Firma degli atti dopo gli scrutini effettuati in modalità a distanza: cosa prevedono le disposizioni ministeriali

da Orizzontescuola

di Giovanna Onnis

Per gli scrutini svolti a distanza le disposizioni ministeriali non prevedono le firme degli atti in presenza. I chiarimenti nella recente nota ministeriale

Una lettrice ci scrive:

Vorrei sapere se è corretto, da parte del DS, dopo lo scrutinio, invitare i docenti a scuola per apporre la firma sui quadri dello scrutinio

Per il corrente anno scolastico a causa dell’emergenza epidemiologica determinata dal COVID 19 anche gli scrutini finali saranno svolti con modalità a distanza, come chiarito nell’Ordinanza Ministeriale n. 11 /2020 relativa alla valutazione finale degli alunni per l’anno scolastico 2019/2020, dove nell’art.1 comma 2 si stabilisce quanto segue:

“[…]Le riunioni degli organi collegiali previste dalla presente ordinanza si svolgono, ove necessario sulla base delle disposizioni emergenziali, in modalità a distanza

Un quesito frequente che, come la nostra lettrice, pongono molti docenti è quello relativo alla firma degli atti conclusivi, quali tabelloni e verbali.

Cosa prevedono le disposizioni ministeriali

Risposta e chiarimenti sono forniti nella recente nota ministeriale n.8464 del 28 maggio, dove si chiarisce quanto segue:

“Per tutte le operazioni connesse alla valutazione finale e agli esami del primo e del secondo ciclo, relativamente alla firma degli atti nel caso di effettuazione delle attività e delle riunioni con modalità a distanza, si raccomanda di utilizzare procedure che consentano di acquisire e conservare traccia della presenza e del consenso dei docenti eventualmente connessi, tramite registrazione della fase di approvazione delle delibere (utilizzando la condivisione dello schermo e l’acquisizione del consenso espresso dei docenti con chiamata nominale). In ogni caso il dirigente scolastico o il presidente di commissione potrà procedere, a seconda dei casi, a firmare (con firma elettronica o con firma autografa) a nome del consiglio di classe, della sottocommissione, della commissione e/o dei docenti connessi in remoto.”

Conclusioni

Quanto indicato dalla nostra lettrice non è, quindi, contemplato nella nota ministeriale

Tra le possibilità indicate c’è anche quella che sia il Dirigente Scolastico a firmare (con firma elettronica o con firma autografa) a nome del consiglio di classe.

Le disposizioni ministeriali non prevedono, invece, la convocazione a scuola dei docenti per apporre, in presenza, la firma negli atti conclusivi degli scrutini.

Attività didattica ricomincia il 1° settembre 2020: chi farà lezione, non ci saranno esami di recupero debiti, integrazione crediti

da Orizzontescuola

di redazione

Alla vigilia della conclusione delle lezioni per l’anno scolastico 2029/20, l’occhio è già puntata al prossimo, che si preannuncia complicato dal punto di vista didattico.

A giugno si decide come ricominciare il prossimo anno scolastico

In fase di scrutinio i docenti sono chiamati a valutare con oculatezza i passaggi della programmazione iniziale, della rimodulazione di marzo in concomitanza con la sospensione delle attività didattica in presenza e il modo in cui le attività sono state svolte.

Nell’ordinanza sulla valutazione il Ministero propone due modelli

  • Piano di integrazione degli apprendimenti
  • Piano di apprendimento individualizzato

Piano di apprendimento individualizzato

Per gli alunni ammessi alla classe successiva – tranne che nel passaggio alla prima classe della scuola secondaria di primo grado ovvero alla prima classe della scuola secondaria di secondo grado –  in presenza di valutazioni inferiori a sei decimi, ai sensi di quanto disposto dall’articolo 2, comma 2 del Decreto legislativo i docenti contitolari della classe o il consiglio di classe predispongono un piano di apprendimento individualizzato in cui
sono indicati, per ciascuna disciplina

  • gli obiettivi di apprendimento da conseguire, ai fini della proficua prosecuzione del processo di apprendimento nella classe successiva,
  • nonché specifiche strategie per il miglioramento dei livelli di apprendimento.

Il piano di apprendimento individualizzato è allegato al documento di valutazione finale.

Piano di integrazione degli apprendimenti

I docenti contitolari della classe o il consiglio di classe individuano, altresì, le attività didattiche eventualmente non svolte rispetto alle progettazioni di inizio anno e i correlati obiettivi di apprendimento e li inseriscono in una nuova progettazione finalizzata alla definizione di un piano di integrazione degli apprendimenti.

Attività didattiche riprendono il 1° settembre 2020

Secondo quanto stabilito dal Decreto Scuola – si attende l’ultimo passaggio alla Camera –  le attività relative sia al piano di integrazione degli apprendimenti, sia al piano di apprendimento individualizzato, costituiscono attività didattica ordinaria e hanno inizio a decorrere dal 1° settembre 2020.

