Nomina Arcuri

Arcuri, Azzolina: nomina fortemente voluta, permetterà iter veloce su nuovi banchi

“Piena soddisfazione per la norma inserita nel Decreto Semplificazioni che affida nuove competenze al commissario Domenico Arcuri per supportare la riapertura delle scuole a settembre. Una norma scritta e fortemente voluta dal mio Ministero. E che permetterà, ad esempio, di velocizzare l’iter per l’acquisto e la distribuzione degli arredi scolastici, come i banchi singoli di nuova generazione”.

Così la Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina.

Scuole non statali: rinnovato il CCNL

Scuole non statali: rinnovato il CCNL

In un momento particolarmente complesso per il settore Scuola, la Federazione UGL Scuola e l’Associazione Federterziario Scuola alla presenza  delle rispettive Confederazioni, hanno firmato il rinnovo per il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro che disciplina il “trattamento economico e normativo per il personale direttivo, docente, amministrativo, tecnico ed ausiliario nelle scuole non statali, enti di formazione, scuole di preparazione, scuole dell’infanzia, asili nido.

Il rinnovo, concluso prima ancora della scadenza naturale, avrà luce operativa dal 1° settembre 2020 sino al 31 agosto 2023 e rappresenta la decisa volontà delle parti di guardare avanti con ottimismo e professionalità.

Il Segretario della Federazione Nazionale UGL Scuola, Ornella Cuzzupi, si è detta particolarmente felice di aver traguardato il rinnovo del Contratto: “In questo periodo dare un segnale positivo è importante. La firma apposta dall’UGL Scuola, unitamente alla UGL Confederale, al rinnovo contrattuale con Federterziario Scuola dimostra come la volontà di costruire e la capacità di guardare in prospettiva, se accompagnate da una sana dose di realismo e conoscenza delle situazioni, determinano risultati positivi e di spessore. L’intesa trovata oggi per le scuole e gli istituti privati, è un’importante risposta a molte incertezze di un  settore da considerare per l’alto valore formativo .

Ornella Cuzzupi
Segretario Nazionale UGL Scuola              

Legge sui Caregiver: avanti con più coraggio e risorse

Legge sui Caregiver: avanti con più coraggio e risorse

Sulla delicatissima e irrisolta situazione dei caregiver familiari sembrano esserci alcuni timidi segnali nella volontà di legiferare.

Nella seduta di ieri la Commissione Lavoro del Senato, dove è in discussione un disegno di legge (Atti del Senato, n. 1461) recante Disposizioni per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare, ha deciso di fissare per il 22 luglio prossimo la data ultima per la presentazione di eventuali emendamenti. Ricordiamo che del testo il primo firmatario è la senatrice Nocerino ma l’atto è sottoscritto da tutti i gruppi presenti in Commissione; è quindi un testo condiviso.

Il fatto che si acceleri la discussione su quel testo, depositato già da un anno, è in sé una notizia che attendevamo da un po’ – commenta il Presidente di FISH Vincenzo Falabella – Alla nostra Federazione afferiscono migliaia di caregiver familiari e la loro condizione è particolarmente sentita, e lo è ancora di più dopo il recente lockdown, l’isolamento e l’abbandono subito da tante famiglie. È urgente intervenire con una norma di rango primario che fissi in modo netto diritti, tutele e servizi.

In realtà sul testo in esame FISH non nasconde le proprie riserve già espresse in un confronto con la Commissione nel marzo scorso quando fece pervenire una lunga serie di proposte di correzione al testo del disegno di legge 1461 intravedendo lacune, elementi da correggere, rafforzare, enfatizzare, dotare di risorse adeguate.

Lo diciamo con uno spirito collaborativo: ci sono aspetti da chiarire e da definire perché sono decisivi per i diritti dei caregiver e investono non solo i servizi sociali e sanitari che devono diventare Livelli Essenziali dell’Assistenza, ma è anche indispensabile rafforzare le altrimenti limitatissime coperture previdenziali e introdurre misure di tutela assicurativa e per malattie, infortuni e tecnopatie. E per questo è necessario anche chiedere maggiori risorse che ora non ci sono. È quindi indispensabile una triangolazione con il Governo: ci vogliono coraggio, determinazione e risorse.”

Ma FISH teme anche il successivo dilazionarsi dei tempi di applicazione che potrebbero derivare da un eccesso di decreti applicativi. “Abbiamo già chiesto, e lo rifaremo, di regolare già nella norma la modalità di accesso ai benefici, trasparente ma che rifugga quei sovraccarichi burocratici di cui proprio non abbiamo necessità”, conclude Falabella esprimendo l’intenzione della Federazione a ricercare nelle prossime settimane un confronto con la Commissione.

ESAMI IDONEITÀ

ESAMI IDONEITÀ, DAL MINISTERO TEMPISTICA SBAGLIATA

“Ancora una volta il ministero dell’Istruzione dimostra di avere una tempistica sbagliata”. A rilevarlo è la Gilda degli Insegnanti che critica la decisione assunta da viale Trastevere di fissare le date degli esami di idoneità all’inizio di settembre invece che alla fine, come il aveva chiesto il sindacato.

“Il calendario stabilito dal Mi – spiega la Gilda – sta provocando non pochi problemi con la fruizione delle ferie da parte dei docenti che, per adempiere alle formalità necessarie a garantire il corretto svolgimento degli esami di idoneità, sono richiamati a scuola sia nel mese di luglio che in agosto. Senza considerare, poi, il tempo per implementare tutte le misure di sicurezza anti-Covid che, in questo caso, dovranno tenere conto della prova scritta non prevista, invece, per l’esame di Maturità”.

