Prove Invalsi, ecco l’emendamento che ne cancella l’obbligo per la Maturità

da Orizzontescuola

di redazione

La senatrice del M5S, Bianca Laura Granato, presenta su Facebook due emendamenti al Decreto scuola: il secondo riguarda la cancellazione dell’obbligo delle prove Invalsi per la Maturità.

Il primo emendamento permette la provincializzazione delle graduatorie di istituto, l’aggiornamento e la riapertura a nuovi inserimenti in III fascia

Il secondo emendamento cancella l’obbligo delle prove INVALSI per gli esami di stato, introdotto sempre dalle deleghe Fedeli legate alla ignobile “Buona scuola”.

Ricordiamo che fino ad ora la partecipazione degli studenti alle prove Invalsi è obbligatoria per l’ammissione agli Esami di Stato, anche se i risultati delle prove saranno utilizzati solo a livello di scuola, non andranno a confluire nel curriculum dello studente.

Si attende l’iter del decreto scuola per sapere se l’emendamento farà parte del provvedimento finale.

Assunzioni su posti Quota 100, graduatoria aggiuntiva e call veloce: tutte le novità del piano di assunzioni 2020

da Orizzontescuola

di redazione

Immissioni in ruolo docenti settembre 2020: i decreti del Ministero non ci sono ancora, ma le novità saranno numerose.

Le novità sono contenute nella legge 159/2019. Novità di cui forse sarà meglio tener conto in vista della scelta della regione in cui svolgere il concorso.

Siamo in attesa delle immissioni in ruolo su posti Quota 100. Già autorizzate, potrebbero svolgersi entro fine maggio.

In estate si svolgerà poi la procedura consueta sul numero dei posti che sarà autorizzato dal MEF per l’anno scolastico 2020/21.

Le immissioni in ruolo saranno suddivise, come sempre, tra GaE e concorsi (50 e 50).

Gli eventuali posti non assegnati dalle GaE passano ai concorsi 2016/18.

Per le graduatorie del concorso (straordinario) riservato ai docenti abilitati bandito nel 2018 ai sensi del co. 3 dello stesso art. 17 del Decreto L.vo 59/2017 va messo in evidenza che al netto dei posti coperti con le graduatorie dei concorsi ordinari banditi nel 2016,  è destinato l’80% per gli a.s. 2020/2021 e 2021/2022 sino a integrale scorrimento di ciascuna graduatoria di merito regionale.

Terminata questa fase, per la secondaria, si passa alle assunzioni da concorso straordinario 2020.

I posti del concorso sono 24.000. Quanti di questi potranno essere attribuiti nel 2020/21?

Al concorso straordinario spetta il 50% dei posti residuati dalla fase precedente, fino ad arrivare alla copertura di tutta la graduatoria (24.000 posti). L’eventuale posto dispari è destinato alla procedura concorsuale ordinaria.

Proroga Graduatorie di merito 2016

Le graduatorie di merito, compreso elenco idonei, del concorso 2016, sia infanzia primaria che secondaria, sono state prorogate di un ulteriore anno. In questo modo la validità delle graduatorie diventa quinquennale.

Call veloce

I docenti già inseriti nelle GaE, nelle graduatorie dei concorsi 2016 e 2018 possono presentare istanza al fine dell’immissione in ruolo in territori diversi da quelli di pertinenza delle medesime graduatorie.

Si potrà scegliere una o più province di una medesima regione, per ciascuna graduatoria di provenienza.

Inserimento docenti in fascia aggiuntiva

I docenti collocati nelle graduatorie e negli elenchi aggiuntivi del concorso 2016 e 2018 sia primaria e infanzia che secondaria possono, a domanda, essere inseriti in una fascia aggiuntiva ai concorsi straordinario 2018 per infanzia e primaria e straordinario 2018 secondaria per docenti abilitati, anche in regioni diverse da quella di pertinenza della graduatoria o dell’elenco aggiuntivo di origine.

Vincolo nella scuola diventa di cinque anni

A decorrere dalle immissioni in ruolo dell’anno scolastico 2020/21, scatta il vincolo quinquennale di permanenza nella scuola.

