Quarantene a scuola

Quarantene a scuola: presentati i contenuti della nota tecnica di prossima uscita

Per la FLC CGIL è necessario che la nota sia inviata alle scuole con precise indicazioni di gestione e che vengano affrontati i problemi sulle sostituzioni del personale

Il 3 novembre 2021, a seguito della richiesta inoltrata dalla FLC CGIL, si è tenuta la riunione del Tavolo tecnico previsto dal Protocollo d’intesa per l’avvio in sicurezza dell’anno scolastico 2021/2022.

Durante l’incontro, coordinato dal Dott. Iacopo Greco, capo Dipartimento delle Risorse umane e finanziarie del Ministero, alla presenza della Dott.ssa Anna Teresa Palamara, Direttrice del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità e di rappresentanti del Ministero della Salute è stato presentato brevemente il documento sulle quarantene stilato dall’Istituto Superiore di Sanità e dai Ministeri della Salute e dell’Istruzione.

I contenuti della nota tecnica

L’obiettivo principale della nota tecnica è favorire la didattica in presenza, supportare il dirigente scolastico e rendere più possibile omogenee a livello nazionale le misure da adottare promuovendo un coordinamento tra scuole autorità sanitarie locali.

In presenza di un caso positivo in ambito scolastico le autorità sanitarie competenti adottano tempestivamente le azioni necessarie inclusi l’isolamento dei casi, la quarantena dei contatti e definiscono le tempistiche per il rientro scuola degli alunni/studenti/operatori scolastici. Nel caso in cui le autorità sanitarie siano impossibilitate ad intervenire tempestivamente si attiva un sistema di automatismi in via eccezionale ed urgente nel rispetto del ruolo e delle responsabilità dei dirigenti scolastici, della normativa sulla privacy e dei protocolli in materia di sicurezza vigente.

soggetti sottoposti a sorveglianza con testing potranno rientrare a scuola solo se si è in possesso di attestazione rilasciata dopo l’effettuazione del tampone. Le condizioni per il rientro dei soggetti posti in quarantena sono verificate da parte del DdP in applicazione della circolare del ministero della Salute n. 36254 dell’11 agosto 2021 che prevede misure differenti in funzione dello stato vaccinale o dell’esito del test diagnostico. Si tratta di dati che non sono nella disponibilità della scuola a garanzia della privacy.

La nota tecnica sarà diffusa dai Ministeri della Salute e dell’Istruzione ed inoltrata alle scuole corredata da una nota illustrativa redatta dal MI, che verrà diffusa, di concerto con le organizzazioni sindacali, nei prossimi giorni.

La FLC CGIL ha:

  • ribadito la necessità di convocare il Tavolo Permanente Nazionale per la Sicurezza così come previsto dal Protocollo del 14 agosto 2021;
  • espresso una forte critica al tardivo coinvolgimento del Tavolo e delle Organizzazioni Sindacali su un tema che riguarda la sicurezza dei lavoratori;
  • sottolineata la necessità da parte del Ministero dell’Istruzione di rendere efficaci i propri provvedimenti di gestione attraverso la condivisione con le Organizzazioni Sindacali;
  • sollecitato il Ministero al rispetto dell’impegno più volte assunto di mettere a disposizione del Tavolo i dati sulla diffusione del contagio nelle scuole;
  • sottolineato come la gestione dei contagi a scuola sia molto diversa nel Paese in conseguenza dei diversi comportamenti delle Regioni e delle diverse modalità di funzionamento dei servizi dei Dipartimenti di Prevenzione;
  • richiesto che la circolare del Ministero di accompagnamento della nota tecnica non sia una mera trasmissione, ma chiarisca i limiti della collaborazione richiesta alle scuole e indichi con chiarezza la responsabilità dei Dipartimenti;
  • richiesto che il Ministero dia seguito agli impegni assunti sul lavoro nelle scuole dando i chiarimenti sulle sostituzioni del personale sospeso dal lavoro e assicurando la prosecuzione del contratti di supplenza sui posti cosiddetti “Covid”, in particolare per quanto riguarda il personale ATA che , stando alla bozza di disegno di legge di bilancio 2022, sembrerebbe inopinatamente tagliato fuori.

La seconda riunione del tavolo tecnico sulle problematiche della dirigenza scolastica

La seconda riunione del tavolo tecnico sulle problematiche della dirigenza scolastica: nessun passo avanti

L’ANP ha partecipato oggi in videoconferenza alla seconda riunione del tavolo tecnico sulle problematiche della dirigenza scolastica con il Ministero dell’istruzione, rappresentato dalla Dott.ssa Capasso e con la presenza della Dott.ssa Floriana Malacrino e della Dott.ssa Cristina Grieco.

La Dott.ssa Capasso, in apertura, ha affermato che scopo del tavolo è quello di risolvere le maggiori criticità incontrate dai dirigenti scolastici anche con soluzioni medio tempore, in vista di successivi interventi normativi. Ha poi riassunto le problematicità emerse nella riunione precedente: dalla responsabilità penale del dirigente scolastico alla valutazione dello stress lavoro-correlato; dal dimensionamento delle istituzioni scolastiche all’organico e alla mobilità interregionale; dalla quantificazione del FUN e dalla armonizzazione della retribuzione della posizione di risultato a quella dei dirigenti della stessa area alla mai realizzata semplificazione burocratica.

La Dott.ssa Capasso ha inoltre comunicato che il Ministero sta redigendo il regolamento per il reclutamento dei dirigenti scolastici, su cui sarà fornita a breve informazione alle organizzazioni sindacali. Il concorso, come noto, si svolgerà su base regionale e l’Amministrazione sta lavorando affinché le procedure siano espletate entro il 2023/2024.

In merito alla mobilità interregionale, il Ministero si è infine dichiarato disponibile a prevedere, nell’atto di indirizzo per il CCNL 2019-2021, l’ampliamento della quota del 30% dei posti vacanti e disponibili.

