Under 14 e social network

Under 14 e social network: la ricerca dell’Università di Cassino sulla vita digitale dei giovanissimi

L’88% degli under 14 usa i social network e oltre il 50% ritocca la propria immagine. “Uso passivo dei contenuti, ma grande attenzione a come si appare. I social hanno assunto una funzione reputazionale”. Whatsapp e Tik Tok i preferiti

Under 14 e social network: iscrizione precoce e ricerca dell’approvazione sociale. È questo che emerge da una ricerca effettuata dal Dipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale coordinata da Simone Digennaro – PhD, Ricercatore e Educatore Professionale, Presidente dei Corsi di Laurea in Scienze Motorie – su un campione di oltre 2000 ragazzi di età compresa fra gli 11 e i 13 anni. L’88% degli intervistati, senza variazioni significative sulla base del sesso, dichiara infatti di usare con regolarità i social network, e questo nonostante il limite di età per accedere alle piattaforme di condivisione e di messaggistica sia fissato per legge a 14 anni. La percentuale sale al 100% se guardiamo unicamente ai tredicenni. Non solo, 4 ragazzi su 10 hanno un profilo pubblico, con le relative criticità dal punto di vista della privacy dei minori: “La condivisione di contenuti privati su piattaforme visibili in tutto il mondo, senza il diretto controllo e la supervisione degli adulti, espone il minore a rischi enormi, quali ad esempio cyberbullismo, adescamento online e, più in generale, violazioni della privacy”, spiega il coordinatore della ricerca.

La ricerca ha innanzitutto messo in luce quali sono le piattaforme social preferite dai ragazzi: oltre il 50% del campione dichiara di usare più di due ore al giorno l’app di messaggistica WhatsApp, a pari merito con Tik Tok; interessante, però, notare che la prima, a differenza della seconda, è utilizzata, prescindendo dal tempo d’uso, praticamente dalla totalità dei ragazzi intervistati. Seguono Instagram, Youtube e Snapchat. Quest’ultima, anche in relazione all’utilizzo che ne viene fatto – l’applicazione, infatti, viene usata principalmente per modificare foto da postare poi su altri social – vanta una buona penetrazione, ma una permanenza minore da parte della giovane audience: usata nel complesso da oltre il 60% dei giovani, circa il 30% del campione analizzato dichiara di trascorrervi meno di 2 ore al giorno. Stando alle risposte, è confermato il progressivo ma avanzato abbandono di Facebook e la scarsa attrattività di Twitter per i giovani. Fra i social si affacciano invece Discord, piattaforma VoIP e di messaggistica istantanea pensata per i gamere la piattaforma di live streaming Twitch.

Come usano i social i giovani italiani under 14? “Osservando i dati – commenta Digennaro – emerge quello che in sede di analisi abbiamo definito dualismo fra il corpo fisico, quello a cui siamo destinati per natura, e il corpo rappresentato, quello cioè che vogliamo personalizzare e offrire allo sguardo degli altri”. Oltre il 50% degli under 14 intervistati, infatti, afferma di aver modificato almeno una volta una foto prima di aver deciso di postarla, di questi oltre il 14% lo fa spesso, mentre quasi il 6% ammette di farlo sempre. Se operiamo una divisione per genere, le ragazze dimostrano una maggiore propensione dei ragazzi a “correggere” le proprie immagini, il 25,4% contro il 15,5%, ma possiamo comunque parlare di una tendenza condivisa. A questo proposito, è particolarmente interessante osservare l’uso che gli under 14 fanno dei filtri presenti sui social: se oltre il 50% ammette di utilizzarli con lo scopo di migliorare la propria immagine e circa un terzo per osservare come il proprio corpo potrebbe apparire, ben il 42% vorrebbe essere nella vita reale così come appare quando utilizza i filtri, una percentuale che lancia un chiaro messaggio. “I filtri sono diventati cioè strumenti per operare cambiamenti sul proprio corpo, per modificare il proprio aspetto e allinearlo a un’immagine ideale di sé da proiettare all’esterno – dice Digennaro – qui emerge chiaramente la questione dell’opposizione tra il sé reale e il sé immaginato“Senza dubbio questo dualismo fra corpo di natura e corpo rappresentato può modificare la percezione che i ragazzi hanno di loro stessi – commenta ancora Digennaro – non è un caso ad esempio che, alla domanda ‘Come dovrebbe essere il corpo di un tuo coetaneo?’, le ragazze, in percentuale maggiore rispetto ai ragazzi, 42,5% contro 24,8%, abbiano individuato in un corpo sottopeso il ‘modello idealtipico’. Emergono, cioè, dei chiari disturbi a livello dell’immagine corporea – aspetto quest’ultimo essenziale per il benessere individuale – in quanto la costante esposizione a ideali di bellezza e di aspetto fisico irraggiungibili creano un forte contrasto tra la percezione del proprio corpo e il modello a cui si aspira”.

