I bambini penalizzati

I bambini penalizzati

di Maurizio Tiriticco

Questo maledetto corona virus!!! Dal prossimo a.s. i nostri ragazzi a scuola, tra distanziamenti spaziotemporali, mascherine ed altre stravaganti misure atte ad evitare contatti e contagi, saranno come tanti soldatini, ubbidienti e allineati. Chetttristezzzaaa!!! Pare che le terribili visioni di Fritz Lang e di George Orwell si avverino! Autori che avevano previsto inimmaginabili, allora, situazioni difficili, anzi catastrofiche! E gli effetti funesti! I più vari! Tranne la pandemia del covid 19. Inimmaginabile!

Copio dal web — METROPOLIS è uno stupendo film muto del 1927, diretto da Fritz Lang, e considerato il suo capolavoro. Il regista ambienta il film in un futuro distopico (nel 2026, esattamente a 100 anni di distanza da quello di produzione del film, presentato in prima assoluta il 10 gennaio 1927), in cui le divisioni classiste sembrano accentuarsi. L’umanità è divisa in due classi: quella degli schiavi, che lavorano in fabbriche avanzatissime, ma sono costretti a vivere nel sottosuolo. Il film è tra le opere simbolo del cinema espressionista ed è universalmente riconosciuto come modello di gran parte del cinema di fantascienza moderno, avendo ispirato pellicole quali Blade Runner e Guerre stellari.— 1984, NINETEEN EIGTHY-FOUR è uno dei più celebri romanzi di George Orwell, pubblicato nel 1949, ma iniziato a scrivere nel 1948 (anno da cui deriva il titolo, ottenuto appunto dall’inversione delle ultime due cifre). Le Monde lo posiziona al 22 posto della classifica dei 100 migliori libri mai scritti.

Insomma, la letteratura non ci risparmia visioni catastrofiche. La stessa cosa ritroviamo in testi lontani del nostro passato. Zoroastro e lo Zendavesta prevedono che la fine del mondo avverrà in seguito ad un incendio disastroso! E la stessa cosa ci dice Pietro nella sua epistola. Insomma, dopo il diluvio universale l’incendio universale. Dall’acqua al fuoco! E lo annunciano anche autori latini: Cicerone, Lucrezio, Vilrgilio, Ovidio! Insomma avremo un finale pirotecnico! Mah! Se questi annunci hanno un minimo di credibilità, viene da pormi questo interrogativo: è forse possibile che l’umanità sia condannata a vivere in un prossimo futuro secondo regole di comportamento che ne altereranno la sua originale natura? Forse, per la mancanza di contatti interpersonali, in un futuro non lontano avremo figli solo in provetta? E andremo forse verso un nuovo “peccato originale”? Sempreché ci siano alberi di mele! E sperando che una novella Lilith non voglia fare nuovamente le scarpe ad Eva!

Ma torno con i piedi per terra e penso ai nostri bambini e ai loro giochi! Con questo maledetto corona virus potranno ancora giocare? Perché in effetti, è vero che si può giocare da soli, ma il gioco quello vero è sempre in compagnia! Lo stesso saltatore olimpionico salta da solo, ma deve superare il salto dell’avversario! Non si gioca da soli! Solo io lo faccio, costretto a casa con i miei solitari di carte al PC!!! Ed il GIOCO, singolo e/o a due e in gruppo, per un bambino che cresce, è un passaggio importante, anzi determinante, ai fini della “costruzione del sé”. E non lo dico io! Ce lo ha insegnato Piaget, che ha costruito le sue ricerche osservando quotidianamente i figli e i loro compagni di gioco, non solo con l’occhio del genitore, ma anche con quello dello scienziato. Ed ha scoperto che lo sviluppo/crescita del nuovo nato si svolge lungo quattro fasi: 1) fisico/senso/motoria; 2) emotivo/affettiva; 3) cognitiva; 4) sociocollaborativa. E poi, in forza dell’epigenesi, l’area successiva ingloba quella precedente.

Ovviamente rinvio ai testi dell’autore l’esplicitazione del tutto e delle sue particolarità. In questa sede voglio solo sottolineare che la seconda fase piagetiana è una delle più importanti per la “presa di coscienza del sé”, in quanto anche e soprattutto “differenziazione dall’altro”. Ed è ciò che accade in un’aula/sezione della scuola per l’infanzia. Qui, con l’aiuto e la guida esperta della/e maestra/e, Antonio “prende consapevolezza di sé”, di ciò che sa fare ed imparare a conoscere per fare, “misurandosi con l’altro e con gli altri”. Basti pensare al girotondo! Quante cose avvengono! I bambini si contano; cooperano; tirano e mollano; destra/sinistra; avanti e indietro; su e giù; maschio e femmina;  alto e basso; movimento e ritmo; canto e comandi! E non so quante altre “cose” ancora!

Il gioco, pertanto, è presa di coscienza, consapevolezza e conoscenza di sé. In effetti “il sé” ha senso e consistenza solo in quanto esiste l’“altro da sé”. Lo stesso padreterno ha costruito l’universo per prendere coscienza di sé e del suo potere! Da solo… sai che noia!

Ora mi chiedo… e chiedo a chi ne sa più di me, alle maestre della scuola per l’infanzia: che accade se, grazie a questo stramaledetto corona virus – e lo chiamano anche corona! – in una sezione di scuola per l’infanzia, in un’aula scolastica i bambini devono essere distanti l’uno dall’altro non so quanti centimetri? E non possono neanche toccarsi? Su di loro, a mio vedere, di fatto si eserciterà una vera e propria violenza: ed il loro personale sviluppo/crescita ne risentirà! Ma forse dovrei chiudere con un interrogativo più che con un esclamativo! E chiedo a chi ne sa più di me di correggermi.

Il REALISMO LOCALE

Il REALISMO LOCALE
della Scienza Meccanica  e della Meccanica Quantistica e basato sulla misura sperimentale  la quale esclude ogni  azione a distanza

di Paolo Manzelli

Accettare l’esperimento basato sulla “misura eseguita localmente”, per fare esperienza di confronto e valutazione ,  significa ammettere che gli elementi interagenti ( fotoni, atomi molecole… individui … ecc… ) posseggano a priori proprietà caratteristiche individuali le quali interagiscono // istantaneamente // per tramite una interazione che avviene per contatto ravvicinato ,cosi come accade come nell’urto tra atomi e molecole  in chimica e biologia. Quanto sopra e inconfutabilmente vero in quanto solo i Campi di Energia rappresentano le proprieta collettive .

Il PRINCIPIO DI LOCALITA DELLA MISURA SPERIMENTALE afferma di conseguenza che oggetti tra loro distanti NON  possono avere influenza // istantanea// tra di loro.

Infatti se consideriamo gli oggetti interagenti come elementi distinti ,( in quanto posseggono una  caratterizzazione di proprietà specifiche che li rende distinguibili ), allora è possibile solo trattare la interconnessione  come una “variazione istantanea” tra  sistemi individuali ciascuno con un proprio  carattere definito chiuso o quasi.

La applicazione sistematica del cosidetto REALISMO INGENUO della Meccanica classica o quantistica, ha determinato la eliminazione della FORZA NUCLEARE DEBOLE (FND), inizialmente prevista come forza “agente a distanza” allo scopo di mantenere uniti elettroni e nucleo degli atomi del Sistema Periodico di Mendeleev.

