Inclusione scolastica: proposte e confronti al Ministero

Inclusione scolastica: proposte e confronti al Ministero

Sono giorni di intensi confronti sul tema dell’inclusione scolastica delle persone con disabilità. Ieri le organizzazioni si sono incontrate nella Consulta dell’Osservatorio permanente sull’inclusione degli alunni con disabilità, questa mattina è toccato al Comitato Tecnico Scientifico dell’Osservatorio che ha visto la presenza oltre che del Ministro Lucia Azzolina e del Sottosegretario Giuseppe De Cristofaro anche di Vincenzo Falabella e Nazaro Pagano, presidenti rispettivamente di FISH e FAND.

Con un occhio al recente passato e uno all’imminente futuro.

Dalle associazioni e dalle federazioni si esprime, e non da oggi, l’esigenza, più scientifica che rivendicativa, di comprendere al meglio ciò che è accaduto durante l’emergenza COVID per delineare le criticità della didattica a distanza, le difficoltà nell’inclusione scolastica, l’impatto delle limitate competenze sia sul digitale che sulle più complessive metodologie didattiche adeguate alla situazione. Capire com’è andata e cosa è successo è indispensabile per profilare e costruire un migliore futuro e la ripresa delle attività a settembre.

Ma su questo cosa si attendono le famiglie, le federazioni e le associazioni?

Innanzitutto che quest’anno più che mai le attività scolastiche inizino per gli alunni con disabilità in tempi uguali ai coetanei e ai compagni di classe. E per evitare ulteriori interruzioni all’avvio dell’anno scolastico per tutti, FISH e FAND hanno proposto che la prossima consultazione elettorale non si tenga nei plessi scolastici.

Ci si attende la garanzia di una frequenza in presenza e in sicurezza ma anche in condizioni di pari opportunità, con gli altri alunni e studenti senza disabilità. Se verranno previsti dei turni, soprattutto per le disabilità intellettive ed i disturbi del neurosviluppo, dovrà essere garantita sempre la didattica in presenza, per non creare ancora più problemi nel riadattamento delle routine.

Va poi assicurata la continuità didattica di tutte le figure di supporto: insegnanti di sostegno, educatori, assistenti all’autonomia ed alla comunicazione, anche mettendo mano velocemente alle norme che regolano la loro assegnazione e le loro nomine che vanno accelerate proprio con il fine della continuità.

E quando ci si riferisce alle pari opportunità dobbiamo pensare anche ai corsi di recupero ed apprendimento integrativo: devono essere garantiti, calibrati e adeguati anche per gli alunni con disabilità. Le medesime pari opportunità devono essere ricercate anche nell’individuazione di spazi alternativi che tengano conto di accessibilità e fruibilità.

Infine, questo momento di passaggio e di ripensamento di percorsi e procedure può rappresentare anche l’occasione per rivedere gli strumenti di progettazione educativa magari con una maggiore attenzione anche agli aspetti di vita che vanno oltre all’ambito scolastico e alla durata della frequenza.

Il Ministro da parte sua ha rassicurato che i lavori per l’emanazione degli atti applicativi del decreto 66 sull’inclusione scolastica riprenderanno al più presto.

Siamo di fronte a sfide epocali, culturali e politiche, che potrebbero davvero contribuire sia a farci uscire da uno stallo e rendere operativi buone parte degli intenti già espressi dalla più recente produzione normativa, sia a raccogliere insegnamenti ed evidenze emerse nel corso dell’emergenza COVID”, hanno commentato Pagano e Falabella al termine dell’incontro.

11 giugno 2020

Il Presidente Nazionale FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’HandicapIl Presidente Nazionale FAND – Federazione tra le Associazioni Nazionali delle persone con Disabilità
Vincenzo FalabellaNazaro Pagano

L’Aquila, atto vile contro l’infanzia e la disabilità

L’Aquila, atto vile contro l’infanzia e la disabilità

FISH crede profondamente nella potenzialità inclusiva delle attività ludiche soprattutto per i bambini. Questa convinzione ci ha profondamente animato nella conduzione del progetto nazionale Giochiamo tutti!. Realizzare parchi giochi accessibili a tutti nelle nostre città assieme alle comunità, assieme alle famiglie, con le amministrazioni che ci credono. Gli atti vandalici nell’area giochi dell’Aquila sono di una gravità incommentabile, un gesto di violenza, l’ennesimo, contro i bimbi, contro le persone con disabilità.”

Così commenta Vincenzo Falabella, Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, il grave episodio avvenuto ieri a l’Aquila ai danni dell’area giochi accessibile realizzata da FISH, con il supporto di Mediafriends, e inaugurata il 13 giugno 2015 con una bellissima festa pubblica che coinvolse l’intero quartiere e moltissimi cittadini e coronò un lungo percorso di coprogettazione e realizzazione.

Questi gesti ci avviliscono ma non fermano il nostro impegno quotidiano nelle istituzioni, ma ancora di più nei territori e nelle comunità che sono e rimangono profondamente solidali e orientate all’inclusione. Continueremo, ora più che mai, rilanciando il nostro progetto Giochiamo tutti! che riteniamo un’esperienza irrinunciabile.”

Riunito l’Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica

Scuola, riunito al Ministero l’Osservatorio permanente per l’inclusione Azzolina: “Massima priorità agli alunni con disabilità nella ripresa di settembre”

La Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha riunito nella mattinata dell’11 giugno, in videoconferenza, l’Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica. “Ho ascoltato con piacere le voci di associazioni, studenti, famiglie”, sottolinea la Ministra che prosegue “quella di oggi è stata una riunione molto proficua, che ha confermato un clima di positiva collaborazione fra i componenti dell’Osservatorio e il Ministero. Un confronto che va avanti da tempo”.

Questa mattina, prosegue Azzolina, abbiamo “gettato le basi per progetti comuni per il futuro, volti alla costante inclusione di ragazze e ragazzi con disabilità in ogni nostra azione”. Il Ministero “sta definendo il modello nazionale di PEI (Piano Educativo Individualizzato), documento molto atteso che sarà pronto in tempo per il nuovo anno scolastico”.

Guardando alla ripresa di settembre e all’emergenza coronavirus, la Ministra ha assicurato che sarà data massima priorità alle esigenze degli studenti con disabilità “L’amministrazione scolastica lavorerà affinché fin dal primo giorno possano esserci tutti gli insegnanti. E chiederemo ai dirigenti scolastici di metterli al centro delle scelte che faranno per la ripresa, sia da un punto di vista logistico che didattico”.

Profilo e Condizione Occupazionale dei Laureati

RAPPORTO 2020 SUL PROFILO E SULLA CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI LAUREATI.
UN TREND POSITIVO ALLA PROVA DELLA PANDEMIA

Giovedì 11 giugno 2020 ore 11:00 – 12:00
Ministero dell’Università e della Ricerca
Viale Trastevere 76/A – 00153 ROMAXXII

Maggiore regolarità degli studi, abbassamento dell’età alla laurea, più tirocini curriculari:
così migliora il profilo dei laureati. Nel 2019 tendenziale incremento anche per il tasso di occupazione, rispetto al 2014: a un anno dal titolo +8,4 punti percentuali
per laureati di primo livello e +6,5 punti percentuali per quelli di secondo livello, L’indagine parziale marzo-giugno 2020 registra, però, rispetto alla rilevazione del 2019, un calo di entrambe
le quote: rispettivamente -9,0 e -1,6 punti percentuali. In crescita l’efficacia
della laurea con un aumento, rispetto all’indagine del 2014, di 11 punti percentuali per i laureati di primo livello e di 8,0 punti percentuali per quelli di secondo livello.
Ma la pandemia fa registrare oscillazioni anche per i livelli di efficacia della laurea
[Bologna, 11 giugno 2020] La condizione occupazionale dei laureati di 76 atenei e le caratteristiche del capitale umano uscito dal sistema universitario italiano nel 2019 sono state al centro della presentazione presso il MUR del Rapporto annuale di AlmaLaurea sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati (XXII indagine).
La presentazione del Rapporto 2020 si è tenuta per la prima volta nella sede del MUR con il Ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi. Presenti per AlmaLaurea, il presidente professor Ivano Dionigi, il direttore professoressa Marina Timoteo e, in collegamento, Remo Morzenti Pellegrini, rettore dell’Università di Bergamo dove il 4 giugno si sarebbe dovuto svolgere il Convegno annuale alla presenza delle Istituzioni e dei rappresentanti degli Atenei consorziati – in primis i Rettori – che, comunque, hanno partecipato da remoto.
Il Rapporto sulla Condizione occupazionale dei Laureati si basa su un’indagine che riguarda 650mila laureati di 76 Atenei e analizza i risultati raggiunti nei mercati del lavoro dai laureati nel 2018, 2016 e 2014, intervistati rispettivamente a 1, 3 e 5 anni dal conseguimento del titolo. I laureati nel 2019 coinvolti nel Rapporto 2020 sul Profilo dei Laureati sono oltre 290mila: si tratta di 166mila laureati di primo livello (57,3%), 87mila magistrali biennali (29,7%) e 36mila magistrali a ciclo unico (12,5%); i restanti sono laureati pre-riforma (compresi quelli di Scienze della Formazione Primaria).
Il rapporto sul Profilo dei laureati conferma i dati positivi sulla regolarità degli studi (nel 2019 hanno concluso gli studi in corso il 55,7% dei laureati) e l’abbassamento dell’età alla laurea (in media, inferiori ai 25 anni per i triennali e a 27 circa per i magistrali a ciclo unico e biennali). Crescono anche i tirocini curriculari e, seppur in maniera più contenuta, le esperienze di studio all’estero (rispetto al 2009).
Per quanto riguarda la Condizione occupazionale, il Rapporto ha messo in luce che nel 2019 il tasso di occupazione è pari, a un anno dal conseguimento del titolo, al 74,1% tra i laureati di

