La Bolognina

La Bolognina

di Maurizio Tiriticco

Una ricorrenza —- 12 NOVEMBRE 1989 —- La “svolta della Bolognina” —- Si tratta di quel processo politico che in quel giorno a Bologna, al rione Bolognina del quartiere Navile, condusse allo scioglimento del Partito Comunista Italiano e alla nascita del Partito Democratico della Sinistra. L’autunno di quell’anno fu testimone di avvenimenti che sconvolsero l’intero assetto politico di quella parte dell’Europa che si trovava al di là della cosiddetta “cortina di ferro”. Il 9 NOVEMBRE 1989 il governo della DDR (Repubblica Democratica Tedesca) si vide costretto a decretare la riapertura delle frontiere con la Repubblica Federale Tedesca. Il fatto che la DDR sia stata costretta ad aprire le frontiere che la dividevano dalla Germania Occidentale indicò chiaramente che il cosiddetto “’ordine di Jalta” era ormai definitivamente liquidato.

Per tutto questo insieme di ragioni internazionali, il segretario generale pro tempore del Partito Comunista Italiano, Achille Occhetto ritenne mutata la stessa prospettiva storico/politica del PCI. Il 12 NOVEMBRE Occhetto è a Bologna per partecipare alla manifestazione celebrativa del 45º anniversario della battaglia partigiana della Bolognina, il quartiere interno al quartiere Navile. Davanti agli ex partigiani raccolti nella sala comunale di via Pellegrino Tibaldi 17, Occhetto annuncia che ora occorre «andare avanti con lo stesso coraggio che fu dimostrato durante la Resistenza. Gorbaciov, prima di dare il via ai cambiamenti nell’Unione Sovietica, incontrò i veterani e gli disse: voi avete vinto la seconda guerra mondiale. Ora, se non volete che venga persa, non bisogna conservare, ma impegnarsi in grandi trasformazioni». Per Occhetto, in definitiva, è necessario «non continuare su vecchie strade, ma inventarne di nuove per unificare le forze progressiste».

E a chi gli chiede se quanto dice lascia presagire che il PCI possa anche cambiare nome, Occhetto risponde: «Lasciano presagire tutto». La svolta è dunque annunciata da Occhetto e, senza che il partito fosse preparato o comunque consultato, cosa che gli verrà rimproverata da moltissimi compagni nei mesi successivi, il giorno successivo (13 novembre) se ne discute ufficialmente in segreteria, allineata con il segretario, e poi per altri due giorni in Direzione. Qui Occhetto chiede che il PCI promuova una «fase costituente sulla cui base far vivere una forza politica che, in quanto nuova, deve cambiare anche il nome».

E sulla svolta richiesta Occhetto pone la fiducia al suo mandato. Già dal giorno dell’annuncio, però, si capì che la svolta non trovava i comunisti entusiasti. Se è ovvio che la sinistra del partito sia contraria, può invece stupire che a destra il presidente della Commissione centrale di garanzia del partito, Giancarlo Pajetta, già dal giorno successivo all’annuncio si dichiari ostile alla svolta: «Io non mi vergogno di questo nome né della nostra storia, e non lo cambio per quello che hanno fatto quelli là (ovvero, i comunisti dell’Est, ndr). Se cambiamo nome, cosa facciamo, il terzo partito socialista? Io dico soltanto che quando Luigi Longo mi mandò da Ferruccio Parri per costituire il comando del Comitato di Liberazione Nazionale, né Parri né altri mi chiesero di cambiare nome al partito, ma soltanto di combattere insieme».

I lavori della Direzione durarono due giorni e si conclusero con un rinvio della discussione in Comitato Centrale. Occhetto successivamente dichiarò: «Benché la direzione fosse ampiamente d’accordo con me, non ho ritenuto di dover mettere ai voti la mia proposta, perché chi deve decidere è il partito. Da domani, non cambieremo nome, continueremo a chiamarci come ci chiamiamo. Voglio dire a tutti che non ci stiamo sciogliendo, che il PCI è in campo ed è talmente vivo che propone una cosa più grande. Su questo apriamo una discussione seria, e credo che tutti i compagni debbono essere molto tranquilli: la sorte del partito, il futuro del PCI è nelle mani di ciascun militante». Ma le cose andarono di fatto come Occhetto voleva! Ed il PCI ammainò la gloriosa bandiera rossa e ripiegò su un simbolo agreste, una quercia!

Io fui allora decisamente contrario alla scelta di Occhetto! Come se noi, comunisti italiani, dovessimo rimproverarci di qualcosa e fare ammenda! E non era affatto così! La direzione del Partito condotta per anni da Palmiro Togliatti, e approvata dai relativi congressi – di sezione, di federazione, regionali e nazionali – fu sempre una direzione – possiamo dire – schiettamente nazionale! La “via italiana al socialismo”, adottata da anni dal PCI, non era uno slogan, ma una concreta quotidiana azione politica. Ed il che fu anche dimostrato dai “funerali di Togliatti”. Ho adottato le virgolette, perché si trattò di un evento a Roma accompagnato dal compianto e dal silenzio di migliaia di compagni e cittadini. Era il 25 agosto 1964. Togliatti era morto a Yalta il 21 agosto. durante una vacanza in Crimea sul Mar Nero, nell’allora Unione Sovietica.

