da Orizzontescuola
di Antonio Fundaro
Pubblicata dall’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio la nota 16887 del 3 luglio 2020 con oggetto “avvio dell’anno scolastico 2020/2021 e relativo monitoraggio”. La nota prende spunto dalla considerazione che “l’anno scolastico 2020/2021 sarà caratterizzato dalla coesistenza con la pandemia causata dal virus Sars-CoV-2. Ciò impone l’adozione di misure organizzative volte a contenere il rischio epidemiologico.
Si tratta delle misure previste dal Comitato tecnico-scientifico istituito presso il Dipartimento della protezione civile”.
Il Comitato ha approvato un documento che contiene le “Ipotesi di rimodulazione delle misure contenitive nel settore scolastico e le modalità di ripresa delle attività didattiche per il prossimo anno scolastico”.
Il Ministro Azzolina ha adottato il “Documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione”, d’ora in poi “Piano” per brevità, che affianca alle prescrizioni sanitarie del Documento altre indicazioni e linee guida, di natura organizzativa e didattica.
Cosa è richiesto ai dirigenti scolastici
Nel rispetto delle prescrizioni del Documento e sulla base delle indicazioni del Piano, ciascun dirigente scolastico è chiamato ad organizzare l’uso degli spazi, il tempo scuola e la didattica, al fine di assicurare l’ordinato avvio dell’anno scolastico 2020/2021. Per far ciò, naturalmente, è necessario il coinvolgimento degli organi collegiali competenti. Per acquisire ulteriori spazi o arredi, i dirigenti scolastici dovranno rivolgersi all’ente obbligato a fornirli cioè il Comune o la Provincia di riferimento a seconda che si tratti di scuole del primo o del secondo ciclo di istruzione.
Per la verità ciascun istituto scolastico può far leva sul Governo e sul Ministero dell’Istruzione. Istituzioni che che stanno assicurando impegno alla questione con lo stanziamento di enormi risorse finanziarie in favore delle istituzioni scolastiche e degli enti proprietari dei relativi edifici, così come di risorse per disporre di ulteriori docenti e collaboratori scolastici. I dirigenti scolatici dovranno completare l’allegato alla nota che qui accludiamo.
Esiste una soluzione “tipo” da utilizzare?
Il Piano non prescrive una specifica soluzione, bensì elenca le possibili azioni che ciascuna istituzione potrà, nella sua autonomia, adottare, al fine di rispettare le prescrizioni del Documento. Né sarebbe stato possibile un approccio differente, poiché non vi è un’unica soluzione che possa essere adatta a tutti i casi.
Cosa fare, per prima cosa?
Anzitutto, ribadisce la nota dell’USR Lazio, occorre verificare l’organizzazione fisica di tutti gli spazi ordinariamente destinati all’attività didattica, o a ciò destinabili, per stabilire se siano o meno necessari adattamenti. A tal fine, si dovrà considerare la distanza di un metro da bocca a bocca (tra le “rime buccali”), oltre alle altre prescrizioni del Documento. In tale attività, si dovrà aver cura di considerare gli spazi al netto degli arredi non indispensabili, che potranno essere spostati in altri spazi non idonei alla didattica, ove disponibili.
Negli spazi di dimensioni particolarmente grandi potranno, ribadisce la nota dell’USR Lazio, anche essere svolti lavori di “edilizia leggera”, per ricavare ambienti idonei alla didattica . Anche gli spazi esterni potranno divenire utilizzabili a tal fine, per esempio attraverso l’acquisto di tenso-strutture.
Potrà capitare che gli spazi siano sufficienti. In tal caso, occorrerà compilare, di tutto il monitoraggio, solo le schede I e J.
Qualora, invece, gli spazi si rivelino sufficienti alla sola condizione che siano disponibili nuovi arredi didattici, ad esempio banchi mono-posto, oppure che siano svolti lavori di “edilizia leggera”;
b) acquisire quanto necessario a cura della scuola, ad es. utilizzando le risorse finanziarie di cui all’art. 231 del decreto-legge n. 34 del 2020.