Pertanto la FND, prima considerata come una forza fondamentale non riconducibile alle altre forze agenti nelle varie scale di distanza ,diversamente nella logica Meccanica della scienza   da un lato , è stata integrata con la Forza Nucleare Forte (FNF ) da Enrico Fermi (1935), tratrandola come “Decadimento Beta del Neutroni”, e successivamente dall.altro , e stata accoppiata con la Forza Elettromagnetica ,trattandola come Forza Elettro-debole ( Abdus Salam et Al. Nobel -1979) .

In tal modo il Modello Standard della Fisica tratta solo di 3 delle 4 forze fondamentali ,proprio al fine di mantenere in modello scientifico di “interazione per contatto istantaneo”  che permette di realizzare una esperimento di //misura locale// .Così che il Modello Standard , del CERN di Ginevra ,in vero assomiglia al gioco del biliardo nel quale la interazione tra i vari elementi distinguibili (perché sono considerati  in se stessi come chiusi) determina le varie possibilità geometriche del moto delle palle nello spazio definito dal tavolo del biliardo.

Il particolare ricordiamo che la fisica dei quanti era iniziata con Max Plank (1900) trattando della quantizzazione dell’ Atomo , derivante dalla impossibilita di esistenza di un “Corpo Nero” cioe di una sostanza che che potesse assorbire o riflettere la Energia Totale   ( E= h V , h= costante, e “V” = frequenza ) .

La dimostrazione dei salti quantici si  ottenne dalla osservazione dello spettro solare dove erano particolarmente evidenti le righe dell’ atomo di Hidrogeno che si trasforma in atomo di Helio .

In seguito con il Modello di Niels Bohr (1913) la rappresentazione  atomica venne visualizzata come un minuscolo sistema solare dove gli elettroni vengono trattati come fossero particelle classiche che orbitano in traiettrorie stazionarie a diversa distanza dal nucleo , mentre il nucleo  venne considerato semplicemente come avente una carica elettrica positiva, capace di equilibrare la somma delle cariche negative degli elettroni che ruotano attorno al nucleo.

Questa visualizzazione  quantisticamente  errata e fuorviante ,in particolare per la che semplificazione che candidamente eliminava la azione della FND , ottenne il Premio Nobel nel 1922 poiche ebbe il plauso della Meccanica Quantistica che non si sentiva di abbandonare nettamente le concezioni della Fisica Classica proposta da Newton fin dagli inizi del 1600 .A tal proposito  Erwin Schroedinger propose nel 1927 la equazione ,che porta il suo nome , nell’intento di ottenere la correlazione tra “Macrocormo classico e Microcosmo quantistico “.

Infatti tale Equazione, nota anche come “Principio di Inderminazione”, ottenne il Nobel nel 1933 , proprio in quanto manteneva il valore della Fisica Classica , nel caso che la lunghezza d’onda quantica fosse molto lunga così  da essere considerata simile ad una retta , mentre in tal guisa la meccanica quantistica veniva limitata alla indagine del microcosmo di particelle molto piccole  come gli elettroni  e fotoni . In tal modo   venne sostanzialmente approvata la limitazione della meccanica quantistica solo a quanto aveva  le caratteristiche relative all’  infinitamente piccolo. 
Da questa situazione di approssimazione ed incoerenza della Meccanica Quantistica come EGOCREANET ( www.egocreanet,com) , abbiamo a piu riprese tentato di uscirne , proponendo un progetto internazionale di Biologia Quantistica ( Bio-quantica)  , per attivare.lo sviluppo delle scienze della vita , finalizzato al netto superamento delle concezioni limitate dalla “Meccanica“ e Quanto Meccania che  ormai consideriamo storicamente obsolete . 

La evidente difficolta di rimuovere concezioni che normalmente continuano ad essere  affermate dalla scienza  tradizionale ed anche dalla politica mercantile, in vero non ci spaventa  in quanto riconosciamo la necessita e la econsapevolezza di elaborare una nuova dimensione del sapere, orientata a concepire una rinnovato paradigma  di sostenibilita della vita e dell’ambiente , che viceversa ,per tramite la permanenza delle limitazioni meccaniche della scienza stiamo sistematicamente distruggendo .

Biblio on Line 

1) Spooky action at Distance : https://dabpensiero.wordpress.com/author/dabpensiero/
2) https://www.corrierenazionale.net/2020/05/24/la-forza-nucleare-debole-e-la-quantizzazione-dellatomo/
3) http://www.caosmanagement.it/741-dalla-quantistica-alla-bioquantica

NB:Precisazione
1) istantanea e una azione casuale riferita al tempo  presente  nello stesso spazio di interazione  di tipo classico
2) simultanea   e  una azione  coerente  non casuale che avviene contemporaneamente a distanza  in un campo  di energia  ed informazione condivisa . ed estesa, come avviene nella sovrapposizione dell’entanglement 

“Un milione di studenti a settembre non avrà un’aula”, Ministero smentisce “ripristineremo 3 mila edifici dismessi”

da Orizzontescuola

di Anselmo Penna

All’indomani della presentazione delle linee guida per il rientro a scuola a settembre, scoppia la polemica su una affermazione del Ministro durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi.

Infatti, il Ministro parlando degli spazi a disposizione per gestire le indicazioni del Comitato tecnico scientifico relativamente alla necessità del mantenimento di un metro di distanza tra gli studenti, ha annunciato che è già in fase di conclusione una raccolta centralizzata di dati che ha evidenziato come il problema riguardasse “ad oggi” il 15% degli studenti, che devono essere portati fuori dagli edifici delle scuole di appartenenza.

Salvini, sul tetto mia figlia non ce la mando

Interpellato sulle linee guida, il leader della Lega Matteo Salvini ha attaccato il ministro Azzolina “quando mi dice serenamente che un milione di bimbi e di ragazzi non troveranno posto in classe… si dimetta”.

“Una che dice ‘un milione di bimbi non possono andare a scuola per rispettare la normativa’ – ha attaccato – Quindi, io mia figlia sul tetto non ce la mando…”.

Ministero smentisce, tutti avranno un’aula

Rispondendo all’ANSA che ha chiesto chiarimenti sulla questione del rientro in classe, il Ministero ha ribadito quanto già annunciato durante la conferenza stampa di ieri.

Recupero di 3mila edifici scolastici già dismessi

“Abbiamo l’elenco di circa 3 mila edifici scolastici dismessi a causa del calo demografico e del dimensionamento, che possono essere ripristinati”, ha ribadito.

Recupero di spazi all’interno degli istituti

Inoltre, il Ministero ha sottolineato che “all’interno degli Istituti il rinnovo dell’arredo scolastico potrà garantire il recupero di spazio”, garantendo agli studenti di poter rimanere nell’istituto.

Patti con i territori

“Dove necessario – ha fatto sapere, infine, il Ministero – saranno costruiti patti con i territori per individuare ulteriori locali fuori dal perimetro scolastico”.

Apertura scuola a settembre 2020, ecco le linee guida DEFINITIVE. PDF


Linee guida sul rientro a scuola: sparisce il sabato nella proposta di rimodulazione dell’orario settimanale

da Orizzontescuola

di redazione

Nelle linee guida pubblicate dal Ministero per il rientro a scuola a settembre c’è una novità rispetto alla bozza iniziale: non è più menzionato direttamente il sabato come giorno di lezione per l’estensione del tempo scuola settimanale.

