Sicurezza, serve un protocollo serio: le scuole non sono uffici

da La Tecnica della Scuola

Per il rientro a scuola senza pericoli di contagio da Covid-19, i sindacati chiedono “uno specifico protocollo finalizzato a garantire che tale ripresa avvenga assicurando ad alunni e personale della scuola le indispensabili condizioni di sicurezza”.

In una nota congiunta, le organizzazioni sindacali Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gilda Unams, dicono che il protocollo predisposto sinora dalla ministra dell’Istruzione dovrà comunque “fissare un quadro nazionale di riferimento in base al quale ogni scuola, in ragione delle proprie specificità (tipologia di alunni, organizzazione del lavoro, strutture edilizie), dovrà definire puntuali indicazioni su dispositivi e norme di comportamento finalizzati ad una frequentazione sicura degli ambienti scolastici eliminando ogni rischio di diffusione del contagio”.

Il un lavoro particolare

“Di particolare rilievo – prosegue la nota è il fatto che contenuti e struttura riprendano il testo sottoscritto il 24 aprile tra parti sociali e governo. Analogo è anche il metodo che si intende seguire, valorizzando il confronto con le organizzazioni sindacali, come è stata la stessa ministra Azzolina a sottolineare; dunque un buon avvio, anche se il testo che ci è stato illustrato non tiene ancora sufficientemente conto delle tipicità di un ambiente di lavoro, la scuola, non assimilabile a un semplice ufficio pubblico, per la tipologia del lavoro svolto che implica la gestione di relazioni complesse indotte dalla consistente presenza di alunni, così come va più attentamente considerato lo specifico profilo di “comunità educante” con prerogative di autonomia”.

“Non sono pochi, inoltre, i punti segnati da indeterminatezza, in particolare per quanto riguarda la disponibilità delle risorse umane e finanziarie su cui è indispensabile poter far conto in modo certo per riuscire a garantire sicurezza e tutela della salute a oltre 9 milioni di persone tra lavoratori e studenti. Sono proprio i contenuti del protocollo, peraltro, a dimostrare che per ripartire in sicurezza la scuola avrà bisogno di risorse appositamente stanziate e di personale stabile e formato.

Tutte le richieste per avere sicurezza

Nel merito della bozza illustrata sono diversi i punti ritenuti fondamentali dai sindacati maggiori:

  • nell’immediato e fino alla conclusione dell’a.s. in corso: la conferma del lavoro a distanza e della presenza dei lavoratori nel posto di lavoro solo in caso di attività indispensabili e non differibili anche sulla base della Direttiva 3/2020 del Ministero della Pubblica Amministrazione;
  • l’indicazione degli aspetti ritenuti vincolanti per tutte le scuole, cui dare attuazione a livello di istituto attraverso la modifica del DVR (Documento di Valutazione dei Rischi)
  • la costituzione in ogni istituzione scolastica di una commissione formata da rappresentanti enti locali, medico competente, RSPP, RLS e rappresentanti sindacali, RSU e presidente del consiglio di istituto per il coordinamento delle competenze in merito a trasporti, orari, mense e servizi
  • la formazione e l’informazione dei lavoratori, assolutamente imprescindibili e accompagnati dalla fornitura dei dispositivi personali di protezione; indispensabile oltre alla modifica del DVR, la definizione di tutte le indicazioni di comportamento relative a ingresso e uscita da scuola, prescrizioni, segnalazioni;
  • la formazione al personale ATA sulla pulizia preliminare e periodica;
  • l’assegnazione di ulteriori fondi direttamente alle scuole per dpi per i lavoratori e per l’utenza, con particolare riferimento alla possibile presenza degli alunni/genitori nella conclusione dell’anno scolastico (esami, eventuale riconsegna materiali in comodato d’uso, consegna documentazione non inviabile per via telematica, ecc) e di soggetti esterni;
  • l’attivazione della contrattazione integrativa in ogni istituzione scolastica ed educativa (Art 22 comma 4 lettera c, c1 del CCNL Istruzione e ricerca);
  • la previsione di un tavolo nazionale permanente di confronto sull’applicazione del Protocollo per la scuola e per il suo aggiornamento;
  • l’informazione /formazione per genitori e studenti

Da parte delle organizzazioni sindacali è stata data la massima disponibilità a proseguire il confronto per apportare al testo le necessarie integrazioni e specificazioni. Poiché la scadenza di più immediato impatto sarà quella relativa agli esami di Stato, di cui è stato annunciato lo svolgimento in presenza, è stata posta l’esigenza che tutte le misure previste nel protocollo possa essere operative in tale circostanza, come condizione da cui non si potrà in alcun modo prescindere, ferma restando la preoccupazione per l’esiguo margine di tempo a disposizione per la messa in atto delle misure stesse.

A conclusione dell’incontro la Ministra Azzolina, dopo aver rimarcato il carattere assolutamente straordinario e inedito dell’emergenza che il Paese e la scuola sono chiamati ad affrontare, si è detta intenzionata a valorizzare il confronto con le parti sociali, a partire dalla definizione del protocollo di sicurezza, ma con piena disponibilità anche in prospettiva nell’ottica di una necessaria alleanza fra tutti i soggetti attivamente impegnati a sostegno di politiche volte a sostenere una presenza attiva, efficace e qualificata della nostra scuola.

