Confermiamo lo sciopero

Incontro MIUR- sindacati, Sinopoli: il governo non fa le scelte giuste sul comparto Istruzione e Ricerca, confermiamo lo sciopero

‘Non possiamo che confermare lo stato di agitazione e lo sciopero dell’intero comparto che comprende scuola, università, ricerca e AFAM per il prossimo 17 maggio’. Commenta così, Francesco Sinopoli, segretario generale della FLC CGIL, l’incontro appena conclusosi con il titolare del dicastero dell’Istruzione, Marco Bussetti.
‘Valutiamo favorevolmente l’avvio del confronto, ma occorrono in tempi brevi scelte nette e precise per l’istruzione e per il Paese e su questo siamo ancora ai preliminari. E’ positivo – sottolinea Sinopoli – che il Ministro abbia annunciato le autorizzazioni per bandire i prossimi concorsi nella scuola primaria e secondaria, ma nessun impegno vero è stato preso in previsione del prossimo Documento di programmazione economica e finanziaria, riguardo gli investimenti necessari a fare dell’i’struzione e della ricerca una priorità politica per lo sviluppo economico e democratico del Paese. Nessuna proposta risolutiva è stata presentata circa le tante emergenze che incombono sulla scuola: dalla fase transitoria per i docenti di II e III fascia, alla copertura posti vacanti dei Dsga fino ad una diversa politica sugli organici. Così come nessuna risposta è arrivata per gli altri settori del comparto’.

‘La FLC CGIL- continua il dirigente sindacale – ha ribadito al Ministro il suo “no” netto e chiaro all’autonomia differenziata e alla conseguente regionalizzazione dell’istruzione che sarebbe il primo passo verso la disintegrazione dello stato nazionale e farebbe venire meno i principi fondamentali della Costituzione sul diritto sociale all’istruzione garantito in maniera uniforme e solidale su tutto il territorio nazionale’.

‘Occorre uno stanziamento di risorse vero e credibile per il Contratto dei lavoratori del Comparto che sappia traguardare il trattamento stipendiale medio dei docenti e di tutte le altre professionalità dell’istruzione al livello europeo’.

‘Infine, perno di una rinnovata attenzione a tutto il comparto deve essere il superamento del precariato e la stabilizzazione del personale, che è il primo fattore dell’innalzamento della qualità di questo settore strategico per il Paese. A nulla servono – conclude Sinopoli – gli interventi di controllo e di sanzione ventilati nei provvedimenti governativi quando si è privi di un piano di sviluppo della scuola, dell’università e della ricerca che abbia al centro un grande programma di investimenti capace di colmare il divario tra l’Italia e il resto dei Paesi OCSE’.

Nuovi concorsi per la scuola

Miur, Bussetti incontra organizzazioni sindacali
Annunciati nuovi concorsi per la scuola

Il Ministro dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, ha incontrato oggi al Ministero le Organizzazioni Sindacali rappresentative del comparto Istruzione e Ricerca. Aprendo l’incontro il Ministro è subito intervenuto sul tema del precariato nella scuola, annunciando di aver firmato gli atti preparatori per il bando del nuovo concorso ordinario per la primaria e dell’infanzia, per un totale di 16.959 posti.

Il Ministro ha anche annunciato di aver chiesto al Ministero dell’Economia l’autorizzazione a bandire un nuovo concorso per la scuola secondaria, per un totale di 48.536 posti, di cui 8.491 sul sostegno. Al centro dell’incontro anche il futuro rinnovo contrattuale.

“C’è la volontà di procedere con il nuovo contratto di comparto – ha assicurato il Ministro -. Così come vogliamo aprire una nuova stagione concorsuale che possa portare energie nuove nella scuola italiana, con un piano pluriennale di assunzioni che consenta a chi vuole intraprendere la carriera di docente di andare in cattedra e ai precari di essere finalmente assunti”. Il Ministro ha assicurato che particolare attenzione sarà data anche al personale ATA, oltre che a ridare energie e risorse agli uffici centrali e periferici del MIUR.


In Sicilia 100 milioni ancora non spesi

Redattore Sociale del 08.04.2019

Disabilita’, le associazioni: “In Sicilia 100 milioni ancora non spesi”

Coordinamento H e Pastorale disabili in un documento chiedono un incontro al presidente della regione per la risoluzione dei principali problemi tra cui la mancanza di una programmazione adeguata.

