26 MARZO 2021 SCIOPERO NAZIONALE

26 MARZO 2021 SCIOPERO NAZIONALE SCUOLA E TRASPORTO PUBBLICO LOCALE CON MANIFESTAZIONI CITTADINE

Siamo stati facili profeti quando, all’avvento in pompa magna del “sovrano” Draghi, presentato come il risolutore di tutti i drammi sanitari ed economici non risolti dal precedente governo Conte-bis, prevedemmo che la sua “luna di miele” sarebbe durata poco e che a breve ci saremmo ritrovati, malgrado il Recovery Plan metta a disposizione ingenti risorse, di fronte alle stesse precarietà, inefficienze e disorganizzazioni del precedente governo. A tutt’oggi nessun cambiamento di rotta significativo si è visto. Sul fronte della pandemia, la sconcertante gestione europea nella vicenda AstraZeneca sta non solo frenando le vaccinazioni ma diffondendo paure che non scompariranno presto; e, insieme all’annuncio che anche i vaccinati dovranno effettuare la quarantena nel caso di contatti con un “positivo” perché “non c’è sicurezza di una protezione completa rispetto alle possibili varianti del virus”, conferma che il tentativo di risolvere tutti i problemi con la vaccinazione di massa non porterà comunque alla risoluzione della pandemia nel giro di pochi mesi. Il ché dovrebbe provocare un impegno massiccio e urgente, che non c’è, intanto per sostenere  i settori economicamente più colpiti, quelli della microimpresa, del piccolo lavoro autonomo, dell’artigianato, dello sport e dello spettacolo, del turismo e della ristorazione. E altrettanto urgente è un intervento massiccio nei tre settori-chiave della vita sociale in questa fase, scuola, sanità e trasporti, ove invece non si vede il minimo accenno a impegni rapidi e significativi.

Particolarmente impressionante è l’inerzia per quel che riguarda le scuole, chiudendo le quali in gran parte delle province, anche laddove i contagi non erano aumentati, si è di nuovo scelto la via più facile per le strutture amministrative, ma la più deleteria per studenti, soprattutto i più piccoli, e famiglie, abbandonati al purgatorio della DAD. Proprio nella scuola stiamo misurando la massima distanza tra le parole e i fatti di questo governo, che ha imposto le chiusure sostenendo che “non c’erano alternative”. Ma, fermo restando che luoghi del tutto sicuri oggi non ne esistono, comunque le scuole, con le protezioni possibili, con docenti ed Ata vaccinati, controlli permanenti, personale sanitario a disposizione, efficaci distanziamenti ecc. sarebbero comunque luoghi più sicuri di tante fabbriche e uffici, o dei bus ridotti all’osso o dei supermercati, soprattutto per chi ci lavora. Insomma, chiudere le scuole potrebbe essere presentato come un obbligo se si chiudesse davvero tutto. Ma quando invece tutte le principali attività produttive sono aperte, si tratta di una scelta: la scelta tra quello che si ritiene indispensabile e quello che appare un “optional” a cui si può rinunciare. Questa settimana le scuole in Europa sono totalmente aperte in Francia (il ministro dell’Istruzione Jean Michel Blanquer ha detto: “la scuola va chiusa solo quando avremo provato tutto il resto e non sarà risultato abbastanza”; insomma il whatever it takes applicato alla scuola), Spagna, Svizzera, Austria, Croazia, Finlandia , Bielorussia, Ucraina, Moldavia, Romania; aperte nella maggioranza degli istituti in Gran Bretagna, Paesi Bassi, Polonia, Ungheria, Grecia, Albania: e l’Italia è la nazione che ha tenuto la scuola chiusa per più settimane (29) insieme alla Cechia, la Slovacchia e la Macedonia. Ed è ancora più preoccupante che niente si stia facendo non solo per riportare il più rapidamente in presenza piena gli studenti ma neanche per garantire che tutto ciò non si ripeta anche nel prossimo anno scolastico. Per tutte queste ragioni, pur consapevoli delle difficoltà in questo periodo,  confermiamo, insieme a Priorità alla Scuola e al Coordinamento nazionale precari scuola, lo sciopero nazionale della scuola del 26 marzoaffinché almeno la gran parte dei 20 miliardi di euro già previsti dal Recovery Plan per la scuola siano destinati a ridurre a 20 il numero massimo di alunni per classe e a 15 in presenza di alunni diversamente abili; a garantire la continuità didattica e la sicurezza, assumendo con concorsi per soli titoli i docenti con 3 anni scolastici di servizio e gli Ata con 24 mesi; ad intervenire massicciamente nell’edilizia scolastica per avere spazi idonei ad una scuola in presenza e in sicurezza.