Tavolo tecnico sulle problematiche della dirigenza scolastica

Tavolo tecnico sulle problematiche della dirigenza scolastica: l’ANP chiede l’individuazione delle priorità e dei tempi di intervento

L’ANP ha partecipato oggi in videoconferenza alla terza riunione del tavolo tecnico sulle problematiche della dirigenza scolastica con il Ministero dell’istruzione, rappresentato dalla Dott.ssa Capasso con la presenza della Dott.ssa Floriana Malacrino e della Dott.ssa Cristina Grieco.

La Dott.ssa Capasso, in apertura di riunione, ha comunicato che il Ministero sta monitorando i dati disponibili presso ciascun Ufficio scolastico regionale in modo da valutare adeguatamente le ricadute dei nuovi criteri di graduazione dei dirigenti scolastici, attualmente in corso di definizione. I dati saranno comunicati martedì prossimo.

Circa il problema del pagamento della retribuzione della posizione di parte variabile ai colleghi neoimmessi, la Dott.ssa Capasso ha rilevato il difforme comportamento delle RTS addirittura all’interno della stessa regione e ha chiesto al Direttore generale del personale, Dott. Filippo Serra, di intervenire per risolvere dette criticità.

Per quanto riguarda la semplificazione degli adempimenti, l’Amministrazione ha proposto di ripartire dagli esiti del precedente tavolo del 2017. Il documento dovrà naturalmente essere rivisto e aggiornato, anche alla luce dei nuovi adempimenti e delle ulteriori possibilità offerte dall’utilizzo delle piattaforme.

Sulla sicurezza il Ministero ha intenzione di adottare un decreto di natura regolamentare che individui con chiarezza gli adempimenti specifici posti a carico, rispettivamente, delle istituzioni scolastiche e degli enti locali. La natura regolamentare del provvedimento lascia tuttavia intravedere tempi lunghi per la sua emanazione.

In merito alla valutazione dei dirigenti scolastici, poi, l’Amministrazione ha ricordato che i 47 incarichi dei dirigenti con funzioni tecnico-ispettive, reclutati in base all’art. 19, c. 5-bis, del D. Lgs. n. 165/2001, scadranno il prossimo 31 dicembre. Poiché il previsto bando per il reclutamento dei dirigenti tecnici non è stato ancora pubblicato, il Ministero sta lavorando alla proroga degli incarichi in modo da poter riavviare le procedure per la valutazione dei dirigenti scolastici.

Circa il potere disciplinare del dirigente scolastico nei confronti dei docenti, la Dott.ssa Capasso ha ricordato che è necessario un intervento normativo che modifichi il T.U. istruzione per tipizzare la sanzione della sospensione fino a 10 giorni. Anche su questo versante, pertanto, si prospettano tempi lunghi.

Ha, Infine, ricordato che nel DDL bilancio 2022 (art. 111) viene riproposta per il prossimo anno scolastico la disposizione di cui all’art. 1, c. 978 della L. 178/2020 riguardante le cosiddette scuole normodimensionate annuali.

L’ANP ha chiesto che, in vista delle prossime sedute, si individuino priorità e tempi di attuazione. A tal fine abbiamo proposto di affrontare nell’ordine le seguenti problematiche e criticità, delineando per ciascuna gli auspicati interventi a breve e lungo termine:

  • consistenza del FUN: vanno date stabilità e certezza alle risorse disponibili, che devono essere riferite all’organico di diritto dei dirigenti stessi a partire dal DDL Bilancio 2022 e in vista dell’armonizzazione alle retribuzioni di posizione parte variabile e di risultato degli altri dirigenti dell’area;
  • contratti integrativi regionali non ancora conclusi con riferimento all’a.s. 2018/2019: abbiamo segnalato il ritardo di alcuni Uffici scolastici regionali nell’avvio della contrattazione in modo che il Ministero possa sollecitarne l’apertura;
  • retribuzione della posizione parte variabile ai dirigenti scolastici neoimmessi: abbiamo richiesto che il Ministero intervenga con forza nei confronti delle Direzioni interessate e, se necessario, del MEF affinché il comportamento delle Ragionerie territoriali diventi, in termini brevi, uniforme sull’intero territorio nazionale garantendo a tutti i dirigenti la dovuta retribuzione;
  • mobilità interregionale e nuovo bando di concorso per dirigenti scolastici: la questione della mobilità interregionale dei neoimmessi va risolta prima dell’emanazione del bando di reclutamento e l’atto di indirizzo del Ministero all’ARAN per il rinnovo del CCNL dell’area V deve prevedere un innalzamento dell’attuale limite del 30%. Occorre infatti tenere conto che la questione della mobilità si inscrive nel più ampio tema del conferimento degli incarichi dirigenziali, disciplinati dall’art. 19 D.Lgs. n. 165/2001;
  • semplificazione: abbiamo chiesto di ripartire, già nella prossima seduta, dalle numerose proposte che l’ANP ha sottoposto alla Dott.ssa Capasso dopo la riunione dello scorso 18 giugno e che si tradurrebbero – nella maggior parte dei casi – in interventi sulle piattaforme tesi a consentire la delega effettiva da parte del dirigente scolastico degli adempimenti previsti;
  • sicurezza: da sempre chiediamo che sia l’ente locale a valutare i rischi connessi alla struttura e agli impianti e che spetti al dirigente scolastico la valutazione dei rischi ad essi non correlati. Siamo ben consapevoli che questo risultato può essere raggiunto solo modificando il testo del D.Lgs. n. 81/2008 e non già con un atto regolamentare. Per questo abbiamo richiesto, nelle more di tale intervento, che possa invece garantirsi una maggiore sostenibilità della responsabilità penale a carico del dirigente scolastico espungendone le ipotesi di colpa dovuta a imperizia. Nel D.L. in materia fiscale sono contenute diverse disposizioni in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro: la sua conversione in legge potrebbe dunque costituire l’alveo per una previsione di tal genere;
  • valutazione del dirigente scolastico: anche in questo caso, in attesa di interventi di prospettiva, occorre innanzitutto porre mano al bando per il reclutamento dei dirigenti tecnici, in modo da garantire stabilità al corpo ispettivo e farne davvero – come l’ordinamento vuole – elemento nodale del miglioramento del sistema scolastico, obiettivo reale della valutazione di sistema e del personale;
  • sulle sanzioni disciplinari al personale docente si è ricordato che la definizione del codice disciplinare è materia di contrattazione collettiva nazionale e, dunque, abbiamo chiesto che il Ministero – a prescindere da eventuali interventi sul T.U. Istruzione comunque auspicabili – indirizzi ad ARAN precise indicazioni al riguardo.

