Scuola 0-6, il protocollo di sicurezza per l’inizio anno 2021-22 nel Piano del MI

da La Tecnica della Scuola

La BOZZA del Piano scuola, che la settimana prossima sarà integrato con le ultime disposizioni relative al green pass scuola e all’eventuale obbligo vaccinale, definisce anche le misure anti Covid-19 da attuare specificamente nel grado di scuola 0-6, in vista del rientro in classe per l’anno scolastico 2021/2022.

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I contenuti del documento

Tra i punti essenziali, quello riguardante la premessa che la didattica in presenza è priorità dell’azione di Governo e che ai fini della ripresa delle attività in presenza, sarà la vaccinazione lo strumento principe.

Fascia 0-6

Sulla fascia 0-6 il CTS conferma che i bambini sotto i sei anni di età continuano a essere esonerati dall’uso di dispositivi di protezione delle vie aeree.

Didattica per gruppi stabili

La principale misura anti contagio raccomandata resta la didattica a gruppi stabili (sia per i bambini che per gli educatori e il personale scolastico in generale), di cui abbiamo parlato anche nel corso della diretta della Tecnica della Scuola Live.

Accoglienza

Particolare importanza nella scuola dell’infanzia ha l’accoglienza degli alunni, ragion per cui questa fase del tempo scuola va pianificata con estrema cura e grande attenzione alle misure di sicurezza. Raccomanda il documento del Mi:

Per l’efficace applicazione delle misure di prevenzione, è necessario che in ogni scuola si realizzino attività di organizzazione degli spazi esterni e interni, al fine di evitare raggruppamenti o assembramenti e garantire, nel rispetto delle ordinarie mansioni di accoglienza e di vigilanza attribuite al personale ausiliario, ingressi, uscite e distanziamenti adeguati in ogni fase della giornata scolastica, per alunni, famiglie, personale scolastico e non scolastico.

I protocolli anti contagio

Si raccomanda, quindi, in linea con quanto disposto l’anno scorso per la scuola dell’infanzia, di implementare protocolli per:

  • l’accesso quotidiano,
  • l’accompagnamento e il ritiro dei bambini,
  • l’igienizzazione degli ambienti e delle superfici,
  • l’igienizzazione dei giochi e dei materiali,
  • l’igiene personale.

La routine dell’igiene sia svolta con serenità

Si legge nel documento: Considerata la specificità dell’età evolutiva dei bambini frequentanti i servizi educativi e le scuole dell’infanzia, si conferma la necessità che l’organizzazione dei diversi momenti della giornata sia serena e rispettosa delle modalità tipiche dello sviluppo infantile. Permane l’obiettivo della graduale assunzione delle regole di sicurezza mediante idonee “routine”, quali, ad esempio, il rito frequente dell’igiene delle mani, la protezione delle vie respiratorie, la distanza di cortesia.

Concorso Ministero Istruzione, bando per 304 posti da funzionario: scadenza 27 agosto

da La Tecnica della Scuola

Il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato il bando riferito ad un concorso finalizzato alla copertura di 304 posti (elevabili fino a 648) da funzionario da assumere presso il MI a tempo indeterminato.

I profili sono:

  • funzionario amministrativo – giuridico – contabile (codice concorso 01 – 255 posti);
  • profilo di funzionario socio – organizzativo – gestionale (codice concorso 02 – 7 posti);
  • profilo di funzionario per la comunicazione e per l’informazione (codice concorso 03 – 7 posti);
  • profilo di funzionario informatico – statistico (codice concorso 04 – 35 posti).

SCARICA IL BANDO

Le domande di partecipazione vanno presentate accedendo alla piattaforma disponibile al seguente indirizzo: https://reclutamento.istruzione.it la quale costituisce canale esclusivo di pubblicazione di ogni comunicazione relativa alla procedura di concorso.

Il termine per inoltrare la candidatura è fissato alle ore 18 del 27 agosto 2021.

