Messaggio di Fine Anno del Presidente della Repubblica

Messaggio di Fine Anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

(Quirinale, 31 dicembre 2023)

Care concittadine e cari concittadini,

questa sera ci stiamo preparando a festeggiare l’arrivo del nuovo anno. Nella consueta speranza che si aprano giorni positivi e rassicuranti.

Naturalmente, non possiamo distogliere il pensiero da quanto avviene intorno a noi. Nella nostra Italia, nel mondo.

Sappiamo di trovarci in una stagione che presenta tanti motivi di allarme. E, insieme, nuove opportunità.

Avvertiamo angoscia per la violenza cui, sovente, assistiamo: tra gli Stati, nella società, nelle strade, nelle scene di vita quotidiana.

La violenza.

Anzitutto, la violenza delle guerre. Di quelle in corso; e di quelle evocate e minacciate.

Le devastazioni che vediamo nell’Ucraina,invasa dalla Russia, per sottometterla e annetterla.

L’orribile ferocia terroristica del 7 ottobre scorso di Hamas contro centinaia di inermi bambini, donne, uomini, anziani d’Israele. Ignobile oltre ogni termine, nella sua disumanità.

La reazione del governo israeliano, con un’azione militare che provoca anche migliaia di vittime civili e costringe, a Gaza, moltitudini di persone ad abbandonare le proprie case, respinti da tutti.

La guerra – ogni guerra – genera odio. 

E l’odio durerà, moltiplicato, per molto tempo, dopo la fine dei conflitti.

La guerra è frutto del rifiuto di riconoscersi tra persone e popoli come uguali. Dotati di pari dignità. Per affermare, invece, con il pretesto del proprio interesse nazionale, un principio di diseguaglianza. 

E si pretende di asservire, di sfruttare. Si cerca di giustificare questi comportamenti perché sempre avvenuti nella storia.      Rifiutando il progresso della civiltà umana.

Il rischio, concreto, è di abituarsi a questo orrore. Alle morti di civili, donne, bambini. Come – sempre più spesso – accade nelle guerre.

Alla tragica contabilità dei soldati uccisi. Reciprocamente presentata; menandone vanto.

Vite spezzate, famiglie distrutte. Una generazione perduta. 

E tutto questo accade vicino a noi. Nel cuore dell’Europa. Sulle rive del Mediterraneo. 

Macerie, non solo fisiche. Che pesano sul nostro presente. E graveranno sul futuro delle nuove generazioni. 

Di fronte alle quali si presentano oggi, e nel loro possibile avvenire, brutalità che pensavamo, ormai, scomparse; oltre che condannate dalla storia.

La guerra non nasce da sola. Non basterebbe neppure la spinta di tante armi, che ne sono lo strumento di morte. Così diffuse. Sempre più letali. Fonte di enormi guadagni.

Nasce da quel che c’è nell’animo degli uomini. Dalla mentalità che si coltiva. Dagli atteggiamenti di violenza, di sopraffazione, che si manifestano.

È indispensabile fare spazio alla cultura della pace. Alla mentalità di pace. 

Parlare di pace, oggi, non è astratto buonismo. Al contrario, è il più urgente e concreto esercizio di realismo, se si vuole cercare una via d’uscita a una crisi che può essere devastante per il futuro dell’umanità.

Sappiamo che, per porre fine alle guerre in corso, non basta invocare la pace. 

Occorre che venga perseguita dalla volontà dei governi. Anzitutto, di quelli che hanno scatenato i conflitti. 

Ma impegnarsi per la pace significa considerare queste guerre una eccezione da rimuovere; e non la regola del prossimo futuro.

Volere la pace non è neutralità; o, peggio, indifferenza, rispetto a ciò che accade: sarebbe ingiusto, e anche piuttosto spregevole. 

Perseguire la pace vuol dire respingere la logica di una competizione permanente tra gli Stati. Che mette a rischio le sorti dei rispettivi popoli. E mina alle basi una società fondata sul rispetto delle persone.

Per conseguire la pace non è sufficiente far tacere le armi.

Costruirla significa, prima di tutto, educare alla pace. Coltivarne la cultura nel sentimento delle nuove generazioni. Nei gesti della vita di ogni giorno. Nel linguaggio che si adopera.

Dipende, anche, da ciascuno di noi.

Pace, nel senso di vivere bene insieme. Rispettandosi, riconoscendo le ragioni dell’altro. Consapevoli che la libertà degli altri completa la nostra libertà.

Vediamo, e incontriamo, la violenza anche nella vita quotidiana. Anche nel nostro Paese.

Quando prevale la ricerca, il culto della conflittualità. Piuttosto che il valore di quanto vi è in comune; sviluppando confronto e dialogo.  

La violenza

Penso a quella più odiosa sulle donne. 

Vorrei rivolgermi ai più giovani. 

Cari ragazzi, ve lo dico con parole semplici: l’amore non è egoismo, possesso, dominio, malinteso orgoglio. L’amore – quello vero – è ben più che rispetto: è dono, gratuità, sensibilità.

Penso alla violenza verbale e alle espressioni di denigrazione e di odio che si presentano, sovente, nella rete.

Penso alla violenza che qualche gruppo di giovani sembra coltivare, talvolta come espressione di rabbia.

Penso al risentimento che cresce nelle periferie. Frutto, spesso, dell’indifferenza; e del senso di abbandono.

Penso alla pessima tendenza di identificare avversari o addirittura nemici. Verso i quali praticare forme di aggressività. Anche attraverso le accuse più gravi e infondate. Spesso, travolgendo il confine che separa il vero dal falso.

Queste modalità aggravano la difficoltà di occuparsi efficacemente dei problemi e delle emergenze che, cittadini e famiglie, devono affrontare, giorno per giorno.

Il lavoro che manca. Pur in presenza di un significativo aumento dell’occupazione. 

Quello sottopagato. Quello, sovente, non in linea con le proprie aspettative e con gli studi seguiti. 

Il lavoro, a condizioni inique, e di scarsa sicurezza. Con tante, inammissibili, vittime. 

Le immani, differenze di retribuzione tra pochi superprivilegiati e tanti che vivono nel disagio. 

Le difficoltà che si incontrano nel diritto alle cure sanitarie per tutti. Con liste d’attesa per visite ed esami, in tempi inaccettabilmente lunghi. 

La sicurezza della convivenza. Che lo Stato deve garantire. Anche contro il rischio di diffusione delle armi. 

Rispetto allo scenario in cui ci muoviamo, i giovani si sentono fuori posto. Disorientati, se non estranei a un mondo che non possono comprendere; e di cui non condividono andamento e comportamenti.

Un disorientamento che nasce dal vedere un mondo che disconosce le loro attese. Debole nel contrastare una crisi ambientale sempre più minacciosa. Incapace di unirsi nel nome di uno sviluppo globale.

In una società così dinamica, come quella di oggi, vi è ancor più bisogno dei giovani. Delle loro speranze. Della loro capacità di cogliere il nuovo.

Dipende da tutti noi far prevalere, sui motivi di allarme, le opportunità di progresso scientifico, di conoscenza, di dimensione umana.

Quando la nostra Costituzione parla di diritti, usa il verbo “riconoscere”.

Significa che i diritti umani sono nati prima dello Stato. Ma, anche, che una democrazia si nutre, prima di tutto, della capacità di ascoltare. 

Occorre coraggio per ascoltare. E vedere – senza filtri – situazioni spesso ignorate; che ci pongono di fronte a una realtà a volte difficile da accettare e affrontare.

Come quella di tante persone che vivono una condizione di estrema vulnerabilità e fragilità; rimasti isolati. In una società pervasa da quella “cultura dello scarto”, così efficacemente definita da Papa Francesco. 

Cui rivolgo un saluto e gli auguri più grandi. E che ringrazio per il suo instancabile Magistero.

Affermare i diritti significa ascoltare gli anziani. Preoccupati di pesare sulle loro famiglie; mentre il sistema assistenziale fatica a dar loro aiuto. 

Si ha sempre bisogno della saggezza e dell’esperienza. E di manifestare rispetto e riconoscenza per le generazioni precedenti. Che, con il lavoro e l’impegno, hanno contribuito alla crescita dell’Italia.

Affermare i diritti significa prestare attenzione alle esigenze degli studenti, che vanno aiutati a realizzarsi. Il cui diritto allo studio incontra, nei fatti, ostacoli. A cominciare dai costi di alloggio nelle grandi città universitarie; improponibili per la maggior parte delle famiglie.

Significa rendere effettiva la parità tra donne e uomini: nella società, nel lavoro, nel carico delle  responsabilità familiari.

Significa non volgere lo sguardo altrove di fronte ai migranti. 

Ma ascoltare significa, anche, saper leggere la direzione e la rapidità dei mutamenti che stiamo vivendo. Mutamenti che possono recare effetti positivi sulle nostre vite.

La tecnologia ha sempre cambiato gli assetti economici e sociali.