Non sarà possibile richiedere trasferimento, assegnazione provvisoria o utilizzazione in altra scuola prima di cinque anni di effettivo servizio nella scuola di titolarità.

Non sarà possibile usufruire neanche dell’art. 36, che permette di accettare per tre anni supplenza su altro ruolo o classe di concorso.

Sono esclusi da queste norme i docenti che si trovino in situazioni sopravvenute di esubero o soprannumero.

La disposizione non si applica al personale di cui all’articolo 33, commi 3 e 6, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, purché le condizioni ivi previste siano intervenute successivamente alla data di iscrizione ai rispettivi bandi concorsuali ovvero all’inserimento periodico nelle graduatorie di cui all’articolo 401 del presente testo unico.

Le disposizioni non si applicano a docenti assunti prima dell’anno scolastico 2020/21, a meno che non avessero già vincolo (dm 631/2018).

Rientro a scuola, protocollo sulla sicurezza. Sindacati convocati l’8 maggio

da Orizzontescuola

di redazione

Rientro a scuola: al momento sappiamo che le lezioni in presenza non riprenderanno per quest’anno scolastico e che le disposizioni per il personale ATA sono in vigore fino al 17 maggio.

Il lavoro agile rimane la modalità di lavoro ordinaria, fino a nuova disposizione.

Nel frattempo bisogna pensare anche al rientro. Rientro dettato dalla scelta – se le condizioni epidemiologiche lo consentiranno – di far svolgere gli esami di Stato delle classi V della scuola secondaria di II grado in presenza.

Una scelta che lascia perplessi gli operatori della scuola, e per la quale si attende di leggere la specifica ordinanza.

In linea generale, non tanto per la situazione specifica degli esami, i sindacati hanno richiesto al Ministero di redigere un protocollo specifico sulla sicurezza nelle scuole.

I sindacati sono stati convocati per un tavolo di confronto giovedì 8 maggio.

Coronavirus: 28mila finora i contagi sul lavoro da fine febbraio, ci sono anche Dirigenti e bidelli. Rapporto Inail

da Orizzontescuola

di redazione

Tra il 21 febbraio e il 21 aprile sono stati denunciati all’INAIL più di 28mila contagi sul lavoro. Le info da un rapporto INAIL pubblicato a ridosso del 1° maggio.

I dati INAIL

Il 45,7% delle denunce riguarda la categoria dei “tecnici della salute” infermieri e fisioterapisti, seguita da operatori socio-sanitari (18,9%), medici (14,2%) operatori socio-assistenziali (6,2%) e personale non qualificato nei servizi sanitari e di istruzione (4,6%).

Per quanto riguarda l’istruzione l’INAIL inserisce il settore in due categorie:

Personale non qualificato nei servizi sanitari e di istruzione (ausiliario, portantino, bidello…) con 1,2% totale di casi denunciati

e poi Direttori, Dirigenti ed equiparati dell’Amministrazione pubblica e dei servizi di sanità, istruzione e ricerca 0.9% totale

Non sappiamo all’interno di queste percentuali quanti siano i lavoratori della scuola contagiati nella sede di lavoro.

Il rapporto completo

N.B. La parola “bidello” per indicare i lavoratori della scuola è utilizzata nel rapporto INAIL, non è una licenza della redazione di Orizzonte Scuola.

Indicazioni per la fase 2

Insegnanti e studenti non rientreranno in classe fino alla fine dell’anno scolastico.

Per quanto riguarda il personale ATA, le indicazioni al momento si fermano al 17 maggio (DPCM 26 aprile 2020). Il lavoro agile continua ad essere la modalità ordinaria e il personale deve recarsi in sede esclusivamente per attività che richiedano necessariamente la presenza, ma deve essere posto nelle condizioni di sicurezza previste dai protocolli d’intesa tra il Ministro per la pubblica amministrazione e CGIL, CISL, UIL 3 aprile 2020 e CSE, CIDA, COSMED e CODIRP 8 aprile 2020, “Protocollo di accordo per la prevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici in ordine all’emergenza sanitaria da “Covid-19”

