Lettera alla Ministra

Roma, 1 febbraio 2020

Alla Ministra dell’istruzione
On. Lucia Azzolina
Viale di Trastevere, 76/A
ROMA
uffgabinetto@postacert.istruzione.it segreteria.azzolina@istruzione.it

Onorevole Ministra,

in queste ore stiamo ricevendo da dirigenti scolastici, docenti e genitori numerose richieste di istruzioni su come le scuole debbano comportarsi per fronteggiare al meglio il rischio di contagio da coronavirus.
In particolare, ci sono alcuni casi di alunni/studenti che si sono recati in Cina di recente e questo sta alimentando l’insorgenza di timori diffusi.

Le chiedo pertanto di diramare al più presto delle indicazioni precise affinché le scuole adottino comportamenti corretti e omogenei su tutto il territorio nazionale e, al contempo, rassicurino le famiglie e il personale tutto.
La ringrazio per l’attenzione e colgo l’occasione per porgerLe i più cordiali saluti.

Il Presidente Nazionale ANP
Antonello Giannelli

Scuola: rottura con i sindacati sul concorso. Rischio sciopero

da Corriere della sera

E’ rottura totale nel primo incontro «tecnico» tra i sindacati a i collaboratori del nuovo ministro Lucia Azzolina. Sul tavolo le richieste di adeguamento per i prossimi concorsi (in tutto 70 mila nuovi posti) che il ministro vuole bandire entro febbraio, la discussione sul percorso abilitativo e i temi che il premier Conte si era impegnato a discutere nell’incontro dell’aprile scorso che aveva fatto da cornice finora nella trattativa insieme al verbale di conciliazione firmato da Fioramonti pochi giorni prima delle dimissioni.

La protesta

Ma i sindacati, che la settimana scorsa avevano visto anche la ministra per un incontro di saluto, si sono visti respingere molte delle richieste: dal riconoscimento dell’anno scolastico anche per gli insegnanti assunti a febbraio, alla rimodulazione dei quesiti e del punteggio delle prove e la possibilità di fare il concorso per il sostegno sia per le medie che per le superiori, tra le altre. Ora i sindacati riuniranno le segreterie unitarie per decidere i modi della mobilitazione ma non si esclude l’ipotesi dello sciopero nelle prossime settimane. Tra l’altro il 14 febbraio è già indetta l’astensione dal lavoro da parte dei sindacati di base.

Lo stupore e i ricorsi

Diversa la reazione al Miur: «Desta stupore la posizione dei sindacati al termine del tavolo tecnico di fronte ad un governo che sta per assumere 70 mila docenti per concorso. I bandi devono partire subito». E infatti al ministero hanno fretta di chiudere i bandi per poter cominciare i concorsi già rinviati dall’anno scorso e in realtà più che una protesta eclatante che comunque non può fermare il percorso dei bandi, il rischio che segue il deteriorarsi del clima tra precari e ministero è che i concorsi siano ritardati e sommersi dai ricorsi.


Concorso insegnanti religione cattolica, al momento non è in programma

da Orizzontescuola

di redazione

Il concorso per insegnanti di religione cattolica, la cui previsione è inserita per il 2020 nel Decreto Scuola n. 126 convertito nella Legge n. 159 del 20 dicembre 2019, non è entrato a far parte del tavolo tecnico di cui sono occupati negli ultimi giorni il Ministero e i sindacati.

Il Ministero ha illustrato le bozze del concorso straordinario secondaria (solo procedura per il ruolo, mentre per quella finalizzata esclusivamente all’abilitazione i tempi potrebbero essere più lunghi), concorso ordinario secondaria e concorso ordinario infanzia e primaria.

Il concorso per insegnanti di religione cattolica non era all’ordine del giorno.

Nei giorni scorsi la Ministra Azzolina ne aveva fatto cenno, facendo intendere che è uno degli obiettivi per il 2020 ” C’è da predisporre anche il concorso per i docenti di religione” ma le modalità devono ancora trovare la quadra.

Il decreto parla infatti di  “previa intesa con il Presidente della Conferenza episcopale italiana” e seppure la CEI abbia dato “la propria disponibilità a collaborare all’elaborazione del Bando di concorso in dialogo con il Ministero dell’Istruzione e con i Sindacati, a sostegno degli insegnanti di religione cattolica italiani e per il bene della comunità scolastica” è possibile che questo dialogo non sia stato ancora avviato.

Modalità concorso I.R.C.

Ricordiamo che  al concorso  saranno destinati i posti per l’insegnamento della religione cattolica che si prevede siano vacanti e disponibili negli anni scolastici dal 2020/2021 al 2022/2023.

Una quota non superiore al 50 per cento dei posti del concorso può essere riservata al personale docente di religione cattolica, in possesso del riconoscimento di idoneità rilasciato dall’ordinario diocesano, che abbia
svolto almeno tre annualità di servizio, anche non consecutive, nelle scuole del sistema nazionale di istruzione.

Immissioni in ruolo da graduatoria 2004

Nelle more dell’espletamento del concorso continuano a essere effettuate le immissioni in ruolo mediante scorrimento delle graduatorie 2004.


Esami di Stato 2020, esempi prima e seconda prova. Ministero non ha organizzato simulazioni nazionali

da Orizzontescuola

di redazione

Esami di Stato secondaria secondo grado a.s. 2019/20: il Ministero non ha finora organizzato simulazioni nazionali della prima e seconda prova, come accaduto nello scorso anno scolastico.

Lo scorso anno scolastico, in ragione delle novità introdotte sia nella prima che nella seconda prova, il Ministero ha predisposto una fase di accompagnamento al nuovo Esame di Stato, che comprendeva

  • il rilascio di appositi materiali per le prove
  • due simulazioni nazionali

Al di là di queste, le singole scuole in autonomia hanno poi potuto predisporre altri momenti di accompagnamento alla procedura, anche per il colloquio orale.

Non ci risulta che il Ministero abbia predisposto nuovo materiale, né che abbia organizzato delle giornate nazionali di simulazione che, a questo punto, dovrebbero essere già note per permettere alle scuole di organizzarsi.

Le scuole stanno infatti predisponendo i Consigli di Classe per la designazione dei Commissari interni, alla luce delle scelte effettuate dal Ministero per i commissari esterni e chiedono se inserire tra i punti all’ordine del giorno anche la simulazione – a livello di istituto – della prova di esame.

Inutile dire che la predisposizione di materiali, al di là degli esempi di prove già effettuate, aiuterebbe non poco gli insegnanti.

Anche per la novità introdotta quest’anno, che per la prova di Italiano prevede la traccia di Storia inserita nella tipologia B (testo argomentativo).