Inizio scuola. Assunzioni per 12mila Ata. FederAta: 6 posti su 10 scoperti

da La Tecnica della Scuola

Il Ministero ha comunicato ai Sindacati che ha chiesto l’autorizzazione al Mef di circa 12.000 assunzioni per il personale ATA per l’anno scolastico 2021/22, una vera vergogna, apostrofa in un comunicato la sigla sindacale FederAta.

Il governo Draghi e i sindacati firmatari di contratto, ancora una volta hanno deciso in comune accordo di umiliare i lavoratori ATA – continua il comunicato -. Nell’incontro tenutosi ieri tra Ministero dell’Istruzione e Sindacati, al tavolo delle trattative (per modo di dire, data la compiacenza dei sindacati presenti) sono emersi i dettagli sulle procedure di immissione in ruolo del personale ATA. Dettagli che lasciano sgomento il sindacato di categoria autore del comunicato.

Perché la contrarietà del sindacato rappresentativo del personale Ata? Perché i conti non tornerebbero. Sarebbero infatti circa 27.000 i posti disponibili, ragion per cui la proposta ministeriale andrebbe a coprire soltanto il 40% dei posti vacanti. Come a dire che 6 posti su 10 resterebbero scoperti.

Ulteriore criticità – lamenta FederAta – il fatto che la procedura informatizzata per la scelta delle sedi, inizialmente prevista dal 22 al 29 luglio, non sia stata ancora aperta su istanze on line, e nemmeno si sia deciso quando avviarla, segno che anche in questa situazione i lavoratori ATA vengono trattati come lavoratori di serie Z.

Un disappunto che potrebbe sfociare presto in una mobilitazione contro il Ministero dell’Istruzione e contro i sindacati compiacenti.

Pacchetto scuola, che cos’è? Conferenza Stato-Regioni e Cdm la settimana prossima

da La Tecnica della Scuola

Nei giorni scorsi era stato annunciato che in Conferenza Stato-Regioni il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi oggi 29 luglio avrebbe presentato il Piano scuola per il rientro in classe a settembre, ma nell’ordine del giorno (odg) della Conferenza Stato-Regioni il tema non c’è. Dalla segreteria del Ministro fanno sapere che la presentazione è slittata alla settimana prossima. Il documento pare sia pronto, ma si sarebbe deciso di fare un pacchetto scuola unitario che contempli anche le eventuali nuove disposizioni del Governo sul green pass.

Il pacchetto scuola

In cosa consisterà il pacchetto scuola? Probabilmente metterà insieme le misure del protocollo di sicurezza per il rientro in classe, come da disposizioni del Cts, e le decisioni in tema di green pass e di obbligo vaccinale.

Insomma, come ha anticipato il nostro direttore Alessandro Giuliani sulla scuola ad oggi non c’è accordo. Ecco perché anche il Consiglio dei Ministri (Cdm) del 29 luglio lascia fuori il nodo della scuola, rimandandolo alla prossima settimana.

Quali ipotesi sulla scuola?

Sul green pass scuola intanto le parti politiche e sindacali nonché le testate giornalistiche ipotizzano soluzioni diverse. Un’idea sul tavolo sarebbe quella di agire in maniera differenziata sulla base delle condizioni sanitarie e vaccinali di ogni Regione. In altre parole, in Sicilia e in Liguria, dove pare che la campagna vaccinale scuola sia rimasta indietro, potrebbero dovere essere previste misure più severe nelle scuole, mentre Regioni come la Campania o il Friuli, che vantano i numeri migliori in fatto di campagna vaccinale, potrebbero restare fuori dall’obbligo.

E per convincere i no vax, si potrebbero adottare in classe le stesse disposizioni attuate in Francia. Spiega sempre il direttore Giuliani: “L’esempio della Francia potrebbe fare da traino: da settembre, nel caso ci sia un positivo a scuola o un contatto di positivo, solo i liceali e gli alunni delle medie non vaccinati dovranno restare a casa e seguire le lezioni a distanza. Gli immunizzati potranno invece restare in classe”.