Adesso, con l’intelligenza artificiale che si autoalimenta, sta generando un progresso inarrestabile. Destinato a modificare profondamente le nostre abitudini professionali, sociali, relazionali.. 

Ci troviamo nel mezzo di quello che verrà ricordato come il grande balzo storico dell’inizio del terzo millennio. Dobbiamo fare in modo che la rivoluzione che stiamo vivendo resti umana. Cioè, iscritta dentro quella tradizione di civiltà che vede, nella persona – e nella sua dignità – il pilastro irrinunziabile.

Viviamo, quindi, un passaggio epocale. Possiamo dare tutti qualcosa alla nostra Italia. Qualcosa di importante. Con i nostri valori. Con la solidarietà di cui siamo capaci. 

Con la partecipazione attiva alla vita civile. 

A partire dall’esercizio del diritto di voto. 

Per definire la strada da percorrere,  è il voto libero che decide. Non rispondere a un sondaggio, o stare sui social. 

Perché la democrazia è fatta di esercizio di libertà.

Libertà che, quanti esercitano pubbliche funzioni – a tutti i livelli -,  sono chiamati a garantire.

Libertà indipendente da abusivi controlli di chi, gestori di intelligenza artificiale o di  potere, possa pretendere di orientare  il  pubblico sentimento.

Non dobbiamo farci vincere dalla rassegnazione. O dall’indifferenza. Non dobbiamo chiuderci in noi stessi per timore che le impetuose novità che abbiamo davanti portino soltanto pericoli. 

Prima che un dovere, partecipare alla vita e alle scelte della comunità  è un diritto di libertà. Anche un diritto al futuro. Alla costruzione del futuro.

Partecipare significa farsi carico della propria comunità. Ciascuno per la sua parte. 

Significa contribuire, anche fiscalmente. L’evasione riduce, in grande misura, le risorse per la comune sicurezza sociale. E ritarda la rimozione del debito pubblico; che ostacola il nostro sviluppo. 

Contribuire alla vita e al progresso della Repubblica, della Patria, non può che suscitare orgoglio negli italiani.

Ascoltare, quindi; partecipare; cercare, con determinazione e pazienza, quel che unisce. 

Perché la forza della Repubblica è la sua unità. 

L’unità non come risultato di un potere che si impone. 

L’unità della Repubblica è un modo di essere. Di intendere la comunità nazionale. Uno stato d’animo; un atteggiamento che accomuna; perché si riconosce nei valori fondanti della nostra civiltà: solidarietà, libertà, uguaglianza, giustizia, pace. 

I valori che la Costituzione pone a base della nostra convivenza. E che appartengono all’identità stessa dell’Italia.

Questi valori – nel corso dell’anno che si conclude – li ho visti testimoniati da tanti nostri concittadini.

Li ho incontrati nella composta pietà della gente di Cutro. 

Li ho riconosciuti nella operosa solidarietà dei ragazzi di tutta Italia che, sui luoghi devastati dall’alluvione, spalavano il fango; e cantavano ‘Romagna mia’. 

Li ho letti negli occhi e nei sorrisi, dei ragazzi con autismo che lavorano con entusiasmo a Pizza aut. Promossa da un gruppo di sognatori. Che cambiano la realtà. 

O di quelli che lo fanno a Casal di Principe. Laddove i beni confiscati alla camorra sono diventati strumenti di riscatto civile, di impresa sociale, di diffusione della cultura. Tenendo viva la lezione di legalità di don Diana. 

Nel radunarsi spontaneo di tante ragazze, dopo i terribili episodi di brutalità sulle donne. Con l’intento di dire basta alla violenza. E di ribellarsi a una mentalità di sopraffazione.

Li vedo nell’impegno e nella determinazione di donne e uomini in divisa. Che operano per la nostra sicurezza. In Italia, e all’estero. 

Nella passione civile di persone che, lontano dai riflettori della notorietà, lavorano per dare speranza e dignità a chi è in carcere. 

O di chi ha lasciato il proprio lavoro – come è avvenuto – per dedicarsi a bambini, ragazzi e mamme in gravi difficoltà. 

A tutti loro esprimo la riconoscenza della Repubblica.

Perché le loro storie raccontano già il nostro futuro.

Ci dicono che uniti siamo forti. 

Buon anno a tutti!

Educazione&Scuola Newsletter n. 1156

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Dicembre 2023 – XXVIII Anno

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Notizie

Osservatorio Scuola Digitale

Il termine per la compilazione e l’invio è stato prorogato al 30 dicembre 2023

Legge di bilancio

Camera, 29 dicembre 2023

Concorso Dirigenti Scolastici

Pubblicato l’Avviso per la procedura riservata di reclutamento per i dirigenti scolastici

Milleproroghe in CdM

Consiglio dei Ministri, 28 dicembre 2023

Disegno di Legge (7a Senato, 21.12.23)

Istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale e di revisione della disciplina in materia di valutazione del comportamento delle studentesse e degli studenti

Unica

Servizi digitali dedicati alle famiglie ed agli studenti

Tutor e Orientatore

Nuove funzionalità in Unica

CCNL Comparto Istruzione, Università e Ricerca 2019/2021

Consiglio dei Ministri, 19 dicembre 2023

OCSE PISA 2022

5 dicembre 2023

Norme

Legge 30 dicembre 2023, n. 213

Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026

Decreto-Legge 30 dicembre 2023, n. 215

Disposizioni urgenti in materia di termini normativi

Direttiva Funzione Pubblica 29 dicembre 2023

Lavoro agile

Avviso 29 dicembre 2023, AOODGPER 79720

DM 8 giugno 2023, n. 107 – Modalità di presentazione dell’istanza di partecipazione alla prova di accesso al corso intensivo di formazione di cui all’articolo 3, co. 1, termini e modalità di versamento …

Delibera del Consiglio dei Ministri 28 dicembre 2023 

Autorizzazione all’adozione del decreto del Ministro dell’istruzione e del merito, recante: «Disposizioni in merito alla fase transitoria, della durata di tre anni, dalla data di entrata in vigore della …

Nota 28 dicembre 2023, AOODGOSV 41318

Avvio del percorso del Liceo del made in Italy. Legge 27 dicembre 2023, n. 206. Iscrizioni alle classi prime per l’a. s. 2024/2025

Nota 28 dicembre 2023, AOODPIT 5299

Progetto nazionale di sperimentazione relativo all’istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale. Proroga termini di presentazione delle domande di candidatura

Nota 28 dicembre 2023, AOODPPR 3919

Incarichi temporanei di personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) con contratto a tempo determinato sottoscritti ai sensi dell’art. 21, comma 4-bis (organico PNRR) e comma 4-bis.1 (organico …

Legge 27 dicembre 2023, n. 206

Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy

Messaggio INPS 22 dicembre 2023, n. 4640

Visite mediche di controllo domiciliare ai lavoratori pubblici. Fasce orarie di reperibilità

Avviso 22 dicembre 2023, AOODGOSV 41036

Manifestazione di interesse per la partecipazione al progetto Adult Learning Agenda 2024-2025 – AA.SS. 2023/2024-2024/2025

Avviso 22 dicembre 2023, AOODGPER 78978

Concorso per titoli ed esami per l’accesso ai ruoli del personale docente della scuola secondaria di I e II grado su posto comune e di sostegno, ai sensi del Decreto ministeriale 26 ottobre 2023, n. …

Sentenza Corte Costituzionale 22 novembre 2023, n. 223

Riorganizzazione del Sistema Scolastico

Avviso 22 dicembre 2023, AOODGPER 78977

Concorso per titoli ed esami per l’accesso ai ruoli del personale docente della scuola dell’infanzia e primaria su posto comune e di sostegno, ai sensi del Decreto ministeriale 26 ottobre 2023, n. …

Nota 21 dicembre 2023, AOODGCASIS 5432

Piattaforma Unica – nuove funzionalità disponibili on-line

Disegno di Legge (7a Senato, 21.12.23)

Istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale e di revisione della disciplina in materia di valutazione del comportamento delle studentesse e degli studenti

Nota 20 dicembre 2023, AOODGCASIS 5419

Indicazioni operative per la gestione e il riconoscimento di una agevolazione volta a sostenere la più ampia partecipazione di studentesse e studenti ai viaggi di istruzione/visite didattiche per l’anno …

Lettera Ministro 20 dicembre 2023, AOOGABMI 145762

Natale 2023Nota 20 dicembre 2023, AOODGSIP 5451

“Winter Games Week” una settimana di attività didattiche e sportive in tutte le istituzioni scolastiche del territorio nazionale ispirate ai valori Olimpici e Paralimpici

Decreto Dipartimentale 18 dicembre 2023, AOODPIT 2788

Concorso per titoli ed esami per il reclutamento di dirigenti scolastici nei ruoli regionali presso le istituzioni scolastiche statali

Legge 15 dicembre 2023, n. 191

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 ottobre 2023, n. 145, recante misure urgenti in materia economica e fiscale, in favore degli enti territoriali, a tutela del lavoro e per esigenze …