In chiusura, la Dott.ssa Capasso si è impegnata, come da noi richiesto, a sollecitare gli Uffici scolastici regionali in ritardo con l’avvio della contrattazione relativa all’a.s. 2018/2019; a verificare con ARAN gli spazi di manovra per un accordo sulla mobilità interregionale; a presentare, nella prossima seduta, una proposta del Ministero sui temi centrali della semplificazione, della sicurezza e della valutazione dei dirigenti scolastici.

Come sempre, informeremo tempestivamente i colleghi dei successivi sviluppi.

Contagi in aumento

Ora che i contagi sono in aumento, torniamo ai “faremo e diremo”?

L’Ugl Scuola, che dall’inizio della pandemia segnala la necessità di intraprendere iniziative eccezionali atte a limitare il fenomeno dei contagi nelle aule, dopo aver denunciato più volte l’assurdo chiacchiericcio del “faremo e diremo” a cui non è stato dato seguito alcuno, richiama con forza e preoccupazione tutti alle proprie responsabilità e ad agire con estrema urgenza prima che la situazione degeneri.

Occorre una gran dose di autocontrollo per non eccedere nei termini analizzando il momento attuale. La nostra Organizzazione dai primi segnali della pandemia è stata impegnata a sottolineare i pericoli che si correvano nell’ambito scolastico conoscendo l’organizzazione del sistema, i mezzi a disposizione e la gravissima situazione legata agli spazi fisici. Abbiamo segnalato, prospettato, suggerito e ci siamo persino messi a disposizione, nonostante l’evidente boicottaggio nei nostri confronti, per condividere responsabilità legate al Piano d’Interventi che intendevamo prospettare. Tutto vano. Si è però finto di agire, d’intervenire, di contenere, senza che in realtà sia stato fatto nulla per limitare eventuali nuove ondate di contagi. Non è stato pianificato alcunché di concreto. Le aule sono rimaste inadatte, le cattedre vuote, l’incremento di personale docente e ATA rimasto al palo, la modernizzazione degli strumenti inesistente e oggi siamo costretti a prendere atto che i contagi nelle scuole stanno aumentando in termini esponenziali come se fosse nuovamente una sorpresa”.

Questa l’inizio della dichiarazione fatta dal Segretario Nazionale UL Scuola, Ornella Cuzzupi, di fronte ai dati che stanno affluendo dalle scuole italiane in merito all’aumento della contaminazione da covid.

Tra l’altro – continua Cuzzupi – il personale scolastico tutto più di quello che sta facendo, umanamente non può. Son diventati loro i veri guardiani di un fenomeno che si sta allargando a vista d’occhio. L’aumento dei contagi nel Paese non poteva certo salvare la scuola, che è il luogo dove sono limitate decine di persone in una stanza e dove i contatti, per controllati che si vogliono, sono palesemente inevitabili. Sarebbe stato logico potenziare le strutture e renderle quanto più idonee possibili alla guerra al virus ed invece la realtà è sotto gli occhi di tutti. Siamo ancora a discutere di come e quando stabilizzare il personale, di classi pollaio, di concorsi fantascientifici. Qui occorrono iniziative d’emergenza senza se e senza ma. Il rischio è una nuova paralisi e la definitiva perdita di credibilità delle Istituzioni”.

Il Segretario Nazionale rincara la dose richiamando i massimi livelli istituzionali alle proprie responsabilità e a dar, finalmente, seguito alle parole: “Adesso l’obiettivo deve essere la sicurezza e l’immediatezza delle azioni. Il personale deve essere adeguato subito, occorrono investimenti immediati per gli istituti e per gli strumenti, serve la volontà del fare. Si pensi che ancora una volta il Ministero poche settimane fa ha negato ad un media che li aveva richiesto i dati dei contagi nelle scuole. Questo ci appare non solo sconfortante, ma estremamente preoccupante. E allora attendiamo risposte vere dal Ministro e dai Vertici dello Stato. Da parte nostra continuiamo a monitorare la situazione, pronti ad agire se non vi saranno adeguate iniziative in merito”.  

