Italia-Francia: 2021 e 1940

Italia-Francia: 2021 e 1940

di Maurizio Tiriticco

GRANDE GIORNATA OGGI! ITALIA E FRANCIA unite per un avvenire sempre più solidale! MA IERI? Nel lontano 10 giugno del 1940 Benito Mussolini dallo “storico balcone” di Palazzo Venezia annunciò al popolo festante che l’Italia aveva dichiarato guerra alla Francia e alla Gran Bretagna. Perché, secondo il Duce, grazie a qualche migliaia di morti, l’Italia fascista, congiuntamente alla Germania nazionalsocialista, avrebbe potuto sedersi al tavolo della pace. E fu così che il 20 giugno 1940 Mussolini optò per aggredire la Francia con uno sfondamento lungo il confine delle Alpi Occidentali.

I francesi avevano iniziato a fortificare il loro versante a partire dal 1929. Mentre Mussolini aveva dato il via alla fortificazione, soltanto alla fine degli anni Trenta. In seguito, la manìa di grandezza e la scellerata alleanza con la Germania di Hitler convinsero Mussolini che era giunto il momento di adottare le armi. Mi piace proporre i passi essenziali del discorso che il Duce pronunciò il 10 giugno del 1940 dallo “storico balcone” di Palazzo Venezia, un discorso per altro applauditissimo:

“Combattenti di terra, di mare e dell’aria! Camicie nere della rivoluzione e delle legioni! Uomini e donne d’Italia, dell’Impero e del regno d’Albania! Ascoltate! Un’ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria. E’ l’ora delle decisioni irrevocabili. La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia. Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell’Occidente, che, in ogni tempo, hanno ostacolato la marcia, e spesso insidiato l’esistenza medesima del popolo italiano…

“Noi impugniamo le armi per risolvere, dopo il problema risolto delle nostre frontiere continentali, il problema delle nostre frontiere marittime; noi vogliamo spezzare le catene di ordine territoriale e militare che ci soffocano nel nostro mare, poiché un popolo di quarantacinque milioni di anime non è veramente libero se non ha libero l’accesso all’Oceano. Questa lotta gigantesca non è che una fase dello sviluppo logico della nostra rivoluzione; è la lotta dei popoli poveri e numerosi di braccia contro gli affamatori che detengono ferocemente il monopolio di tutte le ricchezze e di tutto l’oro della terra; è la lotta dei popoli fecondi e giovani contro i popoli isteriliti e volgenti al tramonto, è la lotta tra due secoli e due idee. Ora che i dadi sono gettati e la nostra volontà ha bruciato alle nostre spalle i vascelli, io dichiaro solennemente che l’Italia non intende trascinare altri popoli nel conflitto con essa confinanti per mare o per terra.

“Svizzera, Jugoslavia, Grecia, Turchia, Egitto prendano atto di queste mie parole! E dipende da loro, soltanto da loro, se esse saranno o no rigorosamente confermate. Italiani! In una memorabile adunata, quella di Berlino, io dissi che, secondo le leggi della morale fascista, quando si ha un amico, si marcia con lui sino in fondo. Questo abbiamo fatto e faremo con la Germania, col suo popolo, con le sue meravigliose forze armate. In questa vigilia di un evento di una portata secolare, rivolgiamo il nostro pensiero alla Maestà del Re Imperatore che, come sempre, ha interpretato l’anima della patria. E salutiamo alla voce il Führer, il capo della grande Germania alleata.

“L’Italia, proletaria e fascista, è per la terza volta in piedi, forte, fiera e compatta come non mai. La parola d’ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti. Essa già trasvola e accende i cuori dalle Alpi all’Oceano Indiano: Vincere! E vinceremo, per dare finalmente un lungo periodo di pace con la giustizia all’Italia, all’Europa, al mondo. Popolo italiano! Corri alle armi, e dimostra la tua tenacia, il tuo coraggio, il tuo valore!”

E la folla applaudì festante! Poi le cose andarono come andarono. Ma questa è un’altra storia!

10 dicembre 2021, sciopero della scuola

10 dicembre 2021, sciopero della scuola. Dichiarazione di Dario Missaglia, Presidente nazionale Proteo Fare Sapere

L’Associazione Proteo Fare Sapere condivide e sostiene le ragioni dello sciopero nella scuola, indetto da Flc Cgil e altre OO.SS. per il 10 dicembre 2021.

Una forte partecipazione è essenziale per affermare con decisione gli obiettivi delle rivendicazioni contrattuali per tutte le professioni della scuola e l’urgenza di una politica per l’istruzione.

Dai nidi alle scuole superiori, la scuola è la medicina per ritrovare socialità, curiosità, desiderio di stare insieme. È anche una risorsa fondamentale per reggere le conseguenze del covid e guardare al futuro.
Sarebbe imperdonabile, a fronte delle risorse previste dal PNRR, che a causa di una miope politica del governo, il mondo dell’istruzione e della formazione perdesse l’occasione di cambiamenti decisivi che possono essere realizzati con il concorso di chi nella scuola lavora e delle organizzazioni sindacali.

Dario Missaglia

CONTRARI A OBBLIGO VACCINO

SCUOLA, DI MEGLIO (GILDA): CONTRARI A OBBLIGO VACCINO, È UN ATTO DISCRIMINATORIO

Il Coordinatore nazionale del sindacato interviene sulle nuove misure del governo

Roma, 26 nov. “Noi da sempre siamo a favore dei vaccini, ma non possiamo tacere che l’obbligo deciso dal governo nei confronti del personale scolastico sia discriminatorio nel confronto con altre categorie lavorative, sia pubbliche che private”. Così il Coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio, interviene sulle misure anti-covid che l’esecutivo ha messo in campo. “In questa maniera – continua Di Meglio – il governo non sta intervenendo sulle vere cause del contagio nelle scuole: due anni di pandemia non sono stati sufficienti all’esecutivo per intervenire sulle classi affollate, sul tracciamento dei contagi e sul problema dei trasporti, l’obbligo per gli insegnanti è semplicemente una foglia di fico.

Viene solo tolta la libertà di scelta: l’obbligo vaccinale ci sia per tutti, studenti compresi, o per nessuno”

Responsabilità dirigenziale in caso di derattizzazione

Responsabilità dirigenziale in caso di ritrovamento di escrementi di roditori nei pressi della mensa della Scuola dell’Infanzia. Analisi del “caso studio” e ricognizione normativa

Dario Angelo Tumminelli, Carmelo Salvatore Benfante Picogna, Zaira Matera

La presenza di roditori, generalmente topi o ratti, è un fenomeno che oggi non va assolutamente trascurato né minimizzato in alcuno degli ambienti di vita delle persone, ancor più se tale diffusione si verifica all’interno delle mura di un’Istituzione pubblica come, nel caso specifico, in un plesso scolastico. Il ritrovamento di escrementi di topi o ratti sono evidenti segnali di un’infestazione in corso, vere e proprie “bombe ecologiche”. Il solo ritrovamento, anche se sporadico, è un incontestabile segnale d’allarme da non sottovalutare. I ratti, i topi e i loro parassiti, pulci e acari, possono, infatti, essere serbatoi biologici e vettori di microrganismi patogeni, disseminatori di germi di molte pericolose malattie trasmissibili all’uomo. Questi animali contaminano e insudiciano in vario modo le superfici, diffondono parassiti e sono portatori e veicoli di germi patogeni. Essendo degli animali territoriali, oltre al ritrovamento di escrementi, è possibile anche avvertire nel luogo infestato, più spesso nelle vicinanze dei nidi, un intenso odore di urina, pungente e fastidioso, che spesso è anche causa nelle alunne e negli alunni, specialmente se piccole/i, di attacchi asmatici, tipico segnale di un’infestazione avanzata.