Rientro a settembre: l’idea di Azzolina non piace, protestano le famiglie

da La Tecnica della Scuola

Mentre la ministra Lucia Azzolina sta già tornando indietro rispetto alle dichiarazioni di poche ore fa sulle modalità di rientro a settembre, si moltiplicano commenti e prese di posizione.
Il ministro dell’Università Gaetano Manfredi è il più cauto e afferma: “Credo ci dovremo abituare per la ripresa a settembre a una certa rotazione dei ragazzi. Ci vuole un po’ di sacrificio da parte di tutti e credo che vanno privilegiati soprattutto i più piccoli, quelli che hanno più bisogno di avere un contatto diretto con la scuola, con un insegnante, e cercare di alleggerire la pressioni con quelli più adulti maggiormente in grado di potersi di potersi gestire a distanza”.
E sulla didattica a distanza Manfredi aggiunge: “L’esperienza del digitale sicuramente potrà presentare per il futuro una buona integrazione delle attività formative”.

Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente di Pro Vita e Famiglia, sono netti: Metà studenti in classe e metà a casa significa solo ‘metà istruzione’. Le famiglie dicono no alla didattica mista che lei oggi ha ipotizzato tra le possibilità sul tavolo, dannosa per i bambini sia sotto l’aspetto relazionale, pedagogico e psicologico che dal punto di vista della capacità di attenzione oltre che per la salute”.

Brandi e Coghe colgono anche l’occasione per spezzare una lancia a favore del sistema paritario: “Stupisce che non solo non si stiano aiutando le scuole paritarie ad affrontare l’emergenza in cui si trovano, ma che neanche si pensi ai bambini e ragazzi in una prospettiva di gestione efficiente e possibile grazie al tempo estivo che ci si trova di fronte. La didattica a distanza inoltre sta creando una voragine tra studenti agiati e studenti con disabilità e fragilità socio economiche. Non possiamo accettarlo. Se a settembre non ripartiranno le scuole in sicurezza, scenderemo in piazza a far sentire la nostra voce”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Mirko De Carli, Coordinatore Alta Italia del Popolo della Famiglia“Noi continuiamo a proporre un piano di rientro graduale e volontario già a partire dalle prossime settimane, proprio per evitare un rientro critico a settembre auspicando che Conte pratichi azioni di buon senso ricordandosi che le famiglie e i ragazzi sono i veri utenti di un servizio pubblico a cui la politica deve rendere conto, senza dimenticare che va sostenuta la scuola pubblica tutta, sia quella statale che quella paritaria”.

Cosimo Maria Ferri, deputato di Italia Viva e  membro della Commissione della Camera, dichiara: “Non si può scaricare sulle famiglie il nuovo progetto dell’anno scolastico e per questo non sono d’accordo con la proposta della Ministra Azzolina; mi aspettavo una visione più efficace e che si pensasse ai ragazzi e alle famiglie. Occorre puntare su una riorganizzazione delle classi, su assunzione di nuovo personale docente e non, su investimenti strutturali sulle scuole, molte delle quali hanno gli spazi e possono garantire in sicurezza l’inizio dell’anno scolastico”.
“Dalla Ministra – conclude Ferri – mi sarei aspettato uno stimolo forte a rendere sicure le scuole, a chiedere interventi straordinari in edilizia scolastica, a riaprire scuole chiuse da tempo, a sdoppiare le classi, garantendo le distanze, magari riducendo l’orario, togliendo il tempo pieno ed utilizzando il sabato, accorciando l’ora scolastica”.

Riapertura scuole, Azzolina: “La salute prima di tutto, a lavoro per settembre”

da La Tecnica della Scuola

La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, con un post sul proprio profilo Facebook, ritorna sulla discussione riguardante la riapertura delle scuole a settembre. Nel pomeriggio, a Sky Tg24, è intervenuto il capo della task force ministeriale, Patrizio Bianchi. Adesso la ministra sottolinea alcune aspetti della vicenda: “Dopo il mio intervento di ieri a Sky si è aperto un ampio dibattito sul rientro a settembre. Bene. Vuol dire che finalmente tutti sono davvero interessati alla scuola e al suo futuro. Anche chi, in passato, l’ha sottoposta a tagli lineari o ha dimenticato di occuparsene come avrebbe dovuto e aveva promesso di fare. Le difficoltà che viviamo oggi sono frutto di trascorsi che tutti conosciamo”, afferma la ministra.