primo livello e al 71,7% tra i laureati di secondo livello del 2018. Il confronto con le precedenti rilevazioni evidenzia un tendenziale miglioramento del tasso di occupazione che, rispetto al 2014, risulta aumentato di 8,4 punti percentuali per i laureati di primo livello e di 6,5 punti per i laureati di secondo livello. Si tratta di segnali positivi che, tuttavia, non sono ancora in grado di colmare la significativa contrazione del tasso di occupazione osservabile tra il 2008 e il 2014 e che devono comunque essere contestualizzati anche rispetto all’attualità.
A proposito della correlazione tra percorso di studi e tasso occupazionale, è interessante notare come tra i laureati magistrali biennali del 2014, intervistati a cinque anni dal conseguimento del titolo, si registrino rilevanti differenze tra i vari gruppi disciplinari. I laureati in ingegneria, nelle professioni sanitarie e in architettura mostrano le migliori performance occupazionali (tasso di occupazione superiore al 90,0%). Sono, invece, nettamente al di sotto della media i tassi di occupazione dei laureati dei gruppi insegnamento, letterario, psicologico e geo-biologico (il tasso di occupazione è inferiore all’83,0%).
Anche tra i laureati magistrali a ciclo unico, intervistati a cinque anni, si evidenziano importanti differenze tra i gruppi disciplinari: i laureati del gruppo medico hanno le più elevate performance occupazionali (tasso di occupazione pari al 93,8%); al di sotto della media, invece, i laureati del gruppo giuridico, dove il tasso di occupazione si ferma al 78,2%.
A cinque anni dal titolo, i valori più elevati di efficacia sono raggiunti tra i laureati magistrali biennali dei gruppi educazione fisica (74,2%), geo-biologico (69,3%), e dei gruppi architettura, scientifico, psicologico e chimico-farmaceutico (superiore al 65,0%).
Nel Rapporto 2020 emerge anche una forte differenziazione nella composizione per genere dei vari ambiti disciplinari: nei corsi di primo livello le donne costituiscono la forte maggioranza nei gruppi insegnamento (93,8%), linguistico (84,2%), psicologico (79,9%) e professioni sanitarie (71,0%). Al contrario, esse risultano una minoranza nei gruppi ingegneria (26,4%), scientifico (26,7%) ed educazione fisica (34,0%). Tale distribuzione è confermata anche all’interno dei percorsi magistrali biennali. Nei corsi magistrali a ciclo unico le donne prevalgono nettamente in tutti i gruppi disciplinari: dal 95,4% nel gruppo insegnamento al 54,7% nel gruppo medicina e odontoiatria.
Il Rapporto 2020 conferma la presenza di elementi di disuguaglianza a livello territoriale, sociale e di genere.
In particolare per quanto riguarda il profilo, si osserva che coloro che provengono da famiglie più svantaggiate, non solo in termini economici ma anche livello di istruzione dei genitori, studia per meno anni e anche quando arriva a iscriversi all’Università sceglie corsi di laurea più brevi. Nel 2019 prosegue gli studi universitari, iscrivendosi a un percorso di secondo livello, il 73,1% dei laureati di primo livello con alle spalle una famiglia in cui almeno un genitore è laureato, rispetto al 54,3% rilevato tra quanti provengono da famiglie con un modesto background formativo.
Le ombre evidenziate nel Profilo dei laureati si confermano anche nella condizione occupazionale per la quale il Rapporto 2020 comprova le tradizionali differenze di genere e, soprattutto, territoriali, mostrando, ceteris paribus, la migliore collocazione degli uomini (+19,2% di probabilità in più di essere occupati rispetto alle donne) e di quanti risiedono o hanno studiato al Nord (per quanto riguarda la residenza, +40,0% di probabilità di essere occupati rispetto a quanti risiedono al Sud; per quanto riguarda la ripartizione geografica di studio, +63,7% di probabilità di essere occupati rispetto a quanti hanno studiato al Sud).

Luci e ombre, dunque, dal Rapporto 2020 che si colloca in un contesto temporale così speciale quale è quello dell’emergenza pandemica che, inevitabilmente, avrà delle ripercussioni sul profilo dei laureati protagonisti del Rapporto 2021 e sulla loro condizione occupazionale.
Al fine, quindi, di prepararsi al meglio al prossimo appuntamento, AlmaLaurea, per la prima volta contestualmente alla presentazione del Rapporto, ha analizzato i dati parziali (da marzo a giugno 2020) raccolti sulla condizione occupazionale dei laureati per fotografare la situazione contingente, con particolare riferimento al periodo di lockdown causato dall’emergenza Covid-19, approfondito con un’indagine ad hoc (vedi Approfondimenti in allegato).
L’indagine parziale (marzo-giugno 2020) sulla condizione occupazionale dei laureati ha raccolto le risposte di 46mila laureati del periodo gennaio-giugno 2019, di primo e di secondo livello, a un anno dal titolo, e circa 19mila laureati del periodo gennaio-giugno 2015, di secondo livello, contattati a cinque anni dal titolo. Dai dati emerge che nei primi mesi del 2020 il tasso di occupazione a un anno dal conseguimento del titolo è pari al 65,0% tra i laureati di primo livello e al 70,1% tra i laureati di secondo livello. Rispetto alla rilevazione del 2019, entrambe le quote sono in calo: rispettivamente di -9,0 e di -1,6 punti percentuali.
Altro parametro da monitorare è quello sull’efficacia della laurea nell’attività lavorativa: qui si conferma la corrispondenza tra studi compiuti e lavoro svolto.
È interessante rilevare, anche in questo caso, come i primi dati dell’indagine condotta da AlmaLaurea da marzo a giugno 2020 mostrano che per il 50,5% dei laureati di primo livello e per il 61,9% dei laureati di secondo livello, occupati a un anno, il titolo accademico risulta ancora “molto efficace o efficace” ma, rispetto alla rilevazione del 2019, i livelli di efficacia risultano in calo tra i laureati di primo livello (-7,8 punti) e leggermente in aumento per quelli di secondo livello (+0,4 punti).

IN ALLEGATO

RAPPORTO 2020 COMPLETO AI LINK:

Profilo dei laureati (XXII Indagine 2020)
Condizione occupazionale dei laureati (XXII Indagine 2020)

Il ministero ci ripensa: ammissioni e crediti solo nel registro elettronico (e i presidi insorgono)

da Il Sole 24 Ore

di Cl. T.

I risultati degli scrutini di ammissione agli esami di maturità, compresi i crediti scolastici dei candidati, vanno pubblicati solo sul registro elettronico. Il ministero dell’Istruzione torna sulle proprie indicazioni, ed emana una nuova circolare alle scuole, dopo un ulteriore interlocuzione con il garante della privacy. Ma l’Anp insorge, parla di normative “contrastanti”, e chiede a viale Trastevere di rettificare le proprie indicazioni.