PALERMO. In Sicilia ci sono ancora 100 milioni di euro non spesi per la disabilità. A questo proposito, Coordinamento H e Pastorale disabili in un documento esprimono la volontà delle associazioni di fare rete e di rilanciare una azione univoca per far valere i diritti disattesi delle persone disabili e dei loro familiari. In particolare, si chiede un incontro urgente con i massimi organi regionali, politici e amministrativi competenti (presidente della regione Musumeci, dell’Ars Miccichè e assessori alla salute e alla Famiglia e politiche sociali). Nella lettera emerge la richiesta alla Regione di farsi parte attiva nell’attuare una corretta programmazione che porti a rispondere ai bisogni reali delle persone con disabilità. “In questo momento più che il problema delle risorse economiche – spiega Rosa Foti, responsabile della pastorale disabili di Palermo – , ci preme sottolineare soprattutto la mancanza di una programmazione concreta adeguata sul tema che poi porta come conseguenza grave alla perdita delle somme utili a rispondere alla disabilità. Alla base di questo documento unitario c’è la richiesta quindi di avere un incontro con le autorità competenti per aprire un confronto proprio sui principali punti che riguardano le persone con disabilità”.

Diverse sono ancora le domande, infatti, a cui le istituzioni regionali non hanno dato una risposta esauriente. “Cosa realmente occorre per rendere concreto un cambiamento culturale affinché la persona con disabilità riesca a ottenere quelle facilitazioni quotidiane che portino al miglioramento della qualità della sua vita e dei suoi familiari? Perché non è possibile avviare una vera programmazione delle risorse in questa Regione affinché questa possa fornire risposte virtuose ai cittadini con disabilità? – si legge nel documento – Per l’anno 2019 vorremmo ottenere risposte concrete a queste domande perché è più che mai necessario un cambiamento di strategia affinché si possa avviare un processo di trasformazione utile a mutare la vita delle persone con disabilità. Occorre affermare una ‘cultura della disabilità’ che non lasci nessuno indietro, una cultura cioè, che garantisca il coinvolgimento delle persone con disabilità tutte, in un’ottica di garanzia di inclusione e uguaglianza, perché nella differenza ogni individuo trovi il proprio spazio nell’ambiente secondo le proprie peculiarità e caratteristiche”.

In particolare parecchie sono ancora le criticità della Regione Siciliana: “Le ancora insufficienti risorse economiche destinate alla disabilità; la difficoltà a definire una reale programmazione da cui scaturisce che buona parte delle risorse non viene spesa (basti pensare che risultano non spesi più di 100 milioni di euro di risorse economiche o viene spesa male – scrivono Coordinamento H e pastorale della disabilità – ; il mancato rinnovo del piano triennale per le politiche della disabilità che nello specifico doveva essere presentato entro il 31 dicembre 2018; non esiste una vera assunzione di responsabilità tra la componente politica e la componente amministrativo gestionale perché piuttosto si assiste a continui giochi di rimpalli della responsabilità; così come c’è l’assenza di una coordinazione tra le strutture amministrative regionali, tra gli assessorati competenti, e ancora si evidenzia che non si avviano i giusti percorsi di controllo interni necessari a far emergere le negligenze amministrative che sempre più spesso immobilizzano e bloccano gli uffici con grave danno ai cittadini; le problematicità, sempre più evidenti e urgenti, che esistono nella garanzia del diritto allo studio delle persone con disabilità. E’ necessario che tutti modifichino l’atteggiamento verso la disabilità, è necessario superare l’attuale stato di welfare, risarcitorio e pietistico, per arrivare a un welfare che diventi di opportunità e di cambiamento della persona e della società”.