Nota 15 dicembre 2023, AOODGOSV 40521

Progetto nazionale di sperimentazione relativo all’istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale. Incontro di approfondimento rivolto ai Dirigenti scolastici/Coordinatori delle attività …

Nota 15 dicembre 2023, AOODGSIP 5352

Decima edizione del Concorso Nazionale: “Tracce di memoria”. Anno scolastico 2023-2024

Nota 15 dicembre 2023, AOODGCASIS 5379

Iscrizioni on line anno scolastico 2024/2025 – Attività propedeutiche

Nota 14 dicembre 2023, AOODPIT 5225

Facciamo 17 Goal: la Scuola e l’Agenda ONU 2030 per uno Sviluppo Sostenibile – V Edizione A.S. 2023-2024

Nota 12 dicembre 2023, AOODGOSV 40055

Iscrizioni alle scuole dell’infanzia e alle scuole di ogni ordine e grado per l’anno scolastico 2024/2025

Nota 7 dicembre 2023, AOODGSIP 5217

Bando di concorso nazionale: “Spezziamo la violenza. Giovani, in dialogo per risolvere i conflitti”. Anno scolastico 2023/2024

Decreto Dipartimentale 7 dicembre 2023, AOODPIT 2608

Piano nazionale di sperimentazione per l’istituzione di una filiera formativa integrata nell’ambito tecnologico-professionale

Decreto Ministeriale 7 dicembre 2023, AOOGABMI 240

Decreto concernente il progetto nazionale di sperimentazione relativo all’istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale

Linee Guida (ACN-GPDP)

Funzioni crittografiche – Conservazione delle password

Nota 7 dicembre 2023, AOOGABMI 141432

Piano nazionale di ripresa e resilienza. Investimento M4C11.3.1 “Nuove competenze e nuovi linguaggi’, finanziato dall’Unione europea – Next Generation EU. Istruzioni operative prot. n. 132935 del 15 novembre …

Istruzioni operative 7 dicembre 2023, AOOGABMI 141549

Formazione del personale scolastico per la transizione digitale (D.M. 66/2023)

Decreto Dipartimentale 6 dicembre 2023, AOODPIT 2575

Concorso per titoli ed esami per l’accesso ai ruoli del personale docente della scuola secondaria di primo e di secondo grado su posto comune e di sostegno, ai sensi dell’articolo 3, comma 7, del Decreto …

Decreto Dipartimentale 6 dicembre 2023, AOODPIT 2576

Concorso per titoli ed esami per l’accesso ai ruoli del personale docente della scuola dell’infanzia e primaria su posto comune e di sostegno, ai sensi del Decreto ministeriale 26 ottobre 2023, n. …

Lettera 6 dicembre 2023, AOOGABMI 140875

Diffusione nelle scuole del discorso pronunciato da Gino Cecchettin al termine delle esequie per la figlia Giulia

Nota 5 dicembre 2023, AOODGOSV 39273

Modalità di rilascio del titolo di abilitazione all’esercizio delle arti ausiliarie delle professioni sanitarie di ottico e odontotecnico

Nota 5 dicembre 2023, AOODPPR 3594

Piattaforma “Unica” – Atto di nomina del Ministero dell’Istruzione e del Merito quale Responsabile del trattamento dei dati personali, ai sensi dell’articolo 28 del Regolamento (UE) 2016/679 …

Nota 4 dicembre 2023, AOODGSIP 5168

Attività di avviamento alla pratica sportiva – Competizioni sportive scolastiche a.s. 2023-2024

Nota 1 dicembre 2023, AOODGOSV 39012

Campionati di Filosofia XXXII edizione A.S. 2023-2024

Rubriche

in Bacheca della Didattica

L’armonia di Umanesimo e Scienza

di Emanuela Andreoni Fontecedro

Gli apprendisti stregoni dell’autonomia differenziata

di Stefano Stefanel

Scrivere: lo spazio, il ritmo, il pensiero, la relazione

di  Maria Grazia Carnazzola

Valutazione dirigenti

di Gabriele Boselli

Tipologie di insegnanti

di Laura Bertocchi e Mario Maviglia

Il diritto dei bambini alla lettura

di Margherita Marzario

Il ministro, gli influencer e l’autonomia scolastica

di Nicola Puttilli


in Concorsi

Concorso Dirigenti Scolastici

Pubblicato l’Avviso per la procedura riservata di reclutamento per i dirigenti scolastici


in Handicap&Società di Rolando Alberto Borzetti

FAQ Handicap e Scuola – 67

a cura dell’avv. Salvatore Nocera e di Evelina Chiocca

Giornata mondiale delle persone con disabilità

3 dicembre 2023

Percorsi di inclusione per favorire la partecipazione a Erasmus+

Roma, 4 dicembre 2023


in InformagiovaniLa Rete di Vincenzo Andraous

Natale

di Vincenzo Andraous

Parole appuntite come coltelli

di Vincenzo Andraous


in Recensioni

Giovanni Modugno: un maestro del senso

di Carlo De Nitti

S. Jackson, La strega

di Antonio Stanca

C. e G. Crapis, Umberto Eco e la politica culturale della Sinistra

di Carlo De Nitti

AA.VV., La gestione della classe e degli alunni difficili

Webinar 4 dicembre 2023


in Scuola&Territorio di Gian Carlo Sacchi

I Divari territoriali e l’Agenda Sud

di Gian Carlo Sacchi


in Software

Internet, Reti, Nuove tecnologie

Intelligenza artificiale e didattica

di Enrico Maranzana

Scuola Futura

Lecce, 4 dicembre 2023

Capire l’Informatica di Paolo Rocchi


in Statististiche

18 dicembre – Giornata Internazionale Migranti

L’UNICEF lancia il rapporto “La frontiera dei diritti”

OCSE PISA 2022

5 dicembre 2023

Giornata mondiale per la lotta contro l’AIDS

Nuovo studio UNICEF sui bambini che vivono con HIV e AIDS

Infoday nazionale Erasmus+ per gli Istituti di istruzione superiore

29 novembre – 1 dicembre 2023


in Stranieri

Memorandum Italia-Etiopia

Collaborazione tra i sistemi di istruzione italiano ed etiope

Percorsi di inclusione per favorire la partecipazione a Erasmus+

Roma, 4 dicembre 2023

Infoday nazionale Erasmus+ per gli Istituti di istruzione superiore

29 novembre – 1 dicembre 2023


Formazione ed Eventi

Sperimentazione filiera formativa tecnologico-professionale

webinar, 19 dicembre 2023

eTwinning per lo sviluppo delle competenze dei neoassunti

Cagliari, 14 – 16 dicembre 2023

Più libri più liberi

Roma, 6 – 10 dicembre 2023

Empowering schools with digital skills

Roma, 5 – 6 dicembre 2023

AA.VV., La gestione della classe e degli alunni difficili

webinar, 4 dicembre 2023

Infoday nazionale Erasmus+ per gli Istituti di istruzione superiore

29 novembre – 1 dicembre 2023


Rassegne
a cura di Fabio Navanteri

Newsletter 2023

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Invalidità civile, dall’INPS video-guide

Invalidità civile. Dall’INPS video-guide interattive per persone disabili con verbali di invalidità civile e sordità
Disabili.com del 30/12/2023

Le video-guide, personalizzate ed interattive, resteranno a disposizione per sei mesi in via sperimentale ai destinatari dei verbali di invalidità civile e sordità maggiorenni con verbale ASL

L’INPS ha annunciato l’avvio di una sperimentazione che consiste in un nuovo servizio di video-guida personalizzata e interattiva dedicata alle persone con disabilità, destinatarie dei verbali sanitari di invalidità civile e sordità.
Il nuovo servizio, avviato nell’ambito del progetto del PNRR “Sistema di comunicazione organizzativa personalizzata per gli utenti”, affianca la realizzazione della video-guida interattiva sull’Assegno Unico e Universale (AUU) e sul Supporto formazione e lavoro (SFL).

I CONTENUTI DELLA VIDEO GUIDA
La video guida presenta dei contenuti personalizzati al singolo utente, con riferimento al nome del soggetto, ai diritti e agli obblighi nascenti dall’accertamento sanitario.
Attraverso la video-guida l’utente può accedere alle informazioni relative al giudizio medico-legale espresso e sui dati più importanti riportati nel verbale sanitario, comprese le prestazioni economiche riconosciute e le agevolazioni fiscali previste per legge.
La video-guida consente, inoltre, l’accesso a finestre “pop up” di approfondimento sugli importi delle prestazioni economiche previste e sulle incompatibilità definite per legge.

ULTERIORI FUNZIONALITÀ PER L’UTENTE
Inoltre, la video-guida illustra i servizi per accedere online al verbale sanitario e, tramite appositi link , consente di:
– visualizzare\salvare il verbale sanitario (Cassetta postale online);
– verificare le prestazioni economiche riconosciute (Fascicolo previdenziale del cittadino > Prestazioni);
– utilizzare il codice QRcode – attestante lo status di invalidità civile – e la Disability Card per accedere alle agevolazioni previste per legge;
– allegare documentazione sanitaria utile a una valutazione agli atti, in caso di revisione del verbale sanitario;
– accedere alla procedura per la compilazione del modello “RED semplificato” per adempiere all’obbligo di dichiarazione reddituale.