Ricordiamo che uno dei diritti fondamentali della persona, sancito dalla Costituzione Italiana, è il diritto alla salute. L’art. 32, infatti, così recita: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività…».

Definizione

Con il termine “derattizzazione” si indica una specifica prassi di disinfestazione murina volta ad eliminare e/o eradicare dal luogo infestato la popolazione urbana da surmolotti, ratti e/o topi.

Normativa di riferimento

In Italia il legislatore è intervenuto a più riprese, sin dai primi anni del secolo scorso, con lo scopo di disciplinare tale attività cui è dedicata specifica normativa di settore. Ricordiamo la Legge 25 gennaio 1994, n. 82 Disciplina delle attività di pulizia, di disinfezione, di disinfestazione, di derattizzazione e di sanificazione” pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 27 del 3 febbraio 1994, che costituiva una Legge-quadro delle attività suddette. Dagli anni ’90 ad oggi la materia è stata oggetto di numerosi decreti, circolari, ordinanze e direttive. Successivamente con il Decreto del 7 luglio 1997, n. 274 “Regolamento di attuazione degli articoli 1 e 4 della legge 25 gennaio 1994, n. 82, per la disciplina delle attività di pulizia, di disinfezione, di disinfestazione, di derattizzazione e di sanificazione” pubblicato in Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 188 del 13 agosto 1997 emanato dal Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato stabiliva i requisiti. Di seguito si riporta l’estratto.

Articoli 1 della legge 25 gennaio 1994, n. 82 <<Art. 1. Definizioni 1. Agli effetti della legge 25 gennaio 1994, n. 82, le attività di pulizia, di disinfezione, disinfestazione, di
derattizzazione e di sanificazione sono così definite:
a) sono attività di pulizia quelle che riguardano il complesso di procedimenti e operazioni atti a rimuovere polveri, materiale non desiderato o sporcizia da superfici, oggetti, ambienti confinati ed aree di
pertinenza;
b) sono attività di disinfezione quelle che riguardano il complesso dei procedimenti e operazioni atti a
rendere sani determinati ambienti confinati e aree di pertinenza mediante la distruzione o inattivazione di
microrganismi patogeni;
c) sono attività di disinfestazione quelle che riguardano il complesso di procedimenti e operazioni atti a
distruggere piccoli animali, in particolare artropodi, sia perché parassiti, vettori o riserve di agenti infettivi sia perché molesti e specie vegetali non desiderate. La disinfestazione può essere integrale se rivolta a tutte le specie infestanti ovvero mirata se rivolta a singola specie;
d) sono attività di derattizzazione quelle che riguardano il complesso di procedimenti e operazioni di
disinfestazione atti a determinare o la distruzione completa oppure la riduzione del numero della
popolazione dei ratti o dei topi al di sotto di una certa soglia;
e) sono attività di sanificazione quelle che riguardano il complesso di procedimenti e operazioni atti a
rendere sani determinati ambienti mediante l’attività’ di pulizia e/o di disinfezione e/o di disinfestazione
ovvero mediante il controllo e il miglioramento delle condizioni del microclima per quanto riguarda la
temperatura, l’umidità’ e la ventilazione ovvero per quanto riguarda l’illuminazione e il rumore.>>

Corre l’obbligo anche di menzionare l’art. 18 comma 3 rubricato “Obblighi del datore di lavoro e del dirigente” del Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”, pilastro normativo pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 101 del 30 aprile 2008 – Suppl. Ordinario n. 108, testo coordinato con il Decreto Legislativo 3 agosto 2009, n. 106, cosiddetto decreto integrativo e correttivo, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 180 del 05 agosto 2009 – Suppl. Ordinario n. 142/L. Di seguito si riporta l’estratto:

Articolo 18 comma 2 << Gli obblighi relativi agli interventi strutturali e di manutenzione necessari per assicurare, ai sensi del presente decreto legislativo, la sicurezza dei locali e degli edifici assegnati in uso a pubbliche amministrazioni o a pubblici uffici, ivi comprese le istituzioni scolastiche ed educative, restano a carico dell’amministrazione tenuta, per effetto di norme o convenzioni, alla loro fornitura e manutenzione. In tale caso gli obblighi previsti dal presente decreto legislativo, relativamente ai predetti interventi, si intendono assolti, da parte dei dirigenti o funzionari preposti agli uffici interessati, con la richiesta del loro adempimento all’amministrazione competente o al soggetto che ne ha l’obbligo giuridico.>>

Anche il Contratto Collettivo Nazionale Lavoro scuola, partendo dal CCNL 4 agosto del 1995, modificato dal CCNL 26 maggio 1999 ovvero dal CCNL 2006/2009, definisce il compito dei collaboratori scolastici: “tra gli altri anche la pulizia dei locali, degli spazi scolastici e degli arredi”.

Fatta questa necessaria premessa,

ci addentriamo nel merito del caso proposto

È fuor di dubbio che la pratica di “derattizzazione”, laddove si ravvisi necessaria, è fondamentale per garantire l’igiene nei luoghi di lavoro, sia pubblici che privati. L’attività di bonifica e sanificazione delle aree rattizzate di un Istituto scolastico, è sempre accompagnata anche da un’operazione di profonda pulizia dei locali, macchiati di urine o ancora di grasso del corpo (untuosità generalmente lasciate agli spigoli dei muri), al fine di garantire nelle scuole il rispetto delle norme igienico-sanitarie, la tutela degli ambienti, garantire il benessere degli alunni e di tutto il personale scolastico, ma anche di salvaguardare la reputazione dell’Istituto scolastico stesso. Tutti gli ambienti possono essere dei “focolai” o ritrovi di roditori e le scuole non fanno certamente eccezione; perfino gli edifici di nuova costruzione possono avere delle vie d’entrata, attrattive per i roditori. Spesso i roditori vi giungono durante delle escursioni compiute alla ricerca di cibo o idonei ricoveri per nidificare.