E nulla è stato fatto neanche nell’altro settore-chiave, insieme alla Sanità, e cioè il Trasporto pubblico locale (TPL). Perciò, abbiamo convocato come COBAS per il 26 pure lo sciopero del TPL, anche se la Commissione di garanzia ha ridotto il nostro sciopero dell’intera giornata a quattro ore. Per tale settore chiediamo lo stop alle privatizzazioni e esternalizzazioni delle aziende, attivandone la ri-pubblicizzazione; la fine delle gare per l’affidamento del trasporto, passando all’affidamento diretto; il potenziamento mediante assunzioni di personale viaggiante e rinnovo/aumento dei mezzi. Nella giornata del 26 i COBAS della scuola e del TPL manifesteranno, insieme a Priorità alla Scuola e al Coordinamento Nazionale Precari Scuola, a Roma (davanti al Parlamento, P. Montecitorio, ore 10), Bologna, Lucca, Firenze, Pisa, Milano, Genova, Catania, Palermo, Massa, La Spezia, Trieste, Padova, Venezia, Reggio Emilia, Pistoia, Ancona, Perugia, Terni, Napoli, Salerno, Bari e in varie altre città che verranno comunicate entro fine  settimana. La partecipazione a manifestazioni autorizza spostamenti, anche fuori dal proprio Comune e Provincia nel caso non ve ne siano nei propri.

Piero Bernocchi   portavoce COBAS – Confederazione dei Comitati di base

Attività estive

Scuola, attività estive: bene se progettate in autonomia dalle scuole. Ma ora è urgente programmare la conclusione dell’anno scolastico

Roma, 18 marzo 2021 – L’idea del Ministro dell’Istruzione Bianchi di promuovere laboratori estivi non obbligatori nelle scuole di ogni ordine e grado, appare una iniziativa di sicuro interesse. In particolare la proposta prevede che l’eventuale attivazione dei laboratori sarà deliberata dalle scuole, la partecipazione dei docenti sarà su base volontaria con risorse aggiuntive (ad esempio le risorse PON o nuove risorse nazionali), il coinvolgimento delle associazioni di volontariato avverrà all’interno della progettualità e degli obiettivi educativi definiti dalle scuole. In molti casi si tratta di esperienze già viste nella scuola italiana. Per la FLC sarà comunque dirimente, per la buona riuscita dei laboratori, salvaguardare l’autonomia e la centralità progettuale delle scuole e la volontarietà di adesione al progetto del personale scolastico.

Convincenti ci appaiono anche le finalità: consentire alle istituzioni scolastiche di contrastare subito le differenze ampliatesi nel periodo dell’emergenza sanitaria, non aggravare il fenomeno della dispersione scolastica, recuperare la dimensione fisica e corporea dello stare insieme, offrendo anche nuovi stimoli artistici e culturali.

Tuttavia questa iniziativa, non ci deve far dimenticare come da alcune settimane, per la gran parte degli studenti della scuola italiana, l’attività didattica si stia svolgendo a distanza a fronte dell’aumento del contagio determinato dalle varianti del virus.

Come FLC CGIL abbiamo condiviso il fatto che tale scelta sia stata operata a livello nazionale, ma ora è il momento di decidere e programmare cosa fare nell’ultimo scorcio dell’anno scolastico nel caso la situazione epidemiologica dovesse registrare auspicabili e significativi miglioramenti.

L’obiettivo deve essere quello di riprendere progressivamente in presenza e in sicurezza le attività didattiche, mantenendo una regia nazionale degli interventi.

Non è più tollerabile che il Protocollo di sicurezza sia fermo ad agosto 2020 senza alcun aggiornamento e tenuto conto della situazione profondamente diversa rispetto al momento in cui è stato sottoscritto. Per questo ne chiediamo profonde modifiche alla luce sia del quadro epidemiologico nazionale che della maggiore conoscenza del virus in campo scientifico.

Come abbiamo segnalato da mesi, è necessario attivare un monitoraggio continuo e azioni di screening diffuse e quotidiane su chi opera e studia nella scuola, senza trascurare l’obbligo di effettuare tamponi rapidi per chiunque altro vi acceda dall’esterno.

Ribadiamo che salvaguardare l’equilibrio tra il diritto alla salute pubblica e il diritto all’istruzione per tutti non può che fondarsi sull’analisi di dati certificati.

Occorre prevedere coordinamenti regionali dei tavoli sui trasporti provinciali, con la partecipazione anche delle parti sociali, al fine di armonizzare la funzionalità dei trasporti con l’organizzazione delle attività didattiche nel secondo ciclo.

Chiediamo chiarezza assoluta e una campagna di informazione straordinaria sui vaccini. Senza di essa si rischia di compromettere la vaccinazione diffusa, unico vero strumento in grado di interrompere la pandemia.