Tornando alla modifica delle immagini, una pratica diffusissima fra le ragazze – tre quarti delle intervistate dichiarano di farlo; circa il 50% con elevata frequenza – è anche l’abitudine di scattare molte foto per scegliere la migliore da condividere online. “I social concorrono in maniera determinante alla costruzione della reputazione dei giovani – prosegue il ricercatore – e questo appare evidente osservando alcuni trend di utilizzo che mostrano come l’approvazione e il riconoscimento sociale siano al centro delle dinamiche con cui essi espongono la propria immagine”. In questo senso è interessante notare che il 50% di loro confessa di rimuovere il proprio tag dalle foto che non incontrano gradimento, un’abitudine per il 50,9% delle ragazze, meno diffusa fra i maschi. Ma non solo, oltre il 50% delle giovani intervistate afferma di inviare le proprie foto agli amici prima di condividerle sui social, mentre sono solo il 30% i ragazzi che ammettono di farlo. “Possiamo dunque immaginare – spiega il coordinatore della ricerca – che le ragazze subiscano una maggiore pressione dei loro coetanei maschi alla regolazione della propria immagine, oppure che per le prime i social rappresentino un canale preferenziale per farlo, a differenza dei secondi, che potrebbero esprimere quest’esigenza altrimenti”.

Ma come trascorrono il loro tempo sui social i giovanissimi? “Quello che emerge è un uso piuttosto passivo dei contenuti”. L’azione tipo compiuta dai giovanissimi presenti sui social, infatti, è quella di guardare foto e storie di personaggi famosi. Interessante notare due abitudini che caratterizzano le giovanissime: se da una parte le ragazze, in percentuale maggiore rispetto ai coetanei maschi, trascorrono più tempo a postare e guardare contenuti che riguardano loro stesse, il che testimonierebbe un’attenzione maggiore verso il proprio corpo (e il suo controllo), dall’altra sono più attratte da post e video del gruppo di pari di quanto non lo siano i ragazzi. Cosa significa? Risponde Digennaro: “Forse la ricerca di modelli socioculturali meno stringenti, per difendersi e bilanciare modelli inarrivabili, o anche un alto bisogno di inserimento e approvazione nella propria sfera sociale. O, ancora, una maggiore propensione a coltivare i legami sociali e una connessione più forte fra mondo dei social e mondo reale”.

“I risultati della ricerca puntano quindi nella direzione di una funzione reputazionale che hanno assunto i social nella vita dei nostri giovani – conclude Digennaro – vengono utilizzati per osservare i propri modelli, per creare e controllare la propria immagine sociale, per modificare il proprio aspetto nella direzione desiderata, abitudine che può assumere il valore di una correzione, ma anche di una sperimentazione. Insomma, i social sono diventati ormai veri e propri spazi e dispositivi di costruzione della soggettività e come tali vanno considerati e studiati, se non vogliamo ritrovarci a fare i conti con enormi punti ciechi sulla vita dei ragazzi”.

