Il paradosso delle assunzioni “Una cattedra su due scoperta”

da La Stampa

flavia amabile

ROMA

Ogni giorno ha il suo numero. Nel mondo della scuola da qualche tempo va così. I più belli sono i numeri di agosto, hanno il sapore di autunni radiosi con classi e anni scolastici in cui finalmente tutto funzionerà al meglio. Poi arrivano i numeri di settembre e ottobre a rovinare tutto, e si scopre che verrà assunta solo una parte della cifra annunciata, e che bisognerà fare ricorso ai supplenti soprattutto nelle materie scientifiche, per il sostegno e per le cattedre al Nord. Una novità? No, in realtà è così ogni anno.

L’ultima cifra a diversi zeri annunciata dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina risale a giovedì sera: in prima serata televisiva per raggiungere una platea di spettatori più ampia possibile, ha annunciato 97.223 assunzioni a tempo pieno con 1,3 miliardi in più per finanziare l’aumento di organico, l’affitto degli spazi, le risorse per gli enti locali. Il miliardo e trecentomila euro era notizia nota, ora si ha il dettaglio sulle assunzioni. Comprendono 84.808 docenti, 11.323 personale Ata (in larga parte bidelli), 472 insegnanti di

religione cattolica, 91 educatori. Ci sono risorse anche per 529 dirigenti scolastici: 458 assunzioni avverranno per scorrimento della graduatoria del concorso del 2017 (fra le quali anche quella della stessa ministra), 29 dalla graduatoria del 2011 e 42 per «trattenimenti in servizio».

Tutto bene, quindi, si assume, la ministra era molto soddisfatta. Ma davvero le 84 mila assunzioni saranno la soluzione ai problemi di distanziamento e di carenze di organico della scuola? Alle cifre di giovedì sera se ne possono aggiungere altre di ieri, dell’altro ieri e persino dello scorso anno per raccontare in modo più realistico che cosa accadrà all’inizio del prossimo anno scolastico.

«Quello che è sempre accaduto – spiega Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda insegnanti –. Questi 84 mila di cui si parla sono posti messi a disposizione dal ministero ma nei fatti ogni anno in media se ne assegna la metà». E gli altri vanno a ingrossare le eterne graduatorie.

Lo scorso anno il Mef aveva autorizzato l’assunzione di 53.627 insegnanti ma alla fine ne erano stati assunti 25mila lasciando senza una cattedra circa 22mila aspiranti docenti. Una cifra che quest’anno rischia almeno di raddoppiare. Secondo la Gilda le assunzioni effettive saranno 20mila, una stima condivisa dall’Anief mentre la Uil scuola è invece più ottimista, e parla di 30mila. In ogni caso restano fuori almeno 60mila aspiranti insegnanti di ruolo.

Com’è possibile? Dipende dallo scarto tra posti disponibili nelle scuole e insegnanti disponibili a insegnare: troppo pochi quelli che effettuano il sostegno o hanno un’abilitazione nelle materie scientifiche o sono disposti a trasferirsi al Nord.

«Non è colpa della ministra Azzolina, è il sistema che non funziona. È un sistema che, per esempio, andrà a chiamare insegnanti precari presenti nelle graduatorie che risalgono al 2016 e che avrebbero dovuto essere triennali e invece sono ancora piene di precari alle soglie del 2021», conclude Di Meglio.

Ogni anno quindi si ripropone lo stesso problema e ogni anno i sindacati a loro volta lo ripropongono, con le soluzioni possibili. «In tempi non sospetti avevamo chiesto un modello di reclutamento più efficace pensando proprio a questi effetti -avverte Maddalena Gissi, segretaria generale della Cisl scuola -. Se non programmano da subito un sistema di reclutamento come il doppio canale, le cattedre vacanti aumenteranno. Che sia chiaro, la scuola non può coprire tutti i posti che si liberano per le supplenze ma garantire le coperture dei posti vacanti dopo i trasferimenti è un dovere ministeriale».