“Ci chiediamo se ha senso alimentare le differenze nelle differenze – riporta ancora il documento -, come a tutt’oggi avviene (basti pensare alla diversità di trattamento tra disabili gravi e gravissimi) e non agire in modo da assicurare ad ogni persona con disabilità il diritto ad un piano personalizzato che garantisca il diritto a partecipare alla vita sociale. Ancora ad oggi si rileva che, non vi sono sufficienti misure a favore delle persone con disabilità, con la consapevolezza che esse vivono una maggiore esclusione sociale, un maggior rischio di impoverimento e maggiori oneri assistenziali, a fronte di servizi troppo spesso insufficienti e spesso compensati dai loro familiari; la disabilità in ogni ambito viene ancora affrontata con approssimazione, massificando e non valutando i bisogni specifici della persona, in poche parole manca la giusta e corretta formazione tra chi deve operare in questo ambito e facilitare i percorsi di inclusione della persona con disabilità (Asp e Comuni). Nelle Unità di Valutazione Multidimensionale si registra una carenza di competenze professionali che finisce con lo svolgimento di un mero lavoro amministrativo che svilisce la loro vera funzione. Occorrerebbe valutare se non sia opportuno riscrivere le competenze assessoriali, ragionando sul senso che vi siano competenze sulla disabilità o su alcune situazioni specifiche, divise in più assessorati, nella necessità che si crei un dipartimento per l’integrazione socio-sanitaria; chiediamoci se ha senso avere ancora nella Regione Siciliana 55 distretti socio-sanitari”.

“Se la persona con disabilità potesse rivolgersi a un Pua (Punto Unico di Accesso) che a sua volta lo inviasse all’Unità di Valutazione Multidimensionale (Uvm) – conclude infine il documento – per la redazione del progetto individuale, finalmente, avrebbe risolto gran parte dei problemi potendo ambire a una migliore qualità di vita. Il governo di questa Regione ha dichiarato che il 2018 sul tema della disabilità avrebbe rappresentato un anno ponte per poter pianificare e programmare tutti gli interventi necessari a rispondere ai bisogni dei cittadini con disabilità. Ebbene il 2018, è ormai trascorso, ma abbiamo potuto registrare che non c’è ancora stata quella inversione di tendenza auspicata ma c’è stato soltanto qualche flebile segnale verso alcune problematiche storiche che esistono da sempre”. (set)

Disegnare il futuro della mente

Disegnare il  futuro della mente. la scienza studia come potenziare il nostro cervello

Paolo Manzelli – Riflessioni sul Seminario  EGOCREANET-Cluster 2019 .

https://youtu.be/-XNC4Ykovs8

Il riduzionismo del paradigma meccanico della scienza ci ha condizionati a pensare ed a osservare il mondo materiale esterno con modalita utili per dare sviluppo a macchine e tecnologie della comunicazione digitale contemporanea . La Domanda “Cosa è la Vita e come si evolve nelle dimensione interiore biologica e relazionale dell’ uomo e della donna, non  ha avuto la stessa attenzione scientifica, cosi che grave è divenuto il rischio che le masse  di persone che vivano nell’ era  della industria 4.0,si trovino culturalmente dissociati dal processo di avanzata de-materializzazione della economia , la dove digitalizzazìone verra’ strutturata in forma “5G” delle comunicazioni unificate tra uomini , macchine robots:  Pertanto e possibile prevedere che le  persone impreparate a riflettere su la importanza di questo imminente cambiamento tecnologico , rimangano condizionate dalla prassi della innovazione tecnologica fino a regredire nelle potenzialita evolutive dello sviluppo della intelligenza e creativita naturali dell’ uomo e della donna.

Il paradigma meccanico-materialista che è stato storicamente acquisito come dimensione scientifica e culturale paradigmatica durante tutta nella epoca industriale (1600 -1900)  in tutta evidenza  oggi è in profonda crisi di identita’, proprio  in quanto ad iniziare dalla concezione quantistica il fondamento concettuale del  dualismo ipotizzato da Newton e Kant  basato sulla separazione tra “soggetto ed oggetto della osservazione” ha progressivamente perso il suo carattere assiomatico assumendo un carattere di indeterminazione ( 1927- Heisemberg) .

https://studylibit.com/doc/3742713/paolo-manzelli—scienza-e-arte

Egocreanet , ONG in Firenze,  si e proposta di favorire una inversione della  tendenza a mantenere inalterato il “Paradigma Meccanico” in quanto ormai è da considerarsi un riferimento cognitivo deviante lo sviluppo creativo contemporaneo della mente, in quanto essendo obsoleto, rischia di condurre l’ Umanita’ verso un massivo  de-potenziamento  della qualita consapevole dell’ intelletto ancora costretto ad apprendere .passivamente i fondamenti riduzionisti dalla struttura logica della scienza meccanica classica che oggigiorno viene è inclusa in macchine ad automi privi di coscienza.