Infatti la bozza conteneva la parola “sabato”: “l’estensione del tempo scuola settimanale alla giornata del sabato, ove non già prevista dalle recenti innovazioni ordinamentali”.

Nella versione definitiva è scritto: “una diversa modulazione settimanale del tempo scuola, su delibera degli Organi collegiali competenti.” con la cancellazione della parola “sabato”.

Il presidente dell’ANP Giannelli ha commentato così il cambiamento:  “Sono finalmente spariti impropri riferimenti all’utilizzo del sabato la cui competenza rientra nell’autonomia delle singole istituzioni scolastiche”.

Nuovo anno scolastico. Hai il raffreddore? Resti a casa e puoi rientrare a scuola dopo tre giorni

da Orizzontescuola

di redazione

Sulle linee guida del MIUR è scritto nero su bianco: non si potrà andare a scuola con sintomatologia respiratoria e con sintomi febbrili fino a 3 giorni dopo i primi sintomi.

La disposizione non è passata inosservata alla stampa generalista. Lo mette in evidenza il Corriere della Sera: con i sintomi di un raffreddore di lunedì, si tornerà a scuola non prima di giovedì.

Ecco cosa si legge nel documento: “La precondizione per la presenza a scuola di studenti e di tutto il personale è: l’assenza di sintomatologia respiratoria o di temperatura corporea superiore a 37.5°C anche nei tre giorni precedenti; non essere stati in quarantena negli ultimi 14 giorni; non essere stati a contatto con persone positive negli ultimi 14 giorni”.

E tuttavia – aggiungiamo noi – l’indicazione dovrà essere resa più chiara. Si tratta infatti di una norma che potrebbe avere un forte impatto sia sulla gestione familiare che sull’attività in classe.

L’autonomia scolastica, il Piano Scuola 2020-2021 e le grandi dimenticanze

da Orizzontescuola

di Antonio Fundaro

Cosa resta, oggi, dell’autonomia didattica e organizzativa, dell’autonomia di ricerca, dell’autonomia di sperimentazione e di sviluppo? Cosa resta dell’autonomia finanziaria? Cosa utilizzano le scuole e quanto ancora andrebbe utilizzato se davvero si scommettesse economicamente su questa caratteristica delle scuole italiane?

Eppure, in questi giorni, l’autonomia è tornata a far parlar di sé. Come è risaputo ed è a tutti noto (se ne sta accorgendo, forse, anche il ministero), dal 2000, le istituzioni scolastiche, pur facendo parte del sistema scolastico nazionale, hanno una propria autonomia amministrativa, didattica e organizzativa. Operano, comunque, nel rispetto delle norme generali sull’istruzione emanate dallo Stato ed è proprio da queste norme che, assai sovente, vengono ingessate e (economicamente) mortificate. Le istituzioni scolastiche sono dirette da un dirigente scolastico e si avvalgono di un apposito ufficio amministrativo (segreteria) anche per i rapporti con il pubblico che rappresentano il vero avamposto dello Stato sul territorio pur con le molteplici difficoltà che stanno nell’operare con Fondi di Istituto che talvolta mortificano il concetto stesso di Autonomia. Quella che, come capita quando vi è molto bisogno, viene richiamata a parole, naturalmente), nel vano tentativo di spaesare gli interlocutori e, purtroppo, anche gli utenti e le loro famiglie. Ogni istituzione scolastica ha un proprio Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF), che rappresenta il piano di azione educativa e di istruzione della scuola. E, infine, purtroppo non per minore importanza, le istituzioni scolastiche, per il loro funzionamento, hanno diritto di ricevere fondi dallo Stato e possono anche ricevere risorse finanziarie da Comuni, Province e Regioni o da altri enti e privati.

Regolamento dell’autonomia scolastica

L’autonomia scolastica, non è superfluo ricordarlo affatto, in questi giorni, è regolata da un’apposita disposizione (Regolamento) che ne definisce le diverse modalità di attuazione.

Il Regolamento, oltre a dettare criteri e modalità per l’autonomia didattica, organizzativa e gestionale, dà indicazioni su come ciascuna istituzione scolastica deve definire il proprio Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF).

Il PTOF viene definito in questo modo: il Consiglio di Istituto raccoglie proposte e pareri anche da parte delle famiglie, e delibera gli indirizzi generali dell’attività della scuola. Sulla base di quegli indirizzi generali, il Collegio dei docenti elabora il POF che, alla fine, viene adottato ufficialmente dal Consiglio di Istituto.

Copia del PTOF viene consegnata alle famiglie al momento dell’iscrizione alla scuola (art. 3), quindi non durante l’estate. I genitori partecipano al processo di attuazione e sviluppo dell’autonomia assumendo le proprie responsabilità (art. 16) anche quelle, vale la pena ricordarlo, che eventualmente verrebbero delegate alla scuola, tra capo e collo, in questa frenesia normativa che difficilmente si può rincorrere, talvolta

Autonomia didattica e organizzativa

All’interno del Regolamento dell’autonomia scolastica vi sono norme che regolano l’autonomia didattica (art. 4) e l’autonomia organizzativa (art. 5).

L’applicazione di queste norme è di diretta competenza della scuola che vi dà attuazione con criteri di flessibilità, ma nel rispetto della libertà di scelta educativa delle famiglie e, comunque, riconoscendo e valorizzando le diversità, promuovendo le potenzialità di ciascun alunno, e adottando tutte le iniziative utili al raggiungimento del successo formativo.

Le istituzioni scolastiche assicurano la realizzazione di iniziative di recupero e sostegno, di continuità e di orientamento scolastico e professionale per gli alunni.

Quota di istituto del 20%

In base all’autonomia, le istituzioni scolastiche possono modificare il monte ore annuale delle discipline di insegnamento (le materie) per una quota pari al 20%. Tale quota consente alle scuole la compensazione tra discipline di insegnamento (meno ore ad una disciplina che vengono assegnate ad un’altra disciplina) oppure l’introduzione di una nuova disciplina di studio. Riferimenti normativi: Nota prot. 721 del 22 giugno 2006 e D.M. 47 del 13 giugno 2006.

L’autonomia delle istituzioni scolastiche: un quadro di riferimento irrinunciabile

L’autonomia scolastica, secondo l’Atto di indirizzo (8 settembre 2009) per la riforma del primo ciclo si configura come un articolato dispositivo di mezzi, di opportunità e di risorse per raggiungere l’obiettivo prioritario del successo scolastico delle giovani generazioni.

In coerenza con gli obiettivi generali del sistema nazionale di istruzione e nel rispetto della libertà di insegnamento, delle scelte educative e formative dei genitori e del diritto ad apprendere degli studenti, l’autonomia è lo strumento e la risorsa attraverso cui adottare metodi di lavoro, tempi di insegnamento, soluzioni funzionali alla realizzazione dei piani dell’offerta formativa e alle esigenze e vocazioni di ciascun alunno. L’autonomia organizzativa consente, talvolta verrebbe da dire, consentirebbe, di dare al servizio scolastico flessibilità, diversificazione, efficienza ed efficacia e di realizzare l’integrazione e il miglior utilizzo delle risorse e delle strutture, anche attraverso l’introduzione e la diffusione di tecnologie innovative. Ma è tutto vero? Stanno davvero così le cose? Cosa accadrà a settembre? Lo abbiamo chiesto al prof. Rosolino Cicero, presidente nazionale di ANCODIS, l’Associazione Nazionale dei Collaboratori del Dirigente Scolastico che, in questi ultimi mesi, sta alzando la voce e tenta di diventare sindacato.