Ma, soprattutto, occorre pensare nuovi modelli pedagogici e didattici, modalità organizzative flessibili e funzionali, organici, spazi e materiali tali da consentire in tutte le fasi della vita scolastica esperienze di apprendimento e di crescita significative, a partire già dal prossimo anno scolastico dall’ estensione del tempo scuola e dalla riduzione del numero di alunni per classe/sezione, elementi che devono diventare punti di forza delle scelte di politica scolastica, in particolare a beneficio delle aree più deboli, quelle dove la dispersione scolastica tocca le cifre più allarmanti.

Per questo, insieme alle iniziative estive, è necessario fornire risposte rapide e concrete a tutta la comunità educativa sulla conclusione dell’anno scolastico: non sono più ammissibili nè improvvisazione, nè immobilismo, nè derive localistiche e, con un pensiero a medio e lungo termine, progettare un’autentica e radicale qualificazione del sistema scolastico

Ultimo giorno di DIDACTA ITALIA 2021

Venerdì 19 marzo, ultimo giorno di DIDACTA ITALIA 2021

Termina il 19 marzo la quarta edizione di DIDACTA ITALIA, il più importante evento nazionale sull’innovazione della scuola. Alle ore 17,00 dalla Sala Verde del Palazzo Congressi i saluti del presidente di Firenze Fiera, Lorenzo Becattini, di Leonardo Bassilichi, presidente della Camera di Commercio di Firenze e di Anna Paola Concia, coordinatore Comitato Organizzatore di Didacta Italia.

Fra gli eventi da non perdere, l’appuntamento che vede protagonista Linda Raimondo, la ragazza ‘spaziale’, classe 1999, aspirante astronauta e studentessa di fisica all’Università di Torino che alle ore 11,00 insieme al fisico e divulgatore scientifico Massimo Temporelli parlerà di “Scienza, Sogni, Materie Stem e Futuro”.

Le attività di DIDACTA GREEN si chiudonoalle ore 10,00 con lo spettacolo virtuale di saluto a docenti e alunni: “Pensieri circolari. Storie di uomini e ambiente” con il documentarista Luca Pagliari. L’evento è promosso dal Conou con l’obiettivo di avvicinare i ragazzi alla responsabilità collettiva verso la cura dell’ambiente e delle risorse naturali attraverso un dialogo interattivo che cercherà di trasmettere non solo contenuti ma anche stimolare l’intelligenza emotiva delle nuove generazioni.

Dalle ore 13,30 alle 15 riflettori puntati sul seminario “Poesia tra canto e acquerelli: dagli haiku ai poeti italiani del ‘900” a cura di INDIRE. Una raccolta di sette haiku per voce e pianoforte è la porta d’ingresso per uno spazio attivo, dove il canto e le arti figurative si incontrano in un laboratorio di proposte e suggerimenti. Per la musica si parlerà della visione multisensoriale di Maurice Martenot e, per le arti, delle realizzazioni da ‘ascoltare con gli occhi’ della poesia visiva italiana. Durante il webinar i partecipanti saranno invitati a esprimersi direttamente col disegno, i colori e le voci per un progetto a sorpresa.

Le nuove frontiere della scuola digitale saranno al centro delle tematiche che verranno affrontate nell’evento promosso e organizzato dal Ministero dell’Istruzione (Direzione generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l’istruzione e per l’innovazione digitale) intitolato Le équipe formative raccontano la scuola digitale, che apre nello spazio Arena alle ore 15,00. Il convegno affronterà di come gli ITS, con il loro modello formativo, stanno affrontando la sfida della rivoluzione digitale. Il segmento dell’istruzione professionalizzante terziaria degli ITS appare essere quello più coinvolto da questa sfida proprio per il suo contatto diretto con il cambiamento del lavoro e la sua innovazione. Si discuterà dell’impatto delle tecnologie abilitanti sul modello degli ITS anche in situazioni di distance learning. Saranno presenti rappresentanti dei Ministeri dell’Istruzione, delle Regioni, del Ministero dello Sviluppo economico, di Confindustria, degli ITS e di Indire.

Dalle ore 16 alle 17,30 in programma il seminario a cura di Indire “Una carta di identità per le piccole scuole”. Le piccole scuole tradizionalmente rinsaldano e conservano i propri tratti distintivi culturali e storici divenendo grandi comunità di memoria. Il loro rapporto con l’ambiente naturale, sociale e culturale può rappresentare una risorsa dalle forti potenzialitàinnovative nel momento in cui lega all’apprendimento alla realtàvalorizzandola nel rispetto delle vocazioni territoriali” (Manifesto delle Piccole Scuole). Differenti esperienze di progettazione di curricoli contestuali nelle piccole scuole: dal curricolo locale al curricolo globale le testimonianze descrivono come il territorio può diventare fonte di ispirazione per affermare la propria identità scolastica nella cornice di un’autonomia che, se interpretata in maniera consapevole, può trasformare le scuole in un’officina di innovazione. 