SEROTONINA MEDIA

Iscrizioni per l’A.S. 2023/2024

Nota sulle iscrizioni per l’A.S. 2023/2024: incontro di informativa al Ministero

Si è svolto oggi, 21 novembre, al Ministero, in modalità telematica l’incontro di informativa sindacale riguardante la nota sulle iscrizioni alle scuole dell’infanzia, del primo e del secondo ciclo per l’a.s. 2023/24. All’incontro ha partecipato, per conto dell’Amministrazione, il Dott. F. Manca, direttore della Direzione generale per gli ordinamenti, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione, che ha illustrato il testo alle organizzazioni sindacali presenti.  

Le iscrizioni potranno effettuarsi dal 9 al 30 gennaio 2023. Il posticipo è dovuto alla concomitanza con le festività della prima decade di gennaio.  

Anche per il prossimo anno scolastico rimangono esclusi dalla procedura telematica la scuola dell’infanzia, le istituzioni scolastiche delle province di Trento e Bolzano, i percorsi di istruzione per adulti e altri istituti a norma speciale. 

Le novità della nota consistono nel richiamo ad alcune riforme recenti, che incidono anche nella fase delle iscrizioni, e in particolare: 

  1. l’introduzione dell’attività motoria in IV e V della scuola primaria, per cui si prevede che le scuole forniscano tempestivo riscontro alle famiglie degli alunni delle future classi prime circa il potenziamento dell’orario curricolare 
  2. l’attivazione dei percorsi a indirizzo musicale. 

Le novità che interessano, invece, la procedura nel suo complesso riguardano: 

  1. la previsione di un supporto che le scuole saranno tenute a dare alle famiglie che non riescono a trovare una scuola in cui iscrivere i propri figli, o perché non sono stati accolti nella scuola prescelta, o perché non sono in grado autonomamente di verificare la disponibilità di ulteriori sedi 
  2. l’ampliamento delle informazioni sull’istruzione parentale 
  3. la possibilità per le famiglie di seguire tramite l’App IO l’iter dell’istanza di iscrizione 
  4. la facoltà per le famiglie degli studenti della scuola secondaria di secondo grado di fare richiesta di “Io Studio – la carta dello studente”.  

L’ANP ha apprezzato l’implementazione degli strumenti digitali messi a disposizione delle famiglie per seguire l’iscrizione dei loro figli, il riferimento all’educazione motoria nella scuola primaria e alle importanti novità introdotte dal D.I. 176/2022, oltre che la semplificazione delle procedure per la richiesta della carta dello studente. Su quest’ultima abbiamo chiesto che il modello di iscrizione preveda dei flag appositi. Riguardo le iscrizioni in corso d’anno, riteniamo utili le indicazioni e i suggerimenti forniti dalla nota quasi in funzione di “promemoria” per le scuole circa la necessità di definire criteri chiari in vista del loro inserimento.  

A proposito dell’istruzione parentale l’ANP, nel rilevarne la crescente diffusione, ha proposto all’Amministrazione di monitorare attraverso gli applicativi in uso l’incidenza del fenomeno sui vari territori onde potere avviare con contezza una riflessione sul punto e individuare eventuali elementi migliorativi dell’offerta del servizio pubblico di istruzione. 

Circa la scuola dell’infanzia, le cui iscrizioni saranno ancora una volta in modalità cartacea, abbiamo nuovamente manifestato le criticità connesse a tale prassi. La modalità online, infatti, avrebbe consentito di snellire il lavoro delle segreterie, di assecondare il processo di dematerializzazione e di favorire una gestione coordinata delle iscrizioni tra i vari soggetti preposti, in coerenza con la governance disegnata dalle Linee pedagogiche per il sistema integrato “zerosei”. 

