Cosa può fare il Piano Sud per la scuola?

da HuffingtonPost Italia 

Non ci si può lamentare perché il meglio è nemico del bene. E’ stato presentato il Piano per il Sud a Gioia Tauro e contiene delle linee di intervento riguardanti azioni sulle scuole del Sud finalizzate, si legge, “a favorire l’apertura delle scuole in orario pomeridiano nelle regioni del Mezzogiorno, risultati attesi: ampliare l’offerta formativa e l’attività pomeridiana, estendere a tutte le regioni del sud le best practice dei programmi di scuole aperte, incrementare docenti e tutor, realizzare i laboratori necessari alle attività e ammodernare la strumentazione”.

È bene precisare: alle condizioni date è esattamente quello che già si fa. Obiettivo a lungo termine: combattere la dispersione scolastica, innalzare il livello delle competenze di base. Cerco di dirla meglio per chi non lo sa. I fondi europei finanziano dal 1994 un asse relativo all’istruzione nelle macroaree regionali europee più bisognose. Abbiamo avuto la programmazione 1994-99, quella 2000-2006, quella 2007-2013, e infine quella attuale 2014-2020. Come funzionano? Il Miur organizza i fondi relativi a ciascuna programmazione – in questo caso Pon Scuola – in misure e temi e fa uscire i bandi, le scuole presentano un progetto e partecipano.

I Pon Scuola al Sud sono tra i fondi europei più spesi. Ai Pon Scuola corrispondono regionalmente i Por Scuola, sempre su fondi UE. Prima notizia: ci sono dunque dal 1994, ben 25 anni. Ampliano l’offerta formativa e l’attività pomeridiana; estendono, per quel che possono, a tutte le regioni del sud le best practices dei programmi di scuole aperte; incrementano, per quel che possono docenti e tutor; realizzano i laboratori necessari alle attività e ammodernare la strumentazione. Parliamo di cifre alte, molto. Si fa. Si è fatto. E si farà. Non mancano i Pon nelle scuole del Sud.

Per quel che s’è speso, le regioni del Sud dovrebbero avere livelli medi di competenze di base pari a quelli della Finlandia e tassi di dispersione scolastica inferiori a quelli di Trento. Invece, per usare un termine noto, su questi due indicatori al Sud siamo in stagnazione da quando ci sono rilevazioni e misurazioni sia di competenze che di dispersione scolastica, ovvero circa 20/25 anni. Evidentemente i Pon non sono risolutivi né compensativi. Compensativi di cosa? Della Scuola che manca.

Faccio un esempio sperando di far capire il funzionamento complicato oltre che complesso. Una scuola risponde ad un bando su fondi pon, presenta un progetto (per avere i fondi devi presentare un progetto e aggiudicarteli con enorme fatica, superando delle difficoltà tali da guadagnarsi il paradiso, sia per la presentazione che per la rendicontazione) messo a punto dalla professoressa Spicola e altri insegnanti o enti o esperti presi dentro o fuori la scuola e la scuola si aggiudica le risorse nell’asse rafforzamento delle competenze di base, ad esempio uno spettacolo teatrale su padre Puglisi.

Al progetto partecipa per forze di cose non tutta la scuola ma un numero limitato di alunni, magari la prof sceglie i più difficili e fragili, i quali comunque non sa se verranno o meno con continuità. Anzi sa che dei 25 previsti a un certo punto se ne troverà 15 e gli altri 10 se li andrà ad acchiappare per l’orecchio vedendoli passare davanti scuola il pomeriggio mentre scappano, perché “proessorè, mica è obbligatorio!”. Dopo sei mesi il progetto è concluso, bello, pregevole, importante. Dico sul serio, sono quasi tutti pregevoli, importanti e utili, per chi li frequenta.

L’anno dopo la prof Spicola non è più in quella scuola, oppure “preside non me la sento di rifarlo, ho 250 alunni, lo sa, devo seguire loro” e un’altra prof se ne occuperà, presentando un progetto sulla coltivazione di un orto, con altri 25 (che diventano 15) bambini – attenzione, possono essere 30, 40, la procedura non cambia -. Nello stesso tempo a Trento una scuola che ha il tempo pieno con risorse dello Stato ha tutti gli alunni a scuola, perché è obbligo, copre tutta la platea con attività si dice “ordinamentali”, cioè sistemiche, continue e non frammentate.

Faccio di nuovo la domanda: come mai a livello sistemico i soldi profusi in progetti e bandi utilizzando la programmazione europea non hanno inciso di molto sul miglioramento delle competenze di base e sui tassi di dispersione scolastica nelle regioni del Sud? Forse perché non sono fatti per compensare l’iniqua e diseguale offerta statale strutturale di istruzione? E forse che “ampliare l’attività pomeridiana” coi soldi dei fondi UE e assimilarla al tempo pieno come sta facendo qualcuno è un errore, se fatto in buona fede, ma è un insulto, se fatto conoscendo le questioni?

Perché la professoressa Spicola, o la singola scuola, si dovrebbe auto-spremere come un limone e collassare a fine anno per programmare, attuare, rendicontare, e svuotare il mare con un cucchiaino, col discontinuo – ovvero con il frammentato, il progettato, il rendicontato, il mutato – ed essere sempre frustrata perché tanto ne può raggiungere 15-20, e i rendimenti quelli saranno?

Perché al Sud la scuola ordinamentale è fatta di 4/5 ore, e comunque in condizioni sempre di affanno e di incertezza, mentre il Bussetti di turno continua a ripeterle che dovrebbe impegnarsi di più, e intanto la collega di Trento si fa le sue brave ore regolamentari e i suoi alunni sono inquadrati in un sistema già pronto, per forza di cose meglio organizzato, che prende tutti i bambini e li tiene strutturalmente a scuola 8 ore al giorno e le diranno ma quanto è brava la collega di Trento? Nemmeno se tutte le prof Spicola si auto-spremessero come limoni riuscirebbero a supplire la mancanza del sistemico, dello stabile e dello strutturale. E comunque il Pierino di Palermo può dire al Gianni di Trento: perché a te sì e a me no?

Perché spremersi quando sa che ai fini del miglioramento del sistema servono anche piccoli cambiamenti ma continui e sistemici che non tutta questa profusione di opzionale? Un partito di sinistra queste domande può e deve porsele, perché alla fine si lasciano indietro quelli che si vorrebbero emancipare, cioè gli ultimi, quando invece le intenzioni buone sarebbero esattamente il contrario. Ma di buone intenzioni si sa… non ci si può lamentare.

E allora, ci sono delle cose utili e importanti che il Piano Sud e i fondi Pon possono fare, hanno fatto e faranno, e apprezzo la voglia di Provenzano di fare il suo per quel che può e gli spetta (mettere in piedi azioni formative per i docenti, continuare a fare una ottima azione di costruzione di comunità educanti, realizzare strutture, laboratori, acquistare tecnologie, arredi, costruire i nidi, continuare a progettare attività). Bisogna mettersi in testa che dove le scuole non arrivano a progettare, quella latitanza ha vari ordini di motivi. Dunque si può supportare, semplificare, mettere in piedi una “stazione di appalto” centrale che da un lato supporti le scuole nell’elaborazione e rendicontazione dall’altro agisca con due o tre progetti centrali. Ma una cosa i fondi Pon non possono fare: sostituire l’attività ordinaria richiesta allo Stato.