Coronavirus, ridisegnare anche l’alternanza scuola-lavoro (ora PCTO)

da La Tecnica della Scuola

Se è vero che la Didattica a Distanza non può essere trascurata alla luce del fatto che vista la situazione incerta potrebbe essere utile a settembre per integrare se non addirittura supplire le lezioni in presenza, è altrettanto vero che bisognerà considerarla anche per i cd PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento), ovvero l’ex alternanza scuola-lavoro. L’alternanza, al di là, dei correttivi introdotti nel corso degli anni la si può considerare entrata a sistema.

Dunque a meno di non volere rinunciare all’obbligatorietà (è argomento previsto per gli esami di maturità) o ridurre drasticamente il monte ore, il Ministero dell’Istruzione dovrà occuparsene.

Sul web sono diverse le piattaforme che consentono agli studenti di svolgere esperienze formative in aziende virtuali quantificando anche il numero di ore trascorse. Si tratta di attività, ovviamente a pericolo zero per il rischio contagio, ma possono considerarsi sufficienti a sostituire (o  supplire) l’attività in presenza?

Vero è che il rischio contagio nelle aziende è molto alto e già per il lavoro è in vigore ed in continuo aggiornamento un “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” condiviso tra organizzazioni datoriali e sindacali.

A tale protocollo dovrebbero necessariamente adeguarsi anche gli studenti se dovessero entrare in azienda, ma è evidente che programmare tali attività da parte delle scuole per i rischi che comportano sembrerebbe davvero inopportuno.

Che ne sarà per il prossimo a.s. dunque di una didattica entrata a sistema che ha avuto fra l’altro in prima battuta un avvio molto discusso, che puntava ad integrare con esperienze lavorative pratiche le conoscenze acquisite in aula legando mondo del lavoro e scuola?

Piano sicurezza e riapertura scuole: misurazione della febbre e uscite delle classi distanziate di 15 minuti

da La Tecnica della Scuola

Il Ministero dell’Istruzione è al lavoro per la riapertura delle scuole a settembre. Un ritorno in piena sicurezza così come ha annunciato più volte la ministra Lucia Azzolina.

I tecnici del Ministero dell’Istruzione hanno presentato ai presidi e ai sindacati una “prima bozza” di protocollo sulla sicurezza per il rientro a scuola a settembre, testo che dovrà essere ora vagliato dalle parti sociali e poi inviato al Comitato tecnico scientifico e dovrà dare le sue valutazioni: “Siamo al lavoro con le parti sociali per studiare insieme tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza del personale e dei nostri studenti”, ha detto la ministra.

Piano sicurezza e riapertura scuole: misurazione della febbre e uscite delle classi distanziate di 15 minuti

Le mascherine sono raccomandate per tutti gli esterni, quindi si suggeriscono percorsi differenziati nei corridoi e ingressi delle classi distanziati. Ogni dirigente potrà individuare un’uscita diversa dall’entrata. Saranno limitati gli accessi dei genitori alla scuola e vietati gli assembramenti “in prossimità dei cancelli e delle entrate degli edifici scolastici”.

La responsabilità della sicurezza è in capo ai dirigenti scolastici: saranno i dirigenti scolastici a dover assicurare le informazioni utili e la formazione del personale e a redigere, quindi, un piano per la pulizia e la sanificazione di aule, uffici e corridoi. I capi d’istituto potranno chiamare, a titolo gratuito, professionisti, esperti di Sanità e pensionati per la gestione di questo aspetto.

Non solo. Sarà vietato l’ingresso a scuola per chi ha più di 37,5 gradi di temperatura e dovrà abbandonare l’ambiente chi ha sintomi di influenza. L’obbligo delle mascherine in classe e nei corridoi sarà previsto per tutti gli adulti che entrano negli edifici scolastici. Per gli studenti non c’è ancora un’indicazione. Agli esterni saranno riservati bagni diversi da quelli di docenti e studenti.

Il ministero, sollecitato dai sindacati, ha ipotizzato uscite distanziate di un quarto d’ora delle classi, ma gli stessi sindacati ritengono irrealizzabile l’indicazione: bloccherebbe gli istituti. La controproposta sarà quella di una scelta affidata ai singoli istituti.

A terra, all’interno degli edifici, saranno segnati i percorsi da seguire in caso di spostamento. Palestre e laboratori potranno essere usati per altre attività didattiche, di fronte alla necessità di trovare nuovi spazi per distanziare classi e alunni.

Per quanto possibile, raccomanda il Ministero, dovrà essere limitato l’ingresso nei locali scolastici dei visitatori esterni. Per i quali dovranno essere individuati servizi igienici appositi, diversi da quelli del personale e degli studenti. Tutto dovrà essere adeguatamente sanificato. Ciascuna scuola dovrà stabilire il cronoprogramma delle pulizie degli spazi e delle attrezzature

Il personale amministrativo, i docenti e gli stessi studenti che sono già risultati positivi al coronavirus potranno tornare in istituto con un certificazione medico da cui risulti che sono risultati negativi ai tamponi.

