Abolizione voto numerico nella primaria

Abolizione voto numerico nella primaria: dato positivo in un contesto legislativo che continua a preoccuparci

Roma, 29 maggio 2020 – All’interno del maxiemendamento al DL Scuola approvato ieri in Senato c’è un provvedimento fortemente voluto e sostenuto, con tutte le modalità e in tutte le sedi, dalla FLC CGIL: l’abolizione del voto numerico nella scuola primaria.

Un provvedimento necessario, dettato dalla situazione contingente, in cui la distanza ha reso pressoché impossibile la “misurazione” quantitativa degli apprendimenti, ma ancor più dal bisogno di recuperare quella cultura pedagogica democratica ispiratrice delle grandi riforme che, a partire dagli anni 70, hanno fatto della scuola primaria italiana un modello di inclusività e qualità nel panorama internazionale, almeno fino ai primi anni 2000.

Pur rappresentando un importante passo avanti, resta incomprensibile che il provvedimento venga rinviato al 2020/21, costringendo i docenti a utilizzare ancora in questo anno scolastico uno strumento di valutazione assolutamente inadeguato a valorizzare i percorsi di ciascun alunno, tenendo conto delle condizioni di partenza, dei processi e dei contesti in cui l’apprendimento è maturato.

La facoltà di ridiscutere i criteri di valutazione, già previsti nel Piano dell’Offerta Formativa, resta comunque in capo ai Collegi e i docenti ben sanno quanto le bambine e i bambini siano stati messi a dura prova dalla “distanza” e come tutte e tutti meritino il massimo dei voti come riconoscimento di un percorso che si è rivelato pieno di ostacoli e di un debito che la scuola ha maturato nei loro confronti.

Nonostante questo timidi avanzamenti, rimangono in campo tutte le ragioni che ci hanno portato alla proclamazione dello stato di agitazione: risorse insufficienti e provvedimenti inadeguati che non permettono alla scuola di assolvere al suo mandato costituzionale e, soprattutto, di recuperare oltre 4 mesi di sospensione dell’attività didattica. Con le procedure di reclutamento rinviate di un anno e modalità che non danno prospettive certe, la precarietà delle lavoratrici e dei lavoratori continuerà a essere la condizione su cui si regge il sistema scolastico e a incidere sulla qualità dell’intero settore, una situazione aggravata dall’ ulteriore rinvio delle operazioni di immissione in ruolo.

Restiamo pronti allo sciopero e a tutte le forme di mobilitazione utili a richiamare l’attenzione sulla centralità della scuola per il sistema Paese.

Più tutele per i privatisti e supplenze semplificate alle paritarie

da Il Sole 24 Ore

di Eu. B.

I ritocchi al decreto scuola non si esauriscono con concorsi, bonus ai precari e rinvio del concorso straordinario. Tra gli emendamenti approvati al Dl che ha ottenuto ieri la fiducia del Senato spiccano anche le maggiori tutele per il personale delle paritarie e la sostituzione, alla primaria, dei voti con i giudizi a partire dall’anno prossimo. Vediamole nel dettaglio.

Alla primaria giudizio al posto dei voti in decimi
Si valorizza a sistema la dimensione formativa della valutazione, che accompagna, attraverso l’espressione del giudizio, il percorso di crescita e di formazione dei bambini.

Ripetizione dell’anno (a richiesta) per gli studenti disabili
Prevista poi la possibilità di reiscrizione alunni disabili all’anno scolastico su richiesta motivata delle famiglie: limitatamente all’anno scolastico 2019-2020, la scuola può valutare l’opportunità di consentire la reiscrizione dell’alunno con disabilità al medesimo anno di corso frequentato nell’anno scolastico attuale, sulla base della richiesta della famiglia, acquisito il parere del gruppo di lavoro per l’inclusione a livello di istituzione scolastica. In questo modo è favorito il recupero di quanto previsto e che, per via dell’emergenza sanitaria, non si è riusciti a fare conseguire.

Tutela per i privatisti
Per i candidati privatisti all’esame di maturità che sosterranno l’esame nella sessione straordinaria di settembre, è previsto che partecipino alle prove di ammissione ai corsi di laurea a numero programmato nonché ad altre prove previste dalle università, istituzioni dell’alta formazione artistica musicale e coreutica e altre istituzioni di formazione superiore post diploma, a procedure concorsuali pubbliche, selezioni e procedure di abilitazione, comunque denominate, per le quali sia richiesto il diploma di scuola secondaria di secondo grado, con riserva del superamento dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione.

Graduatorie provinciali da quest’anno
A differenza di quanto stabilito dal testo originario del Dl vengono aggiornate le graduatorie di istituto a carattere provinciale prevedendo per gli anni scolastici 2020/2021 e 2021/2022 l’istituzione delle nuove graduatorie provinciali di istituto. La valutazione delle candidature per la costituzione delle graduatorie è effettuata dagli uffici scolastici territoriali, che possono avvalersi dell’attività di supporto nella valutazione da parte delle scuole della provincia di riferimento. La presentazione delle istanze, la loro valutazione e la definizione delle graduatorie avvengono con procedura informatizzata che prevede la creazione di una banca dati a sistema, anche ai fini dell’anagrafe nazionale docenti.

Istituzione tavolo percorsi abilitanti
È istituito presso il ministero dell’Istruzione un “Tavolo di confronto per avviare con periodicità percorsi abilitanti”, in modo da garantire anche in futuro ai neo-laureati un percorso di accesso all’insegnamento caratterizzato da una formazione adeguata.

Supplenze nelle paritarie
È prevista, per l’anno scolastico 2020/21 ed in via del tutto straordinaria, la possibilità per le scuole dell’infanzia paritarie comunali di affidare incarichi temporanei agli educatori dei servizi educativi per l’infanzia, qualora non sia reperibile personale docente con il prescritto titolo di abilitazione per le sostituzioni. In questo modo viene comunque garantito il servizio educativo.


Guanti, mascherine, igienizzanti e termoscanner con i 331 milioni a disposizione delle scuole

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Mascherine, guanti, gel e disinfettanti ma anche termoscanner, pannelli in plexiglass, kit pronto soccorso, macchinari per pulizie e banchi modulari componibili. E ancora, acquisto di piattaforme e strumenti digitali di supporto al recupero delle difficoltà di apprendimento, anche per la didattica a distanza e acquisto biglietti per visite guidate virtuali. Questo e molto altro si potrà acquistare con i fondi del decreto Rilancio.