Un dovere che ogni anno resta vacante come i posti degli insegnanti e che risulta assolto soltanto grazie ai supplenti: quest’anno si prevede che saranno oltre 200mila, un aumento di probabilmente almeno il 10% rispetto allo scorso anno. Sempre a proposito di cifre. —


Supplenti e di ruolo, ecco tutti gli insegnanti (ancora pochi) in arrivo per settembre

da la Repubblica

Corrado Zunino

Le domande inserite nel sistema delle Graduatorie per le supplenze, come anticipato dalla nostra newsletter Dietro la lavagna (qui il link per iscrivervi e riceverla), sono 753.750. A dimostrazione che la fame di scuola è diffusa tanto al Sud quanto al Nord, in Lombardia sono state presentate 104.781 domande, nel Lazio 86.976, in Campania 84.857. Giovedì 6 agosto è terminato l’inserimento, per la prima volta digitale, e ora le domande costruiranno le Graduatorie provinciali e di istituto da cui si attingerà per le supplenze dell’anno scolastico che si va ad aprire il prossimo 14 settembre.

Diverse istanze sono state immesse per due o tre ruoli diversi. Le domande su carta erano arrivate a quota un milione, quindi, sottratti i docenti che nel frattempo sono entrati in ruolo e coloro, tra i 400 mila laureati, che non avevano ottenuto in tempo i 24 crediti formativi universitari, resta una quota larga di precari che nel passaggio carta-digitale si sono perduti per strada. Ancora, gruppi di precari hanno denunciato il cambio dei criteri e dei punteggi in corsa, operazione che ha sfavorito, per esempio, le vecchie supplenze annuali rispetto a quelle spezzate. Repubblica ha chiesto ai docenti precari di raccontare la loro esperienza con l’inserimento nelle Gps (dietrolalavagna@repubblica.it). In tutta la fase di avvio, iniziata il 22 luglio, ci sono stati diversi problemi di blocco del sistema e di mancata memorizzazione dei dati, cosa che, più saltuariamente, è avvenuta fino all’ultimo giorno. Ricorsi di massa sono probabili. La pubblicazione delle graduatorie è attesa per il primo settembre e le assegnazioni dei posti entro il 14 settembre.

Per le emergenze della prossima stagione, il ministero delle Finanze ha autorizzato prima 40.000 docenti a tempo determinato, i cosiddetti insegnanti Covid che in caso di nuovo lockdown saranno licenziati anzitempo, e giovedì sera altre 97.223 assunzioni a tempo pieno, oltreché 1,3 miliardi di euro aggiuntivi (ulteriore organico, affitto di spazi, risorse per gli enti locali). Di queste, 84.808 saranno per docenti, 472 per gli insegnanti di religione cattolica, 91 per gli educatori, 11.323 per il personale Ata (perlopiù  bidelli). Ci sono risorse per 529 dirigenti scolastici: 458 assunzioni avverranno per scorrimento della graduatoria del concorso del 2017 (da qui nasce la polemica sull’autoassunzione della ministra che ha vinto la stessa prova), 29 dalla graduatoria del 2011 e 42 per “trattenimenti in servizio”.

Serve tener conto che l’anno scorso, in una stagione senza gli obblighi del distanziamento, il Mef aveva autorizzato 53.627 docenti e, alla fine, ne erano stati assegnati soltanto 25 mila. Diverse Graduatorie a esaurimento e di merito sono, appunto, esaurite e da lì non si può più attingere per reclutare docenti. Il problema “dell’assenza di ruoli” riguarda in particolare il Nord e le discipline scientifiche. Quest’anno, secondo le stime sindacali, andrà peggio: le stesse graduatorie risultano ancora più sguarnite. La Uil scuola sostiene che le assunzioni possibili saranno 15 mila, l’Anief le ha calcolate in 20 mila. La Flc Cgil ora dichiara: “Siamo lontani dal coprire i posti scoperti per l’Anno scolastico 2020-2021, prevediamo che i supplenti necessari saranno oltre 200 mila. Andrebbe chiarito che i numeri annunciati per l’assunzione dei docenti sono frutto dei pensionamenti e degli oltre 50 mila posti non assegnati l’anno scorso per carenza di candidati. Su questo ritardo di arruolamento grava la scelta di aver rinviato un concorso straordinario che, inascoltati, avevamo richiesto diventasse una procedura snella e veloce”.

Supplenti e di ruolo, ecco tutti gli insegnanti (ancora pochi) in arrivo per settembre

A proposito della ripartizione degli insegnanti supplenti – i primi 40.000 – c’è stata un’insistita polemica tra la ministra Lucia Azzolina e diversi assessori regionali. I docenti sono stati assegnati, per volontà della ministra, per metà tenendo conto del numero degli studenti presenti sul territorio e per l’altra metà seguendo le richieste avanzate dagli Uffici scolastici regionali. Come si può vedere dalla tabella, le richieste dal Sud sono state più forti e, rivelano alcuni sindacati, in alcune regioni settentrionali c’è stata una pressione dei provveditori sui dirigenti scolastici per calmierare, appunto, le richieste.