Pillola europea

Pillola europea

di Maurizio Tiriticco

Stamane su RaiTvUno si è discusso della necessità di una concreta e fattiva Educazione Civica nelle nostre istituzioni scolastiche, che sarebbe meglio definire, a mio vedere, “Educazione alla Cittadinanza Attiva”. Protagonista la Senatrice Flavia Piccoli Nardelli, del Partito Democratico. E’ indubbio – almeno a mio parere – che un insegnamento attivo e partecipato è di per sé il migliore insegnamento civico! Alludo alla “didattica laboratoriale”, che virgoletto perché è invocata sia dalle Linee guida che dalle Indicazioni nazionali che riguardano i diversi ordini e gradi del nostro sistema scolastico.

E’ bene, comunque, ricordare la distinzione che corre tra l’EDUCAZIONE, che attiene, appunto, allo sviluppo della convivenza civile e democratica, la FORMAZIONE, attinente allo sviluppo della persona ed alla consapevolezza del Sé, e l’ISTRUZIONE, che riguarda nello specifico lo studio e la padronanza dei diversi saperi disciplinari e pluridisciplinari. Si tratta di tre “parole magiche” che ricorrono anche nel comma 2 dell’articolo 1 del dpr 275/99, concernente l’avvio dell’autonomia delle istituzioni scolastiche.

A mio vedere, almeno tre sono gli assi che, scanditi ovviamente lungo l’arco dei dieci anni dell’istruzione obbligatoria, dovrebbero costituire la matrice dell’ECA: 1) la Costituzione repubblicana, le vicende storiche e sociali che ne hanno costituito le fondamenta ed il nostro ordinamento istituzionale; 2) l’Unione Europea, status e cenni storici, con particolare riguardo al Manifesto di Ventotene, del 1944, ed al Trattato di Maastricht, del 1992, in forza del quale una semplice CEE, Comunità Economica Europea, istituita nel lontano 1957 con i Trattati di Roma, costituita di appena sei Paesi, Italia Francia, Germania, Belgio, Olanda e Lussemburgo, oggi è diventata un organismo più forte ed autorevole e ne conta ben ventisette; 3); l’Agenda Onu 2030, contenente i 17 obiettivi necessari per realizzare, a livello mondiale, uno sviluppo sostenibile. Ritengo opportuno ricordare il quarto obiettivo, che riguarda uno dei compiti più importanti delle istituzioni scolastiche europee e che così recita: “Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti”.

L’auspicio è che una scuola di qualità sia in grado di raggiungere tutti i bambini del pianeta. Cosa che così non è, com’è purtroppo noto. In troppe zone – che sarebbe anche difficile definire Paesi – il lavoro, anzi lo sfruttamento minorile è largamente diffuso. Ed in altre abbiamo anche il fenomeno dei bambini soldato, che vengono educati – se così si può dire – non solo all’uso precoce delle armi, ma anche e soprattutto alle crudeltà che ne conseguono. Paesi in cui più di educazione civica sarebbe opportuno parlare di educazione ai più elementari sentimenti che dovrebbero caratterizzare i rapporti interpersonali: l’ascolto e il rispetto! Mah! La difficoltà di costruire un mondo migliore!

Personale, finanziamenti e didattica in presenza: le modifiche al Dl Rilancio su scuola e università

da Il Sole 24 Ore

di Amedeo Di Filippo

Diverse le novità apportate al Dl “Rilancio” dopo il passaggio in commissione Bilancio alla Camera.

Scuole di specializzazione
L’articolo 5-ter istituisce, a decorrere dall’anno accademico 2021/2022, la scuola di specializzazione in medicina e cure palliative, cui possono accedere i laureati in medicina e chirurgia. Profili specialistici, obiettivi formativi e relativi percorsi didattici funzionali al conseguimento delle necessarie conoscenze culturali e abilità professionali sono demandati ad apposito decreto del Ministro dell’università, che dovrà anche introdurre il corso nell’ambito delle scuole di specializzazione in pediatria.

L’articolo 236, comma 3-bis, dispone l’equipollenza dei diplomi di specializzazione in musicoterapia, ottenuti al termine dei corsi biennali sperimentali, ai diplomi accademici di secondo livello rilasciati dalle istituzioni Afam.

Ulteriore novità è all’articolo 238-bis, che riconfigura il Centro alti studi per la Difesa in “Scuola superiore ad ordinamento speciale della Difesa di alta qualificazione e di ricerca nel campo delle scienze della difesa e della sicurezza”. La finalità è quella di sviluppare percorsi formativi che favoriscono l’integrazione interdisciplinare fra mondo accademico nazionale e ricerca nel settore della Difesa e integrare il sistema della formazione universitaria, post universitaria e della ricerca a sostegno del rilancio e di un più armonico sviluppo dei settori produttivi strategici dell’industria nazionale.

Finanziamenti
Il comma 1-bis introdotto all’articolo 29 destina 160 milioni di euro alle locazioni di immobili abitativi degli studenti fuori sede con Isee non superiore a 15 mila euro, tramite rimborso, nel limite complessivo di 20 milioni per il 2020, del canone dei contratti di locazione stipulati da studenti residenti in luogo diverso rispetto a quello dove è ubicato l’immobile locato, per tutto il periodo dello stato di emergenza. Rinviate ad apposito decreto le modalità attuative, che devono prevedere l’incumulabilità con altre forme di sostegno al diritto allo studio. Altri 3 milioni sono destinati dall’articolo 217-bis a sostenere le attività sportive universitarie e la gestione delle strutture e degli impianti per la pratica dello sport nelle università danneggiate dall’emergenza epidemiologica.