Rimandiamo comunque alla pagina del Ministero da cui è possibile prendere visione sia delle simulazioni dello scorso anno scolastico, sia delle prove assegnate nello scorso anno scolastico nelle sessioni ordinaria, suppletiva e straordinaria.

Esempi a.s. 2018/19

Tracce prove scritte prima e seconda prova a.s. 2018/19

sessione ordinaria – sessione suppletiva – sessione straordinaria

Safer Internet Day, giornata mondiale per la sicurezza

da Orizzontescuola

di Antonietta D’Oria

Siamo ormai prossimi all’evento internazionale annuale del Safer Internet Day(SID), giornata mondiale per la sicurezza istituita dalla Commissione europea nel 2004.

Obiettivo della giornata è far riflettere le studentesse e gli studenti non solo sull’uso consapevole della rete, ma anche sul ruolo attivo e responsabile di ciascuno per rendere internet un luogo positivo e sicuro”. SID

Una giornata di sensibilizzazione sui rischi che il web comporta. Ogni anno, nel mese di febbraio l’appuntamento ritorna per gli operatori del settore, le istituzioni, le organizzazioni della società civile, le scuole, ecc… E’ ormai un “luogo” quello virtuale, dove ragazzi, giovani e adulti trascorrono gran parte del tempo. E’ quindi necessario renderlo sicuro con azioni responsabili, renderlo un luogo di conoscenza e opportunità dove sviluppare conoscenze, abilità e competenze. L’edizione 2020 si intitola “Together for a better internet” e si svolgerà presso il Museo Nazionale delle Ferrovie dello Stato di Pietrarsa a Napoli il prossimo 11 febbraio 2020. Si parlerà delle opportunità e dei rischi che la rete comporta.

Nel documento ministeriale si legge:“Together for a better internet” è il titolo scelto per l’edizione del 2020. La mattinata avrà come filo conduttore una riflessione guidata, relativa alle opportunità ed i rischi della rete, con interventi e attività che vedranno come protagonisti i giovani. L’iniziativa, organizzata dal Safer Internet Centre Italiano (SIC) – Generazioni Connesse e coordinata dal Ministero dell’Istruzione, si svolgerà in presenza di studenti e rappresentanti di Aziende, Associazioni e Istituzioni che aderiscono all’Advisory Board il tavolo ti consultazione del SIC.” SID

L’iniziativa promuove un uso più sicuro e responsabile della tecnologia online e dei cellulari da parte di bimbi e giovani del mondo. Attori, proprio i giovani, che più di tutti utilizzano la rete. L’evento, cresciuto negli ultimi anni fino a coinvolgere più di 100 paesi in tutto il mondo, è diventato un punto di interesse e formazione per la sicurezza on line.

La diretta streaming sarà visibile al link Generazioni Connesse.

Tutte le scuole possono organizzare sul proprio territorio iniziative o formazioni che abbiano come utenti destinatari alunni e famiglie. “In occasione della giornata del SID 2020 e fino al mese di marzo, infatti, le scuole di ogni ordine e grado sono invitate ad organizzare iniziative didattiche e attività di formazione e informazione, destinate agli alunni e alle famiglie, internamente alla scuola o sul proprio territorio, sulla sicurezza in rete, sulla protezione dei dispositivi e dei dati personali e la privacy, sulla tutela della salute e del benessere nell’utilizzo dei media digitali. Per quest’anno, infatti, il Safer Internet Centre Italiano in concomitanza del SID2020, lancerà una campagna informativa denominata “Il mese della sicurezza in rete”. All’interno della sezione http://sid2020.generazioniconnesse.it/ sarà possibile inserire attraverso l’apposito form, le attività organizzate dalle scuole dall’11 febbraio all’11 marzo 2020. In tal modo le iniziative territoriali formative o di sensibilizzazione potranno avere visibilità a livello nazionale”.SID

Contenuti:sicurezza in rete, cyberbullismo al social networking, protezione dei dispositivi e dei dati personali, privacy, tutela della salute e del benessere nell’utilizzo dei media digitali.

Le attività delle scuole possono essere inserite nello spazio dedicato su generazioni Connesse http://sid2020.generazioniconnesse.it/ dal 11 febbraio all’11 marzo 2020

Per informazioni sugli eventi organizzati nel mondo è possibile consultare il sito della Commissione Europea dedicato alla giornata: https://www.saferinternet.org.uk/safer-internet-day/2020

Nel corso degli anni, il Safer Internet Day (SID) è diventato un appuntamento di riferimento per tutti gli operatori del settore, le istituzioni e le organizzazioni della società civile, arrivando a coinvolgere, oggi, oltre 100 Paesi. Per informazioni relative agli eventi organizzati in tutto il mondo è possibile consultare il sito della Commissione Europea dedicato alla giornata: https://www.saferinternet.org.uk/safer-internet-day/2020” SID

La Direzione generale per i fondi strutturali per l’istruzione, l’edilizia scolastica e la scuola digitale, nell’ambito del Piano nazionale per la scuola digitale (PNSD), promuove, anche attraverso gli animatori digitali, i componenti del team per l’innovazione digitale, le équipe formative territoriali e i referenti del PNSD degli Uffici scolastici regionali, l’organizzazione delle iniziative locali e territoriali da parte delle scuole, in occasione del Safer Internet Day 2020”. SID

Tutto il mondo scolastico rimane costantemente impegnato, anche attraverso iniziative come il SID, a diffondere conoscenza e innovazione.

Concorsi scuola, il Miur dice no a quasi tutte le proposte dei sindacati. Ecco quali

da La Tecnica della Scuola

E’ calato il gelo fra Miur e sindacati dopo l’incontro del 30 gennaio, che ha portato ad un possibile nuovo rallentamento per i tre concorsi docenti 2020: concorso straordinario secondaria, concorso ordinario secondaria e concorso ordinario infanzia e primaria (più quello di religione).

Abbiamo riportato le posizioni rigide dei sindacati e la risposta del Miur. Prendendo in considerazione una sintesi a cura della Flc Cgil, sul concorso straordinario su 19 richieste presentate sono stati accolti solo 4 punti, mentre su 7 proposte relative al concorso ordinario ne sono state accolte 2, di cui una – quella sulla prova preselettiva – solo in modo parziale. Complessivamente il MIUR ha accolto il 23% delle richieste.

Vediamo in dettaglio cosa hanno chiesto i sindacali e le risposte del MIUR.