Al seminario di studi e ricerca su “Anticipazione di n Futuro Migliore “ Firenze 30.03.2019 , abbiamo in prima istanza posto  in evidenza come oggi  il mito della oggettivita’ della percezione sia e ormai sconfitto proprio in funzione dalla immersione nella “Realta Virtuale” e degli sviluppi della “Intelligenza Artificiale” ,

Un androide è un robot dall’aspetto esteriore umano,che maschera una struttura meccanica contenente un computer in una scatola di metallo dotata una ampia possibilita di elaborazione digitale di dati di informazione che lo rendano in grado di interagire con l’uomo, quasi come fosse un suo simile.

Questa similitudine determina certamente una prospettiva futura nella quale il rapporto dell’ uomo con la realta’ sociale dello sviluppo tende profondamente a cambiare, sia nella dimensione del lavoro che della organizzazione economica e manageriale della impresa. Questa nuova dimensione a cui tende la nuova rivoluzione industriale 4.0, dobbamo considerarla una opportunita’ , perché il cambiamento di ottica dello sviluppo tende contemporaneamente a favorire  nuove opportunita di ristrutturazione evolutiva della cultura e della scienza piu’ aperte e congeniali a favorire benefits sociali ed economici derivanti dalla promozione delle potenzialita innovative dell’ immaginazione umana e della creativita artistica.

Pertanto il Cluster Egocreanet ha assunto ll compito di attuare e diffondere una elevazione di coscienza dei giovani allo scopo di trasformare la condizione di incertezza derivante da la interazione contemporanea tra reale e virtuale per la quale non esiste più la netta distinzione derivante dal  “dualimo tra il vero  il falso” che è stata indotta arbitrariamente  dalla supposta netta separazione tra soggetto  ed oggetto della percezione .

In particolare i giovani mediante la intensiva utilizzazione dei media-interattivi oggi si rendono conto della impossibilita duale di distinguere nettamente “tra il vero il falso” nella risoluzione di problemi complessi che si presentano nella loro vita . Di conseguenza si assiste ad una accelerazione della riconversione della rappresentazione della realta’ percepita che a prima vista appare caotica ma che di fatto ha la intrinseca possibilita’ di superare definitivamente la obsoleta concezione del paradigma materialistico/meccanico con cui si separa la visione ideale ed immaginaria come qualita’ trascendente dalla realta operativa dallo classico  sviluppo quantitativo della produzione materiale della impresa meccanica tradizionale.

Pertanto si innesca nella mente dei piu’ giovani unnuova dimensione della capacita innovativa  orientata a disegnare una nuova visione del loro futuro nella quale la creativita rendera’ possibile realizzare un radicale cambiamento culturale proprio in quanto quelle concezioni che nel quadro del paradigma meccanico si opponevano come “reale ed irreale” oggi ritrovano una soluzione innovativa  proprio in funzione del superamento di tale dicotomia.

Iean Baudrillard “Non c’è più né finzione realtà, l’iperrealtà le abolisce entrambe.”

Intervista:  http://www.mediamente.rai.it/home/bibliote/intervis/b/baudrillard.htm

Il primo seminario Egocreanet Cluster 2019, incluso nelle iniziative della Commemorazione del 500.anno dalla morte di Leonardo da Vinci , ha visto questa occasione storica come motivazione essenziale di rinascita della creativita contemporanea in una dimensione altamente consapevole e cosciente .

Di conseguenza ci siamo interrogati su come trasformare questo primo seme in una progettazione di fattibilita’ operativa riguardante la formazione trans-disciplinare nella intenzione di favorire di nuove opportunita’ professionali e trends di sviluppo indirizzate al  “Futuro del Turismo”  viste in stretta relazione alle necessita di  trasformazione socio economica ed ecologica messe in evidenza dagli interventi degli importanti  leaders che hanno trattato ,durante il Programma de Seminario, i temi riguardanti i fondamenti strategici del cambiamento.

Un primo approccio sul “futuro professionale del turismo” lo abbiamo messo in evidenza ed abbozzato come impegno di orientamento innovativo della formazione dei giovani  in una preliminare riunione con Paolo Pestelli della Direzione di “Plus-Planet-Com” , concessionaria della sede dove abbiamo  organizzato il Seminario su “Anticipazione di un Futuro Migliore”.