Professore Cicero, è così importante parlare di autonomia in vista della ripartenza di settembre?

«Si, certamente. Oh autonomia scolastica, oh antipatica, odiata, insopportabile autonomia, finalmente qualcuno si accorge che davvero esisti! Finalmente qualcuno scrive che senza di lei non sarà possibile ripartire a settembre! Nel “Piano Scuola 2020-2021″, la Ministra, il Governo e le Regioni sottoscrivono il Documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione” accorgendosi che davvero esisti ed hai il volto di tutte le componenti della comunità educante, nella complessità dei suoi protagonisti a tutti i livelli, nei volti di donne e uomini che fanno dell’istruzione e della formazione l’impegno etico e professionale di vita. Un intero paragrafo è dedicato alla “Valorizzazione delle forme di flessibilità derivanti dall’Autonomia scolastica”».

Ma è davvero tanto importante puntare sul potenziamento di una riflessione organizzativa e didattica?

«Nella scuola della convivenza con Covid 19, ci si accorge – finalmente – della NECESSITA’ di mettere in campo una “riflessione organizzativa e didattica in grado di non disperdere quanto le scuole sono riuscite a realizzare, valorizzando gli ambiti dell’autonomia scolastica e fornendo loro spazi di coordinamento finalizzati a coinvolgere i diversi attori in un rinnovato patto di corresponsabilità educativa”. Eureka, direbbe il buon Archimede! Ci sono voluti 21 anni per ricordarsi che esiste il DPR 275/99 con il quale si “conferisce alle ISTITUZIONI SCOLASTICHE (preferisco scriverlo così a differenza di come è scritto nel Piano Scuola) la possibilità di costruire percorsi formativi funzionali alla realizzazione del diritto ad apprendere e alla crescita educativa di tutti gli alunni, attraverso la definizione di precisi ambiti di intervento organizzativo” con l’utilizzo di “strumenti di autonomia didattica e organizzativa che possono far prevedere un diverso frazionamento del tempo di insegnamento, più funzionale alla declinazione modulare del tempo scuola anche in riferimento alle esigenze che dovessero derivare dall’effettuazione, a partire dal 1 settembre 2020 e in corso d’anno 2020-2021, delle attività relative ai Piani di Apprendimento Individualizzati (PAI) e ai Piani di Integrazione degli Apprendimenti (PIA) di cui ali ‘OM 16 maggio 2020, n. 11.”».

Comunque per ANCODIS, mi pare, non è la prima volta che spinge verso una maggiore e più realistica autonomia delle scuole?

«No. Ha ragione, infatti. Esattamente il 9 marzo 2019, a 20 anni dal DPR 275/99 (8/3/1999), ANCODIS in un comunicato stampa scrisse “Siamo prossimi all’eutanasia dell’autonomia scolastica” invitando tutti a chiedersi: Fu vera autonomia? o piuttosto nei fatti è un’autonomia “germinale” alla quale – volutamente in questo ventennio – sono stati posti limiti, vincoli e paletti che ne hanno condizionato la vera portata innovativa fino al tentativo di sottoporla OGGI ad un’autentica “eutanasia”? Con le Linee guida governative si vuole riportarla alle intuizioni moderne ed innovative del legislatore ma ancora una volta ci si dimentica di chi davvero è al fianco dei Dirigenti scolastici e dei DSGA condividendo preoccupazioni, fatiche, delusioni e fortunatamente meritate soddisfazioni. Ma come sempre non si dice o – ancora peggio – si fa finta di non sapere! Perfino in autorevoli interventi leggiamo per esempio che “I dirigenti scolastici non sono lasciati soli… La situazione che viviamo è complessa e ne siamo consapevoli, la preoccupazione di docenti e dirigenti è più che comprensibile, ma il Governo è al loro fianco, sostenendo il grande lavoro che svolgono con encomiabile professionalità”».

Sarà possibile progettare, a settembre, questa ripartenza? Che ruolo avranno i docenti?

Ad ANCODIS tocca il compito di ricordare, ha ragione lei, che se le scuole riusciranno a progettare il servizio scolastico (adeguato ed efficiente lo si vedrà) sarà possibile grazie ad una comunità significativa di docenti (encomiabili professionisti) che molto probabilmente non godranno delle meritate ferie e si adopereranno in tutti i modi (con encomiabile professionalità) a programmare, organizzare, prevedere, simulare cosa potrebbe essere la scuola di settembre nell’interesse degli alunni, del personale scolastico e delle famiglie.

Ciò che sarà è ciò che sapremo e riusciremo a fare in questi mesi estivi con buona pace di chi non vuole riconoscerlo e se ne va tranquillamente in vacanza!».

Nuove responsabilità a collaboratori del DS e fiduciari di plesso?

«Nel prossimo anno scolastico, per esempio, per le azioni di programmazione, controllo e monitoraggio dell’applicazione delle misure contenitive di prevenzione, i Collaboratori dei DS ed i Responsabili dei plessi distaccati (diverse migliaia) saranno in prima linea: non lasceranno soli i Dirigenti Scolastici e la comunità scolastica!».

Cosa dovrà prevedere ogni scuola?

«In ogni scuola si renderà necessario prevedere “le attività di organizzazione funzionale degli spazi esterni e interni, per evitare raggruppamenti o assembramenti e garantire ingressi, uscite, deflussi e distanziamenti adeguati in ogni fase della giornata scolastica, per alunni, famiglie, personale scolastico”. Ed i Collaboratori dei DS e i Responsabili di plesso/preposti non lasceranno soli i DS e la comunità scolastica! In ogni scuola si potrà rivedere “il gruppo classe in più gruppi di apprendimento, organizzare l’articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso, organizzare la frequenza scolastica in turni differenziati, anche variando l’applicazione delle soluzioni in relazione alle fasce di età degli alunni e degli studenti nei diversi gradi scolastici”. Ed i Collaboratori dei DS e le Funzioni Strumentali non lasceranno soli i DS e la comunità scolastica! In ogni scuola si renderà necessario progettare “l’aggregazione delle discipline in aree e ambiti disciplinari, una diversa modulazione settimanale del tempo scuola, garantire a tutti gli alunni la medesima offerta formativa, ferma restando l’opportunità di adottare soluzioni organizzative differenti, per realizzare attività educative o formative parallele o alternative alla didattica tradizionale.” Ed i Collaboratori dei DS, i Coordinatori di Dipartimento e per l’Inclusione non lasceranno soli i DS e la comunità scolastica!».

Il piano rende onore all’autonomia? I si è dimenticato di qualcuno?

«Il Piano Scuola 2020-2021 ha di fatto reso “onore” all’autonomia didattica e organizzativa previsti dagli artt. 4 e 5 del DPR n. 275/99 ma ha dimenticato (volutamente?) chi si farà carico di tutto questo: ha IGNORATO chi si adopererà a dare “unitarietà di visione ad un costruendo progetto organizzativo, pedagogico e didattico a favore della comunità scolastica.”

Una dimenticanza non voluta o una insopportabile indifferenza?

In ogni caso si tratta di una inaccettabile ed anacronistica condizione che discrimina i Collaboratori dei DS e tutte le figure di sistema.

Ci aspettiamo, auspichiamo che si possa finalmente riconoscere tutto questo senza reticenze o verità nascoste».