Dalle ore 18 alle ore 20, workshop immersivo dal titolo “Laboratorio di grammatica valenziale per la scuola secondaria di I grado”. I docenti saranno coinvolti, vestendo i panni degli alunni, in un’attività di grammatica valenziale in modalità laboratoriale, per poi riflettere insieme a ricercatori e esperti sulle possibilità didattiche proposte anche in un’ottica di didattica digitale integrata (DDI). Il workshop mette a frutto le esperienze di ricerca e sperimentazione realizzate dall’istituto sul tema della grammatica valenziale e del laboratorio di italiano.

Sonno… o son desto…

“Sonno… o son desto…”, il 19 marzo la premiazione della II e della III edizione del Concorso nazionale

Un concorso aperto alle scuole di ogni grado, per sensibilizzare le giovani generazioni sull’importanza del sonno per lo sviluppo psicofisico dei bambini e degli adolescenti e per la prevenzione delle patologie da deprivazione di sonno.  

Venerdì 19 marzo, dalle ore 11.30 alle 12.30, in diretta sul sito www.assirem.it, si svolgerà la premiazione delle studentesse e degli studenti vincitori della II e III edizione, per gli anni scolastici 2019/2020 e 2020/2021, del Concorso nazionale “Sonno… o son desto… Il sonno come funzione essenziale per la salute e la qualità della vita”. L’iniziativa è promossa annualmente dal Ministero dell’Istruzione – Direzione generale per lo Studente, l’Inclusione e l’Orientamento scolastico, in collaborazione con ASSIREM (Associazione Italiana per la Ricerca e l’Educazione nella Medicina del Sonno). 

L’obiettivo è divulgare, non solo tra i giovani, ma anche tra i docenti e le famiglie, una maggiore attenzione al sonno e ai corretti comportamenti per favorirlo. 

Ai partecipanti è stato proposto di sviluppare la traccia “Il sonno come funzione essenziale per la salute e la qualità della vita”. Studentesse e studenti hanno prodotto elaborati originali (testuali, grafici e multimediali) rappresentando efficacemente la loro visione del tema proposto e della sua ricaduta sulla salute. 

Per l’edizione 2021/2022, è stato pubblicato il nuovo bando di concorso sul sito del Ministero e su quello dell’ASSIREM. 

Dare Valore all’acqua

Dare Valore all’acqua – Digital Talk di Earth Day Italia – 22 marzo 2021

Lunedi 22 marzo dalle ore 17.00, in occasione del World Water Day Giornata Mondiale dell Acqua, la testata online www.earthday.it , ospiterà la diretta del digital talk Dare valore all’acqua, patrocinato dal Ministero della Transizione Ecologica ed in partnership con Genius Watter. Il dibattito, moderato dal giornalista Marco Gisotti, affronterà il tema dell’acqua da diversi punti di vista le infrastrutture, le emergenze, ma anche le politiche per la sostenibilità e la gestione delle risorse idriche, l’innovazione e la ricerca scientifica. Nel corso dell’evento digitale sarà anche lanciata la maratona multimediale #onepeopleoneplanet organizzata per le celebrazioni della prossima Giornata Mondiale per la Terra. L’iniziativa volta a celebrare il Water World Day è aperta a tutti. Tuttavia il Digital Talk può essere di specifico interesse in particolare per gli studenti delle Scuole superiori di secondo grado e per i docenti che desiderino approfondire i temi trattati.

V. Robles, Giovanni Modugno

La missione educativa di Giovanni Modugno e la sua attualità nel XXI Secolo
Nota a margine di una recente biografia del pedagogista bitontino

di Carlo De Nitti [1]

PREMESSA AUTOBIOGRAFICA

Lo so bene, lo riconosco in anticipo: sono consapevolmente “di parte” nell’approcciarmi a questo bel volume di VINCENZO ROBLES, Giovanni Modugno. Il volto umano del Vangelo, che ha visto la luce recentemente a Bari per i tipi delle Edizioni dal Sud nella collana “Memoria”, diretta da Vito Antonio Leuzzi, perché …