L’ordinario che non c’è va dato. Non passa in cavalleria. Non spetta a Provenzano, spetta allo Stato, e ricordarlo allo Stato spetta a un partito di sinistra, che è al governo. Lo ha chiaramente detto anche l’UE: in Italia si tende a utilizzare i fondi UE per compensare vuoti che lascia lo Stato. Non funziona.

Sul piano ordinamentale, in questo momento, lo Stato sta offrendo ad alcuni bambini (perlopiù al Nord e nei centri) 8 ore di scuola ordinamentale, con organico e risorse connesse per il funzionamento delle mense, continua, uniforme, stabile al giorno (tempo pieno) e ad altri (perlopiù poveri, delle periferie, del Sud) 4/5 ore di scuola al giorno, farcendoli però di ogni tipo di “progetto”, che è come dire: ti presto momentaneamente un foulard di seta per supplire al fatto che siamo in inverno e non hai il cappotto. Quelli continuano a sentir freddo. Lo so, molti di voi no comprenderanno appieno quel che ho tentato di spiegare, ma chi deve capire capisce.

Il meglio è nemico del bene, lo so, ma il bene dei fondi Pon e dei progetti ce lo tiriamo dietro dal 1994, nel frattempo abbiamo anche eliminato parte dello strutturale – anziché rafforzarlo -, le compresenze alla primaria e due ore di italiano alle medie.

A questi altri bambini, si sta facendo un torto grave in termini di diritti costituzionali e di livelli essenziali di prestazione, giusto per star sul pezzo. “Le famiglie non lo chiedono”, i partiti fanno finta di non saperlo e nel mentre i talk show e i social sono zeppi di grandi nomi che giustamente mettono in cima gli investimenti in istruzione come leva di sviluppo; ma a qualcuno di noi tocca uno sporco mestiere, ripeterlo: investimenti vi prego, non fichi secchi. Non è che perché abbiamo un ottimo Piano Sud ci possiamo permettere di andare in tv in prima serata a dire che da ottobre ci sarà il tempo pieno nelle scuole del Sud eh? Una musica può fare, di di din, la la la. Cocorichì cocoricò.

Una musica può fare
Salvarti sull’orlo del precipizio
Quello che la musica può fare
Salvarti sull’orlo del precipizio
Non ci si può lamentare

Maturità, il curriculum dello studente slitta ancora (e non conterrà i risultati delle prove Invalsi)

da Il Sole 24 Ore

di Cl. T.

Il curriculum dello studente slitta ancora. E precisamente slitta all’anno scolastico 2020-2021. Non solo. Nel documento, da allegare al diploma di maturità contenente l’elenco delle competenze formali e informali acquisite dagli studenti, non entreranno i risultati dei test Invalsi (che rimangono, almeno, a oggi, requisiti di ammissione dell’esame di Stato).

I commi nel milleproroghe
Entrambe le novità sono contenute in due commi introdotti dalle commissioni riunite al Milleproroghe. In dettaglio, il comma 5-ter differisce al 1° settembre 2020 l’applicazione dell’art. 21, co. 2, del d.lgs. 62/2017 (attuativo della delega di cui all’art. 1, co. 180 e 181, lettera i), della L. 107/2015) relativo al curriculum della studentessa e dello studente, allegato al diploma conclusivo degli esami di Stato del secondo ciclo. Si ricorda che, in base all’art. 21, co. 1, del d.lgs. 62/2017, il diploma finale rilasciato in esito al superamento dell’esame di Stato attesta l’indirizzo e la durata del corso di studi, nonché il punteggio ottenuto.

Oscurati i risultati Invalsi
Il comma 5-quater modifica il contenuto del predetto curriculum della studentessa e dello studente eliminando il riferimento ai livelli di apprendimento conseguiti nelle prove scritte a carattere nazionale predisposte dall’Invalsi, distinti per ciascuna delle discipline oggetto di rilevazione (italiano, matematica e inglese), e alla certificazione sulle abilità di comprensione e uso della lingua inglese. Si interviene quindi sopprimendo il secondo periodo dell’art. 21, co. 2, del d.lgs. 62/2017. Conseguentemente, si modifica anche il terzo periodo dell’art. 21, co. 2, del d.lgs. 62/2017, precisando che in una apposita sezione sono indicate le competenze, le conoscenze e le abilità anche professionali acquisite e le attività culturali, artistiche e di pratiche musicali, sportive e di volontariato, svolte in ambito extra scolastico nonché le attività di alternanza scuola-lavoro ed altre eventuali certificazioni conseguite.

Le misure in tema di edilizia scolastica e universitaria

da Il Sole 24 Ore

di Amedeo Di Filippo

Nel passaggio presso le commissioni della Camera dei deputati, il Dl “Milleproroghe” 162/2019 ha imbarcato diverse novità in tema di edilizia.

Edilizia universitaria
Rimane al comma 1 dell’articolo 6 la proroga dal 31 dicembre 2019 alla stessa data del 2020 del termine previsto dall’articolo 1, comma 1145, della legge 205/2017 per l’erogazione delle somme residue dei mutui concessi dalla Cassa depositi e prestiti (Cdp) per interventi di edilizia universitaria. È qui prevista una specifica disciplina delle queste somme residue relative ai mutui trasferiti al Mef in attuazione delle norme che hanno disposto la trasformazione di Cdp in società per azioni e definito i relativi rapporti giuridici.

Le somme descritte possono essere erogate anche successivamente alla scadenza dell’ammortamento dei mutui per realizzare interventi che riguardano l’opera oggetto del mutuo concesso, ovvero per un diverso utilizzo purché autorizzato da Cdp nel corso dell’ammortamento e previo parere favorevole del Miur. L’erogazione delle somme è effettuata, su domanda dei mutuatari e previo nulla osta del Miur, entro il termine ora spostato al 31 dicembre di quest’anno.

Edilizia scolastica
Il comma 10-septies introdotto all’articolo 1 sposta dal 15 gennaio al 15 maggio il termine previsto dall’ultima legge di bilancio per la richiesta del contributo da parte degli enti locali a copertura della spesa di progettazione definitiva ed esecutiva per interventi di messa in sicurezza del territorio; inoltre proroga dal 28 febbraio al 30 giugno il termine per la definizione, con decreto del Ministero dell’interno, dell’ammontare del contributo attribuito a ciascun ente locale. Si tratta dei contributi destinati per la spesa di progettazione definitiva ed esecutiva relativa ad interventi di messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico, di messa in sicurezza ed efficientamento energetico delle scuole, degli edifici pubblici e del patrimonio comunale nonché per investimenti di messa in sicurezza di strade.