Lo stato della campagna vaccinale

Come ha riferito il nostro vice direttore Reginaldo Palermo “sul ciclo completo della campagna vaccinale i dati sono variegati. Lombardia, Molise, Friuli e Campania sono al di sopra del 90%, mentre qualche difficoltà si registra in Liguria (40%), Sicilia (53%), Provincia autonoma di Bolzano (54%), Provincia autonoma di Trento (63%). Con percentuali fra il 63 e il 75% (e cioè al di sotto della media nazionale di 79) si collocano Calabria, Sardegna, Umbria, Piemonte ed Emilia-Romagna. Nelle altre regioni siamo fra l’80 e il 90%”.

Dati, tuttavia, contestati dal sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso, che ritiene la scuola si collochi già sopra la quota del 90% di vaccinati.

Piano Scuola: vaccini, mascherine e distanziamento. Tutte le novità. Leggi la bozza

da Tuttoscuola

Slitta la presentazione del Piano Scuola in Conferenza Stato Regioni. Il testo del ministero dell’Istruzione è pronto, ma sarà proposto alle regioni la prossima settimana in quanto si sarebbe deciso di fare un pacchetto scuola unitario che contempli anche le eventuali nuove disposizioni del Governo sul Green Pass. Intanto inizia a girare una bozza del Piano Scuola messo a punto in vista della ripresa dell’attività scolastica, vediamo di seguito testo integrale e punti fondamentali.

Leggi la bozza del Piano Scuola

 “Per l’avvio dell’anno scolastico 2021/2022 – si legge nella premessa della bozza del Piano scuola – la sfida è assicurare a tutti, anche per quanto rilevato dal Comitato Tecnico Scientifico (CTS), lo svolgimento in presenza delle attività scolastiche, il recupero dei ritardi e il rafforzamento degli apprendimenti, la riconquista della dimensione relazionale e sociale dei nostri giovani, insieme a quella che si auspica essere la ripresa civile ed economica del Paese”.

“Viene  rafforzata, nel nuovo scenario epidemiologico e vaccinale – si legge  ancora nel documento – l’esigenza di bilanciamento tra sicurezza, in termini di contenimento del rischio di contagio, benessere socio emotivo di studenti e personale della scuola, qualità dei contesti educativi e dei processi di apprendimento e rispetto dei diritti costituzionali alla salute e all’istruzione”.

Piano scuola e vaccini

Uno dei primi punti del Piano Scuola parla di vaccini: “Per garantire il ritorno alla pienezza della vita scolastica è essenziale che il personale docente e non docente, su tutto il territorio nazionale, assicuri piena partecipazione alla campagna di vaccinazioni, contribuendo al raggiungimento di un’elevata copertura vaccinale e alla ripresa in sicurezza delle attività e delle relazioni proprie del fare scuola. È necessario che la comunità scolastica, dopo aver svolto un ruolo fondamentale nel promuovere la conoscenza ed il rispetto delle regole anti-Covid, operi per far comprendere il valore della vaccinazione, sia nella sua dimensione di prevenzione del contagio e tutela della salute soprattutto dei soggetti più fragili, sia quale veicolo per la piena ripresa della vita sociale del Paese e, in particolare, della normale vita scolastica”.

Piano scuola: distanziamento e mascherine

“Per contemperare le due distinte e fondamentali misure, distanziamento e didattica in presenza, cui è assolutamente necessario dare priorità, il CTS precisa – spiega il documento – che laddove non sia possibile mantenere il distanziamento fisico per la riapertura delle scuole, resta fondamentale mantenere le altre misure non farmacologiche di prevenzione, ivi incluso l’obbligo di indossare in locali chiusi mascherine di tipo chirurgico. I bambini sotto i sei anni di età continuano a essere esonerati dall’uso di dispositivi di protezione delle vie aeree. Rimane raccomandata una didattica a gruppi stabili (sia per i bambini che per gli educatori e il personale scolastico in generale), nonché particolare attenzione ai dispositivi di protezione del personale scolastico medesimo, che rimangono quelli previsti per l’a.s. 2020/2021”.