Didattica in presenza
L’articolo 231-bis affida ad una ordinanza del ministro dell’Istruzione l’onere di adottare, «anche in deroga alle disposizioni vigenti», misure volte ad autorizzare i dirigenti degli Usr a:
a) derogare al numero minimo e massimo di alunni per classe previsto dal Dpr 81/2009;
b) attivare ulteriori posti di incarichi temporanei di personale docente e Ata a tempo determinato dalla data di inizio delle lezioni o dalla presa di servizio fino al termine delle lezioni, non disponibili per le assegnazioni e le utilizzazioni di durata temporanea, con risoluzione per giusta causa in caso di sospensione dell’attività in presenza senza diritto ad alcun indennizzo;
c) prevedere la conclusione degli scrutini entro il termine delle lezioni.

Personale
All’articolo 230 è stato inserito il comma 2-ter che per i 11.263 collaboratori scolastici dipendenti delle imprese titolari di contratti per lo svolgimento di servizi di pulizia e ausiliari, assunti con la procedura di cui all’articolo 58, comma 5-ter, del Dl 69/2013 e che siano a tempo parziale, prevede la stipula di un contratto aggiuntivo fino al prossimo 31 dicembre, a completamento dell’orario di servizio presso la sede di titolarità.

Novità anche per l’ottimale utilizzo della strumentazione informativa e per il supporto all’utilizzo delle piattaforme multimediali per la didattica: l’articolo 230-bis autorizza le istituzioni scolastiche, per i mesi da settembre a dicembre 2020, a sottoscrivere contratti con assistenti tecnici nel limite complessivo di 1.000 unità. Sarà un apposito decreto a definirne la ripartizione conto del numero degli studenti di ciascun istituto scolastico.

Viene inoltre disposta la proroga dei contratti a tempo determinato degli incarichi di livello dirigenziale non generale per le funzioni ispettive nelle more dell’espletamento del concorso pubblico per il reclutamento, a decorrere da gennaio 2021, di 59 dirigenti tecnici e, a decorrere dal 2023, di ulteriori 87 unità. La durata massima della proroga è fissata al 31 dicembre 2021.

Viene infine istituito nello stato di previsione del ministero dell’Istruzione un fondo di 13,1 milioni di euro da destinare alla copertura delle maggiori spese sostenute negli anni scolastici 2017/2018 e 2018/2019 in conseguenza dell’ultrattività riconosciuta ai contratti collettivi regionali relativi all’anno scolastico 2016/2017, al fine di evitare la ripetizione di somme già erogate in favore dei dirigenti scolastici. Si è così dato seguito all’intesa siglata il 29 ottobre 2019 con cui il Miur si è impegnato a rifinanziare il Fun a fronte di una possibile riduzione della retribuzione pro-capite di posizione variabile e di risultato, dovuta all’incremento del numero di dirigenti scolastici in servizio conseguente alla conclusione del concorso bandito nel 2017.

Diritto allo studio, stanziati 236 milioni per l’acquisto di libri di testo

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Uno stanziamento di 236 milioni di euro per garantire il diritto allo studio di studentesse e studenti delle scuole secondarie di I e II grado in condizioni di svantaggio e alleggerire in modo consistente la spesa delle famiglie in vista del prossimo anno scolastico. Lo ha messo in campo la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, destinando a questo scopo una parte dei fondi Pon ancora disponibili che il ministero sta rapidamente spendendo e utilizzando per affrontare l’emergenza e la ripresa di settembre.

L’annuncio è arrivato nel corso della visita all’Ics Giovanni Falcone di Palermo, prima tappa siciliana del tour che della ministra per partecipare ai Tavoli regionali sulla ripartenza dell’anno scolastico.

Le scuole potranno accedere alle risorse partecipando all’Avviso pubblicato ieri sul sito del ministero. Con i fondi potranno essere acquistati libri di testo scolastici digitali e/o cartacei, dizionari, dispositivi digitali, materiali didattici per ragazzi con Bisogni educativi speciali (Bes) o Disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) da destinare, anche in comodato d’uso, alle studentesse e agli studenti che vivono in condizioni di svantaggio.

«L’emergenza coronavirus ha messo a dura prova il sistema scolastico, ma anche molte famiglie che stanno affrontando difficoltà economiche impreviste. Con questo intervento puntiamo a tutelare il diritto allo studio, secondo quanto previsto dalla Costituzione. E a dare un supporto concreto a chi deve sostenere spese anche importanti per i figli in vista del nuovo anno scolastico», ha sottolineato la ministra Azzolina. «Si tratta di stanziamenti aggiuntivi rispetto a quelli già destinati a questo scopo. Abbiamo vissuto mesi particolari, avremo una ripresa in condizioni eccezionali, era giusto e doveroso prevedere un rafforzamento delle nostre azioni per il diritto allo studio».

I materiali potranno essere consegnati in zainetti o altre custodie, trasformandoli così in veri e propri kit scolastici per il nuovo anno.