COME ACCEDERE ALLA VIDEO GUIDA
La video-guida è accessibile attraverso i canali digitali dell’INPS (web e mobile), in via sperimentale per i destinatari dei verbali di invalidità civile e sordità maggiorenni con verbale ASL.
Il link per la video-guida interattiva viene messo a disposizione all’interno di un avviso dal titolo “Il tuo verbale sanitario è disponibile” nell’area riservata “MyINPS” di ogni destinatario.
Contestualmente, i destinatari ricevono una notifica via SMS/e-mail dell’avviso, con invito ad accedere dal portale www.inps.it all’Area “MyINPS”, autenticandosi con la propria identità digitale SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) almeno di Livello 2, CNS (Carta Nazionale dei Servizi) o CIE (Carta di Identità Elettronica).
L’Avviso “MyINPS” viene notificato anche all’interno delle app “IO” e “INPS Mobile”. Pertanto, i destinatari possono accedere alla video-guida anche dal proprio smartphone e tablet.
INPS ricorda che l’aggiornamento dei propri contatti cellulare/e-mail nella sezione “Gestione consensi” dell’area riservata “MyINPS” è condizione necessaria per abilitare l’Istituto all’invio delle notifiche SMS/e-mail.

Nuove leggi per la disabilità dal 2025

Nuove leggi per la disabilità, ecco cosa cambierà a partire dal 2025
SuperAbile INAIL del 30/12/2023

ROMA. Il Consiglio dei ministri ha approvato il 3 novembre 2023,- come si apprende dalla stampa- in esame preliminare, due decreti legislativi di attuazione della legge 22 dicembre 2021, n. 227 con la quale il Parlamento aveva delegato il governo alla revisione e al riordino delle disposizioni vigenti in materia di disabilità per garantire ai diversamente abili il riconoscimento della propria condizione e dei suoi diritti civili e sociali, compresi il diritto alla vita indipendente e alla piena inclusione sociale e lavorativa, nel rispetto dei principi di autodeterminazione e di non discriminazione. Questi decreti introducono importanti cambiamenti nella normativa relativa alla disabilità in Italia. Dal 2025, sarà completamente rivoluzionato lo scenario normativo di riferimento, attraverso il quale, fino a oggi, sono state tutelate le persone con disabilità. 

Il primo decreto riguarda la definizione della condizione di disabilità, la valutazione di base, l’accomodamento ragionevole e la valutazione multidimensionale per l’elaborazione del Progetto di vita individuale personalizzato e partecipato. L’introduzione del Progetto di vita, per valutare le disabilità e garantire una presa in carico completa della persona, dal punto di vista sanitario, socio sanitario e sociale consentirà di superare le estreme frammentazioni di prestazioni, servizi e misure e la riforma del sistema di valutazione dell’invalidità civile. Appare fondamentale per semplificare e sburocratizzare gli attuali percorsi complessi ed eliminare le ripetute visite di controllo e per ottenere certificati e visite mediche in tempi più accettabili. Per le prestazioni legate all’invalidità civile, sono previste tabelle medico-legali, ma queste verranno aggiornate per tener conto del funzionamento complessivo della persona anziché solo della patologia. Il decreto legislativo introduce il concetto di “accomodamento ragionevole” che è una soluzione residuale applicabile in situazioni in cui un diritto civile e sociale non può essere immediatamente esercitato in pieno senza oneri sproporzionati. Questo concetto non sostituisce né limita il diritto al pieno accesso ai servizi e supporti previsti dalla legge.
Il decreto modifica, inoltre, l’articolo 3 della legge n. 104/1992, utilizzando il concetto di “persona con disabilità” come base per i diritti e le prestazioni, sostituendo le parole legate all'”handicap” con riferimenti alla “condizione di disabilità”.
Un principio di fondamentale importanza che viene, infine, introdotto è il principio di non regressione, che mira a garantire la salvaguardia dei diritti precedentemente acquisiti dalle persone con disabilità. Il secondo Decreto legislativo si concentra prevalentemente sull’istituzione della Cabina di Regia per i Livelli essenziali delle prestazioni a favore delle persone con disabilità. Il compito più importante della Cabina di regia sarà quello di effettuare una vera e propria ricognizione delle prestazioni essenziali delle persone con disabilità, e, successivamente, proporre delle linee guida essenziali per le prestazioni da mettere a disposizione in particolare riconoscere il progetto individuale di vita ritenuto come essenziale. Per svolgere i suoi compiti, la Cabina di Regia può contare sul supporto organizzativo dell’Ufficio per le politiche a favore delle persone con disabilità e della Segreteria Tecnica dell’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità. Collabora strettamente con i Ministeri e le agenzie competenti, svolgendo compiti chiave come la valutazione delle prestazioni, la definizione delle linee guida per i servizi essenziali, la gestione di una disciplina transitoria durante il periodo di cambiamento, e il contributo alla definizione dei criteri per l’uso delle risorse.

La riforma del ministro Valditara

La riforma del ministro Valditara
QUATTRO ANNI NEGLI ISTITUTI TECNICI E PROFESSIONALI SONO POCHI

Franco Buccino

da La Repubblica ed. Napoli, 30 dic.2023

Dopo l’autonomia differenziata, ecco la filiera tecnologico-professionale. È a dire: dopo l’accentuazione delle differenze territoriali, si passa a quella delle differenze sociali!

Nostalgie ideologiche? Così sembrerebbe a sentire il ministro Valditara, entusiasta del suo disegno di legge, presentato senza alcun confronto con la comunità scolastica, a parte il parere (negativo) del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione.

Sperimentazione negli istituti tecnici e professionali, ma non solo, di percorsi quadriennali, anziché quinquennali, arricchiti da contributi pubblici e privati, con la possibilità di frequentare due anni aggiuntivi: in buona sostanza il biennio degli ITS (Istruzione Tecnico Superiore).

In teoria è ribadita una bella idea: l’incontro tra istruzione e formazione professionale e il loro completamento negli ITS. Ma oltre alla “perdita” di un anno di scuola, cambiano tante cose. In particolare entra in gioco, per tempo, il “campus”, la rete. Gli istituti scolastici che aderiscono alla filiera, alla sperimentazione, possono stipulare accordi per integrare e ampliare l’offerta formativa con altri enti pubblici e privati. Anche prima del biennio conclusivo potremo avere il docente “aziendale” e le aziende potranno intervenire nella programmazione delle scuole, anche relativamente a curricoli e attività.

Da questi brevi accenni si intuisce che parliamo di una vera e propria rivoluzione della scuola di secondo grado che con la sirena del percorso quadriennale attirerà presumibilmente, in tempi di calo demografico, anche i più blasonati licei. È di fatto una riforma di sistema con la riduzione di un anno della secondaria che si apre alla privatizzazione e ad un nuovo reclutamento del personale a chiamata diretta degli esperti. “Si tratta, scrive la Flc Cgil, di un anticipo dell’autonomia differenziata, avviata in modo subdolo, che segna la fine del diritto all’istruzione uguale per tutti i cittadini del nostro Paese”.

Il ministro neanche si rende conto del vicolo cieco in cui porta la scuola, e delle conseguenze per il suo dicastero e per il governo Meloni.

Se pure “rinsavisse”, non credo cederà rispetto agli istituti professionali e ai loro studenti, i candidati naturali, i veri destinatari della sua riforma. Quelli che dopo le elementari frequentavano le scuole di avviamento professionale, e poi formazione professionale o istituti professionali triennali. Ricordo i miei primi anni di insegnamento nella scuola media unica, quando alla voce “orientamento” sulla pagella, la preside Clementina pretendeva che si scrivesse per loro: “si consiglia l’inserimento nel mondo del lavoro”. Quelli che ancora oggi, secondo l’Invalsi, al 60% non comprendono quello che leggono (?). Per loro sono sufficienti quattro anni di secondaria e nel secondo biennio è meglio specializzarli nelle operazioni che faranno in fabbrica. Almeno quelle, … ma sempre spostandosi al Centro-Nord!

Mi rendo conto di far torto a tanti imprenditori seri, a tante aziende che da anni riconoscono il valore dell’istruzione e della formazione e che dalle scuole le pretendono, il ministro no.

Nei prossimi giorni ci saranno le iscrizioni per il prossimo anno scolastico. Il rito delle iscrizioni, degli open days, delle pubblicazioni, dei video. Che le scuole si imbellettino è normale. Alunni e studenti diminuiscono: l’attuale governo, come i precedenti, non riesce a offrire una scuola più seria, una rete scolastica più adeguata alle esigenze degli studenti e del territorio. E non riesce neppure a risparmiare, insistendo caparbiamente su una scuola compressa da rigidità burocratiche, operazioni ripetitive sul personale, precariato incontrollato.