Il risultato è stato che la Calabria, con il 3,6 per cento degli studenti, ha avuto 30,6 milioni di euro (necessari per pagare gli insegnanti supplenti) per il 2020 quando l’Emilia Romagna, che ha il doppio degli alunni iscritti, ha ricevuto quasi 7 milioni in meno. Ancora, la Lombardia, con il 15,7 per cento degli alunni totali, ha ottenuto 37,8 milioni, quasi sette in meno della Campania (la regione più premiata con 44,3 milioni) che pure ha solo l’11,2 per cento degli studenti. Alla richiesta di spiegazioni dell’assessora toscana Cristina Grieco, responsabile, tra l’altro, del tavolo delle regioni per l’istruzione, la ministra ha risposto: “Ci sono territori in difficoltà che hanno più bisogno”. In totale, la prima ripartizione ha impegnato 340 milioni di euro per il 2020 e prevede di impiegarne altri 540 per la prossima stagione.

Infine, nella prima settimana di ottobre – lo ha promesso Lucia Azzolina – prenderà il via il concorso straordinario per le scuole medie e superiori che darà 32.000 cattedre (la scadenza per iscriversi è domani, lunedì 10 agosto). Si attendono le date per i due concorsi ordinari – superiori e infanzia-primaria – per i quali si sono presentati e 507 mila candidati (430.585 mila e 76.757 mila, rispettivamente). I posti a bando sono 33.000 per le superiori e 12.863 per elementari e infanzia.


Immissioni in ruolo insegnanti 2020/21, domanda per call veloce dal 28 agosto al 1° settembre

da OrizzonteScuola

Di redazione

Le immissioni in ruolo dell’anno scolastico 2020/21 prevedono una novità per gli insegnanti: sono state autorizzate dal MEF 84.808 assunzioni ma è possibile (anzi probabile) che numerosi posti siano stati assegnati a province e classi di concorso in cui non ci sia il numero sufficienti di insegnanti a coprirli tutti.

Per evitare che questi posti vadano dispersi aumentando il fenomeno della supplentite nel decreto Legge 126/2019 convertito con modificazioni nella Legge 20 dicembre 2019 è stata prevista una procedura straordinaria di immissioni in ruolo, la “chiamata veloce”.

Immissioni in ruolo ordinarie

Da Gae e concorsi 2016 e 2018 + fasce aggiuntive, la fase si concluderà entro il 26 agosto

Chiamata veloce dal 27 agosto

Sui posti che rimarranno disponibili.

Il Ministero ha pubblicato un apposito decreto che disciplina le operazioni.

Cosa fanno gli USR

“Contano” quanti posti sono rimasti non coperti, cancellando dal sistema i docenti che hanno rinunciato all’immissione in ruolo e gli aspiranti già  destinatari di proposte di assunzione a tempo indeterminato nel corso delle operazioni ordinarie.

Gli uffici comunicano sul sito i posti rimasti vacanti e disponibili e li inseriscono nella piattaforma al fine di consentire ai docenti aventi titolo di presentare istanza,

Gli uffici accantonano i posti per i vincitori del concorso straordinario per il ruolo che avranno retrodatazione giuridica dal 1° settembre 2020, nonchè per i vincitori del concorso ordinario infanzia primaria e ordinario secondaria.

Tabelle contenenti i posti relativi alle procedure concorsuali recentemente avviate che dovranno essere accantonate per l’a.s. 2020/21 nell’ambito della procedura assunzionale per chiamata (allegati Callegato D ed allegato E).

Domande dei docenti ed elenchi

Le istanze saranno disponibili per via telematica per 5 giorni nel periodo compreso tra il 28 agosto 2020 e il 1 settembre 2020.

Gli USR pubblicano entro il 2 settembre 2020, gli elenchi degli aspiranti, graduati sulla base dei punteggi di cui all’articolo 4, comma 3 del D.M. 8 giugno 2020 n. 25 suddivisi per ciascuna delle procedure di cui al comma 2 dell’articolo 5 del suddetto decreto e dispongono, entro il 7 settembre 2020, le assunzioni a tempo indeterminato, con decorrenza giuridica a partire dal 1° settembre dell’anno scolastico di riferimento, dei soggetti che risultano in posizione utile.