Federazione Nazionale UGL Scuola

Bianchi: 22 miliardi alla scuola, i primi 5 subito. Serviranno per rifare istituti, nidi, asili, mense e palestre

da La Tecnica della Scuola

Tra fondi del Recovery plan e strutturali, alle scuole italiane arriveranno oltre 22 miliardi di euro: ad annunciarlo è stato il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi durante l’Assemblea annuale dell’Anci a Parma.

“Abbiamo la possibilità – ha spiegato il numero uno del dicastero dell’Istruzione – di avere per la prima volta, dopo tanti anni, un robusto investimento in scuola ed educazione”.

Le cifre in arrivo, tra il 2021 e i successivi tre-quattro anni, sono considerevoli: “per la sola scuola, senza università e ricerca, sono 18,5 miliardi del Pnrr a cui dobbiamo aggiungere anche i fondi strutturali, che abbiamo rinegoziato, che sono passati da 2,7 miliardi a 3,8 miliardi, più Fsc (Fondo di sviluppo e coesione n.d.r.) che finora non c’era stato per l’istruzione”.

Bianchi ha anche annunciato come verranno ripartiti i finanziamenti: “Sui 18,5 miliardi 13 sono per rifare l’infrastruttura fisica della nostra scuola, gli altri sono per aggiornare la nostra struttura didattica, sono sull’inclusione, sono soprattutto per recuperare quel gap di dispersione scolastica che è inaccettabile. Sono per rendere la scuola non una inseguitrice della società ma una anticipatrice della società”.

Una fetta dei “13 miliardi per le infrastrutture della scuola” verrà a breve assegnata, dopo avere espletato le canoniche procedure di gara: “ne mettiamo a bando per la fine di novembre 5 miliardi, di cui tre miliardi per gli asili nido”, ha sottolineato il ministro.

A loro volta, “i 5 miliardi – ha aggiunto Bianchi – saranno così organizzati: tre miliardi per gli asili e le scuole all’infanzia, ma soprattutto per i nidi perché lì la differenza è più alta; 400 milioni per le mense e 300 milioni per le palestre, perché non si può pensare al tempo pieno senza mense e palestre perchè l’educazione alimentare è una parte fondamentale della nostra educazione”.

“Poi – ha continuato – avremo 800 milioni per scuole innovative, cioè quelle a consumo nuovo. Infine avremo fondi per mettere in sicurezza le nostre scuole ma anche per adeguarle alla nuova didattica dell’inclusione”.

E ancora: “Se in questo disegno del Pnrr non riusciamo a metterci il cuore – ha aggiunto – rimane una cosa da economisti ed io faccio l’economista”, perchè “ogni investimento che facciamo cambia e migliora la nostra struttura sociale”.

Il responsabile del Mi ha anche fatto riferimento alle “scuole innovative: abbiamo fatto un accordo con la Cassa Depositi e Prestiti perchè possa dare servizi in comuni, un accordo che poi remunereremo sulla base dei nostri accordi strutturali. Stiamo facendo un accordo con l’Agenzia per la Coesione che ha assunto altri 200 tecnici per permettere ai comuni di sviluppare ai comuni quella sugli asili e sulla messa in sicurezza delle scuole”.

Bianchi ha quindi tenuto a dire che al Ministero non stanno “soltanto facendo dei bandi: stiamo accompagnando”, cercando di introdurre un modello unico di qualità.

“Abbiamo fatto un bando per la progettazione che coinvolge tutti i migliori architetti di questo Paese perchè questo non deve essere un fatto del singolo comune ma deve essere un grande movimento Paese che ripone la scuola al centro”.

Infine, il ministro dell’Istruzione ha detto che il Pnrr “funziona se la scuola torna al centro delle nostre comunità, se torna ad essere il luogo in cui le famiglie tornano ad aver fiducia nello Stato. Se le scuole tornano ad essere la base in cui costruiamo tutta la piramide istituzionale” e soprattutto “terremo conto di non lasciar soli i nostri sindaci”.

Mascherine trasparenti, si possono richiedere entro il 12 novembre

da La Tecnica della Scuola

Fino al 12 novembre 2021, per eventuali ulteriori necessità di mascherine trasparenti, le scuole potranno scrivere all’indirizzo di posta elettronica fabbisognicovid@covid19.difesa.it.

La scadenza è contenuta nella nota del 26 ottobre scorso, con la quale il MI ha fornito un riepilogo di alcune indicazioni in merito alla fornitura di mascherine chirurgiche e gel igienizzanti.

NOTA 1165/2021

Come contattare la struttura commissariale

Innanzitutto vengono ricordati i riferimenti della struttura di supporto commissariale per l’emergenza COVID-19:

Questi indirizzi mail possono essere utilizzati per le seguenti comunicazioni:

  • fabbisogno di mascherine chirurgiche e gel igienizzante;
  • difetti o non conformità del materiale fornito;
  • ritardi nell’approvvigionamento e/o altre criticità.

Sono anche disponibili i seguenti contatti telefonici:

  • settore mascherine: 06-469159916; 06-469159914
  • settore gel: 06-469159814; 06-469159880.

Mascherine prodotte da FCA Italy S.p.a.

Secondo alcuni test eseguiti dal Ministero della Salute, tali dispositivi non sono risultati nocivi, ma siccome presentano lo stesso grado di filtraggio delle mascherine di comunità, non sono utilizzabili a scuola in quanto i protocolli vigenti indicano di indossare mascherine di tipo chirurgico.

