenziati devono essere rivolte alla sede territoriale dell’Ufficio scolastico regionale che ha gestito la relativa domanda per il triennio 2019/20, 2020/21 e 2021/22, a decorrere dal 16 giugno 2021 e sino al 2 luglio 2021, esclusivamente tramite l’apposita istanza disponibile sul sito internet del Ministero al percorso Argomenti e Servizi.

Sostegno e Gps

Quanto alle Graduatorie provinciali supplenze (Gps), in Parlamento sono in discussione in queste ore gli emendamenti al Dl Sostegni bis, con i quali “si vorrebbe eliminare, per i docenti di sostegno, la soglia dei 3 anni di servizio richiesti per poter essere reclutati dalla prima fascia di Gps“. A riferirlo, l’avvocato di legislazione scolastica Dino Caudullo nel corso della diretta della Tecnica della Scuola Live. “Inoltre – spiega l’avvocato -sarebbe stata proposta l’ipotesi di una graduatoria regionale per coloro che entro il 31 luglio prossimo dovessero ottenere la specializzazione”.

Tuttavia, è bene chiarirlo, l’esito del dibattito parlamentare non è affatto scontato, dato che a Palazzo Chigi pare si stia continuando a perseguire la linea di indirizzo già fissata nel Dl Sostegni bis.

Utilizzazioni e assegnazioni provvisorie, personale ATA: domande entro il 12 luglio

da La Tecnica della Scuola

Il 12 luglio è il termine entro il quale il personale ATA può presentare domanda di utilizzazione e assegnazione provvisoria per l’a.s. 2021/22.

La nota 18372 del 14 giugno 2021 contiene le indicazioni per la presentazione delle domande. Il riferimento normativo è il CCNI sottoscritto in data 8 luglio 2020.

In proposito, il MI ha reso disponibile il modulo che dovrà essere utilizzato per la presentazione dell’istanza:

Domanda personale ATA

La presentazione delle domande avviene in modalità cartacea.

Chi può richiedere l’assegnazione provvisoria

L’assegnazione provvisoria può essere richiesta per una sola provincia, per un massimo di quindici sedi e indifferentemente per uno dei seguenti motivi:

  • ricongiungimento ai figli o agli affidati di minore età con provvedimento giudiziario;
  • ricongiungimento al coniuge/parte dell’unione civile o al convivente, ivi compresi parenti o affini, purché la stabilità della convivenza risulti da certificazione anagrafica;
  • per gravi esigenze di salute del richiedente comprovate da certificazione sanitaria;
  • ricongiungimento al genitore.

Precedenze

All’articolo 18 del CCNI – Precedenze nelle operazioni di utilizzazione e di assegnazione provvisoria – sono state definite le modalità di indicazione delle preferenze che il personale intenda far valere nelle precedenze previste nell’articolo.

Queste le precedenze previste, in ordine di priorità:

I. Personale con gravi motivi di salute
II. Personale trasferito d’ufficio negli ultimi otto anni richiedente il rientro nella scuola o istituto di precedente titolarità
III. Personale con disabilità e personale che ha bisogno di particolari cure continuative
IV. Assistenza
V. Personale dichiarato inidoneo a svolgere le mansioni del proprio profilo che svolge mansioni di altro profilo
VI. Personale coniuge di militare o di categoria equiparata (limitatamente alla fase delle assegnazioni provvisorie)
VII. Personale che ricopre cariche pubbliche nelle amministrazioni degli enti locali (limitatamente alla fase delle assegnazioni provvisorie)
VIII. Personale che riprende servizio al termine dell’aspettativa sindacale di cui al C.C.N.Q. sottoscritto il 4.12.2017 (limitatamente alla fase delle assegnazioni provvisorie)

Ammessi anche i DSGA

Quest’anno sono ammessi a partecipare alle procedure di mobilità “annuale” anche i Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi immessi in ruolo a conclusione del concorso ordinario di cui al DD 2015 del 20.12.2018.

Matematica nelle STEM: la bestia nera colpisce ancora

da Tuttoscuola

La settimana delle prove scritte delle classi di concorso STEM si concluderà con i turni della A028 – Matematica e Scienze per la secondaria di I grado. Proprio la Matematica è la disciplina centrale di tre delle cinque classi di concorso STEM; soltanto l’A020 – Fisica e l’A041 – Scienze della tecnologia informatica non la comprendono.

Sulla Matematica, da sempre considerata la bestia nera tra tutte le discipline d’insegnamento del sistema d’istruzione, si stanno concentrando in queste ore le preoccupazioni di migliaia di candidati, considerati i primi esiti pesantemente negativi della A026.

Tra Campania, Puglia, Liguria e Sardegna – le prime regioni che hanno pubblicato i risultati degli scritti – la media provvisoria degli ammessi nella A026 è inferiore al 7% e i posti che rimarranno vacanti è superiore al 30%.

Se queste percentuali relative alla A026 saranno confermate per tutte le regioni, i candidati che non potranno accedere alle prove orali di questa disciplina potrebbero essere circa 7.400, e i posti che rimarranno vacanti potrebbero essere superiori a 300.

Matematica bestia nera anche per la A027 – Matematica e Fisica e per la A028 – Matematica e Scienze?

È indubbiamente prematuro avanzare ipotesi in merito, ma, se l’effetto negativo si rifletterà dalla A026 a queste due discipline STEM, si potrebbe arrivare ad altri 40 mila candidati esclusi e a ulteriori circa 1.200 posti vacanti.

Le tre discipline STEM che includono la ‘bestia nera’ potrebbero determinare complessivamente 47-48mila esclusioni e 1500 posti vacanti.

Se, come temuto, questa ipotesi sarà confermata, come non parlare di ecatombe e di matematica bestia nera?

Vaccini, Figliuolo: ‘Convincere i prof per tornare in sicurezza’. Intanto Zaia pronto a rimandare il rientro a fine settembre

da Tuttoscuola

E’ di poco più di una settimana fa la lettera che il commissario all’emergenza Covid, Francesco Figliuolo, ha inviato alle Regioni per conoscere le motivazioni della mancata vaccinazione di migliaia docenti e Ata della scuola. Alla data del 23 giugno, aveva riferito il commissario, “Si rileva che, su una popolazione di oltre 1,46 milioni di soggetti 223.970 non sono stati ancora raggiunti con la prima o unica dose”. E ora Figliuolo torna su questo punto: “Dobbiamo convincere 215mila prof per tornare a scuola in sicurezza“.

Siamo un po’ indietro, ma abbiamo spinto molto su 70-80enni, ora dobbiamo spingere sui cinquantenni, soprattutto convincere i 215 mila insegnanti e operatori scolastici che mancano a vaccinarsi per tornare a scuola in sicurezza”, ha detto il commissario.

Cresce infatti la preoccupazione per la riapertura delle scuole fissata per settembre. Dalla Toscana il presidente della Regione, Eugenio Giani, annuncia che “le vaccinazioni dei bambini dai 12 ai 15 anni partiranno dopo Ferragosto”. “Quando avremo la garanzia che tutto ciò che è stato prenotato potrà essere rispettato ripartiranno le agende – aggiunge -. E per avere questa conferma dobbiamo avere dati un po’ più certi dei vaccini che ci manderanno a luglio e ad agosto. La riunione in cui prenderemo una decisione è giovedì”.

Pronto a rimandare il rientro in classe in presenza è Luca Zaia, presidente delle Regione Veneto: “Abbiamo già una delibera pronta per spostare la data. Stiamo facendo le ultime verifiche per individuare il giorno di inizio scuola, sicuramente andrà verso fine settembre”.