Le risorse a disposizione
I 331 milioni di euro a disposizione per il 2020 sono stati messi in campo con l’obiettivo di sostenere la ripresa dell’attività didattica per il nuovo anno scolastico, consentendo alle istituzioni scolastiche di adottare le necessarie misure di sicurezza per garantire il distanziamento fra gli studenti, la dotazione di materiale igienico-sanitario, l’adeguatezza degli spazi fisici e per sostenere lo sviluppo di modalità didattiche innovative.

La dead line del 30 settembre
Le scuole – come spiega il ministero dell’Istruzione agli istituti scolastici – dovranno utilizzare i fondi e realizzare gli interventi entro il 30 settembre 2020 o comunque, entro quella data, devono essere completate le procedure di affidamento. Nel caso in cui le risorse risultino non impegnate entro quella data, dovranno infatti essere restituite e verranno riassegnate al fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche.


Mascherine dai 3 anni e ingressi scaglionati Così si tornerà in aula

da La Stampa

Paolo Russo
roma
Sempre con la mascherina tirata su, anche durante le interrogazioni. Con gli ingressi scaglionati, uno per banco e sempre ad almeno un metro di distanza da compagni e insegnanti. L’ora di lezione che diventa di 45 minuti e classi formato “mini” dove sarà possibile crearle con gli spazi a disposizione. A settembre a scuola si tornerà così, seguendo le indicazioni del Comitato tecnico scientifico (Cts) contenute nelle 22 pagine di linee guida spedite ieri al ministro dell’istruzione, Lucia Azzolina. Che insieme ai suoi sta ora buttando giù il piano che dovrà metterle in pratica.
Classi ridotte
Servirà massima prudenza fin dall’ora della campanella. «Saranno privilegiati tutti i possibili accorgimenti al fine di differenziare ingressi e uscite per impedire assembramenti di persone», mentre «la presenza dei genitori dovrà essere ridotta al minimo», raccomanda il Cts. E all’Istruzione già si pensa di scaglionare gli ingressi ogni mezz’ora, dalle 7.30 alle 10. «Nelle classi il principio del distanziamento fisico rappresenta un aspetto prioritario», si legge sempre nelle linee guida, che poi raccomandano di «garantire il distanziamento interpersonale di almeno un metro nelle classi». Distanza di sicurezza che diventa di due metri quando si va in palestra. Con questi obblighi «il layout delle aule dovrà essere rivisto». Anche perché quel metro di distanza dovrà essere assicurato anche quando si passa tra una fila di banchi. Il che vuol dire che da settembre al banco si starà da soli e che le classi pollaio dovranno essere smembrate. Gli scienziati non dicono di quanti alunni dovranno essere composte, perché questo dipenderà dalla grandezza di ciascuna aula. Ma è chiaro che in più di 10-15 non si potrà stare.
Metà a scuola, metà in remoto
Il problema dello spezzettamento delle classi non si porrà tanto per scuole elementari e medie, che soprattutto nei piccoli centri sono già in formato ridotto causa denatalità. Lo spezzatino servirà però sicuramente nelle scuole superiori delle grandi città, dove in classe oggi si sta anche in più di 30. Al ministero dell’Istruzione pensano di utilizzare il miliardo e 400 milioni investiti nella scuola dal decreto rilancio per avviare lavori di «edilizia scolastica leggera», in modo da ricavare nuove aule da spazi come aule magne, palestre e altre aree di uso comune da dividere con pareti mobili. Ma un’indagine della Cisl scuola documenta che il 48% degli istituti questi spazi alternativi non li ha. In questo caso la soluzione sarebbe alternare le lezioni in presenza, comunque ridotte a 45 minuti, con quelle a distanza, che il Cts ritiene «utile riproporre».
Mancano gli insegnanti
Se si fanno più classi occorrono anche più insegnanti, che però scarseggiano. I 32mila precari assunti a tempo determinato in attesa di essere stabilizzati il prossimo anno con concorso infatti serviranno più che altro a coprire i buchi di chi è andato in pensione, magari sfruttando quota 100. Per questo bisognerà attingere alle graduatorie, non solo provinciali, ma anche di istituto, chiamando a raccolta probabilmente anche chi l’abilitazione all’insegnamento ancora non ce l’ha.
Mascherine non per i più piccoli
Si ai pasti in refettorio se è possibile garantire le distanze, se no “lunch box”, insomma pranzo al sacco da consumare al banco. Il Cts richiede poi «l’obbligo di mascherina chirurgica o di comunità» (quelle di stoffa o fai da te per intenderci) per tutti i bambini e i ragazzi dai tre anni in su. E senza sconti nemmeno a chi è interrogato, visto che è lì che si possono più facilmente propagare le temibili “goccioline”. Insegnanti e bidelli dovranno invece indossare sempre quelle chirurgiche che saranno fornite loro dall’Istituto, mentre ai ragazzi dovranno pensare i genitori. Niente mascherina per i piccolissimi da 0 a 3 anni che vanno al nido. Per loro gli scienziati sanno che il distanziamento è impossibile, per cui la raccomandazione è di creare gruppi ancora più piccoli di quelli che a settembre si daranno appuntamento nelle aule scolastiche.