L’Avviso mette a disposizione fino a 100mila euro per le scuole secondarie di primo grado e fino a 120mila per quelle di secondo grado sulla base del numero di studenti e di altri indicatori relativi sia al disagio negli apprendimenti sia al contesto socio-economico di riferimento delle scuole. All’Avviso potranno aderire anche le scuole paritarie secondarie di primo e di secondo grado non commerciali.

Le scuole avranno tempo per richiedere i fondi dalle ore 10 del 13 luglio 2020 alle ore 15 del 23 luglio 2020 e dovranno accedere all’area PON “Per la Scuola” del sito http://www.istruzione.it/pon/.

Rientro a settembre, cosa monitorare per un corretto avvio dell’anno 2020/21. Suggerimento con scheda da scaricare

da Orizzontescuola

di Antonio Fundaro

Pubblicata dall’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio la nota 16887 del 3 luglio 2020 con oggetto “avvio dell’anno scolastico 2020/2021 e relativo monitoraggio”. La nota prende spunto dalla considerazione che “l’anno scolastico 2020/2021 sarà caratterizzato dalla coesistenza con la pandemia causata dal virus Sars-CoV-2. Ciò impone l’adozione di misure organizzative volte a contenere il rischio epidemiologico.

Si tratta delle misure previste dal Comitato tecnico-scientifico istituito presso il Dipartimento della protezione civile”.

Il Comitato ha approvato un documento che contiene le “Ipotesi di rimodulazione delle misure contenitive nel settore scolastico e le modalità di ripresa delle attività didattiche per il prossimo anno scolastico”.

Il Ministro Azzolina ha adottato il “Documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione”, d’ora in poi “Piano” per brevità, che affianca alle prescrizioni sanitarie del Documento altre indicazioni e linee guida, di natura organizzativa e didattica.

Cosa è richiesto ai dirigenti scolastici

Nel rispetto delle prescrizioni del Documento e sulla base delle indicazioni del Piano, ciascun dirigente scolastico è chiamato ad organizzare l’uso degli spazi, il tempo scuola e la didattica, al fine di assicurare l’ordinato avvio dell’anno scolastico 2020/2021. Per far ciò, naturalmente, è necessario il coinvolgimento degli organi collegiali competenti. Per acquisire ulteriori spazi o arredi, i dirigenti scolastici dovranno rivolgersi all’ente obbligato a fornirli cioè il Comune o la Provincia di riferimento a seconda che si tratti di scuole del primo o del secondo ciclo di istruzione.

Per la verità ciascun istituto scolastico può far leva sul Governo e sul Ministero dell’Istruzione. Istituzioni che che stanno assicurando impegno alla questione con lo stanziamento di enormi risorse finanziarie in favore delle istituzioni scolastiche e degli enti proprietari dei relativi edifici, così come di risorse per disporre di ulteriori docenti e collaboratori scolastici. I dirigenti scolatici dovranno completare l’allegato alla nota che qui accludiamo.

Esiste una soluzione “tipo” da utilizzare?

Il Piano non prescrive una specifica soluzione, bensì elenca le possibili azioni che ciascuna istituzione potrà, nella sua autonomia, adottare, al fine di rispettare le prescrizioni del Documento. Né sarebbe stato possibile un approccio differente, poiché non vi è un’unica soluzione che possa essere adatta a tutti i casi.

Cosa fare, per prima cosa?

Anzitutto, ribadisce la nota dell’USR Lazio, occorre verificare l’organizzazione fisica di tutti gli spazi ordinariamente destinati all’attività didattica, o a ciò destinabili, per stabilire se siano o meno necessari adattamenti. A tal fine, si dovrà considerare la distanza di un metro da bocca a bocca (tra le “rime buccali”), oltre alle altre prescrizioni del Documento. In tale attività, si dovrà aver cura di considerare gli spazi al netto degli arredi non indispensabili, che potranno essere spostati in altri spazi non idonei alla didattica, ove disponibili.

Negli spazi di dimensioni particolarmente grandi potranno, ribadisce la nota dell’USR Lazio, anche essere svolti lavori di “edilizia leggera”, per ricavare ambienti idonei alla didattica . Anche gli spazi esterni potranno divenire utilizzabili a tal fine, per esempio attraverso l’acquisto di tenso-strutture.

Potrà capitare che gli spazi siano sufficienti. In tal caso, occorrerà compilare, di tutto il monitoraggio, solo le schede I e J.

Qualora, invece, gli spazi si rivelino sufficienti alla sola condizione che siano disponibili nuovi arredi didattici, ad esempio banchi mono-posto, oppure che siano svolti lavori di “edilizia leggera”;

b) acquisire quanto necessario a cura della scuola, ad es. utilizzando le risorse finanziarie di cui all’art. 231 del decreto-legge n. 34 del 2020.

L’ente proprietario della scuola segnala che non ha risorse per aiutarmi. Cosa faccio?

Anche le scuole, ribadisce la nota dell’USR Lazio, dispongono di risorse finanziarie, utilizzabili, ad esempio per «adattamento degli spazi interni ed esterni e la loro dotazione allo svolgimento dell’attività didattica in condizioni di sicurezza, inclusi interventi di piccola manutenzione, di pulizia straordinaria e sanificazione, nonché interventi di realizzazione, adeguamento e manutenzione dei laboratori didattici, delle palestre, di ambienti didattici innovativi, di sistemi di sorveglianza e dell’infrastruttura informatica». Qualora tali risorse non siano sufficienti e l’ente obbligato ai sensi della legge n. 23 del 1996 segnali difficoltà ad acquisire gli arredi o gli spazi occorrenti, e solo dopo che tutti gli spazi utili interni alla scuola siano stati presi in considerazione, occorrerà chiedere l’assistenza di questo Ufficio scolastico regionale e degli Uffici territoriali, segnalandone la necessità compilando gli appositi campi del monitoraggio.