Anp: “Bozza presenta aspetti troppo incerti”

Secondo l’Associazione nazionale presidi, “la bozza proposta presenta aspetti troppo incerti ma ha apprezzato l’ampia disponibilità a rivederla”.

“Abbiamo ribadito che il protocollo è assolutamente necessario ma che deve essere privo di ambiguità e non deve presentare margini interpretativi che potrebbero comportare rischi per la salute collettiva, esponendo i dirigenti a responsabilità improprie. La nostra posizione sullo svolgimento in presenza dell’esame di Stato, già manifestata giorni addietro, non muta: se il Governo lo ritiene fattibile, se ne deve assumere tutte le responsabilità. I dirigenti delle scuole sono pronti, come sempre, a rispondere di quelle che gli competono, ma non di altre. Per questo sono necessarie regole chiare e, soprattutto, rispettose delle competenze e delle prerogative di ciascuno”, conclude la nota.

Nota unitaria dei sindacati

I sindacati, FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal e GILDA Unams, hanno emanato una nota unitaria: “Il protocollo dovrà fissare un quadro nazionale di riferimento in base al quale ogni scuola, in ragione delle proprie specificità (tipologia di alunni, organizzazione del lavoro, strutture edilizie), dovrà definire puntuali indicazioni su dispositivi e norme di comportamento finalizzati ad una frequentazione sicura degli ambienti scolastici eliminando ogni rischio di diffusione del contagio”.

“Di particolare rilievo – proseguono i sindacati – è il fatto che contenuti e struttura riprendano il testo sottoscritto il 24 aprile tra parti sociali e governo. Analogo è anche il metodo che si intende seguire, valorizzando il confronto con le organizzazioni sindacali, come è stata la stessa ministra Azzolina a sottolineare; dunque un buon avvio, anche se il testo che ci è stato illustrato non tiene ancora sufficientemente conto delle tipicità di un ambiente di lavoro, la scuola, non assimilabile a un semplice ufficio pubblico, per la tipologia del lavoro svolto che implica la gestione di relazioni complesse indotte dalla consistente presenza di alunni, così come va più attentamente considerato lo specifico profilo di ‘comunità educante’ con prerogative di autonomia. Non sono pochi, inoltre, i punti segnati da indeterminatezza, in particolare per quanto riguarda la disponibilità delle risorse umane e finanziarie su cui è indispensabile poter far conto in modo certo per riuscire a garantire sicurezza e tutela della salute a oltre 9 milioni di persone tra lavoratori e studenti. Sono proprio i contenuti del protocollo, peraltro, a dimostrare che per ripartire in sicurezza la scuola avrà bisogno di risorse appositamente stanziate e di personale stabile e formato”.

“La drammatica emergenza che ha investito il Paese – sottolinea ancora la nota – ha reso ancor più chiaro come strutture fondamentali della convivenza civile e sociale, quali la sanità e la scuola pubblica, rivestano natura di funzioni indispensabili per la comunità nazionale, da sostenere finalmente con forti politiche di investimento. Per questo è indispensabile che la scuola, con la ripresa delle attività in presenza che ne costituiscono tratto fondante e costitutivo, sia messa in condizione di poter rispondere con efficacia al compito di garantire il diritto costituzionale all’istruzione. Per ripartire nel modo giusto, occorre che al 1° settembre ogni scuola possa disporre in modo definito e stabile delle necessarie risorse di organico per tutti i profili professionali: docenti, personale ATA, dirigenti. Si dovrà tenere conto opportunamente di un fabbisogno su cui graverà anche la necessita di consistenti azioni di recupero rispetto alla difficoltà di completare efficacemente i percorsi formativi nell’anno in corso, stante il ricorso obbligato a una didattica a distanza generalizzata, la cui efficacia è stata spesso ostacolata da carenze di tipo infrastrutturale o relative alla disponibilità di dotazioni da parte delle famiglie in condizioni di maggior disagio. Le organizzazioni sindacali, nell’ottica di una tempestiva disponibilità e stabilità di tutto il personale in avvio d’anno scolastico, hanno riproposto la necessita’ di riconsiderare le procedure di reclutamento attualmente previste, nell’impossibilità di un loro svolgimento in tempo utile per il 1° settembre, adottando sia per il personale docente che per il personale ATA modalità che consentano di stabilizzare i precari con almeno tre annualità di servizio, così come gli assistenti amministrativi facenti funzione di DSGA da almeno tre anni. Appare opportuno, in vista dell’imminente confronto parlamentare, tenere conto degli emendamenti al Dl scuola, proposti da esponenti sia di maggioranza che di opposizione, volti a soddisfare le legittime attese di decine di migliaia di insegnanti precari. La previsione di concorsi per soli titoli e l’ampliamento del contingente destinato all’assunzione di insegnanti, da portare a 40 mila unità, rappresentano l’investimento principale sulle risorse umane che il ministero può fare nell’immediato. Alla gestione dell’emergenza in atto vanno date risposte in termini di investimenti finanziari da verificare in sede di Governo”.