“In questi mesi così complessi la scuola ha riaffermato la propria importanza, la propria centralità. Abbiamo un’occasione unica per rimetterla al centro. Per investire risorse e innovarla, sotto il profilo degli spazi e della didattica. Abbiamo cominciato a farlo. Con l’emergenza che avanzava, invece di fermarci abbiamo rilanciato subito, accelerando la spesa sulla digitalizzazione: abbiamo messo 85 milioni di euro con il Cura Italia e altri 80 con i fondi Pon per la didattica a distanza. Abbiamo accelerato anche sull’edilizia: a marzo sono stati stanziati 510 milioni di euro, altri 320 li abbiamo ripartiti fra le Regioni ad aprile, poi ci sono altri 855 milioni destinati a Province e Città Metropolitane. Stiamo facendo in modo che i cantieri possano andare veloci, ora che è prevista la loro ripartenza. Bisogna aprire le aule oggi chiuse, mettere le strutture in sicurezza. Ma serve la collaborazione di tutti”, continua.

E poi: “Ieri hanno fatto discutere alcune mie proposte per la riapertura di cui ho parlato in tv. Non sono decisioni già prese o imposte, sono elementi di dibattito, basati sul lavoro che stiamo portando avanti con il Comitato di esperti che sta collaborando con il Ministero per la ripresa delle attività e il Comitato tecnico scientifico che supporta il Governo dall’inizio dell’emergenza. Di questo ho parlato ieri, di proposte. Le critiche sono sempre utili, basta che non siano pretestuose”.

In particolare Azzolina scrive: “Certo, ci sarebbe piaciuto poter riaprire tutto e farlo subito. Il Presidente del Consiglio Conte, io stessa, gli altri Ministri avremmo potuto inseguire un facile consenso, cavalcando il malcontento di una popolazione comprensibilmente esausta. Ma abbiamo giurato sulla Costituzione di fare l’interesse del Paese, non di curare il tornaconto personale. La salute dei cittadini viene prima di ogni cosa. Di questo siamo convinti.  Per tornare a scuola a settembre in piena sicurezza stiamo immaginando soluzioni flessibili che si dovranno necessariamente adattare alle varie fasce d’età degli studenti, alle strutture scolastiche e anche alla specificità delle diverse realtà territoriali. Oltre, naturalmente, alla minaccia di contagio”.

Infine: “È un lavoro complesso che va fatto pensando agli studenti, alle loro famiglie, ai docenti, a tutto il personale. Dobbiamo mettere insieme i pezzi di un puzzle complesso. Abbiamo diversi piani di lavoro da sviluppare insieme a tutte le categorie che rappresentano il mondo della scuola. L’obiettivo è garantire il miglior rientro possibile, ragionando oltre l’emergenza per immaginare non solo la scuola di settembre ma anche quella che verrà.  Abbiamo la straordinaria occasione di trasformare la crisi in opportunità. Ma servono pazienza, responsabilità e molta collaborazione. Da parte di tutti”.

Classi fisse con massimo 10-12 bambini, il professor Bianchi della task force: lo chiediamo da 10 anni

da La Tecnica della Scuola

Quella delle divisioni delle classi a settembre non sarebbe un’idea personale della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, ma è una ipotesi su cui sta lavorando attivamente la task force del dicastero di Viale Trastevere per garantire il distanziamento sociale e prevenire il contagio. A dirlo è stato Patrizio Bianchi, presidente del folto gruppo di esperti incaricati di definire la road map per la riapertura delle 8.200 scuole italiane quando si sarà ridotta la portata del Coronavirus.