L’ANP ha sottolineato che, da giugno, non vi è stata alcuna riduzione o attenuazione delle criticità allora segnalate. Anzi, in alcuni casi, esse si sono aggravate.

Con riferimento alle condizioni di lavoro si è rilevato, infatti, che la delega, strumento imprescindibile per la gestione ottimale delle istituzioni scolastiche, è ad oggi – ancora di più che in passato – ostacolata dalle modalità di accesso alle stesse. Risulta evidente che in simili condizioni il dirigente scolastico non possa delegare ad altri l’operatività sulle piattaforme. L’annunciato nuovo protocollo sulla gestione delle quarantene, poi, intesta al dirigente il potere di collocare in quarantena studenti e lavoratori, attribuendogli poteri esorbitanti rispetto alle sue sfere di competenza. Su questi due aspetti l’ANP ha chiesto al Ministero di intervenire prontamente, posto che in nessun caso si tratta di intervenire sul piano normativo.

Sulla strada della maggiore sostenibilità della responsabilità penale del dirigente scolastico non si è compiuto alcun passo e i lavori del tavolo tecnico istituito lo scorso dicembre per la elaborazione del regolamento previsto dal D.Lgs. n. 81/2008 si sono addirittura interrotti nei primi mesi di questo annoNessuna precisazione, infine, è intervenuta, nonostante le nostre reiterate proposte, sulle responsabilità del dirigente scolastico e degli enti locali proprietari dell’edificio, a partire da quelle relative alla valutazione dei rischi relativi a struttura e impianti. L’ANP ha suggerito di cogliere le opportunità offerte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto-legge in materia fiscale, n. 146/2021, che è intervenuto anche in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.

In merito alla retribuzione l’ANP ha rilevato che nel disegno di legge di bilancio al momento non sono previste le risorse necessarie ad affrontare concretamente la questione relativa al FUN e alla prosecuzione al processo di armonizzazione tra il trattamento economico dei dirigenti scolastici e quello degli altri dirigenti dell’area contrattuale istruzione e ricerca. Rivendichiamo con forza il diritto dei dirigenti scolastici ad una retribuzione equa che tenga conto non solo delle prerogative esercitate e delle connesse responsabilità, ma che riconosca anche lo straordinario impegno che durante l’emergenza pandemica la categoria non ha mai smesso di garantire nell’interesse di tutto il Paese. In questo senso ci aspettiamo che il Ministero dell’istruzione si adoperi concretamente prima dell’approvazione della legge.

Abbiamo chiesto, inoltre, che l’Amministrazione risolva l’assurda questione della corresponsione delle retribuzioni quota parte variabile ai colleghi entrati in servizio con l’ultimo concorso. In alcune regioni i dirigenti immessi in ruolo percepiscono, come è giusto, l’intera voce retributiva; in altre, essi non hanno mai percepito tale voce stipendiale; in altre ancora ricevono una cifra a titolo di acconto. L’ANP ha chiesto un segno concreto dell’impegno del Ministero: si risolva finalmente questa situazione e si ripristini l’equità retributiva come dovuto. In questo caso non servono norme nuove, basta esigere il rispetto dei contratti individuali di lavoro che i dirigenti immessi in ruolo dal 1° settembre 2019 e l’Amministrazione hanno sottoscritto. I colleghi hanno ad oggi rispettato gli impegni: lo faccia anche il Ministero.

La Dott.ssa Capasso ha dichiarato che provvederà a verificare le motivazioni per cui in alcune regioni non viene corrisposta la retribuzione di posizione parte variabile e ne darà riscontro il 12 novembre prossimo, in occasione della ulteriore seduta del tavolo.

N. D’Onghia, Siamo relazione

Nicola D’Onghia, Siamo relazione. Neuroscienze e Teologia: un incontro possibile, Cittadella, 2020

LA RELAZIONE: L’ONTOLOGIA COSTITUTIVA DELL’ESSERE DELL’UOMO

di CARLO DE NITTI

Il rapporto tra l’anima ed il corpo (cartesianamente res cogitans e res extensa) scienza/ragione e la fede/teologia, tra il “materiale” e l’”immateriale”, è antichissimo, rimonta al mondo classico (Platone docet), attraversando tutta la storia della filosofia fino ai giorni nostri. Nel XXI secolo, la nuova frontiera di questo rapporto è collocata tra le neuroscienze e la filosofia/teologia, che non sono due mondi irrelati, ma scienze che insistono sul medesimo argomento l’uomo e la sua vita.

Di questo si occupa l’ultimo lavoro bibliografico di Nicola D’Onghia, Siamo relazioni. Neuroscienze e Teologia: un incontro possibile, edito da Cittadella nel dicembre 2020, non a caso prefato da Francesco Bellino, bioeticista, che è stato, nell’Università degli Studi di Bari, il Direttore del primo corso post lauream in Bioetica organizzato in un’università pubblica italiana (di cui chi scrive ha avuto l’onore di essere allievo), nonchè fondatore dell’omonimo Dipartimento universitario, nel lontano anno accademico 1987-88. <<Le neuroscienze costringono a ripensare le nozioni di coscienza, libero arbitrio, persona, felicità, male>> (p. 5).

Di questo è tanto altro occupa il volume di Nicola D’Onghia, sacerdote diocesano, direttore e docente dell’Istituto di Scienze Religiose Metropolitano “San Sabino” di Bari e docente dell’Istituto Teologico “Santa Fara” di Bari, che ha al suo attivo già altre monografie sull’argomento, sviluppate negli ultimi dieci anni, Il concetto di anima tra neuroscienze e teologia (2011) e Neuroscienze ed interconnessione dei saperi. La persona relazione di anima e corpo (2015).