Concorso straordinario secondaria
Requisiti di accesso: chiarire che i docenti con 3 anni di servizio su sostegno senza specializzazione possono partecipare al concorso straordinario per la classe di concorso da cui sono stati chiamati avendone titolo No
Pubblicazione della banca dati dei quesiti No
Punteggio prova scritta: massimo 30 punti. Valutazione dei titoli: massimo 70 punti (di cui 50 ai servizi come nel concorso straordinario per la scuola primaria e dell’infanzia). La proposta non inficia la selettività della prova che è superata comunque solo da chi ottiene 7/10 No
Attribuire 5 punti per ogni anno di servizio No
Ridurre il numero dei quesiti e aumentare il tempo a disposizione No
Valutazione degli anni di servizio svolti su sostegno nella procedura concorsuale della classe di concorso No
Invio allegato A con i posti. Conseguente invio allegato B con le aggregazioni territoriali del concorso Non è pronto, sarà dato in seguito
Chiarire che gli specializzati/specializzandi su sostegno possono partecipare al concorso straordinario anche se i servizi relativi a posto di sostegno afferiscono a un ordine di scuola diverso No
Avviare subito il confronto sulla procedura del concorso straordinario abilitante.  Chiarire se potranno partecipare, oltre ai docenti con servizio nelle paritarie, IFP e ingabbiati anche coloro che hanno partecipato alle procedura straordinaria per la stabilizzazione. Chiarire se la procedura abilitante sarà svincolata dalla disponibilità dei posti e quindi sarà avviata per tutte le classi di concorso Il confronto sarà avviato (non viene indicato un termine). Potranno partecipare anche i docenti che hanno fatto lo straordinario per l’assunzione. La procedura sarà avviata a prescindere dalla disponibilità dei posti
Riconoscere il servizio svolto sulla materia alternativa alla religione cattolica come valido ai fini della partecipazione al concorso, relativamente alla classe di concorso da cui gli insegnanti sono stati nominati No
Riconoscimento della validità dell’annualità di servizio per contratti non continuativi Si
Riconoscere come valido l’anno di servizio per i contratti stipulati dal 1° febbraio fino all’ultimo giorno di lezione, poi interrotti e ripresi per i giorni degli scrutini (art. 7/4 e 7/5 del DM 131/07) Nessuna risposta. Richiesto approfondimento legislativo
Possibilità di partecipare alla procedura per posto di sostegno sia per la scuola secondaria di I grado che di II grado, in presenza delle specializzazioni specifiche Si
Semplificare la tabella dei titoli compresi quelli delle materie artistiche Si, solo sui titoli artistici
Per i docenti con titoli AFAM, relativamente alle classi di concorso dei licei musicali, sono validi i titoli di accesso previgenti al DPR 19/2016 Nessuna risposta. Richiesto approfondimento legislativo
Il servizio prestato senza titolo di accesso è valido ai fini dei requisiti di servizio di cui alle lettere A e B dell’articolo 2 comma 1 del bando, fermo restando il possesso del titolo al momento della presentazione della domanda Si
Ridurre il numero dei componenti delle commissioni prevedendo l’esonero dal servizio per i componenti No
Prevedere la tabella di corrispondenza del titolo di abilitazione su più classi di concorso a cascata No
Esplicitare in modo chiaro e dettagliato che la valutazione finale consisterà nell’esposizione di un’”unità didattica” Nessuna risposta. Si rinvia la decisione a successivo provvedimento

Concorsi ordinari

Eliminare la prova preselettiva ovvero pubblicare la banca dati dei quesiti Eliminazione no. Banca dati si.
Definire il voto minimo per il superamento dell’eventuale prova preselettiva per garantire omogeneità su tutto il territorio nazionale No
Valutazione del servizio svolto su sostegno nella procedura concorsuale della classe di concorso No
Semplificare la tabella dei titoli Si, solo in relazione ai titoli artistici
Chiarire a quale grado di scuola appartiene la classe A-23 Si, secondaria di 1 grado
Nella prova scritta del concorso ordinario II grado venga previsto lo stesso numero di quesiti per tutte le classi No
Prevede come lingue straniere le 4 lingue comunitarie maggiormente diffuse No

Iscrizioni 2020/2021, anche quest’anno boom dei licei. I primi dati

da La Tecnica della Scuola

Alle 20 si chiuderanno le iscrizioni scuola 2020/2021 ma già il Ministero ha diffuso i primi numeri

Le famiglie e gli studenti hanno effettuato le loro scelte a partire dal 7 gennaio attraverso la piattaforma messa a disposizione dal  Ministero dell’Istruzione. La procedura era on line per le classi prime delle Scuole primarie e per le Secondarie di I e II grado, tramite domanda cartacea per la Scuola dell’infanzia. Facoltativa l’adesione al sistema elettronico da parte delle scuole paritarie.

Secondo i primissimi dati elaborati i Licei si confermano in testa alle preferenze. Il 56,3% delle domande presentate per le classi prime della Secondaria di II grado ha riguardato, infatti, un indirizzo liceale. Un dato in crescita rispetto al 55,4% dell’anno scorso. Gli Istituti tecnici passano al 30,8% dal 31% del 2019/2020. Calano leggermente i Professionali, dal 13,6% al 12,9%. I dati definitivi saranno diffusi dal Ministero con una successiva e approfondita pubblicazione.

Iscrizioni scuola: licei sempre in crescita

Continua il trend in crescita degli indirizzi liceali che, dal 2014/2015, vengono scelti da oltre uno studente su due. Sostanzialmente stabile il dato del Classico, al 6,7% (6,8% un anno fa). Cresce l’interesse per gli indirizzi del Liceo scientifico, che complessivamente salgono al 26,2% dal 25,5% del 2019/2020. Nel dettaglio, il 15,5% ha scelto lo Scientifico tradizionale (0,1% in più rispetto a un anno fa); l’opzione Scienze applicate sale dall’8,4% all’8,9%; la sezione a indirizzo Sportivo è all’1,8% (1,7% lo scorso anno).

Diminuiscono le iscrizioni al Liceo linguistico8,8% rispetto al 9,3% del 2019/2020. In crescita l’Artistico, dal 4% al 4,4% e il Liceo delle Scienze umane, dall’8,3% all’8,7%. Stabili il Liceo europeo/internazionale (0,5%) e i Licei musicali e coreutici (1%).

Istituti tecnici scelti da un terzo dei ragazzi

Anche per il 2020/2021, uno studente su tre ha scelto un Istituto tecnico (il 30,8% rispetto al 31% dello scorso anno). Il Settore Economico è all’11,2% (l’anno scorso 11,4%); il Settore Tecnologico è stabile al 19,6%. I Professionali scendono al 12,9% rispetto al 13,6% del 2019/2020.