“Giusto abolire i voti con i numeri Bisogna includere e motivare “

da La Stampa

Maria Angela Grassi, presidente della Associazione Nazionale Pedagogisti

Un primo segnale positivo ma servirebbe una riforma complessiva perché decisioni così importanti per il mondo della scuola non possono passare attraverso un emendamento. Questo è il giudizio di Maria Angela Grassi, presidente della Associazione Nazionale Pedagogisti, sulla scomparsa dei voti numerici per chi frequenta la primaria.
La novità sarà in vigore da settembre secondo quello che prevede un emendamento approvato dal Senato. Che ne pensa?
«È una notizia che mi coglie di sorpresa ma sono del tutto favorevole. Quest’anno compirò settant’anni, ho una lunga esperienza come pedagogista. A scuola si va per imparare e si dovrebbe essere incentivati ad andare in classe per il piacere e il desiderio di apprendere, non per il voto. Penso che bisognerebbe tornare a quello che sosteneva don Milani e cioè a una scuola che ci permetta di avere tutti le stesse opportunità».
Il contrario di quello che sta accadendo, soprattutto durante la quarantena.
«Esatto, non è la scuola in cui credo, quella per cui mi sono formata e per cui da anni sto svolgendo la mia attività».
L’emendamento quindi va nella direzione giusta?
«È un buon segnale, soprattutto in questa fase. Ma non si può modificare un elemento così importante da un punto di vista pedagogico attraverso un emendamento. Ci vuole una riforma organica e inserire i giudizi all’interno di una scuola pensata e realizzata in modo diverso, altrimenti perde il suo significato».
Che cosa non va nel voto?
«Influisce nel modo di percepire la scuola. Non accade molto nei bambini ma a partire dalla secondaria di primo grado. La scuola deve includere, deve trovare il modo per far andare avanti tutti. Non vuol dire promuovere tutti ma evitare che qualcuno resti indietro».
Il mondo dei sogni…
«Forse sì, ma è la scuola per cui lottare. Dove non trovano posto i test Invalsi ma c’è il tempo pieno. Non ci sono compiti perché tutto si svolge durante le ore di scuola e si riesce a far calare il tasso di abbandoni. In un progetto come questo i voti perdono significato. E andrebbe esteso a tutta la scuola dell’obbligo quindi almeno fino ai 16 anni. Meglio ancora se si innalza l’età dell’obbligo fino ai 18 anni e si offrono a tutti fino alla maggiore età gli stessi diritti all’istruzione. Da quel momento in poi si sceglie se andare a lavorare o continuare gli studi e anche i voti tornano a essere utili». FLA.AMA.

Scuola , c’è l’intesa sul concorso Ma si dovrà attendere l’autunno

da La Stampa

FLAVIA AMABILE
ROMA
Si attende per oggi il voto di fiducia sul decreto scuola con due giorni di ritardo rispetto a una tabella di marcia già rallentata dalle divisioni presenti all’interno della maggioranza e da una serie di annunci entusiasti seguiti da rapide marce indietro. Alla fine l’accordo era necessario e quindi Pd e Leu hanno trovato una formula di intesa con i Cinque Stelle per realizzare un concorso straordinario e assumere 32 mila docenti che insegnano da almeno 3 anni nelle scuole italiane.
Ma l’accordo si basa su un equilibrio molto precario e su un Pd diviso: il senatore Francesco Verducci ha confermato la propria opposizione e i suoi emendamenti non sono stati approvati solo per un voto. Verducci , a differenza del resto del Pd, non voterà a favore in Senato oggi perché dal suo punto di vista l’accordo rappresenta «un passo indietro nella stabilizzazione dei precari». Poco convinti anche i sindacati che hanno proclamato lo stato di agitazione e poco convinti molti precari. Alcuni sono andati molto oltre nelle critiche, hanno rivolto pesanti accuse e minacce alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina che ora è sotto scorta.
Il concorso straordinario si farà dopo l’estate, presumibilmente in ottobre, al massimo a novembre. Non si baserà su test a crocette, ma si tratterà di una prova scritta con quesiti a risposta aperta. Chi parteciperà potrà svolgere la prova anche in un posto diverso rispetto a dove concorre. La prova deve essere superata con un punteggio minimo di sette decimi ed è distinta per classi di concorso e tipologia di posto. Per i posti comuni il concorso mira alla valutazione delle conoscenze e delle competenze disciplinari e didattico metodologiche oltre alla comprensione di un testo in lingua inglese. Per i posti di sostegno, saranno valutate le metodologie didattiche da applicarsi alle diverse tipologie di disabilità, nonché la capacità di comprensione del testo in lingua inglese. Intanto il ministero dell’Istruzione ha sospeso la presentazione delle domande di partecipazione che doveva avvenire da oggi. E un emendamento presentato dai senatori Pd Verducci e Iori ha previsto, dal prossimo anno, che alle scuole elementari ritorni il giudizio e la valutazione non sia più espressa con voti numerici.
Soddisfatto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, e molto soddisfatti i Cinque stelle, che hanno ottenuto anche l’apertura delle graduatorie provinciali: gli iscritti potranno indicare, per la costituzione delle graduatorie di istituto, fino a 20 scuole di provincia in cui hanno presentato domanda di inserimento per ciascuno dei posti o classi di concorso cui abbiano titolo.
Poche le voci del Pd, contento invece il senatore di Italia Viva Davide Faraone che parla di «piano choc» per l’edilizia scolastica grazie a un suo emendamento.

Scuola, serve un piano per riaprire

da La Stampa
Andrea Gavosto*

La scuola sta infiammando il dibattito. Da un lato, crescono la pressione e le proteste delle famiglie sui modi e i tempi della riapertura, che sembra l’urgenza più importante. Dall’altro, la maggioranza ha dedicato giorni e notti, rischiando di sfaldarsi, al concorso per l’assunzione dei precari: una questione cronica e seria, che con l’emergenza virus ha però poco a che fare. È invece tempo – lo suggeriscono anche alcune anticipazioni – che il governo e le sue task force diano un’indicazione chiara sulla direzione da prendere per arrivare preparati alla ripresa scolastica di settembre.
La richiesta di genitori e mondo della scuola di ripartire con tutti gli allievi in classe – ovviamente in sicurezza e possibilmente senza didattica a distanza – nasce da un comprensibile desiderio di ritorno alla normalità. Non li aiuta, però, chi si inventa un bersaglio polemico inesistente. La scuola è chiusa per il virus, non perché qualcuno la voglia sostituire con la DaD. Quest’ultima non è la soluzione, ma è stata l’unica alternativa. Speriamo non debba tornare a esserlo, ma abbiamo capito che la formazione digitale è una risorsa in più per i docenti.
Sul concorso straordinario per mettere in ruolo 32.000 precari – previsto ben prima dell’emergenza – nella maggioranza ha infine ragionevolmente prevalso la linea della ministra Azzolina di mantenere una verifica delle competenze, per evitare una nuova sanatoria. La prova, però, cambierà e slitterà in autunno, dandoci la definitiva certezza che nemmeno uno dei vincitori sarà in cattedra a settembre. A inizio anno ci sarà in ogni caso un record di supplenti, oltre 200.000. Per aiutare la ripartenza, avrebbe avuto senso lasciare tutti i docenti al posto di quest’anno, dando quella continuità didattica necessaria agli allievi per recuperare quanto perso in questi mesi.
Che cosa, dunque, ci serve oggi per arrivare preparati a settembre?
Al momento, ignoriamo quale sarà l’evoluzione dell’epidemia e se nei prossimi tre mesi ci saranno nuovi lockdown. Sappiamo, invece, che le scuole potrebbero essere focolai virali. Vero, i più piccoli si ammalano meno degli adulti; non c’è al momento evidenza scientifica, però, che li escluda come veicoli di contagio, magari asintomatici, per insegnanti, nonni e genitori. E a scuola si hanno molti contatti e per un tempo prolungato, due fattori che moltiplicano il rischio. Difficile, dunque, dire oggi quali misure di distanziamento (un metro, due metri?) e di precauzione serviranno a settembre e se sarà possibile avere tutti in classe in sicurezza. Il ministro Speranza si è detto ottimista. Altrimenti, si dovranno fare scelte. Giusto dare priorità ai più piccoli (infanzia, primaria e media, come vorrebbe il Ministero) e agli allievi con fragilità, a partire dai disabili. Giusto, ma difficile.
Sappiamo, infatti, che serviranno nuovi spazi dentro le scuole e all’esterno per fare stare in sicurezza il maggior numero di persone, una giornata scolastica e una didattica più flessibili, orari ridefiniti e scaglionati. Un punto finora trascurato è che la soluzione non potrà essere uguale per tutti: alla luce delle linee guida del governo, ogni scuola dovrà trovare il mix di ingredienti più adatto al proprio caso. A decidere sarà, dunque, il dirigente scolastico, aiutato da figure con specifiche competenze tecniche e con il supporto degli enti locali proprietari degli edifici. Le regole di governo del processo, che include anche la responsabilità penale e civile dei dirigenti, vanno definite adesso. Altrimenti, il rischio – già lo segnala la difficoltà di formare le commissioni di maturità – è che gli attori della scuola decidano di non decidere, rendendo la riapertura un’impresa titanica. —
*Direttore Fondazione Agnelli