La relazione come realtà ontologicamente costitutiva dell’essere dell’uomo è sottolineata dal predicato nominale che dà il titolo al volume: il predicato nominale “siamo relazione” è un unicum con il soggetto sottinteso “noi”. Non già, quindi, un “io” ma un “io”, un “tu” ed un “voi” che, insieme, costituiscono un “noi”.

La relazionalità, come dimensione originaria dell’essere umano, è un concetto acquisito sin dall’aristotelico “animale politico” e che corre lungo tutta la storia del pensiero occidentale, anche nel pensiero “laico”: basti pensare, nel Novecento, anche limitandosi all’ Italia, all’evoluzione del pensiero di Enzo Paci (1911 – 1976) o alle argomentazioni sull’originarietà della relazione nell’ambito della comunità umana di Giuseppe Semerari (1922 – 1996).

A chi scrive – antico studente barese, ma anche “lettore semplice” dei due autori testé citati, – pare che l’interessante volume di Nicola D’Onghia apra al lettore una diversa prospettiva nel medesimo campo di ricerca: la prospettiva di chi considera che l’altro da sé è soprattutto l’Altro da cui tutto trae origine.

L’essenza dell’essere umano è la relazionalità con gli altri e con l’Altro: egli nasce ‘plurale’. L’io con la sua onnipotenza ha messo in crisi le istituzioni sociali plurali – la famiglia, i sindacati, i partiti politici  – e, quindi, l’intera società, nonché creato la massima disparità tra ricchi e poveri sull’intero pianeta, mettendo in crisi l’humanitas come finora è stata conosciuta e praticata.

Il denso volume qui recensito si articola in un’Introduzione (pp. 9 – 15), una Premessa (pp. 17 – 25), quattro capitoli – Il sistema nervoso centrale un network di network (pp. 27 pip – 42), La persona tra dualismo, monismo e complessità (pp. 43 – 70), Un’identità complessa (pp. 71 – 84), Neuroscienze e teologia: un incontro possibile (pp. 82 – 162) – una Conclusione (pp. 163 – 166) ed è corredato da un’amplissima bibliografia (pp. 167 – 181). Il fulcro dell’argomentazione dell’Autore è collocato, com’è di tutta evidenza, nel capitolo quarto che, non casualmente, fornisce il titolo all’intero volume.

Nel nostro tempo, rapidamente trasformatosi in “postmoderno” (Jean – François Lyotard, 1924 – 1998) prima, e “complesso” poi (Edgar Morin, 1921) ed, infine, “liquido” (Zygmut Bauman, 1925 – 2017), l’epistemologia non è più quella “dualistica” concepita nel XVII secolo da René Descartes (1596 – 1650), ma quella “complessa” (dal latino cum – plexus, tessuto insieme), che consente di superare il dualismo della tradizione occidentale che ha caratterizzato l’età moderna (al netto dell’escamotage cartesiano della ghiandola pineale) e generato lo scetticismo humeano, fino all’ich denke, l’io penso, l’appercezione trascendentale pura, teorizzato da Immanuel Kant (1724 – 1804).

Oggi, superato il riduzionismo della scienza alla sua sola sintassi interna e valorizzato il suo télos, la sua intenzionalità umana rispetto ai fini dell’uomo – come affermato da Edmund Husserl (1857 – 1938) – è stato compreso che <<la psiche umana si costruisce e si consolida grazie a una circolazione intersoggettiva tra sé e l’altro>> (p. 85).

Tanto anche grazie alla scoperta, negli anni ‘90 del secolo scorso, dei neuroni specchio, <<dotati della particolare e sorprendente proprietà di attivarsi non soltanto quando si compie direttamente un’azione, ma anche quando si osserva la stessa azione compiuta da un altro, si pone come evidenza della predisposizione neurobiologica dell’essere umano all’intersoggettività. Questa capacità neuronale di rispecchiamento non riguarda solo la sfera motoria, ma anche quello percettiva ed emozionale e ha implicazioni importanti per i processi di identificazione e dell’empatia. Si comprende l’azione e l’emozione dell’altro, solo imitando e riproducendo nel proprio corpo l’azione e l’emozione di chi è di fronte>> (p. 86).

E’ la svolta relazionale che fa incontrare per agire su di un terreno comune le neuroscienze e la teologia: basti pensare a Martin Buber (1878 – 1965) per il quale il soggetto e l’intersoggettività sono sincronicamente complementari: “La relazione, così, non è soltanto la forma dell’inizio ma è l’inizio stesso, il suo stesso darsi come inizio. L’inizio in se stesso si mostra come apertura e, quindi, si rivela come relazione, come relazione che permette la possibilità dell’accadere dell’altro” (p. 87). In questo senso la mente umana cerca di superare le ambivalenze e le dicotomie per accedere ad una dimensione empatica dell’attività psichica, tanto come amore quanto come odio (cfr. p. 99).

Tutti gli studi teologici provocano quelli neuroscientifici ad un confronto che deve risultare, ovviamente, arricchente per entrambe le prospettive: il volume rende conto di questo avvicinamento (pp. 115 – 128). Illustri teologi come Alexandre Ganoczy, Jurgen Moltmann, Joseph Ratzinger, Jean Galot, Jean Paul Lieggi, Giulio Meiattini, Maurizio Chiodi, ma anche Piero Barcellona hanno lungamente – e da prospettive diverse – affermato l’ontologia della persona nella relazione. E’ possibile concludere con N. D’Onghia che “l’io non si autocostruisce ma diventa tale nella relazione, in una mediazione sociale che non è possibile evitare” (p. 128).

Il rapporto tra la teologia e le neuroscienze supera il paradigma cartesiano di razionalità fondata sulla dicotomia res cogitans / res extensa: <<una scienza relazionale, invece, riconosce come la comprensione dell’umano non può essere completamente rinchiusa nelle categorie oggettivanti astratte del pensiero e né può coincidere perfettamente con esse, ma è sempre oltre le possibilità stesse del pensiero […] la riflessione teologica può contribuire al dialogo tra le diverse scienze a partire dal riconoscere come l’oggetto conosciuto non è interno al pensiero ma relazionalmente distinto da esso>> (p.131).