Infine, sulla previsione che le scuole debbano supportare le famiglie che non avessero trovato posto grazie alla procedura informatica, l’ANP ritiene essenziale il coinvolgimento dell’ambito territoriale in quanto l’unico soggetto a conoscenza dello stato delle iscrizioni sul territorio e in grado, così, di valutarne le possibilità e i vincoli. Solo con tale approccio sinergico è possibile garantire agli studenti il godimento del diritto allo studio e vigilare sull’assolvimento dell’obbligo di istruzione. Non possono, infatti, essere solo le scuole gli enti su cui far ricadere la responsabilità di tali operazioni. 

L’Amministrazione, per quanto riguarda la carta dello studente, ha comunicato che nella modulistica messa a disposizione delle scuole saranno presenti due flag da attivare: il primo per avviare la richiesta; il secondo per prendere visione dell’informativa sulla Privacy. 

Il Dott. Manca ha poi espresso apprezzamento per l’intervento dell’ANP sull’istruzione parentale in quanto materia che merita ulteriori approfondimenti da condividere con le organizzazioni sindacali.  

Infine, sulla gestione delle iscrizioni in eccedenza e del supporto da garantire agli studenti e alle loro famiglie, l’Amministrazione ha concordato sulla necessità di coinvolgere in modo sistematico gli uffici territoriali poiché in possesso dei dati reali sull’andamento delle iscrizioni. 

Legge di bilancio ai nastri di partenza: pochi soldi per la scuola

da La Tecnica della Scuola

Di Reginaldo Palermo

Nella giornata di lunedì 21 la bozza della legge di bilancio 2023 verrà approvata dal Governo per essere trasmessa subito dopo al Parlamento che avrà poco più di un mese per approvarla.
Nel concreto, quindi il disegno di legge arriverà alle Camere pressoché “blindato” e cioè senza molte possibilità di essere modificato, almeno nella sostanza; al massimo ci potranno essere piccoli ritocchi.
Per il momento le notizie sui contenuti della legge sono scarse, se si eccettua ciò che da almeno un paio di settimane sta dicendo il Governo: nel complesso la manovra si attesterà sui 30 miliardi, più di 20 dei quali saranno destinati a contrastare la crisi energetica, o per sostenere le aziende o per dare un aiuto alle tante famiglie che saranno in difficoltà a pagare le bollette di luce e gas.

Per quanto riguarda la scuola, non si sa quasi nulla anche se, stando semplicemente alle “promesse” fatte in campagna elettorale, ci vorrebbero almeno 2-3 miliardi solo per fare fronte alle esigenze indifferibili.
Il ministro Valditara, per esempio, proprio nelle ore in cui si firmava il contratto nazionale, aveva ribadito che avrebbe fatto di tutto per ottenere che nella legge di bilancio vengano stanziati almeno 300 milioni per chiudere onorevolmente la sequenza contrattuale prevista dall’accordo con i sindacati.
Ma poi c’è il tema dell’organico aggiuntivo che la stessa sottosegretaria Paola Frassinetti ha già definito indispensabile.
Ancora più importanti sono le misure per la riduzione del precariato: se si volesse dare attuazione ad un provvedimento analogo al disegno di legge presentato a suo tempo da Mario Pittoni (Lega) bisognerebbe mettere nel conto un miliardo di euro.
Ma questi soldi, al momento, non ci sono o, perlomeno, sembra difficili da reperire.
E allora è probabile che – come abbiamo già scritto più volte – il Governo si limiterà a prevedere per la scuola qualche misura a costo zero che potrebbe però riscuotere il consenso dei sindacati e del mondo della scuola.
Per esempio, potrebbero arrivare modifiche all’impianto dei PCTO e alle modalità di rilevazione degli apprendimenti (prove Invalsi).
E, vista la situazione, può anche darsi che il Governo decida di “cedere” sulla questione dei vincoli alla mobilità: la loro cancellazione non costerebbe nulla ma sarebbe certamente ben accolta dal personale.
L’attesa, comunque, è quasi finita, perché entro la serata di lunedì dovremmo saperne certamente di più.