Dirigenti scolastici nella gestione chiusura scuole, responsabilità penale ed Esami di Stato

da Orizzontescuola

di Paolo Quadrino

I Dirigenti Scolastici hanno avuto un ruolo fondamentale durante la gestione dell’emergenza Covid e la conseguente “chiusura” delle scuole anche se solo fisica, perché attività didattiche, pratiche amministrative e obblighi della Pubblica Amministrazione si sono dovuti ugualmente svolgere.

Il Prof. Antonello Giannelli, Presidente dell’Associazione Nazionale Dirigenti Pubblici ed Alte Professionalità della Scuola (ANP) sottolinea la sfida affrontata dai Dirigenti Scolastici già dal primo DPCM nel quale si indicava agli Istituti di ogni grado di “attivare modalità di didattica a distanza”, seppure con tutti i limiti di seguito constatati derivanti da molteplici fattori tra i quali le difficoltà di connessione o la mancanza di dispositivi da parte degli studenti a cui si è cercato di porre rimedio con il comodato d’uso.

I temi della responsabilità penale, delle norme di prevenzione e sicurezza sono tra i maggiori problemi da affrontare in vista della certa riapertura per i prossimi Esami di Stato, che ANP non riteneva necessaria, ma che accetta applicando le misure del protocollo definite dal Comitato Tecnico, chiedendo una riflessione e riforma delle regole per datori di lavoro quali sono i Dirigenti Scolastici, pubblici ufficiali, senza invocare “scudi penali”.

Adempimenti fine anno, secondaria I grado: relazione finale e coordinata. Modelli

da Orizzontescuola

di Antonio Fundaro

In prossimità del termine delle attività educative e i docenti italiani moltiplicano i loro impegni non già e non solo connessi alla didattica (nel senso più proprio del termine) quanto piuttosto alla molteplicità di adempimenti, definiti di fine anno, e collegati alle tante funzioni a cui sovrintendono o ai tanti ruoli che rivestono.

La valutazione come discriminante dei documenti

Naturalmente è la valutazione finale a costituire, prescindendo l’ordine di scuola, il momento conclusivo dell’attività formativa. Ai sensi dell’articolo 1 del decreto legislativo n, 62/2017. la valutazione ha per oggetto il processo formativo e i risultati di apprendimento delle alunne e degli alunni. concorre al miglioramento degli apprendimenti e al successo formativo. documenta lo sviluppo dell’identità personale e promuove l’autovalutazione in relazione all’acquisizione di conoscenze. abilità e competenze, La valutazione periodica e finale degli apprendimenti è riferita a ciascuna delle discipline di studio previste dalle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione (decreto ministeriale n, 254/2012) e alle attività svolte nell’ambito di “Cittadinanza e Costituzione”, Per queste ultime. la valutazione trova espressione nel complessivo voto delle discipline dell’area storico-geografica. ai sensi dell’articolo I della legge n, 169/2008, La valutazione viene espressa con voto in decimi e viene effettuata collegialmente dai docenti contitolari della classe per la scuola primaria e dal consiglio di classe per la scuola secondaria di primo grado. I docenti, anche di altro grado scolastico, che svolgono attività nell’ambito del potenzi amento e dell’arricchimento dell’offerta formativa, forniscono elementi di informazione sui livelli di apprendimento conseguiti dalle alunne e dagli alunni e sull’interesse manifestato, AI fine di garantire equità e trasparenza, il collegio dei docenti delibera i criteri e le modalità di valutazione degli apprendimenti e del comportamento che vengono inseriti nel PTOF e resi pubblici, al pari delle modalità c dci tempi della comunicazione alle famiglie. In particolare. considerata la funzione formativa di accompagnamento dci processi di apprendimento e di stimolo al miglioramento continuo. il collegio dei docenti esplicita la corrispondenza tra le votazioni in decimi e i diversi livelli di apprendimento (ad esempio definendo descrittori, rubriche di valutazione, ecc.), Definisce. altresì. i criteri generali per la non ammissione alla classe successiva e all’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione nel caso di voto inferiore a 6/10 in una o più discipline, La valutazione del comportamento delle alunne e degli alunni (articolo 2) “viene espressa, per tutto il primo ciclo, mediante un giudizio sintetico che fa riferimento allo sviluppo delle competenze di cittadinanza e, per quanto attiene alla scuola secondaria di primo grado, allo Statuto delle studentesse e degli studenti e al Patto di corresponsabilità approvato dall’istituzione scolastica, Il collegio dei docenti definisce i criteri per la valutazione del comportamento, determinando anche le modalità di espressione del giudizio, Si ricorda che dal corrente anno scolastico per tutte le alunne e tutti gli alunni di scuola primaria e secondaria di primo grado la valutazione periodica e finale viene integrata con la descrizione dei processi formativi (in termini di progressi nello sviluppo culturale. personale e sociale) e del livello globale di sviluppo degli apprendimenti conseguito. Pertanto. le istituzioni scolastiche avranno cura di adeguare i propri modelli di documento di valutazione periodica e finale tenendo conto delle novità sopra esposte. Si rammenta. inoltre, che la valutazione dell’insegnamento della religione cattolica o delle attività alternative, per le alunne e gli alunni che si avvalgono di tali insegnamenti, viene riportata su una nota separata dal documento di valutazione ed espressa mediante un giudizio sintetico riferito all’interesse manifestato e ai livelli di apprendimento conseguiti. Naturalmente le tre diverse O.M., la numero 9, 10 e 11 del 16 maggio 2020, scompaginano l’assetto valutativo rispondendo più a criteri emergenziali che a criteri riformatori.