Ritorno a scuola, da settembre per docenti e ATA formazione sull’uso delle nuove tecnologie

da La Tecnica della Scuola

Fra i punti contenuti nelle linee guida per il ritorno a scuola a settembre, c’è quello relativo alla formazione per docenti e ATA per quanto riguarda l’uso delle nuove tecnologie.

Era stato già preannunciato, anche perché la didattica digitale è prevista dalle stesse linee guida da integrare alla didattica in presenza. Senza contare il grande punto interrogativo del quadro epidemiologico del prossimo autunno, che potrebbe dover costringere a nuove misure per la scuola.

Il testo delle linee guida riporta che: “Le istituzioni scolastiche organizzano, singolarmente o in rete, attività di formazione specifica per il personale docente e ATA, in materia di utilizzo delle nuove tecnologie relativamente alle diverse mansioni e professionalità (docenza, attività tecnica e amministrativa, di accoglienza e sorveglianza), al fine di non disperdere e potenziare ulteriormente le competenze acquisite, dai docenti, nel corso del periodo di sospensione delle attività didattiche in presenza e dal personale ATA nel corso dei periodi di smart working, secondo le diverse mansioni”.

Le attività di formazione a settembre integrate nel PTOF delle scuole

Non solo, il documento fornisce alcuni spunti: “le attività per la formazione del personale docente ed educativo, per l’a.s. 2020-2021, potranno riguardare le seguenti tematiche:

  • –  Metodologie innovative di insegnamento e di apprendimento
  • –  Metodologie innovative per l’inclusione scolastica
  • –  Modelli di didattica interdisciplinare
  • –  Modalità e strumenti per la valutazione, anche alla luce di metodologie innovative di insegnamento e di apprendimento realizzate, ad esempio, attraverso le tecnologie multimediali.Per il personale ATA:
  • –  Organizzazione del lavoro, collaborazione e realizzazione di modelli di lavoro in team (tuttoil personale ATA)
  • –  Principi di base dell’architettura digitale della scuola (tutto il personale ATA)
  • –  Digitalizzazione delle procedure amministrative anche in relazione alla modalità di lavoro agile (Assistenti amministrativi e tecnici).

Un punto da sottolineare è che le scuole andranno ad integrare il proprio piano di formazione, presente nel PTOF, con ogni ulteriore azione formativa derivante dai fabbisogni emergenti dalla comunità scolastica e dal territorio.

Inoltre, il Ministero spiega che è in via di predisposizione un documento recante Linee guida per la Didattica digitale integrata, che reca proposte e indicazioni finalizzate alla pianificazione metodologica, funzionale anche alla gestione dell’emergenza sanitaria. Pertanto, le scuole dovranno integrare il proprio PTOF con le opportune indicazioni metodologiche avendo a riferimento “le dotazioni tecnologiche, le condizioni di connettività dell’utenza e del territorio, i livelli di competenza degli alunni e del personale, orientando l’accrescimento delle competenze tecniche anche attraverso le azioni formative proposte”.

Webinar e corsi di formazione mirati agli strumenti didattici e di valutazione digitale

Infine, segnaliamo che le scuole dovranno  agire sulla formazione del personale docente e ATA, come deliberata dagli Organi collegiali, e del personale ATA, anche attraverso webinar organizzati a livello territoriale, attraverso le reti di ambito per la formazione.

Particolare rilievo per queste attività saranno gli approfondimenti sugli strumenti per la didattica digitale, modalità e procedure della valutazione “a distanza”, anche alla luce delle innovazioni metodologiche e strumentali, salute e sicurezza sul lavoro per il personale e per gli studenti in attività didattica “a distanza”.

Rientro in classe, Azzolina: “A settembre sarà una scuola innovativa e aperta”

da La Tecnica della Scuola

La ministra dell’Istruzione Azzolina, scrive una lettera alla scuola in cui riprende alcuni temi legati alle linee guida sul rientro a scuola. Ma soprattutto, pone gli obiettivi del futuro della scuola, che va ben oltre il ritorno a scuola a settembre.

L’emergenza sanitaria che il Paese ha attraversato in questi mesi e che ancora non ha terminato di dispiegare i propri effetti ha inciso profondamente sulla vita di tutti. Otto milioni di studentesse e di studenti hanno dovuto lasciare le loro aule, ex abrupto, per vivere una scuola diversa, una scuola da casa. Non era mai successo prima“, scrive Azzolina.

Quella di settembre sarà una scuola innovativa e aperta. Si dovranno organizzare nuovi spazi e riorganizzare quelli esistenti per garantire i distanziamenti e la sicurezza di tutti. Ma sarà anche una scuola che, reagendo all’emergenza, dovrà dare qualcosa in più ai nostri studenti. Penso ai patti di comunità con le realtà presenti sul territorio, che consentiranno di esplorare di più le opportunità che offrono, dai teatri ai musei. Sarà una scuola radicata nel presente, ma con lo sguardo rivolto al futuro, perché ogni pietra che metteremo in questa ripresa sarà la base su cui costruire la scuola di domani. Abbiamo la straordinaria occasione di puntare sul digitale, sulla formazione del personale scolastico, sull’innovazione della didattica e degli ambienti di apprendimento, sul miglioramento dell’edilizia scolastica. Ambienti di apprendimento che non devono essere intesi solo in senso fisico, ma come spazi mentali ed emotivi che incoraggino l’apprendimento collaborativo“, prosegue la lunga lettera la Ministra.

Vogliamo infatti dedicarci, per i prossimi anni, grazie alle opportunità e alle risorse europee, ad una progettazione di lungo respiro, stabile, duratura. Di visione. Un modo anche per capitalizzare i sacrifici di questi mesi, in cui l’importanza della scuola è riemersa con forza. A fronte di un lavoro serio e condiviso siamo convinti di poter davvero trasformare il dramma di questa crisi in una grande occasione di svolta. Una svolta seria, ponderata e di prospettiva, che non può che puntare alla riduzione del numero degli alunni per classe, alla lotta contro la dispersione scolastica, alla formazione del personale della scuola, al potenziamento della mobilità europea dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze, alla valorizzazione degli ITS. Senza dimenticare un grande investimento pluriennale sull’edilizia scolastica, che dia al Paese edifici sicuri e ambienti di apprendimento all’altezza delle sfide del tempo che viviamo. La rotta è stata definitivamente invertita. Non si parla più di tagli. Una promessa che abbiamo mantenuto“, continua ancora la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.

La lettera integrale QUI

Ritorno a settembre, per gli alunni disabili la solita odissea: niente continutà didattica

da La Tecnica della Scuola

Finalmente, dopo settimane di indiscrezioni e supposizioni, sono arrivate le linee guida del Ministero dell’Istruzione, concordate con le Regioni, per il ritorno a scuola a settembre. C’è anche un piccolo paragrafo dedicato agli alunni disabili, che, a giudicare dalle prime reazioni, non sembra soddisfare docenti di sostegno e famiglie.

Il Piano Scuola per il rientro a scuola a settembre approvato il 26 giugno 2020

Rientro a settembre: indicazioni per alunni disabili

Le linee guida per il ritorno a settembre prevedono infatti: “Nel rispetto delle indicazioni sul distanziamento fisico, la gestione degli alunni con disabilità certificata dovrà essere pianificata anche in riferimento alla numerosità, alla tipologia di disabilità, alle risorse professionali specificatamente dedicate, garantendo in via prioritaria la didattica in presenza“.