“Da parte delle organizzazioni sindacali – conclude la nota – è stata data la massima disponibilità a proseguire il confronto per apportare al testo le necessarie integrazioni e specificazioni. Poiché la scadenza di più immediato impatto sarà quella relativa agli esami di Stato, di cui è stato annunciato lo svolgimento in presenza, è stata posta l’esigenza che tutte le misure previste nel protocollo possa essere operative in tale circostanza, come condizione da cui non si potrà in alcun modo prescindere, ferma restando la preoccupazione per l’esiguo margine di tempo a disposizione per la messa in atto delle misure stesse. A conclusione dell’incontro la ministra Azzolina, dopo aver rimarcato il carattere assolutamente straordinario e inedito dell’emergenza che il Paese e la scuola sono chiamati ad affrontare, si è detta intenzionata a valorizzare il confronto con le parti sociali, a partire dalla definizione del protocollo di sicurezza, ma con piena disponibilità anche in prospettiva nell’ottica di una necessaria alleanza fra tutti i soggetti attivamente impegnati a sostegno di politiche volte a sostenere una presenza attiva, efficace e qualificata della nostra scuola”.

Intercultura e Coronavirus, quando ripartiranno i prossimi programmi?

da La Tecnica della Scuola

I programmi di scambio organizzati da Intercultura hanno subito uno stop a seguito dell’emergenza Coronavirus.

Ma come ripartiranno i programmi di Intercultura dopo l’emergenza sanitaria?

Se lo stanno chiedendo molte famiglie e studenti, e a questi l’associazione ha risposto con alcune indicazioni.

Innanzitutto, ha spiegato cosa è stato fatto in questi mesi. I programmi di scambio sono stati tutti interrotti e i ragazzi interessati rimpatriati nei loro Paesi di provenienza. Si è trattato di più di 1.200 ragazzi italiani che si trovavano all’estero in oltre 60 Paesi e circa 500 studenti da tutto il mondo che partecipavano ai programmi in Italia. Nonostante le elevate spese necessarie per l’acquisto di nuovi biglietti aerei, l’Associazione si è fatta carico di tutti i costi aggiuntivi per i viaggi internazionali, senza riversare queste spese extra sulle famiglie.

Per i programmi all’estero con inizio previsto nei mesi estivi del 2020 bisognerà attendere ancora qualche settimana prima di avere maggiori informazioni, anche sulla base delle previsioni sui tempi di riapertura delle scuole nei vari Paesi e il ritorno a condizioni generali che consentano lo svolgimento dei programmi.

Anche per partecipare ai programmi di ospitalità di Intercultura e quindi accogliere un ragazzo o una ragazza da un altro Paese è necessario attendere ancora qualche settimana, perché la data effettiva di partenza del prossimo programma di ospitalità in Italia dipenderà necessariamente dalla data di riapertura delle scuole nel nostro Paese. In ogni caso, le famiglie interessate a richiedere informazioni e a inviare la propria candidatura possono continuare a farlo attraverso la sezione dedicata alle Famiglie Ospitanti del nostro sito

Infine, in merito ai programmi scolastici con inizio dall’estate 2021, ovviamente al momento non è possibile fare previsioni. Se sarà possibile ripartire, il bando uscirà come sempre durante l’estate con scadenza per iscriversi il 10 novembre.

Didattica on line, a settembre prove Invalsi per conoscere i livelli di competenze raggiunti dagli alunni

da La Tecnica della Scuola

All’inizio del prossimo anno scolastico, nel mese di settembre, si svolgeranno dei test Invalsi per certificare cosa è stato fatto nei mesi di scuola in cui si è attuata la didattica a distanza: si metteranno a disposizione dei docenti degli strumenti, su base volontaria e facoltativa, per capire cosa ha funzionato e non funzionato, ma soprattutto il punto di partenza degli allievi su alcune competenze. Lo ha annunciato la presidente di Invalsi Anna Maria Ajello, alla presentazione dei dati Ocse Pisa, rispondendo ad una domanda nel giorno della pubblicazione del Rapporto Ocse Pisa, presentato il 7 maggio, sul livello di conoscenze e abilità degli studenti di 15 anni.

Ajello: una valutazione attendibile

Secondo Ajello, si tratterà di arrivare ad una valutazione attendibile del percorso svolto. “È uno strumento che ci è stato sollecitato da molti docenti – ha detto -: ci sarà una quota di scuole che vuole saper quale è la gravità della ferita: quanto è il mancato apprendimento?”.

“C’è bisogno di una valutazione attendibile – ha spiegato – la valutazione infatti non è il lusso dei tempi agiati: c’è bisogno di dati analitici, spero si irrobustisca questa consapevolezza. Con la didattica a distanza c’è stata grande varietà ma questo non è sorprendente”.

Interventi di DaD troppo vari

C’è bisogno di capire cosa è stato fatto. “Data la varietà degli interventi – ha continuato Ajello – sarebbe necessario avere” un quadro di “cosa è successo, non per mettere alla gogna qualcuno bensì per fare il punto, prima di ricominciare a settembre per garantire agli studenti” un rientro più agevole.

“In questo periodo le differenze” sulle conoscenze e competenze si sono probabilmente “accentuate e l’unico modo per prendere atto è avere dei dati, alcuni punti fermi. Noi mettiamo a disposizione gli strumenti, perchè se ne possano servire i docenti, per certificare cosa si è fatto e cosa si è perso. Può servire agli insegnanti per fare un intervento, per chi ovviamente se ne voglia servire”.