Gli spazi non bastano e l’ente proprietario non mi aiuta. Posso attivarmi in autonomia per reperirne altri?

È sicuramente possibile aiutare l’ente obbligato ai sensi della legge n. 23 del 1996 a individuare e reperire spazi aggiuntivi. Sarà, comunque, l’ente ad acquisirli.

Gli spazi basterebbero, ma occorre sgomberarli oppure svolgere alcuni piccoli lavori di manutenzione. Come faccio?

In questo caso, occorre:

  1. svolgere in proprio i lavori occorrenti, utilizzando le risorse di cui all’art. 231 del decreto-legge n. 34 del 2020.
  2. In alternativa: chiedere all’ente obbligato di provvedere alle necessarie opere. Per aiutare gli enti proprietari, il decreto-legge n. 34 del 2020 e i prossimi interventi legislativi di urgenza hanno già stanziato e stanzieranno risorse anche in favore dei Comuni e delle Province, vincolate alle scuole.

Gli spazi basterebbero, a condizione di “sdoppiare” tutte, o la gran parte delle classi. Posso farlo?

Il Governo stanzierà, a breve, ulteriori risorse di organico proprio per gestire l’emergenza Covid-19. Tuttavia, ribadisce la nota dell’USR Lazio, per assicurare la disponibilità di queste risorse alle scuole che ne hanno stretta necessità, è indispensabile che quelle che possono organizzarsi diversamente provvedano in tal senso. La scheda G del monitoraggio consente di comunicare l’esigenza di ulteriori risorse di organico.

Posso ricorrere alla didattica a distanza?

In linea generale, ribadisce la nota dell’USR Lazio, il sistema scolastico è chiamato a organizzarsi per svolgere l’attività didattica in presenza, nel rispetto delle prescrizioni del Documento e delle linee guida del Piano. Ciò vale, anzitutto, per i bambini e i ragazzi più piccoli. In questa fascia di età, l’eventuale ricorso alla didattica a distanza potrebbe avere un impatto negativo sull’organizzazione del tempo delle famiglie, e le esperienze di didattica a distanza sin qui svolte hanno evidenziato, salve alcune eccellenze, maggiori criticità. Inoltre, occorre particolare attenzione alle speciali necessità provenienti dall’esigenza di tutela degli alunni con disabilità e di quelli con bisogni educativi speciali, ai quali occorrerà garantire la presenza quotidiana a scuola.

Mi vengono segnalati problemi sul trasporto pubblico locale. Come devo comportarmi?

Al riguardo saranno fornite ulteriori indicazioni, con particolare riferimento ai trasporti pubblici su gomma e ferro. Nel frattempo, si raccomanda di invitare tra le famiglie a compilare il monitoraggio disponibile al seguente link: https://www.pianomobilitalazio.it/questionario/

Nel caso in cui la scuola sia servita da scuolabus comunali, cioè da servizi ad orario fisso rivolti in via esclusiva agli alunni, si raccomanda, altresì, di coordinarsi con il competente Comune.

Scarica questionario

Novità per le caselle di posta elettronica istituzionali: tutto passa a Microsoft con Office 365

da Orizzontescuola

di Andrea Carlino

Il Ministero dell’Istruzione ha ufficializzato i cambiamenti che saranno presto effettuati. Un nuovo sistema di posta elettronica con un nuovo dominio e un sistema di archiviazione più capiente.

Il Ministero dell’Istruzione ha ufficializzato i cambiamenti che saranno presto effettuati. Un nuovo sistema di posta elettronica con un nuovo dominio e un sistema di archiviazione più capiente.

Così come segnala Wired, il Ministero ha completato il processo a fine giugno per adottare la suite Office 365 come piattaforma di lavoro. Dal primo luglio le caselle email istituzionali della scuola italiana sono passate a Microsoft.

Nei giorni scorsi ha inviato una circolare tra gli istituti per annunciare la migrazione degli account di scuole e dirigenti su Office 365, la piattaforma cloud dell’azienda americana che raccoglie servizi di posta elettronica, lavoro condiviso e videochiamate.

Per adesso coinvolge solo personale amministrativo del ministero, dirigenti scolastici, direttori dei servizi generali e amministrativi (dsga) più le caselle degli istituti stessi. Restano fuori per il momento docenti, personale Ata e studenti.

Secondo fonti ministeriali, la migrazione “ha lo scopo di fornire uno strumento più funzionale per la gestione della posta elettronica e la possibilità di utilizzare tutto il set di ulteriori applicazioni previste dalla Suite Office 365, in particolare per quanto riguarda la collaborazione fra uffici”.

Novità per le caselle di posta elettronica istituzionali: tutto passa a Microsoft con Office 365

Casella di posta molto più capiente, infrastruttura in cloud e nuovo dominio. Sono queste le novità più rilevanti del restyling del sistema di posta istituzionale riservato al personale della scuola.

Cambia il dominio delle caselle di posta istituzionali: ecco tutte le novità

Casella di posta elettronica molto più capiente, di 500 MB, basata su una nuova infrastruttura in cloud.