Inoltre, il testo ricorda che “in coerenza con il DPCM 17 maggio“, “non sono soggetti all’obbligo di utilizzo della mascherina gli studenti con forme di disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina“.

Infine, “per l’assistenza di studenti con disabilità certificata, non essendo sempre possibile garantire il distanziamento fisico dallo studente, potrà essere previsto per il personale l’utilizzo di ulteriori dispositivi. Nello specifico in questi casi il lavoratore potrà usare unitamente alla mascherina chirurgica, fatto salvo i casi sopra menzionati, guanti in nitrile e dispositivi di protezione per occhi, viso e mucose. Nell’applicazione delle misure di prevenzione e protezione si dovrà necessariamente tener conto delle diverse disabilità presenti“.

Rientro a scuola, discontinuità didattica e classi pollaio: per i disabili solita odissea

Pur trattandosi di indicazioni operative, a settembre si ripresenterà comunque il solito problema di continuità didattica: le linee guida non erano lo strumento adeguato per intervenire direttamente sul problema, ma come fa notare Ernesto Ciracì dell’associazione MiSoS, “non vi è presenza di garantire la continuità didattica per il prossimo anno scolastico, presupposto importantissimo in uno scenario complicato e incerto, tutti sappiamo quanto sia indispensabile garantire quel rapporto di fiducia relazione, empatico tra il docente di sostegno e gli alunni con disabilità, purtroppo ciò dubito che sarà realizzato“.

C’è anche il problema delle classi pollaio, che, nonostante le rassicurazioni del premier Giuseppe Conte, anche il prossimo anno sarà ancora un problema: “lo si evince dal numero di alunni per classe e delle classi autorizzate, forse nel futuro, con il Recovery Fund, sarà realizzato ma i nostri alunni non possono aspettare“, spiega il presidente del MiSoS Ciracì, che ricorda ancora una volta il problema delle supplenze e delle cattedre in deroga: “arriveranno probabilmente a circa 70.000 supplenze, numero esorbitante che “fa tremare i polsi”, che ovviamente provocherà solo discontinuità didattica con ripercussioni sulla crescita formativa dei nostri alunni. Organici di diritto sul sostegno fermi fino a settembre, con migliaia di docenti specializzati sul sostegno che vorrebbero garantire la meritata continuità didattica per l’intero ciclo scolastico, invece…Su quest’ultimo punto si poteva almeno prevedere la riconferma del docente specializzato sul sostegno a tempo determinato per il prossimo anno scolastico, rendendo attuativo l’articolo 14 D.lgs 96/19 ( ex D.lgs 66/17) e invece il nulla.

Ciracì, i docenti di sostegno e le famiglie si pongono pertanto la domanda “i nostri alunni avranno sin dal primo giorno di scuola il loro insegnante? Oppure le famiglie, gli alunni, i docenti saranno costretti alla solita odissea, al solito carosello di insegnanti?

Proprio dopo la didattica a distanza degli ultimi mesi, infatti, le famiglie e gli studenti si aspetterebbero un miglioramento delle loro condizioni.

Azzolina: ‘È tempo di tornare nelle nostre aule. Insieme e senza paura’. La lettera alla comunità scolastica

da Tuttoscuola

Pubblichiamo di seguito la lettera che la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha scritto alla comunità scolastica per la riapertura delle scuole a settembre.

L’emergenza sanitaria che il Paese ha attraversato in questi mesi e che ancora non ha terminato di dispiegare i propri effetti ha inciso profondamente sulla vita di tutti. Otto milioni di studentesse e di studenti hanno dovuto lasciare le loro aule, ex abrupto, per vivere una scuola diversa, una scuola da casa. Non era mai successo prima. Grazie allo sforzo dei docenti, dei dirigenti scolastici, del personale ATA, di tanti dipendenti dell’Amministrazione ministeriale, centrale e territoriale, delle famiglie, che hanno dato un grande contributo, la scuola non li ha mai lasciati soli, non si è fermata.

La comunità scolastica ha mostrato di essere un tessuto vivo e reattivo. In poche settimane, infatti, il sistema di istruzione italiano ha reagito, ha affrontato una crisi senza precedenti mettendo in piedi quasi da zero – perché praticamente da zero siamo partiti, anche a causa dei cronici ritardi del nostro Paese nei processi di formazione e digitalizzazione – la propria risposta in termini di didattica digitale a distanza. Con una rinnovata collaborazione fra Ministero dell’Istruzione e RAI sono stati messi a disposizione contenuti televisivi e programmi dedicati, anche in diretta, per integrare l’offerta. Un lavoro che non era mai stato fatto prima e che resterà anche per il futuro, anzi andrà implementato. Un patrimonio di esperienze e competenze di cui andare fieri e da non disperdere assolutamente: rappresenta un’eredità importante per il futuro.

Ora, però, è tempo di tornare nelle nostre aule. In presenza e in sicurezza. Insieme e senza paura.

Con gli esami di Stato del Secondo ciclo abbiamo riaperto le scuole dopo un lungo lockdown. Chiudere le scuole è stata una ferita, un tormento che ci porteremo dentro. Tuttavia, dobbiamo ricordarlo sempre: è stata una scelta che ci ha consentito di salvare migliaia di vite umaneCi aspettano adesso settimane di lavoro intenso per far suonare la campanella di settembre, tanto attesa e importante, perché le nostre ragazze e i nostri ragazzi si aspettano di fare ritorno fra i banchi, di rivedere i loro compagni di classe, gli insegnanti, di tornare a vivere nella loro comunità scolastica di cui, in questi mesi, tutti hanno riscoperto l’importanza. Perché la scuola è di tutti e di ciascuno come recitano le Indicazioni nazionali. È scambio, è accoglienza della diversità come valore irrinunciabile, è interculturalità, è confronto, è il luogo in cui si apprende, si cresce, ci si prepara al domani, alla vita. La scuola genera una convivialità relazionale intessuta di linguaggi affettivi ed emotivi. Abbiamo lavorato e continueremo a farlo nelle prossime settimane avendo come fari i principi della Costituzione.

Basti pensare all’articolo 34, che Piero Calamandrei si spinse a definire come «il più importante di tutta la Costituzione, il più impegnativo», perché fa riferimento ad una scuola “aperta a tutti”, che ha lo scopo di garantire a ciascuna e ciascuno pari opportunità, soprattutto a chi, pur se privo di mezzi, ha diritto di raggiungere le più alte vette dello studio. Si tratta, certamente, di una visione rivolta essenzialmente a far sì che la scuola sia immaginata come fulcro essenziale per quella lotta al superamento di ogni disuguaglianza, economica e sociale, che impedisce il pieno sviluppo della persona, in un’ottica che pervade tutta la Carta costituzionale e trova il proprio baricentro nell’articolo 3 e nei doveri inderogabili di solidarietà espressi all’articolo 2.