In piene vacanze natalizie, si sono svolte riunioni di collegi di docenti per aderire alla sperimentazione voluta da Valditara.

Speriamo che da quest’anno non si aggiunga ai cronici mali anche l’inganno verso gli studenti. Sarebbe il colpo di grazia per loro. E per il Paese!

L’armonia di Umanesimo e Scienza

L’armonia di Umanesimo e Scienza *

di Emanuela Andreoni Fontecedro (1)


ABSTRACT

L’armonia di Umanesimo e Scienza: verso una nuova visione educativa nel Liceo Unico Classico-Scientifico*

L’ articolo offre un’ analisi approfondita dell’ importanza dell’integrazione tra educazione umanistica e scientifica. L’ autrice sostiene che la formazione umanistica, con il suo focus su arti, letteratura e filosofia, offre una comprensione essenziale della condizione umana, arricchendo la prospettiva individuale sulla vita e il suo significato. Parallelamente, l’articolo evidenzia il ruolo cruciale della scienza e della matematica nella comprensione della natura e nel progresso della conoscenza. Si dimostra come la scienza e l’ umanesimo possano coesiste re in modo complementare, proponendo un approccio olistico all’ istruzione , enfatizzando la necessità di un curriculum educativo che integri il liceo classico e il liceo scientifico, al fine di fornire agli studenti una formazione completa e versatile, preparandoli efficacemente per le sfide del mondo moderno.

The harmony of Humanism and Science: towards a new educational vision in the Liceo Unico Classico-Scientifico

The article offers an in-depth analysis of the importance of integrating humanistic and scientific education. The author argues that humanistic education, with its focus on the arts, literature and philosophy, offers an essential understanding of the human condition, enriching the individual’s properspective on life and its meaning. In parallel, the article highlights the crucial role of science and mathematics in the understanding of nature and the advancement of knowledge. It demonstrates how science an d humanism can coexist in a complementary way, proposing a holistic approach to education, emphasising the need for an educational curriculum that integrates the classical high school and the scientific high school, in order to provide students with a complete and versatile education, effectively preparing them for the challenges of the modern world.


  1. La formazione umanistica

Che cosa offre una preparazione umanistica? Rispondo d’acchito: il mondo. Intendo: i pensieri, i sentimenti di infiniti esseri umani , di popoli vissuti e scomparsi, la cui mano, ora neanche più polvere , ha lasciato memoria scritta nel tempo. Noi siamo effimeri, come disse Aristotele per certi insetti che appunto, come spiega il termine greco, vivono solo per un giorno. E noi rispetto all’età dell’Universo, ma anche raccorciando velocemente la misura , contiamo cioè pure dalla comparsa dell’ homo sapiens siamo racchiusi nell’istante.

Non valiamo ‘nulla’? Dire ‘nulla’ vuol dire ni -hil . Nella parola antica c’è il sapore del lontano passato che registrava il non valore nella constatazione agreste dei campi cui apparteneva la sua cultura: hilum è
il filamento che si estende dal seme nella spiga di grano. Cosa valiamo , almeno in termini di tempo, rispetto pure a questo fragile filamento, ebbene – leggo dentro nihil – ancor meno del niente .

La cultura umanistica – che fa dell’uomo il suo centro focale e lo riscatta dal giudizio precedente riduttivo – è la grande narrazione dell’uomo e del suo nido su questa Terra sotto i lontani cieli, senza confini, senza soluzione di continuità: una lunga scrittura cui collaborano tutte le arti. Sul mare dell’essere le arti sono come la schiuma del mare, espressione infinita di bellezza, si che i nostri antichi vi videro prodursi (da afròs: schiuma) Afrodite, la più bella delle dee , ridetta in altri confini Venere, radicale del ‘desiderio’.

Tutti i racconti ( un vociare ininterrotto) dei secoli e dei millenni, con i segreti nelle stesse parole ci confortano di non solitudine in questo nostro apparire e subito sparire. Ripetiamo gesti all’infinito in questa lampadoforia o corsa a staffetta delle lampade (così Platone, Leggi 776 b, ispirato da una gara che si teneva ad Atene) in cui consegniamo la teda della vita ininterrottamente alla generazione che ci succede.

Pensare la vita, la sua fine ineluttabile o la fede che la sua coscienza sopravviva : siamo già in filosofia (o traducendo, nell’amore del sapere), alziamo il registro del linguaggio e siamo in poesia, facciamo letteratura.

Che cosa c’è di più universale di comunicare sentimenti, sensazioni, di ritrovare tutto nel già provato ad ogni latitudine, che ci aiutano a comprendere e a comprenderci e ci rendono tanto più consapevoli quando innoviamo, scopriamo e proiettiamo un presente sempre in fuga Pensare attraverso le letterature del mondo, del passato e del presente è a sua volta la sensazione estrema, perché, come diceva Seneca, la lettura degli altri ci regala a piene mani tante altre vite oltre la nostra.

Noi “andiamo su un ponte fluttuante sulla distesa dei sogni” (l’immagine la colgo da Murasaki Shikibù e dal suo Principe splendente , Giappone sec. XI) mentre camminiamo nella letteratura, nella memoria, nel tempo, partecipiamo al regno fantasioso delle illusioni, vediamo dentro i colori del bene e il buio del male, tifiamo affinché il delitto abbia il castigo.

Le nebbie si alzano e fruiamo dell’anima del poeta e della sua ricchezza vitale quando leggiamo: to see a world in a grain of sand/ hold infinity in the palm of your hand,/ and eternity in an hour (William Blake, testo iniziato nel 1803, pubblicazione 1863) – La poesia non misura i confini se ritrovo insieme Mahmoud Shabestari (Tabriz 1288 -1340), sufi dell’Azerbaigian che osserva nel Roseto del Mistero con il medesimo senso dell’Assoluto che tutto pervade: in un seme di miglio si cela l’ Universo.

Lo sguardo dei poeti si posa d’intorno, via i secoli e i millenni, e avverte il tempo cadenzato dalle onde d’inverno, che si frangono sugli scogli del mare Tirreno (Orazio , carm.1,11), o nel ritmo dell’ andare dei cammelli in carovana nel deserto (sec. XI-XII Omar Khayyàm, Rubáiyát frr.172; 458 E. Fitzgerald)

2. Elogio del Numero

Il poeta, il letterato, il filosofo guarda la natura delle cose e la trasfigura in simboli: essa è un temple où des vivants piliers/ laissent parfois sortir de confuses paroles:/ l’ homme y passe à travers des for êts de symboles (Baudelaire), comunque essa ama nascondersi (Eraclito), proprio come adombra il più ancestrale mito di Diana cacciatrice, vista nuda da Atteone che lei quindi punisce: mito della natura che vuole restare segreta , mito dello scienziato e delle sue scoperte scientifiche che possono volgersi anche a suo danno.

Ecco nel mito è detto l’altro modo di guardare la natura, non si tratta questa volta solo di contemplarla nella sua apparenza , senza chiedere o di lasciarsi da essa avvolgere in solitudine ,come condenserà il Romanticismo tedesco con un solo struggente vocabolo, dicendo Waldeinsamkeit , lo scienziato investiga, ricerca ,vuole una risposta precisa, la scopre nuda nella sua struttura non vede solo il riflesso della natura su di sé come fa il poeta, ma la interroga fronteggiandola.

Cicerone, sulla traccia di Pitagora scriveva un inno al numero , in quanto lo riconosceva come strumento e metodo che aveva prodotto per primo la risposta, cioè aveva reso possibile la conoscenza scientifica: il numero, cosa tanto necessaria alla vita quotidiana, quanto cosa immutabile e eterna, che per prima ci spinse a guardare il cielo e a non osservare invano il moto delle costellazioni … (rep .3,3 , cfr. nat. deor .)

Galilei gli faceva eco quando affermava: il libro della natura è scritto nella lingua matematica, i cui caratteri sono triangoli, cerchi, forme geometriche (Il Saggiatore )-

Senza dimenticare Platone, che, stando alla tradizione, avrebbe messo l’avviso all’ingresso della sua Accademia in cui ne proibiva l’entrata a chi non conoscesse la geometria (cfr. Tzetzes hist.var.chil .
8,973).

Non c’è dubbio comunque che sono le scienze ad averci tratto in salita , via dall’età della pietra, in cui altrimenti giaceremmo.

3. Deduzione: liceo unico, classico -scientifico

La conoscenza dell’uomo non si oppone alla conoscenza della Natura (antica divisione delle Scienze umane e naturali) ma hanno necessità di fondersi per formare la vera cultura. Tanto più che l’oggi sembra richiedere un controllo massimo delle tecnologie, (promosse dalla scienza stricto sensu) , da parte del loro creatore , perché non gli sfuggano di mano. Non si tratta solo di responsabilizzare l’uomo nella scelta dell’uso delle tecnologie ai fini di non usarne in modo perverso (es. bombe nucleari) ma , come dice Anders (Günther Stern) bisogna fare in modo che la creatura (IA) non lo sopravanzi . L’uomo – dice Anders- ingaggia una impari gara con la macchina da lui costruita. Ma è proprio la lucidità della ragione, il valore del fine, la capacità del dubbio che danno all’uomo la consapevolezza che a lui appartiene la direzione degli eventi. Anders quindi aggiungeva che lo strumento prodotto dall’uomo è investito dall’ anima del creatore stesso che proprio per questo rapporto deve forgiarsi al fuoco della poesia: la poesia deve ispirare la tecnica.