Licei al primo posto nel Lazio, Tecnici in Veneto,  Professionali in Emilia-Romagna

Il Lazio si conferma ancora la regione con il maggior numero di iscritti agli indirizzi liceali (68,9%). Seguono Abruzzo (62%)Campania (61%)Umbria (60,4%), Molise e Sardegna (entrambe al 60%). La minore percentuale di iscritti ai Licei è in Veneto ed Emilia-Romagna (entrambe al 47,4%).

Il Veneto è la regione con il più alto interesse per gli Istituti tecnici (38,7%). Seguono Emilia-Romagna (37,2%) e Friuli Venezia-Giulia (37%). La più alta percentuale di iscritti ai Professionali è in Emilia-Romagna (15,5%), seguita da Basilicata (15%) e, a pari merito, Toscana e Campania (14,5%).

Tempo pieno

Il 45,8% delle famiglie che hanno effettuato l’iscrizione per la Scuola primaria ha optato per il tempo pieno. Un dato in crescita rispetto al 44,4% di un anno fa. La regione con la più alta percentuale di scelta del tempo pieno è il Lazio (64,3%). Seguono Piemonte (62,3%), Toscana (60,3%) e Liguria (60,1%). La percentuale più bassa si registra in Molise (13,6%), Sicilia (15,6%), Puglia (21,1%), Campania (27,7%).

Famiglie soddisfatte del servizio

Il 69,4% delle famiglie ha effettuato autonomamente l’iscrizione on line, senza bisogno dell’intermediazione della scuola. Un dato leggermente in crescita rispetto al 69,11% del 2019/2020, con al vertice Friuli Venezia-Giulia (88,3%), Veneto (86,3%) e Lombardia (85,3%). Le regioni che hanno fatto meno ricorso alla procedura informatica sono Campania (38,1%), Puglia (39%) e Sicilia (40,1%). Il 10% delle famiglie (99.703, l’82% in più rispetto a un anno fa) che ha effettuato le iscrizioni on line lo ha fatto utilizzando l’identità digitale unica, lo SPID che consentiva un accesso diretto al sistema senza registrazione.

Si conferma un apprezzamento crescente verso il servizio. Il Ministero ha rilevato che il 93,5% ritiene efficiente il funzionamento del servizio on line, l’89,7% ne trova semplice l’utilizzo in tutte le fasi, il 93,4% lo considera vantaggioso in termini di risparmio di tempo.

Coronavirus, ANP prosegue opera di sensibilizzazione

da La Tecnica della Scuola

Prosegue l’opera di sensibilizzazione da parte dell’ANP, Associazione Nazionale Dirigenti Pubblici e Alte Professionalità della Scuola – già Associazione Nazionale Presidi, sul coronavirus.

E non fa meraviglia, perché sono proprio le istituzioni scolastiche i luoghi dove notoriamente in caso di virus influenzali si verificano più occasioni di contagio. Dopo avere pubblicato alcune informazioni della Società Italiana di Pediatria sul proprio sito, l’ANP ha messo in rete la circolare del Ministero dell’interno, Dipartimento dei vigili del fuoco, con le raccomandazioni di natura precauzionale a tutela della salute. Inoltre la stessa ANP segnala l’indirizzo web dell’OMS (Organizzazione Mondiale per la Sanità) che fornisce aggiornamenti sulla lotta al virus.

“In particolare – riferiscono dall’ANP – ai fini dell’autoprotezione individuale dal contagio l’O.M.S. raccomanda i seguenti punti, che hanno lo scopo di ridurre l’esposizione e limitare il raggio di trasmissione di patologie e che includono igiene delle mani e respiratoria nonché un approccio sicuro all’alimentazione: lavare frequentemente le mani strofinandole bene usando soluzioni alcoliche o acqua e sapone; coprire con il gomito flesso o con un fazzoletti di carta la bocca e il naso quando si starnutisce o si tossisce; evitare contatti ravvicinati con chiunque abbia febbre e tosse; se si riscontrano febbre, tosse e difficoltà respiratorie ricercare immediatamente cure mediche e riferire il percorso e i luoghi in cui si è stati al medico; evitare contatti con animali vivi in aree mercatili; evitare il consumo di carne e prodotti animali crudi o poco cotti. Gestire con attenzione carne cruda, latte e organi animali per evitare episodi di contaminazione incrociata con cibi crudi”.

Ecco l’ App anti-violenza

da La Tecnica della Scuola

Una proposta di legge sul bullismo ha  avuto il via libera dalla Camera, con 234 voti a favore, nessun contrario e 131 astenuti, e ora in visione al Senato, e che prevede  un numero telefonico di assistenza attivo 24 ore su 24 (il 114), una app anti-violenza e un monitoraggio costante su tutte le scuole italiane.

Estensione della precedente legge

Il testo si compone di 8 articoli e rappresenta un’estensione della legge sul cyberbullismo approvata nel 2017. Previsto l’impiego di strumenti penali, con la modifica del reato di atti persecutori inserendo anche le “condotte di reiterata minaccia e molestia che pongono la vittima in una condizione di emarginazione”.

Inasprite le pene sull’obbligo scolastico

Viene modificata anche la contravvenzione prevista in caso di inosservanza dell’obbligo scolastico da parte dei genitori. Si passa dall’attuale multa di 30 euro ad una sanzione dai 100 ai 1.000 euro. La proposta di legge, inoltre, chiede al Ministero dell’Istruzione un costante monitoraggio sugli istituti italiani per “determinare l’estensione dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo tra gli studenti, la percezione degli stessi fenomeni da parte dei docenti e dei dirigenti scolastici e, più in generale, la qualità del clima della classe”.

Una piattaforma destinata ai prof

Lo stesso Miur dovrà creare una piattaforma di e-learning destinata ai docenti e finalizzata all’adozione di strategie antibullismo. Il servizio di assistenza alle vittime viene istituito presso la presidenza del Consiglio dei Ministri e sarà accessibile tramite il 114, attivo 24 ore su 24 in maniera gratuita.

Messaggistica istantanea

Prevista anche la versione per smartphone che prevederà anche un servizio di messaggistica istantanea. Infine, per avere un quadro sulla situazione e sulla diffusione del fenomeno in Italia, l’Istat dovrà assicurare una rilevazione annuale “sugli atti di bullismo che ne misuri le caratteristiche fondamentali e individui i soggetti più a rischio”.

Iscrizioni 2020/2021, come monitorare l’iter della domanda

da La Tecnica della Scuola

Oggi, 31 gennaio, alle ore 20, chiuderanno le funzioni per le famiglie per le iscrizioni on-line all’a.s. 2020/2021.