È fuor di dubbio che i minori sono maggiormente tutelati dalla normativa vigente, in una misura speciale e, pertanto, il Dirigente scolastico, in caso di ritrovamento di escrementi, dovrà mettere in campo tutta una serie di azioni, al fine di tutelare l’utenza, che brevemente riassumiamo:

  1. Il Dirigente scolastico, preso atto della segnalazione di ritrovamento di escrementi di roditori, topi o ratti, dovrà effettuare senza indugio un primo sopralluogo, valutando preventivamente dell’entità dell’infestazione stessa. È opportuna una prudente consultazione del Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione con la verifica del documento di valutazione dei rischi (D.V.R.) dell’Istituto, ovvero controllare se, in un recente passato, nell’Istituto scolastico si era già verificato il problema segnalato e si erano stabiliti degli interventi opportuni. È necessaria la diramazione di una circolare interna d’Istituto per inibire immediatamente l’accesso a tutto il personale scolastico e degli alunni/e nei luoghi del ritrovamento degli escrementi. È conveniente inoltre non rimuovere, nel gergo tecnico i “cacherelli”, utili per quantificare l’entità e soprattutto tipologia di infestazione.
Approfondimento Un attento esame degli escrementi, infatti, può dare indicazioni molto utili, a volte alquanto preziose, ad esempio se l’infestazione è recente o meno. Gli escrementi freschi sono generalmente umidi, scuri, gommosi e lucenti, contrariamente saranno secchi, duri e di colore biancastro. Solo dopo il conteggio è possibile rimuoverli per consentire un nuovo riscontro. La conta dei “cacherelli” consente di stimare l’infestazione (quantità) e l’indagine macro e microscopica permette l’identificazione del genere.
  • Il Dirigente scolastico, constatata l’infestazione, dovrà comunicare immediatamente il ritrovamento all’Ufficio Tecnico del Comune di riferimento, informandolo della relativa problematica riscontata per attuare un’urgente e idonea disinfestazione dei locali e ottenere un intervento che sia comunque il più tempestivo possibile per ripristinare la condizione ante quam.
  • Gli esperti dell’Ufficio Tecnico del Comune, constatato il ritrovamento, dovranno ricercare i punti di annidamento e le tane. È possibile, infatti, che nell’edificio scolastico vi siano spazi nascosti idonei all’annidamento come, ad esempio, le aperture nei muri. I topi sono animali sociali che amano vivere in branco e creano abitualmente colonie e/o famiglie. Molte delle stesse si stabiliscono in zone dove vi è bassa presenza di attività umana. Nel caso specifico, qualora i tecnici qualificati del Comune dovessero ritrovare anche delle tane saranno necessari dei lavori strutturali, di manutenzione straordinaria, per eliminare ogni possibile fonte di rifugio all’interno delle mura dell’edificio scolastico di proprietà dell’Ente Locale. Si dovrà, inoltre, controllare e monitorare le zone adiacenti, antistanti e limitrofe all’edificio scolastico, per eliminare ogni focolaio di infestazioni e per evitare nuovi possibili arrivi. A titolo di esempio: si dovrà verificare se nelle vicinanze sono presenti delle aree di degrado, cassonetti di immondizia incustoditi e/o impianti fognari.
  • Il Dirigente scolastico, contestualmente alla comunicazione di ritrovamento degli escrementi di roditori all’Ufficio Tecnico del Comune di riferimento, dovrà anche darne tempestiva notizia all’Autorità sanitaria, informando il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’Azienda Sanitaria di riferimento su quanto accaduto e ritrovato.
  • Il Dirigente scolastico, in caso di urgenza potrà delegare e demandare il Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi – D.S.G.A. e/o anche il primo collaboratore, autorizzando gli stessi a chiamare un’impresa qualificata per i casi di disinfestazione da topi e/o ratti, valutando l’opportunità di agire secondo l’art. 39 “Misure urgenti ed indifferibili”, del recente Decreto Interministeriale del 28 agosto 2018, n. 129 “Regolamento recante istruzioni generali sulla gestione amministrativo-contabile delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell’articolo 1, comma 143, della legge 13 luglio 2015, n. 107” pubblicato in Gazzetta Ufficiale, Serie Generale n. 267 del 16 novembre 2018, salvaguardando in tal modo la salute degli utenti fruitori.
  • Il Dirigente scolastico, dovrà prontamente avvisare i genitori degli alunni o gli esercenti la responsabilità genitoriale o ancora i tutori, informandoli che le mense e le cucine saranno temporaneamente chiuse chiedendo agli stessi di riprendere i propri figli prima dell’orario previsto del servizio mensa.
  • Il Dirigente scolastico, dovrà inoltre predisporre un apposito avviso da pubblicare sul sito ufficiale web dell’Istituzione scolastica, informando l’utenza della chiusura, per i giorni necessari, per disinfestazione di tutti i locali che coinvolgeranno non solo le cucine del plesso convolto. È preferibile, per ovvie ragioni, che la disinfestazione avvenga il fine settimana.
  • Il Dirigente scolastico, constatata la presenza di infestazione grave che richiede un intervento generalizzato, incisivo e urgente, dovrà immediatamente sensibilizzare il Sindaco del Comune di riferimento ad intervenire tempestivamente con il proprio Ufficio Tecnico al fine di scongiurare una sospensione prolungata delle attività didattiche per motivi sanitari e di pericolo per l’incolumità e la salute di alunne/i e personale scolastico. L’Ente Locale dovrà attivarsi inviando i propri tecnici per un sopralluogo e incaricando una ditta specializzata.
  • Il Sindaco, con apposita ordinanza di urgenza chiude l’Istituto scolastico per la derattizzazione e la sanificazione dei locali.
  • Il Dirigente scolastico, preso atto dell’ordinanza del Sindaco, dovrà immediatamente informare le famiglie o gli esercenti la responsabilità genitoriale o ancora i tutori spiegando le ragioni della chiusura prolungata della scuola.
Approfondimento Spesso, purtroppo, si trascura, una volta risolto il problema dei roditori, di monitorare costantemente i punti di ritrovo, ispezionando gli ambienti e le strutture, evitando così inutili interventi intensivi e spesso anche costosi. Quandanche, infatti, si superi il problema nella sua acuzie non bisogna mai abbassare la guardia poiché in qualsiasi momento l’infestazione potrebbe nuovamente riproporsi. I topi e i ratti sono molto accorti nel trovare nuovi ingressi durante le escursioni compiute alla ricerca di cibo o per la ricerca di idonei ricoveri per nidificare o, ancora, per la sopravvivenza di qualche coppia superstite, resistente ai veleni. Bisogna sempre tenere presente che questi animali sono molto proliferi ed in rapida crescita. Il potenziale riproduttivo di una giovane coppia di topi e della loro prole, infatti, si avvicina a 2000 individui in un anno. La maturità sessuale viene raggiunta molto presto, a circa 2-3 mesi. Anche la gestazione è breve dai 19 a 22 giorni (i ratti anche 24 giorni) e le figliate sono in numero variabili da un minimo di 4 fino a 10-12 piccoli, generalmente 3-4 parti all’anno.