Piano scuola: niente tracciamento

Confermata l’assenza di tracciamento. “In vista della ripresa della frequenza scolastica – si legge nella bozza – , non appare necessario, secondo quanto evidenziato dal CTS effettuare test diagnostici o screening preliminari all’accesso a scuola ovvero in ambito scolastico. Rimangono, di converso, confermate le ordinarie procedure di trattamento di sospetti casi positivi a scuola da gestire, come di consueto, in collaborazione con le autorità sanitarie territorialmente competenti”. Il CTS rinnova la raccomandazione dell’individuazione a scuola di un Referente Covid.

Scuola e trasporti: governo deciderà la settimana prossima. Slitta la Conferenza Stato-Regioni

da Tuttoscuola

Dovremo aspettare la settimana prossima per conoscere le misure su scuola e trasporti: il governo conferma che entro la pausa estiva prevista per il 6 agosto arriverà il nuovo decreto, con gli interventi che puntano al raggiungimento dell’obiettivo prioritario per l’esecutivo e ribadito sia dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sia dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, riportare in classe tutti gli studenti a settembre e dire addio alla Dad. Oggi sarebbe dovuto essere presentato in Conferenza Stato-Regioni il Piano Scuola, ma nell’ordine del giorno non se ne parla. Tutto dovrebbe slittare alla settimana prossima.

“La pandemia ha imposto grandi sacrifici in tanti ambiti. Ovunque gravi. Sottolineo quelli del mondo della scuola”, ha detto il Presidente della Repubblica. “Occorre tornare a una vita scolastica ordinata e colmare le lacune che si sono formate. Il regolare andamento del prossimo anno scolastico deve essere un’assoluta priorità. Gli insegnanti, le famiglie, tutti devono avvertire questa responsabilità, questo dovere, e corrispondervi con i loro comportamenti”.

Come ribadito dunque anche dal ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, si punta a riportare in classe tutti gli studenti a settembre e dire addio alla Dad. Nei giorni scorsi era stato annunciato che in Conferenza Stato-Regioni il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi oggi 29 luglio avrebbe presentato il Piano scuola per il rientro in classe a settembre, ma nell’ordine del giorno della Conferenza Stato-Regioni il tema non c’è. Dalla segreteria del Ministro fanno sapere che la presentazione è slittata alla settimana prossima. Si sarebbe infatti deciso di fare un pacchetto scuola unitario che contempli anche le eventuali nuove disposizioni del Governo sul Green Pass.

Resta il nodo delle vaccinazioni del personale scolastico. Ad oggi la percentuale degli immunizzati è arrivata all’85,5% ma con forti differenze regionali: in base all’ultimo report 4 regioni – Sicilia, Sardegna, Calabria, Liguria – e la provincia di Bolzano hanno oltre il 30% di prof che non hanno fatto neanche la prima dose. L’obiettivo è quello di arrivare a settembre con il 90% del personale scolastico vaccinato con entrambe le dosi. Bisogna dunque convincere a vaccinarsi ed è probabile che per farlo il governo proceda prima con una forte raccomandazione e poi, se entro il 20 agosto non si sarà raggiunto il 90%, potrebbe pensare di introdurre l’obbligo.

Intanto Ansa.it riporta che il nuovo monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe sottolinea: “se la riapertura delle scuole in presenza al 100% deve essere l’obiettivo prioritario, puntare esclusivamente sulle coperture vaccinali è rischioso”. Degli oltre 4,5 milioni di persone tra 12 e 19 anni, poco più di 670 mila (14,7%) hanno completato il ciclo vaccinale e quasi 765 mila (16,8%) hanno ricevuto solo la prima dose. Pertanto, in questa fascia di età il 68,5%, ovvero 3.121.710 risulta ancora totalmente scoperto, peraltro con differenze regionali molto rilevanti, che vanno dall’85,9% dell’Umbria al 61,4% dell’Abruzzo.