La relazione è il luogo in cui si struttura il dialogo tra le neuroscienze la teologia nella prospettiva della fede Cristiana fondata sull’incontro con Gesù di Nazareth: <<l’immagine di Gesù si forma nella trama delle relazioni, a partire dalla relazione singolare con il Padre>> (p. 133).

Nella prospettiva teoretica di Nicola D’Onghia, il fondamento della relazione è nel Verbum Incarnandum, nel Gesù che si fa carne, muore e risorge. Il mistero trinitario si configura come la relazione archetipa: “la Scrittura, pertanto, non intende per materia quella realtà negativa, pensiero elaborato dall’idealismo, che ha posto in contrapposizione con lo spirito, e non condivide nulla con il dualismo, che considera la materia come male e tenebra, così come distante dalla visione del materialismo, che guarda alla materia come l’elemento solido, concreto e razionale, relegando lo spirito a visioni fantastiche della filosofia” (p.153).

La riflessione teologica non può non considerare anima e corpo nella loro unità, “nel contesto della creazione di Dio e, quindi, nella relazione fondamentale con Dio” (p.159).
Le argomentazioni di D’Onghia, che in questa sede, si è cercato di sunteggiare coeriscono tutte nella conclusione del volume: <<la persona è portatrice di una ricchezza tale, da poter essere compresa grazie all’integrazione delle diverse forme di razionalità e attraverso la collaborazione tra gli ambiti scientifici quegli umanistici e quelli teologici. Gli esiti delle neuroscienze, infatti, ricollocano la corporeità, la relazione, le emozioni e il sentire al centro dei processi dell’organizzazione psichica […] la riflessione teologica è pienamente coinvolta in questa lettura più complessa dell’uomo e della realtà>> (p.164).

E’ questa la nuova frontiera affinché le neuroscienze non si riducano ad un approccio parziale della conoscenza del reale (meccanicistico/riduzionistico) e la teologia possa dialogare, in quanto scienza dell’uomo, con esse perché abbiano – come voleva nel 1935 Edmund Husserl (1857 – 1938) – un loro telos: il bene dell’umanità.

Di tutto ciò, il volume Siamo relazione di Nicola D’Onghia rende ampiamente ragione, da un punto di vista storiografico, dello stato dell’arte, ed offre contestualmente un’avvincente, nuova, prospettiva teoretica, che si caratterizza come un efficace philosophari in theologia, perché, com’è ampiamente noto, “ohne Philosophie, keine Theologie”, sosteneva  Hans Urs von Balthasar (1905 – 1988).

Scuola, dal 3 novembre decolla la prima settimana nazionale della RiGenerazione

da Il Sole 24 Ore

Piano per la transizione ecologica e culturale delle scuole, con laboratori, dibattiti, iniziative su riciclo, riuso, sostenibilità, rispetto dell’ambiente e nuove forme di mobilità

di Redazione Scuola

Al via, dal 3 al 5 novembre, la prima edizione della settimana nazionale della RiGenerazione, indetta dal ministero dell’Istruzione nell’ambito dell’attuazione di RiGenerazione Scuola, il Piano per la transizione ecologica e culturale delle scuole. Laboratori, dibattiti, iniziative su riciclo, riuso, sostenibilità, rispetto dell’ambiente, nuove forme di mobilità animeranno la settimana che sarà aperta il 3 novembre, alle 10.30, dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e dalla sottosegretaria Barbara Floridia, a Roma, a Villa Piccolomini, con il coinvolgimento di alcuni partner e delle alunne e degli alunni della Scuola primaria dell’I.c. “Baccano” che, insieme ai loro insegnanti, parteciperanno ad attività didattiche collegate ai temi del Piano.

Appuntamento in diretta online

La mattinata sarà trasmessa in diretta streaming sul sito e sui canali social del ministero. In contemporanea, centinaia di scuole su tutto il territorio nazionale aderiranno alla settimana della RiGenerazione con le loro iniziative, dai laboratori enogastronomici per la preparazione di piatti della tradizione nel rispetto dell’ambiente, alle attività di ripulitura di spiagge e siti archeologici, ai dibattiti sulla sostenibilità, alla messa a dimora di alberi e piante.

La mappa

Tutte le storie saranno raccolte in una mappa dell’Italia popolata dalle scuole protagoniste della RiGenerazione. La mappa sarà presentata il 3 novembre a Roma ed è inoltre pubblicata sul sito del ministero dell’Istruzione. L’evento sarà l’occasione per presentare alcuni dei partner della Green Community, la rete nazionale voluta dall’Istruzione per collaborare con l’amministrazione e le scuole di tutto il territorio nazionale nella realizzazione del Piano. Condivideranno le loro iniziative di supporto alle scuole il generale C.A. Antonio Pietro Marzo, comandante Unità forestali, Ambientali e Agroalimentari dell’Arma dei Carabinieri; l’ammiraglio ispettore capo Nicola Carlone della Guardia Costiera; il professor Andrea Lenzi, presidente Health City Institute; Giovanni Parapini, direttore Rai per il sociale; Rosalba Giugni, presidente di Marevivo; Vanessa Pallucchi, vicepresidente di Legambiente, Martina Alemanno, responsabile Educazione e sensibilizzazione delle giovani generazioni per Asvis e Andrea Ripa di Meana, amministratore unico di Gse – Gestore dei servizi energetici. Tra i relatori, anche il professor Federico Maria Butera, membro del Comitato tecnico scientifico di RiGenerazione Scuola.