Ricordiamo al lettore che la sospensione delle attività didattiche o la chiusura dell’Istituzione scolastica, determina la sospensione di pubblico servizio. Essa può essere disposta, nel caso specifico, oltre che dai Sindaci, anche dall’Autorità Sanitaria – Azienda Sanitaria di riferimento e, infine, dai Prefetti, che di fatto sono rappresentanti territoriali del Governo, i quali possono emettere provvedimenti in caso di emergenze sanitarie, di igiene pubblica o di pericolo per l’ordine, sicurezza e incolumità pubblici, sulla base al Titolo IV, capo III del Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 112 “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 92 del 21 aprile 1998 – Suppl. Ordinario n. 77. La scuola può essere chiusa anche in occasione di gravi eventi atmosferici come: intense nevicate, alluvioni e per interventi di manutenzione straordinaria. Solo in caso di imminente pericolo per l’incolumità dell’utenza, il Dirigente Scolastico, quale responsabile della sicurezza dell’Istituto, può disporre la chiusura della scuola o la semplice sospensione delle lezioni, dandone tempestiva comunicazione alle autorità competenti (Prefetto, Sindaco, Ambito Territoriale Provinciale) esplicitando le motivazioni di tale decisione. Quando l’edificio scolastico viene chiuso, l’accesso ai locali non è consentito né agli studenti né al personale scolastico (docenti e personale amministrativo, tecnico e ausiliario). Diverso invece è il caso della sospensione delle attività didattiche che deriva da un evento quali le festività e/o vacanze di Natale o pasquali o ancora estive. In questi casi viene sospeso, per gli alunni, l’obbligo dalla frequenza delle lezioni mentre il personale amministrativo ed il personale docente possono accedere per le altre normali attività.

Il Dirigente scolastico, alla luce della normativa vigente sopra citata, ha il dovere, in caso di allestimento di procedura di derattizzazione, di sospendere le attività didattiche e allontanare dai locali scolastici il personale scolastico e le studentesse e gli studenti i quali, eventualmente, possono essere ricollocati, laddove possibile e per il tempo necessario, nelle altre sedi dell’istituto (se presenti).

Approfondimento Il Ministero della Salute con l’Ordinanza del 10 febbraio del 2012 riguardante specificatamente l’attività di derattizzazione ha prescritto e imposto che le operazioni di derattizzazione e disinfestazione devono essere eseguite da imprese specializzate con modalità tali da non arrecare nocumento alle persone ed alle altre specie animali non bersaglio. Tali attività devono inoltre essere rese pubbliche dalle stesse ditte mediante affissione di avvisi da esporre nelle zone interessante con almeno cinque giorni lavorativi di anticipo. Si devono adeguatamente indicare: il pericolo per la presenza di veleno;gli elementi identificativi del responsabile del trattamento;la durata del trattamento;le sostanze utilizzate. La medesima pratica risulta confermata dall’Ordinanza del Ministero della Salute del 13 giugno 2016 pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 165 del 16 luglio 2016. Possono perciò essere considerate applicabili tanto nei casi delle scuole e dei luoghi di istruzione, quanto alle ipotesi di derattizzazione degli uffici pubblici.

Bibliografia

  • COSTITUZIONE ITALIANA articolo 32
  • LEGGE 25 gennaio 1994, n. 82 Disciplina delle attività di pulizia, di disinfezione, di disinfestazione, di derattizzazione e di sanificazione
  • DECRETO 7 luglio 1997, n. 274 “Regolamento di attuazione degli articoli 1 e 4 della legge 25 gennaio 1994, n. 82, per la disciplina delle attività di pulizia, di disinfezione, di disinfestazione, di derattizzazione e di sanificazione
  • DECRETO LEGISLATIVO 9 aprile 2008, n. 81, “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro
  • DECRETO LEGISLATIVO 3 agosto 2009, n. 106 “correttivo
  • LEGGE 13 luglio 2015, n. 107, “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”, e in particolare il comma 7, lettera l, dell’articolo unico;
  • DECRETO LEGISLATIVO 31 marzo 1998, n. 112 “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59
  • CCNL 4 agosto del 1995, modificato dal CCNL 26 maggio 1999 – CCNL 2006/2009
  • DECRETO INTERMINISTERIALE 28 agosto 2018, n. 129 “Regolamento recante istruzioni generali sulla gestione amministrativo-contabile delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell’articolo 1, comma 143, della legge 13 luglio 2015, n. 107
  • ORDINANZA Ministero della Salute del 10 febbraio del 2012
  • ORDINANZA Ministero della Salute del 13 giugno del 2016

In Lombardia triplicate le classi in quarantena a distanza di due settimane

da Il Sole 24 Ore

Sono 15.305 alunni e 1.150 operatori posti in isolamento a casa. Dati in aumento sensibile in tutte le classi d’età rispetto al 7 novembre

di Redazione Scuola

Sono 902 le classi in quarantena nelle scuole della Lombardia al 21 novembre, con 15.305 alunni e 1.150 operatori posti in isolamento in quanto “contatti di caso” positivo. Sono dati quasi triplicati rispetto all’ultimo monitoraggio del 7 novembre quando le classi in quarantena erano 370, pari a 6.681 alunni. Numeri che rispecchiano l’avanzata della pandemia in corso nel nostro Paese che ha portato il governo a varare il super green pass e introdurre l’obbligo vaccinale per tutto il personale scolastico, dei servizi educativi dell’infanzia e dell’istruzione e formazione regionali

L’impennata in tutte le fasce d’età

«La nona e la decima settimana di rilevazione (08-21 novembre) mostrano un andamento dei contagi in crescita importante su tutte la fasce d’età, crescita relativamente più modesta nella fascia d’età 14-18 anni (fascia d’età soggetta a vaccinazione anti CoviD-19)», si legge nel report di monitoraggio della Regione, pubblicato dalla Direzione generale Welfare. In parallelo «la ripresa dei contagi nelle ultime settimane di osservazione ha determinato un aumento degli alunni posti in quarantena in tutti i gradi di scuola con un impatto meno evidente nella scuola secondaria di secondo grado (popolata da alunni in età vaccinabile)».

Le classi in quarantena

Nel territorio dell’Ats di Milano (che comprende anche Pavia), le classi in quarantena sono 539, con 9.886 alunni e 813 operatori in isolamento.

DirigentiScuola: è rischio burnout per il 52 per cento dei capi d’istituto

da Il Sole 24 Ore

Bianchi: «Bisogna riconoscere la scuola come istituzione. I fondi ci sono e la scuola è tra i quattro pilastri fondamentali per il Paese»

di Redazione Scuola

«La categoria dei dirigenti scolastici presenta un quadro altissimo di rischio burnout»: lo sottolinea un ricerca commissionata dal sindacato DirigentiScuola, per mettere in luce le numerose pressioni sociali e burocratiche cui sono sottoposti sistematicamente i dirigenti scolastici. L’indagine ha riguardato 728 dirigenti, per la maggior parte donne, pari circa al 10% della rappresentanza nazionale. Emerge che il 52% del personale intervistato ha un alto rischio di esaurimento emotivo. «Una situazione insostenibile» – commenta il presidente di DirigentiScuola, Attilio Fratta.