L’indirizzo mail diventerà nome.cognome@posta.istruzione.it.

Cambierà solo il dominio, ma quello che precede l’@ rimarrà invariato.

Se la casella è mario.rossi1@istruzione.it con il passaggio al nuovo sistema diventerà mario.rossi1@posta.istruzione.it

Anche se l’indirizzo email cambierà, si continuerà ad accedere ai servizi dell’Area riservata del portale ministeriale senza dover cambiare alcun parametro e l’indirizzo di posta verrà aggiornato in automatico all’interno del sistema informativo del Ministero dell’Istruzione, al momento della disattivazione del vecchio indirizzo.

I messaggi presenti nell’attuale casella non verranno migrati nella nuova, quindi il ministero invita a salvare, quanto prima, quelli importanti.

Ecco la guida del Ministero dell’Istruzione con le info utili (clicca qui)

Concorsi pubblici, la ministra Dadone: “Ecco come cambieranno”

da La Tecnica della Scuola

Dislocare le prove sui territori con una informatizzazione completa, dalla fase dell’iscrizione fino allo svolgimento delle prove che devono essere svolte su pc. Sono le indicazioni che la ministra per la Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone, ha rimarcato al Forum PA nella giornata del 6 luglio.

Dalle prove a scelta multipla alle competenze trasversali

La Ministra si è soffermata a parlare dei test a scelta multipla, in cui si cercherà di inserire delle “prove logico deduttive e dei case studies“.

Inoltre, avranno un certo rilievo nelle procedure concorsuali pubbliche le competenze trasversali, da accertare nella fase di selezione insieme a “competenze nozionistiche”.

Faranno parte della valutazione delle commissioni giudicatrici ai concorsi pubblici, sia le “soft skill” che le “life skill“, ovvero di quelle capacità che vanno oltre la disciplina e che riguardano, ad esempio, il saper lavorare in gruppo, reagire ad una situazione di stress e risolvere i problemi che si presentano all’improvviso. Insomma, delle competenze personali che possano integrarsi alle competenze specifiche per il ruolo che si intende ricoprire.

Stop ai maxi-concorsi

Quanto riferito dalla Ministra al Forum PA del 6 luglio appare solo come una conferma delle indicazioni fornite nelle settimane scorse: infatti, in un precedente articolo, Dadone affermava: L’iscrizione avverrà tramite Spid, l’identità digitale, per accelerare i tempi: prima passavano moltissimi mesi tra avvio e conclusione. Inoltre non ci saranno più prove scritte su carta: tutti i concorsi verranno trasferiti sul digitale. Non ci saranno più maxi-prove nella Capitale, ma diffuse sui territori, utilizzando scuole, università, a piccoli gruppi, per esigenze sanitarie, ma non solo”.

E’ chiaro che adesso resta da capire se e in quali modalità tutto ciò verrà “trasportato” per i concorsi scuola: al momento ricordiamo che sono partiti il concorso straordinario per l’abilitazione, e i concorsi ordinari per infanzia e primaria e quello per la scuola secondaria.

Rientro in classe, libri e device agli studenti meno fortunati: in arrivo il kit scolastico per il nuovo anno

da La Tecnica della Scuola

Nel corso della visita a PalermoLucia Azzolina ha annunciato lo stanziamento di 236 milioni di euro per garantire il diritto allo studio di studentesse e studenti delle scuole secondarie di I e II grado in condizioni di svantaggio e alleggerire in modo consistente la spesa delle famiglie in vista del prossimo anno scolastico.

Si tratta di destinare a questo scopo una parte dei fondi PON ancora disponibili che il Ministero sta rapidamente spendendo e utilizzando per affrontare l’emergenza e la ripresa di settembre.

L’emergenza coronavirus ha messo a dura prova il sistema scolastico, ma anche molte famiglie che stanno affrontando difficoltà economiche impreviste. Con questo intervento puntiamo a tutelare il diritto allo studio, secondo quanto previsto dalla Costituzione. E a dare un supporto concreto a chi deve sostenere spese anche importanti per i figli in vista del nuovo anno scolastico”, sottolinea la Ministra Lucia Azzolina. “Si tratta di stanziamenti aggiuntivi rispetto a quelli già destinati a questo scopo. Abbiamo vissuto mesi particolari, avremo una ripresa in condizioni eccezionali, era giusto e doveroso prevedere un rafforzamento delle nostre azioni per il diritto allo studio”.

Come si potrà accedere e cosa poter acquistare

Come spiega il Ministero tramite un comunicato, le scuole potranno accedere alle risorse partecipando all’Avviso pubblicato sul sito del Ministero.

Con i fondi da destinare, anche in comodato d’uso, alle studentesse e agli studenti che vivono in condizioni di svantaggio, potranno essere acquistati:

  • libri di testo scolastici digitali e/o cartacei,
  • dizionari,
  • dispositivi digitali,
  • materiali didattici per ragazzi con Bisogni Educativi Speciali (BES) o Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)

L’idea del kit scolastico per i meno abbienti

I materiali, spiegano da Viale Trastevere, potranno essere consegnati in zainetti o altre custodie, trasformandoli così in veri e propri kit scolastici per il nuovo anno.

L’Avviso mette a disposizione fino a 100mila euro per le scuole secondarie di primo grado e fino a 120mila per quelle di secondo grado

Lo stanziamento sarà sulla base del numero di studenti e di altri indicatori relativi sia al disagio negli apprendimenti sia al contesto socio-economico di riferimento delle scuole.