Mazzoli: non sono i test di primavera

Il dottor Paolo Mazzoli, tra i massimi responsabili dell’Istituto nazionale di valutazione, ha aggiunto che “un conto sono le prove Invalsi che si svolgono a primavera”, un altro le prove d’inizio anno scolastico.

“A settembre, Invalsi metterà a disposizione degli strumenti, su base facoltativa, per avere informazioni per sapere a che punto si è a maggior ragione dopo mesi di didattica a distanza”.

Il 9 maggio si celebrano i 70 anni dell’Unione Europea

da La Tecnica della Scuola

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera di Elisa Colella, Dirigente Scolastica del Liceo Classico “M. Cutelli” di Catania, Scuola Capofila della Rete Nazionale dei Licei Classici, che richiama l’attenzione sulla ricorrenza del 9 maggio 2020, 70° anniversario della Fondazione dell’Unione Europea.

Il 9 maggio del 1950 a Parigi cominciava, con la dichiarazione di Schuman, il percorso verso l’integrazione degli stati europei. Con questo atto si ponevano le basi dell’attuale Unione Europea, ed è per questo che dal 1985 “la Festa dell’Europa” celebra la pace e l’unità in Europa.

Il 9 maggio dovrebbe essere una giornata per tutti gli europei che serva da celebrazione congiunta della nostra Unione, facendo sì che in ogni Paese Membro migliaia di persone possano commemorare la loro storia, celebrando la gioia di essere e di sentirsi europei.

Attraverso la Scuola che mi onoro di dirigere, il Liceo Classico Mario Cutelli di Catania, così come attraverso la Rete Nazionale dei Licei Classici, di cui sono Fondatrice e Presidente, promuovo e sostengo, ormai da anni, all’interno del mondo della Scuola tutte le iniziative che possano costituire un valido contributo al fine di sensibilizzare le giovani generazioni sul percorso storico-culturale che ha condotto all’attuale configurazione geopolitica dell’Unione, perché si possano sentire con orgoglio parte integrante di questo processo.

È anche per tale scopo che il Liceo Classico Cutelli di Catania  si è fatto promotore, presso i propri giovani, di prestigiose iniziative culturali di carattere internazionale e intercontinentale, tese a coinvolgere studenti di tutto il mondo, come il prestigioso progetto di “knowledge sharing” (IBSSSEP) del Rosebank College di Sidney, o ancora il progetto Act for Peace che ha visto partecipare i nostri studenti insieme ai loro coetanei rumeni, turchi, polacchi e spagnoli, nell’intento di  condividere e promuovere buone pratiche per favorire la Pace e l’inclusione attraverso il ricco e variegato dialogo interculturale. Una solida rete, un Club for Peace, di giovani e meno giovani, per accrescere attraverso scambi e reciproche intese la “competenza simbolica2, l’armonia tra le varie anime che compongono gli stati membri, valorizzando le diversità per giungere alla conferma di una comunità solidale e unita.

La costituzione di Reti e di Partenariati offre molteplici opportunità di condivisione in un ampio confronto multiculturale che si snoda attraverso percorsi comuni finalizzati al raggiungimento di obiettivi superiori, quali la competenza sociale e civica, personale e sociale, multilinguistica, una piena cittadinanza europea attiva e consapevole, nella finalità ultima di contribuire alla formazione di giovani ambasciatori e mediatori di crescita e di pace, capaci di favorire uno sviluppo equo e di rimuovere i conflitti. Tra le attività che ho ritenuto valide per la promozione dei principi di unità e cooperazione, particolare menzione meritano alcuni progetti: “La Scuola d’Europa a Ventotene”, iniziativa ideata e curata dall’Associazione Nuova Europa, attraverso la quale è stato possibile alimentare il dibattito sul “principio della libertà”; “European Teenagers and Healthy Life Styles”, progettato dal liceo Cutelli, dove studenti provenienti da diversi Stati Membri, si sono confrontati nelle stanze del Parlamento Europeo analizzandone i meccanismi di funzionamento e acquisendone le procedure di azione, nel corso delle sessioni di simulazione delle attività del Parlamento Europeo, confrontandosi sui temi dei cambiamenti climatici e sugli stili di vita degli adolescenti, presentando idee e mozioni, proposte di negoziazioni, proprio come accade per i membri del Parlamento Europeo (MEPs Members of European Parliament). Ed ancora, percorsi didattici di alta formazione centrati sulla simulazione dei lavori dell’Assemblea  Generale delle Nazioni Unite; ed infine la Rete Nazionale “Laboratorio di Cittadinanza”, istituita dal Liceo Classico Mamiani di Roma, alla quale aderiscono tra le altre, diverse scuole della Rete Nazionale dei Licei Classici. 

È così che le studentesse e gli studenti, attraverso metodologie particolarmente efficaci, dal brainstorming al debate, oggi anche attraverso la DaD, hanno quindi modo di confrontarsi e di ipotizzare la costruzione di un modello di Europa del futuro, che possa corrispondere ai sogni di un adolescente del 2020. 