Dopo la chiusura, sarà possibile monitorare l’iter della domanda.

Per farlo, è necessario accedere con le proprie credenziali sul sito Iscrizioni on-line e cliccare su Visualizza Situazione Domande.

Si aprirà una schermata in cui comparirà la domanda presentata, con il nome dell’alunno, la prima scuola selezionata e lo stato della domanda.

Lo stato può indicare:

  • INCOMPLETA: la domanda non può essere inoltrata alla scuola/CFP prescelta/o in quanto mancano informazioni indispensabili.
  • IN LAVORAZIONE: la domanda può essere inoltrata. Verificare di aver fornito tutte le informazioni richieste.
  • INOLTRATA: la domanda è stata inoltrata alla scuola/CFP prescelta/o.
  • ACCETTATA: la domanda è stata accettata dalla scuola/CFP indicata/o.
  • SMISTATA AD ALTRA SCUOLA: la domanda è stata inoltrata dalla scuola/CFP prescelta/o ad un’altra scuola indicata dalla famiglia.
  • RESTITUITA ALLA FAMIGLIA: la domanda è stata restituita alla famiglia dalla scuola/CFP. Questo avviene quando la scuola/CFP richiede di integrare alcune informazioni mancanti o nei casi in cui la stessa famiglia ha richiesto la revisione della domanda già inoltrata. Si deve entrare sulla domanda e procedere nelle variazioni, eseguire la verifica e di nuovo l’inoltro.

Tutte le variazioni di stato della domanda saranno comunque notificate via e-mail agli indirizzi forniti nella procedura di registrazione.

TUTTO SULLE ISCRIZIONI

Maturità 2020, niente buste all’orale, ma per le commissioni il lavoro non cambia

da La Tecnica della Scuola

Saranno contenti gli studenti per l’abolizione del temuto sorteggio d’inizio colloquio, ma i commissari dovranno fare lo stesso lavoro dello scorso anno per preparare i materiali da sottoporre ai candidati.

Lo spiega chiaramente il DM n.28 del 30/01/2020. “Il colloquio si svolge a partire dall’analisi, da parte del candidato, del materiale scelto dalla commissione, attinente alle Indicazioni nazionali per i Licei e alle Linee guida per gli istituti tecnici e professionali. Il materiale è costituito da un testo, un documento, un’esperienza, un progetto, un problema”. Per predisporre i materiali “la commissione d’esame dedica un’apposita sessione alla preparazione del colloquio”. Proprio come nel 2019.

Maturità 2020, tutte le info utili

L’obiettivo è di “favorire la trattazione dei nodi concettuali caratterizzanti le diverse discipline e del loro rapporto interdisciplinare”, per verificare e valutare l’acquisizione da parte dello studente dei contenuti e metodi delle singole discipline, e al tempo stesso la sua capacità di utilizzare le conoscenze acquisite e di metterle in relazione tra loro, per argomentare in maniera critica e personale, utilizzando anche la lingua straniera.

Materiali per avvio colloquio: criteri di scelta e di assegnazione

I materiali saranno predisposti “in numero pari ai candidati maggiorato del trenta per cento”. La commissione deve tenere conto del “percorso didattico effettivamente svolto, in coerenza con il documento di ciascun consiglio di classe”, tenendo in considerazione le metodologie adottate, i progetti e le esperienze svolte, nel rispetto delle Indicazioni nazionali e delle Linee guida. Certamente il gran lavoro svolto nel 2019, in sede di prima attuazione, sarà utile anche nell’anno in corso. Fra qualche anno avremo una bacheca di materiali che saranno pronti all’uso ciclicamente.

Nell’apposita sessione di lavoro preparatorio, la commissione decide anche i criteri di assegnazione del materiale a ciascun candidato. Il colloquio deve essere poi gestito secondo una “equilibrata articolazione” e durata delle fasi, coinvolgendo le diverse discipline, ma evitando una rigida distinzione tra le stesse. Il punteggio è di venti punti, attribuito dall’intera commissione, compreso il presidente, secondo i criteri di valutazione stabiliti in sede di riunione preliminare.

Qualche dubbio sulla procedura

Via il sorteggio, che comunque garantiva una certa imparzialità, come sarà assicurata adesso la par condicio di partenza a ciascuno studente?   Possiamo essere sicuri che qualcuno non sappia prima lo spunto di avvio e possa prepararsi argomenti e riferimenti per fare una bella figura invece di improvvisare lì per lì? Il dubbio non è poi così malevolo. Se torniamo con la memoria alla vecchia “terza prova”, oltre il 60% degli studenti dichiarava di conoscere in anticipo le materie.

Probabilmente serviranno altri “chiarimenti” da parte del Ministero. Un’ipotesi per garantire l’imparzialità sarebbe che, alla mattina di ogni giornata di colloquio, fosse la commissione stessa a “sorteggiare” i materiali da proporre, visto che deve prepararne “in numero pari ai candidati maggiorato del trenta per cento”.

Concorsi scuola: il giallo della rottura dei sindacati. Ma è vero che il Ministero non era aperto a modifiche?

da Tuttoscuola

Sembra esserci qualche punto non troppo chiaro, quasi un giallo, nella conclusione inaspettata del confronto tra ministero e sindacati per definire di comune accordo le modalità di attuazione della straordinaria stagione dei concorsi, prevista dalla recente legge (n. 159/2019) sulla scuola.

La questione-concorsi per contenere il pesante problema del precariato era stata trattata alla vigilia delle elezioni in un accordo dell’aprile scorso con il precedente Governo e il ministro Bussetti, accordo che era servito per scongiurare lo sciopero generale. Quell’accordo era stato confermato all’inizio di ottobre da una nuova intesa tra il ministro Fioramonti e le organizzazioni sindacali, ma nel frattempo il decreto legge 126 – poi convertito nella legge 159/19 – aveva secondo i sindacati in parte “tradito” l’intesa, irritandoli non poco.

Probabilmente, proprio sulla base di quanto avvenuto con i due precedenti ministri, la delegazione sindacale si è seduta al tavolo del nuovo confronto con un atteggiamento di comprensibile diffidenza, ma con la speranza di vedere concretizzati impegni assunti con i precari.

Il confronto è durato due giorni, durante i quali i sindacati hanno presentato le loro proposte, ma già prima di avviare l’incontro conclusivo nel pomeriggio del secondo giorno si poteva desumere da un comunicato del segretario della Uil Scuola, Pino Turi, che la posizione della delegazione sindacale (o di una sua parte) sembrava propensa a rompere. Poco prima del confronto decisivo, Turi usciva infatti con un comunicato dal titolo eloquente: “Vira verso una situazione di stallo il confronto al Miur sui concorsi. Punto di rottura potrebbe essere la batteria dei test”. E avvertiva: “chi rompe paga e i cocci sono suoi”.