Nota 30 luglio 2021, AOODGOSV 18446

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione

All’Ufficio Scolastico Regionale per la Basilicata POTENZA
All’Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria CATANZARO
All’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania NAPOLI
All’Ufficio Scolastico Regionale per il Friuli Venezia Giulia TRIESTE
All’Ufficio Scolastico Regionale per il Molise CAMPOBASSO
All’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte TORINO
All’Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia BARI
All’Ufficio Scolastico Regionale per la Sardegna CAGLIARI
All’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia PALERMO
All’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto VENEZIA
Al Dipartimento della Conoscenza della Provincia di TRENTO
All’Intendenza Scolastica per la Scuola in lingua ladina BOLZANO
All’Intendenza Scolastica per la Scuola in lingua tedesca BOLZANO
Alla Sovrintendenza agli Studi per la Regione autonoma Valle d’Aosta AOSTA
p.c. Al Capo di Gabinetto
Al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione SEDE

Oggetto: Piano di interventi e di finanziamenti per la realizzazione di progetti nazionali e locali nel campo dello studio delle lingue e delle tradizioni culturali appartenenti ad una minoranza linguistica (Legge 15 dicembre 1999, n. 482 art. 5) – Esercizio finanziario 2021.

Legge 30 luglio 2021, n. 112

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 giugno 2021, n. 79, recante misure urgenti in materia di assegno temporaneo per figli minori. (21G00120)

(GU Serie Generale n.188 del 07-08-2021)

La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato;

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Promulga la seguente legge:

Art. 1

1. Il decreto-legge 8 giugno 2021, n. 79, recante misure urgenti in materia di assegno temporaneo per figli minori, e’ convertito in legge con le modificazioni riportate in allegato alla presente legge.

2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sara’ inserita nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato.

Data a Roma, addi’ 30 luglio 2021

MATTARELLA

Draghi, Presidente del Consiglio dei ministri
Franco, Ministro dell’economia e delle finanze
Bonetti, Ministro per le pari opportunita’ e la famiglia
Orlando, Ministro del lavoro e delle politiche sociali

Visto, il Guardasigilli: Cartabia


Misure urgenti in materia di assegno temporaneo per figli minori. (21G00090)

(GU Serie Generale n.135 del 08-06-2021)

Sott’acqua sembra di volare

“Sott’acqua sembra di volare”: i corsi per le persone con disabilità
Redattore Sociale del 29/07/2021

Da quando è nata ufficialmente, Scuba Tricolore, realtà reggiana, ha brevettato tre persone cieche, una persona tetraplegica e una con sindrome di Down. Dalla piscina al mare aperto, da La Spezia a Portofino: “Quando si riemerge, si è persone nuove”.

REGGIO EMILIA. “In assenza di gravità, con la pressione, sott’acqua sembra di volare. È per questo che tutti i nostri sub con disabilità quando riemergono si sentono un’altra persona. Non importa se vedi o non vedi, se non hai un arto o se, in superficie, non riesci a muoverti. Lì sotto proviamo tutti le medesime sensazioni”. Roberto Vecchi è il presidente della Polisportiva Tricolore di Reggio Emilia, società ‘ombrello’ che include tanto basket, tanta pallavolo e tanta attività subacquea, tra cui quella dedicata alle persone con disabilità. Attività subacquea legata a doppio filo con Nadd – realtà nata a Milano a metà degli anni Ottanta e riconosciuta a livello internazionale rivolta prevalentemente allo sviluppo di sistemi didattici, corsi di acquaticità, nuoto e subacquea per persone con disabilità – e HSA (Handicapped Scuba Association International), organizzazione internazionale nata nel 1975 in California con lo scopo di avvicinare le persone disabili al mondo della subacquea, sbarcata in Italia verso la metà degli anni ’80.

Vicino alla subacquea per persone con disabilità da molti anni, Vecchi e altri tre colleghi istruttori – perché Vecchi è anche istruttore – tra anni fa hanno deciso di creare Scuba Tricolore, proprio per dare ancora maggiore risalto a questa opportunità: far ottenere a una persona con disabilità un brevetto da sub. “Da allora abbiamo brevettato tre persone cieche, una persona tetraplegica, un ragazzo con sindrome di Down, uno dei primi in Italia, Mikkel Mathiesen. La scorsa settimana, con lui, abbiamo fatto un’immersione al Cristo degli Abissi, nella baia di San Fruttuoso, tra Camogli e Portofino”: una bella soddisfazione e un bel regalo di laurea, considerato che si è appena laureato in Scienze dell’educazione all’Università21 di Reggio.