Il 9 maggio del 2020 vogliamo ancor più celebrare la pace e l’unità, invitando i nostri giovani ad immaginare l’Europa del futuro tenendo fortemente saldi quei valori umani, morali e sociali che possano garantire attraverso la solidarietà tra i popoli, l’inclusione, la tolleranza, la giustizia, l’equità, la difesa della dignità dell’Uomo nel mondo”.

Concorsi scuola 2020: le spese di segreteria che entrano nelle casse del Ministero

da Tuttoscuola

Per partecipare ai concorsi scuola i candidati, contestualmente alla presentazione della domanda, hanno l’obbligo di versare un contributo per spese di segreteria di importo variabile in base alla tipologia di concorso e alla quantità di procedure scelte.

Il pagamento deve essere effettuato esclusivamente tramite bonifico bancario sul conto intestato a:

sezione di tesoreria 348 Roma succursale IBAN – IT 71N 01000 03245 348 0 13 3550 05 Causale: «diritti di segreteria per partecipazione ……………………………..- nome e cognome – codice fiscale del candidato» oppure attraverso il sistema «Pago In Rete», il cui link sarà reso disponibile all’interno della «Piattaforma concorsi e procedure selettive», e a cui il candidato potrà accedere all’indirizzo https://pagoinrete.pubblica.istruzione.it/Pars2Client-user/.

Per i concorsi infanzia e primaria: pagamento di  un contributo di segreteria  pari  ad  euro  10,00  per  ciascuna  delle procedure per cui si concorre.

Poiché un candidato può virtualmente chiedere di partecipare in una medesima regione fino a quattro procedure concorsuali, il pagamento in una unica soluzione e con la distinta causale per le procedure scelte dovrebbe versare 40 euro.

Complessivamente si può stimare un incasso complessivo di circa un milione di euro.

Per il concorso straordinario di scuola secondaria, se il candidato concorre per più procedure mediante la presentazione di un’unica istanza con l’indicazione delle procedure concorsuali cui intende partecipare in un’unica regione sia per il sostegno del primo e del secondo grado sia per una classe di concorso, per ogni procedura euro 40 per ciascuna delle procedure cui si concorre.

Complessivamente si può stimare un incasso complessivo di circa quattro milioni di euro.

Per il concorso ordinario di scuola secondaria, se il candidato concorre per più procedure mediante la presentazione di un’unica istanza con l’indicazione delle procedure concorsuali cui intende partecipare in un’unica regione sia per il sostegno del primo e del secondo grado sia per una classe di concorso, per ogni procedura euro 10 per ciascuna delle procedure cui si concorre.

Complessivamente si può stimare un incasso complessivo di circa un milione di euro.

Infine per la procedura finalizzata al conseguimento dell’abilitazione è dovuto un diritto di segreteria di 15 euro.

Complessivamente si può stimare un incasso complessivo di circa mezzo milione di euro.

#PalermoChiamaItalia: pronta a salpare la Nave della Legalità virtuale

da Tuttoscuola

È intitolata “il coraggio di ogni giorno” ed è dedicata all’impegno di tutti i cittadini che in questi mesi di emergenza del Paese, con responsabilità e sacrificio, hanno operato per il bene della collettività la manifestazione organizzata dal Ministero dell’Istruzione e dalla Fondazione Falcone, il 23 maggio, per commemorare le vittime delle stragi mafiose di Capaci e via D’Amelio. Il programma della giornata è stato presentato nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato il Presidente della Rai Marcello FoaMaria Falcone, Presidente della Fondazione Falcone, Tina Montinaro, Presidente dell’associazione Quarto Savona Quindici, il Capo della Polizia Franco Gabrielli, il Procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de RahoMarcello Ciannamea, Direttore Distribuzione Rai, Roberto Sergio, direttore Radio Rai e Lucia Azzolina, Ministra dell’Istruzione.

Le celebrazioni del XVIIIesimo anniversario degli attentati mafiosi, costati la vita al giudice Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo, al giudice Paolo Borsellino e agli agenti di scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Vito Schifani, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi e Claudio Traina, assumeranno necessariamente una forma diversa dal passato a causa delle restrizioni necessarie per contenere la diffusione del virus Covid-19.

“In questa drammatica emergenza – ha spiegato la professoressa Falcone – si è scelto di celebrare il coraggio degli italiani che si sono messi al servizio del Paese in uno dei momenti più drammatici della sua storia recente. Medici, infermieri, esponenti delle forze dell’ordine, insegnanti, militari, volontari della Protezione civile, farmacisti, commercianti, rider, impiegati dei supermercati. Donne e uomini che hanno reso straordinario il loro ordinario impegno mostrando un’etica del dovere che richiama uno dei più grandi insegnamenti che ci ha lasciato Giovanni Falcone ”.

