Stati generali sulle disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo in Sicilia

A Palermo si terranno gli “Stati generali sulle disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo in Sicilia”
Disabili.com del 14/11/2023

PALERMO. E’ stata scelta la data del 1 dicembre prossimo per gli “Stati Generali sulle Disabilità Intellettive e disturbi del Neurosviluppo in Sicilia”, appuntamento promosso da Anffas Nazionale, in collaborazione con Anffas Sicilia per fare il punto sulle tematiche e le politiche concernenti, appunto, le disabilità intellettive e i disturbi del neurosviluppo. Data prossima a quella del 3 dicembre, nel quale cade la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, il cui tema, quest’anno, è “Uniti nell’azione per tutelare e raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per, con e da parte delle persone con disabilità”.

PRESENTE LA MINISTRA LOCATELLI
I lavori degli Stati generali sulle disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo si terranno a Palermo, a Palazzo dei Normanni (Sala “Piersanti Mattarella”, piazza del Parlamento 1), ma sarà possibile seguire l’intero evento in modalità modalità webinar live (online), previa registrazione tramite questo link entro il 28 novembre.
Vi prenderà parte, fra gli altri rappresentanti istituzionali, anche la Ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli, oltre al presidente nazionale della Fish – Federazione Italiana Superamento Handicap, Vincenzo Falabella. 

CONFRONTO SUI TEMI
La giornata sarà incentrata su un confronto tra istituzioni, le amministrazioni, le rappresentanze sindacali e soprattutto, con le famiglie e le persone con disabilità per comprendere punti di forza e punti deboli della realtà siciliana. L’iniziativa – dichiarano i promotori – a è tesa a sottolineare il nuovo ruolo e protagonismo che assume il Terzo Settore nelle relazioni con le istituzioni e sarà anche l’occasione per ribadire quali sono i diritti delle persone con disabilità intellettive e del neurosviluppo e il loro livello di esigibilità in Sicilia, dando voce, oltre che agli esperti, anche alle altre associazioni di settore con cui Anffas si relaziona.

GLI ARGOMENTI TRATTATI
Tra i temi che si affronteranno in questi Stati Generali, quindi, progetto individuale di vita, autodeterminazione, Convenzione ONU sui Diritti delle persone con disabilità, integrazione socio-sanitaria, modello di disabilità fondato sul rispetto dei diritti umani e sulla qualità della vita. Tutti temi che si pongono l’obiettivo di contribuire a costruire un percorso, grazie al quale affermare ed esigere i diritti in Sicilia con minore fatica rispetto a quanto avvenuto fino ad ora. 

IN VISTA DEGLI STATI NAZIONALI
Quella di Palermo è una tappa di un percorso che, comunica ANFFAS, vedrà progressivamente coinvolte tutte le regioni d’Italia, per culminare all’organizzazione degli Stati Generali sulle Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo a livello nazionale nel 2025, nonché supportare analoga iniziativa di Fish Nazionale che a sua volta andrà a celebrare gli Stati Generali di tutte le disabilità. 

Per saperne di più: http://www.anffas.net/dld/files/PROGRAMMA%20DI%20MASSIMA_STATI%20GENERALI_01_12_23.pdf

Sentenza TAR Lazio Sez. III bis 14 novembre 2023, n. 17055

RICORSO MISURE COMPENSATIVE ABILITATI ESTERO : IL TAR LAZIO ACCOGLIE IL RICORSO COLLETTIVO ED ANNULLA TUTTI I DECRETI  CONDANNANDO IL MINISTERO ISTRUZIONE A RIDETERMINARE LE MISURE COMPENSATIVE A 300 ORE

Di particolare rilevanza la sentenza n°17055 di ieri 14 novembre 2023 con la quale il TAR Lazio Sez. III BIS, ha annullato tutti i 182 decreti del Ministero Istruzione e Merito, emessi nei confronti degli abilitati all’estero in Romania e che prevedevano misure compensative per 600 ore in due anni, previste dalla Direttiva n°36/2005. La pronuncia riveste altresì particolare importanza anche con riferimento all’orientamento in tema di ricorsi collettivi avverso più decreti ad oggetto le misure compensative, atteso che il Collegio del TAR Lazio Sez. III BIS, ha accolto la tesi dell’Avv. Maurizio Danza Prof. Di Diritto del Lavoro Unimercatorum, annullando i decreti con conseguente obbligo dell’Amministrazione di rideterminare l’entità del tirocinio nel rispetto dei citati principi, cosi come peraltro avvenuto con il decreto di rettifica e rideterminazione della durata del tirocinio in un anno scolastico e trecento ore del 2.12.2021 depositato in giudizi analoghi al presente”.

