La sicurezza al tempo del Covid 19

La sicurezza al tempo del Covid 19: la proposta ANP al CTS sulla responsabilità dei DS

L’ANP ha incontrato in videoconferenza la Ministra Azzolina e il Comitato tecnico-scientifico, istituito presso il Dipartimento della Protezione Civile, per contribuire alla formulazione del protocollo di sicurezza nazionale da adottare in vista della progressiva ripresa delle attività in presenza nelle scuole, prima tra tutte lo svolgimento dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo.

Abbiamo ribadito le nostre perplessità circa l’opportunità, in correlazione ai rischi, di far svolgere l’esame in presenza: questo perché riteniamo che il tempo a disposizione per definire il protocollo e, soprattutto, per attuarlo sia esiguo rispetto al fine prioritario della tutela della salute collettiva.

Abbiamo anche sottolineato che, per quanto concerne le scuole, l’effettiva praticabilità del distanziamento sociale dipende soprattutto dall’estensione degli spazi disponibili. La consistenza delle dotazioni organiche è indubbiamente un fattore importante, ma è secondario rispetto al primo: per assumere ulteriore personale, al netto della disponibilità delle relative competenze, è sufficiente poterlo pagare. Invece, per ampliare consistentemente la superficie complessiva degli ambienti scolastici, sono necessari ingenti capitali, un enorme lavoro di progettazione e di edificazione e, soprattutto, tempo. Probabilmente molto più tempo di quanto ne servirà per disporre di un vaccino.

L’ANP ha infine richiesto con forza che siano definite con la massima chiarezza – e al più presto – le effettive responsabilità dei dirigenti scolastici in materia di sicurezza sul luogo di lavoro, in particolare in questa fase emergenziale. Questo è possibile solo formalizzando un protocollo nazionale che preveda misure precise, univoche e puntuali, la cui applicazione garantisca la più ampia sicurezza negli ambienti della scuola ed eviti che responsabilità improprie siano imputate ai dirigenti scolastici. Non è, infatti, pensabile che ogni scuola definisca discrezionalmente le proprie misure anticontagio: la sicurezza è un bene che deve essere garantito dall’adozione di misure idonee a tutelare i diritti di tutti, validate dalle competenti autorità sanitarie e dagli organi tecnici.

In conclusione, è solo attraverso un protocollo nazionale che si possono evitare ambiguità e fraintendimenti (si pensi solo alla distinzione tra pulizia, sanificazione, disinfezione e alla conseguente individuazione delle figure competenti) ed evitare che l’efficacia stessa delle misure sia compromessa. I dirigenti delle scuole sono pronti ad assumersi, come sempre, le responsabilità che competono al loro ruolo. In materia di sicurezza, è legittimo chiedere ai colleghi di attuare un protocollo ma non certo di formularlo. Operazione, questa, che presuppone il possesso di competenze al contempo molto specialistiche e molto diverse, non presenti in ogni singola scuola.

Chiediamo dunque che il Ministero vari al più presto il protocollo nazionale per tutelare la sicurezza di tutti.

Lettera aperta ai Ministri per la salute e la sicurezza delle scuole

AGLI ORGANI DI STAMPA
Alle RIVISTE specializzate – sistema scolastico

L’Associazione Modifica 81, associazione culturale pluridisciplinare, sostiene che la complessa tematica della “sicurezza scuole” vada affrontata con azioni di sistema che prevedano l’integrazione delle misure legislative con misure di tipo organizzativo e di programmazione di investimenti.

L’attività associativa si esprime essenzialmente in percorsi culturali di analisi e dibattito delle criticità, e di campagne di sensibilizzazione circa la “cultura della sicurezza”, quest’ultima intesa quale consapevolezza delle responsabilità che ciascun individuo si assume per se stesso e per altri, ovvero responsabilizzazione collettiva in materia di tutela e rischi sui luoghi di lavoro.

L’Associazione ha rivolto negli ultimi due anni al Ministero per l’Istruzione numerosi documenti ed appelli finalizzati all’apertura di un confronto sui temi della sicurezza e della tutela della salute nelle scuole. Tutti i documenti sono stati ampiamente condivisi con le molteplici “componenti” costitutive dell’utenza del sistema scolastico nazionale: dirigenti scolastici, docenti, direttori amministrativi, assistenti tecnici ed amministrativi, collaboratori scolastici, genitori, studenti ed ancora associazioni e professionisti del settore Prevenzione del rischio.

CITIAMO:

–  Petizione su Change.org: SICUREZZA SCUOLE/ Chiediamo l’emanazione dei decreti attuativi del D.Lgs 81/08 – 9187 sostenitori

–  Raccolta firme su: Adeguamento alle nuove indicazioni ministeriali in materia di prevenzione incendi nelle scuole, ai sensi del DM 21 marzo 2018 e della nota dei VV.FF prot. n° 5264 del 18 aprile 2018 /850 firmatari dirigenti scolastici

–  Lettera aperta inviata al Ministro On Marco Bussetti circa la sicurezza delle scuole e l’edilizia scolastica

–  OSSERVAZIONI alla PROPOSTA di LEGGE di modifica del D. Lgs. 81/08 presentata dall’On. Virginia Villani Commissione Cultura ed Istruzione: “Disposizioni in materia di istituzioni scolastiche ed educative”

–  Partecipazione con relazioni e proposte presso Palazzo Madama, Roma, 14 marzo 2018, al Tavolo di lavoro sul tema della sicurezza a scuola e della prevenzione dei rischi/ Senato – Commissione Lavoro e Previdenza Sociale.

– Partecipazione alla Manifestazione dei DS sulla sicurezza nelle scuole – Roma 30/10/2019

–  Redazione del Manifesto81. Si tratta di un appello rivolto agli organismi competenti ad effettuare la decretazione attuativa in riferimento al D.lgs 81/08.

–  Emergenza COVID 19 problematiche igienico-sanitarie e di tutela della salute – misure prevenzionali e misure organizzative nelle istituzioni scolastiche – Conversione in Legge del Testo Coordinato Decreto Legge 17 marzo 2020, n.18 – Documento condiviso Modifica81/Aida/CNTI

A fronte di TANTE VOCI che si sono levate in tali circostanze e che offrivano un contributo per la discussione e la risoluzione dei problemi derivante dalla ESPERIENZA SUL CAMPO, non abbiamo ricevuto sinora l’attenzione interlocutoria che, non solo lo sforzo generoso del volontariato avrebbe meritato, ma che sicuramente meritava la CRUCIALITA’ del tema trattato: sicurezza e diritto costituzionale alla salute. In questi ultimi mesi, la pandemia da Sars Cov 2 ha modificato la vita delle persone: le azioni che prima apparivano più semplici ora sono soggette a strette misure di igiene e protezione stabilite a livello nazionale. Tutto questo ha inciso profondamente sul mondo del lavoro, portando tutti gli ambiti lavorativi, sia pubblici e sia privati, a rimodulare la loro attività. Le indicazioni dell’Autorità Sanitaria Nazionale sono state di fondamentale importanza per il contenimento dei contagi. Gli operatori del sistema scuola hanno dimostrato grande senso di responsabilità ed impegno teso al bene collettivo. L’interruzione delle attività didattiche in presenza, sostituite con quelle a distanza, e la trasformazione della quasi totalità delle attività amministrative e gestionali d’ufficio in ‘lavoro agile’, svolto da ogni impiegato al proprio domicilio, da una parte hanno sicuramente contribuito al contenimento dei contagi – in quanto il comparto scolastico italiano è costituito da quasi 8 milioni di studenti, circa 800 mila docenti e circa 200 mila tra impiegati e collaboratori scolastici – e dall’altra stanno rallentando la normale ripresa delle attività lavorative, avviata dal Governo con la ‘Fase 2’; infatti il ritorno alla ‘normalità’ lavorativa di molti uomini e, soprattutto, di molte donne non viene certo agevolato dalla permanenza a casa dei relativi figli in età scolare o pre-scolare (nidi e infanzia). Nel caso del Comparto Scuola, gli stessi protocolli operativi forniti a livello nazionale necessitano di una articolata contestualizzazione proprio per le variegate specificità di cui è costituito il sistema scolastico: le attività didattiche dei nidi per l’infanzia, delle scuole dell’infanzia, delle scuole primarie, delle scuole secondarie di 1° grado, e delle scuole secondarie di 2° grado, sono molto diverse tra loro, sia per metodi e dotazioni e sia per l’età dei relativi allievi, e per giunta sono esercitate in edifici scolastici con caratteristiche planivolumetriche ed edilizio-impiantistiche molto diverse tra loro e con alti livelli percentuali di inadeguatezza alle normative vigenti nell’ambito della sicurezza sismico- strutturale e di resistenza all’incendio. La pregevole libera iniziativa di Ordini Professionali, Associazioni, Università, operanti a livello sia regionale e sia provinciale, nonché addirittura di Istituzioni con funzioni di vigilanza e controllo, come Regioni e A.S.L., hanno prodotto protocolli che però hanno aumentato la confusione nel corso delle ultime settimane, in quanto predisposti con contenuti il più delle volte tra loro discordanti.