Il percorso per prendere il brevetto da sub comincia, naturalmente, in piscina. Per le persone con disabilità non ha una durata precisa: dipende dalla disabilità e dalle condizioni complessive. “Lavoriamo in estrema sicurezza, ci sono sempre due persone con un ragazzo, tra istruttori e accompagnatori. Prima di cominciare e durante tutto il percorso siamo in costante contatto con i medici e gli specialisti che seguono il ragazzo”. Una volta che si è pronti, si passa al mare. “Ogni luglio – a parte questo e lo scorso per l’emergenza sanitaria – trascorriamo due giorni alla Base Comsubin di La Spezia con tutti i ragazzi seguiti in Italia da HSA. Usciamo in gommone, ci immergiamo. Facciamo nuotare, proponiamo lo snorkeling e le immersioni: a ciascuno il suo. È un’esperienza molto bella”. Nel corso dell’anno, Scuba Tricolore organizza anche ‘open day’ a cui possono partecipare ragazzi di tutta Reggio: “Persone con una disabilità fisica o intellettiva, non importa. Facciamo provare tutti. Siamo formati e ci muoviamo secondo le rigorose direttive stabilite dalla HSA nazionale e internazionale. Non tutti, però, possono prendere il brevetto”.

Come noto, sott’acqua non si può toccare nulla, ma Scuba fa un’eccezione per i sub ciechi: “A loro facciamo toccare il possibile: accarezzare le stelle marine, sentire il Cristo Redentore. Insieme ‘vediamo’ le bellezze dei fondali. Incontrandoli per Reggio, i nostri sub con disabilità ci chiedono sempre di organizzare più spesso le uscite. Ne facciamo due o tre l’anno, al momento di più non riusciamo. Ma è bello sentire il loro entusiasmo. Pur facendolo da tanti anni, l’immersione con una persona con una disabilità, talvolta anche grave, è un’emozione molto forte”.

di Ambra Notari

Incontro con la Commissaria europea per l’Innovazione, la Ricerca, la Cultura, l’Istruzione e i Giovani

Il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha incontrato il 29 luglio, al Ministero la Commissaria europea per l’Innovazione, la Ricerca, la Cultura, l’Istruzione e i Giovani, Mariya Gabriel.

Al centro dell’incontro, le linee di investimento e le riforme previste nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano. Il Ministro ha illustrato, in particolare: le misure per rafforzare il sistema educativo 0-6 anni attraverso il potenziamento dell’offerta di posti negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia e per diffondere maggiormente il tempo pieno nella scuola primaria; le misure per ridurre la dispersione scolastica; gli interventi per il consolidamento dei percorsi dell’Istruzione tecnica e professionale e la riforma degli Istituti Tecnici Superiori (ITS).

Il Ministro ha ribadito l’importanza di cogliere le opportunità messe a disposizione dall’Europa per migliorare la qualità dei sistemi educativi e garantire a tutte le studentesse e agli studenti uguali diritti. Il Ministro Bianchi ha poi sottolineato la comune visione nel rimettere al centro dell’agenda politica internazionale le politiche per l’istruzione, nello specifico l’educazione digitale e l’educazione per lo sviluppo sostenibile attraverso il piano “RiGenerazione Scuola”. Tra gli altri temi affrontati durante l’incontro, le opportunità offerte dall’Ue per finanziare le politiche dell’Istruzione, tra le quali il programma Erasmus+ e i fondi strutturali e di investimento, l’impegno per rafforzare la formazione degli insegnanti e l’ampliamento delle competenze scientifiche, tecnologiche e linguistiche degli studenti, con particolare attenzione alle materie Stem.

Il Ministro ha ricordato, infine, l’impegno per riportare la scuola in presenza e in sicurezza a settembre e la sua disponibilità a partecipare al prossimo European Education Summit di dicembre.

Scuola e trasporti, le misure saranno varate la prossima settimana. Mattarella: «Va garantito un anno scolastico regolare»

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Arriveranno la settimana prossima le misure su scuola e trasporti: il governo conferma che entro la pausa estiva prevista per il 6 agosto ci sarà il nuovo decreto.