La nuova nota ministeriale
L’oggetto della discordia è una sorta di secretazione di voti ed esiti delle prove. Il ministero infatti chiarisce che gli esiti degli scrutini con la sola indicazione per ciascun studente “ammesso” e “non ammesso” alla classe successiva, sono pubblicati, distintamente per ogni classe, nell’area documentale riservata del registro elettronico, cui accedono tutti gli studenti della classe di riferimento. Diversamente i voti in decimi, compresi quelli inferiori a sei decimi, riferiti alle singole discipline, sono riportati, oltre che nel documento di valutazione, anche nell’area riservata del registro elettronico a cui può accedere il singolo studente mediante le proprie credenziali personali. Il ministero poi raccomanda di predisporre uno specifico “disclaimer” con cui si informino i soggetti abilitati all’accesso che i dati personali ivi consultabili non possono essere oggetto di comunicazione o diffusione (ad esempio mediante la loro pubblicazione anche su blog o su social network).

Ok all’albo solo se sprovvisti di registro elettronico
Qualora, invece, l’istituzione scolastica sia sprovvista di registro elettronico, prosegue il ministero, è consentita la pubblicazione all’albo della scuola degli esiti degli scrutini, con la sola indicazione di ammissione/non ammissione alla classe successiva. Al fine di evitare assembramenti e garantire le necessarie misure di sicurezza e distanziamento, il dirigente scolastico predispone una calendarizzazione degli accessi all’albo dell’istituzione scolastica e ne dà comunicazione alle famiglie degli alunni. In entrambi i casi la pubblicazione degli esiti degli scrutini non deve riportare informazioni che possano identificare lo stato di salute degli studenti o altri dati personali non pertinenti.

Disco rosso dei presidi: il ministero rettifichi
La nota fa infuriare l’Anp, l’Associazione nazionale presidi, che ne chiede l’immediata rettifica. «Con specifico riferimento alla pubblicazione on line degli esiti degli scrutini di ammissione agli esami di Stato conclusivi del secondo ciclo di istruzione – spiega il presidente Antonello Giannelli – osservo che il vigente quadro normativo conduce a conclusioni difformi da quelle della nota stessa. Sottolineo espressamente che non si pone alcuna questione di tutela della “privacy” in quanto tale condotta è prevista da precise fonti normative, fermo restando il divieto di pubblicazione di dati personali idonei a rivelare lo stato di salute o comunque non pertinenti. La stessa Autorità Garante si è ripetutamente espressa in tal senso. Le istruzioni fornite dal ministero, in tutta evidenza, regolano la materia in modo contrastante con quanto previsto dalle norme attualmente vigenti e, pertanto, ne chiedo la rettifica».

Dal testo a piacere a educazione civica: ecco l’orale in 5 parti

da Il Sole 24 Ore

di Eugenio Bruno

La maturità 2020 solo orale in realtà inizierà da uno scritto. Dietro questa apparente contraddizione in termini si cela lo schema scelto dalla ministra Lucia Azzolina e dai suoi tecnici per recuperare all’interno del colloquio di un’ora, a cui verrà sottoposto ogni maturando, alcuni elementi di valutazione che sarebbero emersi dalle prime due prove scritte che si sarebbero svolte senza pandemia: lo scritto di italiano e la prova di indirizzo mista sulle materie individuate a gennaio: greco/latino al liceo classico e matematica/fisica allo scientifico. L’ordinanza ministeriale più volte ricordata nelle pagine precedenti affida infatti a un elaborato dell’alunno su uno spunto concordato con il professore della materia di indirizzo ( su un argomento a piacere o quasi) il compito di avviare la discussione d’eame.

Rinviando alle pagine seguenti per i possibili suggerimenti su come svilupparlo – a seconda che ci si trovi in un liceo, in un istituto tecnico o in un professionale – qui ci limitiamo a ricordare gli altri 4 step del colloquio. E cioè: il commento a un testo d’italiano studiato durante l’anno e citato dal consiglio di classe nel documento del 30 maggio (che gli altri anni arrivava entro il 15, ndr), l’analisi del materiale predisposto dalla commissione e comunicato allo studente la mattina del colloquio (con annessi collegamenti tra le varie materie), la presentazione di un elaborato che riassuma l’esperienza di alternanza scuola-lavoro e infine un accenno ai rudimenti di cittadinanza/Costituzione. Dove dovrebbe trovare spazio un approfondimento sul Covid-19.

Confronti con altre opere per arricchire il testo di partenza

da Il Sole 24 Ore

di Ortensio Celeste

L’elaborato, momento iniziale dell’unica prova d’esame prevista per l’anno 2020, è destinato a rivestire un ruolo importante, potenzialmente decisivo, per lo svolgimento dell’intero colloquio: quale regia immaginarne per una buona riuscita, ovvero per certificare il superamento della prova e perché lo studente resti soddisfatto?

Il testo di partenza

Gli studenti di tutte le classi terminali dell’istituto ove lavoro (importante che vi sia un nucleo forte di condivisione) produrranno un elaborato su un argomento (più che assegnato, concordato) secondo i seguenti criteri: titolo, 2-3 cartelle, corpo 12, carattere Calibri, interlinea 1,5 e testo giustificato. L’elaborato prenderà avvio da uno o più testi in lingua greca o latina, di cui lo studente fornirà traduzione, analisi e commento, e svilupperà una serie di approfondimenti e confronti (sin qui le richieste vincolanti A) che potranno essere di natura linguistica, letteraria e culturale in chiave tematica, diacronica o legati al genere letterario, con testi e opere di autori compresi o non compresi nei programmi di studio delle due discipline (sin qui richieste personalizzabili dallo studente B) ed eventualmente con altre. Oltre all’eventuale bibliografia (richieste opzionali C).

Le risposte dello studente

Le richieste A spingono lo studente a mettere al centro un testo/due testi in lingua/e originale/i, che costituisca/no la base dei successivi confronti e gli permetta/no di dimostrare una gestione analitica del testo nei suoi elementi di base. Ad esempio lo studente si ritrova con l’inizio (5-10 righe di testo) di uno dei cosiddetti romanzi greci, le Etiopiche di Eliodoro. Un brano che porta il lettore in medias res (segno di raffinatezza per questo genere letterario) e che presenta un tratto caratterizzante il genere: le avventure (dei briganti scoprono una nave abbandonata e affrontano uno scenario di morte che ha risparmiato solo un ragazzo e una ragazza).

A questo testo lo studente quindi affianca un brano, in traduzione o anche in lingua, a seconda del tipo di confronto che voglia instaurare, del Satyricon del latino Petronio (il capitolo 114 ad esempio, di dimensioni simili a quello greco: si salvaguardano così equità e imparzialità tra studenti), in cui i protagonisti, in viaggio su una nave, si imbattono in una terribile tempesta.

Lo studente (richieste B) può ora decidere la/le modalità e l’/gli ambito/i entro i quali muoversi per il confronto; questi (di natura linguistica, letteraria e culturale in chiave tematica, diacronica o legati al genere letterario) permettono diversi e liberi atti combinatori ai singoli studenti e possono liberare il docente dal dilemma: testi di partenza tutti diversi/testo unico per tutti. Al contempo ogni studente sarebbe quasi certo di poter sviluppare un discorso fortemente personalizzato (articolo 17, comma 1, lettera a) dell’ordinanza ministeriale), pur partendo da un brano condiviso con altri.

Gli ulteriori sviluppi

Lo studente si farebbe ulteriormente apprezzare se, a questi testi di partenza, accostasse in un’ottica comparativa altre opere delle letterature antiche; e non solo dei programmi dell’ultimo anno di corso. Immaginando, ad esempio, che lo studente abbia scelto, tra gli ambiti e le modalità di indagine, anche solo la prospettiva del genere letterario, risulterebbe agevole il riferimento ad Apuleio e/o a Luciano; e addirittura brillante, ad esempio, il richiamo alla narratività dell’epica omerica, prodotto di un mondo molto lontano dal romanzo (ma rilevante per la sua genesi). Il dialogo col docente contribuirà alla dinamicità del tutto.

L’importanza delle richieste C sta soprattutto nella capacità di indirizzare il prosieguo del colloquio. Lo studente infatti, anche solo accennando alla componente avventurosa di un romanzo moderno o contemporaneo, in lingua italiana e/o inglese, potrebbe agevolmente offrire lo spunto per la seconda parte del colloquio (analisi di un breve testo di letteratura italiana). Qualsiasi docente di italiano, anche quello che avesse dedicato poco spazio nella propria programmazione a questo genere, disporrebbe di materiale sufficiente (anche solo il vecchio Manzoni, se non addirittura Calvino).

E non solo. Poiché la commissione all’inizio di ciascuna seduta, per ogni studente, predispone un materiale per il terzo momento del colloquio e acquisisce gli argomenti degli elaborati, anche questa terza fase, grazie a una selezione oculata dei materiali, potrebbe contribuire a dare organicità e a valorizzare ogni colloquio. Sarebbe in sostanza molto più semplice per la commissione, rispetto al colloquio come si è svolto lo scorso anno scolastico, offrire lo spunto allo studente per dare organicità al proprio discorso (come d’altra parte esplicitamente riconosce la griglia unica di valutazione).