In buona sostanza, l’Associazione Modifica81 intende segnalare l’elevata preoccupazione che in questi giorni sta aleggiando tra il personale della scuola e le stesse famiglie degli utenti, in quanto tutti si sentono poco rassicurati da questa situazione in cui tutti dicono la loro ma che in realtà rimane incerta e viziata da continui messaggi contradditori e soggetti a continue e graduali revisioni o addirittura ripensamenti.

Come dire che partecipare al gioco è molto difficile, se non impossibile, soprattutto perché la palla non è mai ferma. In questi giorni, per esempio, mentre la maggior parte delle famiglie italiane, che hanno degli interessi nel mondo della scuola, rivolgono i loro pensieri a come sarà la ripartenza dell’anno scolastico nel prossimo mese di settembre, una minoranza tutto sommato consistente di persone, sia operatori e sia utenti scolastici, dovranno inventarsi come gestire e subire l’organizzazione in sicurezza delle attività dei Centri Estivi, dei Nidi, delle Scuole d’Infanzia (se ne verrà autorizzata la riapertura) e degli Esami di Stato delle classi terminali delle Scuole Secondarie di 2° grado, nei prossimi mesi di giugno e luglio.

IN CONCLUSIONE,

Ci rivolgiamo agli ORGANI di STAMPA affinché diano voce alla nostra azione di sostegno alla protesta generalizzata di tutto il comparto scolastico, finalizzata ad evitare non solo il danno alla salute ma anche prevenire contenziosi di natura amministrativa, giuslavoristica e penale, che, altrimenti, paiono gravare paradossalmente e totalmente sulle spalle dei soli Dirigenti Scolastici, a causa della

loro controversa individuazione di Datori di Lavoro nelle Istituzioni Scolastiche, che sono stati chiamati a dirigere dal M.I.U.R. e dai relativi U.S.R. a U.S.P. a livello regionale e provinciale.

La posta in gioco è molto alta e nel Comparto Scolastico urge un chiarimento sulla inadeguatezza dell’approccio del nuovo protocollo D.P.C.M. 26/04/2020, che pare non considerare la stretta connessione delle scuole con la rete delle altre attività lavorative: mentre quest’ultime dal 4 maggio 2020 sono state autorizzate alla ripresa prevista dalla cosiddetta ‘Fase 2’, le scuole potranno riaprire a settembre, anche se nel frattempo alcune di queste dovranno improvvisare un protocollo, autonomo e quindi discutibile, per gestire in sicurezza gli Esami di Stato, senza poter fruire di indicazioni chiare, specifiche e univoche imposte a livello nazionale o almeno regionale. Pertanto

CHIEDIAMO:

in primis

  1. L’emanazione da parte dei competenti U.S.R., di concerto con i Comitati paritetici per la sicurezza, delle Linee guida e dei protocolli operativi che garantiscano la sicurezza di tutto il personale e degli studenti, ovvero personalizzazione per il Comparto Scuole e successiva adozione di Protocolli operativi emanati da Enti Specifici a valenza Nazionale, quali INAIL, Università e Politecnici. (protocolli specifici per la tempestiva diagnosi dei casi sospetti di contagio da COVID-19 e per l’attuazione delle conseguenti misure di contenimento; disciplina delle misure di igiene fondamentali alle quali il personale in servizio e gli studenti sono tenuti ad uniformarsi; protocolli specifici per la sanificazione periodica e programmata degli ambienti).
  2. L’istituzione presso gli U.S.R. di apposite ‘Commissioni tecnico ispettive‘ che di concerto con i Comitati paritetici per la sicurezza operanti presso gli U.S.R. (Uffici Scolastici Regionali), definiscano le linee guida regionali per la riapertura delle scuole ed i protocolli operativi per l’adozione, da parte delle singole istituzioni scolastiche, delle misure organizzative per la prevenzione ed il contenimento della epidemia da COVID19.
  3. L’effettuazione da parte delle medesime ‘Commissioni tecnico ispettive’ dei debiti sopralluoghi in tutte le scuole del territorio regionale al fine di verificare e certificare sia l’adeguatezza delle strutture scolastiche all’utilizzo e sia l’adeguatezza del protocollo operativo di sicurezza adottato.

in secundis

  1. la tempestiva fornitura dei dispositivi di protezione individuale a tutto il personale scolastico ed agli studenti se in presenza;
  2. l’adozione di iniziative per garantire, in raccordo con le regioni e gli altri enti istituzionalmente competenti, l’esecuzione dei tamponi naso faringei al personale scolastico se in presenza;

***

– Manifesto 81 sulla salute e sicurezza delle scuole.

Per questo si sottopongono all’attenzione del Ministro dell’Istruzione i documenti seguenti: – Documento condiviso M81-AIDA-CNTI.

Il Presidente di Modifica81
(Prof.ssa Franca Principe)

Niente su di noi, senza di noi

LETTERA ALLA MINISTRA: LE FAMIGLIE SCRIVONO

Niente su di noi, senza di noi

Gentile ministra,

abbiamo letto con attenzione la sua lettera. Pur apprezzando il fatto che abbia preso in considerazione gli alunni con disabilità, rammarica rilevare alcune imprecisioni: nel suo scritto lei si riferisce agli alunni con disabilità come se essi appartenessero a un sistema scolastico parallelo e non alla comunità scolastica; lascia intendere che solo o prevalentemente i docenti di sostegno si occupano di loro; tratta della didattica a distanza come di un’attività rivolta “in via esclusiva” ai soli alunni con disabilità e non a tutti gli alunni della scuola italiana.