Rimane all’articolo 6, comma 4, la proroga al 31 dicembre 2020 del termine per i pagamenti, da parte degli enti locali e secondo gli stati di avanzamento debitamente certificati, dei lavori di riqualificazione e messa in sicurezza degli istituti scolastici statali, di cui all’articolo 18, commi da 8-ter a 8-sexies, del Dl 69/2013, che destinano 150 mln di euro all’attuazione di misure urgenti in materia di riqualificazione e messa in sicurezza delle scuole, con particolare riferimento a quelle in cui è stata censita la presenza di amianto.

Interventi nelle zone sismiche
Di nuovo conio è la proroga al 31 dicembre 2021, inserita al comma 5-novies dell’articolo 1, del termine entro il quale devono essere sottoposti a verifica di vulnerabilità sismica tutti gli immobili adibiti ad uso scolastico situati nelle zone a rischio sismico classificate 1 e 2, con priorità per quelli situati nei comuni delle regioni del centro Italia colpite dagli eventi sismici 2016 e 2017 (Abruzzo, Lazio, Marche, Umbria).

Nuovo è anche il comma 5-decies, che differisce alla stessa data il termine per la verifica di vulnerabilità sismica sia degli edifici di interesse strategico e delle opere infrastrutturali la cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile, sia degli edifici e delle opere infrastrutturali che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso.

Ricade in ambito sismico anche il comma 5-bis dell’articolo 15, che parimenti differisce al 31 dicembre 2021 il termine entro il quale gli interventi di riparazione e ricostruzione per il ripristino della funzionalità degli immobili adibiti ad uso scolastico e universitario nei territori colpiti dal sisma del 6 aprile 2009 possono essere attuati, entro i limiti della soglia europea, applicando per l’affidamento di lavori, servizi e forniture le procedure negoziate senza previa pubblicazione del bando di gara.

Maturità, impegni per migliorarla in risoluzione in Senato

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Rendere i criteri di assegnazione dei punteggi delle commissioni esaminatrici più corrispondenti a parametri oggettivi ed uniformi, in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale; chiarire le modalità di conduzione del colloquio; bilanciare il livello di difficoltà delle parti di cui si compone la seconda prova e valutare una riflessione approfondita sulla composizione interna/esterna delle commissioni. Sono questi alcuni degli impegni al Governo approvati in una risoluzione votata in settima commissione al Senato.

«Abbiamo posto l’attenzione su alcuni temi per migliorare la disciplina degli esami di Stato, con l’obiettivo di apportare dei correttivi, senza stravolgimenti, per accompagnare meglio le
scuole e gli studenti durante tutto il percorso di preparazione e compimento degli Esami, nel modo più opportuno e confacente», spiegano le senatrici del Movimento 5 Stelle in Commissione Istruzione.

Tra gli altri impegni votati nella risoluzione – relatrice la senatrice Granato – è stato richiesto al Governo di intervenire, in via specifica, sui licei linguistici, per puntare al conseguimento del livello B2 in tutte le lingue, e sui licei musicali, per armonizzare i risultati in uscita dei percorsi della filiera musicale con le competenze in entrata previste per l’Alta formazione nell’ottica di un complessivo riordino di tutto il sistema di istruzione in ambito musicale, oltre ad agevolare le prove per i ragazzi con disturbi dell’apprendimento, per renderle maggiormente fruibili.

«Questo prezioso lavoro è stato possibile anche grazie al supporto delle numerose scuole giunte in audizione presso la 7a commissione per esporre le criticità relative alla nuova disciplina degli esami di Stato, entrata in vigore lo scorso anno scolastico, che ci hanno permesso di avere una panoramica completa e aggiornata sullo stato dell’arte relativo alla riforma. Con questo documento abbiamo inteso tracciare un “canovaccio di riferimento” per introdurre miglioramenti specifici e garantire che l’esame di Stato svolga una funzione sostanziale di accertamento delle competenze, delle conoscenze e delle abilità raggiunte dagli studenti al termine del ciclo degli studi. Siamo fieri di aver dato voce agli attori principali del buon andamento del nostro sistema di istruzione, docenti e dirigenti
scolastici, per verificare la bontà di un provvedimento legislativo», concludono le senatrici M5S.

Coldiretti, in Italia il 25% dei bambini risulta obeso

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

In Italia si stimano circa 2 milioni e 130 mila bambini e adolescenti obesi o in eccesso di peso, pari al 25,2% della popolazione tra i 3 ed i 17 anni. È quanto afferma la Coldiretti, sulla base dei dati Istat, nel commentare il Rapporto realizzato da Unicef, Organizzazione mondiale della sanità e Lancet.

A pesare, secondo l’Associazione, «sono le abitudini a tavola all’interno dei nuclei familiari con il preoccupante abbandono in Italia dei principi della dieta mediterranea. Nel 2019 gli
italiani nel carrello della spesa hanno tagliato gli acquisti di frutta e verdura che scendono nel 2019 a circa a 8,5 miliardi di chili, in diminuzione del 3% rispetto all’anno precedente, con effetti sulla salute e sulla qualità della vita, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Cso».

«Si è verificato infatti un brusco calo che – sottolinea la Coldiretti – ha fatto scendere il consumo individuale sotto la soglia minima di 400 grammi di frutta e verdure fresche per persona, da mangiare in più volte al giorno, raccomandato dal Consiglio dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per una dieta sana».

«A provocare il calo – precisa la Coldiretti – è stato il -4% della frutta ed il -2% degli ortaggi nonostante il diffondersi di smoothies, frullati e centrifugati consumati al bar o a casa grazie alle nuove tecnologie. Un dato ancora più allarmante – denuncia Coldiretti – se si considera che a consumare meno frutta e verdura sono soprattutto i bambini e gli adolescenti, con quantità che sono addirittura sotto la metà del fabbisogno giornaliero, aumentando così i rischi legati all’obesità e alle malattie ad essa collegate».

«Per assicurare una migliore alimentazione ma anche per educare le nuove generazioni è importante – sostiene la Coldiretti – qualificare l’offerta delle mense scolastiche anche con cibi locali a km 0 che valorizzano le realtà produttive locali e garantiscono genuinità e freschezza».

La malnutrizione non è più solo carenza di cibo, ma eccesso di quello di bassa qualità. Tanto che il numero di bambini e adolescenti obesi nel mondo è passato dagli 11 milioni del 1975 ai 124 milioni del 2016, un aumento di 11 volte in circa 40 anni. Colpa del marketing aggressivo che spinge sin da piccoli verso fast food, bevande zuccherate, alcol e tabacco. E’ quanto emerge a livello generale dal già citato Rapporto realizzato da Unicef, Oms e Lancet. In alcuni paesi i bambini vedono fino a 30.000 annunci pubblicitari in Tv in un anno.

L’esposizione dei giovani alla pubblicità delle sigarette elettroniche è aumentata invece di oltre il 250% negli Usa in due anni. “L’autoregolamentazione del settore industriale ha fallito. Studi dimostrano – spiega Anthony Costello, uno degli autori del rapporto – che non ha frenato la capacità delle imprese di fare pubblicità ai minori».

E la realtà potrebbe essere ancora peggiore. «Abbiamo pochi dati sull’enorme espansione della pubblicità sui social media e degli algoritmi diretti ai bambini».