La valutazione alla secondaria di primo grado ai tempi del Covid-19

Nella scuola secondaria di primo grado, la valutazione è fatta in base al Decreto n. 122 del 2009, Regolamento recante coordinamento delle norme vigenti per la valutazione; al Decreto legislativo n. 62/2017, recante norme in materia di valutazione e di certificazione delle competenze; al DM n. 741/2017, dedicato a disciplinare in modo organico gli esami di Stato di scuola secondaria di I grado; al DM n. 742/2017, con il quale sono stati adottati i modelli nazionali di certificazione nazionale delle competenze al termine della scuola primaria e del primo ciclo di istruzione; alla Nota n. 1865 del 10 ottobre 2017, volta a fornire indicazioni in merito a valutazione, certificazione delle competenze ed Esame di Stato nelle scuole del primo ciclo di istruzione; alle Ordinanze Ministeriali 9 e 11 del 16 maggio 2020 relative, la prima agli esami di stato per le terza classe, la secondaria di primo grado e la seconda per la valutazione. La valutazione dell’insegnamento della religione cattolica resta disciplinata dal D.L.vo N°297 del 16 Aprile del 1994 ed è espressa con un giudizio sintetico.

La valutazione del comportamento degli alunni, ai sensi del’art.8 comma 1 e dell’art.11 comma 2 del D.L.vo N°59/04 e successive modifiche e dell’art.2 del D.L. sopra citato è espressa:

  • nella scuola primaria attraverso un giudizio del docente o dei docenti contitolari
  • nella scuola secondaria di primo grado con voto numerico espresso collegialmente in decimi ai sensi dell’art.2 del D.L. sopra citato. Il voto numerico deve essere illustrato con specifica nota e riportato in lettere nel documento di valutazione.

Scuola Secondaria di primo grado

La valutazione degli apprendimenti acquisiti e del comportamento dell’alunno, espressa con votazione in decimi, nonché le decisioni relative alla promozione alla classe successiva vengono adottate per scrutinio dai docenti della classe. La valutazione, oltre che sul registro annuale degli alunni, viene registrata sull’apposito documento da consegnare alla famiglia. Per quanto riguarda la promozione alla classe successiva o all’esame (art. 3 legge 169/2008), gli alunni, quest’anno prescindendo la sufficienza (il voto numerico di 6) in ogni disciplina, come previsto nelle due diverse O.M. del 16 maggio 2020. Il corso di studi si conclude con l’esame di Stato il cui superamento è titolo indispensabile per l’iscrizione agli istituti del 2° ciclo. L’ammissione all’esame comporta un giudizio di idoneità, accompagnato da un voto in decimi, riferito agli esiti dell’intero percorso compiuto dall’alunno nella scuola secondaria, al primo quadrimestre del terzo anno e al secondo quadrimestre del terzo anno caratterizzato dalla didattica a distanza.

L’Ordinanza ministeriale n. 11 del 16 maggio 2020, all’Articolo 3 (Valutazione nel primo ciclo di istruzione), recita ai commi: 2. “Gli alunni sono ammessi alla classe successiva in deroga alle disposizioni di cui all’articolo 3, comma 3, all’articolo 5, comma 1 e all’articolo 6, commi 2, 3 e 4 del Decreto legislativo”; 3. “I docenti contitolari della classe o del consiglio di classe procedono alla valutazione degli alunni sulla base dell’attività didattica effettivamente svolta, in presenza e a distanza sulla base dei criteri e delle modalità deliberate dal collegio dei docenti”; 4.” Gli alunni sono ammessi alla classe successiva anche in presenza di voti inferiori a sei decimi in una o più discipline, che vengono riportati nel verbale di scrutinio finale e nel documento di valutazione”; 5. “Per gli alunni ammessi alla classe successiva in presenza di votazioni inferiori a sei decimi o comunque di livelli di apprendimento non adeguatamente consolidati, gli insegnanti contitolari della classe e il consiglio di classe predispongono il piano di apprendimento individualizzato di cui all’articolo 6, in cui sono indicati, per ciascuna disciplina, gli obiettivi di apprendimento da conseguire o da consolidare nonché le specifiche strategie per il raggiungimento dei relativi livelli di apprendimento”.

L’Articolo 4 (Scuola secondaria di secondo grado – Valutazione delle classi non terminali) della stessa Ordinanza ministeriale, ai commi: 2. “Il consiglio di classe procede alla valutazione degli alunni sulla base dell’attività didattica effettivamente svolta, in presenza e a distanza, utilizzando l’intera scala di valutazione in decimi”; 3. “Gli alunni della scuola secondaria di secondo grado sono ammessi alla classe successiva in deroga alle disposizioni di cui all’articolo 4, commi 5 e 6, e all’articolo 14, comma 7 del Regolamento”; 4. “Nel verbale di scrutinio finale sono espresse per ciascun alunno le eventuali valutazioni insufficienti relative a una o più discipline. I voti espressi in decimi, ancorché inferiori a sei, sono riportati nel documento di valutazione finale. Per l’attribuzione del credito restano ferme le disposizioni di cui all’articolo 15, comma 2 del Decreto legislativo. Nel caso di media inferiore a sei decimi per il terzo o il quarto anno, è attribuito un credito pari a 6, fatta salva la possibilità di integrarlo, con riferimento all’allegato A al Decreto legislativo corrispondente alla classe frequentata nell’anno scolastico 2019/2020, nello scrutinio finale relativo all’anno scolastico 2020/21, con riguardo al piano di apprendimento individualizzato di cui all’articolo 6, comma 1. La medesima possibilità di integrazione dei crediti è comunque consentita, con le tempistiche e le modalità già descritte, per tutti gli studenti, anche se ammessi con media non inferiore a sei decimi, secondo criteri stabiliti dal collegio docenti”.