Ed infatti, dopo aver eccepito il Collegio nell’udienze precedenti la inammissibilità del ricorso collettivo ad oggetto i decreti con misure compensative, il Tar Lazio ha accolto il ricorso con la seguente motivazione 2. Il ricorso proposto deve trovare accoglimento, come da costante orientamento della giurisprudenza amministrativa.

Come noto, nella determinazione delle misure compensative l’Amministrazione, ferma l’esigenza di una completa e puntuale motivazione, è titolare di ampia discrezionalità e il giudice amministrativo non può sostituire la propria valutazione a quella dell’Amministrazione, potendo e dovendo tuttavia esaminare il percorso motivazionale dalla stessa seguito, al fine di verificare la logicità e la coerenza, nonché la ragionevolezza e la proporzionalità delle scelte effettuate.

Nel caso di specie, l’Amministrazione ha individuato una prova attitudinale, la cui previsione e disciplina appare logica, coerente e finalizzata a consentire alla richiedente di provare le proprie capacità e conoscenze. L’estrema gravosità della prova appare descritta da parte ricorrente in via di mera allegazione, ma non sono individuati parametri normativi o altri riferimenti concreti idonei a dimostrare l’asserita sua illegittimità, tanto più che il percorso abilitativo dalla stessa portato a termine dovrebbe garantirle una preparazione tale da poter agevolmente superare detta prova.

Per quanto concerne il tirocinio di adattamento è stata invece prevista una durata di ben due anni scolastici, per non meno di seicento ore da svolgere presso una scuola secondaria di primo grado.

Orbene, il tirocinio, in quanto misura compensativa, deve essere funzionale all’adattamento dell’istante e a completare un percorso professionale svolto in altro paese dell’Unione Europea, nel caso in cui difettino alcuni aspetti o requisiti, nonché a mantenere un determinato livello qualitativo all’interno del corpo docente italiano, conforme alla preparazione ottenuta all’esito del percorso attitudinale svolto in Italia.

Tuttavia, nel caso di specie, come già evidenziato nella richiamata sentenza n. 7268/2021, “la previsione di un tirocinio di due anni non appare rispondente ai requisiti di ragionevolezza e proporzionalità. Nella motivazione del provvedimento, da un lato, non si giustifica e non si esplica l’iter logico seguito dall’Amministrazione per ritenere coerente tale durata e, dall’altro lato, la durata di due anni è quella ordinariamente prevista per conseguire l’abilitazione da parte dei docenti che siano privi di titoli abilitativi. Ne discende che la previsione di un percorso di due anni azzera in sostanza l’esperienza svolta in Romania e, in mancanza di adeguata motivazione sul punto, appare contrastante con i principi di ragionevolezza e proporzionalità cui deve attenersi l’amministrazione nella propria attività provvedimentale”.

Per tali ragioni, il provvedimento impugnato deve essere annullato, con conseguente obbligo dell’Amministrazione di rideterminare l’entità del tirocinio nel rispetto dei citati principi, cosi come peraltro avvenuto con il decreto di rettifica e rideterminazione della durata del tirocinio in un anno scolastico e trecento ore del 2.12.2021 depositato in giudizi analoghi al presente.”

Nuovi Orizzonti per l’apprendimento


L’UNICEF pubblica il Report “Nuovi Orizzonti per l’apprendimento.  L’uso della tecnologia educativa per supportare l’apprendimento della lingua e l’inclusione sociale dei bambini svantaggiati in Italia” 

  • In media, ogni anno, sono 20.000 gli studenti neo-arrivati che si iscrivono nelle scuole in Italia. 
  • Il Report nasce da una sperimentazione che ha coinvolto circa 400 studenti. La piattaforma è stata oggi estesa a oltre 1000 alunni. 