Campionati studenteschi e avviamento alla pratica sportiva: le scuole possono aderire entro il 21 novembre 2022

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Anche quest’anno il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato la consueta nota concernente le attività di avviamento alla pratica sportica e i Campionati studenteschi.

Le adesioni dovranno essere registrate al link www.campionatistudenteschi.it entro il 21 novembre 2022.

L’attività di avviamento alla pratica sportiva può essere svolta anche dalle Istituzioni scolastiche che non partecipino ai Campionati Studenteschi, purché aderiscano ad un progetto nazionale o a un progetto di attività motoria approvato dagli Organi Collegiali dell’Istituto scolastico e inserito nella piattaforma dedicata.

Nel progetto tecnico allegato alla nota sono contenute tutte le indicazioni per lo svolgimento dei Campionati.

Le manifestazioni si svolgeranno negli impianti scolastici e/o impianti comunque omologati dalle Federazioni Sportive e in conformità alla normativa vigente. Solo in casi eccezionali – dovuti dall’assenza di impianti omologati – potrà essere presa in considerazione l’utilizzazione di impianti che comunque rispondano alle norme di sicurezza e alle specifiche esigenze tecniche della disciplina.

In occasione di tutte le manifestazioni, gli Uffici Scolastici Regionali competenti possono richiedere l’esonero, per brevi periodi, dai normali obblighi di servizio del personale docente cui sono stati affidati compiti organizzativi, di giuria e arbitraggio. Per il personale impegnato nell’organizzazione delle fasi regionali e nazionali dei Campionati Studenteschi e delle manifestazioni internazionali I.S.F. sarà l’Ufficio Scolastico Regionale competente a stabilire le modalità e i periodi degli eventuali esoneri.

LA NOTA

IL PROGETTO TECNICO

Giochi della Chimica 2022-2023: iscrizioni entro il 3 febbraio 2023

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

La Società Chimica Italiana (SCI) organizza per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado la competizione nazionale denominata “Giochi della Chimica”.

I Giochi e Campionati internazionali della Chimica sono inseriti nel programma annuale di valorizzazione delle eccellenze di questo Ministero per l’anno scolastico 2022/2023 e rappresentano l’opportunità, per studentesse e studenti, di sviluppare atteggiamenti positivi e propositivi verso lo studio della chimica, incoraggiando l’acquisizione di conoscenze e sensibilità verso tematiche centrali della società moderna (energia, salute, ambiente, ecc.), ed offrendo opportunità di condivisione, integrazione, inclusione e valorizzazione delle eccellenze.

La presentazione dei Giochi e Campionati Internazionali della Chimica è pubblicata sul sito web della Società Chimica Italiana: https://www.soc.chim.it/ . Ulteriori informazioni sull’edizione 2022-23 sono disponibili al seguente link: https://www.soc.chim.it/campionati_chimica/home

L’iscrizione alla manifestazione si effettua on line, tramite il sito https://survey.alchemer.eu/s3/90495252/registrazione-chimica-scuola-2022-23, improrogabilmente entro il 3 febbraio 2023.

IL BANDO

Rimedi possibili per stabilizzare il sistema

da Tuttoscuola

Se il quadro critico dei posti coperti nel 2020-21 da oltre 212mila docenti con contratto a tempo determinato è dovuto a fattori diversi relativi alla tipologia di posto, le possibili soluzioni per cercare di ridurne la quantità a livelli fisiologici sono conseguentemente diverse.

Per i posti in organico di diritto, coperti con supplenze annuali, per i quali la causa principale del loro incremento passato dal 5,6% del 2015-16 al 30,7% del 2020-21 sembra dipendere principalmente dai tempi eccessivi delle procedure concorsuali, occorre agire sulla attuale struttura dei concorsi.