Didattica a distanza

Siamo genitori di alunni con disabilità e, per questo, desideriamo condividere con lei alcune criticità che la didattica a distanza ha palesato:

  1. fruizione autonoma degli strumenti tecnologici: la maggior parte degli alunni con disabilità, frequentanti le scuole di ogni ordine e grado, non possiede le abilità strumentali o necessarie per utilizzare gli strumenti tecnologici (ciò dipende da condizioni fisiche o anche dal non sapere utilizzare autonomamente gli strumenti digitali);
  2. disponibilità di un adulto di riferimento, in genere un genitore, per supportare i figli:
  3. nell’accesso al PC e alla rete;
  4. durante le dirette;
  5. mentre utilizzano gli strumenti in differita (videolezioni, download o upload delle schede o altri materiali ricevuti dai docenti o da inviare ai docenti);
  6. per illustrare o spiegare le indicazioni per svolgere le attività;
  7. per spiegare i contenuti disciplinari “semplicemente inviati all’alunno” o, in altri casi, “spiegati frettolosamente” (i nuovi contenuti sono nel libro di testo o in schede dii approfondimento indicate e/o inviate dai docenti). Ciò accade in buona parte delle scuole. In questa condizione si chiede, implicitamente, che il genitore diventi il “docente del proprio figlio” sostituendosi agli stessi insegnanti,
  8. impossibilità, per alcuni alunni, della presenza costante di un adulto di riferimento (in quanto molti genitori sono impegnati nello smart-working o presso la propria sede lavorativa);
  9. difficoltà di connessione per sovraccarico della rete (per limitazioni di banda o scarsa ricezione); ciò inficia l’attenzione e la partecipazione attiva durante le attività in DAD, dovute alle frequenti interruzioni e al dialogo conseguente (“Ci sei?”, “Mi senti?”, “Non ti sento”, “Non ti vedo”);
  10. difficoltà per particolari situazioni familiari: non tutti dispongono di spazi riservati o di strumenti sufficienti; inoltre questo “ingresso” di altre persone all’interno delle famiglie avviene anche in momenti delicati, rendendo impossibile la comunicazione (si pensi alle condizioni di malattia o malessere di uno dei componenti il nucleo familiare, come pure a tensioni o altri bisogni propri della famiglia).

A ciò si aggiungano le necessarie condizioni di responsabilità e di sicurezza, peraltro note, ovvero:

  • i rischi della rete, che impongono, per questo, la sorveglianza costante dell’adulto;
  • l’eccessiva esposizione davanti al monitor, con rischi sulla salute, anche fisica;
  • l’eccessivo carico di lavoro che, con la didattica a distanza, è aumentato considerevolmente, soprattutto per i genitori.

Condivisione e corresponsabilità

Come genitori di alunni con disabilità siamo fortemente preoccupati che l’avvento della DAD possa incidere su due importanti aspetti: il futuro dei nostri figli e la richiesta di impegno continuo e costante ai genitori, impegno inderogabile. Questa nuova modalità di insegnamento, alla quale nessuno era preparato, richiede un enorme dispendio di energia e di fatiche, di tempo e di competenze, nonché di abilità, che non tutti i genitori sono in grado di garantire.

Chiediamo a lei, in qualità di ministro dell’Istruzione, una particolare attenzione nel garantire a tutti gli alunni quel senso di appartenenza, senza escludere gli alunni con disabilità, come fossero un mondo a parte. La scuola deve assicurare a ciascun alunno il diritto alla cittadinanza, proponendosi come comunità scolastica alla quale ogni alunno, che è componente di una classe, appartiene; una comunità in cui tutti i docenti siano operativamente e fattivamente responsabili e impegnati nel percorso di formazione di “ogni alunno delle classi alle quali sono stati assegnati, senza escludere nessuno”. L’alunno con disabilità

appartiene a tutti gli insegnanti della classe alla quale egli è iscritto (e non è alunno esclusivo e unico del docente per il sostegno).

PEI: chiarisca che la scuola non può modificare i PEI senza convocare il GLO

Preoccupa, in particolare, come sia stata data libera delega al solo insegnante di sostegno di modificare il PEI, piano educativo individualizzato; lei chiede al “docente incaricato su posto di sostegno” di coinvolgere il Consiglio di Classe e il dirigente scolastico unicamente per “curvare e ricalibrare i PEI”, informando in seguito le famiglie.

In sintesi, lei suggerisce che venga modificato “unilateralmente” un documento che è stato firmato, dopo essere stato “elaborato congiuntamente” dal GLO (il gruppo di lavoro costituito dai docenti della classe in cui è iscritto l’alunno con disabilità, dai genitori dell’alunno con disabilità e dagli specialisti dell’ASL).

Nella sua lettera, Lei chiede di modificare un documento che è agli atti, senza convocare i soggetti deputati a tali modifiche. Dobbiamo pensare che si tratti di un refuso? Questo passaggio ha visto più scuole attivarsi in tal senso mentre il ministero da Lei diretto ha attivato un ufficio per segnalare “ciò che non funziona correttamente”.

Urge a tal proposito un suo preciso e puntuale chiarimento: diversamente, se i PEI saranno modificati senza convocare il GLO, vi sarà il ricorso da parte delle famiglie nelle sedi opportune.

Il prossimo anno scolastico

Consapevoli della particolare situazione di emergenza, che sta attraversando l’intero Paese, in vista del prossimo anno scolastico, sia per garantire una sicurezza dal punto di vista sanitario, sia per la qualità della didattica erogata,

Le chiediamo

che venga rivista la didattica a distanza e che l’organizzazione sia più agile e puntuale (e non abbandonata all’improvvisazione o alla buona volontà di molti docenti) e, di conseguenza chiediamo:

  • che si definiscano gli orari delle lezioni/attività giornaliere;
    • che siano rese disponibili piattaforme sicure e agili nell’uso;
    • che sia garantita la banda sufficiente per il collegamento;
    • che si faciliti e favorisca la presenza dei nostri figli a scuola;
    • che i nostri figli possano accedere alla loro classe in presenza, e non tenuti a casa ‘a priori’ perché “con disabilità”, garantendo, nei casi che lo richiedono, l’assistenza igienico-personale, ovvero quanto indicato nel Pei, al fine di garantire una piena inclusione;
    • che, nel caso di divisione della classe, i gruppi siano “eterogenei” per capacità (onde evitare le classi differenziali di fatto;  
    • che siano condivisi strumenti e materiali calibrati nel Piano educativo individualizzato dell’alunno con disabilità;
    • che sia reso più chiaro alle scuole il ruolo del genitore durante le videolezioni, ricordando che egli può essere un eventuale e temporaneo supporto, ma non il sostituto degli insegnanti;
    • che siano delineate indicazioni precise sulle modalità di verifica e sui criteri di valutazione di ciascuna disciplina, da riportarsi in modo chiaro nei singoli Piani educativi individualizzati;
    • che si adottino eventuali monitoraggi al fine di accertare che ogni scuola, effettivamente, garantisca, tramite tutti i docenti della classe, una didattica che tenga conto delle capacità e delle potenzialità di ogni singolo alunno;
    • che la scuola in presenza, svolta negli edifici scolastici o in altri spazi, da identificarsi eventualmente anche in collaborazione con enti, istituzioni e organismi locali, sia la via preferenziale. Al netto delle indubitabili esigenze sanitarie, delle quali si dovrà sempre tenere conto, non si può infatti negare che il percorso scolastico non sia fatto solo di nozioni, apprese con maggiore o minore efficacia, ma di esperienze; esperienze e relazioni che mal si conciliano con la mediazione di uno schermo. L’ambiente scuola è imprescindibile per un vero percorso di inclusione. Per tutti. Non sarà facile conciliare esigenze a volte anche diverse – distanziamento personale per cause di salute pubblica e coinvolgimento sociale nei percorsi di apprendimento -, ma la didattica in presenza deve ritornare a svolgere il suo ruolo chiave all’interno del percorso scolastico;
    • che, laddove ne sussistano le condizioni, gli insegnanti in servizio nell’anno scolastico 2019-2020 siano confermati anche nell’anno scolastico 2020-2021;
    • che le classi prime del primo ciclo di istruzione siano costituite da piccoli gruppi, nel rispetto dell’art. 5 del DPR 81/2009;
    • che venga attivato un percorso formativo obbligatorio sui temi dell’inclusione scolastica, riguardanti in particolare gli alunni con disabilità, rivolto a tutti i docenti della scuola italiana, sia per far fronte al forte bisogno di formazione, che molti docenti fanno presente, sia per rendere effettivo il processo di integrazione;
    • che si promuovano percorsi di formazione sull’utilizzo delle tecnologie e sulle metodologie didattiche più efficaci nella forma “a distanza”, nel caso in cui fosse impossibile riaprire la scuola.

Poiché la famiglia, molto probabilmente, dovrà continuare a sostituire una parte dei servizi dedicati ai loro figli con disabilità, si chiede di intervenire presso le sedi opportune al fine di favorire la presenza di uno dei due genitori al domicilio, qualora proseguisse la didattica a distanza.