Nel caso in cui a scuola fossero individuati lotti di tali mascherine, occorrerà trasmettere apposita informativa alla Direzione Generale dei Dispositivi Medici e del Servizio Farmaceutico del Ministero della Salute.

Mobilità 2022/23, Sindacati convocati il 16 novembre per il rinnovo del CCNI triennale

da La Tecnica della Scuola

Parte il confronto che dovrà regolare tutte le procedure della mobilità per docenti, personale educativo e personale ATA per il prossimo triennio.

Il MI ha infatti convocato in videoconferenza le organizzazioni sindacali per martedi 16 novembre 2021 per aprire la trattativa sul rinnovo del CCNI triennale sulla mobilità del personale della scuola. Quello precedente è scaduto con le ultime operazioni relative all’a.s. 2021/22.

Nodi cruciali saranno ovviamente le questioni concernenti i vincoli, triennale per i docenti e quinquennale dei DSGA sulle sedi di immissione in ruolo.

Pnrr, Draghi ai sindaci: “Piano per gli asili nido, palestre, mense e scuole innovative”

da La Tecnica della Scuola

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è una grande occasione per riforme e investimenti che coinvolgerà tutti i Comuni d’Italia. Lo ha affermato il presidente del Consiglio Mario Draghi all’assemblea dell’Anci che si è svolta oggi a Parma. Le sue parole erano dirette ai sindaci presenti: “il futuro dell’Italia vi vede protagonisti” ha dichiarato il premier.

Sulla scuola Draghi ha chiarito: “Siamo impegnati per migliorare l’edilizia scolastica e rafforzare l’offerta formativa, anche per venire incontro alle esigenze delle giovani famiglie. Avviamo entro la fine dell’anno i bandi per la costruzione di nuove mense e palestre nelle scuole, a cui destiniamo 1,3 miliardi. Lanciamo anche un concorso di progetto per realizzare 195 scuole innovative su tutto il territorio. Impieghiamo 4,6 miliardi per il Piano per gli asili nido e le scuole dell’infanzia, con l’obiettivo ambizioso di creare 228mila nuovi posti”.

Anche il ministro Patrizio Bianchi è intervenuto all’assemblea, ricordando che “a fine novembre partiranno i primi bandi per 5 miliardi di euro (3 agli asili nido e scuole dell’infanzia). Il totale delle risorse destinate alla scuola è di 18,5 miliardi di euro, di cui 13 per le infrastrutture e il resto per aggiornare la struttura didattica e per recuperare il gap della dispersione scolastica”.

DDL disabili: rinviata a dicembre l’emanazione di alcuni decreti

da La Tecnica della Scuola

Il disegno di legge approvato dal Governo il 27 ottobre del 2021 per il quale è stata richiesta delega al parlamento per l’emanazione di uno o più decreti riguardanti i disabili, per accordo tra i capigruppo, come riporta l’ANSA, è stato rinviato a dicembre.

Punti nodali del ddl

Il disegno di legge ha individuato alcuni punti nodali sul tema dei disabili facendo espresso riferimento agli sviluppi innovativi introdotti in ambito internazionale, fra i quali particolare rilevanza assume oltre alla semplificazione per il riconoscimento dell’invalidità, la nuova prospettiva colta a definire la persona disabile.

La persona disabile

Il riconoscimento della persona disabile vista in una prospettiva organicistica secondo l’art.3 della legge 104 del 1992 dovrebbe essere superata secondo la prospettiva dell’OMS che ha introdotto la definizione di disabilità attraverso l’ICF l’International classification of functioning con una visione volta a considerare  la persona nella sua totalità, in una prospettiva bio-psico-sociale.

Personalizzazione

Il disegno di legge prevede inoltre un progetto personalizzato al fine di rendere il disabile capace di vivere in modo indipendente anche attraverso forme di istituzionalizzazione in età adulta, una riqualificazione e un potenziamento dei  servizi pubblici e delle infrastrutture in materia di inclusione  e accessibilità.

Istituzione del garante

Una figura di garanzia per le persone disabili è prevista nel testo del ddl al fine di raccogliere le domande delle persone disabili e garantire adeguata assistenza ai soggetti che dovessero subire dei propri diritti.

Legge di bilancio, Azzolina: “Classi pollaio, organico Covid e concorsi note negative”

da La Tecnica della Scuola

Sulla legge di bilancio 2022, presto discussa in Parlamento, è intervenuta l’ex ministra Lucia Azzolina. Tramite la sua pagina Facebook, l’ex ministra ha commentato alcuni aspetti che riguardano la scuola, alcuni buoni, altri meno, come afferma la grillina.

Tra le note positive Azzolina sottolinea la riproposizione anche per il prossimo anno della misura sul dimensionamento scolastico varata dal governo precedente che consente di dare anche alle scuole più piccole dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali e amministrativi, titolari.

Diversi invece gli aspetti negativi della legge. Sulle cosiddette “classi pollaio” l’ex ministra afferma che la soluzione prevede solo una rimodulazione del numero attuale dei docenti, ovvero che ci sarà una deroga alla norma Gelmini ma senza nuove assunzioni. “Quindi se ci sarà un docente in più in Lombardia, ce ne sarà uno in meno in Sicilia”. Stesso discorso vale per gli insegnanti di educazione motoria alla primaria, un maestro in più in una scuola, uno in meno in un’altra. “Un’operazione di maquillage” la definisce Azzolina che vede la necessità di avere più docenti e più investimenti nella scuola.