(http://www.theplusplanet.com/informazioni-societarie/

La sfida essenziale del Progetto di formazione sul tema :“NEW DESIGN of TOURISM-FUTURE“ è quella di correlare l’ asset strategico della “formazione futura del turismo” nel quadro di una rinnovata dimensione culturale emergente del cambiamento eco-economico contemporaneo .

Future Tourism: Political, Social and Economic Challenges (Advances in Tourism)

La formazione e aggiornamento dei profili professionali verra’ associata alla rivoluzione di prospettiva della ricerca e sviluppo e del trasferimento della innovazione delle conoscenze che è quella propria nell’ era della “Industria 4.0”  Questa risoluzione  ci appare di grande rilevanza proprio al fine di favorire la tendenza che caratterizza la “Vision di Cambiamento” recentemente sollecitata dal movimento dei giovani denominato <Fridays for Future>, proprio in seguito al crescente impatto del turismo mondiale sugli aspetti locali della crescita culturale contemporanea .

Infine sulla base di questa primo approccio degli obiettivi del Progetto sul Futuro del Turismo, realizzeremo il partenariato necessario per correlare i contenuti trans-disciplinari della innovazione formativa alla prospettiva condivisa dello sviluppo futuro della industria culturale contemporanea al fine di rimodulare ed avviare nuove eventualita’ di avanzamento ed aggiornamento professionale  del Turismo.

Il Progetto “New Design for Tourism Future “ finalizzato alla crescita del capitale sociale ed umano, potra essere inserito nel quadro dei programmi di programmi di riconversione, ristrutturazione aziendale e re-industrializzazione della Regione ad es Burt: 2019-2020 ovvero nell’ ambito della programmazione della innovazione della Ricerca ed Innovazione Educativa Nazionale e/o Europea .

http://www.regione.toscana.it/cittadini/formazione-professionale/formazione-4.0

http://www.regione.toscana.it/-/avviso-per-la-formazione-continua-per-l-industria-4-0 

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Quanti ritengano di essere interessati a collaborare per realizzare  il Progetto Egocreanet-Cluster  “New Design for Tourism-Future “ potranno contattare per e mail  :

Paolo Manzelli egocreanet2016@gmail.com  , e Marcello Traversi traversimarcello@gmail.com

Firenze 06/04/2019 Firenze .

NB >> Iscrizione, collaborazione volontaria allo sviluppo progettuale 2019 di Egocreanet-Cluster: http://www.egocrea.net/2019/01/15/adesione-al-cluster-egocreanet

PS>>. Donazioni a Egocreanet -: :

https://www.retedeldono.it/it/progetti/egocreanet/il-iv-stato-dell-acqua

Bussetti: didattica cambierà con le nuove tecnologie, esonero a 120 docenti

da Orizzontescuola

di redazione

A colloquio con Matteo Inzaghi su Rete 55, il Ministro Bussetti ha parlato di didattica, delle nuove modalità di organizzazione.

Come già aveva accennato durante il videoforum di Repubblica con Corrado Zunino, non sono in previsione nuove riforme sugli ordinamenti scolastici, se non quelle in atto negli Istituti Professionali.

Gli orari delle discipline rimarranno dunque invariati. (il Ministro non prevede un’ora in più neanche per l’educazione civica)

La didattica – sottolinea però il Ministro – cambierà grazie alle nuove modalità con cui verrà veicolata.

Le iniziative del Miur

Il Ministero  ha stanziato nel mese di marzo 1,6 milioni di euro a 46 scuole situate in aree a rischio per la creazione di ambienti digitali di apprendimento, in particolare per la scuola primaria e secondaria di I grado.

Questi si aggiungono ai 2,1 milioni di euro stanziati con un precedente decreto del novembre 2018, con i quali sono stati finanziati interventi in 60 istituti scolastici.

Ogni scuola destinataria del fondo riceverà 35.000 euro per la realizzazione di laboratori.

La didattica digitale – dichiara il Ministro Bussetti – può essere un’alleata per le scuole che si trovano in contesti difficili e in aree a rischio. Offre nuove e non tradizionali occasioni di apprendimento e rappresenta uno strumento di contrasto alla dispersione scolastica. Come Miur ci stiamo impegnando con forza per garantire a ogni studente una formazione di qualità e condizioni di crescita uguali su tutto il territorio nazionale.”