“Lo scenario zero”

La divisione delle classi, metà in aula e metà online, della quale ha parlato Azzolina, ha detto il professore all’agenzia Ansa, “è quello che noi chiamiamo lo scenario zero, lo scenario di partenza, sul quale stiamo lavorando. Con varianti che vanno soppesate, perché ci sono sia i bambini di prima elementare che i maturandi. La cosa importante è che ognuno, ma neanche uno di meno, possa usufruire al meglio delle condizioni che possiamo offrire”.

Il problema è datato

Bianchi ha detto che l’emergenza Covid “ha evidenziato tutta una serie di problemi che nella scuola italiana c’erano già da anni”.

“Sono dieci anni – ha detto il presidente della task force – che diciamo che la dimensione ideale di una classe è di 10-12 bambini, per superare quelle che, con un’espressione che io odio, vengono chiamate le ‘classi pollaio’. Questa può essere un’occasione, ci sono tante sperimentazioni, anche per provare ad andare oltre le classi. C’è poi il problema dell’edilizia scolastica, che andrà affrontato con uno sguardo pluriennale, ma che ci portiamo dietro da tantissimo tempo”.

Servono patti territoriali

In vista della riapertura delle scuole, ha continuato Patrizio Bianchi, “dobbiamo sforzarci di fare dei patti territoriali per utilizzare gli spazi che esistono”.

“Per fare un esempio – ha proseguito – c’è un liceo di Palermo, a Ballarò, che ha un corso musicale. Già prima di questa emergenza aveva difficoltà di spazi, stiamo facendo un ragionamento con il Teatro Massimo per provare ad ipotizzare delle soluzioni”.

Costi in aumento: ci sono le coperture?

Il tema del numero massimo di alunni per classe ha tuttavia un’influenza notevole sui costi del personale. Oltre alla necessità di trovare aule aggiuntive, quindi di costruire nuove scuole o di trovare locali aggiuntivi, con 10-12 alunni per classe è chiaro che la spesa per i docenti assumerebbe dimensioni notevoli: come minimo, si raddoppierebbe.

La domanda da porre, quindi, è: con quali coperture, parliamo di diversi miliardi di euro, si realizzerebbe l’ambizioso progetto dello sdoppiamento delle classi con più di 12 alunni, visto che oggi la media si colloca tra i 20 e i 25 allievi?

Tempi lunghi e politiche al contrario

Inoltre, ammesso che vi siano i finanziamenti (che in questo periodo di recessione sarebbe difficilissimo reperire), i tempi di attuazione del progetto sarebbe non certo brevi.

Infine, va considerato che nell’ultimo decennio la politica, a partire dalla gestione Berlusconi-Tremonti-Gelmini, ha gestito la scuola con la logica del dimensionamento: ha quasi dimezzato il numero di istituto, ridotto gli organici in modo cospicuo, il tempo scuola e innalzato il numero degli alunni per classe con limiti di 27-28 che rientrano oggi nella piena normalità.

Furlan: serve un confronto a Palazzo Chigi

Il tema è ciclicamente riproposto dai sindacati. Che ora non vogliono sentire parlare di classi divisione e di turnazioni.

Su Twitter, Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, scrive: “La ripresa in sicurezza delle attività scolastiche è un tema importante e delicato che riguarda milioni di famiglie e di studenti. Occorre aprire un confronto serio a Palazzo Chigi. La turnazione e la didattica a distanza sono improponibili per il livello di povertà di tante famiglie e la scarsa diffusione della banda larga”.

Nota 4 maggio 2020, AOODGOSV 6896

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione
Ufficio VI

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali LORO SEDI
Ai Dirigenti Scolastici dei CPIA LORO SEDI
E, p.c.:
Al Capo del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione SEDE
Al Dirigente del Dipartimento Istruzione e Cultura per la provincia di Trento TRENTO
Al Sovrintendente Scolastico per la Scuola in lingua italiana di Bolzano BOLZANO
Al Sovrintendente Scolastico per la Scuola delle località ladine di Bolzano BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca di Bolzano BOLZANO
Al Sovrintendente Scolastico per la Regione Valle d’Aosta AOSTA

OGGETTO: Istruzione degli adulti e apprendimento permanente. Trasmissione Nota m_dg.DGMC. prot. n° 0021510 del 28 aprile 2020 – Attività scolastiche negli Istituti Penali per i Minorenni.