  • sono da trentacinque anni una “persona di scuola” e, come tale, mi occupo quotidianamente di educazione, di pedagogia, di didattica, di organizzazione scolastica, declinate in tutte le loro branche;
  • sono figlio di “persone di scuola” (mio padre Nicola, direttore didattico, mia madre Chiara, maestra) ed, in particolare, di persone che, lavorando nella scuola elementare (come, sino al 2003, si denominava l’odierna scuola primaria) hanno vissuto il loro impegno lavorativo come didattico, educativo e pedagogico;
  • mio padre (1926 – 1986) è stato – al pari di molti altri suoi amici e colleghi, alcuni dei quali citati (don Nicola Milella, Gaetano Santomauro, Salvatore Stangarone), nella maggior parte dei casi, passati a miglior vita – allievo di Giovanni Modugno nell’allora Istituto Magistrale Statale “Giordano Bianchi-Dottula” di Bari e non solo;
  • alla memoria di mio padre, ed al mondo da lui vissuto, sono legati altre figure legate a Giovanni Modugno o suoi studiosi: sia docenti del Bianchi-Dottula, i proff. Vito Centonze (latino) ed Antonio Palmiotto (matematica e fisica), don Jolando Nuzzi (religione); sia studiosi di preclara fama, ad esempio, il prof. Nicola Petruzzellis (1910 – 1988), docente di Filosofia teoretica nella facoltà di Lettere e Filosofia e di Pedagogia nel corso di laurea in Pedagogia della Facoltà di Magistero dell’Università degli studi di Bari tra gli anni ’50 e l’inizio dei ’60 del secolo scorso (facoltà in cui insegnavano pure in quel tornio di tempoiy don Gino Corallo, Gaetano Santomauro, Antonio Corsano, Virgilio Paladini, Mario Sansone); sia religiosi (mons. Carmine De Palma);
  • io stesso, negli anni Settanta del secolo scorso, sono stato allievo del medesimo istituto scolastico in cui Giovanni Modugno, a Bari, ha vissuto il suo “apostolato” di docente, di antifascista, di pedagogo, di “maestro dei maestri”;
  • ho avuto il piacere di avvicinarmi alla figura di Giovanni Modugno attraverso Educazione e politica in Giovanni Modugno, il primo dei volumi, tutti editi dalla casa editrice Cacucci di Bari, che VITTORIANO CAPORALE, un eminente storico della pedagogia, che mi onora della sua amicizia, gli ha dedicato, nel 1988;
  • la quarta copertina che le Edizioni dal Sud hanno pregevolmente realizzato per il volume rappresenta uno stralcio di una lettera che il pedagogista scrisse nel 1935 ad un maestro di Santo Spirito, EMANUELE VALENZA, che, negli anni ’60, da bambino, ho conosciuto di persona, in quanto padre di un cugino di mia madre, il dott. FRANCESCO VALENZA, con cui sono in contatto, e che questo libro ha letto con vera e propria commozione, avendo conosciuto di persona, in anni ormai remotissimi, in quel di Santo Spirito, sia GIOVANNI MODUGNO che GAETANO SALVEMINI. Il volume ha dato la stura in lui ed in me ad una serie innumerevoli di ricordi (scolastici, personali, familiari) sopiti in qualche anfratto remoto delle rispettive memorie;
  • infine, nella mia ormai remotissima adolescenza, ho avuto una breve, ma spiritualmente indelebile in me, frequentazione della città natale del pedagogista.

IL SENSO DI UN APOSTOLATO EDUCATIVO

VINCENZO ROBLES – apprezzato storico del Cristianesimo dell’Università degli studi di Bari, fin dagli anni ’60 del secolo scorso – ha dato alle stampe non soltanto una rigorosa ricostruzione della vita e del pensiero di Giovanni Modugno, ma soprattutto il senso profondo di quel “pellegrinaggio” interiore (e non soltanto) che caratterizzò la vita del Pedagogista, suo concittadino, inquadrandolo sempre nel contesto storico da lui vissuto.

Paradigmatico è, in questo senso, il titolo del volume: Il volto umano del Vangelo è apparso all’Autore – e, non si può che concordare con lui – il migliore compendio dell’esperienza umana e religiosa di Giovanni Modugno ed “il suo contributo da pedagogo per la crescita di una coscienza della propria fede e del proprio impegno civile. La ricchezza del suo epistolario, dei suoi manoscritti e delle sue pubblicazioni ci presentano un protagonista non solo della rinascita meridionale ma dell’intera rinascita democratica del Paese” (p. 22) dopo le rovine prodotte dal fascismo e dalla seconda guerra mondiale. Un titolo rispettosamente fedele in modo assoluto alla poliedrica personalità di Giovanni Modugno.

Ben sottolinea ROBLES fin dalla premessa del suo volume, che “nonostante la maggiore notorietà fuori della sua terra, Giovanni Modugno ha deciso sempre di continuare a servire la sua terra rinunciando anche ad alcuni incarichi prestigiosi, in importanti città italiane. Rimase nella sua terra, senza però lasciarsi chiudere in uno sterile municipalismo, e seppe stringere rapporti di amicizia e collaborazione scientifica con alcuni dei massimi protagonisti, italiani ed europei, della cultura e della politica del suo tempo” (p. 17).

Il percorso compiuto da VINCENZO ROBLES intorno alla figura di Giovanni Modugno inizia dalla Bitonto di fine ‘800 (La realtà politica e sociale di Bitonto ai tempi di Giovanni Modugno, pp. 23 – 36 e Realtà religiosa ed ecclesiastica negli anni di Giovanni Modugno, pp. 37) in cui egli vede i natali il 21 febbraio 1880, secondogenito di una famiglia di agricoltori con una solida tradizione cattolica (nella famiglia dell’adorata madre vi era uno zio,  don Pietro Sannicandro, parroco nella città vecchia e  due zie suore). A partire dagli anni in cui ha frequentato il Liceo Ginnasio, si avvicina agli ideali del socialismo: “Tra gli ultimi anni dell’’800 ed i primi decenni del ‘900, Bitonto visse un momento di rinnovamento culturale […] un discreto numero di intellettuali […] professavano idee repubblicane e socialiste. Un socialismo non ancora marxista e spesso deamicisiano” (p. 56). Tant’è che Modugno stesso aveva fondato un proprio gruppo chiamato significativamente ‘Pleiade’.