Quando il sapere profuma di libertà

da la Repubblica

Umberto Gentiloni

Mette da parte le pagine di un testo preparato per una giornata speciale e parla da nonna alzan do lo sguardo alla ricerca di volti di studenti e studentesse che riempiono l’aula magna della Sapienza. Lo fa con emozione e partecipazione, pesa le parole, i ricordi, i riferimenti a momenti lontani della biografia di una bambina travolta dalle violenze della seconda guerra mondiale.

L’inaugurazione del 717 anno accademico dalla fondazione dell’Università è l’occasione per il conferimento del Dottorato di ricerca honoris causa in Storia dell’Europa alla senatrice Liliana Segre. Nel silenzio che accoglie le sue parole il primo riferimento porta alla lezione di Primo Levi «comprendere è impossibile ma conoscere è necessario» e da quella frase un itinerario di riflessioni sul sapere e le sue straordinarie virtù, sulla forza della conoscenza, sul nesso tra la libertà e la cultura.

Ricorda con affetto e commozione un professore di storia, un francese sconosciuto incontrato ad Auschwitz, un interlocutore prezioso custode di «attimi rubati all’orrore» per parlare di storia, approfondire eventi del passato come se si potesse tornare indietro, prima della fine di un mondo di affetti e consuetudini. Incontri tra prigionieri per costruire in un lager la comunicazione possibile tra un docente e un’allieva strappata alla frequenza quotidiana di un programma di seconda media. Attimi indimenticabili e preziosi «eravamo liberi come si è liberi di fronte alla conoscenza».

Una libertà perduta che si riaffaccia inaspettata. Come quando si ritrova in una stanza di fronte a un’amica cecoslovacca; «chissà che fine avrà fatto», incrociata per caso mentre il taglio dei capelli colpiva corpo e certezze di bambine inerti.

Non sapevano come comunicare, in apparenza nessuna lingua in comune ma poi, come d’incanto il richiamo al latino, a poche frasi semplici di una civiltà condivisa che poteva ancora aprire ponti e canali di comunicazione: «È stato fantastico trovare una lingua per incontrarsi, conoscersi anche con poche semplici frasi». Una scoperta inattesa, la forza della ragione che tenta di opporsi alle ragioni della forza, il sapere classico unisce e regala «due ore di comunità con un’ignota fanciulla» segnata dallo stesso terribile destino.

La cultura come antidoto possibile all’odio, alla paura del diverso, alle discriminazioni che facilmente muovono dalle parole ai fatti, «dalle vignette satiriche alle leggi contro gli ebrei». Il ritorno alla vita non è semplice né scontato. Lo studio «ripreso con grandissima fatica» diventa così un percorso incessante «una salvezza per recuperare un posto nel mondo», afferrare ricordi e momenti perduti per chi «è rimasta nonostante tutto avida di conoscenze». Le parole della senatrice vanno dritte al cuore tratteggiando un cammino faticoso di rinascita che accompagna il lungo dopoguerra che abbiamo alle spalle. La scelta per la vita nella costruzione di un’Europa di pace segno di un tempo nuovo capace di sconfiggere paure, distruzioni, lutti. Far parte di un’unione di popoli che muove verso la cooperazione, il dialogo, la conoscenza reciproca. Non un dato acquisito per chi è venuto dopo. Ai più giovani ripete con insistenza come l’odio palese o nascosto rimanga il principale bersaglio da sconfiggere: si nutre di paure e ignoranza, colpisce la libertà della scienza e della cultura minacciate da chi alza muri o contrapposizioni. Una comunità scientifica va oltre i confini di linguaggi e appartenenze, vive di scambi e frequentazioni cercando piste di ricerca, approdi comuni, verifiche ispirate allo spirito critico di chi vuole conoscere per costruire futuro.

Assunzioni lavoratori pulizie: graduatorie, convocazioni, presa di servizio il 2 marzo

da Orizzontescuola

di redazione

Internalizzazione servizi di pulizia: presa di servizio dal 2 marzo, convocazione aspiranti, pubblicazione graduatorie provvisorie e definitive.

Presa di servizio

L’assunzione dei lavoratori di pulizia, nel profilo profilo professionale del collaboratore scolastico e svolgeranno le mansioni previste dal CCNL, com’è noto, avverrà dal 1° marzo 2020. Tuttavia, considerato che il 1° è una domenica, la presa di servizio dei lavoratori avverrà dal giorno 2 marzo alle ore 8,00.

Convocazioni

A ricordarlo è la nota n. 2870 del 19 febbraio 2020 dell’Ufficio scolastico di Bari. Nella stessa nota si avvisano gli aspiranti che le convocazioni saranno effettuate da lunedì 24 febbraio a giovedì 27. Sarà poi pubblicato il calendario di convocazione con gli orari dei turni. I candidati si presenteranno nel luogo ed ora indicati muniti di muniti di un documento di riconoscimento in corso di validità e del codice fiscale (basta una copia). Nota Bari

Assunzioni

Come previsto dall’articolo 10 (Assunzioni in servizio), comma 4 del Decreto dipartimentale n. 2200 del 6 dicembre 2019, “Se l’avente titolo, senza giustificato motivo, non assume servizio entro il termine stabilito, o non presenta, entro 30 giorni, i documenti di rito richiesti per la stipula del contratto, decade dall’assunzione. In tal caso subentra il primo candidato in posizione utile secondo l’ordine di graduatoria“.

Il comma 2 dello stesso articolo succitato stabilisce che “le assunzioni sono effettuate con riserva di accertamento dei requisiti di cui all’articolo 4 ed i contratti sono risolutivamente condizionati all’esito della
verifica dei titoli dichiarati“, mentre il comma 5 ricorda che “gli aventi titolo all’assunzione sono soggetti al periodo di prova disciplinato dal vigente Contratto collettivo nazionale del personale scolastico“.

Graduatorie

Gli Uffici scolastici stanno pubblicando in queste settimane le graduatorie provvisorie e definitive. Assunzione lavoratori pulizie, le graduatorie. 

La Ministra Azzolina aveva infatti assicurato la pubblicazione delle graduatorie definitive entro fine mese, per consentire le assunzioni dei lavoratori entro il 1° marzo.

Parere del CSPI sui “Criteri per lo svolgimento dei percorsi ex Alternanza Scuola Lavoro”

da Orizzontescuola

di redazione

di Antonio Fundarò – Pubblicato il parere del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione relativamente allo schema di decreto recante “Criteri per lo svolgimento dei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento per i candidati interni ed esterni agli esami di Stato per il secondo ciclo di istruzione” di cui agli articoli 13 e 14 del d.lgs. 13 aprile 2017, n. 62. In approvazione nella seduta plenaria n. 33 dell’11 febbraio 2020.

In verità il CSPI si era già espresso sulle “Linee guida dei PCTO” nella seduta plenaria n. 30 del 28/08/2019 e sul decreto inerente i “Criteri per lo svolgimento dell’Alternanza Scuola-Lavoro per i candidati interni ed esterni agli esami di Stato per il secondo ciclo di istruzione di cui agli artt. 13 e 14 del decreto legislativo 62 del 13 aprile 2017” nella seduta plenaria n. 20 del 29 maggio 2018.