Sulla scuola ieri è intervenuto anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «La pandemia ha imposto grandi sacrifici in tanti ambiti. Ovunque gravi. Sottolineo quelli del mondo della scuola». Per il capo dello Stato «occorre tornare a una vita scolastica ordinata e colmare le lacune che si sono formate. Il regolare andamento del prossimo anno scolastico deve essere un’assoluta priorità. Gli insegnanti, le famiglie, tutti devono avvertire questa responsabilità, questo dovere, e corrispondervi con i loro comportamenti».

Quindi, come ribadito anche dal ministro dell’Iastruzione, Patrizio Bianchi, si punta a riportare in classe tutti gli studenti a settembre e dire addio alla Dad. Altro obiettivo è quello di evitare che il ritorno dalle vacanze si trasformi in un’ondata di nuovi contagi tale da far schizzare la curva del virus e soprattutto far risalire le ospedalizzazioni. E dunque intervenire sui trasporti a lunga percorrenza – treni, aerei e navi – introducendo l’obbligo del green pass, molto probabilmente dalla seconda metà di agosto.

Alle Regioni nelle prossime ore sarà illustrato il Piano messo a punto dal ministero dell’Istruzione sulla base delle indicazioni del Comitato tecnico scientifico: arrivare alla ripresa dell’anno scolastico con almeno il 60% degli studenti tra i 12 e i 19 anni vaccinati (2,4 milioni di persone, 2 se si considera solo chi frequenta le superiori) – percentuale che per il Commissario per l’emergenza Francesco Figliulo è raggiungibile entro la prima decade di settembre – utilizzo della mascherina e distanziamento, con possibilità però di superamento della misura laddove non sia possibile mantenere il metro di distanza, capienza dei traporti pubblici all’80% ed eventuale scaglionamento degli orari d’ingresso, anche se sarebbe preferibile dilazionare quelli degli uffici pubblici anziché della scuola.

Il nodo centrale restano però le vaccinazioni del personale scolastico. Ad oggi la percentuale degli immunizzati è arrivata all’85,5% ma con forti differenze regionali: in base all’ultimo report 4 regioni – Sicilia, Sardegna, Calabria, Liguria – e la provincia di Bolzano hanno oltre il 30% di prof che non hanno fatto neanche la prima dose.

L’obiettivo è quello di arrivare a settembre con il 90% del personale scolastico vaccinato con entrambe le dosi. Problemi di forniture non ce ne sono visto che nei frigoriferi delle Regioni ci sono 4,6 milioni di dosi e ad agosto ne arriverà, oltre ai circa 15 milioni già previsti, un ulteriore milione “grazie – dice palazzo Chigi confermando il completamento della campagna di vaccinazione per fine settembre – alla proficua interlocuzione tra il presidente del Consiglio Mario Draghi e la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen”.

Il problema dunque è convincere chi non vuole vaccinarsi. E’ probabile che il governo proceda con una forte raccomandazione e poi, se entro il 20 agosto – data in cui le Regioni dovranno fornire a Figliuolo i numeri reali della situazione – non si sarà raggiunto il 90%, potrebbe pensare a introdurre l’obbligo.

«A scuola si va in presenza – conferma il sottosegretario alla Salute Andrea Costa – e per centrare l’obiettivo non possiamo pensare ad un ritorno senza il personale vaccinato. Chi si oppone, se non riusciremo a convincerlo, sarà obbligato». Bianchi è più cauto«Il governo vedrà se c’è bisogno di un’omogeneizzazione di tutto il Paese. Se c’è una regione con solo il 70% dei docenti vaccinati, il generale Figliulo si concentrerà su quella per portarli al livello nazionale».

Anche i presidi hanno riconfermato il loro sostanziale appoggio all’obbligatorietà, attaccando però la politica sia per le “difficoltà” nel decidere sia sui trasporti locali, altro punto critico per la ripresa a settembre: «In un anno e mezzo non si è riusciti a comprare mezzi e ad assumere più autisti» dice il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli. Non sembra invece percorribile anche in Italia, stando a fonti ministeriali sia per problemi di privacy sia per questioni legate ai protocolli sulla quarantena, la scelta della Francia in base alla quale, in caso di contatto positivo in classe, in Dad va solo chi non è vaccinato.