Organicità che raggiungerebbe il suo apice, se i consigli di classe avessero previsto una declinazione anche disciplinare delle attività di Cittadinanza e Costituzione e dei Pcto (l’ex alternanza scuola-lavoro).

Correzione o no?

In cauda venenum: l’elaborato va corretto? In molti si stanno ponendo la domanda e le risposte ascoltate sono le più disparate, anche perché a loro volta queste comportano altre domande (ad esempio: se sì, come deve essere la griglia?). L’ordinanza ministeriale da questo punto di vista nulla dice, anzi, in maniera esplicita parla solo di valutazione complessiva del colloquio.

È molto probabile che la domanda nasca da una distorsione dello sguardo. Lo studente di certo si aspetta che, una volta inviato l’elaborato al docente (o ai docenti, nel caso i due insegnamenti di greco e di latino fossero assegnati a due diverse persone; e magari alla segreteria?), costui lo legga perché conosca l’oggetto, le modalità, le prospettive del discorso e possa così immaginare su quale/i aspetto/i dell’elaborato entrare in dialogo con lo studente.

In effetti l’ordinanza ministeriale, quando parla di coerenza dell’elaborato con le discipline caratterizzanti, intende sottolineare le specificità in senso epistemologico delle diverse discipline, non che l’elaborato debba ricadere in una tipologia specifica. Vale dire a dire, detta in termini brutali e come exemplum fictum: a uno studente di liceo scientifico non si chiederà di produrre un elaborato che preveda di analizzare e discutere, sul piano linguistico e retorico, un teorema di Pitagora. Questo vuol dire che un elaborato per liceo classico, qualsiasi forma esso assuma (e non è detto che debba ricalcarne una consolidata), non potrà che vertere sulle conoscenze e le competenze specifiche delle discipline caratterizzanti. Il che, in termini anche di comodità dei soggetti coinvolti, vorrà dire che gli indicatori fissati per la seconda prova scritta rappresentano i punti di riferimento, e solo questi, sulla base dei quali gli studenti costruiranno e il docente leggerà l’elaborato.

Al momento della discussione è riservato l’accertamento di tali indicatori, con in più l’oralità del colloquio. E solo alla fine di tutto il colloquio la commissione, senz’altro considerare se non quanto è accaduto nel corso dello stesso, passerà alla sua valutazione.

Docente di Latino e greco – Liceo classico Marco Minghetti di Bologna

Anche il Covid-19 possibile spunto per Fisica e Matematica

da Il Sole 24 Ore

di Paolo Giglioli

L’ordinanza ministeriale del 16 maggio 2020 n. 10 non fornisce indicazioni sul contenuto e la struttura dell’elaborato, che gli studenti dovranno consegnare per posta elettronica entro il 13 giugno, ma richiede soltanto che la sua tipologia sia «coerente» con le discipline stesse. Di fronte a questa vaghezza, ogni istituto si è trovato a dover interpretare in autonomia il testo.

Particolare spaesamento hanno sentito gli insegnanti di Matematica e Fisica al Liceo Scientifico e al Liceo delle Scienze Applicate, dove queste discipline sono d’indirizzo: il lavoro con gli studenti, nei 5 anni del percorso liceale, è stato improntato sulla risoluzione argomentata di esercizi e problemi, coerentemente con quanto richiesto dalla seconda prova scritta dell’esame di Stato. Che cos’è, dunque, un elaborato di Matematica e Fisica?

Nella mia scuola abbiamo deciso che l’elaborato debba, innanzitutto, essere un testo (e non, ad esempio, un video o una presentazione multimediale) lungo 4-5 pagine. Abbiamo preferito dare un’indicazione in pagine anziché in battute per la peculiarità dei contenuti, che comprendono formule, disegni, grafici; la lunghezza è, secondo noi, commisurata al tempo a disposizione per la scrittura dell’elaborato e al livello di profondità che uno studente medio può raggiungere. Per quanto riguarda gli argomenti, abbiamo assegnato titoli che favoriscano il dialogo fra la Matematica e la Fisica, “partendo” da una delle due materie e “arrivando” all’altra.

Da Matematica a Fisica

In questo caso lo studente può introdurre lo strumento matematico dal punto di vista teorico; illustrare la sua connessione con la situazione fisica che si vuole analizzare; individuare alcuni esempi significativi, anche fra quelli eventualmente studiati a lezione, a cui applicare lo strumento matematico; studiare le funzioni rilevanti per la descrizione della situazione fisica e disegnarne il grafico, evidenziando il significato fisico dei risultati ottenuti. Ad esempio, uno studente potrebbe impostare l’elaborato “Valore medio di una funzione in un intervallo chiuso e applicazioni alla fisica” in questo modo:

introduzione del concetto di integrale definito di una funzione in un intervallo chiuso;

definizione del valore medio di una funzione continua in un intervallo chiuso e dimostrazione del teorema della media integrale;

prima applicazione: calcolo del valore medio in un periodo della potenza dissipata per effetto Joule in un alternatore e definizione delle grandezze efficaci;

seconda applicazione: calcolo del valore medio Bm del modulo del campo magnetico generato da un filo infinito in una regione rettangolare con due lati paralleli al filo di lunghezza l e due lati perpendicolari al filo, di lunghezza a; studio della funzione Bm(a).

L’insegnante, durante la discussione dell’elaborato, può chiedere allo studente la relazione fra continuità e integrabilità in un intervallo chiuso, anche con esempi; può chiedere la determinazione del valore medio di altre funzioni in un intervallo assegnato, per verificare le abilità di calcolo; può fare domande sui principi fisici alla base del funzionamento di un alternatore, oppure può chiedere di calcolare campi magnetici generati da configurazioni assegnate di fili.

Da Fisica a Matematica

In alternativa lo studente può trattare sinteticamente, dal punto di vista fisico, il contesto teorico a cui si riferisce la situazione problematica; individuare gli strumenti matematici per la risoluzione del problema, soffermandosi sugli aspetti teorici; studiare le funzioni rilevanti per la descrizione della situazione fisica e disegnarne il grafico, evidenziando il significato fisico dei risultati ottenuti. Ad esempio, uno studente potrebbe impostare l’elaborato “Analisi di continuità e derivabilità del modulo del campo magnetico indotto in un condensatore con armature circolari” in questo modo:

introduzione dei concetti di flusso e circuitazione di un campo vettoriale;

enunciato del teorema di Ampère-Maxwell e spiegazione del significato fisico della corrente di spostamento;

analisi qualitativa dei campi elettrico e magnetico in un condensatore con armature circolari quando la quantità di carica sulle armature varia nel tempo;

calcolo del modulo B del campo magnetico indotto a una distanza r dall’asse di un condensatore di raggio R;

studio della funzione B(r), con enfasi sul punto r = R e su r .

L’insegnante, durante la discussione dell’elaborato, può chiedere allo studente il significato delle altre equazioni di Maxwell oppure l’origine del termine di spostamento e la sua importanza per la previsione delle onde elettromagnetiche; può chiedere la relazione fra derivabilità e continuità di una funzione in un punto e la classificazione dei punti di non derivabilità, anche con esempi; può chiedere il calcolo dell’integrale improprio di B(r) sul suo dominio [0; +∞).

Altri esempi

Alcuni studenti particolarmente motivati hanno espresso il desiderio di approfondire in autonomia un argomento non affrontato a lezione, ma connesso con il “programma svolto”. Molto “gettonata” è stata l’analisi dei dati reali dell’epidemia di Covid-19, segno che gli studenti hanno capito che la matematica è uno degli strumenti a disposizione per parlare con cognizione di ciò che sta succedendo (dove il trait d’union con la Fisica può essere la derivata rispetto al tempo di una grandezza come rapidità della sua variazione). Nella mia scuola abbiamo ritenuto che la discussione durante il colloquio debba essere reale e non una mera esposizione dell’elaborato: in questo modo si potrà valorizzare maggiormente ogni studente e rendere significativa la conclusione del percorso educativo, in un contesto di straordinaria atipicità.