Nel comunicato rilasciato mezz’ora prima della ripresa del confronto, il segretario della Uil Scuola esordiva con un eloquente incipit che lasciava presagire la rottura prima di cercare l’accordo: “Si vogliono mettere bandierine inutili su questi concorsi”. E rottura alla fine c’è stata davvero perché, hanno affermato all’unisono i sindacati, sulle proposte avanzate “il Ministero si è mostrato irremovibile”.

Le dichiarazioni del segretario della Uil Scuola lasciavano intendere che la parte ministeriale non intendeva concedere nulla alle proposte sindacali, come alla fine dichiarato anche nel comunicato unitario finale. Ma diverse testate giornalistiche danno una versione diversa dell’andamento di quel confronto.

Il Sole24ore, ad esempio, cita fonti ministeriali secondo cui, dopo avere espresso stupore per la decisione sindacale, hanno rilevato che “I sindacati decidono per la rottura, nonostante un tentativo di trattativa e l’accoglimento di metà delle questioni portate al tavolo”.

Come sono andate effettivamente le cose? Tuttoscuola ha cercato di ricostruirlo. La delegazione sindacale avrebbe presentato nell’incontro circa 25 proposte. A parte 4 o 5 per le quali i funzionari ministeriali si sono riservati di fare approfondimenti o che hanno ritenuto da accantonare in quanto contrarie alla legge, sembra che delle restanti avrebbero dichiarato l’accoglimento di circa la metà.

Se è così, il Ministero sarebbe stato disposto ad accogliere non poche proposte di modifiche avanzate dai sindacati.

La dichiarata mobilitazione della categoria (dei precari o di tutto il personale?) è forse soltanto una minaccia per alzare il tiro e ottenere qualche concessione in più? Il rischio è quello di perdere anche le non poche modifiche che il Ministero sembrava disponibile ad accogliere.

Lunedì è prevista la riunione del CSPI che dovrà pronunciarsi su diversi aspetti regolamentari dei concorsi scuola, ma i pareri non saranno vincolanti per il Ministero che, comunque, non potrà permettersi ulteriori ritardi, se vorrà portare a conclusione per il prossimo 1° settembre diversi concorsi per i quali già oggi i tempi delle procedure prospettano ritardi.

Di questo sono certamente consapevoli anche i sindacati che probabilmente non vorranno rimanere con il cerino in mano a causa di una mobilitazione che potrebbe ritardare i bandi concorsi scuola a danno degli stessi precari. Ma anche la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, non vorrà inaugurare il suo primo impegno politico alienandosi il mondo sindacale. Un tavolo politico urgente e decisionale potrebbe evitare lo scontro.

Asili nido: da Nord a Sud dimezzato il costo

da Tuttoscuola

Una scelta importante quella dell’asilo nido che rappresenta per molte famiglie il primo vero e proprio distacco dal proprio bambino. Sono molti i dubbi che affliggono i neo genitori in questa scelta che risulta sempre più irrinunciabile per motivi lavorativi e di gestione familiare e che coinvolge spesso bambini che non hanno ancora compiuto il primo anno di vita.

Sono oltre 13.000 le strutture che nel nostro Paese erogano servizi socio-educativi per la prima infanzia. I quasi 355 mila posti, il 51% offerto da strutture pubbliche e il 49% da private, costituiscono un numero esiguo rispetto alle esigenze delle famiglie italiane, dal momento che si riesce a coprire solo il 24,7% del potenziale bacino[1].

Ma al di là di questi numeri, quanto ne sappiamo degli asili nido che ci sono nel nostro Paese? Per scattare una fotografia di questo servizio, sempre più utilizzato dalle famiglie italiane, Altroconsumo ha condotto un’indagine – pubblicata su Altroconsumo Inchieste di febbraio 2020 – basata sull’analisi dei servizi offerti da oltre 200 asili nido privati (e che ospitano almeno 11 bambini) nelle città di Milano, Padova, Pescara, Bari e Reggio Calabria.

L’indagine ha considerato aspetti relativi ai costi, agli orari, agli spazi, alla modalità di preparazione dei pasti e alle attività proposte ai bambini, ma nei risultati non rientra la valutazione della qualità professionale degli educatori.

I risultati dell’indagine asili nido: da Nord a Sud costi dimezzati

Il risultato più eclatante è quello relativo ad uno dei punti più dolenti legati a questo servizio, ovvero il costo: da Nord a Sud le tariffe sono più che dimezzate. Nello specifico, per un bimbo che frequenta il nido tutti i giorni per almeno 5 ore di frequenza, si passa da un costo di 306 euro al mese a Reggio Calabria ai 690 euro di Milano. Dopo Milano, la città più cara è Padova (473 euro), seguita da Pescara (446 euro) e Bari (395 euro).

Al di là dei costi, per quanto riguarda le attività offerte, l’inglese è tra quelle più gettonate, con picchi del 74% a Milano e del 70% a Bari, mentre la percentuale più bassa è quella di Padova (35%). Tra i nidi visitati sono state riscontrate strutture in cui si utilizza esclusivamente la lingua inglese solo a Milano e Padova. In quasi tutti i nidi vengono proposti giochi espressivi, come ad esempio teatro o musica, mentre i giochi d’acqua sono frequenti a Milano e Padova (quasi 70%); proprio nella città veneta spesso c’è anche l’orto (oltre 50%).

All’interno di quasi tutti gli asili nido c’è una zona di accoglienza e le aree per mangiare e riposare sono separate e in alcuni casi uno stesso spazio viene dedicato a più momenti della giornata. Ad esempio, a Padova la mensa è separata dalle altre attività nell’86% dei casi, mentre a Pescara solo nel 33%. A Bari e Pescara invece viene privilegiata la zona riposo (89% e 86% dei casi). Milano risulta la città più carente per quanto riguarda gli spazi esterni: il 29% infatti non ne ha uno.

La visita effettuata personalmente negli asili nido è stata valutata complessivamente in maniera positiva in termini di gentilezza, disponibilità e chiarezza del personale, mentre le informazioni offerte sui siti web sono risultate povere o non aggiornate: risultati migliori a Milano (66% delle informazioni presenti sui siti erano aggiornate) e peggiori a Pescara (28%).