Nel caso in cui gli elenchi non contengano un numero sufficiente di aspiranti provenienti dalle GAE per la copertura dei relativi posti, si procede all’immissione in ruolo attingendo dalle altre graduatorie e viceversa.

I dirigenti dei competenti uffici dell’USR procedono all’individuazione dei soggetti aventi titolo all’immissione in ruolo. In caso di accettazione o rinuncia sul posto individuato, l’aspirante decade dalle altre procedure di chiamata di cui al richiamato decreto. In caso di rinuncia non si dà luogo a rifacimento delle procedure già espletate, ma allo scorrimento delle posizioni dai rispettivi elenchi. Al termine della procedura, gli elenchi cessano di avere efficacia.

Vincolo quinquennale

Anche per i docenti assunti da chiamata veloce scatterà dal 1° settembre 2020 il vincolo quinquennale sulla scuola di assunzione

Concorso dirigenti scolastici 2017, Ministero rettifica la graduatoria generale di merito

da OrizzonteScuola

Di redazione

Concorso Dirigenti Scolastici 2017: il Ministero ha rettificato la graduatoria generale di merito con Decreto del Capo dipartimento istruzione n. 986 del 6 agosto 2020.

Perché è stata rettificata la graduatoria del concorso Dirigenti Scolastici

La rettifica avviene in seguito a provvedimenti giurisdizionali con i quali il Giudice Amministrativo ha disposto la rivalutazione dei titoli con conseguente modifica del punteggio e posizione in graduatoria per i ricorrenti risultati vittoriosi.

La nuova graduatoria

Il decreto  –

Problematiche del concorso Dirigenti Scolastici

La rettifica della graduatoria è indipendente dalla problematica di cui si è parlato in questi giorni in seguito al decreto cautelare che ha permesso la scelta di una nuova sede per candidati che avevano rinunciato all’immissione in ruolo nel 2019 e che erano stati depennati dalla graduatoria con decreto dipartimentale del 9 ottobre 2019. Leggi tutto

Scelta preferenza regioni entro il 10 agosto

Il 10 agosto sarà chiusa la funzione per la scelta delle regioni per l’immissione in ruolo di 529 nuovi Dirigenti Scolastici.

Sentenza del Consiglio di Stato

E’ attesa per l’udienza del 15 ottobre prossimo la decisione del Consiglio di Stato sulla legittimità o meno della procedura.

Concorso dirigenti: Tar Lazio ordina scelta regioni a ricorrenti, rischio slittamento assunzioni 1 settembre

da OrizzonteScuola

Di redazione

Il Tar del Lazio, con l’Ordinanza cautelare del 7 agosto 2020 ordina al Ministero dell’Istruzione di consentire l’accesso alla funzione Polis di scelta della regione anche a 12 vincitori rinunciatari e depennati dalla graduatoria con decreto dipartimentale del 9 ottobre 2019.

Il Tar Lazio “Accoglie e per l’effetto ordina all’amministrazione di consentire ai ricorrenti di accedere alla funzione Polis nei sensi di cui in motivazione. Resta fissata per la trattazione collegiale la camera di consiglio dell’8 settembre 2020“. E’ quanto si legge nel decreto del Tar del 7 agosto.

I ricorrenti possono accedere alla funzione Polis per la presentazione dell’ordine di preferenza tra le 18 regioni disponibili per nomina a tempo indeterminato sulle sedi in atto vacanti e disponibili, entro il termine ultimo del 10 agosto p.v.

Preoccupazione dalle Organizzazioni sindacali. “La Cisl Scuola esprime forte preoccupazione per gli effetti che il decreto potrebbe avere sulle assunzioni che debbono essere concluse entro il 31 agosto“, scrive in una nota Serafin, segretaria nazionale CISL Scuola con delega per la Dirigenza Scolastica.

Siamo fortemente preoccupati – afferma la Flc Cgil – che tale decisione, pur non esprimendosi nel merito del diritto dei ricorrenti ad ottenere quanto richiesto, possa rappresentare per molti dei vincitori in attesa dell’incarico dal 1° settembre 2020 il rischio di non vedersi attribuita la regione loro spettante in base alla posizione occupata in graduatoria“.