A partire da questo, come Ministero abbiamo insediato il 23 aprile scorso un comitato di esperti che ha svolto un lungo lavoro di ascolto e di approfondimento propositivo, confluito in parte in questo documento. Il Piano per la riapertura delle scuole rappresenta una sintesi delle proposte arrivate in queste settimane da Regioni, Enti Locali, associazioni degli studenti, dei genitori e dei disabili, forze sociali, scuole paritarie: a tutti va un profondo ringraziamento per il contribuito reso. È stata fatta un’opera attenta di ascolto e di confronto. La ripresa di settembre funzionerà grazie a tutti gli attori coinvolti. Perché la scuola è un tema che riguarda tutto il Paese e va affrontato senza divisioni e nella massima collaborazione e con spirito di reale condivisione. Non sarà un lavoro banale. Basilare sarà una grande alleanza con le Regioni e gli Enti locali, proprietari degli edifici scolastici, che insieme agli Uffici territoriali del Ministero supporteranno le scuole e i dirigenti scolastici nei territori.

Quella di settembre sarà una scuola innovativa e aperta. Si dovranno organizzare nuovi spazi e riorganizzare quelli esistenti per garantire i distanziamenti e la sicurezza di tutti. Ma sarà anche una scuola che, reagendo all’emergenza, dovrà dare qualcosa in più ai nostri studenti. Penso ai patti di comunità con le realtà presenti sul territorio, che consentiranno di esplorare di più le opportunità che offrono, dai teatri ai musei. Sarà una scuola radicata nel presente, ma con lo sguardo rivolto al futuro, perché ogni pietra che metteremo in questa ripresa sarà la base su cui costruire la scuola di domani. Abbiamo la straordinaria occasione di puntare sul digitale, sulla formazione del personale scolastico, sull’innovazione della didattica e degli ambienti di apprendimento, sul miglioramento dell’edilizia scolastica. Ambienti di apprendimento che non devono essere intesi solo in senso fisico, ma come spazi mentali ed emotivi che incoraggino l’apprendimento collaborativo.

La ripartenza del Paese non può che passare dunque da un nuovo slancio innovativo della scuola. La scuola di settembre sarà responsabile, flessibile, aperta, rinnovata, rafforzata. Responsabile nell’accompagnare la comunità scolastica a comportamenti coerenti con le misure di sicurezza: istituti puliti e igienizzati, personale scolastico formato, famiglie, studenti e studentesse informati. Flessibile nella valorizzazione delle potenzialità derivanti dall’autonomia scolastica, per la rimodulazione degli orari e delle classi, per l’organizzazione degli ingressi e degli spostamenti. Aperta per la ricerca di nuovi spazi, anche oltre il perimetro scolastico, in un’ottica di integrazione e di alleanza con il territorio. Rinnovata nei locali e negli arredi scolastici, che consentano di modificare le metodologie didattiche e siano funzionali a creare geometrie d’aula variabili, a facilitare la collaborazione tra gruppi omogenei ed eterogenei per competenze e livelli. Rafforzata attraverso il potenziamento dell’organico del personale scolastico, in particolare per le classi di alunni più piccoli. Nel rispetto e nella valorizzazione dell’autonomia scolastica, l’obiettivo del Ministero che ho l’onore di servire è quello di guidare il lavoro di organizzazione delle scuole sul territorio, indicando all’interno degli strumenti messi a disposizione un elenco di priorità, sulle quali ogni singola scuola creerà il proprio vestito su misura.

Attenzione principale dovrà essere riservata alle fasce più piccole della popolazione studentesca, a partire dalla scuola dell’infanzia. Sono le bambine e i bambini ad aver sofferto maggiormente la sospensione dell’attività didattica in presenza. Analogo discorso deve essere fatto per tutte le prime classi dei vari cicli scolastici. Meritevole del più consistente impegno dovrà essere poi la tutela dei diritti degli studenti e delle studentesse con disabilità e con disturbi specifici dell’apprendimento e con altre forme di bisogni educativi speciali derivanti da uno svantaggio economico, linguistico, culturale. L’inclusione scolastica è un tema chiave. Perché “se si perdono i ragazzi più difficili la scuola non è più scuola. È un ospedale che cura i sani e respinge i malati”, come diceva Don Milani. Il Ministero accompagnerà puntualmente, in questi mesi difficili e frenetici, il lavoro delle istituzioni scolastiche, degli Enti locali e di tutti gli attori istituzionali coinvolti.

È per tale ragione che ho deciso di attraversare l’Italia nelle prossime settimane, per partecipare ai tavoli regionali, per supportare direttamente, in prima persona, i passaggi verso la riapertura. Nei primi mesi dell’anno, e in vista del prossimo anno scolastico, il Ministero dell’Istruzione, insieme a tutto il Governo, ha mobilitato nuove risorse per il settore scuola per un ammontare di 4,6 miliardi di euro. Fondi per l’edilizia scolastica, per la gestione dell’emergenza, per la chiusura dell’anno scolastico in corso e per l’avvio del prossimo. A giorni partirà anche un avviso per azioni di supporto al diritto allo studio degli studenti e delle studentesse meno abbienti: 236 milioni per l’acquisto dei libri di testo e kit didattici.

La scuola è tornata ad essere, finalmente, un settore su cui investire. Una scelta precisa che guarda al futuro del Paese. Sono state dispiegate risorse economiche importanti per organizzare l’avvio in presenza e in sicurezza del nuovo anno. Sulla base delle analisi che i tavoli regionali ci restituiranno, a cominciare dalla prima settimana di lavoro seguente alla pubblicazione di questo Piano per la riapertura delle scuole, il Ministero impiegherà risorse aggiuntive, con una dotazione ulteriore di un miliardo di euro, per risolvere le eventuali criticità emergenti. Continuerà, in parallelo, il lavoro già avviato in queste settimane di progettazione, pro futuro, di un Piano pluriennale di intervento attraverso il finanziamento dei nuovi fondi europei, a partire dal c.d. Recovery fund.

Vogliamo infatti dedicarci, per i prossimi anni, grazie alle opportunità e alle risorse europee, ad una progettazione di lungo respiro, stabile, duratura. Di visione. Un modo anche per capitalizzare i sacrifici di questi mesi, in cui l’importanza della scuola è riemersa con forza. A fronte di un lavoro serio e condiviso siamo convinti di poter davvero trasformare il dramma di questa crisi in una grande occasione di svolta. Una svolta seria, ponderata e di prospettiva, che non può che puntare alla riduzione del numero degli alunni per classe, alla lotta contro la dispersione scolastica, alla formazione del personale della scuola, al potenziamento della mobilità europea dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze, alla valorizzazione degli ITS. Senza dimenticare un grande investimento pluriennale sull’edilizia scolastica, che dia al Paese edifici sicuri e ambienti di apprendimento all’altezza delle sfide del tempo che viviamo.

La rotta è stata definitivamente invertita. Non si parla più di tagli. Una promessa che abbiamo mantenuto. Personale scolastico, studentesse e studenti, famiglie, saremo al fianco di tutti, li accompagneremo nella ripresa. Ci saranno campagne informative su tutte le misure che saranno attuate per la loro protezione e sui comportamenti da tenere per garantire la sicurezza di tutti. A settembre ci attende non solo l’avvio del nuovo anno scolastico, ma di un anno scolastico nuovo. Siamo anche di fronte ad una stagione nuova. La scuola, ancora più forte e consapevole della propria importanza e potenzialità dopo questo lockdown, può e deve ora fare un ulteriore scatto in avanti, con l’alleanza di tutti. Dalla scuola passano il nostro presente e il nostro futuro. Abbiamo il diritto di sognare una scuola migliore, nonché oggi il dovere morale e storico di realizzarla con l’aiuto di tutti voi.