Esonero 120 docenti

E’ in arrivo il decreto che consentirà a 120 docenti l’esonero dall’insegnamento per un anno scolastico per veicolare nelle scuole la diffusione della didattica digitale.

Si tratta di una misura prevista nella Legge di Bilancio 2019: 120 docenti costituiranno delle équipe territoriali formative e dovranno facilitare l’utilizzo nelle scuole delle nuove tecnologie, al fine di innovare la didattica, secondo quanto previsto nel Piano Nazionale Scuola Digitale.

Vengono stanziati 1,44 milioni per il 2019, euro 3,60 milioni per il 2020 e 2,16 milioni per il 2021.

I bandi per partecipare alle selezioni arriveranno a breve.

Sarà attivata una piattaforma, a cui le scuole potranno accedere per richiedere l’intervento del docente esperto dell’Equipe.

Concorso secondaria, i neoassunti non potranno cambiare scuola per almeno 5 anni

da Orizzontescuola

di redazione

Il concorso scuola secondaria 2019 presenterà due caratteristiche: bando basato sul numero dei posti effettivamente vacanti e blocco mobilità di 5 anni per i neoassunti

Presto i nuovi concorsi

In una intervista  a Il Secolo XIX  Bussetti afferma “Si faranno concorsi, chi li vincerà andrà in cattedra  e prevediamo un vincolo di permanenza per dare continuità a bambini e ragazzi. I primi concorsi sono già stati banditi, in estate ne bandiremo di nuovi: quello ordinario per la scuola di infanzia e primaria e quello per la secondaria e allo stesso tempo stiamo definendo misure per valorizzare, ai fini dell’immissione in ruolo, il percorso di chi comunque in questi anni ha già insegnato da precario.

I concorsi già banditi per il personale della scuola sono il concorso straordinario per infanzia e primaria e il concorso DSGA del quale a giugno si svolgono le preselettive.  E’ in fase finale invece il concorso per Dirigenti Scolastici: tra maggio e giugno la prova orale, quindi le graduatorie.

Molto attesi invece i concorsi ordinari, per infanzia e primaria, ma soprattutto per la secondaria di I e II grado.

I bandi arriveranno nei prossimi mesi.  Concorso secondaria, Bussetti accelera: siamo pronti, attendiamo autorizzazione MEF

I requisiti di accesso

Concorso infanzia e primaria 

Concorso scuola secondaria I e II grado – posti comuni e sostegno

Blocco mobilità per almeno 5 anni

Il decreto legislativo n. 59/2017, come modificato dalla Legge di Bilancio 2019, afferma:

Il docente è confermato in ruolo presso l’istituzione scolastica ove ha svolto il periodo di prova. Il docente è tenuto a rimanere nella predetta istituzione scolastica, nel medesimo tipo di posto e classe di concorso, per almeno quattro anni, salvo che in caso di sovrannumero o esubero o di applicazione dell’art. 33 commi 5 o 6 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, limitatamente a fatti sopravvenuti successivamente al termine di presentazione delle istanze per il relativo concorso.

Di questa norma è bene tener conto quando si sceglierà la regione per l’espletamento del concorso.

Regionalizzazione, Salvini accelera: “Se qualcuno ha dubbi se li faccia passare”

da Orizzontescuola

di redazione

Nell’incontro svoltosi tra il Ministro Stefani e le 9 regioni, richiedenti l’autonomia differenziata, non si è travato l’accordo su alcuni punti, tra cui la scuola.

Regionalizzazione, per la scuola M5S frena: no a concorsi “riservati”

Regionalizzazione, Di Maio: no scuola classista

Nel  corso dell’incontro sembrerebbero essere emerse le diverse posizioni dei due partiti di maggioranza, con la Lega pronta ad accelerare e il M5S a frenare, come dimostrano le parole di Di Maio sulla scuola:

“Non vogliamo creare una scuola classista, che penalizzi i nostri figli, gli studenti, a seconda del loro luogo di nascita” avrebbe affermato Di Maio.

Regionalizzazione, Salvini: mettere il primo mattone

Alle parole di Di Maio ha risposto Salvini, come riferisce Repubblica:

Se qualcuno ha dubbi se li faccia passare perché c’è nel contratto di governo. Abbiamo lavorato come matti, i governatori hanno lavorato e il mistero Stefani ha lavorato. È ora di fare e di mettere il primo mattone perché é un passaggio storico che fa bene a tutti e non solo a Veneto, Emilia Romagna e Lombardia ma a tutta Italia”.