Dubbi da parte dell’ANP, che in un comunicato scrive: “La nostra Costituzione prevede espressamente il diritto di ricorrere all’autorità giudiziaria per risolvere le situazioni di contenzioso. Ovviamente rispettiamo il principio costituzionale ma troviamo molto discutibile che ci si debba appellare di continuo ai Giudici per vedere rispettate delle regole che dovrebbero essere scontate e note dall’inizio“. L’Associazione dei presidi ha chiesto un incontro urgente al Capo Dipartimento Bruschi per esaminare la questione.

Decreto del Tar del 7 agosto 2020

Decreto del 9 ottobre 2019 con elenco depennati

Rientro a scuola, presidi: mancano 20 mila aule. Anci, lezioni anche in case e b&b

da OrizzonteScuola

Di redazione

Rientro a scuola sempre più vicino, ma mancano gli spazi. Lo denunciano i dirigenti scolastici. L’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci) pensa all’utilizzo di case e b&b

Sono circa 20mila le aule che dovranno essere allestite in spazi alternativi agli istituti in vista dell’inizio del prossimo anno scolastico. Per oltre il 50% non sono ancora stati trovati gli spazi. Le criticità maggiori si registrano nelle grandi città come Roma. E’ quanto riferisce l’Associazione Nazionale Presidi, secondo cui il numero di coloro che dovranno fare lezioni in luoghi alternativi alla propria scuola sarebbe aggiornato a 400mila alunni.

Anci: lezioni nelle case

Compatibilmente con le risorse disponibili, prevediamo presto la pubblicazione di Avvisi Pubblici in diversi Comuni, per il reperimento di spazi alternativi dove poter allestire le aule per ospitare le classi che dovranno fare lezioni nei luoghi alternativi al proprio istituto“. Lo riferisce Cristina Giachi, responsabile Scuola dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci).

Gli avvisi pubblici, in quanto tali, saranno aperti a tutti – ha aggiunto Giachi -. Laddove sarà necessario, oltre a musei, cinema e centri congressi, potrebbero partecipare anche hotel, Bed & Breakfast e perfino appartamenti singoli, purché le strutture rispettino i requisiti di capienza e sicurezza“. Il riferimento alle risorse per gli Enti locali sull’affitto degli spazi aggiuntivi, previste nel decreto legge di agosto approvato pochi giorni fa.

Gallone: Azzolina riapra scuole infanzia il 7 settembre

Il ministro Azzolina si impegni a far ripartire le scuole materne il 7 settembre. Rinviare al 14 la riapertura, con una nuova programmata chiusura pochi giorni dopo per allestire i seggi elettorali delle amministrative, significa di fatto un blocco dei servizi all’infanzia intollerabile e ingiustificato. Fa bene la Regione Lombardia a far sentire la sua voce, ma è chiaro il tentativo di un governo, da sempre impreparato sull’argomento, che vuole cercare in ogni modo di prendere tempo. Ora più che mai si avverte l’urgenza di quei Patti educativi tra le scuole pubbliche e le scuole paritarie che noi di Forza Italia invochiamo da tempo. Solo in questo modo si potrà garantire un rapido rientro nelle aule, fornire servizi all’altezza e piena libertà d’istruzione, consentendo inoltre un notevole risparmio per le casse dello Stato. Il discorso vale per le scuole materne, ma anche per le elementari, medie e superiori. Proprio in queste ore l’associazione nazionale dei presidi ha lanciato un grido d’allarme che il ministro non può e non deve ignorare. Mancano all’appello 20mila aule, quando siamo comunque nell’imminenza del nuovo anno scolastico e sono ben 400mila gli alunni che saranno costretti a studiare in spazi alternativi. Una vergogna nazionale che potrebbe essere sanata rapidamente, abbandonando l’arma di un inutile e antistorico pregiudizio e dando finalmente vita ad un sistema scolastico proiettato verso il futuro e in grado di adempiere alla sua vera missione: garantire un’istruzione libera e di qualità per tutti“.

Lo dichiara Alessandra Gallone, vicepresidente dei senatori di Forza Italia.

Anticipo TFS statali, la Dadone annuncia firma accordo quadro con ABI

da OrizzonteScuola

Di redazione

Il ministro Dadone annuncia su Facebook che ha apposto la sua firma sull’accordo quadro con l’ABI per l’anticipo TFS dipendenti statali. Siamo al capitolo finale.

Finalmente una buona notizia per tutti coloro che attendono di poter presentare domanda per l’anticipo TFS erogato dalle banche, previsto dal DL 4/2019 e che ancora non è entrato in vigore a causa della lentezza burocratica.