Classi prime e seconde

Ma quali documentazioni dovranno presentare i docenti delle classi prime e seconde della Secondaria di primo grado?

Ogni docente provvederà a predisporre:

-relazione finale di ciascuna delle proprie classi evidenziando:

  • La situazione della classe in relazione alla propria disciplina;
  • Metodologie, strategie e strumenti adottati nell’insegnamento;
  • Criteri di valutazione disciplinari seguiti;
  • Interventi individualizzati, di recupero e sostegno e risultati ottenuti;
  • Le competenze disciplinari sviluppate;
  • Eventuali osservazioni.

Ogni docente predisporrà per ciascuna classe:

  • Relazione finale disciplinare da consegnare al coordinatore.

La relazione dovrà contenere indicazioni sul comportamento degli alunni, sugli obiettivi educativi e formativi raggiunti, sul materiale didattico e scientifico utilizzato, sulle metodologie e strategie didattiche adottate, sui criteri di valutazione, sul rapporto scuola – famiglia, sulle verifiche scritte orali e su ogni elemento ritenuto utile.

  • Programmi per singola disciplina, firmati dall’insegnante

I docenti di approfondimento (se l’insegnamento è affidato ad un docente diverso da quello che effettua le restanti ore di Lettere) consegneranno una relazione sulle attività svolte contenente i moduli didattici svolti, i risultati ottenuti, le verifiche oggettive effettuate, il totale delle ore impegnate ed ogni elemento ai fini della valutazione utile.

Docenti coordinatori delle classi prime e seconde:

Entro il giorno dello scrutinio

I docenti elaborano la relazione finale con il percorso didattico-educativo della classe, le competenze trasversali acquisite, gli obiettivi raggiunti, mezzi e strumenti, le attività svolte, le visite guidate effettuate, eventuali ostacoli all’implementazione della progettazione, controllano la completezza dei verbali, delle progettazioni e delle relazioni finali allegati al registro del Consiglio di Classe. Predispongono eventuale relazione sugli alunni non ammessi.

Docenti coordinatori classi terze

I docenti coordinatori delle classi terze (entro il giorno dello scrutinio):

Controllano la completezza dei verbali, delle progettazioni e delle relazioni finali allegati al registro del Consiglio di Classe.

Predispongono una relazione di sintesi coordinata in duplice copia sui risultati della progettazione educativa e didattica del triennio, evidenziando la situazione attuale della classe, la progettazione educativa e didattica, gli obiettivi educativi e didattici raggiunti, i progetti e le attività svolte, le competenze acquisite, le tipologie di prove d’esame, i criteri del colloquio pluridisciplinare.

Tenuto conto dei criteri per la valutazione degli apprendimenti e per la valutazione del comportamento deliberati dal collegio docenti, raccolgono tutti gli elementi necessari alla formulazione del giudizio di idoneità (voto in decimi) dei singoli alunni da concordare in sede di scrutinio (come valutazione del percorso triennale). Per la classe terze occorre predisporre e compilare la certificazione delle competenze.

Molte scuole hanno elaborato una modulistica pregevole, per segnalarne una per tutte, quella proposta dall’Istituto Comprensivo Santagata – 5° C.D. Portici (Na) diretto dal prof. Nicola Di Muzio.

Il PAI e il PIA nella scuola secondaria di primo grado

Nell’Ordinanza Ministeriale 16 maggio 2020, AOOGABMI 11, si fa riferimento ai seguenti documenti: PAI e PIA. Sembra opportuno mettere a conoscenza i docenti sulla documentazione che dovrà essere prodotta congiuntamente agli scrutini nel caso si scegliessero le possibilità previste dall’Ordinanza stessa. Il PAI è un documento che è previsto per tutte le classi degli ordini di scuola, tranne per le classi terminali. Va redatto per ogni alunno che non ha raggiunto la sufficienza nelle discipline di riferimento. Il PIA è il documento che va stilato obbligatoriamente, dal quale si evince se ci sia stato un disallineamento nella programmazione, che andrà poi recuperato. Tali documenti, da prendere in visione, saranno poi deliberati dal Collegio dei Docenti. Si precisa, che sono obbligatofiri.

RELAZIONE-FINALE-DISCIPLINARE

RELAZIONE COORDINATA DI CLASSE

Piano di Integrazione degli apprendimenti e Piano di Apprendimento individualizzato: modelli per scuola secondaria Primo grado

Stato agitazione sindacati su precariato: convocato l’Organismo di conciliazione il 29 maggio

da Orizzontescuola

di redazione

Le organizzazioni sindacali Flc Cgil, Cisl Fsur, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e FGU Gilda Unams, con nota del 26 maggio u.s. e l’associazione ANIEF con nota del 27 maggio u.s., hanno comunicato di aver proclamato due distinti stati di agitazione

Per tale motivo è stata indetta la riunione del predetto Organismo per il giorno 29 maggio 2020 alle ore 12:00.

I motivi dello stato di agitazione

I sindacati Flc Cgil, Cisl Fsur, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e FGU Gilda Unams, così come l’associazione sindacale ANIEF si sono ritenuti del tutto insoddisfatti delle mediazioni politiche raggiunte fra i gruppi di maggioranza relativamente al concorso straordinario riservato ai docenti con 36 mesi di servizio.

Ricordiamo, infatti, che a seguito della trasformazione in sede Parlamentare del decreto scuola, è stato approvato un emendamento che ha modificato la prova concorsuale che consisterà nel rispondere a domande a risposta aperta. Soluzione non accolta dai sindacati.

UIL: no a dirigenti che organizzano visite mediche per lavoratori fragili. Settembre a rischio burocratizzazione

da Orizzontescuola

di redazione

Si è riunito questa mattina il Tavolo nazionale permanente per gli esami di Stato, composto da componenti del MI, della Protezione civile, della Croce Rossa Italiana e dalle Organizzazioni Sindacali, che svolge le funzioni di verifica dell’attuazione, presso le istituzioni scolastiche, delle indicazioni contenute nel Documento tecnico scientifico per gli esami di Stato.

Un primo incontro che ha visto da parte della UIL Scuola – rappresentata da Giuseppe D’Aprile – un’adesione convinta al fine di contribuire allo svolgimento in sicurezza degli esami in presenza, ben sapendo che ci sono grandi difficoltà che la macchina amministrativa da sola non potrà superare se non attraverso una grande solidarietà e collaborazione.