Ruolo fondamentale nel racconto di questo 23 maggio avrà la Rai, ormai da anni partner della Fondazione Falcone e del Ministero dell’Istruzione nelle commemorazioni della strage di Capaci e via D’Amelio, con un palinsesto denso di appuntamenti – approfondimenti, documentari, film – che partirà dal 18 maggio e culminerà il 23 maggio con due trasmissioni in diretta su Rai Uno: “Uno Mattina in Famiglia” e “Rai sì”.  “La Rai – ha affermato il presidente della televisione pubblica Marcello Foa – partecipa con convinzione all’impegno del sistema Italia contro le mafie”. Ricordando i giorni delle stragi di Capaci e di Via D’Amelio, Foa ha anche osservato: “Sappiamo quanto quelle due date siano impresse nella memoria collettiva degli italiani, quanta rabbia suscitarono in noi. Ma ricordiamo anche lo straordinario spirito che pervase il Paese e come tutti ci stringemmo intorno allo Stato che seppe rispondere con efficacia alla sfida che gli era stata lanciata”.

La trasmissione “Uno Mattina in famiglia” narrerà un racconto che si muoverà tra passato e presente. Nella mattinata verrà rivissuto virtualmente il viaggio che la Nave della Legalità ogni anno ha fatto salpando da Civitavecchia e raggiungendo Palermo con a bordo migliaia di ragazzi. Quest’anno la Nave Splendid della SNAV, usata tradizionalmente per questo evento, è stata trasformata in ospedale galleggiante per gli ammalati di Covid-19. Verranno raccolte le testimonianze delle scuole che hanno partecipato negli anni scorsi al viaggio e i racconti di docenti e studenti che, nonostante l’emergenza, hanno proseguito la didattica da remoto, dimostrando che la scuola non si è fermata e ha reagito con coraggio e impegno.

Un impegno sottolineato dalla Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. “La scuola – ha ribadito la Ministra – ha un ruolo fondamentale nella lotta contro la mafia. Spesso è l’unico avamposto dello Stato, l’unico riferimento di legalità per chi vive in ambienti difficili. E in questo periodo, seppur a distanza, continuiamo a essere presenti, a battere palmo a palmo il territorio nazionale perché nessuno sia lasciato indietro. Con la Nave della Legalità, anzi, vogliamo coinvolgere in questo racconto virtuale ancora più studenti rispetto a quanto fatto negli anni scorsi”.

Nel pomeriggio del 23 maggio, nel corso della trasmissione “Rai sì”, verranno ricordati gli agenti caduti a Capaci e in via D’Amelio con la deposizione di una corona di fiori presso il reparto scorte della Caserma Lungaro di Palermo, a cui prenderà parte Tina Montinaro, moglie di Antonio, il capo scorta del giudice Falcone. Sono previsti inoltre gli interventi dei vertici delle istituzioni e di esponenti del mondo dell’associazionismo antimafia. Parte fondamentale della trasmissione saranno le videointerviste e i collegamenti con quanti, in questo periodo di emergenza, giorno dopo giorno, hanno svolto e svolgono il proprio dovere anche a rischio della vita, per spirito di servizio. Alle 17.58, come ogni anno, ma stavolta senza la partecipazione dei cittadini, ci sarà il tradizionale momento del “Silenzio” sotto l’Albero Falcone, suonato da un trombettista della Polizia di Stato.

La Fondazione Falcone, vista l’impossibilità di organizzare cortei e raduni, ha organizzato infine un flash-mob per ricordare ed esprimere un pensiero di gratitudine a chi, nella lotta alla mafia, o nella dura battaglia contro la pandemia, ha fatto la propria parte. Nei giorni precedenti il 23 una serie di artisti, attori e musicisti italiani con piccoli video, che verranno trasmessi sui canali social della Fondazione Falcone, del Ministero dell’Istruzione e di PalermoChiamaItalia inviteranno i cittadini ad appendere un lenzuolo bianco dal balcone di casa e ad affacciarsi tutti insieme alle ore 18.

Il Ministero dell’Istruzione e la Fondazione Falcone racconteranno questo 23 maggio sui canali social attraverso gli hashtag #23maggio2020#PalermoChiamaItalia #FondazioneFalcone e #ilcoraggiodiognigiorno. Per ulteriori informazioni e dettagli sul programma è possibile consultare le pagine www.miur.gov.it e www.fondazionefalcone.it. Sui due siti saranno progressivamente caricati materiali, foto, schede.

La manifestazione di commemorazione delle stragi  mafiose del ’92 è promossa dal 2002 dal Ministero dell’Istruzione (MI) e dalla Fondazione Falcone e rientra in un percorso del Ministero dell’Istruzione per incoraggiare nelle scuole attività didattiche mirate alla cultura del rispetto e della legalità e per una cittadinanza attiva e responsabile. #PalermoChiamaItalia è stata realizzata negli anni anche grazie alla fattiva e quotidiana collaborazione fornita da Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza. L’evento in questi anni è andato arricchendosi di importanti contributi grazie agli accordi firmati con l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), la Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), l’Associazione Nazionale Magistrati (ANM).