Docente di Matematica e Fisica – Liceo Malpighi di Bologna

Ampio spazio agli aspetti pratici e alla lingua straniera

da Il Sole 24 Ore

di Dennis Bignami

L’anno scolastico giunge al termine e, con esso, i maturandi si preparano ad affrontare gli esami di Stato. Ma il 2019/2020 verrà ricordato come il periodo più difficile per la scuola italiana: è stato l’anno della didattica a distanza in cui tutti, docenti, alunni, famiglie hanno condiviso forzatamente un po’ di più della loro quotidianità. Ogni mattina, attraverso le videolezioni, le case degli insegnanti sono state invase dalle voci e dagli sguardi assonnati dei propri ragazzi che tra un “buongiorno” e l’altro si preparavano a iniziare le giornata. È stata un’occasione anche per le mamme e i papà, che sono tornati un po’ indietro nel tempo, vivendo anche loro indirettamente la scuola ed i suoi ritmi.

Tuttavia ogni difficoltà può essere, cambiando prospettiva, un’occasione in cui capitalizzare quanto appreso e rendere la scuola sempre migliore, anche e soprattutto in vista degli esami, che inizieranno ufficialmente il 17 giugno e vedranno una diversa organizzazione: una sola prova, orale, in un ritrovato contesto in presenza per dimostrare quali competenze i ragazzi siano riusciti a sviluppare. Già perché oggi nella scuola non si parla più di sole conoscenze ma anche di abilità, intese come capacità di applicazione e contestualizzazione dei saperi e che, nel medio periodo, conducono a vere e proprie competenze, intese come attitudini di analisi, interpretazione e risoluzione di situazioni e contesti. Obiettivi ambiziosi per la scuola italiana, ma inevitabili se pensiamo al mondo da ricostruire che le nuove generazioni hanno di fronte.

La prova

Per gli Istituti Tecnici Economici, gli indirizzi a maggior vocazione giuridica ed economico-aziendale, il momento iniziale di ricerca-azione attraverso la redazione di un elaborato deve partire dalla condivisione della premessa che queste discipline si prestano molto, essendo tecniche, a misurare le abilità dei ragazzi.

Anche laddove, per particolari indirizzi di questo settore economico, le discipline di indirizzo vengano affiancate dallo studio di più lingue straniere e la prova preveda una riflessione su tematiche di Economia Aziendale, Geopolitica e Inglese, la richiesta di redazione dell’elaborato non dovrà vertere sulla dimensione prettamente teorica, ma prevedere situazioni operative nelle quali i candidati possano trattare tematiche aziendali anche in lingua straniera. Questo è il lavoro per competenze:

«Alfa spa, impresa industriale, realizza il prodotto XY attraverso un processo produttivo che necessita l’assemblamento di più componenti. Tra queste vi è la componente C1 che, per sostenere la produzione annua di XY, prevede un quantitativo di 30.000 unità sostenendo i seguenti costi:

Manodopera Diretta 130.000 euro

Materia Prima 60.000 euro

Ammortamenti 40.000 euro

Sapendo che Beta spa offrirebbe la fornitura di C1 al prezzo unitario di 11,50 euro, individuare l’alternativa più conveniente per Alfa spa.

Create a report in which you describe the choice of the company and you analyse advantages and disadvantages
of outsourcing
».

Lo svolgimento

In questo esempio si osserva come la richiesta sia necessariamente operativa e riguardi l’applicazione di ragionamenti e procedure per comprendere cosa convenga all’azienda tra la produzione interna e l’esternalizzazione, per poi arrivare a redigere un breve report in lingua inglese che riporti i risultati potenzialmente raggiungibili dall’impresa e descriva anche i vantaggi e gli svantaggi dell’outsourcing.

I docenti dunque non attribuiranno il tema da trattare limitandosi alle sole conoscenze o agli aspetti teorici collegati a esso ma partendo da quali abilità, e quindi competenze, si vogliono misurare nei candidati facendo riferimento al Dpr 88/2010, le cosiddette “Linee Guida”.

Nel caso riportato le abilità-obiettivo da misurare sono:

Predisporre report differenziati in relazione ai casi studiati e ai destinatari, anche in lingua straniera

Individuare e analizzare sotto il profilo strategico, finanziario ed economico le operazioni delle Aree Gestionali

Produrre testi scritti e orali coerenti e coesi, anche tecnico professionali, riguardanti esperienze, situazioni e processi relativi al proprio settore di indirizzo

Ogni studente quindi, concordato il tema con il proprio docente (o i propri docenti nel caso di due discipline coinvolte) dovrà dimostrare non solo di conoscere il tema assegnatogli ma anche e soprattutto di saperlo rielaborare, applicando le conoscenze al caso e presentando i risultati attraverso l’elaborato che verrà discusso con i docenti.

Il contesto di didattica a distanza è considerabile come una didattica dell’emergenza, che mai sostituirà l’efficacia di una lezione in classe, nella quale docente e allievi possono interagire guardandosi negli occhi e non attraverso un monitor. Tuttavia, proprio perché emergenziale e circoscritta a questo periodo così difficile è stata molto importante, perché ha permesso, pur con enormi difficoltà, di non lasciare soli i ragazzi e di responsabilizzarli, perché ogni lavoro assegnato dipende solo da ciascuno di loro.

E questo percorso, che per sempre segnerà docenti e studenti, non può che concludersi con una prova che non sia focalizzata su quello che i ragazzi sanno bensì su quello che sanno fare, che hanno imparato anche da soli in questi mesi e che è giusto dimostrino per essere valorizzati, perché l’esame è un momento che resta nella mente e nel cuore di tutti, un misto di speranze, paure e, oggi più che mai, evasione.

Docente di Economia aziendale
Ite Piero Tosi di Busto Arsizio (Varese)

Una panoramica sul concetto di qualità nella ristorazione

da Il Sole 24 Ore

di Gianni Frangini

Siamo all’stituto professionale per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera. Enogastronomia settore cucina. Assegno agli studenti un elaborato dal titolo «Sostenibilità e valorizzazione dei prodotti tipici per una ristorazione di successo». Io lo svolgerei così.

La filiera alimentare mette a disposizione delle aziende della ristorazione innumerevoli prodotti. Ogni azienda deve selezionare gli alimenti adatti alla propria linea di lavoro e allo stile di cucina offerto, cercando di rispondere alla clientela che richiede prodotti di qualità. In questo elaborato intendo proporre alcuni spunti, da approfondire durante il colloquio, partendo dal concetto di qualità, per soffermarmi sui diversi alimenti presenti sul mercato, sui prodotti certificati e su quelli ecocompatibili.

Il concetto di qualità

In ristorazione questo concetto ha varie sfaccettature. Possiamo ricercare una qualità igienico-sanitaria, che si realizza attraverso l’applicazione delle normative del settore e dell’autocontrollo alimentare. L’addetto di cucina ha la responsabilità di eseguire procedure corrette di lavorazione e conservazione dei cibi per assicurare la salubrità delle preparazioni che offre agli ospiti. Possiamo parlare di qualità etica con riferimento a un prodotto proveniente da terreni confiscati alle mafie o ottenuti senza sfruttamento della manodopera in particolare minorile. La qualità nutrizionale di un piatto è legata all’apporto nutritivo e alla possibilità di consumo anche in particolari condizioni di salute. Per questo disponiamo di alimenti dietetici (per diabetici, iposodici), arricchiti con probiotici o Omega3, “light” cioè con contenuto nutritivo e calorico ridotto di almeno il 30%. L’Ue ha anche regolamentato i “novel food”, cibi insoliti, non convenzionali il cui consumo non era diffuso nell’Unione Europea prima del maggio 1997. Oggi questi alimenti innovativi ottenuti con nuove tecnologie o costituiti da piante o parti di esse (ad esempio semi di chia), insetti, colture cellulari, alghe sono poco utilizzati nella ristorazione italiana.

Le esigenze della clientela

Particolare attenzione deve essere data all’ospite che comunica di avere un’allergia o intolleranza alimentare. Le intolleranze alimentari sono causate da carenze enzimatiche come nel caso dell’intolleranza al lattosio o della celiachia, intolleranza permanente alla gliadina contenuta nel glutine sostanza proteica presente in avena, frumento, kamut, farro, orzo, segale.Le allergie invece sono causate da una risposta eccessiva del sistema immunitario all’ingestione di un cibo. Il Regolamento Ue 1169/2011 impone a tutte le aziende della ristorazione di informare dell’eventuale presenza, anche solo in tracce, di 14 sostanze o prodotti che possono procurare allergie o intolleranze; le sostanze individuate sono cereali contenenti glutine, crostacei, uova, pesce, arachidi, soia, latticini, frutta a guscio, sedano, senape, sesamo, anidride solforosa e solfiti, lupini e molluschi.