Si trasmette, per opportuna conoscenza, la Nota in oggetto del Dipartimento per la Giustizia minorile e di Comunità del Ministero della Giustizia, pervenuta per conoscenza a questa Direzione Generale ed acquisita a protocollo m_pi.AOODGOSV. I. n° 0006621 del 29 aprile 2020.

Al riguardo, al fine di assicurare in via prioritaria la continuità dell’esercizio da parte dell’utenza minorile del diritto/dovere all’istruzione come ribadito nella Nota in parola, si richiamano, per quanto di competenza, le disposizioni dettate al punto 3.6. delle Linee Guida adottate con il DI 12 marzo 2015, nonché le indicazioni fornite dalla Scrivente con la nota m_pi.AOODGOSV.U. prot. n° 0004739 del 20 marzo 2020, con particolare riferimento alle scuole carcerarie.

Tanto rappresentato, si invitano le SS.LL. a voler sostenere i CPIA, anche tramite i Gruppi regionali P.A.I.DE.I.A., nella collaborazione con i Centri per la Giustizia minorile e gli Istituti Penali minorili, in modo da fornire applicazione alle raccomandazioni indicate nella citata Nota anche in relazione agli Esami conclusivi del primo ciclo dell’Istruzione secondaria, per i quali si fa riserva di fornire successive indicazioni, tenuto conto, laddove siglati, anche dei protocolli tra UU.SS.RR. e le strutture territoriali minorili competenti in cui si articola il Dipartimento per la Giustizia.

Con invito alla massima diffusione presso i CPIA dei rispettivi territori, si ringrazia per la consueta fattiva collaborazione.

IL DIRETTORE GENERALE
Maria Assunta PALERMO


Oggetto: Attività scolastiche negli Istituti Penali per i Minorenni

Avviso pubblico per la realizzazione di smart class per le scuole del primo ciclo. Autorizzazione progetti

Fondi Strutturali Europei – Programma Operativo Nazionale “Per la scuola, competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014-2020.Asse II – Infrastrutture per l’istruzione – Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) – Obiettivo specifico – 10.8 – “Diffusione della società della conoscenza nel mondo della scuola e della formazione e adozione di approcci didattici innovativi” – Azione 10.8.6 – “Azioni per l’allestimento di centri scolastici digitali e per favorire l’attrattività e l’accessibilità anche nelle aree rurali ed interne”. Avviso pubblico per la realizzazione di smart class per le scuole del primo ciclo.
Autorizzazione progetti.

Autorizzazione del 04 maggio 2020

Istituti Tecnici Superiori

ITS, Azzolina firma il decreto: assegnate risorse per oltre 33 milioni di euro. I dati: l’83% degli iscritti trova lavoro a un anno dal diploma

La Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha firmato il decreto che assegna le risorse del Fondo per l’Istruzione Tecnica Superiore: vengono stanziati oltre 33 milioni di euro per gli ITS (gli Istituti Tecnici Superiori), un modello formativo che continua a convincere gli studenti e a offrire risultati molto incoraggianti in termini occupazionali.

Secondo il monitoraggio nazionale 2020, realizzato su incarico del Ministero dell’Istruzione dall’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa (INDIRE), l’83% dei diplomati ITS trova lavoro a un anno dal diploma e il 92,4% di questi riesce a impiegarsi in un’area coerente con il proprio percorso di studi. Il 79,3% si ritiene soddisfatto della propria scelta e il 93,5% ha apprezzato i propri docenti. 

I finanziamenti previsti dal decreto firmato oggi dalla Ministra ammontano a 33.355.436 euro che saranno erogati alle Regioni attraverso le quali verranno distribuiti agli Istituti Tecnici Superiori per l’organizzazione della loro offerta formativa. Ai 33 milioni andrà ad aggiungersi, poi, la quota di co-finanziamento a carico delle Regioni, pari almeno al 30% delle risorse nazionali. Il decreto indica, oltre ai fondi, anche gli indirizzi di programmazione nazionale cui faranno riferimento gli ITS per l’adozione dei propri piani territoriali dell’offerta formativa. 