“Non è facile comprendere e giudicare gli anni giovanili di Giovanni: fu un giovane ribelle? Fu certamente un giovane che non accettava imposizioni e che lottava contro le ingiustizie” (p. 60). In questo la cifra del suo impegno civile e politico nella sua città natale fino al 1898, allorquando, conseguita la maturità classica a Bari, la lasciò per proseguire gli studi universitari in quel di Napoli presso la facoltà di Scienze della locale Università degli studi, dove conseguì la laurea in scienze naturali con la tesi La classificazione dei vertebrati e dove iniziò ad insegnare. “La lontananza da casa e dai suoi amici gli costava e, con il passare degli anni, diventava ancora più pesante per la mancanza di un ‘volto’, quello della sua amata Maria” (p. 67). Negli anni napoletani, Giovanni Modugno seguì le lezioni del filosofo neokantiano Filippo Masci (1844 – 1922) e di Nicola Fornelli (1843 – 1915), bitontino anch’egli, dopo essersi iscritto nel 1906 al corso di laurea in filosofia.

Dal 1908 Giovanni Modugno, vinto il concorso per l’insegnamento di filosofia e pedagogia, insegnò a Corato: “Densi di avvenimenti furono i sette anni trascorsi a Corato: Modugno accanto all’insegnamento continuò i suoi studi e si impegnò nelle prime pubblicazioni. Furono gli anni del suo matrimonio, del suo impegno politico vicino a Gaetano Salvemini, ma anche della sua partecipazione alla vita culturale e politica di quella città” (p. 75).

Con la sua prima esperienza didattica, Modugno si avvicina al filosofo e pedagogista tedesco Friedrich Wilhelm Foerster (1869 – 1966) ed al filosofo statunitense Josiah Royce (1855 – 1916) che lo accompagnerà in tutto il suo itinerario intellettuale. In loro, egli ritrova – come scriveva nel 1969, in un suo saggio, Gaetano Santomauro (1923 – 1976) già suo allievo al Regio Istituto Magistrale “Giordano Bianchi-Dottula” di Bari – la spinta al ritorno a Cristo ed al cattolicesimo, attraverso la dottrina morale del Vangelo. “Foerster e Modugno vivono lo stesso periodo storico, sono entrambi impegnati in politica per la difesa della persona umana, ed entrambi finiranno di riconoscere nel cristianesimo il massimo baluardo per una tale difesa” (p. 163)

All’attività di docente e di studioso, Giovanni Modugno affianca quella politica – nel nobile senso con cui egli ha sempre vissuto quell’impegno “lontano da qualsiasi partigianeria e da qualsiasi strumentalizzazione di uomini e di idee” (p. 95) – e la vita familiare che inizia a costruire con la consorte, dopo aver contratto matrimonio il 22 dicembre 1911, con la nascita nel luglio del 1913 dell’adorata figlia Pinuccia, “elemento essenziale nella vita di entrambi i coniugi e la forza trainante verso la soglia della fede” (p. 91).

Il fulcro dell’impegno di Modugno è l’educazione dei giovani ed a loro si è sempre dedicato nelle tre sedi in cui ha esercitato il suo insegnamento – Corato prima, come si è visto, Barletta poi, dove fu anche Direttore del Ginnasio Magistrale, ed infine Bari, dove approdò nel 1920 – “l’opera educativa che andava svolgendo, pur rimanendo nella sua terra, fu sempre più conosciuta ed apprezzata al di fuori dei confini della Provincia di Bari” (p. 103). Non a caso il professore fu ‘pregato’ da Giuseppe Lombardo Radice di collaborare con lui alla stesura di un volume. Ecco: “Luzzato, lombardo Radice, Zanotti Bianco […] furono autori, alfieri di una democrazia nella scuola e nella società a riconoscere il profondo valore umano e culturale di Modugno” (p. 105).