Altro tema caldo quello dell’organico Covid. Qui l’ex ministra lancia l’allarme, evidenziando che da gennaio non saranno rinnovati i contratti di circa 30mila lavoratori Ata, che per l’organizzazione scolastica significa “rischio per alcune scuole di non riaprire”.

Ultimo tema, quello dei concorsi, quello ordinario partirà a dicembre? 400mila giovani attendono. Il tempo c’è ma serve la volontà, conclude il post di Lucia Azzolina.

Gestione casi Covid a scuola: le criticità della circolare MI secondo i sindacati

da Tuttoscuola

La collaborazione richiesta alle scuole per la gestione dei casi Covid presenta aspetti che, sovraccaricando il lavoro delle istituzioni scolastiche, preoccupano i dirigenti scolastici, che da un lato devono assicurare la continuità delle attività, dall’altro devono gestire comunicazioni di forte impatto emotivo nelle relazioni con i lavoratori e con le famiglie. Per questo, secondo la FLC CGIL, sarebbe opportuno che il Ministero preveda il finanziamento dell’organico aggiuntivo Covid per il personale ATA e fornisca urgenti indicazioni per consentire la sostituzione immediata, già dal primo giorno di assenza, del personale docente e ATA sottoposto alle misure restrittive.

Gli interventi dei Dipartimenti di Prevenzione, di tracciamento e di gestione dei contagi nelle scuole, hanno avuto, in questi tre anni scolastici di pandemia, livelli diversi di efficacia nelle diverse regioni, evidenziando spesso problemi di comunicazione con i DdP, lentezza o perfino assenza di interventi. Ciò rappresenta, secondo la FLC CGIL, un evidente limite perché, al fine di assicurare la prosecuzione delle attività, i dirigenti scolastici si trovano troppo spesso a svolgere nei momenti di emergenza un ruolo di supplenza e di compensazione.

Secondo il sindacato di Sinopoli, la circolare dei Ministeri non assicura l’omogeneità dei comportamenti a carico dei DdP tanto da non escludere difficoltà per le scuole nella gestione del trattamento dei contatti.

Sarà dunque indispensabile un monitoraggio continuo dell’applicazione delle indicazioni ministeriali da parte dei Tavoli Regionali della sicurezza per garantire che, in caso di eventuale incremento dei contagi nelle scuole, tutto il sistema non entri nuovamente in crisi.

“La FLC CGIL – si legge sul sito – considera positivo il tentativo dei Ministeri della Salute e dell’Istruzione di uniformare i comportamenti delle istituzioni preposte alla prevenzione del contagio nelle scuole, anche e soprattutto al fine di garantire a tutti le medesime garanzie sul territorio nazionale, ma è costretta a rilevare, ancora una volta, che non viene assicurato alle scuole l’adeguato supporto, soprattutto in termini di risorse di organico, per fronteggiare carichi di lavoro e responsabilità sempre più pressanti”.

Eduscopio: online la nuova edizione 2021

da Tuttoscuola

Da oggi è online la nuova edizione 2021 di Eduscopio.it della Fondazione Agnelli (www.eduscopio.it), con i dati aggiornati sulle scuole secondarie di II grado che meglio preparano agli studi universitari o al lavoro dopo il diploma. Il portale – nato nel 2014 e gratuito – si propone di aiutare gli studenti e le loro famiglie nella scelta del percorso di studi  dopo la terza media. Dalla nascita a oggi circa 2,1 milioni di utenti unici hanno visitato il portale Eduscopio.it, consultando oltre 10,1 milioni di pagine, numeri che testimoniano la grande domanda d’informazione e trasparenza da parte delle famiglie sulla qualità delle scuole superiori.

Eduscopio consente allo studente di comparare le scuole dell’indirizzo di studio che interessa nell’area dove risiede, sulla base di come queste preparano per l’università o per il mondo del lavoro dopo il diploma. «Il periodo della pandemia – ha detto il direttore della Fondazione Agnelli, Andrea Gavosto – ha reso evidente a tutte le famiglie l’importanza della scuola e delle scelte educative per i propri ragazzi. Le informazioni, i dati e i confronti fra le scuole che si trovano in Eduscopio possono essere molto utili, in modo particolare, a chi non si accontenta del “passa parola” e a quanti non possono contare su reti sociali e culturali forti.  Lo diciamo ogni anno: senza voler essere l’unica risorsa né poterci dire in assoluto quale sia l’istituto migliore di una regione o addirittura del Paese, il portale può aiutare ogni studente e la sua famiglia a fare una buona scelta nel territorio di residenza».

Per la nuova edizione di Eduscopio, il gruppo di lavoro della Fondazione Agnelli, coordinato da Martino Bernardi, ha analizzato i dati di 1.267.000 diplomati italiani di 7.500 scuole in tre successivi anni scolastici (2015/2016, 2016/2017, 2017/2018). La possibilità di lavorare a partire da grandi banche dati consente analisi più oggettive e affidabili. Le analisi e i confronti di Eduscopio si riferiscono a due compiti educativi fondamentali:

• la capacità di licei e istituti tecnici di preparare e orientare gli studenti a un successivo passaggio agli studi universitari;
• la capacità di istituti tecnici e istituti professionali di preparare l’ingresso nel mondo del lavoro per quanti, dopo il diploma, non intendono andare all’università e vogliono subito trovare un impiego.