Con l’attuale parere, il CSPI, nel confermare quanto già contenuto nei due suddetti pareri, prende atto che buona parte delle considerazioni e suggerimenti espressi nel parere del 29 maggio 2018 sono stati recepiti nella stesura del decreto attualmente in esame.

Restano tuttavia alcuni aspetti del decreto in esame che il CSPI intende mettere in evidenza al fine di meglio raccordare il testo con le norme vigenti e renderne più funzionale l’applicazione.

Il Consiglio superiore pubblica istruzione, di fatto pronunciandosi sulla richiesta di parere, chiede il recepimento delle seguenti proposte:

  •  Art. 2, comma 1: per evitare fraintendimenti in relazione ai compiti degli organi collegiali coinvolti, aggiungere dopo «… dal Collegio dei docenti e dal Consiglio di classe,» le parole “ciascuno per le proprie competenze, …”.
  •  Art. 4, comma 1: poiché la valutazione non riguarda i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, bensì gli studenti, togliere al termine del periodo «percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento.» e introdurre “degli stessi” (studenti).
  •  Art. 4, comma 2: eliminare l’intero comma. Infatti, la certificazione finale delle competenze acquisite in esito ai PCTO non è prevista dall’art. 21 del decreto legislativo n. 62/2017 che invece fa riferimento esclusivamente ad una descrizione delle attività svolte da inserire nel curriculum dello studente, da disciplinare con decreto attuativo che peraltro non è stato ancora adottato.
  •  Art. 12, comma 2: operare la correzione terminologica, riscrivendo così il comma: “I percorsi di cui al comma 1, svolti anche all’estero, devono essere caratterizzati da attività non esclusivamente esecutive e finalizzate all’acquisizione di competenze disciplinari e trasversali”.
  •  Art. 13, comma 1: per evitare un inutile appesantimento organizzativo, considerando che sono le scuole a dover validare i percorsi dichiarati dai candidati esterni, si chiede di non far depositare la documentazione all’Ufficio Scolastico Regionale bensì direttamente alla scuola, lasciando all’atto della domanda solamente la dichiarazione. Quindi si propone di sostituire al secondo rigo la parola «documentano» con “dichiarano”.
    Inoltre, si chiede di sostituire al quinto rigo la parola «documentazione» con “dichiarazione”.
    Sostituire infine l’ultimo periodo con “Entro la stessa data i candidati inviano la documentazione alla scuola assegnata.”
  •  Art. 13, comma 3: in incipit, aggiungere dopo «Le dichiarazioni» le parole “dei soggetti”. Ciò per chiarire che le dichiarazioni sullo svolgimento delle attività non sono riconducibili ai candidati ma ai soggetti ospitanti.
  •  Art. 14, comma 1: eliminare al quinto rigo «e di competenze acquisite». Infatti, la verifica delle stesse non spetta al Consiglio di classe bensì alla Commissione che effettuerà l’esame preliminare per l’ammissione all’esame di Stato.
  •  Art. 16, comma 1: la data del «31 gennaio 2020» non è più congruente con i tempi di pubblicazione del presente decreto.

Inoltre, suggerisce il CSPI che il testo andrebbe coordinato con le proposte di modifiche già avanzate in relazione all’art. 13 del decreto in esame.

Pertanto il testo potrebbe essere così modificato: “Ai soli fini dell’ammissione agli esami di Stato dell’anno scolastico 2019/2020, i candidati esterni possono integrare la domanda presentata all’Ufficio Scolastico Regionale territorialmente competente, dichiarando entro il 30 aprile 2020 le attività assimilabili ai percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento o riconducibili a tali percorsi svolte in precedenti anni scolastici in periodi precedenti la data di entrata in vigore del presente decreto.

Entro lo stesso termine i candidati presentano la documentazione relativa alle attività svolte direttamente alle scuole a cui sono stati assegnati”

Contratto, 120 euro netti in più da aumenti e taglio del cuneo fiscale

da La Tecnica della Scuola

 

Cominciano a prendere corpo gli aumenti stanziati dal Governo per il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici, quindi anche per un milione e 200 mila docenti e Ata della scuola: si tratta di quasi 100 euro lordi medi di aumento effettivo, frutto delle ultime leggi di bilancio, più 62 euro (in questo caso netti) di beneficio medio del taglio del cuneo fiscale per il pubblico impiego (anche se per questa seconda “voce” non si tratta di aumenti veri e propri).

In totale, quindi, si potrebbe dire che – stando così le cose – quando l’accordo sarà stipulato, i lavoratori statali si ritroveranno sul proprio conto corrente circa 120 euro netti in più (una cifra preannunciata solo qualche giorno fa dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina).

I sindacati chiedono 25-30 euro in più

A fronte di una richiesta dei sindacati di almeno 30 euro in più. In pratica, il Governo può mettere sul piatto – per rinnovare il contratto di oltre 3 milioni di dipendenti pubblici – uno stanziamento che si ferma a 3,4 miliardi di euro; mentre i sindacati rivendicano un miliardo e mezzo in più.

I numeri sono emersi nel corso dell’incontro tenuto alla Funzione Pubblica tra la titolare della P.A., Fabiana Dadone, e i rappresentanti di 15 sigle sindacali, organizzato per arrivare a un ‘Memorandum’ sul pubblico impiego.

L’ottimismo della ministra

Nella mattinata, prima dell’incontro, la ministra aveva detto, ospite di Studio24 su Rainews24, che “in questi mesi abbiamo iniziato l’interlocuzione, dobbiamo portare avanti il rinnovo triennale dei contratti e vorrei far presente che in questi pochi mesi siamo riusciti ad ottenere, oltre che lo stanziamento delle risorse per i contratti, anche l’allargamento dei criteri per la stabilizzazione dei precari”.

Subito dopo il confronto con i sindacati, alla presenza del vice-ministro Laura Castelli e del sottosegretario Pier Paola Baretta, la stessa Dadone si è detta “cautamente ottimista” anche su “una possibile, ulteriore riflessione nel prossimo Def sulle già ingenti risorse disponibili per i rinnovi”.

Massimo Battaglia della Confsal ha detto che la ministra, replicando alle richieste del sindacato, “ha parlato di un tavolo ad hoc con la collega per l’Istruzione”.

Per la scuola, però, intanto è stato confermato lo sciopero del 6 marzo, proclamato sempre di Confederali, assieme a Snals e Gilda.

Foccillo (Uil): la scuola è un caso a parte

Il segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo, ha detto che è stata ribadita “la necessità di un’interlocuzione con il ministro dell’Istruzione per salvaguardarne la specificità, anche nell’accordo generale, e interrompere un periodo di omologazione ai parametri del lavoro amministrativo”.

Sempre secondo il segretario confederale della Uil, quello del 19 febbraio è stato “un incontro che apre e non chiude, c’è la disponibilità ad affrontare le diverse tematiche con appositi incontri, aspettiamo ora un calendario.