Quando nel 1920 vinse il concorso per Direttore delle Scuole magistrali egli poteva scegliere sedi con Università prestigiose, ma alla fine decise di non abbandonare la terra di Puglia, trasferendosi a Bari con la famiglia ed abitando in via Cardassi: “La scelta non interruppe i già numerosi rapporti scientifici che Giovanni aveva con i più importanti pedagogisti di quegli anni, anche se, come vedremo, dopo la sua morte, pagherà di aver scelto la sua terra dove non sempre era facile mantenere scambi culturali e seguire la pubblicazione dei propri lavori” (p. 117). Ancora: ”Lombardo Radice, nel 1923, invitava Modugno ad accettare la carica di Provveditore agli studi per la Provincia di Bari. Modugno rifiutò e lo fece personalmente, recandosi a Roma, presso il Ministero. Un rifiuto dettato non dal ‘quieto vivere’ ma ‘per amore di posizioni nette’ (p. 125). Temeva, cioè, che la carica potesse limitare la sua libertà di pensiero e costringerlo a compromessi con il regime che era in fase di costruzione: è solo un caso che nel 1929, al momento della firma dei Patti Lateranensi, Modugno “tace in una Bari osannante” (p. 165)?

PELLEGRINO INTERIORE VERSO L’ASSOLUTO

A Bari Giovanni Modugno continua il suo ‘pellegrinaggio interiore’ da ‘viandante’ : “Erano appena passati 4 anni dalla sua nuova residenza barese e dal suo nuovo ruolo di direttore e d’insegnante presso l’Istituto Magistrale, e Modugno sentiva sempre di più il ‘bisogno di Dio’ […] La ‘conversione’ per Modugno non è stata un accadimento, un episodio casuale ed improvviso, è stata invece un’esperienza iniziata e vissuta fin dai suoi primi anni, giorno dopo giorno, nello studio, nella vita sociale, nella vita politica” (pp. 128 – 129). Non è casuale, in questo suo percorso di vita, la vicinanza con Mario Casotti (1896 – 1975): Modugno passa “da un cristianesimo laicizzato a un cristianesimo di fede nella resurrezione” (p. 137). In questo passaggio, la tragedia, cristianamente vissuta, della morte dell’amatissima figlia Pinuccia, il 22 novembre 1934. Alla morte della figlia, i genitori scoprono il suo diario e “con Pinuccia moriva la silenziosa testimone del sempre più chiaro pellegrinaggio veso la pienezza della fede […] Non conosciamo cosa provocò quella lettura e se abbia provato meraviglia nel constatare che la figlia credeva nell’immortalità dell’anima e nel ‘Regno di Dio’ ” (pp. 150 – 151).

Nel suo apostolato scolastico e sociale, Giovanni Modugno potette contare sul sostegno di Mons. Marcello Mimmi, arcivescovo di Bari dal 1933 al 1952: “Mentre il fascismo rivelava sempre di più il suo carattere totalitarista, Modugno, confortato dalla presenza del nuovo arcivescovo ed entusiasta del nuovo cristianesimo maritainiano, iniziava una inaspettata c 8iollaborazione con l’azione cattolica di Bari e Bitonto […] Modugno condivideva il metodo pastorale del suo arcivescovo il cui insegnamento partiva dal Vangelo per aiutare a vivere il tempo presente” (p. 186 – 189). Non a caso egli fu coinvolto anche come pedagogo di molti sacerdoti nel Seminario regionale di Molfetta, ma “nonostante l’amicizia con mons. Mimmi, la fiducia che riscuoteva da parte di alcuni sacerdoti, dei colleghi e l’ammirazione da parte di molti suoi studenti, Modugno ha sempre vissuto questo senso di solitudine, in parte dovuto anche al suo carattere riservato” (p. 197).

Quel carattere che gli fece declinare, dopo la caduta del fascismo, ogni incarico di natura politica, nonostante le molte offerte ricevute, per esempio, tra gli altri, dall’amico Tommaso Fiore (1884 – 1973), così come emerge la totale assenza di qualunque riferimento ad Aldo Moro, anch’egli di formazione maritainiana e molto stimato da mons. Mimmi.

Nei suoi ultimi anni, Giovanni Modugno “nel ‘Movimento Comunità’ dell’ingegnere Olivetti intravide la possibilità di tradurre un suo antico ideale […] Il concetto di liberazione, il primato dello sperituale che va da Platone a Gesù, sono state le ragioni che hanno caratterizzato il cammino di Olivetti e di Modugno. Anche questa era una consolazione spirituale per chi continuava a considerarsi un solitario!” (pp. 239 – 240).

Probabilmente, per Modugno anche Adriano Olivetti (1901 – 1960) era una di quelle ‘energie religiose secolarizzate’, come egli le chiamava, di cui è ben ricco l’epistolario e di cui viene reso ragione da VINCENZO ROBLES nel capitolo 14 (pp. 255 – 268): Gaetano Salvemini, Tommaso Fiore, Gioacchino Gesmundo, alunno di Modugno Regio Istituto Magistrale di Bari, Antonio Lucarelli, Mauro Carella, maestro di Canosa di Puglia.