Certi che vorrà ascoltare la nostra voce e cogliere i suggerimenti, nonché le sollecitazioni contenute in questo breve scritto,

Le inviamo i più cordiali saluti,

  • Gruppo Facebook “Non c’è PEI senza condivisione
  • Gruppo Facebook “Sostegno: normativa per l’inclusione
  • Ass. CIIS, Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno
  • Ass. CONFAD, Coordinamento Nazionale Famiglie con disabilità
  • Gruppo Facebook: Obiettivo Inclusione: dalla Scuola al Tempo Libero alla Vita Adulta
  • ANGSA Autismo Campania
  • Associazione Prader Willi Lombardia
  • Associazione X-Fragile Campania APS di Napoli
  • Progetto Autismo www.progettoautismo.it

PROTOCOLLO SICUREZZA: SERVONO NORME CHIARE E UNIVOCHE

PROTOCOLLO SICUREZZA: SERVONO NORME CHIARE E UNIVOCHE

“La scuola è un luogo di lavoro molto complesso, costituito da 8250 sedi e 42500 plessi in tutta Italia, e ha una sua peculiarità che lo rende diverso dai contesti aziendali e di cui devono tenere in debito conto tutte le misure per la tutela della salute”. È quanto afferma Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, che questo pomeriggio ha partecipato all’incontro con il  ministero dell’Istruzione e il Comitato Tecnico Scientifico sul protocollo di sicurezza per l’esame di Maturità e la ripresa delle attività didattiche in presenza a settembre.

“Non sono accettabili norme generiche, bensì occorrono regole precise e univoche a tutti i livelli che, con l’ausilio di linee guida, stabiliscano con chiarezza chi deve fare cosa, per evitare l’assai sgradevole fenomeno dello scaricabarile. Così come – aggiunge Di Meglio – è bene che si evitino norme in contraddizione tra di loro, come nel caso del decreto legge 22/2020 e l’ordinanza ministeriale sugli esami di Stato del secondo ciclo, laddove il primo lega lo svolgimento della prova di Maturità alla riapertura delle scuole e al rientro in classe il 18 maggio e all’andamento epidemiologico della pandemia e la seconda, invece, stabilisce che la Maturità avrà luogo in presenza”.

“Il 17 giugno è dietro l’angolo e, considerata la complessità della macchina organizzativa, dubito che entro l’inizio dell’esame possano essere garantite condizioni di assoluta sicurezza per studenti, insegnanti e personale scolastico”, conclude il coordinatore nazionale della Gilda.

Proposte per la ripresa delle attività didattiche nell’anno scolastico 2020/21

Prot. n.52/2020

Roma, 12.05.2020

Al Comitato di esperti Ministero dell’Istruzione ROMA
Alla Ministra dell’Istruzione On. Lucia Azzolina
Alla Viceministra dell’Istruzione On. Anna Ascani
Al Sottosegretario all’Istruzione On. Giuseppe De Cristofaro
Al Capo di Gabinetto M.I. Cons. Luigi Fiorentino

Oggetto: Proposte per la ripresa delle attività didattiche nell’anno scolastico 2020/21.

La riflessione che proponiamo, frutto di un’ampia consultazione delle nostre strutture periferiche, intende fornire alla Commissione e al Governo alcune puntuali indicazioni per affrontare la questione della riapertura delle scuole nel prossimo anno scolastico.

Lo scenario che si prospetta per settembre non è per niente incoraggiante, in quanto occorrerà implementare tutte le misure di sicurezza necessarie a prevenire nuovi focolai di COVID- 19: distanziamento sociale, funzionamento a piccoli gruppi, entrate e uscite scaglionate, utilizzo dei dispositivi di sicurezza, misurazione della temperatura, sanificazione e pulizie straordinarie degli ambienti.

Si tratta di un obiettivo molto ambizioso, ma perseguibile a condizione che la Scuola non sia lasciata sola e che le Istituzioni agiscano con la tempestività e la concretezza che lo stato di emergenza nazionale richiede.

Riteniamo che le attività didattiche in presenza possano riprendere regolarmente e nel rispetto dei protocolli di sicurezza a condizione che:

  • si possa disporre di un numero aggiuntivo di locali scolastici tale da consentire il distanziamento sociale;
  • vengano definiti specifici protocolli sanitari per le varie situazioni scolastiche;
  • si proceda a nuove assunzioni di personale per garantire il funzionamento delle scuole nelle mutate condizioni.

Interventi di competenza degli Enti locali

  • rilevazione sul territorio di competenza del numero e dello stato di consistenza dei locali scolastici disponibili e di altri stabili (pubblici o privati) che abbiano locali utilizzabili per la didattica;
  • insediamento di tavoli di lavoro interistituzionali per lo studio di fattibilità di miglioramenti edilizi o di adattamento a scopo didattico di locali con diversa destinazione d’uso;
  • realizzazione dei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria necessari a recuperare il maggior numero possibile di aule, nonché ad adeguare locali e spazi alle differenziate esigenze delle diverse fasce d’età e degli alunni con disabilità;
  • ricerca di eventuali soluzioni alternative temporanee (prefabbricati, tensostrutture, ecc…) da ubicare negli spazi attigui alle scuole;
  • appalto a ditte specializzate del servizio di sanificazione periodica dei locali scolastici;
  • acquisto di arredi nel numero necessario a garantire il rispetto delle norme di distanziamento sociale;
  • organizzazione dei servizi di vigilanza all’ingresso e all’uscita della scuola;
  • individuazione di un numero adeguato di assistenti alla comunicazione e alla persona per l’accudimento non soltanto degli alunni con disabilità grave e/o con problemi di autoregolazione comportamentale, ma anche degli alunni più piccoli;

Interventi di competenza del Ministero della Salute

– definizione di protocolli sanitari per gli alunni, il personale della scuola, i genitori, i c.d. lavoratori fragili, il personale delle ditte esterne appaltatrici di servizi, diversificati per grado e tipologia di scuola;

– definizione di linee guida chiare e specifiche da osservare:

  • in caso di accertamento di stati febbrili del personale e/o degli alunni in orario scolastico;
  • in caso di notizia di contagio del personale e/o degli alunni;
  • nel rapporto educativo con gli alunni con disabilità, o con altre problematiche di comportamento (anche non certificate), per i quali risulti difficile adeguarsi alle restrizioni e alle misure di sicurezza generali;
  • nell’organizzazione degli alloggi all’interno dei Convitti e degli Educandati;
  • nei Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti e nelle Sezioni carcerarie;
  • in materia di pulizia e igienizzazione dei locali scolastici;
  • istituzione di presidi sanitari presso le scuole;
  • somministrazione di tamponi o test sierologici/rapidi al personale scolastico, a partire dai soggetti ritenuti più a rischio secondo le Linee guida INAIL;
  • insediamento di tavoli di coordinamento interistituzionale sui territori.

Interventi di competenza del Ministero dell’Istruzione

  • copertura dei posti vacanti di dirigente scolastico, attingendo dalle graduatorie dei vincitori e degli idonei dell’ultimo concorso;
  • rimodulazione degli organici dei docenti curricolari e di sostegno, prevedendo non solo la copertura dei posti vacanti, ma anche una dotazione aggiuntiva da assegnare a ciascuna istituzione scolastica per organizzare la didattica per gruppi di alunni;
  • rimodulazione degli organici dei collaboratori scolastici in numero sufficiente a garantire – oltre alla copertura dei posti vacanti – anche una dotazione aggiuntiva indispensabile per il mantenimento delle condizioni di igiene e sicurezza dei locali scolastici;
  • incremento dell’organico degli educatori dei Convitti e degli Educandati, per garantire la gestione del tempo pieno e lo svolgimento delle attività di supporto;
  • assegnazione a tutte le istituzioni del primo ciclo di un assistente tecnico;
  • concertazione con le OO.SS. sulle nuove condizioni di lavoro del personale della scuola (turnazioni, flessibilità degli orari, modalità di insegnamento in presenza/a distanza) anche al fine di un adeguato riconoscimento economico.