L’ipotesi di decentrare i concorsi a livello territoriale, affidandone la gestione direttamente alle singole istituzioni scolastici o a reti di scuole (come avviene in molti Paesi europei), nonostante possa garantire l’immediata copertura dei posti vacanti, non trova per il momento le condizioni e le disponibilità culturali per essere attuata. Se ne potrebbe attuare una fase sperimentale controllata.

Nella attuale procedura concorsuale i tempi di svolgimento sono direttamente dipendenti dalle commissioni esaminatrici i cui componenti operano attualmente mantenendo i propri obblighi di servizio.

Un’ipotesi possibile potrebbe essere proprio quella di prevederne il distacco dal servizio per il tempo strettamente necessario per lo svolgimento degli orali (gli scritti attualmente vengono corretti in automatico dal sistema). Contestualmente potrebbe essere rivisto il loro compenso, adeguandolo a quello dei commissari della maturità.

Per quanto riguarda, invece, i posti in organico di fatto – sia su posti comuni che su posti di sostegno in deroga – coperti da supplenze fino al 30 giugno, è necessario attivare in quantità rilevante e coraggiosa la loro trasformazione in organico di diritto.

Un piano di rientro, certamente dai costi non indifferenti, consentirebbe di portare il sistema a livelli di stabilità, funzionali anche al miglioramento complessivo dell’offerta formativa.

In cattedra un precario ogni quattro docenti

da Tuttoscuola

Tra le riforme della scuola che l’attuale ministro dell’Istruzione e del Merito dovrebbe cercare di attuare c’è senz’altro quella della stabilizzazione del sistema, evidenziata da un tasso crescente di utilizzo di docenti con contratto a tempo determinato annuale o fino al termine delle lezioni.

Le conseguenze di questa non adeguata stabilità del sistema, considerate quanto meno sotto l’aspetto organizzativo, sono evidenti, come ben sanno gli studenti e le loro famiglie.

Innanzitutto, all’inizio di ogni anno scolastico, mentre i docenti di ruolo sono in cattedra fin dal primo giorno, quelli con contratto a tempo determinato arrivano spesso ad anno scolastico cominciato, a volte anche abbondantemente.

Inoltre, nella maggior parte dei casi, si tratta di docenti non confermati sul posto o cattedra occupato nell’anno precedente, con buona pace per la continuità didattica.

E di anno in anno questa criticità aumenta.

Nel 2020-21, l’anno più recente relativo agli organici del personale scolastico statale pubblicati nel portale dati del ministero dell’Istruzione, i docenti supplenti con contratto a tempo determinato hanno occupato mediamente il 25% dei posti e delle cattedre funzionanti.

Se nella media nazionale in cattedra sedeva, pertanto, un docente precario ogni quattro, vi erano regioni con percentuali ben più elevate, come, ad esempio, in Piemonte e Lombardia che, rispettivamente con il 34,1% e il 33,8% hanno avuto in cattedra praticamente un precario ogni tre docenti.

Situazione del tutto simile anche in Toscana (32,7%), in Emilia R. (31,9%) e in Liguria (31,7%)

Ben diversa la situazione nelle regioni del Mezzogiorno con Campania, Calabria e Basilicata a poco più del 13% di docenti precari in cattedra (mediamente un docente precario ogni 7-8 docenti) e con la Sicilia al 14,4% (un precario ogni sette).

In tutti i casi, comunque, anche con minori tassi di precarietà, la non stabilizzazione del sistema nuoce alla qualità dell’offerta formativa, mentre l’amministrazione da anni sembra impotente a contenerla.