Questo passaggio sta generando scompiglio nelle scuole, a causa della richiesta da parte di alcuni Dirigenti Scolastici di escludere dal proprio piano di ferie l’ultima settimana di agosto.

In sintesi il rientro potrebbe essere anticipato al 24 agosto. E se in alcune scuole questo non costituisce una novità rispetto a quanto già fatto negli anni precedenti per permettere il recupero dei debiti entro il 31 agosto, in molte altre costituirebbe una novità. Nulla è stato precisato in merito finora dal Ministero.

Non ci saranno esami di recupero del debito

La valutazione finale dell’anno scolastico 2019/20 può comportare l’ammissione dello studente alla classe successiva con una o più insufficienze ma nella scuola secondaria di II grado non ci saranno gli esami di recupero dei debiti.

Le attività legate al piano di apprendimento individualizzato e al recupero di eventuali apprendimenti della programmazione dell’anno precedente, pur iniziando il 1° settembre, non si esauriscono necessariamente nelle prime settimane di lezione.

L’ordinanza sulla valutazione specifica infatti che tali attività  integrano, ove necessario il primo trimestre o quadrimestre e comunque proseguono, se necessarie, per l’intera durata dell’anno scolastico 2020/2021.

Chi farà lezione

L’ordinanza non specifica che l’attività didattica sarà a cura del docente che ha redatto il piano di apprendimento.

Le attività coinvolgeranno l’organico dell’autonomia, adottando ogni
forma di flessibilità didattica e organizzativa e facendo convergere sul prioritario sostegno agli apprendimenti le iniziative progettuali.

Le singole scuole dovranno quindi trovare le modalità più opportune per svolgere le attività.

Integrazione crediti

Nella scuola secondaria di II grado agli alunni ammessi alla classe successiva con insufficienze sarà assegnato un credito di 6 punti, indipendentemente dal numero delle insufficienze e delle valutazioni finali di altre discipline.

Tale credito potrà essere incrementato a fine anno scolastico 2020/21, in ragione dei miglioramenti conseguiti con il piano di apprendimento individualizzato.

Alunni promossi con sufficienze

Anche gli alunni che nella pagella finale dell’anno scolastico 2019/20 non riporteranno insufficienze potranno incrementare il credito finale a fine anno scolastico 2020/21. In questo caso i criteri verranno definiti dai singoli collegi docenti.

Il Ministero, con nota del 28 maggio 2020 ha chiarito che tale integrazione non può essere superiore ad un punto.

Valutazione aperta

Quella dell’anno scolastico 2019/20, dal momento che le lezioni si concludono con la didattica a distanza, è da considerare una valutazione “aperta” e migliorabile, anche al fine di valorizzare quanto più possibile gli studenti meritevoli.

Maturità, Arcuri: da oggi distribuiamo 5 mln di mascherine alle scuole. Ci prepariamo anche per settembre

da Orizzontescuola

di redazione

Il commissario straordinario per l’emergenza coronavirus Domenico Arcuri, è intervenuto durante la conferenza dalla sede della Protezione Civile

Il numero di mascherine chirurgiche  italiane, che abbiamo ordinato, da qualche giorno è superiore a quello delle mascherine chirurgiche non italiane: ci sono 22 aziende che  hanno sottoscritto i contratti, ci forniranno 1 miliardo 876 milioni  di mascherine e nei prossimi giorni se ne aggiungeranno altre quattro  e supereremo i 2 miliardi di mascherine italiane“, afferma Arcuri.

Da oggi – continua Arcuri – è iniziata la distribuzione nei  3.595 istituti scolastici in cui a partire dal 17 giugno ci saranno  gli esami di maturità, in cui manderemo direttamente, in  collaborazione con il ministero dell’Istruzione, 5.200.000 mascherine: è indispensabile che i nostri ragazzi possano fare gli esami di  maturità in totale sicurezza. Diamo volentieri un contributo perché  questo accada e ci stiamo preparando per dotare tutte le nostre scuole delle mascherine, alla riapertura di settembre“.

A scuola primaria non esistono programmi “da svolgere”, dunque non si può essere “indietro”

da Orizzontescuola

di Antonio Fundaro

La scuola Primaria, lo vogliano comprendere o meno gli insegnanti, non ha più programmi scolastici. Non è una novità di oggi; non esistono più da quasi un decennio nonostante, ancora, taluni docenti continuino a parlare di “programmi svolti” e, peggio, di “essere indietro rispetto al programma”.

Non solo che, la cosa, è anacronistica pedagogicamente ma è giuridicamente errata. I programmi nazionali sono stati surrogati dalle “Indicazioni Nazionali”.

È cambiato, dunque, qualcosa?