Regionalizzazione, no dei sindacati

Le organizzazioni sindacali hanno più volte ribadito la netta contrarietà alla regionalizzazione, per le conseguenze sull’Istruzione che perderebbe l’unitarietà, con il rischio di dar vita a Regioni con scuole di “seria A” e Regioni con scuole di “serie B”.

Il no alla regionalizzazione sarà uno dei temi dell’incontro di domani al Miur. Sciopero, sindacati incontrano Bussetti lunedì 8 aprile al Miur

Bussetti: ecco di cosa parleremo domani con i sindacati

da Orizzontescuola

di redazione

“Più scuola per i nostri ragazzi”. Questo il messaggio FB del Ministro Bussetti, alla vigilia di un importante incontro con i sindacati firmatari del Contratto 2016/18.

Cosa chiedono i sindacati

  • rinnovo del CCNL e salvaguardia della sua dimensione nazionale;
  • no alle ipotesi di regionalizzazione del sistema di istruzione;
  • stabilizzazione precari;
  • soluzione delle problematiche del personale Ata.

I sindacati hanno già annunciato una giornata di sciopero per il 17 maggio e l’astensione dalle attività aggiuntive dal 26 aprile al 16 maggio 2019.

Il post del Ministro Bussetti

In risposta all’articolo di oggi su La Stampa, in cui si parla del calo demografico

Naturalmente, c’è da aspettarselo, non sarà l’unico motivo di incontro. Ma l’obiettivo – sottintende il Ministro – sono gli studenti, più tempo scuola per i nostri ragazzi.

CSPI: riconoscere il merito senza scadere nella competizione. ANP: visione ideologica

da La Tecnica della Scuola

Di Reginaldo Palermo

Sulla pronuncia approvata dal CSPI il 27 marzo scorso interviene l’Associazione Nazionale Presidi con un giudizo completamente negativo.
Il parere del Consiglio superiore della pubblica istruzione riguarda le aggressioni a scuola da parte di alunni e genitori nei confronti del personale scolastico: la problematica, ha sottolineato il Consiglio, non può essere affrontata esclusivamente mediante una migliore gestione psico-pedagogica degli alunni o mediante una maggior tutela dei docenti oggetto di aggressione da parte dei genitori.
Andando alla radice profonda del malessere che oggi si vive nella scuola si potrebbe così scoprire secondo il CSPI che uno dei motivi principali del disagio che si vive nelle scuole è collegato alla solitudine in cui sono lasciati gli operatori scolastici e le famiglie.

Ma l’ANP contesta del tutto il documento del Consiglio: “Un primo aspetto non condivisibile è la restituzione di un’immagine falsamente negativa della realtà scolastica nel suo complesso, attraverso valutazioni sommarie in un crescendo catastrofista, fino ad affermare che nella scuola oggi manchi la solidarietà, la cooperazione, che ci sia solitudine, che sia un ‘non luogo’ con la sola funzione di contenere e far passare il tempo della crescita dei ragazzi”.
“L’errore – sostiene l’ANP – sta nell’estendere a tutta la scuola la valutazione negativa che deve riguardare sicuramente specifiche situazioni o fenomeni conflittuali, anche violenti e dolorosi, che si manifestano in modo più frequente di recente tra studenti e docenti e da parte di genitori contro docenti, dirigenti e personale. Da qui poi si passa, con la constatazione della ‘crisi dei valori educativi’, a rimpiangere un presunto e magico passato di equilibrio e relazioni positive, di valori di riferimento oggi indeboliti e socializzazione ormai perduta”.

“Al contrario – affermano i dirigenti dell’ANP – noi vediamo una scuola diversa da questa rappresentazione, una scuola che ogni giorno vede al lavoro tutto il personale impegnato: docenti, dirigenti, tecnici e ausiliari. Personale che anche nei momenti più difficili, mancando le risorse necessarie e i riconoscimenti doverosi, continua a proporre, progettare, cercare soluzioni, a realizzare e dare risposte, facendo della scuola e nella scuola un luogo di accoglienza, lavorando per un’autentica inclusione, promuovendo l’integrazione attraverso la ricerca e l’innovazione nell’attività didattica”.