In questo senso la UIL ha chiesto al tavolo decisioni condivise e scevre da posizioni ideologizzate che, possibilmente, vadano nella stessa direzione e cioè la tutela a 360 gradi della comunità educante, eliminando elementi di scontro anche pregressi al fine di supportare le scuole nella giusta maniera. Comunicazioni e indicazioni stringate e chiare, senza linguaggi burocratici, anche per fornire alla dirigenza scolastica il giusto supporto che merita.

Un approccio costruttivo, collaborativo, democratico e non burocratico.

Nel merito è stata esaminata una bozza di circolare che il dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali ha predisposto per le scuole e che riguarda le “dotazioni finanziarie per la ripresa dell’attività didattica a settembre, nonché per lo svolgimento, in presenza e in sicurezza, degli esami di Stato conclusivi del secondo ciclo di istruzione”.

La UIL Scuola, per quanto concerne la parte della circolare che riguarda gli esami di Stato, ha sollecitato il tavolo a fornire immediatamente indicazioni alle scuole onde evitare iniziative più o meno opportune.

In particolare ha evidenziato le pretese di qualche dirigente scolastico che costringe il personale che ritiene di essere in condizioni di fragilità e dunque maggiormente esposto a rischio di contagio, di chiedere di essere sottoposto a visita da parte del medico competente o medico del lavoro INAIL.
Alla luce di ciò, ha fatto presente che non c’e’ alcun obbligo per il lavoratore il quale, se appartenente alle categorie fragili, dovrà farlo dichiarare semplicemente dal medico di base.
“L’individuazione dei lavoratori “fragili” può essere effettuata dal medico di base… è previsto nel documento redatto dal comitato tecnico scientifico.

Per quanto riguarda invece la parte della circolare che riguarda la ripresa dell’anno scolastico la UIL ha espresso contrarietà per una iniziativa unilaterale che dovrà invece trovare una eventuale condivisione attraverso la sottoscrizione di un protocollo dedicato alla ripartenza dell’anno scolastico.
Inoltre, la circolare, così articolata, rischia di mettere in piedi un castello burocratico che scarica sulle scuole e quindi sui Dirigenti Scolastici tutte le incombenze e le responsabilità che si accentuano in presenza di istituzioni scolastiche che in alcuni casi si ritroveranno a settembre senza Dirigente Scolastico e senza DSGA.

Nel merito:

  1. E’ impensabile programmare le spese prima di conoscere come riprenderà l’anno scolastico;

  2. Il consiglio di istituto non può essere semplicemente informato ma è un organismo deliberante!

  3. Il tutto da realizzare entro il 30 settembre sembra “cozzare” con le esigenze delle scuole che sicuramente devono essere messe in condizione molto prima di ripartire e che si troverebbero ad adempiere a incombenze nel periodo estivo senza personale a disposizione;

  4. Gli aspetti amministrativi sono troppo complessi perché ognuna delle 8.000 scuole possa adempierle;

  5. Dovrebbero essere gli uffici amministrativi territoriali a dare supporti necessari con convenzioni più ampie e in collaborazione con gli enti locali. E’ impensabile che anche i lavori di adeguamento e manutenzione andrebbero in carico alle scuole tramite convenzioni con gli enti locali;

  6. Le complesse realtà scolastiche , fittiziamente autonome , in realtà sono imbrigliate in pastoie burocratiche, non ultimi quelli imposti dal codice degli appalti e dall’ANAC. Non potrà essere certamente il servizio Help desk (HDAC) a risolvere il mare di problemi che verranno posti.

Quindi, secondo la UIL, occorre un confronto trasversale di tutti i soggetti coinvolti per non rischiare di rinviare la risoluzione dei problemi posti, ad un momento in cui sarebbe troppo tardi perché a ridosso dell’inizio dell’anno scolastico.

La UIL Scuola ha chiesto di stralciare dalla circolare la parte riguardante l’avvio dell’anno scolastico al fine di renderla più fruibile, meno burocratizzata, con adempimenti più facilmente attuabili nell’ambito di un progetto governativo più ampio.
Diversamente, si tratta di scaricare sulle scuole una mole di adempimenti che saranno in tanti casi irrealizzabili, compromettendo inevitabilmente la ripresa dell’anno scolastico in assoluta sicurezza.

Rientro a settembre, Comitato scientifico: pulizia approfondita scuole spetta agli ATA

da Orizzontescuola

di redazione

Pubblicato dal Ministero il documento elaborato dal Comitato Tencico scientifico per il rientro a settembre. All’interno molte indicazioni, alcune delle quali riguardano l’igienizzazione dei locali.

Secondo quanto leggiamo nel testo del documento, per settembre i locali, prima dell’arrivo degli studenti, dovranno essere sottoposti ad ingienizzazione approfondita. Ciò dovrà essere svolto ad opera dei collaboratori scolastici. La pulizia dovrà riguardare i locali della scuola destinati alla didattica e non, compresi androne, corridoi, bagni, uffici di segreteria e ogni altro ambiente di utilizzo. “Se la scuola è occupata da almeno 7-10 giorni, – si legge nel documento – per riaprire l’area sarà necessaria solo la normale pulizia ordinaria, poiché il virus che causa COVID-19 non si è dimostrato in grado di sopravvivere su superfici più a lungo di questo tempo neppure in condizioni sperimentali.”

“Le operazioni di pulizia dovranno essere effettuate quotidianamente secondo le indicazioni dell’ISS previste nella Circolare del Ministero della Salute “Indicazioni per l’attuazione di misure contenitive del contagio da SARS-CoV-2 attraverso procedure di sanificazione di strutture non sanitarie (superfici, ambienti interni) e abbigliamento” in particolare nella sezione “Attività di sanificazione in ambiente chiuso” di cui un estratto è in Allegato 1. Nello stesso allegato è riportato un estratto con i principi attivi indicati per le varie superfici tratto da Rapporto ISS COVID-19 n. 19/2020 – “Raccomandazioni ad interim sui disinfettanti nell’attuale emergenza COVID-19: presidi medico-chirurgici e biocidi. Versione del 25 aprile 2020”

Indicazioin anche sui prodotti che bisogna utilizzare. Infatti, insieme ai normali disinfettanti, il comitato richiede l’utilizzo di “prodotti con azione virucida”. “Nella sanificazione si dovrà porre particolare attenzione – continua il documento – alle superfici più toccate quali maniglie e barre delle porte, delle finestre, sedie e braccioli, tavoli/banchi/cattedre, interruttori della luce, corrimano, rubinetti dell’acqua, pulsanti dell’ascensore, distributori automatici di cibi e bevande, ecc.”