Venerdì 7 agosto il Ministro Fabiana Dadone ha postato su Facebook un video in cui annuncia di aver apposto la sua firma dell’accordo quadro con l’ABI che stabilisce, tra le altre cose, le modalità per presentare domanda di anticipo TFS per coloro che sono andati in pensione.

Nel video il Ministro si scusa con tutti coloro che hanno dovuto attendere più di anno per poter vedere riconosciuto il diritto all’anticipo del TFS,  una misura che sarebbe dovuta entrare in vigore con la stessa pensione quota 100 per permettere di ricevere, insieme al trattamento pensionistico anche parte del trattamento di fine servizio.

Il decreto per l’entrata in vigore definitiva dell’anticipo TFS è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale solo poche settimane fa ma ancora mancava l’accordo quadro con ABI.

Dopo la firma del ministro Dadone, in ogni caso, l’accordo quadro dovrà essere sottoscritto anche dal Ministro del Lavoro, dal ministro dell’Economia e delle Finanze e dall ABI.

Solo quando saranno apposte tutte le firme l’INPS potrà iniziare ad accettare le domande. Ma da quel che annuncia il ministro Dadone siamo giunti al capitolo finale di una odissea durata oltre un anno,

La Dadone accompagna il video con un post in cui scrive:

“Siamo arrivati finalmente al capitolo finale per l’anticipo del #TFS: ho appena posto la mia firma sull’accordo quadro con l’Associazione delle banche italiane che stabilisce le modalità per la presentazione della domanda.

Non appena anche l’Abi, il Ministro del Lavoro e il Ministro dell’Economia e Finanze apporranno la firma, l’Inps potrà iniziare ad accettare le domande.

So che è passato molto tempo dall’emanazione del decreto, circa 3 mesi, e so che molti di voi si aspettavano, giustamente, tempi più brevi. Ma, come ben sapete, avendone seguito l’iter, si è trattato di un passaggio molto lungo e complicato, il cui perfezionamento ha coinvolto tre ministeri (Lavoro, Mef e Funzione pubblica) oltre naturalmente ad Abi e Inps. La bozza di accordo ha inoltre richiesto il parere del Garante Privacy e dell’Agcm. Siamo ora al giro delle firme finali.

Un processo articolato, dicevamo: ho cercato di accelerare al massimo il lavoro del nostro dipartimento e ho stimolato le altre amministrazioni in merito. Mi avete giustamente scritto in tanti, anche quotidianamente: ora finalmente, una volta apposte le firme che auspico non tarderanno, l’Inps potrà ricevere le vostre domande per vedere, finalmente, riconosciuto un vostro sacrosanto diritto.”

Test sierologici a docenti e Ata. Le prime grane arrivano nel Lazio

da La Tecnica della Scuola

La somministrazione dei test sierologici al personale docente e Ata non sarà una operazione semplicissima.

Un primo assaggio sulle difficoltà che potranno intervenire arriva dal Lazio dove già si è aperto un delicato contenzioso fra i dirigenti scolastici e l’assessorato regionale della Sanità.

Tanto che nelle ultime ore l’Anp Lazio ha anche inviato una nota alla Regione sottolineando che “il protocollo sottoscritto dalla ministra e dalla OO.SS. prevede che i test non siano svolti in locali scolastici” e chiedendo quindi che la disposizione “venga rigorosamente osservata, annullando precedenti comunicazioni ad alcune scuole individuate come sede per la somministrazione dei test”.

“In un’ottica di collaborazione – sostiene il presidente dell’Anp Lazio Mario Rusconi – le scuole forniranno i dati relativi al personale, ma non potranno farsi carico dell’organizzazione degli appuntamenti. Pur comprendendo la difficoltà a svolgere tale compito da parte delle ASL, è altrettanto evidente ed oggettiva la difficoltà ad individuare personale da parte dei Ds a causa di segreterie con poco personale e spesso senza Dsga a dare indicazioni e seguire gli assistenti amministrativi”. 

Il contenzioso riguarda proprio il fatto che la Regione, anche per il tramite dell’Ufficio scolastico regionale, ha chiesto ai dirigenti scolastici di individuare uno o più addetti per la trasmissione dei dati all’assessorato alla Sanità e per definire il calendario delle somministrazioni.