“Non c’è ancora un impegno esplicito. ma la volontà di prestare attenzione alla possibilità di intervenire economicamente”, ha aggiunto Foccillo, ricordando che “senza ulteriori risorse è difficile fare dei contratti”.

L’offerta di aumento

Al lordo di tutte le poste l’Aran, l’Agenzia per la contrattazione, ha calcolato in 100 euro l’aumento medio mensile lordo.

I sindacati hanno ribattuto che se non si arriva a 125-130, non si chiude, anche perché occorre tenere conto anche dei fondi per l’accessorio e per il cosiddetto elemento perequativo, che fissa un minimo sui redditi più bassi.

Se però ci si concentra solo sulla dote per le fasce più povere e il salario accessorio allora l’ammontare potrebbe aggirarsi intorno ai 500 mila euro.

Sindacati freddi

“Registriamo un’apertura del ministro Dadone all’avvio di un confronto tecnico sul lavoro pubblico” ma “non può essere la stagione degli auspici”, hanno detto Cgil, Cisl e Uil.

Durante l’incontro, le tre sigle hanno lamentato un blocco delle carriere, denunciando il mancato pagamento delle progressioni orizzontali in 1.600 enti.

Maturità, al Sud troppe lodi da commissioni “tenere”: risoluzione in Senato per dare più uniformità

da La Tecnica della Scuola

Il Governo è al lavoro per apportare dei correttivi agli esami di maturità: una risoluzione, in tal senso, è stata votata il 19 febbraio in VII Commissione al Senato, con relatrice la senatrice Bianca Laura Granato (M5S).

Punteggi non omogenei

Tra gli obiettivi principali c’è quello di rendere i criteri di assegnazione dei punteggi delle commissioni esaminatrici più corrispondenti a parametri oggettivi ed uniformi, in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale.

Il riferimento è alla sproporzione, ad esempio, dei voti massimi (100/100), con tanto di lode, fatti registrare in alcune regioni (come la Puglia) rispetto ad altre (soprattutto del Nord Italia).

I promotori delle modifiche vogliono anche chiarire le modalità di conduzione del colloquio, bilanciare il livello di difficoltà delle parti di cui si compone la seconda prova e valutare una riflessione approfondita sulla composizione interna ed esterna delle commissioni.

In generale, Il M5S ha voluto approvare un “canovaccio di riferimento” per introdurre miglioramenti specifici e garantire che l’Esame di Stato svolga una funzione sostanziale di accertamento delle competenze, delle conoscenze e delle abilità raggiunte dagli studenti al termine del ciclo degli studi.

Apportare dei correttivi, senza stravolgimenti

“Abbiamo posto l’attenzione su alcuni temi per migliorare la disciplina degli Esami di Stato, con l’obiettivo di apportare dei correttivi, senza stravolgimenti, per accompagnare meglio le scuole e gli studenti durante tutto il percorso di preparazione e compimento degli Esami, nel modo più opportuno e confacente”, hanno spiegato le senatrici del Movimento 5 Stelle in Commissione Istruzione a Palazzo Madama.

Tra gli altri impegni votati nella risoluzione è stato chiesto al Governo di intervenire, in via specifica, sui licei linguistici, per puntare al conseguimento del livello B2 in tutte le lingue, e sui licei musicali, per armonizzare i risultati in uscita dei percorsi della filiera musicale con le competenze in entrata previste per l’Alta Formazione nell’ottica di un complessivo riordino di tutto il sistema di istruzione in ambito musicale.

Miglioramenti anche per i Dsa

Sempre nel documento approvato dal Senato, è presente l’esigenza di agevolare le prove svolte dai ragazzi con disturbi dell’apprendimento, per renderle maggiormente fruibili.

“Questo prezioso lavoro è stato possibile – hanno detto le senatrici ‘grilline’ – anche grazie al supporto delle numerose scuole giunte in audizione presso la VII commissione per esporre le criticità relative alla nuova disciplina degli Esami di stato, entrata in vigore lo scorso anno scolastico, che ci hanno permesso di avere una panoramica completa e aggiornata sullo stato dell’arte relativo alla riforma”.

Prescrizione dei contributi Gestioni pubbliche, proroga al 31 dicembre 2022

da La Tecnica della Scuola

Con riferimento alla prescrizione dei contributi pensionistici dovuti alle Gestioni pubbliche, l’Inps ha già fornito alcuni chiarimenti con la circolare n. 169 del 15 novembre 2017, confermando il termine di prescrizione quinquennale dei contributi di previdenza e assistenza obbligatoria. La circolare ha previsto un periodo transitorio fino al 31 dicembre 2018, successivamente prorogato al 31 dicembre 2019, durante il quale i datori di lavoro con dipendenti iscritti alle casse pensionistiche pubbliche hanno avuto la possibilità di regolarizzare la contribuzione non versata.

Successivamente, l’articolo 19 del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, ha disposto, per le sole Amministrazioni pubbliche, il differimento dei termini di prescrizione al 31 dicembre 2021 della contribuzione relativa ai periodi retributivi fino al 2014.

Come ricordato dall’Inps con la circolare 25 del 13 febbraio 2020tale ultimo termine è stato ulteriormente prorogato al 31 dicembre 2022, includendo anche i periodi retributivi fino al 31 dicembre 2015, dal decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162 (Disposizioni urgenti in materia di proroga di termini legislativi, di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, nonché di innovazione tecnologica).

Come avviene la regolarizzazione contributiva

Le pubbliche Amministrazioni potranno dunque continuare a regolarizzare fino al 31 dicembre 2022 la contribuzione non versata per i periodi retributivi fino al 2015 di pertinenza di tutte le casse pensionistiche ex Inpdap.

In proposito, l’Inps ribadisce che per i periodi retributivi dal 2016, la prescrizione matura secondo i previsti termini quinquennali.

Per i periodi retributivi con contribuzione prescritta nei termini suddetti, relativa al servizio prestato da pubblici dipendenti con obbligo di iscrizione alle casse pensionistiche CPDEL, CPS, CPUG e CTPS (con l’eccezione della CPI), il datore di lavoro è tenuto a finanziare l’onere del trattamento di quiescenza spettante per i periodi di servizio utili ai fini della prestazione, non assistiti dal corrispondente versamento di contribuzione; il predetto onere è quantificato secondo le regole e i criteri di calcolo vigenti in materia di rendita vitalizia.

Viceversa, per i periodi di servizio con obbligo di iscrizione alla CPI, al fine di rendere utili i periodi retributivi per i quali la contribuzione risulti prescritta, è necessario esercitare la facoltà di costituzione della rendita vitalizia.

Come richiedere la costituzione della rendita vitalizia

L’istituto della costituzione di rendita vitalizia per la contribuzione trova applicazione nelle seguenti casistiche:

  1. periodi di servizio prestati alle dipendenze di datori di lavoro privati ed enti che non sono annoverati tra le pubbliche Amministrazioni ai sensi del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, con obbligo di iscrizione nelle casse pensionistiche pubbliche (CPDEL, CPI, CPS, CPUG, CTPS);
  2. periodi di servizio prestati alle dipendenze di amministrazioni pubbliche di cui al D.lgs n. 165/2001 con obbligo di iscrizione alla sola CPI.