All’Avviso potranno aderire anche le scuole paritarie secondarie di primo e di secondo grado non commerciali.

Infine, le scuole avranno tempo per richiedere i fondi dalle ore 10.00 del 13 luglio 2020 alle ore 15.00 del 23 luglio 2020 e dovranno accedere all’area PON “Per la Scuola” del sito http://www.istruzione.it/pon/.

LA IRRAZIONALITA’ DELLA PERCEZIONE MACROSCOPICA DELLA REALTA’

PAOLO MANZELLI  WWW.EGOCREA.NET .

Galileo Galilei  (1633) disse l.uomo deve esercitate la propria coscienza razionale per non essere fuorviato dalla illusione di ciò che vede , altresì continuera a credere che sia il sole a girare attorno alla terra evitando di capire quanto sia assurdo che la piccola terra sia  posta al centro di tutto il Creato .

Sempre allo scopo di evitare la illusione sulla percezione della distanza Galileo mise in evidenza che la distanza tra la terra e la luna, pur essendo logicamente costante , faceva apparire piu grande la luna alla sua apparizione dietro una collina mentre sembra  allontanarsi in alto  nel cielo perche la dimensione lunare al mezzogiorno appare normalmente più piccola .

Malgrado l.insegnamento di Galileo di non fidarsi della nostra percezione della realtà macroscopica che risulta efficace solo a distanza ravvicinata, ancora nel 2020 , in epoca della Pandemia Covid.19 , e stato  ritenuto utile considerare il contagio del virus Corona, che e di dimensione nanometrica, come se fosse generato unicamente dal contatto di “goccioline macroscopiche visibili “. le quali  per gravita cadono a terra dopo il distanziamento di circa un metro . Per inciso tale separazione tra le persone  di un metro e veramente riduttiva.Ricordiamo infatti che il Botanico Robert Brown, (1827) studio la impollinazione aerobica del polline di dimensioni micrometriche e si stupi di come la fluttuazione del polline sembrava impedire  di depositarlo a terra ( Moto Browniano) così che  misuro come il polline maschile di felci e piante  feconda l.organo femminile a distanze maggiori di un chilometro

 Questa è la ragione per cui le goccioline evaporando rilasciano il virus in ambienti  assai ampi che debbono essere periodicamente sanificati. 

Di conseguenza il virus Corona fluttua nell.aria  e può differenziarsi per via di  mutazioni locali ed infine   il Covid.19 non si trasmette unicamente per contagio diretto tra le persone.

Inoltre la impostazione riduttiva del “distanziamento sociale”, relativa alla opinabile distanza di un metro, decisa a protezione del contagio del virus , di fatto ha escluso ogni considerazione scientifica moderna ,sulle proprietà di comunicazione a distanza , effettuate dalla trasmissione d quanti di energia ,che vengono diffuse  e che sono  in relazione alla effettiva  dimensione nanometrica  del Covid.19 . 

Pertanto una più moderna concezione del contagio virale  implica una  profonda revisione “quantistica” della interazione tra la genetica umana  ed la epigenetica indotta dalla interazione virale .

Purtroppo in proposito della innovazione cognitiva della “Biologia Quantica”,proposta dal cluster Egogreanet, della quale avremo trattato al  convegno programmato per il 27 marzo 2020 , non ne abbiamo  potuto parlare , proprio a causa della imposizione del Look-Down .( vedi locandina in: 

https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=124888  ) 

Cosi che  ora, durante la  graduale riapertura della mobilità , ci ritroviamo in una situazione ancora più accentuata di arretratezza concettuale della scienza , macroscopicamente imposta dalle visione obsoleta sulla percezione della vita ,del benessere e della  salute   che e stata imposta da gli esperti virologi ,infettivologi ,e epidemiologi,…ecc, … e infine i politici , i quali  non sembra che  conoscano  nulla o quasi del campo della ricerca  della moderna “Biologia Quantica”  applicabile alla comunicazione del virus Covid 19 con il  DNA .Umano.

 La Bioquantica infatti  permette, l’emergenza di una nuova visione moderna relativa alla azione epigenetica del virus. 

Ad esempio, nel quadro logico della scienza  “Bioquantica” ipotizziamo  che lo “Spike proteico ” ( chiodo,spina) che caratterizza il Covid.19. abbia la funzione di “sensore quantico” che permerre di esplorare. la attività di comunicazione della rete cellulare con cui interagisce puntualmente il.virus Corona determinando una variazione istantanea di energia della rete cellulare di comunicazione quantica così che  contemporaneamente lo “Spike”  attiva la risposta immunitaria e  inoltre permette al virus di estrarre la energia di attivazione necessaria per la fusione della “Capside ” per liberare l’RNA virale 

 Di questa ipotesi discuteremo al seminario di studi che come Egocreanet abbiamo intenzione di realizzare prossimamente, in date e luogo da concordare , con coloro che vorranno parteciparvi attivamente per rilanciare le tematiche.che hanno caratterizzato la promozione delle scienze Bioquantiche della vita nei recenti quattro anni che sono:

1).Dalla Quantistica alla  Bioquantica

2) Entanglement e Biocampi

3) DNA’- Antenna rice-trasmittente

4) La percezione cerebrale Bioquantica

5) Modulazione Laser ed effetti foto-bioacustici.