“Ma – rileva Rusconi – non rientra nelle competenze della Regione dare disposizioni del genere ai DS  senza considerare che  questo eventuale nuovo incarico da assegnare ad alcuni assistenti amministrativi implica dei passaggi a livello di contrattazione integrativa di istituto, quanto meno per la definizione dei criteri con cui individuarli”.
Per il momento non si ha notizia di prese di posizione di altri sindacati, ma è probabile che nei prossimi giorni, in mancanza di un intervento del Ministero, la situazione si complichi.

Adesso, la patata bollente passa nelle mani dell’Ufficio scolastico regionale che dovrà cercare di dirimere la questione in tempi rapidi dal momento che all’’ultima settimana di agosto mancano solamente una decina di giorni lavorativi.
A meno che Regione e Ministero non pensino che – siccome sottoporsi al test non sarà obbligatorio – il problema potrebbe risultare alla fine ridotto a poche decine di migliaia di docenti e Ata in tutta Italia.

Decreto MEF 10 agosto 2020

MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE

Decreto MEF 10 agosto 2020 

Trasmissione telematica all’Agenzia delle entrate dei dati riguardanti le spese di istruttoria scolastica, ai fini dell’elaborazione della dichiarazione dei redditi precompilata. (20A04553)

(GU Serie Generale n.207 del 20-08-2020)

IL MINISTRO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE

Visto il decreto legislativo 21 novembre 2014, n. 175, concernente la semplificazione fiscale e la dichiarazione dei redditi precompilata;

Visto, in particolare, l’art. 1, comma 1, del citato decreto legislativo n. 175 del 2014, che prevede che a decorrere dal 2015, in via sperimentale, l’Agenzia delle entrate, utilizzando le informazioni disponibili in anagrafe tributaria, i dati trasmessi da parte di soggetti terzi e i dati contenuti nelle certificazioni di cui all’art. 4, comma 6-ter, del decreto del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n. 322, rende disponibile telematicamente, entro il 15 aprile di ciascun anno, ai titolari di redditi di lavoro dipendente e assimilati indicati agli articoli 49 e 50, comma 1, lettere a), c), c-bis), d), g), con esclusione delle indennita’ percepite dai membri del Parlamento europeo, i) ed l), del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, la dichiarazione precompilata relativa ai redditi prodotti nell’anno precedente, che puo’ essere accettata o modificata;

Visto l’art. 3, comma 4, del richiamato decreto legislativo n. 175 del 2014, il quale prevede che con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze sono individuati termini e modalita’ per la trasmissione telematica all’Agenzia delle entrate dei dati relativi alle spese che danno diritto a deduzioni dal reddito o detrazioni dall’imposta diverse da quelle gia’ individuate dallo stesso decreto;

Visto l’art. 15, comma 1, lettera e-bis), del citato testo unico delle imposte sui redditi, che prevede la detrazione dall’imposta sul reddito delle persone fisiche delle spese per la frequenza di scuole dell’infanzia del primo ciclo di istruzione e della scuola secondaria di secondo grado del sistema nazionale di istruzione di cui all’art. 1 della legge 10 marzo 2000, n. 62, e successive modificazioni;

Visto l’art. 15, comma 1, lettera i-octies), del citato testo unico delle imposte sui redditi, che prevede la detrazione dall’imposta sul reddito delle persone fisiche delle erogazioni liberali a favore degli istituti scolastici di ogni ordine e grado, statali e paritari senza scopo di lucro appartenenti al sistema nazionale di istruzione di cui alla legge 10 marzo 2000, n. 62, e successive modificazioni;

Visto l’art. 17, comma 2, del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, come modificato dall’art. 4-quater, comma 1, del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 giugno 2019, n. 58;

Visto l’art. 78, commi 25 e 25-bis, della legge 30 dicembre 1991, n. 413, che prevede la trasmissione telematica all’Agenzia delle entrate da parte dei soggetti terzi dei dati relativi a oneri e spese sostenuti dai contribuenti nell’anno precedente e alle spese sanitarie rimborsate;

Visto l’art. 16-bis del decreto-legge 26 ottobre 2019, n. 124, come modificato dall’art. 61-bis del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27;

Acquisito il parere dell’Autorita’ garante per la protezione dei dati personali, reso in data 6 febbraio 2020, ai sensi dell’art. 36, paragrafo 4, del regolamento (UE) 2016/679;

Considerato che le detrazioni per le spese di istruzione ricorrono con maggiore frequenza nelle dichiarazioni dei redditi;