Il personale di cucina deve controllare le etichette dei prodotti perché spesso tracce di glutine si trovano come addensanti in vari preparati o il lattosio è presente ad esempio in insaccati, pane a cassetta, prosciutto cotto; inoltre deve essere in grado di evitare ogni contaminazione crociata durante la preparazione. Il personale di sala deve conoscere la composizione dei piatti per consigliare il cliente; è buona norma indicare la presenza degli allergeni su ogni piatto del menu.

Le certificazioni di qualità

Molti consumatori ricercano una qualità legata all’origine degli alimenti che può essere certificata attraverso vari marchi riconosciuti sia a livello europeo che nazionale. L’Italia è il paese che vanta il maggior numero di prodotti agroalimentari (ortaggi, formaggi, carni, salumi, oli extravergine di oliva, prodotti della pesca e vini) riconosciuti a livello europeo come Dop ( denominazione di origine protetta) o Igp (indicazione geografica protetta). Il marchio Dop è attribuito ad un alimento le cui fasi di produzione, trasformazione ed elaborazione hanno luogo in un territorio determinato seguendo un preciso disciplinare di produzione. Per ottenere la certificazione Igp è sufficiente invece che una sola delle fasi di lavorazione si svolga nell’area geografica definita. A livello nazionale numerosissimi sono i Pat (Prodotti agroalimentari tradizionali) ovvero carni, formaggi, olii e burro, prodotti ittici, miele, ortaggi e frutta, pane, paste e prodotti della gastronomia; tipici delle varie regioni, questi alimenti devono essere prodotti attraverso metodi di lavorazione consolidati nel tempo da almeno 25 anni. I marchi di qualità valorizzano le tradizioni le tecniche di lavoro e al tempo stesso tutelano i consumatori da frodi e contraffazioni. Inserire i prodotti certificati nei piatti per i clienti, indicandone chiaramente la presenza nei menu, rivaluta il made in Italy e qualifica l’offerta gastronomica del ristorante o albergo che li propone.

Alimenti ecocompatibili

Sempre più attenzione è rivolta alla sostenibilità ambientale delle produzioni agroalimentari. La scelta di alimenti naturali, biologici, a Km0, senza presenza di Ogm, può contribuire allo sviluppo sostenibile. La produzione biologica promuove un’agricoltura e un’allevamento che salvaguardano il benessere degli animali, le risorse naturali, la biodiversità, la qualità del suolo e dell’acqua.

Conclusione

Il futuro della ristorazione è molto incerto. Per questo ritengo che ogni azienda debba proporsi sul mercato riuscendo a comunicare la propria idea di ristorazione basata su un’offerta gastronomica “a misura” di cliente, servendo piatti di qualità, preparati con alimenti certificati, biologici, di produzione locale e con un basso impatto ambientale.

Docente di Laboratorio di cucina
all’Ipsseoa Aurelio Saffi di Firenze

Analisi di testa e di «cuore» del testo breve di italiano

da Il Sole 24 Ore

di Stefania Pipino

A seguito dell’emergenza Covid-19, in deroga al Dlgs 62/2017, l’ordinanza ministeriale 16 del 16 maggio 2020 relativa agli esami di Stato del secondo ciclo, prevede l’effettuazione di un’unica prova orale strutturata in più fasi. L’articolo 17, comma 1, lettera b) dell’ordinanza ministeriale, definisce la seconda di queste fasi, quella che riguarda «la discussione di un breve testo, già oggetto di studio nell’ambito dell’insegnamento di Lingua e Letteratura Italiana durante il quinto anno e ricompreso nel documento del consiglio di classe». Si tratta, dunque, di un momento di scambio tra lo studente e il docente, in cui sarà discusso un testo con gli opportuni riferimenti non solo alla poetica dell’autore in questione, ma anche alle varie tematiche connesse.

Di seguito, si propone un breve esempio. Sarà utilizzato uno dei testi più noti della letteratura italiana del ‘900.

Allegria di naufragi

E subito riprende il viaggio come dopo il naufragio un superstite lupo di mare (Giuseppe Ungaretti, L’allegria). Si tratta del testo da cui origina il titolo l’intera raccolta poetica che lo contiene, esemplificativo della prima fase (ma non solo) della poetica ungarettiana.

La prima operazione che ci si aspetta è la lettura: se effettuata con la giusta intonazione, con le pause adeguate e il rispetto della punteggiatura, essa dà il senso di quanto e di come ci si sia posti di fronte al testo per comprenderlo ed interiorizzarlo. In letteratura, e in poesia soprattutto, non sempre tutto è spiegabile solo con le parole o attraverso nessi causa-effetto chiari e ben definiti: capita più spesso di quanto non ci si aspetti, di “sentire” il testo con gli occhi dell’animo, di percepirne luoghi, persone, oggetti e di ascoltare il suono delle parole lasciandosi trasportare da sensazioni, immagini ed emozioni. Una buona lettura ne è un evidente indizio.

I collegamenti possibili

Trattandosi di un testo noto, in questa fase l’alunno può evitare il passaggio della parafrasi. Dovrà, allora, collocarlo all’interno della raccolta che lo contiene, definendone la vicenda editoriale ed il particolare significato del titolo, anche in rapporto ai fatti storici ed alle vicende personali dell’autore, e dovrà chiarire due aspetti che questo testo definisce in modo esaustivo: innanzitutto, le caratteristiche tecniche della prima fase poetica ungarettiana, con gli opportuni riferimenti alla parola che si fa simbolo, ai versi brevi e franti, alla strofa scarnificata, al linguaggio fortemente allusivo, alla mancanza della punteggiatura, poi, la presenza di topoi letterari, dominanti di tutta la raccolta, tradizionali, ma rivisitati in modo personale ed universale, quali il viaggio, la guerra, il mare ed il naufragio, il contrasto morte-vita, il dolore, la forza vitale che supera tutto, la percezione della precarietà umana, la riflessione sul senso e sul ruolo della poesia.

La parola chiave

Definite le indicazioni di tempo e luogo, tratti tipici de L’allegria, l’insegnante si aspetta una discussione ampia e puntuale sul testo, a partire dal titolo, parola-chiave. Esso si presenta come un ossimoro del desiderio di ricominciare la vita dopo momenti di grave sofferenza: è l’«allegria» che subentra ai «naufragi». Eppure, come si può provare allegria dopo un naufragio? Il testo è una potente metafora dell’esistenza umana in cui il «lupo di mare» dell’ultimo verso è l’uomo, esperto della vita e di cui ha capito il gioco: sa che essa non è altro che un alternarsi di momenti di sofferenza e di serenità, sa che il prossimo naufragio potrebbe non avere un esito felice e che egli potrebbe non essere altrettanto fortunato, ma vuole «riprendere il viaggio» e ripartire, nonostante tutto. Il lupo di mare, infatti, è ben consapevole che il naufragio fa parte del viaggio, ma sceglie di non fermarsi, anche se sarebbe per lui molto più facile chiudersi in un luogo protetto per sfuggire ai pericoli. C’è, in ogni individuo, un istinto di conservazione più forte di tutto, ma anche una gioia consapevole che spinge a ricominciare la vita, nonostante le sofferenze e le difficoltà. E si percepisce, nel testo, una strana sensazione allusiva di sollievo per il pericolo scampato e per le possibilità offerte dalla vita.

I riferimenti all’attualità

Nella discussione, non possono mancare altri due momenti: la definizione dei legami con altri autori e tematiche e gli opportuni riferimenti all’attualità. Qui sono piuttosto ovvi i nessi con Leopardi e Montale per il tema del dolore, con i Simbolisti francesi per la tecnica innovativa, con i Crepuscolari per la riflessione sul ruolo della poesia, per esempio. Inoltre, se potrà stupire un rimando così concreto alla nostra attualità, a distanza di un secolo ed in situazioni contingenti diverse, l’alunno/a saprà sottolineare che l’opera di Ungaretti ha una rilevanza universale che supera tempi e luoghi, come in una sorta di diario privato che si apre al mondo, per definire ruolo e funzione della poesia, casa comune e luogo di condivisione, ove riscoprire la propria umanità ed identità. In questo testo, poi, questa consapevolezza è evidenziata dalle due congiunzioni poste in una posizione forte di rilevo, la “E” iniziale, che lega il discorso poetico a qualcosa di già detto e conosciuto, e il “come” centrale, che crea una potente similitudine tra “il viaggio” ed il “naufragio”, attraverso i noti “versicoli” ungarettiani.

Infine, forse non è superfluo ricordare che questi aspetti non possono essere definiti in modo freddo e rigido, ma che devono essere tra di loro armonizzati. Se discutere un testo letterario, infatti, non ha alcun senso laddove non ve ne sia un’analisi appropriata, bisogna anche lasciar parlare il cuore e spingersi là dove le emozioni conducono.