L’ANP contesta anche un preciso passaggio del documento: “Occorre operare un cambio di paradigma nel modello educativo, puntando sulla cooperazione e sulla esperienza significativa dello studio, che valorizzi l’impegno e riconosca il merito, senza scadere nella competizione e nell’individualismo.”

“Si tratta – scrive l’ANP – di un ennesimo e miope attacco al concetto di merito, che è invece valore fondamentale e che dovrebbe essere promosso a tutti i livelli nella scuola e nella società. Insinuare che il merito contiene il pericolo di scadere nella competizione e nell’individualismo è espressione di una chiusura ideologica che sta facendo tanto danno alla scuola e ai professionisti docenti che in essa lavorano, continuando a disconoscerne i diversi livelli di impegno ed impedendone una necessaria differenziazione di carriera”.

Mancano 70 mila alunni: la scuola si svuota

da La Tecnica della Scuola

Di Pasquale Almirante

In base ai dati sulle nuove iscrizioni al prossimo anno scolastico, 2019-2020, mancano 70 mila alunni, vale a dire che “dal 2015 sono stati persi 188 mila ragazzi.

La notizia è della Stampa

Il motivo principale è che “il calo demografico desertifica le aule” ma ora si teme anche per l’assetto generale della scuola, a partire dagli insegnanti, che potrebbero diminuire in proporzione e per i quali si chiedono garanzie al governo.

Bussetti: normale andamento demografico

Le tabelle sulle iscrizioni parlano chiaro: “Al prossimo anno si sono iscritti 69.256 studentesse e studenti in meno, un calo dello 0,9% che assume dimensioni diverse se si considera l’andamento degli ultimi tre anni, in diminuzione costante e crescente. Oltre 45mila in meno nel 2016/17 rispetto all’anno precedente. Altri 67.754 in meno nell’anno successivo e 75.215 quest’anno scolastico rispetto al precedente. In totale si sono persi 188.583 alunne e alunni nei quattro anni scolastici a partire dal 2015/16, con un calo del 2,4%”. Una decrescita preoccupante, che però il ministro Bussetti sembra minimizzare in quanto “è il frutto del normale andamento demografico che risente dei periodi di crisi economica e poi si riflette sulla popolazione scolastica. Alla luce di questo, stiamo valutando di aprire un dialogo per rivedere i parametri sulle autonomie scolastiche in maniera più tarata sul territorio”.

Al sud il calo più vistoso

Il calo più evidente è al Sud e un po’ minore al Nord. Con una regione virtuosa, l’Emilia Romagna “che a settembre porterà 1.484 alunne e alunni in più nelle aule” e un fanalino di coda rappresentato dalla Basilicata “dove da settembre entreranno nelle aule 1742 studentesse e studenti in meno, un calo del 2,23%”.

I dati della decrescita nelle iscrizioni scolastiche, potrebbe avere degli effetti negativi anche sulla popolazione insegnante. E il ministro dovrà valutare attentamente i dati “per decidere l’organico del prossimo anno, che i rappresentanti dei lavoratori temono di vedere ridimensionato”. Un tema, dunque, di enorme impatto sociale per l’Italia.

E se nel calo della popolazione scolastica, “prevedibile e previsto”, “a soffrirne sono dapprima la scuola dell’infanzia e la primaria, poi le secondarie e in una prospettiva più lunga anche l’università”.

La Fondazione Agnelli: tre leve per risolver la crisi

Secondo tuttavia Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, “sarebbe miope concentrarsi solo sugli effetti scolastici del declino demografico; lo scambio tra quantità (dei giovani) e qualità (della loro istruzione) è sostenibile solo entro certi limiti: con le aule vuote, che senso ha continuare a investire nella scuola?”.

“I paesi europei che sono riusciti a mantenere a livelli soddisfacenti i loro trend demografici – lancia una soluzione Gavosto – lo hanno fatto con un mix di tre leve:

politiche fiscali più amichevoli nei confronti delle famiglie con figli;

servizi per l’infanzia accessibili e di qualità;

politiche dell’immigrazione più o meno selettive, attente ad attrarre e a coltivare le giovani generazioni istruite.

In Italia le tre leve sono bloccate: in particolare, sulle politiche migratorie si sta andando in direzione opposta, privilegiando scelte muscolari di chiusura, senza comprendere che i giovani immigrati possono essere una risorsa fondamentale per lo sviluppo del Paese”.