Interventi di competenza del Governo

  • erogazione agli EE.LL. dei finanziamenti necessari alla realizzazione degli interventi;
  • misure di semplificazione burocratica per consentire entro l’inizio di settembre l’esecuzione dei lavori di manutenzione e di adeguamento degli edifici e dei locali che dovranno ospitare le attività didattiche;
  • revisione delle responsabilità in materia di sicurezza in capo ai dirigenti scolastici, con l’attribuzione di un ruolo preponderante e specifico agli enti proprietari;
  • esplicitazione all’interno di un provvedimento legislativo sulla non sussistenza di responsabilità in capo a dirigenti scolastici e docenti per eventuali contagi del personale e degli alunni, una volta applicati i protocolli sanitari;
  • individuazione dell’ente responsabile e delle relative risorse per l’acquisto di attrezzature e materiali necessari al mantenimento della sicurezza nelle scuole.

In esito alla realizzazione del piano di interventi sopra declinato si può ipotizzare che all’inizio di settembre, le istituzioni scolastiche possano riaprire con modalità differenziate:

–  per classi intere (nelle situazioni territoriali che lo consentiranno, anche a seguito degli interventi che andranno a realizzare gli EE.LL. nei prossimi mesi);
–  per gruppi di alunni (in tutte le istituzioni in cui per carenza di locali o di personale non sia possibile garantire il distanziamento di sicurezza).

Le modalità di funzionamento dovrebbero essere lasciate alle determinazioni delle singole istituzioni scolastiche autonome che, in base alle differenti necessità e soprattutto in funzione dell’età degli alunni, potrebbero valutare di organizzare turnazioni per classi o gruppi di alunni:
– tra mattino / pomeriggio a scuola
– tra attività in presenza / a distanza
– tra scuola / spazi educativi esterni

L’attività nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole primarie dovrebbe essere espletata in presenza: i bambini hanno bisogni educativi complessi e fondamentali, che necessitano di una cura costante e specifica, tenuto conto anche delle difficoltà e dei disagi emotivi che hanno vissuto e vivono in famiglia.

La didattica “mista” non è proponibile per gli alunni della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e delle classi prime della secondaria.

Occorre potenziare con ulteriori finanziamenti la didattica a distanza, riservandola in particolare alle scuole secondarie di I e di II grado.

Bisognerebbe regolamentare la DaD, magari definendo l’orario delle attività in modalità sincrona e asincrona e le modalità di attestazione delle attività svolte in modalità asincrona.

Andrebbe affrontata la questione che è stata recentemente sollevata dal Garante della Privacy a proposito del rischio di lesioni della privacy nell’utilizzo da parte delle scuole di piattaforme sincrone.

La didattica a distanza, con tutte le limitazioni che la connotano, si sta dimostrando in ogni caso un modello interessante per lavorare sulle competenze degli studenti della secondaria, quelle che abbiamo l’obbligo di certificare e che invece vengono ancora considerate ai margini del percorso formativo.

L’azione didattica svolta in questi mesi di lockdown ha fatto emergere la necessità di rendere più fruibili e più essenziali i PTOF e di adeguare i curricoli di studio operando scelte di riduzione contenutistica, pur mantenendo il rigore epistemologico.

Siamo sempre più convinti che occorra porre attenzione ai saperi essenziali, ai nuclei fondanti delle discipline, al “curricolo breve”, alla “didattica lenta”.

Grazie dell’attenzione.

Il Presidente nazionale
Paolino Marotta

Proposte per la ripartenza delle realtà musicali-educative

FASE 2: FONDAMENTALE LA RIPARTENZA DI TUTTE LE REALTÀ MUSICALI-EDUCATIVE

Un documento per la ripartenza di tutte le realtà musicali-educative nel nostro paese: è quello sottoscritto dal Forum Nazionale per l’Educazione Musicale insieme all’Arci e inviato a Governo, Regioni e all’Associazione nazionale comuni italiani. 

L’intento è di portare all’attenzione della politica, con una serie di azioni comuni e proposte operative, la difficile situazione di numerose realtà musicali, ormai ferme da più di due mesi a causa del lockdown, costituite da associazioni, scuole di musica, centri di ricerca, cori, bande, cooperative che promuovono in tutto il territorio attività educative e formative in ambito musicale rivolte a bambini, giovani e adulti. 

Tutte queste realtà, alle quali non si fa riferimento nei DPCM relativi all’emergenza Covid-19, si trovano oggi in grande difficoltà per la generale impossibilità di proseguire le proprie attività e di garantire un sostegno ai lavoratori. Senza le autorizzazioni per aprire e senza il supporto necessario le realtà musicali-educative rischiano la chiusura definitiva.

Il Forum e l’Arci sottolineano quanto sia invece fondamentale in questa fase dare al paese una prospettiva di uscita e ripresa dalla pandemia sostenendo il ruolo di un settore educativo che fa della musica il canale primario per la crescita personale e culturale degli individui, e svolge una significativa funzione economica, coinvolgendo decine di migliaia di lavoratori e alimentando l’intera filiera del mercato musicale. Mantenere vivi questi ambienti significa assicurare crescita sociale e welfare generativo a beneficio dell’intera collettività, alimentando al contempo tutto il mondo musicale che queste realtà sostengono alla base. 

Queste le principali proposte operative del Forum e dell’Arci: 

– indicazioni precise sui tempi e sulle modalità di ripartenza. Le attività musicali sono state equiparate a scuole pubbliche o palestre. Gran parte delle realtà musicali si basa invece su lezioni individuali in cui è possibile garantire il distanziamento sociale; 

– un contributo nazionale o affidato agli Enti Locali per la copertura almeno parziale dei costi fissi per affitti e utenze;

– sostegno ai lavoratori del settore. Una gran parte di loro (intermittenti, prestatori d’opera, partite iva atipiche, lavoratori dello spettacolo ecc.) non ha potuto usufruire degli strumenti messi in campo a sostegno dei lavoratori dall’inizio di questa crisi; 

– sostegno alle famiglie. Per l’educazione musicale dei figli auspichiamo un’accelerazione sul tema delle detrazioni fiscali e l’istituzione di borse di studio, voucher e bonus cultura estesi anche per le attività musicali;  

– rapporti con la scuola pubblica. Per il prossimo anno scolastico chiediamo venga garantito il proseguimento delle attività svolte dalle associazioni musicali in orario curriculare con personale esterno qualificato, anche attraverso pratiche di attività a distanza, consulenze, programmi specifici sulla base delle numerose esperienze messe in campo e maturate in questi due mesi di ‘emergenza’ dalla scuola e dalle associazioni stesse.