Docente di Lettere – Liceo classico
Blaise Pascal di Pomezia (Roma)

Così si passa da Guernica a Sciascia ai totalitarismi

da Il Sole 24 Ore

di Laura Virli

Il ministero dell’Istruzione, a causa dell’emergenza sanitaria, ha modificato le regole della maturità. L’Ordinanza ministeriale prevede solo l’espletamento del colloquio, suddiviso in cinque fasi, una delle quali, già presente nel regolamento previsto dal Dlgs n. 62/2017, riguarderà l’analisi del materiale scelto dalla commissione, finalizzato a favorire la discussione sui nodi concettuali caratterizzanti le diverse materie e del loro rapporto interdisciplinare.

I materiali del colloquio

Ma con quali criteri saranno scelti e quali potranno essere i materiali da sottoporre al candidato? È il documento del 30 maggio ad orientare la commissione. I materiali potranno essere di diversa tipologia. Non domande o serie di domande. Saranno testi (es. brani in poesia o in prosa, in lingua italiana o straniera), documenti (es. spunti tratti da giornali o riviste, foto di beni artistici e monumenti, riproduzioni di opere d’arte, ma anche grafici, tabelle con dati significativi, etc.), esperienze e progetti (es. spunti tratti anche dal documento del consiglio di classe); problemi (es. situazioni problematiche legate alla specificità dell’indirizzo, semplici casi pratici e professionali).

L’obiettivo è quello di scegliere il materiale che darà maggior forza alla natura pluridisciplinare del colloquio, così da raccogliere il maggior numero di elementi di valutazione significativi sul livello di preparazione del candidato e sulle sue capacità di affrontare le tematiche e le situazioni problematiche proposte.

I collegamenti tra le materie

Vediamo di fare un esempio di collegamenti tra materie che lo studente potrà illustrare a partire da un determinato materiale. È chiaro che, a seconda dell’indirizzo di studi, le materie da collegare potranno essere differenti.

La commissione sceglie, come spunto, la copia di un dipinto da analizzare, una grande opera d’arte, il Guernica di Pablo Picasso. Il maturando inizierà dall’analisi del quadro e degli elementi caratteristici del cubismo, la corrente artistica a cui appartiene Picasso, presenti nel Guernica.

Visto che il dipinto rappresenta un episodio terrificante avvenuto nel 1937, il bombardamento della città spagnola di Guernica, il candidato continuerà illustrando il periodo storico di riferimento. In quel periodo, in Spagna, era scoppiata una guerra civile, durata dal 1936 al 1939, che è, praticamente, stata la prova generale della seconda guerra mondiale.

Da qui, il collegamento all’avvento del fascismo, del nazismo e alla nascita dei totalitarismi è d’obbligo. Mussolini e Hitler, uniti dal Patto d’acciaio dell’ottobre 1936, inviarono notevoli rinforzi, uomini e armi, a sostegno di del generale Francisco Franco.

Il colloquio, poi, proseguirà con l’ illustrazione dell’opera di Hannah Arendt, “Le origini del totalitarismo”, pubblicato nel 1951, che indaga su come sono nati e si sono sviluppati i regimi totalitari nella Germania di Hitler e nell’Unione sovietica di Stalin.

La letteratura inglese stimolerà un collegamento pertinente con George Orwell e col suo libro “Nineteen Eighty-Four” che descrive un regime totalitario in un contesto futuristico. Lo scrittore inglese, colpito profondamente dalla guerra civile spagnola alla quale partecipò per combattere il fascismo, e dalla sua esperienza durante la seconda guerra mondiale, scrisse l’opera per condannare i sistemi totalitari e denunciare i pericoli della guerra. La discussione continuerà con la descrizione del racconto dello scrittore Leonardo Sciascia, L’Antimonio, pubblicato nel 1958 e ambientato durante la guerra civile spagnola. Nell’opera l’autore racconta di un giovane minatore siciliano che, per sfuggire ad una vita difficile e pericolosa, si arruola come volontario prima nella guerra d’Abissinia e poi nelle truppe italiane che combattevano in Spagna a fianco di Franco. Ecco che il candidato, o su sollecito della commissione, potrebbe prendere spunto per illustrare gli articoli della Costituzione italiana che tutelano i diritti dei lavoratori all’interno dei percorsi trattati durante l’anno per “Cittadinanza e Costituzione”.

Ripartendo dal dipinto ci si potrà, di nuovo, soffermare sulla percezione dei colori – Guernica ha solo grigi, neri, bianchi – per arrivare all’analisi dei meccanismi di percezione dei colori da parte dell’occhio umano, e spiegando la natura della luce e dei colori, anche dal punto di vista fisico e matematico.

Il ruolo di presidente e commissari

È importante che il candidato non illustri solo una tesina, un pò come accadeva nel vecchio esame. Ruolo fondamentale per impedire una tale banalizzazione del colloquio lo assume il presidente che avrà il compito di coordinare lo svolgimento del colloquio. Secondo la norma il materiale costituirà l’incipit finalizzato a verificare l’autonomia e la capacità di orientamento del candidato. Grazie al ruolo del presidente, si stabilirà a priori, e caso per caso, il commissario che conduce l’approccio alla prima parte; gli altri commissari si inseriranno progressivamente per approfondire aspetti disciplinari, anche non collegati al materiale di partenza. Nessun problema, quindi, se il materiale non permetterà ad ogni candidato di collegare tutte le aree disciplinari. I commissari delle discipline non interessate si inseriranno nello svolgimento del colloquio al fine di verificare le competenze acquisite in tutti gli ambiti disciplinari.

Tenendo presente che la commissione ha l’obbligo di lavorare in modo collegiale. Il colloquio non sarà il mero passivo ascolto dello storytelling del candidato senza alcuna interruzione, né il risultato di una somma di interrogazioni. Sarà un “unicum” equilibrato che permetterà di valutare le competenze disciplinari e trasversali acquisite, ma anche di mettere in luce il livello reale di preparazione del candidato.

Per trasmettere autenticità meglio racconti personali

da Il Sole 24 Ore

di Elena Ugolini

Anche quest’anno il colloquio dell’esame di Stato richiede ai candidati di presentare una breve relazione o un lavoro multimediale sulle esperienza svolte nell’ambito dei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (Pcto). Si chiede di utilizzare questo spazio per dimostrare «di saper analizzare criticamente e correlare al percorso di studi seguito e al profilo educativo , culturale, professionale del percorso frequentato, le esperienze svolte nell’ambito dei Pcto». Quale può essere il senso di questa indicazione ? È molto chiaro per i percorsi di tipo tecnico e professionale in cui le esperienze fatte dovrebbero essere parte integrante del lavoro svolto nelle singole discipline e corrispondenti al profilo professionale in uscita.
Pensare a un istituto tecnico e professionale senza un rapporto stretto con il mondo del lavoro sarebbe impensabile. Ma per chi frequenta un liceo? In molti casi, più le esperienze fatte si discostano dal profilo in uscita dell’indirizzo di studi meglio è. Raramente chi ha frequentato un liceo classico si iscriverà a Lettere Classiche e farà il docente di italiano. La chiave, in questo caso è far capire come le esperienze di alternanza scuola lavoro e i progetti realizzati nell’ambito dei Pcto hanno aiutato a scoprire interessi e inclinazioni utili per fare meglio la scelta post diploma e sono stati un’occasione per maturare quelle competenze trasversali preziose per proseguire al meglio gli studi e per inserirsi nel mondo del lavoro dopo la laurea.

Il valore dell’autenticità

Se non fosse vero questo sarebbe impossibile per uno studente che ha frequentato il Liceo Scientifico raccontare in modo significativo di un’esperienza fatta in uno studio di commercialista o in un’azienda meccanica. Penso che in ogni caso il valore più importante di questa riflessione che viene chiesta agli studenti nell’ambito del colloquio orale sia l’autenticità . Sentire ripetere le stesse cose da tutti i candidati in modo standardizzato è deprimente, soprattutto se a dirle sono gli stessi studenti con cui si sono vissute tante ore di scuola. Le presentazioni più apprezzate in questi ultimi due anni sono sempre state sempre quelle più personali e motivate. Anche il racconto di un cambiamento di rotta può essere importante! In questi anni come Liceo Malpighi di Bologna abbiamo aderito al progetto di opzione biomedica proposto dal ministero e svolto con l’Ordine dei medici ed è stato utile farlo sia per chi ha deciso di iscriversi a Medicina, sia per chi ha deciso di non farlo perché ha capito che sarebbe stato un passo falso , magari indotto solo dal desiderio di compiacere i genitori. La stessa cosa può essere accaduta a studenti dei tecnici o dei professionali che hanno deciso, dopo l’esperienza in azienda , di iscriversi all’Università o di proseguire gli studi nei percorsi Its ( Istituti Tecnici Superiori) per il desiderio di continuare a crescere dal punto di vista culturale e professionale e per poter avere delle carte in più da giocare nel momento dell’ingresso nel mondo del lavoro.