Di qui va compresa la necessità di dare al liceo una formazione complessa e tanto più aperta ai talenti che sono in grado di approfondire la varietà dei saperi.

Si sente, in altre parole, l’esigenza di fondere il liceo classico con lo scientifico. Fatti salvi i due indirizzi con diploma distinto va usata l’opportunità (organizzazione nello stesso edificio) del Liceo unico sull’esempio dell’ International Baccalaureat dove coesistono materie obbligatorie e opzionali (la scelta può avvenire all’interno di gruppi di discipline) ma soprattutto lo studente può scegliere il livello di apprendimento o A o B per singole discipline fondamentali. Per esempio, posso scegliere livello A di italiano, latino etc e insieme livello A di matematica e fisica… Il diploma testimonierà il percorso seguito.
I livelli disciplinari possono essere richiesti al momento dell’ iscrizione presso Università straniere, in funzione della scelta della Facoltà.
nat.deor . 2,153

Livelli, opzionalità, liceo unico classico-scientifico: vuol dire rispondere alle esigenze del presente, vuol dire non lasciare che la cultura classica, umanistica muoia , irreparabile perdita in termini di humanitas e di comprensione di ogni vita del mondo (iscrizioni – leggo – ridotte al 5,8 %), vuol dire dare la possibilità di integrare al meglio le scienze naturali, con la formazione ‘poetica’ che Anders indicava come irrinunciabile, ma allo stesso tempo vuol dire permettere di arricchire l’essenziale conoscenza dell’uomo con l’urgenza scientifica del presente cui appartiene.

* pubblicato anche in Nuova Secondaria – n. 4, dicembre 2023 – anno XLI

(1) Università di Roma Tre

Decreto Ministeriale 30 dicembre 2023, AOOGABMI 259

IL MINISTRO DELL’ISTRUZIONE E DEL MERITO

Disposizioni in merito alla fase transitoria della durata di tre anni dalla data di entrata in vigore della legge 15 luglio 2022, n. 99.

Legge 30 dicembre 2023, n. 213

Ripubblicazione del testo della legge 30 dicembre 2023, n. 213, recante: «Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026», corredato delle relative note. (Legge pubblicata nel Supplemento ordinario n. 40/L alla Gazzetta Ufficiale – Serie generale – n. 303 del 30 dicembre 2023). (24A00001)

(GU Serie Generale n.14 del 18-01-2024 – Suppl. Ordinario n. 4)


Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026. (23G00223)

(GU Serie Generale n.303 del 30-12-2023 – Suppl. Ordinario n. 40)

Osservatorio Scuola Digitale

Nota 15 novembre 2023, AOODGFIESD 6354
“Osservatorio Scuola Digitale” proroga termine Rilevazione


La rilevazione dell’Osservatorio Scuola Digitale avrà cadenza annuale, ciò consentirà il tracciamento longitudinale dei progressi e l’analisi della serie storica dei dati.

La procedura ha razionalizzato le sezioni riguardanti i plessi scolastici semplificandone la compilazione e si avvale di un numero di quesiti ridotto rispetto alla precedente versione. Il termine per la compilazione e l’invio da parte delle scuole è stato prorogato fino al 30 dicembre 2023.

Le informazioni raccolte serviranno per monitorare sia le disponibilità di infrastrutture ed apparecchiature tecnologiche e digitali delle scuole, sia i processi di innovazione didattica e organizzativa.

Le modalità per la compilazione sono descritte nella guida disponibile nell’area “Documenti e Manuali” del Sidi.

I Divari territoriali e l’Agenda Sud

I Divari territoriali e l’Agenda Sud

di Gian Carlo Sacchi

I divari tra nord e sud dell’Italia nella filiera dell’istruzione sono noti da tempo su entrambi i fronti, sia quello della domanda che dell’offerta. L’ultimo rapporto SVIMEZ (2022) ci parla della frammentazione dei servizi per la prima infanzia sia sul fronte delle strutture che della spesa pubblica delle amministrazioni locali; il tentativo del PNRR di diffondere e migliorare il servizio si è scontrato da un lato con le situazioni finanziarie dei comuni, che dovrebbero essere in grado di mantenerlo dopo i primi finanziamenti europei e dall’altro con una scarsa sensibilità politica e pedagogica sul valore della formazione nella prima infanzia, prima ancora che rispetto alla conciliabilità dei tempi di lavoro, soprattutto per le madri.

In questi ultimi anni però la copertura dei posti nei nidi è aumentata rispetto alla popolazione infantile, dovuta soprattutto al decreto sullo 0-6 anni che ha visto scendere in campo le risorse statali e la promozione della gratuità per famiglie in difficoltà economica. Il divario però non è colmato in quanto al nord ci sono state le maggiori richieste dei fondi PNRR per un ampliamento ulteriore del servizio dovuto non solo ad una maggiore domanda, ma anche ad una diversificazione del servizio stesso, sia per quanto riguarda i tempi e la flessibilità organizzativa, che per l’arricchimento del modello educativo.

Per quanto riguarda la scuola dell’infanzia e primaria la frequenza supera il 90%, ma a sfavore del mezzogiorno ci sono gli orari: solo il 4,8% della scuola dell’infanzia fruisce di un tempo lungo e solo il 18,6% ha il tempo pieno nella primaria dove il 79% degli alunni non fruisce di un servizio di mensa. Solo in Puglia è presente una buona dotazione di palestre nonostante la generalizzazione dell’educazione motoria a cura di un docente specialistico, ma anche il 57% degli allievi delle scuole secondarie di secondo grado non ha accesso ad una palestra.

Il tempo scuola, che va oltre il calendario scolastico tradizionale, sta diventando una variabile fondamentale per migliorare il servizio scolastico, con l’arricchimento del curricolo, per organizzare nuovi ambienti di apprendimento, riproporre modalità di socializzazione che cerchino di attenuare il disagio che si diffonde sempre più tra i giovani anche dopo il lockdown fino ad aumentare l’abbandono. Anche qui oltre ai problemi strutturali che mettono a nudo carenze sul piano finanziario inutilmente denunciate, senza però grandi risultati, c’è proprio un pericoloso vuoto culturale che né la politica ma nemmeno la pedagogia si prodigano di colmare.

Per valorizzare la dimensione formativa non basta la delega a istituzioni specifiche, che di volta in volta dovrebbero occuparsi dell’immagine culturale del Paese, o della cittadinanza quando i valori della convivenza e della democrazia sembrano a rischio, o di soddisfare la richiesta di mano d’opera da parte delle imprese, ma tutta la società deve sentirsi coinvolta e la formazione deve essere presente nelle scelte che interessano soprattutto il futuro dei giovani.

Sul versante della domanda ogni anno l’INVALSI ci pone inesorabilmente di fronte al divario relativo alle competenze degli studenti, fino a decretarne una dispersione implicita, cioè l’incapacità di far fronte agli impegni culturali del nostro tempo. Nord-Sud ancora una volta su fronti diversi con risultati inversamente proporzionali tra valutazioni interne, da parte dei docenti, ed esterne da parte di agenzie indipendenti. I 100 e lode che brulicano agli esami di maturità al sud non rappresentano la preparazione rilevata dall’INVALSI e nemmeno si può dire di non avere al meridione insegnanti poco preparati essendo coloro che studiano al sud ma vengono ad insegnare al nord, che ha sempre meno docenti autoctoni.

Avvicinare le due realtà non è solo un problema di incentivazione del personale che opera in zone difficili, da tanto tempo previste nei contratti nazionali, ma pur stimolando la scuola a riassumere il ruolo di ascensore sociale, da sola non può aiutare i giovani a scalare qualcosa che non c’è, anzi sempre di più il contesto socio-economico-culturale delle famiglie diventa elemento divisivo. Anche la situazione migratoria è destinata a raggiungere obiettivi rilevanti per i figli della seconda generazione, quando vede queste famiglie integrate nella società e nel mondo del lavoro.

Il sistema non può essere equo se si limita ad assicurare pari opportunità in senso formale, occorre, come rileva l’INVALSI, che tali opportunità devono essere efficaci per tutti e per ciascuno. E questo per alcuni territori vale anche per l’istruzione tecnica e professionale, dove gli studenti conseguono risultati eccellenti, anche se in generale si lascia il primato ai licei, pensando per questi ultimi ad una seconda opportunità di livello inferiore.