“Qualora vengano usato prodotti disinfettanti, – si legge –  e qualora la struttura educativa ospiti bambini al di sotto dei 6 anni, si raccomanda di fare seguire alla disinfezione anche la fase di risciacquo soprattutto per gli oggetti, come i giocattoli, che potrebbero essere portati in bocca dai bambini.”

“I servizi igienici .- conclude il documento sulla questione dell’igienizzazione dei locali – sono dei punti di particolare criticità nella prevenzione del rischio. Pertanto dovrà essere posta particolare attenzione alle misure già poste in essere dalle scuole per la pulizia giornaliera dei servizi igienici con prodotti specifici. In tali locali, se dotati di finestre, queste devono rimanere sempre aperte; se privi di finestre, gli estrattori di aria devono essere mantenuti in funzione per l’intero orario scolastico.”

Scarica TESTO INTEGRALE

Esame terza media e maturità: cosa succede se lo studente non presenta l’elaborato

da Orizzontescuola

di redazione

Esami di Stato I grado e Maturità: ad accomunarli la presentazione, da parte degli studenti, di un elaborato. Cosa accade se qualcuno degli studenti dovesse non presentarlo.

Con la nota n. 8464 del 25 maggio 2020, il Ministero chiarisce alcuni punti sulla presentazione dell’elaborato per gli Esami di Stato.

Elaborato esame terza media

Per gli studenti di terza media, candidati interni, la non presentazione dell’elaborato non determina in automatico la bocciatura.

In caso di mancata trasmissione al consiglio di classe – si legge nella nota sopraddetta – dell’elaborato da parte dei candidati interni, si terrà conto di tale mancata trasmissione secondo quanto stabilito nei criteri per la valutazione finale, deliberati dai collegi dei docenti.

Ciò non comporta in automatico,per gli studenti interni, il non superamento dell’esame. Discorso diverso per eventuali candidati esterni, per i quali l’elaborato è obbligatorio.

Tuttavia va ricordato che nella valutazione finale si tiene conto dell’elaborato.

La valutazione in sede di scrutinio finale – spiega infatti l’ordinanza del 16 maggio – dovrà basarsi sull’attività didattica effettivamente svolta, tenendo conto sia della fase di studio in presenza che a distanza.

Elaborato Maturità

La trasmissione dell’elaborato da parte del candidato ai docenti delle discipline d’indirizzo per posta elettronica deve includere in copia anche l’indirizzo di posta elettronica istituzionale della scuola o di altra casella mail dedicata.

Non si ritiene necessario né opportuno l’invio tramite PEC, che rappresenterebbe un inutile aggravio per i candidati e per le istituzioni scolastiche.

Nell’eventualità che il candidato non provveda alla trasmissione dell’elaborato, la discussione in sede d’esame si svolge comunque in relazione all’argomento assegnato, e della mancata trasmissione si tiene conto in sede di valutazione della prova d’esame.

Ordinanze Esami di Stato e valutazione: chiarimenti su elaborato, insufficienze, recuperi. Nota Ministero

da Orizzontescuola

di redazione

Nota 8464 del 25 maggio 2020. Ordinanze ministeriali n. 9, n. 10 e n. 11 del 16 maggio 2020: chiarimenti e indicazioni operative.

Esami di Stato nel primo ciclo di istruzione

In caso di mancata trasmissione al consiglio di classe dell’elaborato da parte dei candidati interni, si terrà conto di tale mancata trasmissione secondo quanto stabilito nei criteri per la valutazione finale, deliberati dai collegi dei
docenti. Ciò non comporta in automatico il non superamento dell’esame.

Per i candidati privatisti la trasmissione dell’elaborato e la sua presentazione sono invece obbligatori e la mancanza anche di uno solo dei due elementi determina il mancato conseguimento del diploma, visto che
l’elaborato e la sua presentazione rappresentano i soli elementi di valutazione.

Esami Maturità

Per ciò che riguarda gli Esami di Stato di II grado, la nota precisa che nell’eventualità che il candidato non provveda alla trasmissione dell’elaborato, la discussione di cui all’articolo 17, comma 1, lett. a) si svolge comunque in relazione all’argomento assegnato, e della mancata trasmissione si tiene conto in sede di valutazione della prova d’esame.
In merito alla previsione di cui all’art. 16, comma 3 (La sottocommissione provvede alla predisposizione dei materiali di cui all’articolo 17 comma 1, lettera c) prima di ogni giornata di colloquio, per i relativi candidati), si precisa che l’assegnazione del materiale ai singoli candidati è effettuata il giorno stesso in cui si svolgono i colloqui, prima del loro inizio.

Valutazione alunni

Nei casi di alunni ammessi alla classe successiva in presenza di voti inferiori a sei decimi in una o più discipline, la stessa nota precisa che anche i voti inferiori a sei decimi sono riportati, oltre che nei documenti di valutazione finale, nei prospetti generali da pubblicare sull’albo on line dell’istituzione
scolastica.

Per gli alunni ammessi alla classe successiva in presenza di votazioni inferiori a sei decimi, per le discipline non più impartite nella classe
successiva il consiglio di classe predispone comunque il percorso di recupero nel piano di apprendimento individualizzato.

In merito alle possibilità di integrazione del credito scolastico contemplate all’articolo 4, comma 4, si precisa che tale integrazione non può essere superiore ad un punto.

Verbalizzazioni

Infine sulle verbalizzazioni, la nota raccomanda di utilizzare procedure che consentano di acquisire e conservare traccia della presenza e del consenso dei docenti eventualmente connessi, tramite registrazione della fase di approvazione delle delibere, utilizzando per esempio la condivisione dello schermo e l’acquisizione del consenso espresso dei docenti con chiamata nominale.

La nota

Esami di Stato, da oggi attivo numero verde per le scuole

da Orizzontescuola

di redazione

Da oggi attivo il numero verde per supporto alle scuole per lo svolgimento degli Esami di Stato.

Da oggi è attivo il numero verde per le istituzioni scolastiche per dubbi e segnalazioni sulle applicazioni delle misure di sicurezza e assistenza e supporto amministrativo.

Il numero, 800.903.080, sarà attivo dal lunedì al sabato.