Un impegno confermato anche quest’anno dal Procuratore Cafiero de Raho, il quale, nel corso della conferenza stampa, ha sottolineato come, approfittando della crisi sanitaria che stiamo vivendo, le mafie “ricerchino consenso sociale e facciano reclutamento”. “Le mafie approfittano della sofferenza”, ha ricordato il Procuratore della DNA, per affermare che quella del 23 maggio è “una celebrazione quanto mai importante giacché aiuta i giovani a capire che i nostri modelli vanno cercati tra chi ha guardato al bene comune”. All’emergenza Covid-19 ha fatto riferimento anche il capo della Polizia Franco Gabrielli. “Viviamo un tempo sospeso – ha osservato – e sarebbe stato semplice passare oltre la data del 23 maggio. Invece, la Rai, il Ministero dell’Istruzione e la Fondazione Falcone hanno lavorato per ancorarci a due momenti che sono stati tragici per la nostra storia, ma che hanno rappresentato anche una ripartenza. Il Paese oggi deve trovare le forze per reagire, e i caduti di quella tragica stagione del ’92 sono modelli a cui ispirarci”.

Nota 8 maggio 2020, AOODGRUF 11801

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali Direzione Generale per le risorse umane, finanziarie e i contratti – Ufficio IX

Ai Revisori dei conti delle Istituzioni scolastiche ed educative statali in rappresentanza MI
LORO E-MAIL
e, p.c.
Alle Istituzioni scolastiche ed educative LORO E-MAIL
Agli Uffici Scolastici Regionali LORO E-MAIL ISTITUZIONALE
Alle OO.SS. – Comparto Scuola LORO E-MAIL
Alle OO.SS. – Comparto Ministeri LORO E-MAIL

Oggetto: Evoluzione del servizio di assistenza e consulenza su tematiche amministrativo- contabili “Help Desk Amministrativo Contabile” (HDAC) – Abilitazione delle funzioni di visualizzazione ai Revisori dei conti presso le Istituzioni scolastiche ed educative statali.

Pago in Rete

Nota 8 maggio 2020, AOODGCASIS 1125

Chiarimenti adesione alla Piattaforma PagoPA e scadenza del termine di cui all’art. 65, comma 2, del D.lgs n. 217/2017


Il Ministero dell’Istruzione mette a disposizione delle scuole il sistema centralizzato “Pago In Rete”, collegato alla piattaforma PagoPA che, dal prossimo 30 giugno, sarà utilizzata per l’erogazione di tutti i pagamenti verso le Pubbliche Amministrazioni.

Tutti gli adempimenti sono già stati svolti dal Ministero e non è prevista nessuna attività formale a carico delle istituzioni scolastiche per l’adesione alla piattaforma. Tramite “Pago in rete” sarà possibile gestire per via telematica oneri e tasse a favore delle scuole o del Ministero.

“Pago In Rete” è già integrato con le principali soluzioni software di fornitori privati in uso presso le scuole e interagisce direttamente con PagoPA, come spiegato dalla nota n. 1125 dell’8 maggio 2020

Per gli istituti la piattaforma vuole essere un mezzo per gestire i versamenti e monitorarne con efficacia il flusso, con risparmio di tempo e risorse. Il servizio consente di notificare i pagamenti per i servizi scolastici erogati e garantire un quadro aggiornato in tempo reale della situazione dei pagamenti stessi.

Tramite “Pago in Rete” le famiglie potranno effettuare tutti i versamenti per le tasse scolastiche, i viaggi di istruzione, le visite guidate, e ancora per la quota assicurativa annuale, le mense, le attività extracurriculari e i contributi volontari. Tutto a portata di pc, tablet o smartphone, in qualsiasi momento della giornata. Dopo la prima registrazione si potrà utilizzare il servizio anche con Spid.

Con un unico strumento sarà possibile emettere il titolo di pagamento e notificarlo alle famiglie, che attraverso la piattaforma procederanno al versamento da smartphone o altro dispositivo. La transazione effettuata entrerà immediatamente nelle scritture contabili della scuola, senza la necessità di tempi aggiuntivi.

La piattaforma permetterà anche a tutti i cittadini di effettuare versamenti destinati al MI, ad esempio tasse per partecipare ai concorsi del Ministero dell’Istruzione e il bollo per il riconoscimento dei titoli di studio esteri.

Sono previsti già dal mese di maggio webinar per illustrare la piattaforma e fornire le prime istruzioni per configurare e gestire le procedure telematiche. Inoltre è attivo il numero verde di assistenza 800 903 080 (lunedì-venerdì ore 8:00-18:30, sabato ore 8:00-13:00) ed è possibile inviare richieste via web attraverso il link https://sidi.pubblica.istruzione.it/sidi-web/assistenza. A breve sarà anche disponibile una piattaforma di collaborazione su cui poter condividere contenuti, commenti, suggerimenti e informazioni accessibili a tutti.

L’intervento rientra nelle attività di coordinamento strategico dello sviluppo del sistema informativo affidate, nell’ambito del Codice dell’Amministrazione Digitale, al Responsabile della Transizione al Digitale del Ministero dell’Istruzione (RTD) con l’obiettivo di promuovere la trasformazione digitale dell’Amministrazione.

Nota 8 maggio 2020, AOODGCASIS 1125

Ministero dell’Istruzione
Responsabile per la transizione al digitale

Alle istituzioni scolastiche ed educative statali
LORO E-MAIL
e, p.c. Agli Uffici Scolastici Regionali
LORO E-MAIL

Oggetto: Chiarimenti adesione alla Piattaforma PagoPA e scadenza del termine di cui all’art. 65, comma 2, del D.lgs n. 217/2017