Mentre all’inizio la nostra scuola doveva essere governata centralisticamente per sostenere l’unità nazionale, ora assicurati dallo stato i livelli essenziali delle prestazioni, a garanzia del rispetto dei principi costituzionali, è l’autonomia a perseguire l’equità attraverso la diversificazione delle attività sui territori, che consentono lo spazio e il modo per raggiungere uguali obiettivi. E’ il centralismo ad aver permesso che le disuguaglianze di fatto potessero contribuire all’abbassamento della qualità del sistema stesso.

Sembra che l’autonomia produca guasti in una realtà che va polarizzandosi sempre di più, ci vuole il coraggio di intervenire a seconda delle esigenze locali, investendo di più dove c’è di meno, ma soprattutto lasciando alle scuole le decisioni necessarie per definire le priorità, non solo sulla carta, per l’efficacia e qualità dell’azione didattica.

Per superare tale divario furono impiegati per diverso tempo fondi europei con progetti di miglioramento della scolarizzazione e di contrasto all’abbandono, tra le principali cause di scarsa efficienza del sistema, senza però ottenere risultati, anzi dopo l’istituzione dell’INVALSI e la partecipazione dell’Italia alle inchieste internazionali sugli apprendimenti, il fenomeno che in passato aveva fatto meno scalpore, visto sotto la copertura del governo centralistico dell’istruzione, viene ogni anno evidenziato con molta preoccupazione, anche se dopo le prime attenzioni mediatiche ben poco viene destinato in termini di risorse economiche e di strutture al fine superare tali disagi e insufficienze rispetto agli standard elaborati in sede europea.

Il PNRR è stata ed è la grande occasione, la sfida per la scuola italiana a ridare equità ai cittadini attraverso una formazione di qualità per tutti ed un obbligo nei confronti dell’unione europea per rendere competitivi i risultati scolastici, motore dello sviluppo economico e sociale dell’intero continente.

Da parte del Governo che ha curato la prima stesura del Piano il superamento del divario è stato considerato tra le priorità per gli interventi nel settore, con l’aiuto dell’INVALSI che ha segnalato le scuole dove si erano rilevate le maggiori difficoltà di apprendimento da parte degli studenti, affinchè fossero destinatarie di interventi, nonché dei fattori che influiscono sui divari nei risultati tra nord e sud.

Si pensava di mettere a disposizione delle scuole un repertorio di interventi, attraverso enti di ricerca, cui  potevano rifarsi in autonomia e con piena intraprendenza, per coniugare al meglio le misure da realizzare in relazione al contesto e alle risorse professionali, strutturali ed economiche.

L’attuale dicastero intende realizzare il PNRR attraverso l’Agenda Sud, con azioni rivolte alle regioni del Mezzogiorno, della durata di un biennio, data nella quale occorre rendicontare il Piano stesso in sede Comunitaria, centrate perlopiù sugli aspetti pedagogico-didattici e organizzativi delle scuole, sul sostegno alla formazione dei docenti e all’introduzione di figure particolari individuate più in generale a supporto degli apprendimenti. Si parla di favorire le attività sportive e come ultimo dei dieci punti in cui si articola l’agenda sud si fa riferimento a progetti speciali d’intesa con il territorio per far decollare le potenzialità delle aree interessate.

Due impostazioni alquanto diverse, nella prima le difficoltà della scuola venivano prese in carico dal territorio: enti locali, associazioni del terzo settore, fondazioni di comunità, parti sociali, ecc., che proprio nell’emergenza in cui ci troviamo potrebbero agire in modo concentrico (patti territoriali) sulle principali difficoltà incontrate dai giovani (si veda ad esempio come nel periodo della pandemia, una tale collaborazione abbia reso la possibilità di realizzare la didattica a distanza), mentre nell’agenda sud tutto rientra tra le mura scolastiche e l’intervento degli enti locali viene relegato al sostegno indiretto alle comunità.

Nel primo caso si valorizza il protagonismo delle scuole stesse che con la loro autonomia sono in grado di stipulare accordi e progetti insieme ad altri attori locali, non solo per essere aiutate a migliorare la loro stessa azione, ma anche perché l’educazione appartiene a tutta la comunità, seppure ognuno con le proprie competenze, ma unite da un obiettivo e da un percorso comuni. Nel secondo caso le scuole sono sotto la tutela dell’INVALSI e dell’amministrazione che mantiene il pieno controllo della gestione dell’intervento. E se queste da sole finora non hanno ottenuto risultati c’è da dubitare che agenda sud li possa ottenere perpetuando la medesima governance.

Ripercorrendo gli obiettivi di tale progetto ministeriale si può ritenere utile quanto è previsto sul fronte della formazione dei docenti, ma già partendo dall’insegnamento personalizzato è difficile pensarlo al di fuori del contesto sociale e territoriale in cui l’alunno vive e ciò faciliterà anche il compito di eventuali tutor scolastici e docenti orientatori, nonché il coinvolgimento delle famiglie che in certe aree disagiate hanno bisogno di un’attenzione particolare da parte di tutta la comunità.

Realizzare la scuola aperta tutto il giorno ed accrescere il tempo pieno sono sicuramente aspetti importanti dell’organizzazione, ma è evidente come ciò richiede, è vero un po’ per tutte le scuole, la convinzione e l’impegno oltre che delle famiglie, degli amministratori locali. Quanto alla promessa di più docenti sarà da verificare con le strettoie poste ogni anno dall’autorizzazione degli organici.

Agenda sud prende le mosse da rilevazioni effettuate dall’INVALSI che richiedono interventi urgenti soprattutto per quanto riguarda il recupero delle competenze di base e trasversali, ma c’è un prima che deve essere considerato, quello dei servizi per l’infanzia che non sembra essere collegato efficacemente con la scuola, che invece è noto possa porre solide basi per il successo nei cicli successivi, c’è un durante che, come si è detto, possa affiancare le scuole nella comune elaborazione di una pedagogia sociale, e c’è un dopo, quello dell’orientamento e dei rapporti con l’istruzione professionale, che va di pari passo con lo sviluppo economico e imprenditoriale dei territori, al quale anche la scuola con la sua didattica laboratoriale può contribuire.

In casi di tanto disagio si può incarnare la massima di don Milani di non fare parti uguali tra soggetti differenti e l’incancrenirsi del fenomeno dei divari è dovuto anche al fatto che i diversi territori non hanno avuto la possibilità di intervenire in modo specifico in base alle loro esigenze, ma hanno dovuto sempre riferirsi al ministero centrale. Forse l’uniformità di trattamento ha cercato di garantire il diritto di tutti, ma ha dimenticato le esigenze di ciascuno.

Decreto Ministeriale 29 dicembre 2023

MINISTERO DELL’ISTRUZIONE E DEL MERITO

Decreto Ministeriale 29 dicembre 2023

Disposizioni concernenti le modalità di valutazione dei percorsi di formazione incentivata per il personale docente. (24A01255)

(GU Serie Generale n.58 del 09-03-2024)

IL MINISTRO DELL’ISTRUZIONE E DEL MERITO
di concerto con
IL MINISTRO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE

Visto il decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, recante «Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche»;

Visto il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, recante «Riforma dell’organizzazione del Governo, a norma dell’art. 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59» e, in particolare, gli articoli da 49 a 51;

Visto il decreto-legge 9 gennaio 2020, n. 1, recante «Disposizioni urgenti per l’istituzione del Ministero dell’istruzione e del Ministero dell’universita’ e della ricerca» convertito, con modificazioni, dalla legge 5 marzo 2020, n. 12;

Visto il decreto-legge 11 novembre 2022, n. 173, recante «Disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri», convertito con modificazioni dalla legge 16 dicembre 2022, n. 204, con il quale il Ministero dell’istruzione ha assunto la nuova denominazione di Ministero dell’istruzione e del merito;

Visto il regolamento (UE) 2018/1046 del 18 luglio 2018, che stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell’Unione, che modifica i regolamenti (UE) n. 1296/2013, n. 1301/2013, n. 1303/2013, n. 1304/2013, n. 1309/2013, n. 1316/2013, n. 223/2014 e la decisione n. 541/2014/UE;

Visto il regolamento UE n. 2020/852 del 18 giugno 2020, che definisce gli obiettivi ambientali, tra cui il principio di non arrecare un danno significativo (DNSH, «Do no significant harm»), e la comunicazione della Commissione UE 2021/C 58/01, recante «Orientamenti tecnici sull’applicazione del principio «non arrecare un danno significativo» a norma del regolamento sul dispositivo per la ripresa e la resilienza» ed in particolare l’art. 17;

Visto il regolamento (UE) n. 2021/241 del 12 febbraio 2021, che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza;

Visto il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), approvato con decisione del Consiglio ECOFIN del 13 luglio 2021 e notificata all’Italia dal Segretariato generale del Consiglio con nota LT161/21 del 14 luglio 2021;

Vista in particolare, la Riforma M4C1R2.1 della missione 4 – Istruzione e ricerca – Componente 1 – Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle Universita’ – del PNRR, finanziato dall’Unione europea – Next Generation EU; Visto il target M4C1-14 che prevede l’assunzione di almeno 70.000 docenti con il nuovo sistema di reclutamento;