Scuola come istituzione

«Bisogna riconoscere la Scuola come istituzione», lo ha detto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, intervenuto il 25 novembre all’incontro organizzato da Dirigentiscuola, sindacato dei presidi, sul tema del Burnout, il logoramento e le difficoltà che i dirigenti scolastici stanno vivendo in questa fase. «Nella legge di Bilancio sono stanziati 240 mln e altri 18 mld nel Pnrr, di cui 13 mld per l’edilizia e 5 mld per la riorganizzazione. Il 30 novembre, con il presidente del consiglio, presenteremo il programma di 5 mld, di cui 3 mld destinati ad asili e infanzia, 900 mln per le persone, 400 mln per creare delle scuole innovative, digitali e sostenibili e 500 mln per le ristrutturazioni. I fondi ci sono e la scuola è tra i 4 pilastri fondamentali per il Paese». Il ministro è intervenuto sul tema della disuguaglianza territoriale «non solo tra Nord e Sud ma anche all’interno delle singole regioni. In Campania, a Napoli, c’è il 40% di dispersione. Bisogna usare le risorse per un nuovo modo di fare scuola».

Bianchi: «Anni pesantissimi»

«Sono anni pesantissimi, c’è una difficoltà umana e organizzativa – prosegue il ministro – , secondo i dati c’è il 52% di sofferenza. Dobbiamo impegnarci per uscire da questa fase che pesa su dirigenti, personale e ragazzi. La Dad è stata l’espressione della capacità di reagire e riorganizzare le attività, strumento attraverso il quale è stato possibile tornare oggi alla scuola in presenza. Non buttiamo vita questa cosa. L’Europa è ora nella quarta ondata, non siamo fuori dalla tempesta, ma stiamo tenendo meglio di tutti. La scuola è viva e forte grazie a lavoro e sforzo, – conclude Bianchi – perché dalla sofferenza si impara. Questa ricerca mette in evidenza la nostra fatica e tutto il lavoro che continueremo a fare come servitori dello stato».

Obbligo vaccinale, è valido per tutto il personale ATA e non solo per gli amministrativi

da OrizzonteScuola

Di redazione

Da poche ore è stato approvato il decreto super Green pass che estende l’obbligo di vaccinazione per tutto il personale scolastico ma i dubbi non sono pochi. Si è anche creato un equivoco che nasce da un’espressione contenuta nel comunicato stampa del Governo relativo all’approvazione del decreto.

Infatti, il testo del comunicato stampa reso noto da Palazzo Chigi, riporta che l’obbligo vaccinale viene esteso ad altre categorie, oltre ai sanitari, ovvero “docenti e personale amministrativo della scuola”.

Da qui le richieste di precisazione da parte di collaboratori scolastici e assistenti tecnici: “significa che l’obbligo vale solo per gli assistenti amministrativi?

Non è così. Si tratta di una semplificazione del comunicato stampa del Governo per indicare il personale non docente. Infatti il testo del decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri parla di personale scolastico:

Dal 15 dicembre 2021, l’obbligo vaccinale di cui all’articolo 3-ter, si applica anche alle seguenti categorie di personale:

a) al personale scolastico del sistema nazionale di istruzione, delle scuole non paritarie, dei servizi educativi per l’infanzia di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, dei centri provinciali per l’istruzione degli adulti, dei sistemi regionali di istruzione e formazione professionale, dei sistemi regionali che realizzano i percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore;

Dunque, per chiarire, l’obbligo vaccinale dal 15 dicembre 2021 è esteso, oltre al personale docente, a tutto il personale Ata.

Il decreto del 24 novembre 2021

Classi in quarantena triplicate, siamo nella quarta ondata Covid con nuova variante in Sud Africa

da La Tecnica della Scuola

Forse a più di qualcuno non è chiaro, ma l’Italia, soprattutto in alcune Regioni meno fortunate, è stata investita dalla quarta ondata di Covid: i casi ufficiali – registrati da Fondazione Gimbe e dell’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell’Università Cattolica – sono in costante aumento per la quinta settimana consecutiva e reparti ospedalieri e terapie intensive hanno ripreso ad operare con un certo affanno per via dell’aumento dei ricoverati.

Le più in sofferenza sono le Regioni del Nord Est. L’incremento dei casi è settimanale, con un +27%, ma rispetto a metà ottobre quello che fa pensare è la media giornaliera più che quadruplicata, con 2.456 contagi lo scorso 15 ottobre e addirittura 9.866 registrati il 23 novembre.

Se si fa un quadro territoriale, tranne la Basilicata, tutte le Regioni hanno fatto registrare casi di Covid-19 in evidente aumento.

Il caso critico della Lombardia

Anche le scuole risentono della situazione: sono 902 le classi in quarantena nelle scuole della Lombardia al 21 novembre, con 15.305 alunni e 1.150 operatori posti in isolamento poiché “contatti di caso” positivo.

Si tratta di dati e percentuali quasi triplicate rispetto all’ultimo monitoraggio del 7 novembre quando le classi in quarantena erano 370, pari a 6.681 alunni.

“La nona e la decima settimana di rilevazione (08-21 novembre) mostrano un andamento dei contagi in crescita importante su tutte la fasce d’età, crescita relativamente più modesta nella fascia d’età 14-18 anni (fascia d’età soggetta a vaccinazione anti CoviD-19)”, si legge nel report di monitoraggio della Regione Lombardia, pubblicato dalla Direzione generale Welfare.

In parallelo, “la ripresa dei contagi nelle ultime settimane di osservazione ha determinato un aumento degli alunni posti in quarantena in tutti i gradi di scuola con un impatto meno evidente nella scuola secondaria di secondo grado (popolata da alunni in età vaccinabile)”.

Nel territorio dell’Ats di Milano (che comprende anche Pavia), le classi in quarantena sono 539, con 9.886 alunni e 813 operatori in isolamento.

Preoccupano i numeri della Romagna

Anche in Romagna, la situazione è difficile: sono sette i focolai individuati, 149 classi in quarantena (soprattutto della primaria) e una crescita di contagi consistente. Sono i numeri che preoccupano l’Ausl Romagna: Il rischio, come evidenziato nei giorni scorsi anche dal presidente della Regione Stefano Bonaccini, è quello di un ritorno in zona gialla.

Va rilevato che la Romagna è al di sotto della media regionale per popolazione vaccinata. Inoltre ci sono stati ben 241 operatori sanitari che non si sono vaccinati e per questa ragione sono stati sospesi.

La variante africana

Intanto, un’allerta internazionale si registra anche per una nuova variante del virus SarsCoV2, identificata in Sud Africa, con numerose mutazioni che potrebbero teoricamente aumentarne la trasmissibilità e la capacità di eludere i vaccini.

Secondo invece una ricerca del National Institute of Genetics del Giappone, la variante Delta si sarebbe auto estinta nel Paese dopo che diverse mutazioni del virus lo hanno reso incapace di replicarsi. L’Istituto parla di “un’estinzione naturale” del ceppo del coronavirus. Ma non si tratta della fine della pandemia, avverte Giuseppe Novelli, genetista dell’Università di Roma Tor Vergata.