L’ad della Ducati

La storia dell’attuale amministratore delegato della Ducati, Claudio Domenicali, è emblematica, la racconto perché fa parte del suo curriculum pubblico. Iscritto all’Istituto meccanico professionale Aldini (contro il volere della mamma) per la passione nei confronti delle moto , in quinta superiore, dopo 5 anni svolti al meglio, facendo esperienze in azienda e prendendo sempre il massimo dei voti, grazie al consiglio di un docente che lo aiuta a riflettere, non accetta le tante proposte di lavoro ricevute e decide di iscriversi a Ingegneria. Se Claudio Domenicali avesse dovuto fare la maturità quest’anno avrebbe sicuramente raccontato questo, spiegando di aver scelto di proseguire gli studi per poter avere più strumenti per inventare e costruire qualcosa di nuovo nel settore che lo appassionava. Chissà quante storie simili a questa ci saranno tra i 500mila studenti che stanno preparando l’esame di Stato . Sarebbe bello ascoltarle in un momento così strano e difficile, in cui pensare al futuro e alle modalità con cui poter riprendere è fondamentale per tutti.

Modello «Genova» per l’edilizia scolastica

da Il Sole 24 Ore

di Amedeo Di Filippo

L’Associazione dei comuni pubblica una nota di lettura della legge 41/2020 di conversione del Dl 22/2020, che contiene misure urgenti sulla regolare conclusione e l’ordinato avvio dell’anno scolastico e sullo svolgimento degli esami di Stato.

Edilizia scolastica
Nel travagliato tragitto parlamentare, con tanto di proteste e striscioni, il decreto scuola si è arricchito di un paio di articoli che poco hanno a che fare con l’avvio dell’anno scolastico e gli esami di Stato ma che molto utili si rivelano per l’operatività dei comuni in questa delicata fase di passaggio. L’uno riguarda gli incarichi temporanei nelle scuole dell’infanzia paritarie, l’altro l’edilizia scolastica.
Cominciamo da quest’ultimo, il più corposo. L’articolo 7-ter introduce misure urgenti per velocizzare gli interventi di riqualificazione dell’edilizia scolastica, che fanno il paio con la semplificazione introdotta dall’articolo 264 del Dl 34/2020. Il dato maggiormente significativo è l’aver affidato ai sindaci e ai presidenti di provincia, fino al prossimo 31 dicembre, i poteri che il Dl “sblocca cantieri” ha attribuito ai commissari, in virtù dei quali:
– assumono ogni determinazione necessaria per l’avvio o la prosecuzione dei lavori, anche sospesi; rielaborano e approvano i progetti non ancora appaltati, che sostituiscono ogni autorizzazione, parere, visto e nulla osta occorrenti, fatta eccezione per quelli relativi alla tutela ambientale e di beni culturali e paesaggistici, i cui termini sono comunque ridotti;
– assumono le funzioni di stazione appaltante e operano in deroga alle disposizioni di legge in materia di contratti pubblici, fatto salvo il rispetto del Codice antimafia, delle misure di prevenzione e dei vincoli inderogabili derivanti dall’appartenenza all’Ue; per le occupazioni di urgenza e le espropriazioni delle aree provvedono alla redazione dello stato di consistenza e del verbale di immissione in possesso dei suoli anche con la sola presenza di due rappresentanti della regione o degli enti territoriali interessati, prescindendo da ogni altro adempimento.

Le deroghe
L’articolo 7 poi introduce una serie di deroghe al Codice dei contratti, applicando anche all’edilizia scolastica il “modello Genova”, ossia la procedura che sta consentendo in meno di due anni di inaugurare il ponte sul fiume Polcevera crollato il 14 agosto 2018. Deroghe che sono numerose e molto incisive, come elenca l’Anci, in quanto consentono di non rispettare alcun termine per l’efficacia dell’aggiudicazione prima di procedere alla stipula dei contratti d’appalto né i vincoli di motivazione per la consegna d’urgenza dei lavori. Inoltre, i contratti possono essere stipulati anche in pendenza di ricorso con contestuale istanza cautelare (stand still processuale) e degli esiti dei controlli successivi (stand still sostanziale o termine dilatatorio).
È inoltre consentito procedere alla stipula del contratto anche in base alla proposta di aggiudicazione, senza attenderne l’approvazione formale, con condizione risolutiva espressa nel caso in cui sopravvenga interdittiva antimafia. Viene inoltre ribadita la deroga all’obbligo di aggregazione dei comuni non capoluogo nonché di ricorso alle centrali uniche di committenza. Nei casi di procedure aperte per affidamenti di appalti fino alla soglia comunitaria (5.350.000 euro per i lavori) il termine minimo per la ricezione delle offerte è di 10 giorni dalla trasmissione del bando di gara.
La rassegna si chiude con l’esclusione dell’obbligo di nominare una commissione di esperti nel caso di aggiudicazione col criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa e di utilizzare l’Albo dei commissari Anac, già oggetto di autonoma sospensione; e con la possibilità di utilizzare sempre il criterio di aggiudicazione del prezzo più basso.

Le scuole paritarie
Non sono una novità invece le disposizioni introdotte con l’articolo 2-ter che, al fine di garantire il regolare svolgimento delle attività e l’erogazione del servizio educativo nelle scuole dell’infanzia paritarie comunali qualora si verifichi l’impossibilità di reperire, per i relativi incarichi in sostituzione, personale docente col prescritto titolo di abilitazione, consente per l’anno scolastico 2020/2021 di conferire incarichi temporanei attingendo alle graduatorie degli educatori dei servizi educativi per l’infanzia in possesso di titolo idoneo.
Viene infatti ripreso alla lettera l’articolo 1-sexies del Dl “salva precari” 126/2019, che ha previsto l’identica possibilità per l’anno scolastico 2019/2020. È stato solo aggiunto un periodo finale in virtù del quale il servizio prestato a seguito degli incarichi temporanei non è valido per gli aggiornamenti delle graduatorie di istituto delle scuole statali.
Si mette dunque una ulteriore pezza transitoria al problema strutturale derivato dall’articolo 14, comma 3, del Dlgs 65/2017, in base al quale l’accesso ai posti di educatore di servizi educativi per l’infanzia è consentito esclusivamente a coloro che sono in possesso della laurea triennale in Scienze dell’educazione nella classe L19 a indirizzo specifico per educatori dei servizi educativi per l’infanzia o della laurea quinquennale a ciclo unico in Scienze della formazione primaria, integrata da un corso di specializzazione per complessivi 60 crediti formativi universitari.

Province: bene 330 milioni per riaperture, ora linee guida

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

«Segnali positivi per la riapertura delle scuole a settembre: abbiamo avuto oggi la conferma dalla viceministra Anna Ascani che saranno messi a disposizione di Province, Città metropolitane e Comuni 330 milioni destinati agli interventi per assicurare la riapertura di tutte le scuole a settembre, e che saranno assegnati in tempi estremamente rapidi. E’ chiaro che le risorse rischiano di non essere sufficienti per 40.000 scuole italiane, ma siamo certi che il Governo non farà mancare altri fondi se saranno necessari per garantire che tutti gli edifici rispondano ai criteri di sicurezza necessari». Lo hanno affermato il presidente di Upi Michele de Pascale e la vicepresidente Silvia Chiassai Martini, al termine della riunione della Cabina di Regia per l’edilizia scolastica.
«Come Upi – hanno aggiunto – abbiamo chiesto che metà del fondo sia riservato alle scuole secondarie superiori, perché sono quelle che, per dimensioni e anno di costruzione degli edifici, hanno maggiori criticità nella gestione degli spazi, e che le risorse assegnate seguano procedure semplificate che ci permettano di spenderle con la massima velocità. Ora – rilevano ancora de Pascale e Chiassai – dobbiamo definire con urgenza Linee guida chiare e concordate tra tutte le istituzioni in modo che siano calate sulla realtà delle scuole italiane e quindi concretamente attuabili. Le linee guida dovranno specificare nel dettaglio le tipologie di interventi che dovremo mettere in campo con queste risorse».