La domanda da parte del lavoratore deve essere presentata esclusivamente in via telematica, tramite WEB, Contact Center multicanale, Patronati e intermediari dell’Istituto.

In attesa dell’implementazione della procedura per l’invio telematico, invece, il datore di lavoro deve presentare la domanda utilizzando il modulo “AP81”, reperibile sul sito istituzionale al seguente percorso: “Prestazioni e Servizi” > “Tutti i moduli” > “Assicurato/Pensionato”.

Premio maturità, cala ancora la quota per i 100 e lode: tutte le info

da La Tecnica della Scuola

I candidati al 100 e lode alla maturità sono gli studenti che hanno avuto le migliori performance lungo gli ultimi tre anni scolastici.

Serve, infatti, aver totalizzato il massimo del credito scolastico, 40 punti, con voto unanime del consiglio di classe in sede di scrutinio, e aver raggiunto il 100 al termine degli esami (20 alla prima prova, 20 punti alla seconda prova, 20 punti al colloquio) senza l’aiuto dei 5 punti di bonus.

Premio in denaro per chi ottiene 100 e lode

I 100 e lode hanno diritto a un premio in denaro.  La valorizzazione delle eccellenze è stata introdotta nel 2007 con la legge 1/2007. Il premio negli ultimi anni è stato ridotto.

Alla nascita del progetto un 100 e lode valeva ben 1.000 euro, ma già qualche anno dopo, nel 2011 (quando fu istituito l’Albo Nazionale delle Eccellenze, che premia anche i vincitori delle competizioni e dei progetti nazionali e internazionali), la cifra risulta dimezzata (500 euro), per subire poi successive diminuzioni nel 2014 (450 euro), nel 2016 (370 euro), nel 2017 (340) fino al 2019 che sarà di 255 euro a studente.

Nell’ambito del programma di valorizzazione delle eccellenze, infatti, il Miur ha determinato la somma da assegnare agli studenti che hanno conseguito il diploma di istruzione secondaria superiore con la votazione di 100 e lode.

Come indicati nella nota 2414 del 13 febbraio, i Dirigenti scolastici, appena riceveranno le risorse assegnate dagli Uffici scolastici regionali, sono invitati a procedere alla premiazione degli studenti meritevoli, dopo avere individuato una delle forme di incentivo previste dall’art. 4 del decreto legislativo 29 dicembre 2007 n. 262, nel corso di cerimonie che potranno essere organizzate anche in collaborazione con gli enti locali.

In particolare, gli incentivi previsti sono:

  1. benefit e accreditamenti per l’accesso a biblioteche, musei, istituti e luoghi della cultura;
  2. ammissione a tirocini formativi;
  3. partecipazione ad iniziative formative organizzate da centri scientifici nazionali con destinazione rivolta alla qualità della formazione scolastica;
  4. viaggi di istruzione e visite presso centri specialistici;
  5. benefici di tipo economico;
  6. altre forme di incentivo secondo intese e accordi stabiliti con soggetti pubblici e privati.

Regionalizzazione scuola: sindacati scuola e Governo alla resa dei conti

da La Tecnica della Scuola

L’esplosione del “caso concorsi” aveva un po’ oscurato il tema della regionalizzazione della scuola che sta riemergendo nell’agenda sindacale.
Il 5 febbraio scorso i 5 sindacati maggiormente rappresentativi del comparto (Cgil, Cisl, Uil, Snala e Gilda) hanno chiesto di essere ascoltati dal ministro per gli affari regionali e le autonomie locali Francesco Boccia.
E in queste ore il ministro Boccia ha risposto convocando le parti sociali per il prossimo 10 marzo: l’incontro potrebbe segnare un punto di svolta importante.
“Più volte – sostengono i sindacati della scuola – abbiamo esposto pubblicamente le nostre ragioni di opposizione a qualsiasi forma di autonomia che possa intaccare il carattere nazionale e unitario del nostro sistema di istruzione”.
Per la verità il Ministro ha già incontrato le confederazioni; in quella occasione Boccia, secondo quanto riportato dalla Cgil, “si era impegnato a non riconoscere alcuna autonomia in materia di istruzione” e a non concedere autonomia sulle materie che richiedono la definizione dei Lep prima che essi siano determinati. Inoltre – sono sempre le parole del sindacato di Maurizio Landini – “la loro definizione sarà operata dai Ministeri competenti e non da un commissario, che interverrà solo successivamente in caso di inadempienza”.
Il segretario nazionale di Flc-Cgil, Francesco Sinopoli, sottolinea che “sono impegni precisi e da valutare positivamente dal momento che il testo del disegno di legge conosciuto nulla dice sull’esclusione dell’istruzione dall’autonomia differenziata e dal momento che in tema di definizione dei LEP quel testo prevede invece l’avvio del processo di autonomia differenziata anche senza la loro preliminare determinazione”.
Il 10 marzo, quindi, si conosceranno meglio le intenzioni del ministro Boccia e dell’intero Governo.
Intanto Unicobas mette le mani avanti e, fra gli obiettivi prioritari del proprio sciopero, inserisce anche la richiesta del ritiro di ogni forma di regionalizzazione che possa riguardare in qualche modo la scuola.
Pur non avendo inserito il tema fra le motivazioni dello sciopero del 6 marzo, i sindacati del comparto affermano: “È nostra convinzione che il carattere unitario e nazionale del sistema scolastico pubblico vada pienamente salvaguardato perché rispondente a una corretta interpretazione del dettato costituzionale, e che pertanto l’istruzione debba considerarsi materia esclusa da ogni eventuale progetto di rafforzamento delle competenze regionali”.

Decreto milleproroghe, via libera dalla Camera. I concorsi scuola entro aprile

da La Tecnica della Scuola

La Camera conferma la fiducia al governo sul decreto legge Milleproroghe con 315 voti a favore, 221 contrari ed un astenuto.

Il testo si appresta, quindi, a passare all’esame definitivo del Senato. Il decreto scade il 29 febbraio, pertanto l’iter a Palazzo Madama in seconda lettura dovrebbe essere molto rapido.

Nel testo, approvato dalle Commissioni Bilancio e Affari costituzionali, sono stati inseriti numerosi emendamenti che portano novità, anche sostanziali, rispetto alle precedenti redazioni.

Decreto milleproroghe, le novità previste per la scuola

Ecco i principali provvedimenti previsti per la scuola (fonte Flc Cgil).