L’obbligo del vaccino a docenti e Ata per il 95% già vaccinati, che senso ha? I sindacati confermano mobilitazione e sciopero

da La Tecnica della Scuola

L’obbligo vaccinale imposto al personale della scuola dal 15 dicembre non trova i sindacati d’accordo. Il giorno dopo il via libera alla disposizione del Consiglio dei Ministri, le reazioni dei rappresentanti dei lavoratori appaiono sostanzialmente poco entusiaste del provvedimento preso sulla categoria che lo stesso ministro Patrizio Bianchi ha ricordato di essere stata la più cosciente nel vaccinarsi, avendo raggiunto il 95% di dipendenti con almeno una dose somministrata.

Cisl Scuola: da Draghi nessun riconoscimento

La segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi, sostiene che se è vero che l’obbligo vaccinale è condivisibile, perchè giunge su indicazione della scienza e a garanzia dei soggetti più vulnerabili, chiede lumi sui lavoratori che “hanno patologie delicate per i quali gli stessi medici ancora non hanno chiarito quale procedure seguire e quale vaccino somministrare”.

“Individuiamo nell’obbligatorietà che il governo impone – dice Gissi – un elemento a garanzia di soggetti vulnerabili della scuola, che sono i bambini più piccoli. I casi ai primi di novembre hanno superato le 22mila unità, dai più piccoli ai 19 anni. È molto importante per loro e in maniera reciproca per gli adulti che lavorano e vanno tutelati”.

Poi, però, la segretaria Cisl Scuola dice anche “che la responsabilità del personale scolastico non è stata gratificata. Aver avuto un’altissima adesione, maggiore delle forze di polizia, e in alcuni casi maggiore anche del personale sanitario, chiamato all’obbligo vaccinale nei primi mesi dell’anno, non ha trovato la giusta corrispondenza nel riconoscimento da parte del governo e del presidente Draghi, che tanto ha lodato la serietà della scuola durante la pandemia”.

La critica della Gissi sta nel fatto che il Governo non ha “riservato un trattamento speciale investendo in termini di risorse, investimenti e garanzia di organici”.

Flc-Cgil: per terza dose volevamo corsia preferenziale, non obbligo

Anche la segretaria nazionale Flc-Cgil, Grazia Maria Pistorino, rammenta che la “scuola è una categoria ampiamente vaccinata e riteniamo possa sostenere anche questo obbligo”.

La rappresentante dei lavoratori della Conoscenza della Cgil ricorda che il sindacato ha sollecitato una corsia preferenziale per la terza dose, anche per gli insegnanti giovani e precari che hanno fatto la seconda dose oltre sei mesi fa.

“Si comprende – sottolinea – la logica dell’obbligo per il personale che è a contatto con persone che non possono essere vaccinate, come i bambini. Ma” si tratta di “una disponibilità che andava valorizzata, adottando una corsia preferenziale per la terza dose: invece si propone un obbligo”.

La sindacalista sollecita quindi il monitoraggio, previsto dal protocollo sulla sicurezza di quest’estate. In attesa delle disposizioni definitive, si può ipotizzare che i controlli sull’obbligo si svolgano come adesso avviene per il Green pass, osserva: “Il Qr code non funziona più a chi fa il tampone”, con le relative sanzioni già previste.

Pastorino ricorda che “il controllo ogni mattina per far cominciare il lavoro è un aggravio non indifferente, servono più risorse che non sono arrivate ancora nella legge di Bilancio, anche se promesse”. Infine, sul possibile rischio che molti non vaccinati si diano malati mettendo in crisi la scuola. “Riteniamo talmente basse le percentuali che non c’è rischio di svuotamento”.

Uil Scuola: mancano altre strategie di attacco

Non risparmia critiche nemmeno Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola, secondo il quale “il vaccino va benissimo, lo ripetiamo da mesi ma non può essere l’unica arma di attacco. Né si può rendere obbligatorio per legge solo per alcune categorie”, che quindi attacca “l’obbligatorietà selettiva. Siamo convinti che una volta intrapresa la strada vaccinale non la si può interrompere”.

Per Turi mancano “altre strategie di attacco. Il tracciamento è stato abbandonato, i presidi sanitari neanche messi all’ordine del giorno delle priorità della scuola”.

Il numero uno della Uil Scuola ricorda che “la maggioranza del personale della scuola è donna. La risposta data nei mesi duri della prima ondata della pandemia è stata di enorme responsabilità. La prima e seconda dose di Astrazeneca sono state fatte alle insegnanti. Non si dica dunque che la scuola non ha risposto con senso di appartenenza civile”.

Snals: essenziali mobilitazione e sciopero

Il decreto legge varato ieri dal Consiglio dei ministri che estende l’obbligo vaccinale al personale della scuola ci lascia perplessi e preoccupati”, incalza Elvira Serafini, a capo dello Snals.

“Noi non siamo contro le vaccinazioni e lo abbiamo dimostrato con le nostre prese di posizione fin dall’inizio della pandemia. Ma non possiamo accettare provvedimenti punitivi nei confronti del personale della scuola, come la sospensione dal servizio, mentre – continua Serafini – il resto dei lavoratori del settore privato e parte di quello pubblico non viene sottoposto ad alcun obbligo”.

“La misura dell’obbligo vaccinale – continua la segretaria Snals – crea al momento solo gravi discriminazioni tra i lavoratori e serve solo a mascherare l’inerzia del Governo rispetto ai problemi che sono la vera causa della crescita dei contagi nelle scuole: sovraffollamento delle classi, scuole sovradimensionate che raggiungono in alcuni casi anche 2.500 alunni e per le quali diventa impossibile garantire la sicurezza, organici ridotti. Anche per tali motivi la mobilitazione in corso e lo sciopero (del 10 dicembre n.d.r.) diventano essenziali per la tutela dei diritti dei lavoratori”.

L’Anief fa ricorso e sciopera il 10 dicembre

E si allarga la rosa di sindacati che sempre il 10 dicembre incroceranno le braccia: in giornata anche l’Anief ha proclamato lo sciopero, di tutto il personale docente e Ata, anche non di ruolo e delle scuole paritarie, per dire “no a questa Legge di Bilancio e all’obbligo vaccinale per il personale”.

Lo stesso sindacato ha detto che intende chiedere al Tribunale amministrativo regionale la sospensione degli atti attuativi del DL approvato ieri dal CdM, per manifesta illegittimità costituzionale e discriminatoria: sarà possibile ricorrere, entro il 10 dicembre, e quindi notificare la richiesta di un provvedimento d’urgenza prima dell’entrata in vigore del provvedimento fissata a metà mese.

L’Anief parla di misure vessatorie persino rispetto a quelle adottate per il personale sanitario, per il quale è prevista la possibilità di essere collocato ad altro mansionario: per Anief, dunque, quelle imposte dal Governo Draghi sono disposizioni illogiche rispetto alla didattica a distanza, alla quale si ricorre quando la classe è disposta in quarantena.