Visto l’accordo ref. ARES (2021)7947180 del 22 dicembre 2021, recante «Recovery and Resilience facility – Operational arrangements between the European Commission and Italy»;

Visti i principi trasversali previsti dal PNRR, quali, tra l’altro, il principio del contributo all’obiettivo climatico e digitale, il principio di parita’ di genere e l’obbligo di protezione e valorizzazione dei giovani;

Visti gli obblighi di assicurare il conseguimento di target e milestone e degli obiettivi finanziari stabiliti nel PNRR;

Vista la Strategia per i diritti delle persone con disabilita’ 2021-2030 della Commissione europea;

Visto il decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, concernente Ulteriori misure urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, convertito con modificazioni dalla legge 29 giugno 2022, n. 79 ed in particolare l’art. 44, comma 3 che modifica il decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 59;

Visto il decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 59, concernente «Riordino, adeguamento e semplificazione del sistema di formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria per renderlo funzionale alla valorizzazione sociale e culturale della professione, a norma dell’art. 1, commi 180 e 181, lettera b) della legge 13 luglio 2015, n. 107» e, in particolare l’art. 16-ter, che prevede, a decorrere dall’anno scolastico 2023/2024, nell’ambito dell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, l’introduzione di un sistema di formazione e aggiornamento permanente, articolato in percorsi di durata almeno triennale con riferimento alle metodologie didattiche innovative e alle competenze linguistiche e digitali e con l’obiettivo di consolidare e rafforzare l’autonomia delle istituzioni scolastiche;

Considerato che il citato art. 16-ter, comma 4-bis, statuisce che nel caso in cui non sia emanato per l’anno scolastico 2023-2024 il regolamento di cui al comma 9 del medesimo articolo, le modalita’ di valutazione dei docenti frequentanti i percorsi formativi siano definiti transitoriamente con decreto del Ministro dell’istruzione e del merito da adottarsi di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e che i contenuti minimi dei percorsi e relativi vincoli siano quelli indicati nell’allegato B del citato decreto legislativo;

Visto il decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, recante «Approvazione del testo unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado» e, in particolare, l’art. 11, che disciplina il Comitato per la valutazione dei docenti;

Visto l’art. 16-ter, comma 4, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 59 secondo il quale, nell’ambito della formazione in servizio incentivata, il Comitato per la valutazione dei docenti di cui all’art. 11 del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297 (d’ora in poi «Comitato di valutazione») e’ integrato da un dirigente tecnico o da un dirigente scolastico di un altro istituto scolastico;

Visto il decreto del Ministro dell’istruzione 19 ottobre 2022, n. 277, che definisce un modello di valutazione per l’avvio da parte della Scuola di alta formazione del programma di monitoraggio e valutazione degli obiettivi formativi specifici per ciascun percorso formativo, ivi compresi gli indicatori di performance;

Visto il vigente contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale del Comparto istruzione e ricerca;

Considerato che il regolamento di cui citato art. 16-ter, comma 9, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 59, non e’ stato emanato per l’anno scolastico 2023/2024;

Ritenuto pertanto, necessario disciplinare le modalita’ di valutazione seguite dal Comitato di valutazione con decreto del Ministro dell’istruzione e del merito da adottare di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, ai sensi del comma 4-bis del citato art. 16-ter del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 59;

Acquisito il parere del Consiglio superiore della pubblica istruzione, reso nella seduta plenaria n. 118 del 22 dicembre 2023; Sentite le organizzazioni sindacali;

Decreta:

Art. 1
Modalita’ di valutazione dei docenti frequentanti i percorsi di formazione in servizio incentivata

1. Per le motivazioni di cui in premessa, ai sensi dell’art. 16-ter, comma 4-bis del decreto legislativo n. 59/2017, nelle more dell’adozione del decreto di cui all’art. 16-ter, comma 9 del medesimo decreto legislativo, sono definite le modalita’ di valutazione delle conoscenze e delle competenze acquisite dal docente in relazione ai contenuti minimi, di cui all’art. 16-ter, comma 9 del decreto legislativo n. 59/2017 dei percorsi triennali di formazione incentivata.

2. Per le finalita’ di cui al comma 1, il Comitato di valutazione svolge delle verifiche intermedie annuali nonche’ delle verifiche finali con particolare riferimento alla capacita’ del docente di creare le condizioni per l’apprendimento degli studenti e per il suo miglioramento, alla condotta professionale, alla promozione dell’inclusione e delle esperienze extrascolastiche.

3. Al termine di ciascun anno formativo, sulla base di una relazione elaborata dal docente sull’insieme delle attivita’ realizzate, il Comitato di valutazione esprime un giudizio sul superamento della verifica annuale sulla base dei progressi raggiunti dal docente secondo quanto previsto dalle Linee di indirizzo sulla formazione in servizio continua e incentivata del personale scolastico definite dalla Scuola di alta formazione dell’istruzione e dal decreto ministeriale 19 ottobre 2022, n. 277.

4. In caso di giudizio positivo, il Comitato di valutazione attesta il superamento della verifica intermedia.

5. In caso di mancato superamento, la verifica annuale puo’ essere ripetuta l’anno successivo. A tal fine, il Comitato di valutazione adotta un provvedimento motivato, da comunicare all’interessato entro il 31 luglio dell’anno scolastico di riferimento, in cui sono indicati gli elementi di criticita’ emersi e sono individuate le forme di supporto formativo necessarie al fine del conseguimento degli standard richiesti.

6. Al termine di ciascun triennio formativo, il Comitato di valutazione effettua una verifica finale, tenendo conto dei risultati ottenuti in termini di raggiungimento degli obiettivi formativi e di miglioramento degli indicatori di performance declinati dall’istituzione scolastica secondo il proprio piano triennale dell’offerta formativa.

7. Ai fini della verifica di cui al comma 6, il Comitato di valutazione acquisisce una relazione finale elaborata dal docente e puo’ altresi’ prevedere lo svolgimento di specifici colloqui volti all’accertamento dei contenuti della relazione medesima e alla rilevazione delle competenze acquisite, dei progressi di professionalita’ e dell’impatto delle azioni formative seguite, e assegna il relativo punteggio.

8. L’assenza al colloquio del docente, ove non motivata da impedimenti inderogabili, non preclude la valutazione. Il rinvio del colloquio per impedimenti non derogabili e’ consentito una sola volta.

9. In caso di mancato superamento, la verifica finale puo’ essere ripetuta l’anno successivo. A tal fine, il Comitato di valutazione adotta un provvedimento motivato, da comunicare all’interessato entro il 31 luglio dell’anno scolastico di riferimento, in cui sono indicati gli elementi di criticita’ emersi e sono individuate le forme di supporto formativo necessarie al fine del conseguimento degli standard richiesti.

10. In caso di esito positivo della verifica finale, gli attestati di superamento dei percorsi formativi della formazione in servizio incentivata dei docenti sono predisposti in conformita’ a quanto previsto dal regolamento di cui all’art. 16-ter, comma 9, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 59 o, in mancanza, con modello adottato con decreto del direttore generale competente del Ministero dell’istruzione e del merito; essi sono depositati, a cura dell’interessato, sulla piattaforma on-line S.O.F.I.A., e confluiscono nell’E-portfolio del singolo docente, secondo quanto previsto dal decreto ministeriale 19 ottobre 2022, n. 277.

11. Ai sensi dell’art. 16-ter, comma 4-bis, del decreto legislativo n. 59/2017, nelle more dell’aggiornamento contrattuale, per dare immediata applicazione al sistema di progressione di carriera, ai fini della selezione dei docenti cui riconoscere lo stabile incentivo, i criteri di cui all’allegato B sono integrati dai seguenti:
a) media del punteggio ottenuto nei tre percorsi formativi consecutivi per i quali si e’ ricevuta una valutazione positiva;
b) in caso di parita’ di punteggio diventano prevalenti la permanenza come docente di ruolo nella istituzione scolastica presso la quale si e’ svolta la valutazione, in subordine, l’esperienza professionale maturata nel corso dell’intera carriera, i titoli di studio posseduti e, ove necessario, i voti con cui sono stati conseguiti detti titoli.

Art. 2
Clausola di invarianza finanziaria

1. Dal presente decreto non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Il presente decreto e’ sottoposto ai controlli di legge.

Roma, 29 dicembre 2023

Il Ministro dell’istruzione e del merito Valditara
Il Ministro dell’economia e delle finanze Giorgetti

Registrato alla Corte dei conti il 26 febbraio 2024
Ufficio di controllo sugli atti del Ministero dell’istruzione e del merito, del Ministero dell’universita’ e della ricerca, del Ministero della cultura, del Ministero della salute e del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, n. 410

Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri 29 dicembre 2023

Definizione delle figure professionali nazionali di riferimento dei nuovi percorsi formativi di sesto livello del Quadro Europeo delle Qualifiche (EQF) degli ITS Academy