Covid, la scuola dice no al governo. Presidi e sindacati in rivolta: “Regole certe o tornerà la dad”

da la Repubblica

Escono furenti dal primo incontro tecnico del mattino sull’aggiornamento del protocollo di sicurezza per la riapertura delle scuole, di fatto una fumata nera anche perché è assente il rappresentante del Cts dal quale attendevano chiarimenti su distanziamento, vaccinati e l’obbligo di mascherine nelle aule. E le cose non migliorano nel pomeriggio quando al ministro Patrizio Bianchi presidi e sindacati pongono tutte le questioni irrisolte. Non basta dire vaccini: e gli spazi, i trasporti, il numero ridotto di alunni per classi, il tracciamento dei contagi? E ancora tanti interrogativi aperti, uno per tutti: se c’è un contagiato tutta la classe, anche se una buona parte vaccinata, andrà in quarantena, dunque tornerà a fare lezione da casa? La scuola rimane uno dei temini sul quale non accenna a placarsi la tensione nel governo e nella maggioranza. Il suo mondo intanto si ribella, reclama regole certe per evitare la Dad, non si accontenta delle intenzioni, esige fatti sul “ritorno in presenza” più volte assicurato dal ministro. Non ci sono dubbi sulla necessità del ritorno tra i banchi. Solo che ad oggi la sensazione di professori, presidi e genitori – che manifesteranno il 20 settembre con il comitato Priorità alla scuola – è di essere ancora su una barca in balìa del virus e delle sue varianti, nonostante i vaccini.

Bianchi s’impegna e riferire all’esecutivo, non tutto è di sua competenza, e si prepara domani a presentare il piano di rientro in classe alle Regioni. Piano che conterrà alcuni punti fermi: studenti e insegnanti tornano in presenza a settembre, anche dove non sarà possibile il distanziamento. Mentre sul fronte delle vaccinazioni a docenti e bidelli ci sarà una “forte raccomandazione”, quindi – almeno per ora – nessun obbligo. In attesa che aumentino i vaccinati, ad oggi l’85,5% a livello nazionale, con grandi differenze regionali.

Resta alta l’attenzione anche ai trasporti, affinché le agevolazioni per gli studenti rientrino tra le priorità. Sembra inevitabile però il ricorso allo scaglionamento degli orari per l’inizio delle lezioni, come lo scorso anno. L’obbligo sui vaccini attraverso un decreto è legato all’andamento della campagna vaccinale. Bianchi ieri ha fatto un video-appello (“vaccinarsi è un atto di responsabilità collettiva”), i sottosegretari all’Istruzione Lega e 5 Stelle frenano sull’obbligo, mentre l’obiettivo sui ragazzi over 12 è di arrivare al 60% i primi di settembre.

Ma torniamo ai nodi da sciogliere. “Abbiamo bisogno di risposte certe e non sottoscriveremo accordi di facciata, chiediamo chiarezza soprattutto al Cts: non saranno i dirigenti scolastici a trasformarsi in virologi” tuona Lena Gissi della Cisl scuola. E così Francesco Sinopoli della Flc-Cgil che avverte: “No agli spot, il governo investa sulla scuola. Invece sul fronte delle risorse dobbiamo registrare un chiaro disinvestimento.

Basti pensare che per sul 2020/2021 per l’organico aggiuntivo erano previsti un miliardo e 850 milioni di euro, mentre per il prossimo anno sono previsti solo 350 milioni”. Per i sindacati rimane troppo vago il parere del Cts sulle misure sanitarie. “È il governo che deve decidere, si assuma le proprie responsabilità – spiega Pino Turi della Uil – Per adesso i nodi strutturali non sono stati risolti”. Il capo dei presidi Antonello Giannelli, dell’Anp, osserva: “Se dobbiamo continuare a praticare il distanziamento la dad è inevitabile, la vaccinazione è la strada per evitarlo”.