Green pass sui luoghi di lavoro possibile fino a giugno, ma si fa strada ipotesi obbligo vaccinale per gli insegnanti

da OrizzonteScuola

Di redazione

Il governo starebbe pensando di prolungare fino a fine marzo 2022 lo stato d’emergenza e di mantenere obbligatoria sul lavoro la certificazione verde almeno fino a giugno.

Il green pass obbligatorio sui luoghi di lavoro sarebbe necessario fino all’inizio dell’estate per poter gestire la seconda fase della campagna vaccinale e per garantire le riaperture anche in caso di un aumento dei casi positivi di Covid-19. La proroga del Green pass servirebbe anche per avere il tempo di convincere gli scettici del vaccino e raggiungere l’agognato 90% di popolazione over 12 vaccinata, obiettivo fissato dal commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo per poter cominciare a pensare ad un allenamento delle misure restrittive.

Attualmente le misure per contrastare la pandemia scadono il 31 dicembre e servirebbe un nuovo decreto per prolungarle, insieme allo stato d’emergenza.

Stato d’emergenza che permetterebbe di tenere in vita struttura commissariale, protocolli di sicurezza – come distanziamento e mascherine -, smart working e tutte quelle norme e agevolazioni collegate all’emergenza sanitaria. Secondo la legge, lo stato d’emergenza può durare 12 mesi e può essere prolungato fino a un massimo di altri 12 mesi. Nel gennaio 2022 non sarà perciò possibile procedere con ulteriori rinnovi senza passare dal Parlamento. Per prorogare le misure anti Covid, l’esecutivo ha tempo fino alla fine di novembre e, secondo il Corriere della Sera, sul tavolo ci sono due ipotesi: inserire la norma in un emendamento ad altri provvedimenti, per esempio al decreto milleproroghe; creare un provvedimento ad hoc.

Allo stato di emergenza sono legati anche provvedimenti che riguardano il mondo della scuola come la didattica a distanza e alcune disposizioni lavorative nel caso di classi scolastiche in quarantena.

Intanto per il personale scolastico è pronta la terza dose. Le Regioni, come nella prima tornata di vaccinazione, stanno procedendo in ordine sparso. Campania e Piemonte sono pronte: addirittura Napoli partirà da giovedì 4 novembre con l’obiettivo di vaccinare (come detto da De Luca) con l’ulteriore dose, docenti e Ata campani entro questo mese.

Si fa strada pure l’ipotesi dell’obbligo vaccinale per il personale scolastico, maggiormente esposto al contagio da Covid-19. L’idea di Guido Rasi, consigliere scientifico del generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario per l’emergenza, fa breccia nella comunità scientifica, ma sarà la politica a decidere su questo. Al momento, l’obbligo è valido solo per il personale medico e l’argomento non pare all’ordine del giorno dell’agenda del governo. L’andamento dell’epidemia, che ha ripreso a correre, farà pendere la bilancia in un senso o nell’altro.

Green pass: obbligatorio per gli Open day, ma non per gli alunni [NOTA MI]

da La Tecnica della Scuola

Nel caso degli Open day, gli alunni delle scuole secondarie di primo grado che intendano partecipare vanno considerati visitatori esterni e, quindi, sono tenuti all’esibizione della certificazione verde?

A questa domanda ha risposto il MI, con una nota del 29 ottobre scorso.

LA NOTA 1653/2021

In proposito, l’art. 9 ter.1 del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, convertito con modificazioni dalla legge 17 giugno 2021, n. 87, prevede che “al fine di tutelare la salute pubblica, chiunque accede alle strutture delle istituzioni scolastiche, educative e formative” deve possedere ed esibire la certificazione verde.

La medesima norma specifica poi che tali disposizioni “non si applicano ai bambini, agli alunni e agli studenti nonché a coloro che frequentano i sistemi regionali di formazione” senza ulteriori specificazioni.

Secondo il MI, parrebbe rientrare nella previsione normativa il caso in cui i bambini, gli alunni e gli studenti si rechino in strutture scolastiche diverse da quelle presso le quali sono iscritti e, con specifico riferimento al quesito posto, quello degli alunni delle scuole secondarie di primo grado che partecipino agli incontri di presentazione dell’offerta formativa tenuti dalle scuole secondarie di secondo grado.

Quindi, per i ragazzi non serve il Green pass, mentre è obbligatorio per i genitori o altri accompagnatori.

Meglio gli Open day a distanza o all’aperto

Tuttavia il Mi ritiene auspicabile preferire lo svolgimento a distanza degli incontri di presentazione dell’offerta formativa o, nel caso in cui si scelga la modalità in presenza, privilegiare l’utilizzo di spazi all’aria aperta o comunque prediligere modalità che garantiscano la sicurezza di tutti i soggetti coinvolti, come la riduzione del numero dei partecipanti e l’ingresso scaglionato, e in ogni caso nel rispetto delle misure di prevenzione previste dalla legge, quali il distanziamento, l’aerazione dei locali e l’utilizzo dei dispositivi di protezione.

Bando Intercultura, domande entro il 10 novembre 2021

da La Tecnica della Scuola

Mancano pochi giorni al 10 novembre, data entro la quale gli studenti delle scuole superiori interessati a trascorrere un periodo di studio all’estero con Intercultura nel 2022-23 potranno presentare domanda.

Anche per quest’anno il bando di concorso prevede che gli studenti che necessitano di un sostegno economico possano usufruire di una delle centinaia di borse di studio totali o parziali messe a disposizione da Intercultura.

Chi può partecipare
I programmi sono rivolti prioritariamente a studenti delle scuole superiori nati tra il 1 luglio 2004 e il 31 agosto 2007 (ovvero, indicativamente di età compresa al momento della partenza tra i 15 e i 18 anni).

Come partecipare
I programmi Intercultura sono a concorso. Per parteciparvi, tutti i candidati devono sostenere un percorso di selezione che inizia poco dopo la scadenza delle iscrizioni in una sede definita dal Centro locale di Intercultura della propria zona.