Considerato che, con riferimento a tali spese, occorre individuare i termini e le modalita’ per la trasmissione telematica dei relativi dati all’Agenzia delle entrate;

Decreta:

Art. 1 Trasmissione telematica dei dati riguardanti le spese per istruzione diverse da quelle universitarie

1. Ai fini della elaborazione della dichiarazione dei redditi da parte dell’Agenzia delle entrate, i soggetti di cui all’art. 1 della legge 10 marzo 2000, n. 62, e successive modificazioni, costituenti il sistema nazionale di istruzione, trasmettono telematicamente all’Agenzia delle entrate, entro il termine previsto per la comunicazione dei dati relativi agli oneri e alle spese di cui all’art. 78, commi 25 e 25-bis, della legge 30 dicembre 1991, n. 413, una comunicazione contenente i dati relativi alle spese scolastiche detraibili, versate nell’anno precedente da persone fisiche, con l’indicazione dei dati identificativi dei soggetti iscritti agli istituti scolastici e dei soggetti che hanno sostenuto le spese.

2. I soggetti di cui al comma 1 e gli altri soggetti che erogano rimborsi riguardanti le spese di istruzione scolastica, entro il termine previsto per la comunicazione dei dati relativi agli oneri e alle spese di cui all’art. 78, commi 25 e 25-bis, della legge 30 dicembre 1991, n. 413, trasmettono in via telematica all’Agenzia delle entrate, con riferimento a ciascun iscritto all’istituto scolastico, una comunicazione contenente i dati dei rimborsi delle spese di cui al comma 1 erogati nell’anno precedente, con l’indicazione dell’anno nel quale e’ stata sostenuta la spesa rimborsata. Non devono essere comunicati i rimborsi contenuti nella certificazione dei sostituti d’imposta di cui all’art. 4 del decreto del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n. 322.

3. Le comunicazioni di cui ai commi 1 e 2 sono effettuate in via facoltativa con riferimento agli anni d’imposta 2020 e 2021 e obbligatoriamente a partire dal periodo d’imposta 2022.

4. Non devono essere trasmessi i dati delle tasse scolastiche versate con le modalita’ di cui all’art. 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, e successive modificazioni. 5. Con riferimento alle comunicazioni relative agli anni d’imposta 2020 e 2021, non si applicano le sanzioni di cui all’art. 3, comma 5-bis, del decreto legislativo 21 novembre 2014, n. 175, a meno che l’errore nella comunicazione dei dati non determini un’indebita fruizione di detrazioni o deduzioni nella dichiarazione precompilata.

Art. 2 Modalita’ di trasmissione telematica

1. Le modalita’ per la trasmissione telematica delle comunicazioni di cui all’art. 1 del presente decreto sono stabilite con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate, sentita l’Autorita’ garante per la protezione dei dati personali.

Art. 3 Clausola di invarianza finanziaria

1. All’attuazione delle disposizioni di cui al presente decreto si provvede nell’ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.

Il presente decreto sara’ pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.

Roma, 10 agosto 2020

Il Ministro: Gualtieri

Decreto Interministeriale 10 agosto 2020, AOOGABMI 95

Il Ministro dell’Istruzione
di concerto con il
Ministro dell’economia e delle finanze

Decreto recante la ripartizione tra gli Uffici Scolastici Regionali delle risorse da destinare alle misure per la ripresa dell’attività didattica in presenza nell’anno scolastico 2020/2021 nel rispetto delle misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.

Conto Consuntivo 2019

La Nota 15 giugno 2020, AOODGRUF 14689, precisa che, in via del tutto eccezionale per il Conto Consuntivo 2019, laddove non fossero già state espletate le attività:

  • entro il 25 luglio 2020, i revisori dei conti esprimono il parere di regolarità amministrativo- contabile sul conto consuntivo con apposita relazione;
  • entro il 10 agosto 2020, le Istituzioni scolastiche provvedono all’approvazione del conto consuntivo.

La Nota 28 marzo 2020, AOODPPR 562, alla luce di quanto previsto dall’art. 107, comma 1, lettera a) del Decreto-Legge 17 marzo 2020, n. 18, stabilisce che “(…) i termini di cui all’art. 23 commi 1, 2, 3, 4 e 5 del D. I. 129/2018, già prorogati di 30 giorni con la Nota MI Prot. n. 279 del 8 marzo 2020, sono prorogati di ulteriori 30 giorni.