Creare profili tecnici altamente specializzati e spendibili nel mondo del lavoro, supportare i percorsi legati ai processi di innovazione tecnologica, potenziare le iniziative di orientamento, garantire standard di formazione di livello internazionale sempre più alti: sono alcuni degli obiettivi individuati.

Il monitoraggio ITS 2020

Secondo la rilevazione INDIRE gli ITS, a dieci anni dalla loro istituzione, si confermano una scelta formativa in grado di far fronte alla domanda di nuove professionalità e competenze che proviene dal mondo del lavoro e capace di operare in sinergia con i sistemi produttivi territoriali. Il tasso di occupati a 12 mesi dal diploma (83% dei diplomati 2018) registra la percentuale più alta dal 2015 a oggi. 

Per quanto riguarda le aree tecnologiche, il miglior esito occupazionale è dato dalle Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali – Turismo (86,4%). Ottimi risultati anche per le aree Mobilità sostenibile (83,6%) e Nuove tecnologie per il Made in Italy (83,4%). Tra gli ambiti del Made in Italy, la maggiore efficacia in termini di inserimento lavorativo va riconosciuta al Sistema meccanica (92,1%). 

Tipologie di contratto 
Il 40,8% degli occupati lavora con un contratto a tempo determinato o lavoro autonomo in regime agevolato, il 31,7% è stato assunto con contratto a tempo indeterminato o lavoro autonomo in regime ordinario e il 27,5% degli occupati con contratto di apprendistato. 

Gli iscritti 
Il 44,3% degli iscritti ha un’età compresa tra i 20 e 24 anni, il 36,1% ha 18-19 anni. Prevale la presenza maschile (72,1%). Il 62,3% possiede un diploma di istruzione secondaria di secondo grado a indirizzo tecnico. Dai Licei proviene il 20,7% degli studenti. Tra le studentesse, la percentuale più elevata è in possesso di un diploma liceale (28,0%) e della laurea (11,4%). 

Gli ITS e le imprese 
Il 43,1% dei partner soci delle 84 Fondazioni ITS con percorsi monitorati è costituito da imprese e associazioni di imprese. Le imprese coinvolte nelle attività di stage sono state il 90,6% su un totale di 3.672 sedi di stage. 

La campagna informativa

Il Ministero intende informare sempre di più sulle opportunità offerte dagli ITS. Per questo è stata lanciata una campagna nazionale con una fitta programmazione televisiva e radiofonica. La campagna proseguirà anche sui social e si svilupperà fino alla fine di giugno. Prevista una playlist, guidata da un esperto youtuber, per consentire ai ragazzi interessati l’esplorazione delle diverse aree tecnologiche.  

È stato poi messo a punto il sito https://sistemaits.it/, progettato per far conoscere tutto il potenziale degli ITS, per raccontare come funzionano questi Istituti, i casi di successo e le buone pratiche. Chi esce dagli ITS acquisisce un’alta specializzazione tecnologica che consente di inserirsi nei settori strategici del sistema economico-produttivo del Paese e di dare un contributo all’innovazione e al trasferimento tecnologico alle imprese, specie quelle di piccole e medie dimensioni. Tutto questo si ottiene grazie a una didattica flessibile basata sull’esperienza diretta in azienda, dove l’apprendimento prepara alla realtà lavorativa di tutti i giorni.

Il sito https://sistemaits.it/ racconta il mondo degli Istituti Tecnici Superiori attraverso sei temi, seguendo le sei aree tecnologiche dei corsi: IT’S GREEN per l’Efficienza energetica, IT’S MOTION per la Mobilità sostenibile, IT’S TECH per le Nuove tecnologie per la vita, IT’S ITALY per le Nuove tecnologie del Made in Italy (Sistemi agroalimentare, casa, servizi alle imprese, meccanica, moda), IT’S CULTURE per le Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali-Turismo e IT’S IT per le Tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Sul sito sono disponibili materiali informativi per studentesse e studenti, per le scuole e per le aziende, giochi interattivi per scoprire il mondo ITS e le richieste del mondo del lavoro.