Roma, 14 novembre – L’UNICEF pubblica oggi il report “Nuovi Orizzonti per l’apprendimento.  L’uso della tecnologia educativa per supportare l’apprendimento della lingua e l’inclusione sociale dei bambini svantaggiati in Italia”, che presenta i risultati del primo anno della sperimentazione di Akelius, la piattaforma digitale per l’apprendimento delle lingue straniere. 

Tra il 2014 e il 2020 più di 700.000 richiedenti asilo e migranti sono arrivati in Italia e, secondo i dati di fine novembre 2022, circa 49.400 minori rifugiati dall’Ucraina sono entrati in Italia. Dal 2016 al 2021, si sono iscritti nelle scuole in Italia una media di circa 20.000 studenti neo-arrivati (NAI) ogni anno. Molti bambini incontrano ancora difficoltà nell’acquisire le competenze fondamentali della lingua italiana. Questo è particolarmente vero per gli studenti stranieri, che rappresentano uno studente su dieci nelle scuole pubbliche.  

Il rapporto si basa sulla sperimentazione di Akelius nel 2021/2022 che ha coinvolto oltre 400 studenti in due istituti comprensivi di Roma e Bologna, qui in partenariato con la cooperativa sociale Agire Insieme Per l’Intercultura (AIPI). Da allora, l’UNICEF ha esteso l’utilizzo della piattaforma in altre 60 scuole italiane e associazioni ucraine, in collaborazione con la Fondazione ISMU, coinvolgendo oltre 1000 alunni neo-arrivati. 

Akelius aiuta gli studenti a imparare la lingua in modo divertente grazie all’approccio didattico innovativo di blended learning, che integra l’uso di tablet e contenuti interattivi in combinazione con i materiali di lezione in aula. 

Dall’analisi condotta dall’ufficio UNICEF per l’Europa e l’Asia centrale in collaborazione con l’Ufficio di Ricerca UNICEF Innocenti, l’uso della piattaforma digitale nelle classi ha accelerato l’apprendimento dell’italiano e dell’inglese degli studenti attraverso percorsi personalizzati adatti anche a bambine e bambini con bisogni educativi speciali. Akelius ha inoltre migliorato la motivazione degli studenti all’apprendimento, in gran parte grazie ai contenuti ludici e il feedback istantaneo.  

Questo approccio è stato particolarmente utile per facilitare l’inclusione scolastica e sociale degli alunni neo-arrivati in Italia e dei bambini con disabilità, dando agli insegnanti la possibilità di fornire un supporto personalizzato ai diversi studenti.  

La ricerca ha evidenziato alcune raccomandazioni importanti per gli insegnanti e le scuole. In primo luogo, è fondamentale stabilire protocolli chiari per la gestione dei dispositivi digitali, con regole ben definite e responsabilità specifiche. Inoltre, i docenti possono pianificare le loro lezioni considerando sia come i contenuti di apprendimento digitale possano arricchire l’insegnamento, sia come i dispositivi digitali verranno utilizzati in classe. Infine, la formazione degli insegnanti sull’apprendimento digitale dovrebbe essere pratica e concentrarsi non solo sulle abilità digitali di base, ma anche su come integrare in modo efficace l’uso della tecnologia educativa all’interno dell’ambiente scolastico. 

AA.VV., Parole per il dialogo

La relazione per il dialogo: un valore per le persone del nostro tempo

di Carlo De Nitti

Parole per il dialogo è il volume, curato da Santo Pagnotta o.p., padre domenicano della Basilica Pontificia di San Nicola di Bari, che offre alla meditazione di chi non vi ha partecipato gli Atti del Corso di aggiornamento in Ecumenismo tenutosi a Bari presso l’Istituto di Teologia ecumenico-patristica “San Nicola” di Bari dall’ottobre 2022 al maggio 2023. Scrive nell’Introduzione al volume Luca de Santis, Coordinatore del medesimo: “Conservare il testi non è solo un’operazione d’archivio, ma una sollecitazione sempre possibile della memoria per continuare a intrattenersi nel dialogo, in un incontro sereno e sempre imprevedibile” (p. 8). Non, quindi, un’operazione di mera erudizione filologica ma di ampio respiro teoretico.