Intercultura valuta anche i risultati scolastici dell’anno in corso e degli ultimi due anni (la maggior parte delle scuole all’estero non accetta la candidatura di studenti che negli ultimi due anni scolastici abbiano riportato bocciature e/o debiti significativi).

I percorsi di partecipazione

Durata dei programmi
La durata effettiva dei programmi è definita in base
al calendario scolastico del Paese di destinazione (ad
esempio un anno scolastico in Finlandia corrisponde
a circa dieci mesi di durata da agosto a giugno).
Indicazioni più precise in merito sono disponibili alla
pagina www.intercultura.it/destinazioni-e-periodi.

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Nuove regole per le quarantene, si estendono le proteste; per rispettarle bisognerebbe trattare dati sensibili

da La Tecnica della Scuola

Le nuove regole sulle quarantene stanno provocando diverse reazioni.

Dopo la presa di posizione della Cisl Scuola per il mancato coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, arrivano anche puntualizzazioni, niente affatto distensive, dell’Ancodis (Associazione dei collaboratori dei dirigenti scolastici).

L’Ancodis protesta perché nella bozza del protocollo di cui si sta parlando sarebbe previsto che, se la Asl non interviene tempestivamente, il dirigente scolastico insieme al referente Covid debbano individuare i possibili “contatti scolastici” del caso positivo e prescrivere le misure di quarantena.

“In altre parole – scrive Ancodis in un proprio comunicato – dovranno assumere oltre che la responsabilità della segnalazione e del monitoraggio anche quella sanitaria!   Ci sembra di capire che ancora una volta, per aggirare l’eventuale debolezza del sistema di prevenzione e tutela sanitaria, si voglia scaricare sulla scuola e sui suoi operatori una ulteriore responsabilità!”

“I referenti scolastici Covid 19 iscritti ad Ancodis – conclude il presidente dell’associazione Rosolino Cicero – ritengono questa scelta inaccettabile e annunciano, ove fosse confermata, la rinuncia all’incarico”.

Stando alle informazioni di disponiamo ora, il problema non è di facile soluzione anche perché individuare i possibili contatti scolastici dei casi positivi vorrebbe dire, per la scuola, trattare dati sensibili degli alunni e del personale, operazione non consentita secondo quanto fin qui detto dal Garante per la Privacy.

Covid in risalita, si va verso lo stato d’emergenza e l’obbligo del Green pass fino a marzo o giugno 2022

da La Tecnica della Scuola

Il numero dei casi di Covid-19 parla chiaro: in Italia i contagi sono in aumento di circa il 30 per cento, nel resto d’Europa i dati sono ancora più preoccupanti, tanto che sette Paesi avrebbero deciso di chiudere gli istituti scolastici. In questa situazione, a meno che non si assista ad una riduzione sostanziale dei dati, diventa sempre più probabile una proroga dello stato di emergenza adottato solo in misure eccezionali.  E anche del possesso del Green pass per l’accesso in svariati luoghi, come pure per lavorare nelle scuole. In entrambi casi, scadrebbero infatti il prossimo 31 dicembre.

Il ministro Speranza conferma

Anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, si è detto in linea con questa tesi: “il governo – ha dichiarato il responsabile del dicastero della Salute durante l’ultima puntata di ‘Mezz’ora in più’ su Rai Tre – è pronto ad un nuovo stato di emergenza se ce ne sarà la necessità”, per poi aggiungere che “con la curva dei contagi in risalita il Green pass risulta fondamentale”.

I tempi per decidere non sono così lunghi, soprattutto per lo Stato di emergenza: perché ad intervenire dovrebbe essere il Parlamento, poiché la proroga a meno di interventi legislativi si potrebbe estendere non oltre il 31 gennaio 2022.

Gli scenari possibili a scuola

Per la scuola, cosa significherebbe prolungare lo stato di emergenza? Con alta probabilità si prolungherebbero le misure sanitarie, come l’obbligo di indossare la mascherina in tutti i locali della scuola.

E anche la raccomandazione, ma non più l’obbligo, del distanziamento fisico di almeno un metro. Solo per le scuole superiori, si potrebbe pensare anche ad una proroga del doppio orario di avvio e fine lezioni, per evitare concentrazione di studenti – su bus, metro, pullman e treni – nello stesso orario: una disposizione, quest’ultima, che da alcuni giorni è però molto contestata dagli studenti ed anche in ambienti sindacali.

Per i soggetti ‘fragili’, inoltre, si allungherebbero i tempi di possibilità di operare in smart working (per i collaboratori scolastici per fare formazione) o di lavoro solo se associato a determinate condizioni o dispositivi di protezione. L’ultima parola spetterà, comunque, al Cts.

Green pass: discorso a parte, ma…

Un discorso a parte merita la proroga del Green pass obbligatorio: i risultati sui contagi, se escludiamo gli ultimi giorni, sembrano dare ragione ai suoi promotori. Anche nella scuola, dove tutto sommato il numero di casi e di classi costrette alla didattica a distanza sono risultati modesti.

Sul certificato ‘verde’ obbligatorio, scrive Il Corriere della Sera “le ipotesi principali sul tavolo al momento sono o un’estensione fino a primavera oppure l’estensione fino a giugno 2022. Indipendentemente quindi dalla proroga dello Stato di emergenza”.