PIÙ RISORSE E ASSUNZIONI, NESSUNA DEROGA A CONCORSI

PIÙ RISORSE E ASSUNZIONI, NESSUNA DEROGA A CONCORSI

Roma, 12 mag. – “Grazie all’impegno della ministra Azzolina, che ha dato seguito a quanto previsto nel decreto scuola dello scorso dicembre, sono stati banditi concorsi per un totale di circa 62 mila posti di docente. Ieri sera la ministra ci ha dato una ulteriore ottima notizia: abbiamo ottenuto 16 mila posti in piu’ per le assunzioni di docenti: 8 mila nel concorso straordinario e altri 8 mila per l’ordinario. Sul concorso straordinario per la scuola secondaria, per i precari con 3 annualità di servizio, è il caso di chiarire alcuni punti.
Quella del concorso da noi bandito rappresenta l’unica strada percorribile per arrivare all’obiettivo della stabilizzazione dei precari a settembre. Ogni altra soluzione rappresenterebbe solo il mantenimento dello stato di precarietà di migliaia di docenti per un altro anno. Stiamo lavorando affinché le graduatorie di istituto vengono trasformate in provinciali e aggiornate tramite modalità informatica con validità per il conferimento delle supplenze nel biennio 20/21 e 21/22. Un impegno che abbiamo assunto e che porteremo a termine. Chi dice che il concorso non può essere espletato a causa della situazione di emergenza in corso dice una falsità. Il Ministero e il Movimento 5 Stelle sono costantemente impegnati a garantire lo svolgimento delle prove in condizioni di sicurezza. C’è un principio al quale il MoVimento 5 Stelle non è disposto ad erogare in nessun caso: l’accesso i ruoli non può che avvenire tramite concorso selettivo, per esami e titoli. Su questo siamo certi di avere l’appoggio anche del partito democratico, il cui attuale capogruppo al Senato, Andrea Marcucci, nel 2015 dichiarava che il concorso deve essere l’unico canale di accesso al mondo della scuola. “Basta con le liste infinite”, diceva. Siamo d’accordo con lui, o lui con noi. Non importa, ma adesso non si perda tempo. Il mondo della scuola non può davvero permetterselo”.

Così in un post su Il Blog delle Stelle a firma della capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Istruzione Bianca Laura Granato.

Ampliamento di 16 mila posti per i concorsi

Sinopoli: bene l’ampliamento di 16 mila posti per i concorsi, ma solo con una procedura per titoli la scuola ne potrà beneficiare fin da settembre 

Roma, 12 maggio 2020 – “La notizia dell’ampliamento dei contingenti messi a concorso con 16 mila ulteriori posti è un fatto positivo, che risponde all’esigenza di coprire il turn over importante che è in atto nella scuola”. A dirlo è Francesco Sinopoli, segretario generale FLC CGIL.

“L’auspicio però, è che i benefici di questo ampliamento producano effetti concreti dall’inizio del nuovo anno scolastico, perché a partire da settembre la scuola italiana sarà chiamata a sanare il debito educativo maturato nei confronti degli studenti e a garantirgli il recupero del tempo, della didattica e della socialità sottratti dall’emergenza sanitaria. Perché questo avvenga, sottolinea il  dirigente sindacale, è necessario che nella procedura concorsuale straordinaria il quiz venga sostituito da graduatorie per titoli, una proposta condivisa da molte forze di maggioranza, che hanno presentato emendamenti che vanno esattamente in questa direzione. Si tratterebbe di un meccanismo molto simile a quello che viene proposto nel Decreto legge Rilancio per alcune tipologie di assunzione del settore sanitario”.

“Per ripartire a settembre la scuola avrà bisogno di organici potenziati, classi meno numerose, interventi costanti di sanificazione, formazione e sicurezza, e quindi di risorse umane e strumentali. Gli interventi necessari devono essere programmati adesso: questo è il tempo delle decisioni e del confronto. Pensare che la ripresa possa essere gestita in modo autoreferenziale produce errori che sarebbero evitabili. Gli annunci e le smentite che si stanno susseguendo in queste settimane sono il frutto di un’ostinata chiusura della ministra al confronto con le parti sociali. Si cambi rotta, conclude Sinopoli, per il bene della scuola, di chi ci lavora, ci studia e crede fortemente nel valore democratico dell’istruzione”.

Fondo per il funzionamento, in arrivo 331 milioni in più

da Il Sole 24 Ore

di Cl. T.

La riapertura delle scuole, per il ritorno alla didattica in presenza, dovrà procedere nel rispetto di alcune direttive, tra cui il distanziamento tra gli studenti, la dotazione di materiale e strumenti di sicurezza, l’adeguamento degli spazi fisici ed il sostenimento di modalità didattiche innovative. Per concorrere a tale obiettivo, l’ultimissima bozza del decreto Rilancio, prevede un incremento del fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche statali, di 331 milioni di euro.

Gli interventi da fare
La norma specifica, poi, per quali tipologie di interventi, le istituzioni scolastiche statali, possono disporre dell’incremento del fondo per il funzionamento. In dettaglio:
a) acquisto di servizi professionali, di formazione e di assistenza tecnica per la sicurezza sui luoghi di lavoro, per la didattica a distanza e per l’assistenza medico-sanitaria e psicologica, di servizi di lavanderia, di rimozione e smaltimento di rifiuti;
b) acquisto di dispositivi di protezione e di materiali per l’igiene individuale e degli ambienti, nonché di ogni altro materiale, anche di consumo, in relazione all’emergenza epidemiologica da COVID-19;
c) interventi in favore della didattica degli studenti con disabilità, disturbi specifici di apprendimento ed altri bisogni educativi speciali;
d) acquisto e messa a disposizione, in particolare degli studenti meno abbienti, in comodato d’uso, di dispositivi digitali individuali e della necessaria connettività di rete per la fruizione della didattica a distanza nonché per favorire l’inclusione scolastica e adottare misure che contrastino la dispersione;
e) acquisto e utilizzo di strumenti editoriali e didattici innovativi;
f) adattamento degli spazi interni ed esterni e la loro dotazione allo svolgimento dell’attività didattica in condizioni di sicurezza, inclusi interventi di piccola manutenzione, ritinteggiatura e decoro della scuola e di miglioramento degli spazi verdi, di pulizia straordinaria e sanificazione, nonché interventi di realizzazione, adeguamento e manutenzione dei laboratori didattici, delle palestre, di ambienti didattici innovativi, di sistemi di sorveglianza e dell’infrastruttura informatica.

L’annuncio di Gualtieri: altre 16mila cattedre per le assunzioni

da Il Sole 24 Ore

di Cl. T.

Per le assunzioni via libera a 16mila posti in più per i prossimi concorsi. L’annuncio arriva ieri sera al Tg5 dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri.

Ascani: buona notizia
«Sedicimila posti in più per la stabilizzazione dei docenti. Grazie alla collaborazione con il ministro Gualtieri siamo riusciti a ottenere un ampliamento delle stabilizzazioni, rispetto ai posti previsti, per portarli ad un totale di circa 78mila. Una buona notizia per il mondo della scuola, della quale siamo molto soddisfatti», così la vice ministra dell’Istruzione, Anna Ascani.

Soddisfatti anche i 5S
«Il grande lavoro del MoVimento 5 Stelle e della ministra Azzolina sul fronte della scuola ha dato i suoi frutti – commentano soddisfatti i grillini -. Nel decreto rilancio sono previste risorse per 1,5 miliardi e 16mila posti in più per il ruolo di docente: 8.000 attraverso il concorso ordinario e altrettanti attraverso quello straordinario. Un risultato enorme che rappresenta una risposta importantissima all’intera comunità scolastica».

Erasmus+ 2020: aumentano le candidature per i progetti di cooperazione

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

L’Agenzia nazionale Erasmus+ Indire registra una notevole crescita delle candidature per progetti di cooperazione negli ambiti Scuola, Università ed Educazione degli adulti. «I dati – dichiara Flaminio Galli, direttore generale dell’Agenzia Erasmus+ Indire – evidenziano l’interesse ad andare avanti nella cooperazione e il valore aggiunto di lavorare insieme in ambito europeo. Nonostante l’emergenza sanitaria, il lockdown e i limiti alle mobilità, c’è voglia di guardare avanti, progettare, lavorare sul futuro, proiettarsi e trovare nuove strategie. Forte l’esigenza di creare network, avviare scambi di buone pratiche e condividere risorse educative su un contesto ampio che varca i confini nazionali per continuare a promuovere il senso di appartenenza all’Europa. Erasmus+ è riuscito in questi anni a creare comunità di insegnanti, educatori, discenti, giovani, bambini, cittadini che condividono i valori di una casa comune. Resta un programma importantissimo per migliorare la qualità dell’educazione, l’inclusione, la solidarietà, le competenze, le opportunità per i giovani. Un investimento imprescindibile per il futuro».