A chi scrive queste righe piace pensare che la preposizione “per” nel titolo del volume abbia sintatticamente valore finale: le parole non possono che avere come loro fine il dialogo, quella pratica cui non può essere estranea quella comprensione dell’umano che nasce solo attraverso la relazione con gli altri e con l’Altro.

Le parole-chiave per il dialogo su cui il Corso si è incentrato – Dio (Carla Canullo), Bellezza (Gianpasquale Greco), Fraternità (Vincenzo Di Pilato), Intrattenersi (Annalisa Caputo) e Tolleranza (Adrien Candiard) – costituiscono altrettanti capitoli che compongono il volume a più mani qui recensito. La relazione dialogica è ontologicamente costitutiva dell’essere dell’uomo: non già, quindi, soltanto un “io” ma un “io”, un “tu” ed un “voi” che, insieme, costituiscono un “noi”. La relazionalità, come dimensione originaria dell’essere umano, è un concetto acquisito sin dal IV secolo a. C. con l’aristotelico “animale politico” e che corre lungo tutta la storia della teologia e del pensiero filosofico (occidentale). poiché l’essenza dell’essere umano è la relazionalità con gli altri e con l’Altro/Dio, l’uomo nasce ‘plurale’.

Una pluralità che è generata dalla bellezza, il cui archetipo è il modello greco del καλὸς καὶ ἀγαθός, transitato nel pulchrum et bonum della tradizione latina e cristiana come scrive Giampaolo Greco (cfr. p. 33), evitando quei fraintendimenti a causa dei quali l’arte ostacola il dialogo: “il principio fondamentale della bellezza come sorgente di dialogo sta nella non sopraffazione, nello scambio e nella necessità di comuni parametri misurativi, quando si sentisse l’esigenza di una comparazione di merito” (p. 73). 

Il dialogo – argomenta con un ampio excursus filologico, nel suo saggio, Carla Canullo – non può che essere quello di Dio (di qualunque religione) con l’uomo: “un dialogo che parte dall’appello che poi in ogni religione Dio lancia ad ogni vivente a partire dal quale ogni altro dialogo diventa possibile” (p. 24) in una dimensione di fraternità, intesa tanto come legame “orizzontale”, quanto “verticale”, ovvero originario, generativo. Scrive Vincenzo Di Pilato: “la fraternità è anche la via per un autentico ecumenismo che sappia riavvicinare i fedeli battezzati in Cristo nella lotta per i diritti civili di ogni uomo e donna sulla terra. A conclusione della sua enciclica “Fratelli tutti”, papa Francesco confessa di essersi sentito sì motivato, in special modo, da s. Francesco d’Assisi, ma anche da altri fratelli come il pastore battista Martin Luther King jr.” (p. 90). 

Nella fraternità, si situa lo spazio dell'”intrattenersi”, come lo denomina il filosofo francese François Jullien e su cui si effonde, nel suo contributo Annalisa Caputo, dopo aver analizzato i modelli di dialogo dominanti in Occidente. L’intrattenersi è in stretta connessione con il dialogo, in quanto entrambi partono da un concetto fondamentale, quello di “scarto”, ovvero “se c’è un ‘tra’, se c’è un ‘attraverso’, ci sarà anche uno spazio di separazione, di divergenza […] Questo Jullien lo chiama: movimento dello SCARTO” (p. 101). Esso è esemplificato paradigmaticamente anche nell’arte: basti pensare alla celeberrima statua di Amore e Psiche di Antonio Canova (1757 – 1822). Essa “ci fa cogliere immediatamente cosa significano scarto e attraversamento” (Ibidem).