Decreto Direttoriale 21 novembre 2022, AOODGRUF 2404

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali
Direzione Generale per le risorse umane e finanziarie – Ufficio III

Decreto direttoriale 2307 dell’11 novembre 2022- Proroga presentazione della domanda di partecipazione alle procedure selettive per l’attribuzione progressioni economiche tra le fasce retributive all’interno delle Aree I, II e III del personale del Comparto Funzioni Centrali del Ministero dell’istruzione

Nota 21 novembre 2022, AOODGRUF 53485

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per le risorse umane e finanziarie
Direzione generale per le Risorse Umane e Finanziarie – DGRUF Ufficio VII

A tutte le istituzioni scolastiche ed educative statali
All’Ufficio scolastico regionale competente per il territorio
Al Revisore dei conti in rappresentanza del Ministero dell’istruzione e del merito
e p.c. Alla Direzione generale per i Sistemi Informativi e la Statistica – Ufficio III

Oggetto: A.F.2022 – Contratti ex art. 58, comma 4-quater DL 73/2021 e ex. art. 231-bis DL 34/2020 (cd. COVID -19) – Conclusione delle operazioni.

Lettera Ministro 21 novembre 2022, AOOGABMI 99000

22 novembre: Giornata nazionale per la Sicurezza nelle scuole

Cari dirigenti, cari docenti, care ragazze e cari ragazzi, care famiglie, cari operatori della scuola tutti. Oggi è la Giornata nazionale per la Sicurezza nelle scuole, istituita per legge dal Parlamento italiano il 13 luglio 2015. La Giornata è stata fissata il 22 novembre perché in questa data, una mattina maledetta del 2008, il crollo del soffitto al liceo Darwin di Rivoli si portò via Vito Scafidi, 17 anni e una storia tutta da scrivere. Oggi ricordiamo anche la tragedia della Scuola Jovine di San Giuliano di Puglia, di cui ricorre il ventennale, nella quale persero la vita ventisette bambini e una maestra, e quella della Casa dello Studente a L’Aquila, dove morirono otto studenti universitari nel terremoto del 2009. Ogni volta che una ragazza o un ragazzo si trovano in situazioni di pericolo a scuola, viene stravolto completamente qualunque senso delle cose. L’assurdo diventa realtà: la scuola, il luogo per eccellenza deputato allo sviluppo e alla realizzazione della persona umana, diventa il luogo della sua negazione.

Ebbene, noi non dobbiamo rassegnarci all’assurdo, mai, per nessun motivo. Lo sanno molto meglio di me tutte le associazioni e le fondazioni che da anni conducono una meritoria battaglia per sensibilizzare l’opinione pubblica sul fronte della sicurezza scolastica e della prevenzione dei rischi. A loro va anzitutto il mio grazie più sincero, perché hanno tenuto sempre accesa la fiammella di chi si ribella all’assurdo, di chi vuole restituire alla realtà un senso razionale. A scuola non si muore né si deve rischiare di morire, a scuola si cresce, si scoprono le proprie capacità e i propri talenti nel confronto con gli altri, a scuola si diventa se stessi.

Per questo è importantissimo che la giornata di oggi non duri ventiquattr’ore: la Giornata per la Sicurezza nelle scuole deve essere il nostro presente costante. Attraverso campagne di informazione corretta, attività di formazione sulla gestione dei rischi, condivisione di buone pratiche e collaborazione tra tutti i soggetti istituzionali perché si affermi davvero e compiutamente nel nostro Paese una cultura della Sicurezza.

La sicurezza a scuola è un diritto inalienabile degli studenti, dei docenti, del personale e delle famiglie. E la buona politica è davvero tale quando fa compiere passi in avanti per la concreta affermazione di questo e diritti simili. Per questo, nei primi giorni del mio mandato ho costituito all’interno degli uffici un Gruppo di Lavoro con la missione di dare corpo a uno dei miei impegni fondamentali: la realizzazione di un grande intervento di adeguamento e rinnovamento dell’edilizia scolastica. Perché la sicurezza sia davvero un diritto, perché la scuola torni ad essere se stessa, perché l’assurdo non accada mai più.