In questi anni si sono in generale consolidati i risultati degli indirizzi nati negli anni successivi alla riforma Gelmini del 2010: in particolare, i Licei scientifici delle scienze applicate scorporati da quelli dei Licei scientifici tradizionali, e i Licei delle scienze umane – opzione Economico sociale scorporati da quelli degli altri Licei delle Scienze Umane.

Ormai al terzo anno, si conferma anche l’interesse dell’indicatore chiamato Percentuale di diplomati in regola, che ci dice per ogni scuola quanti studenti iscritti al primo anno hanno raggiunto senza bocciature il diploma cinque anni dopo. Se la percentuale è alta, la scuola è molto “inclusiva” e si impegna a portare avanti il maggiore numero di studenti, senza praticare una severa politica di selezione e scrematura: così gli studenti hanno percorsi più regolari. Se la percentuale è bassa, la scuola è molto selettiva e gli studenti sono incappati in bocciature e/o hanno abbandonato l’istituto.

Fin dalla prima comparsa di questo indicatore in Eduscopio, le analisi hanno sottolineato come non vi sia relazione sistematica tra selettività della scuola e risultati dei diplomati all’università. Anzi, si conferma una correlazione positiva, secondo la quale in media sono proprio gli studenti delle scuole che meno selezionano durante il percorso a ottenere poi i risultati migliori all’università.

In che misura, invece, la presente edizione di Eduscopio già risente degli effetti della pandemia? Per quanto riguarda la sezione Università, gli effetti del Covid-19 e del primo lockdown non sono ancora avvertibili: la nostra indagine, infatti, non include i risultati delle sessioni di esami universitari successivi all’aprile 2020. Diverso è, invece, il discorso per la sezione Lavoro, che riguarda gli istituti tecnici (economici e tecnologici) e professionali (servizi e industria/artigianato), i cui diplomati in prevalenza cercano subito occupazione dopo la maturità. In questo caso l’indice di occupazione misurato da Eduscopio 2021 (definito come la percentuale di occupati che hanno lavorato almeno 6 mesi entro i primi due anni dal diploma, calcolata su quanti non si sono immatricolati all’università) per i diplomati nel giugno 2018 (cioè, l’ultima delle tre coorti di diplomati presenti in questa edizione) prende in considerazione il periodo che arriva fino a settembre 2020. Ci sono, dunque, circa sei mesi di “effetto Covid”, che risulta già piuttosto visibile.

Se, infatti, negli anni precedenti all’emergenza sanitaria l’indice di occupazione calcolato da Eduscopio risultava in crescita sostanzialmente in tutti gli indirizzi di studio di molte regioni, oggi tale indice registra una sensibile riduzione proprio per i diplomati nell’a.s. 2017/18, che hanno avuto maggiori difficoltà a trovare lavoro durante la pandemia.

Rispetto ai loro compagni di scuola di un anno più vecchi il calo è di circa 8 punti percentuali per i diplomati tecnici e professionali del Nord-Est (dove i livelli di occupazione dei diplomati a due anni erano più alti, sopra il 70%), fra 7 e 8 punti nel Nord-Ovest e intorno a 7 nel Centro. La riduzione è inferiore – 5 punti percentuali – nel Sud e Isole, dove però i livelli occupazionali dei neodiplomati sono già in partenza notevolmente più bassi, al di sotto del 40%.

«La pandemia di Covid-19 – ha detto Mario Mezzanzanica Direttore del CRISP e Prorettore al Placement dell’Università di Milano Bicocca – ha avuto il suo massimo impatto negativo sul mercato del lavoro nei primi cinque mesi del 2020 con ripercussioni in particolare sui giovani e sul genere femminile. I dati di Eduscopio evidenziano in termini quantitativi questa dinamica, mostrandone l’impatto sui territori regionali. Se da una parte le percentuali di maggior riduzione si sono manifestate al nord e al centro del paese, non si può certo ignorare che al sud il calo di opportunità lavorative per i neodiplomati conferma la grande criticità per i giovani presente da troppi anni. Certamente stiamo assistendo ad una ripresa economica e produttiva che già nel primo semestre 2021, in diversi settori economici, mostra segnali positivi con una domanda crescente di professionalità vicina o superiore al 2019. Occorre cogliere la sfida del PNRR come opportunità decisiva per la ripresa occupazionale del paese ed in particolare per i giovani».

Come funziona Eduscopio.it ?

Per avere idee più chiare su quale sia la scuola più “giusta” per le proprie aspettative e inclinazioni, lo studente non dovrà fare altro che seguire un semplice percorso sul portale, specificando

  1. se è orientato a una scelta che porti all’università o piuttosto al lavoro dopo il diploma;
  2. quale indirizzo di studio (liceo scientifico, istituto tecnico economico ecc.) è orientato a scegliere;
  3. in quale comune italiano risiede.

In pochi click avrà la possibilità di confrontare gli esiti delle scuole che si trovano nella sua zona e offrono quell’indirizzo di studi.