Contagi a scuola: la quarantena per la classe scatterà solo dopo 3 positivi. Pronte le nuove nuove linee guida

da Tuttoscuola

Meno quarantena e più tamponi. E’ questa la strategia verso cui il Governo, insieme all’ISS, sembra andare per fare in modo di ricorrere il meno possibile alla didattica a distanza. La nuova bozza delle nuove indicazioni redatte da Iss, con i Ministeri della Salute e dell’Istruzione e con il contributo delle Regioni, è praticamente pronta. Sembra infatti che si sia trovato un accordo definitivo tra ISS, ministero della Salute e ministero dell’Istruzione per le nuove regole riguardanti le quarantene delle classi e l’obbligo di andare tutti gli studenti di una classe in DaD. Dopo un lungo confronto durato tutto il mese di ottobre 2021, si è arrivati a stilare una definitiva direttiva delle regole anti covid per gli studenti e i professori che ogni giorno popolano le classi delle scuole di tutta Italia. Le nuove linee guida dovrebbero produrre effetti già da novembre 2021.

Leggi la bozza delle linee guida sulla gestione dei contagi a scuola

Docente positivo alla scuola Primaria e Secondaria

Se ad essere positivo è un docente, scatta la sorveglianza “con testing” e si rientra a scuola con un tampone negativo. In presenza di un ulteriore contagiato, per i vaccinati/negativizzati negli ultimi 6 mesi è prevista al sorveglianza “con testing”, mentre per gli altri scatta la quarantena. Se i positivi sono due oltre al docente, scatterà invece la quarantena per tutta la classe.

Studenti positivi dalla scuola primaria alla secondaria di II grado

Regole simili si applicheranno se a contagiarsi saranno gli studenti di scuola primaria e secondaria: si continua con la didattica in presenza e si fanno i tamponi. Se un secondo studente è positivo, i compagni non vaccinati vanno in quarantena (quindi in DaD), mentre i vaccinati restano in presenza. Se i positivi sono tre in una classe, la quarantena scatta per tutti: 10 giorni per i non vaccinati, 7 per i vaccinati.

Bambini positivi nei nidi e nelle scuole dell’Infanzia

Per nidi e infanzia (0-6 anni): con un caso positivo quarantena di 10 giorni per tutta la “classe-bolla”.

Gestione contagi a scuola, Ancodis: ‘Nuove responsabilità per il Referente Covid19’

da Tuttoscuola

Nel Rapporto ISS COVID-19 – nr. 58/2020 relativo all’emergenza pandemica, in tutte le scuole italiane è stata prevista la nuova figura del Referente scolastico COVID-19 cioè una figura (Ds o docenti) formata nella gestione dei casi di positività a scuola e dei conseguenti contatti stretti. “E’ noto – dichiara Ancodis, l’Associazione Nazionale Collaboratori Dirigente Scolastico, che il Referente scolastico COVID-19 è impegnato nella gestione della prevenzione dell’epidemia all’interno della scuola, dei casi eventualmente verificatesi all’interno dei locali scolastici, nell’informazione, tracciabilità e relazione con i responsabili del Dipartimento di Prevenzione territoriali”.

“Nelle proprie mansioni delegate dal dirigente scolastico, il Referente scolastico Covid 19 si fa carico tutti i giorni (weekend compreso) del monitoraggio e della verifica dei protocolli interni, della segnalazione dei casi con sintomatologia, dell’attività di informazione/formazione al personale e alle famiglie, della ricezione di segnalazioni di soggetti contatti stretti di un caso di Covid positivo ed, in ultimo, della verifica del possesso del green pass sulla piattaforma interministeriale da parte del personale scolastico. Ci riteniamo privilegiati poiché – commenta ancora l’Associazione – , in questa emergenza pandemica, siamo stati e siamo ancora impegnati sul fronte della battaglia al Covid19, ma non possiamo non denunciare che né lo Stato né le OO.SS. hanno ritenuto di dare una meritata attenzione a questa figura senza la quale non si sarebbe potuto arginare la diffusione del covid nelle scuole italiane”.

“Apprendiamo da notizie di stampa che nella bozza del protocollo è previsto che, se il Dipartimento di prevenzione non interviene tempestivamente, il dirigente scolastico insieme al referente Covid devono individuare i possibili “contatti scolastici” del caso positivo e prescrivere le misure di quarantena. In altre parole, dovranno assumere oltre che la responsabilità della segnalazione e del monitoraggio anche quella della tutela sanitaria!  Ci sembra di capire che ancora una volta – per aggirare la possibile debolezza del sistema di prevenzione e tutela sanitaria – si voglia scaricare sulla scuola e sui suoi operatori una ulteriore responsabilità!”.

“I referenti scolastici Covid 19 iscritti ad Ancodis ritengono questa scelta inaccettabile e annunciano – ove fosse confermata – la rinuncia all’incarico”.

Educazione motoria nella primaria/1: in arrivo quasi 5mila docenti specializzati. Il report di Tuttoscuola

da Tuttoscuola

La nuova legge di bilancio 2022 prevede, già a decorrere dal 2022-23, l’insegnamento curricolare dell’educazione motoria – riconosciuta come “espressione di un diritto personale e strumento di apprendimento cognitivo” – nelle sole classi quarte e quinte della scuola primaria: due ore di educazione motoria aggiuntive all’attuale orario di funzionamento (eccetto dove c’è già il tempo pieno), da parte di docenti forniti di idoneo titolo e la correlata classe di concorso “Scienze motorie e sportive nella scuola primaria”.

La notizia avrà fatto sicuramente felice l’ex-ministro Marco Bussetti (laureato in scienze motorie con il massimo dei voti) che ne aveva proposto a suo tempo l’attuazione (ma senza modificare l’assetto ordinamentale, come ora previsto). Probabilmente i tempi allora non erano maturi per il varo di quella riforma, ma sicuramente un impulso decisivo è venuto dai grandi successi conseguiti dallo sport italiano in campo internazionale e, in particolare, nelle olimpiadi Tokio.

Proprio all’indomani di quella stagione pressoché irripetibile, numerosi esponenti del mondo sportivo e politico avevano parlato di investimenti dello sport in campo scolastico. Tra questi, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega allo sport, Valentina Vezzali (già affermata campionessa nel fioretto), che ha convinto il ministro Bianchi a sostenere la riforma dell’educazione motoria e sportiva nella scuola primaria.