Scuola
I Partenariati per lo scambio tra scuole permettono agli istituti scolastici di ogni ordine e grado di collaborare con altri istituti scolastici europei in un progetto, su una tematica di interesse comune e di organizzare scambi e mobilità europea di alunni, insegnanti e staff. Quest’anno le candidature per quest’azione hanno raggiunto quota 401, registrando un + 64% rispetto al 2019. Tra le regioni più attive si segnalano la Sicilia, la Campania e il Lazio.
Crescono anche le domande per i partenariati strategici per l’innovazione e per lo scambio di buone pratiche: l’Agenzia Erasmus+ Indire ha ricevuto 198 candidature, con un aumento del 22,9% rispetto al 2019. Questa azione offre l’opportunità alle istituzioni attive in vari settori dell’istruzione, scuole, università, imprese, enti pubblici, organizzazioni della società civile, ONG, ecc. di cooperare al fine di attuare e trasferire pratiche innovative a livello locale, regionale, nazionale ed europeo. Le regioni che hanno inviato il maggior numero di progetti sono, nell’ordine: Lazio, Emilia-Romagna, Lombardia e Toscana.
Risultati positivi arrivano anche dalla community europea eTwinning per gli insegnanti e il mondo della scuola. La piattaforma elettronica del Programma Erasmus+ negli ultimi due mesi ha avuto un ruolo cruciale a supporto della didattica a distanza in contesti europei, per la condivisione di buone pratiche, risorse didattiche e riflessioni dei docenti coinvolti.
Nell’ultimo bimestre si è verificata una forte crescita nel numero di utenti registrati: a marzo 2.300 insegnanti italiani (oltre il 300% in più rispetto a marzo 2019) si sono registrati alla community, mentre in aprile le iscrizioni sono ancora aumentate del 350% rispetto allo scorso anno, con 1.000 nuovi docenti iscritti alla piattaforma. Fra le regioni più attive: Campania, Lombardia e Sicilia.

Università
Nonostante le difficoltà dovute all’emergenza, sono molti gli Istituti di istruzione superiore (Università, Afam e Its) che hanno presentato una candidatura alla scadenza del 23 aprile scorso per partenariati di cooperazione nell’ambito Istruzione superiore. Si registra un aumento delle domande del 29% rispetto al 2019. Si tratta di progetti di cooperazione strutturata e di lunga durata tra Istituti di istruzione superiore e altre organizzazioni, pubbliche o private, attive nei settori dell’istruzione universitaria, che mirano a sostenere lo sviluppo, il trasferimento e o l’attuazione di pratiche innovative a livello organizzativo e istituzionale, locale, regionale, nazionale ed europeo.

Educazione degli adulti
Il settore dell’Educazione degli adulti è presente all’interno della cooperazione europea Erasmus+ con i partenariati strategici per l’innovazione e per lo scambio di buone pratiche. Anche quest’ambito registra un forte aumento delle domande di progetti dedicati all’apprendimento per gli adulti: 257 candidature e un incremento del 58,6% rispetto al
2019.
Tra i temi proposti dai centri e dalle organizzazioni impegnate nell’adult learning, emergono il miglioramento delle competenze digitali, l’attivazione di nuovi percorsi di apprendimento e la condivisione di pratiche e risorse innovative. Le regioni più attive sono, nell’ordine: Sicilia, Lazio ed Emilia-Romagna.
Un ulteriore supporto arriva anche dalla piattaforma elettronica Epale – European Platform for Adult Learning che è parte integrante del Programma Erasmus+ e da anni è il punto di incontro europeo per i professionisti che operano nel mondo dell’educazione degli adulti. Dall’inizio del 2020 la piattaforma ha registrato oltre 500 nuovi iscritti italiani.

Estate INPSieme 2020, pubblicate le graduatorie

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

L’ Inps ha concluso l’esame delle domande presentate e ha completato le graduatorie degli ammessi con riserva (articolo 7 dei bandi di concorso Estate INPSieme) per l’assegnazione di contributi per soggiorni studio in Italia e all’estero. Il beneficio verrà fruito durante l’Estate 2021, e con successiva comunicazione verrano definite le tempistiche.

Graduatorie
Nel link si trovano i collegamenti con le graduatorie, e scaricando la Guida Facile agli adempimenti scopri cosa deve fare se rientra tra i Vincitori (Ammessi con Riserva significa Vincitori, e la sigla utilizzata è la lettera “V”).

Rimane aperta la possibilità di preiscriversi in caso di vittoria, in modo da mantenere il posto e i vantaggi anche durante l’estate prossima.
Successivamente invieremo un’ulteriore comunicazione a tutti coloro i quali abbiano scaricato la Guida Facile, per informare riguardo alle nuove tempistiche e modalità di iscrizione che verranno comunicate da Inps.

In considerazione dell’emergenza sanitaria per Covid 19 la pubblicazione sul sito istituzionale delle graduatorie era stata differita al 7 maggio 2020 al fine di consentire all’Istituto un’adeguata valutazione delle iniziative più opportune da intraprendere, alla luce dell’evoluzione della situazione sanitaria, in armonia con i provvedimenti governativi italiani ed 2 esteri di gestione dell’emergenza, con il fine unico di garantire la tutela della salute dei propri iscritti.

Considerato il perdurare del rischio epidemico in Italia e all’estero, l’Istituto ritiene necessario, a garanzia della sicurezza dei ragazzi, non dar luogo nell’estate 2020 alle partenze previste per le vacanze studio in Italia e all’Estero ed indicare nell’estate 2021 il periodo di fruizione del beneficio.

I vincitori in prima assegnazione del concorso 2020 si affiancheranno quindi ai vincitori dei bandi 2021, ai quali gli odierni ammessi non parteciperanno, avendo già maturato il diritto al contributo Inps. Tale scelta consentirà la partenza di un numero doppio di giovani nell’estate 2021, ampliando le opportunità di partecipazione e ponendosi da occasione di stimolo e crescita per un numero più ampio di ragazzi.

Intanto rimane aperta la possibilità di preiscriversi:
Estero: https://www.salescuolaviaggi.com/estate-inpsieme/estate-inpsieme-estero/
Italia: https://www.salescuolaviaggi.com/estate-inpsieme/estate-inpsieme-italia/
i prezzi e le date sono indicative, e potranno essere modificate una volta che Inps comunicherà l’apertura della piattaforma. Saranno ritenute valide le preiscrizioni per prenotare i posti, che rimangono comunque sino a una ulteriore conferma senza impegno da parte vostra.

Scuola, più maestre per gestire le classi Terza media, i presidi contro Azzolina

da Il Messaggero

ROMA Serve un maggior numero di insegnanti per tornare a scuola senza rischi, questa ad oggi è l’unica certezza. E servono spazi in più per accogliere gli studenti che, fino ad ora, sono stati abituati a studiare in classi sovraffollate. Se non addirittura in pollai con oltre 25 ragazzi in un’aula: impensabile in tempi di contagi. Ma non sarà semplice individuare tante risorse da qui a settembre. A questo sta lavorando il Comitato tecnico scientifico in sinergia con il ministero dell’Istruzione. Sul tavolo ci sono prospettive differenti a cui dare risposte: dipendono dalla curva dei contagi del Covid-19 e da come l’Italia nei suoi diversi territori reagirà alle prime aperture del 4 maggio e poi del 18 maggio ma dipendono anche dall’età degli studenti che dovranno riprendere la didattica.