L’obbligo vaccinale viene inoltre “bollato” come “inutile, se solo si riflette sul fatto che la popolazione studentesca accede ai locali scolastici senza vaccinazione. E anche punitivo, rispetto agli altri lavoratori del pubblico e del privato, ancora di più alla luce delle irrisorie risorse stanziate nella Legge di Bilancio 2022, che mantiene il dimensionamento scolastico e fa ben poco per il rinnovo del contratto nazionale di categoria scaduto da tre anni.

Il sindacato, infine, cita una sentenza emessa in queste ore dal Tribunale Ordinario di Velletri che ha giudicato “talmente abnormi le disposizioni sull’obbligo vaccinale per i sanitari”.

Vaccini 5-11 anni, arriva l’ok dell’Ema. Entro dicembre le somministrazioni

da La Tecnica della Scuola

Nella giornata di oggi, 25 novembre, è arrivato l’ok da parte dell’Ema (Agenzia europea del farmaco) per la somministrazione del vaccino Pfizer alla fascia d’età 5-11 anni. Dopo il parere positivo dell’Ema, servirà quello dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) che in una nota scrive:

“La Commissione tecnico scientifica dell’Agenzia italiana del farmaco è stata convocata la prossima settimana, dall’1 al 3 dicembre, con all’ordine del giorno anche la valutazione della pronuncia dell’Ema sulla vaccinazione anti-Covid per la fascia pediatrica 5-11 anni”.

L’approvazione dell’Ema era stata preannunciata dal presidente dell’Iss Silvio Brusaferro e dal coordinatore del Cts Franco Locatelli. I quali hanno chiariscono che per i bambini under 12 non sarà introdotto né l’obbligo di vaccino né quello di green pass, tuttavia raccomandano alle famiglie di provvedere non appena possibile a mettere in sicurezza i propri nuclei familiari con il vaccino anche per i più piccoli, un vaccino sicuro, ribadiscono.

Il ministro della Salute Roberto Speranza, ha ribadito che sarebbe arrivato l’ok dell’Ema e poi dell’Aifa all’uso del vaccino per la fascia di età 5-11 anni, le cui dosi pediatriche dovrebbero arrivare a fine dicembre, tra la terza e la quarta settimana probabilmente.

“Diremo alle famiglie di affidarsi alla scienza e ai pediatri,” ha aggiunto il ministro della Salute, a confermare che verrà fatta una importante campagna vaccinale per ridurre le resistenze che molte famiglie potrebbero manifestare all’uso del vaccino per gli under 12.

Insomma, nella scuola primaria, dopo le vacanze natalizie, alcuni piccoli alunni potrebbero già essere vaccinati. Di certo, lo saranno tutti i loro insegnanti. La scuola si fa più “coperta” sul fronte vaccinale.

In ogni caso – è stato chiarito – per gli alunni di scuola primaria non si parlerà né di obbligo vaccinale né di obbligo di green pass.

Fascicolo del personale scolastico: cos’è e qual è la normativa

da La Tecnica della Scuola

Il fascicolo del personale è un dossier cartaceo all’interno del quale è raccolta e custodita tutta la documentazione riguardante il dipendente:

  • dati anagrafici, fiscali e coordinate bancarie
  • posizione contabile: partita di spesa fissa, posizione INPS, etc.;
  • contratti di lavoro con l’amministrazione scolastica: a tempo determinato e indeterminato;
  • perfezionamento dell’assunzione in servizio: assegnazione di sede definitiva, proroga del periodo di prova, conferma in ruolo, dispensa dal servizio, etc.;
  • provvedimenti di mobilità: provvedimenti di utilizzazione nelle operazioni di mobilità di fatto e di trasferimento o passaggio nelle operazioni di mobilità di diritto;
  • assenze: assenza per malattia, assenza per motivi di famiglia, astensione per maternità, permessi, sanzioni disciplinari etc.;
  • posizioni di stato: incarichi presso altre amministrazioni, comandi, esoneri e distacchi sindacali, etc.;
  • variazioni di stato giuridico: collocamento fuori ruolo, assegnazione quinquennale, cessazioni, rientri, etc.;
  • domande presentate dall’interessato per la partecipazione al reclutamento, alla mobilità, a commissioni di esame; domande di cessazione, di part-time, etc.;
  • provvedimenti di partecipazione alle commissioni di esame;
  • partecipazioni a concorsi per il reclutamento di personale di ruolo e non di ruolo;
  • curriculum professionale: titoli di studio, titoli professionali, partecipazione a di corsi di formazione e aggiornamento e relativi attestati
  • scheda servizi dunque: servizi nelle scuole statali o legalmente riconosciute, servizi presso privati o università statali o enti pubblici, servizi militari o equiparati, etc.;
  • decreti di ricostruzione carriera e di inquadramento;
  • provvedimenti di quiescenza: pensione provvisoria e definitiva;
  • domanda di riscatto: periodi trascorsi presso altre amministrazioni e riscattati ai fini contributivi e relativo provvedimento
  • domanda di ricongiunzione: periodi contributivi ricongiunti nell’attuale amministrazione e relativo provvedimento

Diritto di accesso al fascicolo personale

L’art 22 della legge 141/90 stabilisce che “al fine di assicurare la trasparenza dell’attività amministrativa e di favorirne lo svolgimento imparziale è riconosciuto a chiunque vi abbia interesse diretto, concreto e attuale per la tutela di situazioni giuridicamente rilevanti il diritto di accesso ai documenti amministrativi’’. Pertanto è diritto degli interessati di richiedere, di prendere visione ed, eventualmente, ottenere copia dei documenti amministrativi, o per avere, in generale, un pronunciamento formale da parte di una Pubblica Amministrazione fondamentale per poter conoscere, ad esempio, i motivi che hanno indotto l’amministrazione a prendere un provvedimento, verificarli ed eventualmente smentirli.

Il fascicolo elettronico

In riferimento alle disposizioni contenute dal Codice dell’Amministrazione Digitale, le Pubbliche Amministrazioni a far data dal 1° gennaio 2017 devono firmare gli originali dei propri documenti esclusivamente attraverso strumenti informatici.

A questa disposizione non sfugge neanche il fascicolo del personale, per cui, nel caso di trasmissione cartacea, la stessa dovrà essere scansionata e allegata alla lettera di trasmissione redatta in forma digitale.

Gli originali cartacei, quindi, non andranno trasmessi ma conservati agli atti della scuola, dandone menzione sulla lettera di trasmissione con la dicitura “trattasi di copia informatica degli originali cartacei conservati presso l’istituzione scolastica”.