Nel corso della presentazione della bozza della legge finanziaria 2022 era corsa voce (non confermata) che vi sarebbe stato il reclutamento di 70 mila docenti di scienze motorie e sportive da inserire, a cominciare dal prossimo anno scolastico nelle classi quinte della scuola primaria (nel PNRR si ipotizzava l’avvio a cominciare dal primo anno della primaria).

70 mila? I conti non tornano. Complessivamente le classi quarte e quinte di primaria sono circa 50mila, oltre a 1.157 pluriclassi.

Per due ore settimanali di educazione motoria e sportiva (come prevede l’art. 103 della bozza di legge) occorre assicurare 100 mila ore di attività. Poiché i nuovi docenti di motoria (stesso stato giuridico ed economico degli attuali docenti di primaria) presteranno 22 ore settimanali di orario frontale, saranno necessari quasi 5 mila insegnanti, anziché i ventilati 70 mila.

Considerato inoltre che circa il 40% delle scuole primarie non ha una palestra, ci sono davvero tutte le condizioni di fattibilità? L’analisi di Tuttoscuola nel report “Educazione motoria nella primaria, cade un tabù storico. Numeri e fattibilità del progetto contenuto nell’ultima Legge di Bilancio” scaricabile gratuitamente qui.

Legge di bilancio 2022/1. Premiate la ‘dedizione’ e l’aggiornamento continuo

da Tuttoscuola

La legge di bilancio 2022, che il governo Draghi ha reso nota in bozza, ha il pregio, rispetto a quelle del passato, di essere lessicalmente più leggibile, anche se non mancano i soliti rinvii a norme precedenti, che rendono più difficile comprendere le novità. È il caso dell’art. 102 (Valorizzazione della professionalità dei docenti), che modifica l’art. 1 comma 592 della legge 27 dicembre 2017 n. 205 (anch’essa una legge di bilancio, presentata dal governo Gentiloni, ministro della PI Valeria Fedeli) apportando alcune variazioni aggiuntive e sostitutive che è possibile apprezzare solo avendo presente il testo sul quale esse si innestano. Serve un esercizio ricostruttivo, che proviamo a fare qui di seguito.

La prima modifica riguarda il primo capoverso del citato comma 592. Dopo le parole “Al fine di valorizzare la professionalità dei docenti delle istituzioni scolastiche statali” viene inserita la seguente proposizione modale: “premiando in modo particolare la dedizione nell’insegnamento, l’impegno nella promozione della comunità scolastica e la cura nell’aggiornamento professionale continuo”. Segue un sostanzioso aumento del Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa (da 30 a 260 milioni dal 2022).

Anche il successivo comma 593 della stessa legge n. 205/2017 viene integrato con due variazioni aggiuntive significative. Lo riportiamo qui di seguito nella nuova configurazione (in corsivo le parole aggiunte): “Per l’utilizzo  delle  risorse  di  cui  al  comma  592 la contrattazione, anche mediante eventuali  integrazioni  al  contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) di riferimento, è svolta nel rispetto dei seguenti criteri ed indirizzi:  a) valorizzazione dell’impegno in attività di formazione e sperimentazione didattica e della dedizione nell’insegnamento e nella promozione della comunità scolastica; b) valorizzazione del contributo alla diffusione nelle  istituzioni scolastiche di modelli  per  una  didattica  per lo  sviluppo delle competenze; c) valorizzazione del costante e qualificato aggiornamento professionale.

Concorso motoria nella primaria: occasione d’oro per le classi di concorso A48 e A49

da Tuttoscuola

L’introduzione nella scuola primaria di docenti specialisti in educazione motoria e sportiva a cui assegnare migliaia di posti tra il 2022-23 e il 2023-24 apre prospettive occupazionali molto interessanti per i docenti in possesso delle classi di concorso A48 e A49. Si tratta di una previsione conseguente a quanto previsto dallo schema della legge finanziaria 2022 approvato dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 28 ottobre scorso.

Questo il testo del comma 3 dell’art. 103 che così recita: “Si accede all’insegnamento dell’educazione motoria nella scuola primaria a seguito del superamento di specifiche procedure concorsuali abilitanti. Possono partecipare alle procedure concorsuali i soggetti in possesso di laurea magistrale conseguita nella classe LM-67 «Scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattative» o nella classe LM-68 «Scienze e tecniche dello sport» o nella classe di concorso LM47 «Organizzazione e gestione dei servizi per lo sport e le attività motorie» oppure titoli di studio equiparati alle predette lauree magistrali ai sensi del decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca 9 luglio 2009, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 7 ottobre 2009, n. 233, che abbiano, altresì, conseguito 24 CFU/CFA, acquisiti in forma curricolare, aggiuntiva o extra curricolare nelle discipline antropo-psicopedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche”.

Le tre lauree magistrali individuate dal provvedimento danno accesso rispettivamente alla classe di concorso A48 – Scienze motorie e sportive negli istituti di istruzione secondaria di II grado e alla classe di concorso A49 – Scienze motorie e sportive nella scuola secondaria di I grado.

Saranno disponibili, secondo i calcoli di Tuttoscuola, 45 mila posti da mettere a concorso, appena la legge sarà approvata, cioè dopo il prossimo 31 dicembre.

Poiché difficilmente il nuovo concorso scuola si concluderà in tempo utile per le nomine in ruolo dal prossimo settembre, in attesa della conclusione delle procedure selettive, le supplenze annuali sui nuovi posti istituiti (per le classi quinte dal 2022-23 e anche per le classi quarte dal 2023-24) saranno assegnate ai docenti in possesso delle classi di concorso A48 e A49.

Un’occasione unica da non perdere, e da portare positivamente in porto con l’aiuto vincente di Tuttoscuola.