Focus Milano asili nido: ecco le sfumature della città più cara

Abbiamo visto che Milano è la città più cara tra quelle prese in considerazione nell’indagine. Nel capoluogo meneghino 1 ora di asilo nido costa in media 4,49 euro (più del doppio che a Reggio Calabria). Ma ci sono importanti differenze tra una zona e l’altra della città: ad esempio la zona 6 (Porta Genova – Navigli – Barona) con 4,12 euro all’ora è la più economica, mentre la più cara è il centro storico con 5,52 euro.

IL RINASCIMENTO DELL’ISTRUZIONE

IL RINASCIMENTO DELL’ISTRUZIONE. COSTRUIAMO IL FUTURO”

UN SEMINARIO INTERNAZIONALE UNICO NEL PANORAMA ITALIANO

A Bologna il  28-29 febbraio l’ADI, Associazione Docenti e Dirigenti scolastici Italiani in partenariato con l’INDIRE, la Fondazione per la scuola ed Erickson terrà un seminario internazionale unico nel panorama italiano, “RINASCIMENTO DELL’ISTRUZIONE. Costruiamo il futuro”. Personalità e scuole da ogni parte del pianeta ci trasporteranno in altri modi di fare scuola, proiettandoci nel futuro: dalla ipertecnologica Alt School nella Silicon Valley, alla Think Global School, una scuola itinerante in ogni parte del Globo, dalla neozelandese Albany High School all’inglese HighWeek School fondata sul growth mindset, dalla Finlandese HundrEd, un hub dell’innovazione mondiale, al nuovo progetto sul curricolo dell’OCSE. Ma soprattutto faremo un incontro straordinario: arriverà da Nuova Delhi Anantha Duraiappah, il Direttore dell’Istituto Indiano dell’UNESCO Mahatma Gandhi per l’Educazione alla Pace e allo Sviluppo sostenibile, che nel 2019, in occasione del 150° anniversario della nascita di Gandhi ha svolto straordinarie iniziative per milioni di giovani sul tema della “gentilezza”, elemento fondante della pace e coesione tra gli uomini. E saranno presenti anche studenti dei Fridays for Future.

Questi solo alcuni dei temi che saranno affrontati nelle due intense giornate del seminario, che varrà anche come crediti formativi.

La scuola come missione?

La scuola come missione?

di Maurizio Tiriticco

Il Rapporto Italia 2020 dell’Eurispes afferma tra l’altro che dal 2004 ad oggi il numero degli Italiani che ritiene che la Shoah non sia mai avvenuta è aumentato dal 2,7 al 15,6 per cento. Semplicemente DRAMMATICO! Italiani sempre più ignoranti? Ma facciamo un passo indietro. Il dpr 275/99 istitutivo dell’autonomia delle istituzioni scolastiche recita tra l’altro che questa “si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di EDUCAZIONE, FORMAZIONE e ISTRUZIONE mirati allo sviluppo della persona umana”. In altre parole, scuole ed insegnanti non devono più limitarsi ad ISTRUIRE il loro alunni in termini di progressiva acquisizione di date CONOSCENZE: il che costituisce la vocazione primaria di una scuola da sempre. Ma devono anche adoperarsi per FORMARLI in quanto uomini e donne ed EDUCARLI in quanto cittadini e cittadine. Stando a quanto sancito, va rilevato che è in gioco una grande responsabilità della nostra scuola e dei nostri insegnanti. Ma, se questo è vero, abbiamo bisogno di una amministrazione scolastica forte, autorevole e duratura. Non abbiamo bisogno di un Ministro, o Ministra dell’Istruzione. che sia di passaggio, come purtroppo invece avviene ormai da anni. Perché di fatto ministri “tocca e fuggi” combinano ben poco. E ciò è grave! Perché dimostra ciò che oggi la scuola rappresenta nel mondo della politica attuale, o meglio dei nostri attuali politici: ben poca cosa!

Insomma, che cos’è la scuola? Quel che si dice: un grande carrozzone; nulla o poco più; e che costa pure tanto. Per non dire degli insegnanti. Sempre a chieder soldi! Ma è proprio così? La nostra scuola è veramente ben amministrata? In realtà il ministro all’Istruzione è quasi sempre il politico che arriva finalmente a varcare la soglia di un dicastero. Informazioni sulla scuola ne ha? Zero o poco più! Il quale politico, per altro, non vede l’ora di passare ad un dicastero considerato più appagante e più importante. Ma i ministri DC di un tempo? Ad ogni nuovo ministro un’infornata di nuovi bidelli! Pardon! Di personale ausiliario! Insomma una cassaforte di voti sicuri! Allora, i ministri all’Istruzione? Quasi sempre toccata e fuga!

Ma andiamo un po’ indietro. Mi piace ricordare che, durante il ventennio fascista, due ministri che vararono importanti riforme ebbero lunga vita a Viale Trastevere. Giovanni Gentile fu ministro dal 30 dicembre 1922 al primo luglio 1924; Giuseppe Bottai dal 15 marzo 1936 al 5 febbraio 1943. Costoro legarono il loro nome a riforme che, tra l’altro, non sembra che l’Italia democratica e repubblicana abbia del tutto smontato. Forse la più significativa, all’inizio degli anni sessanta, fu quella con cui si cancellarono i tre anni di scuola media e, in parallelo, i tre anni di avviamento al lavoro istituiti dalla “riforma Bottai” del 1939, per dar vita ai tre anni della scuola media unica, tuttora vigenti. Si veda la legge1859/62.

Occorre ricordare che il fascismo doveva fare gli italiani tutti fascisti! E bisognava cominciare da piccoli! Di qui la grande importanza della scuola. Non a caso fin dal 1926 – quattro anni dopo la Marcia su Roma – venne istituita l’Opera Nazionale Maternità e Infanzia. E i bambini, appena in grado di fare due passi, diventavano “Figli della Lupa”, con tanto di divisa e con una grande M sul petto. Ma era solo l’inizio. Dall’8° al 12° anno di età i bambini diventavano Balilla escursionisti, dotati di corda e di moschettone. Poi, dal 12° al 14° anno diventavano Balilla moschettieri, armati di moschetto modello ’91 ridotto. Erano organizzati nell’Opera Nazionale Balilla, fondata nel 1926. Che nel 1937 divenne Gioventù Italiana del Littorio. I giovani poi, dal 14° al 16° anno, diventavano Avanguardisti moschettieri, armati di pugnale e moschetto modello ’91 ordinario. Dal 16° al 18° diventavano Avanguardisti mitraglieri, armati di pugnale, moschetto e mitragliatrice leggera (ma non sempre). Successivamente diventavano Giovani fascisti… armati di tutto! Gli universitari erano tutti iscritti d’autorità ai GUF: Gruppi Universitari Fascisti. Alla maggiore età diventavano fascisti a tutto tondo… pronti a combattere!!!