L’IPOTESI

La possibilità di dividere le classi a settembre tra lezioni in aula e lezioni online potrebbe riguardare, infatti, solo i più grandi che frequentano le scuole superiori: gli adolescenti che hanno maggiore autonomia con tablet e computer, connessioni e lezioni sincrone. Non solo: gli studenti più grandi possono anche restare a casa a studiare mentre i genitori lavorano. Le criticità che si prospettano per i più piccoli invece riguardano da un lato la necessità del contatto con altri bambini e con la maestra e le difficoltà oggettive a studiare solo online, dall’altro il problema che vede mamma e papà in grave difficoltà quando devono tornare al lavoro ma i figli restano a casa.
L’idea quindi è di affrontare tre scenari diversi: per i ragazzi delle scuole elementari, delle medie e delle superiori. «Per gli studenti più grandi che si gestiscono meglio anche da soli – ha spiegato la viceministra dell’Istruzione Anna Ascani – prevediamo che una parte dell’attività sia comunque fatta in presenza, però molto probabilmente la didattica a distanza continuerà ad essere una parte del loro curriculum. I bambini invece hanno assolutamente bisogno di recuperare una relazione in presenza quindi nella scuole elementari e medie immaginiamo di poter avere la scuola in presenza. Naturalmente riducendo i gruppi classe: facendo in modo che una classe sia divisa in due, ma moltiplicando le attività che si fanno, aggiungendo, cioè, ai curricula tradizionali più musica, arte, sport, creatività digitale e laboratori. Utilizzando per questo altri spazi che stiamo individuando insieme agli enti locali». A settembre il personale scolastico dovrà necessariamente aumentare: «Ci stiamo confrontando con il ministero dell’Economia per capire in che misura potremo contare su un ampliamento di organico».

LA SVOLTA

Una rivoluzione anche dell’orario scolastico, quindi, che interesserà tutto il primo ciclo. E proprio sulla conclusione conclusivo del I ciclo, intervengono i presidi: l’esame di terza media non ci sarà: i ragazzi dovranno concordare un argomento con i docenti, preparare un elaborato e poi illustrarlo online all’intero consiglio di classe. Tutto entro la fine delle lezioni, orientativamente intorno all’8 giugno in tutte le Regioni. Per i dirigenti però serve più tempo, almeno fino a fine giugno: «Tutti i presidi – spiega Antonello Giannelli presidente dell’associazione nazionale dei presidi in una lettera rivolta alla ministra dell’istruzione Lucia Azzolina- dovrebbero presiedere i rispettivi consigli, alla presentazione degli elaborati. Ad esempio per sei classi terze di circa 25 alunni, saranno necessari almeno 13 giorni, compresi i sabati. Tutto questo avrebbe luogo mentre ancora si sta svolgendo la didattica a distanza per tutte le classi. Quindi, tenendo conto dell’attuale emergenza e del cambiamento profondo che la scuola italiana ha subito in un arco così breve di tempo, si suggerisce di lasciare all’autonomia delle istituzioni scolastiche la calendarizzazione delle operazioni d’esame, prevedendo che queste si concludano entro il termine, realistico, del 30 giugno».
Lorena Loiacono

Terza media l’esame cambia ancora

da la Repubblica

Corrado Zunino

ROMA — L’esame di Terza media, il suo residuo, cambia ancora. La sollevazione dei dirigenti scolastici — «troppi passaggi, ravvicinati e in contemporanea con la Didattica a distanza: così non c’è tempo per discutere la tesina online» — è arrivata al ministero dell’Istruzione. I dirigenti e la ministra hanno recepito e, in questa corsa affannata verso la chiusura dell’anno scolastico non priva di errori, hanno scelto di concedere più tempo per la discussione dell’elaborato concordato tra docenti e discenti. Ora, apprende Repubblica , la discussione da parte del candidato non sarà più contemporanea alla valutazione finale, come pure prevede l’ordinanza ministeriale firmata da Lucia Azzolina (e in attesa di contro- vidimazione da parte del Consiglio superiore d’istruzione).

Prendendo questo lasso di tempo necessario per l’ultimo passaggio interno, il ministero ha previsto «alcuni aggiustamenti» e, come ha chiesto l’Associazione nazionale dei presidi, andrà incontro alle esigenze delle scuole: «Metteremo dirigenti, docenti e ragazzi in condizioni di lavorare al meglio, ci muoveremo in questa direzione senza preclusioni ».

Ricapitolando. Con il Decreto scuola dello scorso 6 aprile la ministra Azzolina, suggerita dal Capo dipartimento Max Bruschi e costretta a mediare tra diverse pressioni di maggioranza, decide di salvare l’esame di Terza media riducendolo, tuttavia, alla discussione online di una tesina. Il 7 e l’8 maggio la ministra in affanno invia al Consiglio d’istruzione Cspi l’ordinanza per gli esami di Stato del secondo ciclo (Maturità e, appunto, Terza media). L’esame di quinta viene confermato in presenza e quello delle medie inferiori in remoto. Bene, per quest’ultimo all’articolo 1 si spiega — perentoriamente — che l’esame conclusivo è «coincidente» con la valutazione finale del Consiglio di classe. E in sede di valutazione il corpo docente terrà conto dell’elaborato finale che dovrà essere, sì, «originale, coerente e chiaro», ma potrà essere sia un testo scritto che un lavoro multimediale, una mappa o un insieme di mappe, un filmato, una produzione artistica. L’autore della tesina dovrà presentarla entro il 30 maggio e poi discuterla, «entro il termine delle lezioni », dal suo personal computer, dallo smartphone. Da casa. La valutazione finale terrà conto di chi non è riuscito a presentare entro il 6-12 giugno (chiusura dell’anno scolastico nelle regioni del Paese, il 16 giugno a Bolzano) l’elaborato. Ecco, la tesina ha un valore per il ministero anche se, scopriremo, molto meno per i docenti.

Diversi dirigenti scolastici hanno fatto subito notare come «per la discussione dell’elaborato dell’esame di Terza media non ci sono i tempi tecnici» e hanno chiesto al ministero di lasciare ogni istituto «libero di costruire il proprio calendario». Sabato scorso è intervenuta l’Associazione nazionale presidi, la più rappresentativa, affiancata dai collaboratori dei dirigenti scolastici (Ancodis). Il presidente Antonello Giannelli ha scritto: «Alle scuole è richiesto di varare, in tempi strettissimi, indicatori sulla valutazione dell’elaborato e su quella del percorso triennale. Ogni dirigente della secondaria di primo grado si troverebbe a dover riunire il collegio per deliberare i criteri di valutazione, riunire i consigli di classe per declinare criteri e modi, individuare la tematica da assegnare ad ogni alunno e formulare proposte sul calendario delle presentazioni, infine assegnare un termine congruo per la formulazione dell’elaborato, almeno una settimana, e partecipare, presiedendo i rispettivi consigli, alla presentazione degli elaborati». Tutto questo mentre gli stessi docenti stanno facendo, ogni mattina, la Didattica a distanza con gli stessi candidati e gli studenti di prima e seconda media. «Gli scrutini devono potersi svolgere fino al 30 giugno». Rossana Piera Guglielmi, preside dell’Istituto Visconti di Roma, spiega: «Ho 192 alunni, se il ministero allontana la consegna della tesina dagli scrutini finali possiamo iniziare le discussioni il 9 giugno e arrivare al voto entro fine mese».

Apertura delle graduatorie d’istituto in dirittura d’arrivo

da Orizzontescuola

di redazione

Ad annunciarne su FaceBook la Senatrice Bianca Laura Granato, “In dirittura di arrivo apertura e aggiornamento graduatorie provinciali.”

Sarà, come annunciato, un emendamento al Decreto scuola che dovrà essere convertito in legge entro l’8 giugno a riaprire le graduatorie ad d’istituto.

Con l’emendamento, le graduatorie di istituto vengono trasformate in provinciali, vengono aggiornate tramite modalità informatica e saranno valide per il conferimento delle supplenze nel biennio 2020/21 e 2021/22.

Questo eliminerà la scelta delle 10 scuole a provincia, rendendo il docente utile alle supplenze su tutte le scuole. Una scelta che faciliterà da un lato le scuole a trovare i supplenti e questi ultimi ad avere maggiore possibilità di lavoro.