GIOVANNI MODUGNO VIVANT

Modugno rimase per tutta la sua vita fedele alla sua missione educativa: ai suoi studenti, alle sue classi: “Dalla sua scuola di Bari Modugno collaborava con un gruppo straordinario di cattolici che, durante il fascismo, già creavano la nuova coscienza democratica degli italiani […] il suo ideale rimase sempre quello di educare alla libertà, all’uguaglianza, al rispetto della persona” (pp. 159 – 160). Sulla scorta dei suoi Autori prediletti, F. W. Foerster e J. Royce, educava i giovani tanto nella scuola quanto nella sua casa, “un vero laboratorio di pace e di coscienza critica” (p. 179) il suo.

Quella ‘coscienza critica’ di cui oggi – dopo oltre sessanta anni dalla sua morte – si avverte uno smisurato bisogno: il volume di VINCENZO ROBLES – cui c’è da augurare larghissima diffusione – ne rende seriamente consapevoli noi tutt*, uomini del XXI secolo, persone di scuola e no.


[1] CARLO DE NITTI (Bari, 03.11.1960), laureato in filosofia con GIUSEPPE SEMERARI (24.06.1983), opera nella scuola – docente prima (1986 – 2007) e dirigente scolastico poi (dal 2007 ad oggi) – da circa trentacinque anni, di cui più di venti nel capoluogo di Regione.

Nota 18 marzo 2021, AOODGPER 9256

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione Direzione generale per il personale scolastico – Ufficio V
Personale ATA

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali LORO SEDI
e, p.c. Al Capo di Gabinetto SEDE
Al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione SEDE
Alle Organizzazioni sindacali LORO SEDI

OGGETTO: Indizione della procedura di aggiornamento delle graduatorie di circolo e di istituto di terza fascia del personale ATA – triennio scolastico 2021-23.

Legge 18 marzo 2021, n. 35

Legge 18 marzo 2021, n. 35

Istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di coronavirus. (21G00044)

(GU Serie Generale n.67 del 18-03-2021)

La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato;

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Promulga la seguente legge:

Art. 1 Istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di coronavirus

1. La Repubblica riconosce il giorno 18 marzo di ciascun anno quale Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di coronavirus, di seguito denominata «Giornata nazionale», al fine di conservare e rinnovare la memoria di tutte le persone decedute a causa di tale epidemia.

2. In occasione della Giornata nazionale, in tutti i luoghi pubblici e privati e’ osservato un minuto di silenzio dedicato alle vittime dell’epidemia.

3. La Giornata nazionale non determina gli effetti civili di cui alla legge 27 maggio 1949, n. 260.

Art. 2 Sostegno alla ricerca scientifica

1. In occasione della Giornata nazionale, al fine di commemorare i lavoratori deceduti in servizio durante l’epidemia, i dipendenti delle amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, possono delegare l’amministrazione di appartenenza ad effettuare una trattenuta di importo corrispondente alla retribuzione loro spettante per una o piu’ ore di lavoro in favore del Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica, di cui all’articolo 1, comma 870, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, al fine di sostenere la ricerca scientifica.

2. La facolta’ di cui al comma 1 e’ riconosciuta anche ai lavoratori del settore privato.

3. Con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e, per quanto di sua competenza, con il Ministro per la pubblica amministrazione, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono disciplinate le modalita’ di applicazione delle disposizioni di cui ai commi 1 e 2.

Art. 3 Iniziative per la celebrazione della Giornata nazionale

1. Al fine di celebrare la Giornata nazionale, lo Stato, le regioni, le province e i comuni possono promuovere, nell’ambito della loro autonomia e delle rispettive competenze, anche in coordinamento con le associazioni interessate, iniziative specifiche, manifestazioni pubbliche, cerimonie, incontri e momenti comuni di ricordo, volti a commemorare la memoria di coloro che sono deceduti a causa dell’epidemia di coronavirus, favorendo in particolare le attivita’ e le iniziative rivolte alle giovani generazioni.

Art. 4 Celebrazione della Giornata nazionale negli istituti scolastici di ogni ordine e grado

1. Nella Giornata nazionale, le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, nell’ambito della loro autonomia, possono promuovere iniziative didattiche, percorsi di studio ed eventi dedicati alla comprensione e all’apprendimento dei temi relativi alla diffusione dell’epidemia di coronavirus e all’impegno nazionale e internazionale profuso per il suo contenimento e per garantire assistenza alle comunita’ e alle persone colpite.

Art. 5 Informazione radiofonica, televisiva e multimediale nella Giornata nazionale

1. La societa’ concessionaria del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale, secondo le disposizioni previste dal contratto di servizio, assicura adeguati spazi a temi connessi alla Giornata nazionale nell’ambito della programmazione televisiva pubblica nazionale e regionale.

Art. 6 Clausola di invarianza finanziaria

1. All’attuazione delle disposizioni previste dalla presente legge si provvede nell’ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie previste a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sara’ inserita nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato.

Data a Roma, addi’ 18 marzo 2021

MATTARELLA

Draghi, Presidente del Consiglio dei ministri

Visto, il Guardasigilli: Cartabia