L’ente proprietario della scuola segnala che non ha risorse per aiutarmi. Cosa faccio?
Anche le scuole, ribadisce la nota dell’USR Lazio, dispongono di risorse finanziarie, utilizzabili, ad esempio per «adattamento degli spazi interni ed esterni e la loro dotazione allo svolgimento dell’attività didattica in condizioni di sicurezza, inclusi interventi di piccola manutenzione, di pulizia straordinaria e sanificazione, nonché interventi di realizzazione, adeguamento e manutenzione dei laboratori didattici, delle palestre, di ambienti didattici innovativi, di sistemi di sorveglianza e dell’infrastruttura informatica». Qualora tali risorse non siano sufficienti e l’ente obbligato ai sensi della legge n. 23 del 1996 segnali difficoltà ad acquisire gli arredi o gli spazi occorrenti, e solo dopo che tutti gli spazi utili interni alla scuola siano stati presi in considerazione, occorrerà chiedere l’assistenza di questo Ufficio scolastico regionale e degli Uffici territoriali, segnalandone la necessità compilando gli appositi campi del monitoraggio.
Gli spazi non bastano e l’ente proprietario non mi aiuta. Posso attivarmi in autonomia per reperirne altri?
È sicuramente possibile aiutare l’ente obbligato ai sensi della legge n. 23 del 1996 a individuare e reperire spazi aggiuntivi. Sarà, comunque, l’ente ad acquisirli.
Gli spazi basterebbero, ma occorre sgomberarli oppure svolgere alcuni piccoli lavori di manutenzione. Come faccio?
In questo caso, occorre:
- svolgere in proprio i lavori occorrenti, utilizzando le risorse di cui all’art. 231 del decreto-legge n. 34 del 2020.
- In alternativa: chiedere all’ente obbligato di provvedere alle necessarie opere. Per aiutare gli enti proprietari, il decreto-legge n. 34 del 2020 e i prossimi interventi legislativi di urgenza hanno già stanziato e stanzieranno risorse anche in favore dei Comuni e delle Province, vincolate alle scuole.
Gli spazi basterebbero, a condizione di “sdoppiare” tutte, o la gran parte delle classi. Posso farlo?
Il Governo stanzierà, a breve, ulteriori risorse di organico proprio per gestire l’emergenza Covid-19. Tuttavia, ribadisce la nota dell’USR Lazio, per assicurare la disponibilità di queste risorse alle scuole che ne hanno stretta necessità, è indispensabile che quelle che possono organizzarsi diversamente provvedano in tal senso. La scheda G del monitoraggio consente di comunicare l’esigenza di ulteriori risorse di organico.
Posso ricorrere alla didattica a distanza?
In linea generale, ribadisce la nota dell’USR Lazio, il sistema scolastico è chiamato a organizzarsi per svolgere l’attività didattica in presenza, nel rispetto delle prescrizioni del Documento e delle linee guida del Piano. Ciò vale, anzitutto, per i bambini e i ragazzi più piccoli. In questa fascia di età, l’eventuale ricorso alla didattica a distanza potrebbe avere un impatto negativo sull’organizzazione del tempo delle famiglie, e le esperienze di didattica a distanza sin qui svolte hanno evidenziato, salve alcune eccellenze, maggiori criticità. Inoltre, occorre particolare attenzione alle speciali necessità provenienti dall’esigenza di tutela degli alunni con disabilità e di quelli con bisogni educativi speciali, ai quali occorrerà garantire la presenza quotidiana a scuola.
Mi vengono segnalati problemi sul trasporto pubblico locale. Come devo comportarmi?
Al riguardo saranno fornite ulteriori indicazioni, con particolare riferimento ai trasporti pubblici su gomma e ferro. Nel frattempo, si raccomanda di invitare tra le famiglie a compilare il monitoraggio disponibile al seguente link: https://www.pianomobilitalazio.it/questionario/
Nel caso in cui la scuola sia servita da scuolabus comunali, cioè da servizi ad orario fisso rivolti in via esclusiva agli alunni, si raccomanda, altresì, di coordinarsi con il competente Comune.
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