Scuola
  • Il concorso straordinario, il concorso ordinario, la procedura straordinaria per il conseguimento dell’abilitazione nella scuola secondaria, previsti dall’art. 1 comma 1 del decreto legge 126/19 devono essere banditi entro il 30 aprile 2020.
  • La prova scritta relativa al concorso straordinario della scuola secondaria e alla procedura finalizzata all’abilitazione all’insegnamento nella scuola secondaria riguarderà il programma di esame previsto per il concorso ordinario per titoli ed esami e non quello del concorso per titoli ed esami del 2016.
  • In relazione al concorso per titoli ed esami della scuola secondaria viene modificato l’articolo 3 comma 6 del D.Lgs. 59/17. L’emendamento approvato prevede che con decreto del Ministro dell’istruzione è costituita una commissione nazionale di esperti per la definizione delle prove scritte e delle relative griglie di valutazione. In precedenza, era prevista la costituzione di una commissione nazionale di esperti per la definizione delle tracce delle prove d’esame e delle relative griglie di valutazione.
  • L’adozione del curriculum dello studente allegato al diploma di scuola secondaria di II grado, previsto dall’art. 21 comma 2 del Decreto Legislativo 62/17 e dall’art. 1 comma 28 della Legge 107/15, è posticipato di un anno. Vengono cancellate le norme che prevedono l’inserimento nel curriculum dei livelli di apprendimento conseguiti nelle prove scritte a carattere nazionale INVALSI che si effettuano al V anno. In una apposita sezione saranno indicate le competenze, le conoscenze e le abilità anche professionali acquisite e le attività culturali, artistiche e di pratiche musicali, sportive e di volontariato, svolte in ambito extra scolastico nonché le attività di alternanza scuola-lavoro (ora pcto) ed altre eventuali certificazioni conseguite, anche ai fini dell’orientamento e dell’accesso al mondo del lavoro. Le istituzioni scolastiche possono utilizzare il curriculum già a partire da quest’anno su base sperimentale e facoltativa. Conseguentemente a partire dal corrente anno scolastico la partecipazione alle prove INVALSI e ai percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento diventa obbligatoria per l’accesso all’esame di stato al termine del secondo ciclo di istruzione.
  • Nella provincia di Bolzano le prove INVALSI relative al “tedesco” diventeranno requisito indispensabile per l’accesso agli esami di Stato al termine del secondo ciclo, a partire dall’a.s. 2022/23.
  • L’organico del personale docente di cui all’articolo 1, comma 64, della legge 13 luglio 2015, n. 107, è incrementato, con riferimento alla scuola secondaria di secondo grado, in misura corrispondente a una maggiore spesa di personale pari a 6,387 milioni di euro per l’anno 2020, a 25,499 milioni di euro per l’anno 2021 e a 23,915 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2022. Tale incremento è finalizzato a migliorare la qualificazione dei servizi scolastici, a ridurre il sovraffollamento nelle classi e a favorire l’inclusione degli alunni e delle alunne con disabilità grave. I posti saranno ripartiti tra le regioni sulla base dei seguenti parametri:
    • ripartizione delle risorse tra le regioni tenuto conto del numero di classi con un numero di iscritti superiore a 22 unità, ridotte a 20 unità in presenza di un alunno o studente con disabilità grave certificata;
    • monitoraggio comparativo dei risultati conseguiti, con riguardo agli apprendimenti, all’inclusione e alla permanenza scolastica.

Le risorse derivano dal «Fondo “La Buona Scuola” per il miglioramento e la valorizzazione dell’istruzione scolastica» (comma 202 della Legge 107/15) e da quota parte delle risorse del Fondo di funzionamento delle istituzioni scolastiche.

  • A decorrere dall’anno scolastico 2020/21 il Ministero dell’Istruzione è autorizzato a trasformare a tempo pieno i rapporti di lavoro di 553 lavoratori, tra assistenti amministrativi e assistenti tecnici, ex cococo assunti a tempo parziale nell’anno scolastico 2018/19. Conseguentemente è incrementata la dotazione organica del personale assistente amministrativo e tecnico.
Edilizia scolastica
  • L’art. 6 comma 4 proroga al 31 dicembre 2020 il termine per i pagamenti da parte degli enti locali degli interventi di messa in sicurezza, manutenzione e ristrutturazione di edifici scolastici, #scuolesicure, previsti dal Decreto del “Fare” (Decreto Legge 69/13).
  • Per l’anno 2020, i termini fissati dalla legge di bilancio 2020 art. 1 commi 52 e 53
    • per la richiesta da parte degli enti locali delle risorse per spesa di progettazione definitiva ed esecutiva, relativa, tra l’altro, ad interventi di messa in sicurezza ed efficientamento energetico delle scuole
    • per la determinazione da parte del Ministero degli Interni dell’ammontare del contributo attributo

sono posticipati rispettivamente dal 15 gennaio al 15 maggio e dal 28 febbraio al 30 giugno.

  • È posticipato al 31 dicembre 2021 il termine entro il quale gli immobili adibiti ad uso scolastico collocati nelle zone a rischio sismico (con priorità per quelli situati nei comuni colpiti dagli eventi sismici del 2016 e 2017) devono essere sottoposti a verifica di vulnerabilità sismica.
  • È differito al 30 giugno 2020 il termine assegnato ai Comuni per l’inizio dei lavori per la realizzazione di progetti relativi a investimenti nel campo dell’efficientamento energetico e dello sviluppo territoriale sostenibile finanzianti con le risorse del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) e previsti dall’art. 30 del decreto Legge 34/19.
Dirigenti scolastici
  • Dopo la nomina dei vincitori del concorso per dirigente scolastico bandito nel 2017, gli idonei utilmente inclusi nella graduatoria nazionale sono assunti nel limite dei posti annualmente vacanti e disponibili, fatta salva la vigente disciplina autorizzatoria.

Concorso DS: il Milleproroghe salva gli idonei

da Tuttoscuola

Buone notizie per gli idonei del concorso per dirigenti scolastici concluso nei mesi scorsi. Ai 2900 vincitori, in buona parte già nominati in ruolo dal 1° settembre scorso, potranno aggiungersi i candidati risultati idonei, ma non compresi nella graduatoria di merito finale. Lo ha previsto l’art. 6-bis del Decreto legge “Milleproroghe” in sede di conversione alla Camera, approvato ieri per il quale il Governo aveva posto la fiducia.

Il testo passerà ora al Senato per l’approvazione definitiva che dovrà avvenire entro il prossimo 1° marzo. Considerati i pochi giorni di tempo per la conversione in legge, è probabile che anche a Palazzo Madama venga posta la fiducia.

Gli idonei possono ormai sentirsi al sicuro. Di seguito l’emendamento inserito nel Milleproroghe.

Articolo 6bis.
All’articolo 2 del decreto-legge 29 ottobre 2019, n. 126, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 dicembre 2019, n. 159, dopo il comma 2 è inserito il seguente:

« 2-bis. Dopo la nomina dei vincitori di cui all’articolo 10, comma 1, del decreto legge 14 dicembre 2018, n. 135, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 febbraio 2019, n. 12, gli idonei utilmente inclusi nella graduatoria nazionale per merito e titoli del concorso a dirigente scolastico indetto con decreto del direttore generale del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca n. 1259 del 23 novembre 2017, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4ª serie speciale, n. 90 del 24 novembre 2017, sono assunti nel limite dei posti annualmente vacanti e disponibili, fatta salva la disciplina autorizzatoria di cui all’articolo 39, commi 3 e 3-bis, della legge 27 dicembre 1997, n. 449».