Percorso analogo riguardava le femmine: da Piccole Italiane a Giovani Italiane e a Donne Fasciste. E si giurava. Tutti giuravano. E come. In tutte le ricorrenze della Patria e del Regime: il 4 novembre, la ricorrenza della Vittoria; il 28 ottobre, la ricorrenza della Marcia su Roma; il 23 marzo, la ricorrenza dell’istituzione dei Fasci di Combattimento, avvenuta a Milano in Piazza San Sepolcro nel 1919, il 21 aprile, la ricorrenza della Fondazione di Roma Caput Mundi. Era il lontano 753 a. C., quando Romolo sul Colle Palatino tracciò il solco della Roma Quadrata e quello scemo di Remo osò saltarci sopra! Non l’avesse mai fatto”! Lo pagò con la vita!

Il giuramento fascista lo ricordo a memoria per quante volte l’ho pronunciato: “Nel nome di Dio e dell’Italia, giuro di eseguire senza discutere gli ordini del Duce e di servire con tutte le mie forze e, se è necessario, col mio sangue la causa della Rivoluzione Fascista”. Insomma l’Italia era stata completamente fascistizzata e militarizzata. Il Duce era anche convinto della grande missione che avremmo dovuto compiere e che con otto milioni di baionette avremmo conquistato il mondo. Lo disse in un famoso discorso del 1936. E il popolo beveva, purtroppo! Mentre gli antifascisti erano in galera o a Ventotene o in esilio all’estero o combattevano in Spagna contro i falangisti del Generale Franco.

Mah! Un periodo di grandi illusioni popolari! Come non ricordare quelle splendide immagini di “Una giornata particolare”, quel meraviglioso film di Ettore Scola, con due grandi attori, Sophia Loren e Marcello Mastroianni. Giungeva Hitler a Roma. Era il 3 maggio del 1938. Il Duce aveva fatto costruire per l’occasione una stazione nuova nel quartiere Ostiense di Roma, ricca di marmi e di mosaici. Perché la vecchia stazione centrale Termini era troppo modesta. E tutti i Romani, ovviamente tutti fascisti e tutti in camicia nera, corsero alla Via dell’Impero – costruita dal Duce dopo gli sventramenti delle case che si affacciavano sulla Via Alessandrina – ad applaudire i due grandi che avrebbero rinnovato l’Europa e il mondo intero. Ma tutte le giornate dovevano essere particolari per noi italiani tutti. Soprattutto i sabati! Gli inglesi avevano il sabato inglese? Dedicato al the e alla conversazione? E noi non potevamo essere da meno. Venne istituito il sabato fascista! A scuola tutti in divisa, alunni e insegnanti, e al pomeriggio… adunata!!! Grandi sfilate per le vie delle città. I Balilla moschettieri sempre in testa. Avanti il mazziere, seguito dai balilla trombettieri e dai balilla tamburini: e poi i balilla moschettieri. La perla del regìme fascista! Si cantava Giovinezza marciando! Cantavamo anche l’Inno al Sole, però fermi e sull’attenti. Che divenne l’inno di tutto il popolo italiano. Ecco il ritornello: “Sole che sorgi libero e giocondo, sui colli nostri i tuoi cavali doma! Tu non vedrai nessuna cosa al mondo maggior di Roma”! Era stato composto nel 1919: testo di Fausto Salvatori, musica di Giacomo Puccini. Riprendeva i versi del Carmen Saeculare di Orazio: “Alme Sol, curru nitido diem qui promis et celas aliusque et idem nasceris, possis nihil urbe Roma visere maius”.

E gli inni si concludevano sempre con i “saluto al Duce” seguiti da tanti eia eia eia alalà. Ma Re Pippetto non voleva essere da meno e pretese il suo inno, molto marziale. Altro che la marcia reale! Che era una marcetta in confronto. Ecco il nuovo inno “Salve o Re, Imperator! Nuova legge il Duce diè! Al mondo e a Roma il nuovo Imper! Fecondato dal lavor, legionario orgoglio avrai del tuo imper! Popolo fedel! Col sangue lo creò! Credere e obbedir, combattere saprà! Vittoriose leverà fulgide le insegne della Patria al sol”.

Insomma! Noi balilla ne avevano di canzoni da imparare. Per non dire poi di tutte quelle del tempo di guerra. Quella dei sommergibilisti: “Sfiorano l’onde nere nella fitta oscurità, dalle torrette fiere ogni sguardo attento sta. Taciti ed invisibili partono i sommergibili! Cuori e motori d’assaltatori contro l’immensità!” E quella dei Battaglioni Emme. “Battaglioni del Duce battaglioni, della morte, creati per la vita! A primavera inizia la partita! I continenti fanno fiammi e fior…”. E poi quella più nota: “Vincere vincere vincere e vinceremo in cielo in terra e in mare! E’ una parola d’ordine di una suprema volontà…”. Per concludere, di primavere, a partire dal 10 giugno del 1940 – l’Italia fascista dichiara la guerra alla Francia e alla Gran Bretagna – al 25 aprile del 1945 ne sono passate quattro e tutte disastrose.

A fronte di tante illusioni, pazzie, prese per i fondelli, rovine e massacri, ancora girano per l’Europa gruppi di ignorantelli che scrivono croci uncinate, spesso sbagliate, a proposito della rotazione dei raggi. Poco o nulla sanno di storia, di quella vera, e si autoalimentano di memorie tanto scorrette quanto idiote e soprattutto pericolose. La scuola – e non solo quella italiana, ma anche quella dei Paesi europei – ha una grande missione oggi. Lo dice anche la nostra legge: a) ISTRUIRE, perché leggere, scrivere e far di sconto è importante, e c’è il rischio che queste fondamentali abilità diventino un’emergenza: gli ultimi dati Ocse in merito sono preoccupanti; b) FORMARE persone capaci di orientarsi in un mondo che produce conoscenze in misura sempre maggiore e di saperle selezionare; c) EDUCARE cittadini capaci di riconoscersi come tali, depositari di diritti ma anche responsabili in materia dei tanti doveri che una società complessa richiede ed esige.

La scuola va intesa non solo come uno spazio fisico in cui si apprende e si produce cultura, ma anche come un luogo civico in cui si cresce come lavoratori e come cittadini responsabili. Insomma la scuola ha sempre svolto una sua peculiare missione. Ma oggi la missione è ben più alta e più impegnativa. E non è una parola grossa!