Le varie funzionalità del Sistema informativo che supportano lo svolgimento di questi processi, pertanto, contribuiscono ad alimentare, in diversa misura, il fascicolo elettronico. Al riguardo sono state messe a punto funzionalità specifiche che consentono di integrare o modificare alcuni dati del fascicolo:

  • dati anagrafici, situazione familiari;
  • contratti a tempo determinato e indeterminato;
  • perfezionamento dell’assunzione in servizio: proroga del periodo di prova, conferma in ruolo (nodi KVCG, KVCI, KVCL);
  • assenze, aspettative, permessi, congedi, astensioni (nodo KVB);
  • posizioni di stato quindi incarichi, comandi, esoneri, ecc. (nodo KVB);
  • domande di cessazione, di part-time;
  • dichiarazione poi dei servizi e anagrafe delle professionalità;
  • rettifiche di dati di ruolo attuali (nodo KMBF) e pregressi (nodo KMFC);
  • estremi dei decreti e dati di registrazione (nodo KVCM);
  • dati degli intestatari dei provvedimenti (nodo KVCN).

Completano il quadro le funzioni di interrogazione del Fascicolo: la posizione anagrafica (nodo KMBM), i dati di ruolo (nodo KMBD), l’intero Stato Matricolare (nodo KMFA).

Super green pass e trasporti: gli alunni dovranno avere la certificazione verde per salire su un autobus

da La Tecnica della Scuola

Il green pass nella sua formula tradizionale – si concede la certificazione a chi abbia il vaccino; o un tampone molecolare con esito negativo, valido 72 ore; o un tampone antigenico con esito negativo, valido 48 ore -, sarà obbligatorio non solo per viaggiare sui treni ad alta velocità e sugli aerei, ma anche sugli altri mezzi di trasporto, incluso i bus locali con cui gli alunni vanno e vengono da scuola. Insomma, anche gli studenti di 12 anni non vaccinati, ad esempio, per salire su un autobus dovranno effettuare il tampone, sebbene in classe possano entrare anche senza.

Nell’elenco del provvedimento sono stati inseriti: il trasporto ferroviario regionale, quindi gli Intercity e i treni dei pendolari; il trasporto pubblico locale, quindi gli autobus, i pullman e le metropolitane.

I controlli

Si attende l’intervento del ministero dei Trasporti per definire la questione controlli da attuarsi sui mezzi pubblici.

In linea generale, su tutti i controlli relativi al green pass, nel nuovo decreto si legge:

Il Prefetto territorialmente competente, entro cinque giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sentito, entro tre giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, adotta un piano per l’effettuazione costante di controlli, anche a campione, avvalendosi delle forze di polizia e del personale dei corpi di polizia municipale munito della qualifica di agente di pubblica sicurezza, in modo da garantire il rispetto del possesso delle certificazioni di cui all’articolo 9 del decreto-legge n. 52 del 2021. Il Prefetto trasmette al Ministro dell’interno una relazione settimanale dei controlli effettuati nell’ambito territoriale di competenza.

Bianchi a dirigenti scolastici: anni pesantissimi, difficoltà umana e organizzativa, nel Pnrr fondi per interventi

da La Tecnica della Scuola

“Bisogna riconoscere la Scuola come istituzione”, lo dice il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, intervenuto oggi all’incontro organizzato da Dirigentiscuola, sindacato dei presidi, sul tema del Burnout, il logoramento e le difficoltà che i dirigenti scolastici stanno vivendo in questa fase.

“Nella legge di Bilancio sono stanziati 240 mln e altri 18 mld nel PNRR, di cui 13 mld per l’edilizia e 5 mld per la riorganizzazione. Il 30 novembre, con il presidente del consiglio, presenteremo il programma di 5 mld, di cui 3 mld destinati ad asili e infanzia, 900 mln per le persone, 400 mln per creare delle scuole innovative, digitali e sostenibili e 500 mln per le ristrutturazioni. I fondi ci sono e la scuola è tra i 4 pilastri fondamentali per il Paese”.

Il ministro è intervenuto sul tema della disuguaglianza territoriale “non solo tra nord e sud ma anche all’interno delle singole regioni. In Campania, a Napoli, c’è il 40% di dispersione. Bisogna usare le risorse per un nuovo modo di fare scuola”. “Sono anni pesantissimi, c’è una difficoltà umana e organizzativa – prosegue il ministro – , secondo i dati c’è il 52% di sofferenza. Dobbiamo impegnarci per uscire da questa fase che pesa su dirigenti, personale e ragazzi. La Dad è stata l’espressione della capacità di reagire e riorganizzare le attività, strumento attraverso il quale è stato possibile tornare oggi alla scuola in presenza. Non buttiamo vita questa cosa. L’Europa è ora nella quarta ondata, non siamo fuori dalla tempesta, ma stiamo tenendo meglio di tutti”.

“La scuola è viva e forte grazie a lavoro e sforzo, – conclude Bianchi – perché dalla sofferenza si impara. Questa ricerca mette in evidenza la nostra fatica e tutto il lavoro che continueremo a fare come servitori dello stato”.

Concorso Infanzia e Primaria: per partecipare alle prove scritte occorre il Green Pass rafforzato

da Tuttoscuola

Le nuove disposizioni del Decreto Legge che prevedono nuove restrizioni sanitarie influenzeranno anche il concorso Infanzia e Primaria la cui prova scritta si svolgerà in tutte le regioni dal 13 al 21 dicembre.

Il DL relativo al cosiddetto Super Green Pass prevede infatti, a cominciare dal prossimo 6 dicembre, proprio il Green Pass rafforzato che consiste nella attestazione di vaccinazione effettuata o di avvenuta guarigione dal Covid19. A differenza del Green Pass semplice finora conosciuto. quello rafforzato non comprenderà l’attestazione del tampone somministrato.

Gli oltre 70 mila candidati al concorso Infanzia e Primaria che si presenteranno nelle aule informatiche per rispondere ai 50 quesiti a risposta multipla dovranno esibire il Green Pass rafforzato, pena l’esclusione dal concorso.

Ci sono meno di tre settimane per mettersi in regola e per non buttare al vento mesi di preparazione.

La scuola sciopera il 10 dicembre

La scuola sciopera il 10 dicembre

“A distanza di settimane, nessuna apertura, nessuna mediazione, nessun passo in avanti da parte dell’Amministrazione per cercare di dare risposte al personale della scuola rimasto senza atto negoziale per il rinnovo del contratto e senza risorse per aumenti a tre cifre come promesso dallo stesso Ministro”.
È così che si è concluso il tentativo di conciliazione a seguito della proclamazione da parte di alcuni sindacati dello stato di agitazione.

La FLC CGIL insieme a UIL scuolaSnals-Confsal e Gilda Unams aveva posto cinque temi cruciali per la scuola ai quali non è stata data risposta: rinnovo contrattuale; organico covid; classi troppo numerose; misure a costo zero disattese; precariato. 

La scuola andrà dunque allo sciopero il prossimo 10 dicembre, così come annunciato in diretta nel corso di una conferenza stampa. 
Lo sciopero riguarderà anche i dirigenti scolastici. 

“Il governo ha fatto una scelta molto precisa: disinvestire sui docenti e il personale” ha dichiarato Francesco Sinopoli nel corso di un’intervista che si conclude con un invito alla mobilitazione: “Questo è il momento di rivendicare ciò che è giusto, è il momento del conflitto. Sappiamo che c’è tanta sfiducia, due anni di pandemia non hanno cambiato la situazione, ma questo paese non si cambia da solo”