Le scuole che preparano per l’università in Eduscopio.it

In questa sezione del portale sono considerati soltanto i licei e gli istituti tecnici, con l’eccezione di quelli della Regione autonoma Valle d’Aosta e della Provincia autonoma di Bolzano. Non tutte le scuole hanno, infatti, come missione primaria quella di preparare alla prosecuzione in corsi universitari. Alcune, come gli istituti professionali, perseguono soprattutto l’obiettivo di favorire l’ingresso sul mercato del lavoro dei propri diplomati. Pertanto, non avrebbe senso valutarli primariamente in base al criterio dei risultati universitari e perciò tali istituti non compaiono in questa sezione del portale.

All’opposto, la maggioranza degli studenti dei licei proseguono gli studi all’università. Anche negli istituti tecnici, nonostante il loro prevalente intento professionalizzante, una percentuale considerevole di diplomati (in media almeno 1 su 3) preferisce la prosecuzione degli studi al livello universitario piuttosto che l’ingresso immediato nel mercato del lavoro. Per queste ragioni abbiamo preferito limitare in questa sezione la nostra analisi alle scuole di indirizzo liceale e
tecnico, basandoci sui dati dell’Anagrafe degli Studenti (ANS) e nell’Anagrafe degli Studenti Universitari e deiLaureati (ANSUL) del MIUR.

Per dare maggiore solidità statistica ai risultati, abbiamo deciso di considerare solo licei e istituti tecnici che mandano un congruo numero di diplomati all’università (almeno 1 su 3). Per evitare che il risultato complessivo dipenda dalle performance di pochi studenti particolarmente brillanti o carenti, abbiamo introdotto un’altra condizione: consideriamo solo le scuole che per almeno un indirizzo di studio mandano all’università un numero non inferiore a 21 diplomati nell’arco del triennio considerato. Dunque, si adotta sia una soglia relativa (almeno un terzo di diplomati per indirizzo di studio devono proseguire) sia una soglia assoluta (almeno 21 studenti per indirizzo di studio in un triennio) per attenuare il rischio di misurazioni distorte.

Sulla base di questi criteri, si è deciso di seguire più di 700mila diplomati nei loro percorsi universitari al primo anno da immatricolati (anni accademici, 2015/16, 2016/17, 2017/18). A partire dal numero di esami superati e dalla media dei voti ottenuta traiamo indicazioni sulla qualità delle scuole secondarie di provenienza e la esprimiamo in sintesi nell’Indice FGA: il nostro indicatore pesa al 50% la velocità nel percorso di studi (percentuale di crediti universitari ottenuti) e la qualità negli apprendimenti universitari (media dei voti agli esami).

Le scuole che preparano al lavoro in Eduscopio.it

In questa sezione troviamo gli istituti tecnici (indirizzi economico e tecnologico) e tutti gli istituti professionali (settori Servizi e Industria e artigianato) di tutta Italia, nuovamente con l’esclusione di Valle d’Aosta e Alto Adige. Abbiamo analizzato gli esiti lavorativi di più di 550mila diplomati. Due sono state le fonti dei dati. La prima è nuovamente l’Anagrafe Nazionale degli Studenti (ANS) del MIUR, dalla quale vengono tratte le informazioni sugli studenti che hanno conseguito un diploma in una scuola statale o paritaria.

La seconda è rappresentata dalle Comunicazioni Obbligatorie (CO) del Ministero del Lavoro, che descrivono per ogni lavoratore dipendente gli eventi che ne caratterizzano la carriera lavorativa, il cui trattamento è stato realizzato attraverso gli standard qualitativi del CRISP (Centro di Ricerca Interuniversitario per i Servizi di Pubblica Utilità) dell’Università Milano Bicocca.

La comparazione tra le scuole viene proposta sulla base di due indicatori fondamentali:

a. la percentuale dei diplomati “occupati” (che hanno lavorato per più di sei mesi in due anni dal diploma) in rapporto ai diplomati che non si sono immatricolati all’università.
b. la coerenza tra studi fatti e il lavoro svolto.

Nota 12 novembre 2021, AOODGOSV 28118

Ministero dell’istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione

OGGETTO: Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione per l’anno scolastico 2021/2022 – Candidati interni ed esterni: termini e modalità di presentazione delle domande di partecipazione.

Nota 12 novembre 2021, AOODGOSV 28127

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione

Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali LORO SEDI
Al Sovrintendente agli Studi della Valle d’Aosta AOSTA
Al Dirigente del Dipartimento Istruzione per la Provincia Autonoma di TRENTO
All’Intendente Scolastico per le scuole delle località ladine di BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di BOLZANO
Al Sovrintendente Scolastico della Provincia di BOLZANO
Ai Dirigenti scolastici delle Istituzioni scolastiche statali e paritarie del primo e secondo ciclo di istruzione e LORO SEDI
Ai Dirigenti scolastici degli Istituti Tecnici Professionali LORO SEDI
Ai Dirigenti scolastici dei Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti LORO SEDI
e.p.c. All’Ufficio del Consigliere Diplomatico SEDE
Al Capo Ufficio Stampa SEDE
Al Capo Dipartimento SEDE
Alla Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO Via di Sant’Apollinare, 8 00186 Roma

OGGETTO: Celebrazione della Giornata Mondiale della Filosofia UNESCO Philosophy for the Futures. 18 novembre 2021 ore 14.00-18.00 Piattaforma Zoom