Il Ministro
Lucia Azzolina”

Piano scuola: pubblicate le linee guida. Le reazioni di politica e sindacati

da Tuttoscuola

“A settembre si torna a scuola in presenza e in sicurezza” ha detto la Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, presentando le Linee guida per la ripresa insieme al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il testo ha avuto il via libera, nel pomeriggio dello scorso 26 giugno, anche da parte delle Regioni e degli Enti locali, è immediatamente operativo e verrà diramato alle istituzioni scolastiche. Ascani: “È una buona notizia”. Moderatamente soddisfatti i sindacati, contenti delle risorse aggiunte ma dell’idea che c’è ancora tanto lavoro da fare, mentre ancora poco convinta l’opposizione. Aprea: “Non basta aver promesso 1 miliardo in più”.

“Nelle ultime settimane ho incontrato una per una tutte le Regioni – ha dichiarato la viceministra, Anna Ascani dalla sua pagina Facebook -, i rappresentanti regionali di ANCI, UPI e gli Uffici Scolastici Regionali e, grazie a uno straordinario lavoro di squadra, abbiamo costruito un “cruscotto” che raccoglie la misura in metri quadrati delle aule delle nostre scuole (i Comuni stanno continuando ad aggiornare ora dopo ora questi dati). Attraverso questo strumento – che consente di inserire il distanziamento e il numero degli iscritti come parametri – riusciamo a verificare con immediatezza quali e quante sono le situazioni che presentano criticità dal punto di vista degli spazi disponibili. Il confronto tra gli Enti proprietari degli edifici e i dirigenti scolastici consente poi di intervenire laddove servano modifiche agli arredi (es. passare dal banco doppio al banco singolo) o alle strutture (es. sostituire una finestra che si apre verso l’interno con una a scorrimento per risparmiare spazio) o di individuare, in caso di necessità, altri spazi per lo svolgimento della didattica. Abbiamo inserito nel “cruscotto” un primo elenco di edifici scolastici dismessi, ma utilizzabili. Le scuole hanno già nelle loro casse 331 milioni per organizzare la ripresa”.

“Per quanto riguarda il personale – ha aggiunto Ascani – , il Decreto Rilancio ha già previsto per il Ministero dell’Istruzione 1 miliardo a cavallo tra il 2020 e il 2021 utilizzabile anche per le esigenze legate all’organico. Gli Uffici Scolastici Regionali, raccordandosi coi dirigenti scolastici e con gli Enti Locali, segnaleranno all’Amministrazione Centrale le criticità più rilevanti e si interverrà per risolverle, anche coinvolgendo le Organizzazioni Sindacali in un tavolo nazionale che si occuperà, tra gli altri aspetti, di disporre insieme alla Protezione Civile il protocollo sulla sicurezza, da calare poi a livello territoriale come avvenuto per gli Esami di Stato”.

“Riguardo il dibattito che si è aperto sull’autonomia – ha concluso la viceministra – credo che le preoccupazioni dei Dirigenti Scolastici siano comprensibili, così come è più che corretta la loro richiesta di avere strumenti commisurati alle responsabilità che vengono loro affidate. Strumenti che non mancheranno.
Nessuno sarà lasciato solo. Vale per i dirigenti, per i docenti e per tutto il personale scolastico, per gli Enti Locali, per le Regioni”.

“Finalmente e con gravissimo ritardo la Ministra Azzolina e il Governo sembrano aver cominciato a comprendere quel che stiamo predicando da mesi – ha detto invece FLC CGIL – : la scuola, per ripartire, ha bisogno di investimenti, di risorse nuove per garantire spazi, organico, tempo scuola e scongiurare il ricorso alla didattica a distanza. Alla necessità di investimenti d’altronde, hanno sempre fatto riferimento in questi mesi segnati dall’emergenza sanitaria, le regioni, i comuni, il Comitato tecnico scientifico e la stessa task force ministeriale. L’ulteriore miliardo di euro che il Governo ha intenzione di stanziare è dunque un passo avanti. Dobbiamo avere tuttavia il senso delle proporzioni: è un passo nella giusta direzione ma non basta”.

“Bene ha fatto il Governo a dare ascolto alle preoccupazioni e alle proteste del mondo della scuola – ha dichiarato anche Pino Turi, Uil Scuola. Quello assunto  è un impegno annunciato, che andrà trasformato in atti concreti. Settembre è già oggi. I tempi sono strettissimi e non si può aspettare il Recovery Fund che  può servire per un progetto complessivo. Oggi vanno usati subito i fondi del Mes che sono pronti. Vanno utilizzati immediatamente anche per l’adeguamento del personale docente e Ata. La decisione di oggi sembra andare nella direzione che abbiamo sollecitato, in ogni forma, nei mesi scorsi. Serve unità. Il punto fondamentale è ricostruire un clima di condivisione nella scuola, serve il coinvolgimento del personale. Su questo fronte, ci aspettiamo un approccio diverso anche da parte della Ministra”.

“Il Documento presentato in sede di Conferenza Unificata rappresenta una cornice generale che dove essere tuttavia integrata e precisata mediante un Protocollo con le parti sociali – ha commentato invece Maddalena Gissi, Cisl Scuola – . Il Protocollo deve fornire indicazioni operative ed applicative delle misure previste nel Documento, nel quadro normativo e contrattuale vigente. In tutta evidenza, rimangono infatti ancora insoluti molti aspetti tecnici e gestionali, soprattutto rispetto all’interpretazione delle misure di distanziamento, dei finanziamenti necessari e dei ruoli e delle competenze dei diversi livelli decisionali”.

Del tutto diverso il parere di Valentina Aprea,  deputata e responsabile nazionale del Dipartimento Istruzione di Forza Italia: “Conte e Azzolina non convincono sulla scuola. Non basta aver promesso 1 miliardo per garantire la riapertura delle scuole il 14 settembre e neppure la condivisione delle linee guida in conferenza Stato-regioni. Troviamo molto singolare ad esempio che la Ministra Azzolina dichiari candidamente di sapere che il 15% degli studenti non potrà entrare in classe per rispettare il distanziamento, solo dopo aver incassato il parere delle Regioni, seppur condizionato. Non sembra essere questo il canone di una leale collaborazione tra istituzioni visto che le regioni si sono confrontate con il governo per tre giorni di seguito.  A questo punto, dopo le dichiarazioni rilasciate in conferenza stampa dal premier Conte e dalla ministra, chiediamo che il miliardo annunciato sia reso disponibile con la conversione del decreto Rilancio e che vengano semplificate le procedure per trovare gli ambienti educativi necessari. Diversamente L’anno scolastico non potrà ripartire a settembre per tutti. Il colpevole ritardo nella stesura di questo Piano rischia di diventare anche doloso dopo le ultime dichiarazioni del Ministro Azzolina. Sarebbe stato più onesto e più giusto rappresentare le difficoltà che ancora sussistono soprattutto alle famiglie e agli studenti”.

“Il 15% di studenti fuori dall’istituto per rispettare il distanziamento, di cui parla Azzolina, fa il paio con il 15% di docenti in più che, secondo la task force, servirebbero per gestire la situazione: 125.000 insegnanti, di cui vedremo – se va bene – poco più di un terzo; ovviamente assunti a tempo determinato, nonostante già così l’Italia si appresti a sfondare il tetto dei 220.000 supplenti”, aggiunge il senatore Mario Pittoni, presidente della commissione Cultura a palazzo Madama e responsabile del dipartimento Scuola della Lega.