Lo spazio che si colloca tra i corpi e le bocche è lo scarto che consente l’attraversamento e l’incontro: ove non ci fosse stato, questo dialogo, questo intimo cercarsi, sarebbe venuto a mancare. “Non ci siamo ‘io’ e ‘te’, io più l’altro o l’altra: perché io mi colgo nella mia distanza, nel mio scarto … solo in rapporto a te; e viceversa” (p. 104).
La necessità dello scarto vale per tutte le relazioni affinché ci sia dialogo: tra uomini, tra culture, tra comunità, tra uomo e Dio. “Dio è zoopoieîn: vita che crea vita. La creazione e l’incarnazione sono un bisogno vitale di Dio stesso” (p. 119). E’ attraverso lo scarto che si consegue quell’intimità che è indispensabile all’in-tra-tenersi, a cui non è estranea la dimensione del dialogo senza parole, il silenzio.

Il dialogo postula la tolleranza, concetto connesso come quant’altri mai, con quello di verità: solo se è definita la verità si può definire ciò che è tollerabile, in religione come in politica. Non a caso, l’autore cita il filosofo empirista inglese Joh Locke (1632 – 1704): la verità – insegna Papa Francesco – al di là dell’indifferenza e del sincretismo, è plurale, perché è sempre connessa con la carità, come asseriva già il filosofo e matematico francese Blaise Pascal (1623 – 1662).” […] se assolutizzo le formule del credo cristiano – che sono e restano vere – se le utilizzo per attaccare qualcuno, se le uso come strumenti di potere per farmi valere sull’altro la verità può diventare un idolo. A questo punto la verità, oggettivamente resterà vera, ma non sarà più niente perché la spoglio della sua divinità se la riduco ad uno strumento con cui impormi” (p. 134).

   A conclusione di questo breve testo, chi scrive queste righe ritiene l’epilogo del saggio di Adrien Candriard e, contestualmente, di questo bel volume, la vera sintesi essenziale del tema proposto: “Il dialogo [anche interreligioso] è molto più centrale perché ci aiuta a vedere che Dio è più grande di noi siamo mai proprietari di Dio […] Quando prendiamo sul serio il fatto di parlare di Dio, si scopre che Dio è già presente nella vita dell’altro e lì mi aspetta […] prendendo sul serio l’altro rispetto a quello che dice a quello che vive posso cercare anch’io Dio” (Ibidem).

Nel rispetto delle idee e delle vite di tutti, perché il dialogo è consustanziale alla condizione umana, la quale non può che esistere nelle relazioni.

Appalti, casi di esonero della garanzia definitiva nelle procedure sotto-soglia. Parere Anac

da OrizzonteScuola

Di redazione

Con parere del 26 settembre l’Anac analizza i casi di esonero della garanzia definitiva nelle procedure sotto-soglia relativamente al nuovo codice degli appalti, decreto legislativo n.
36 del 2023.

L’articolo 117, comma 14, disciplina le ipotesi in cui è possibile l’esonero dalla prestazione della garanzia, previa adeguata motivazione e subordinatamente ad un miglioramento del prezzo di aggiudicazione ovvero delle condizioni di esecuzione.

L’Anac considera che la ratio alla base dell’impianto del nuovo codice si rinviene nell’esigenza di semplificazione delle procedure, ciò soprattutto all’interno dei contratti sotto-soglia.

L’Autorità rileva l’inapplicabilità dell’articolo 117, comma 14, del decreto legislativo n. 36 del 2023 agli affidamenti diretti di cui all’articolo 50, comma 1, lettera b) del medesimo decreto, e quindi resta da valutare se, nel caso del sotto-soglia, il miglioramento del prezzo possa rappresentare una delle possibili motivazioni alla base dell’esonero dalla prestazione della garanzia o se invece, come prospettato da codesto istante, una tale ipotesi possa configurare una violazione del regime più favorevole proprio dei contratti sotto-soglia. Al riguardo, si ritiene che, in primo luogo, si deve tenere in considerazione la formulazione ampia del comma 4 dell’articolo 53, che non stabilisce vincoli né detta preclusioni in ordine ai motivi che possono giustificare la mancata richiesta della garanzia definitiva («In casi debitamente motivati è facoltà della stazione appaltante non richiedere la garanzia definitiva per l’esecuzione dei contratti di cui alla presente Parte …)».

In conclusione l’Anac ritiene di non potere escludere che l’articolo 53, comma 4, del decreto legislativo n. 36 del 2023, consenta di addurre il miglioramento del prezzo come motivazione alla base dell’esonero dalla prestazione della garanzia definitiva.

Parere