6) il Quarto Stato dell.Acqua

7) La quantizzazione della energia sottile

8) La  condivisione di informazione  tra genetica ed epigenetic

Una sintesi dei suddetti temi che hanno caratterizzato la ativita di promozione della innovazione scientifica e culturale dei recenti   anni , faranno parte integrante del “Nuovo Corso di Formazione”, co.organizzato dal Cluster Egocreanet , a partire dal prossimo Settembre 2020, che  sarà aperto ad ulteriori contributi proposti da i relatori che oggi  invitiamo a collaborare , inviandomi una e.mail di adesione.  alla iniziativa, specificando il tema del proprio eventuale contributo  all.indirizzo: <egocreanet2016@gmail.com>  

Ritorno a scuola, non è detto che sarà in presenza. Gli scenari

da La Tecnica della Scuola

Al centro del dibattito pubblico c’è senza dubbio il ritorno a scuola a settembre.

Il rientro, così come previsto dal Ministero dell’Istruzione, dovrà essere in presenza per tutti. Le linee guida  nelle ultime due settimane stanno catturando l’attenzione. Si sta ultimando anche un vero e proprio protocollo di sicurezza fra Comitato Tecnico Scientifico e sindacati per predisporre un piano che renda il più sicuro possibile il ritorno fra i banchi e le cattedre. Tuttavia c’è un grosso interrogativo: Ma si tornerà davvero in presenza?

Gli esperti si dividono fra ottimisti e cauti (o pessimisti)

L’incognita è data dal coronavirus: infatti se i livelli di contagio dovessero ripresentarsi preoccupanti come negli scorsi mesi, la questione ritorno a scuola in presenza salterebbe all’istante. O quasi.

Si assiste allo scontro quotidiano fra virologi ed esperti che si dividono sostanzialmente in due categorie: gli ottimisti e i cauti. I primi, guidati dal dottor Zangrillo, primario del San Raffaele di Milano, sostengono che il peggio è già passato: “Il virus c’è e non è mutato ma nella sua interazione con l’ospite è andato incontro, attraverso il fenomeno dell’omoplasia, a una perdita della carica rilevata in laboratorio, quindi è un’evidenza a cui corrisponde una mancanza di malattia. Non posso dire che non torni tra qualche mese ma tutti gli indicatori sono positivi“, ha detto pochi giorni fa ‘Mezz’ora in più’, su Rai3 il primario del San Raffaele.

Il “rivale mediatico” di Zangrillo, ovvero Andrea Crisanti, responsabile del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Azienda ospedaliera di Padova, che invece da settimane invita alla cautela, soprattutto in relazione al fatto che in autunno le cose potrebbero di nuovo precipitare: “Bisogna accettare il fatto che in questa situazione i focolai scoppieranno e saranno anche più frequenti in ottobre e novembre. La cosa più importante è dare messaggi chiari agli italiani senza dire bugie Bisogna dire che il rischio c’è, che non siamo in una bolla e che i comportamenti di distanziamento sociale e l’uso delle mascherine non devono essere abbandonati”, ha detto Crisanti a SkyTg24.

Se torna il coronavirus scatta il piano B

Risulta inutile addentrarci in un territorio minato e soprattutto incerto: non si può stabilire adesso cosa accadrà nei prossimi mesi. Quello che possiamo però rilevare è che non è assolutamente scontato che in autunno si ritorni fra i banchi di scuola.

Per questo bisogna considerare l’ipotesi di una nuova didattica a distanza: stavolta però le cose devono cambiare: il Ministero dell’Istruzione starebbe pensando ad un piano di riserva per il ritorno a scuola. Anzi, delle linee guida ad hoc predisponendo un piano organizzato per ricorrere alla didattica a distanza in caso di nuove chiusure.

Lo ha detto anche la Ministra Azzolina qualche giorno fa: il Ministero sta lavorando ad apposite linee guida che serviranno per agevolare il lavoro dei docenti.

L’idea quindi sarebbe quella di normare e regolare la didattica a distanza: si partirebbe dai decreti-legge 18 e 22 già convertiti, che riguardano proprio le norme specifiche sulla didattica a distanza e sullo svolgimento delle attività connesse, che sanciscono come la didattica a distanza sia diventata obbligatoria durante la sospensione delle lezioni, così come lo smart working per gli ATA.

Quello che ci si aspetta quindi, è che la didattica a distanza dovrà essere regolata tramite contratto collettivo nazionale. Ancora arrivano le lamentele di insegnanti che si sono detti negativi nei confronti della situazione di Dad appena conclusa. Pertanto da Viale Trastevere stanno provando a correre ai ripari.

Tutti i fondi per la scuola in presenza serviranno alla fine?

Un interrogativo connesso a questo tema è quello degli investimenti per il ritorno a settembre: Azzolina ha più volte spiegato che per riprendere la scuola in presenza si sta investendo un tesoretto complessivo di 5,6 miliardi.

Fra le varie voci di spesa spiccano i “famosi” banchi singoli per aiutare con il distanziamento. Eppure, come abbiamo già riportato, l’investimento su questa tipologia di banchi non sarà indifferente: già alcuni presidi hanno fatto notare che un banco di questa tipologia dovrebbe costare circa 400 euro.

Ora la domanda è: se in autunno poi si torna subito a casa a fare la didattica a distanza, che ne faremo dei banchi singoli? Potranno certamente essere riutilizzati per un nuovo rientro. Ma è chiaro che un investimento del genere possa essere “vanificato” da un momento all’altro per cause esterne e del tutto non imputabili all’amministrazione.