Certamente e logicamente. Le Indicazioni, rispetto ai programmi che, non esistono più, non hanno un carattere prescrittivo, non possono e non devono “mai” declinare argomenti da studiare, nella propria o in una qualsivoglia scuola italiana, e neppure elencano tematiche da affrontare in anni di corso. Oggi, i nostri bambini non devono più affrontare e studiare gli stessi contenuti.

Pronunciare la parola “programmi” va di per sé contro l’idea di flessibilità che rappresenta la vera e unica novità delle “Indicazioni Nazionali” che, a proposito degli apprendimenti, affermano: “Le finalità della scuola devono essere definite a partire dalla persona che apprende, con l’originalità del suo percorso individuale e le aperture offerte dalla rete di relazioni che la legano alla famiglia e agli ambiti sociali. La definizione e la realizzazione delle strategie educative e didattiche devono sempre tener conto della singolarità e complessità di ogni persona, della sua articolata identità, delle sue aspirazioni, capacità e delle sue fragilità, nelle varie fasi di sviluppo e di formazione. Lo studente è posto al centro dell’azione educativa in tutti i suoi aspetti: cognitivi, affettivi, relazionali, corporei, estetici, etici, spirituali, religiosi. In questa prospettiva, i docenti dovranno pensare e realizzare i loro progetti educativi e didattici non per individui astratti, ma per persone che vivono qui e ora, che sollevano precise domande esistenziali, che vanno alla ricerca di orizzonti di significato”.

Le indicazioni nazionali e il progetto pedagogico della scuola Primaria

Dopo un importante percorso di condivisione e partecipazione, il 16 novembre 2012 è stato pubblicato il decreto n. 254, recante il “Regolamento recante indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, a norma dell’articolo 1, comma 4, del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 89”, firmato dal Ministro Francesco Profumo.

Le Indicazioni propongono una serie di suggestioni pedagogiche e culturali che intendono comunicare un’idea di scuola, ancora perfettamente attuale ed efficace, intorno alla quale le comunità scolastiche hanno, necessariamente, avviato esperienze di innovazione metodologica per un adeguamento continuo non solo del curricolo di ogni scuola ma anche delle stesse Indicazioni nazionali.

In questa scelta sta la vera scommessa della comunità nazionale “La scuola deve porre le basi del percorso formativo dei bambini e degli adolescenti sapendo che esso proseguirà in tutte le fasi successive della vita. In tal modo la scuola fornisce le chiavi per apprendere ad apprendere, per costruire e per trasformare le mappe dei saperi rendendole continuamente coerenti con la rapida e spesso imprevedibile evoluzione delle conoscenze e dei loro oggetti. Si tratta di elaborare gli strumenti di conoscenza necessari per comprendere i contesti naturali, sociali, culturali, antropologici nei quali gli studenti si troveranno a vivere e a operare”. Ciò perché la vera scommessa sta in una scuola che affianca al compito «dell’insegnare ad apprendere» quello «dell’insegnare a essere». L’obiettivo è quello di valorizzare l’unicità e la singolarità dell’identità culturale di ogni studente.

I traguardi non vivono nei programmi ma nelle competenze

Con le Indicazioni nazionali s’intendono fissare gli obiettivi generali, gli obiettivi di apprendimento e i relativi traguardi per lo sviluppo delle competenze dei bambini e ragazzi per ciascuna disciplina o campo di esperienza. Per l’insegnamento della Religione Cattolica, disciplinata dagli accordi concordatari, i traguardi di sviluppo delle competenze e gli obiettivi di apprendimento sono definiti d’intesa con l’autorità ecclesiastica (decreto del Presidente della Repubblica dell’11 febbraio 2010). Il sistema scolastico italiano assume come orizzonte di riferimento verso cui tendere il quadro delle competenze-chiave per l’apprendimento permanente definite dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione europea (Raccomandazione del 18 dicembre 2006)1 che sono: 1) comunicazione nella madrelingua; 2) comunicazione nelle lingue straniere; 3) competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia; 4) competenza digitale; 5) imparare a imparare; 6) competenze sociali e civiche; 7) spirito di iniziativa e imprenditorialità; 8) consapevolezza ed espressione culturale. Queste sono il punto di arrivo odierno di un vasto confronto scientifico e culturale sulle competenze utili per la vita al quale l’Italia ha attivamente partecipato. L’impegno a far conseguire tali competenze a tutti i cittadini europei di qualsiasi età, indipendentemente dalle caratteristiche proprie di ogni sistema scolastico nazionale, non implica da parte degli Stati aderenti all’Unione europea l’adozione di ordinamenti e curricoli scolastici conformi ad uno stesso modello. Al contrario, la diversità di obiettivi specifici, di contenuti e di metodi di insegnamento, così come le differenze storiche e culturali di ogni paese, pur orientati verso le stesse competenze generali, favoriscono l’espressione di una pluralità di modi di sviluppare e realizzare tali competenze. Tale processo non si esaurisce al termine del primo ciclo di istruzione, ma prosegue con l’estensione dell’obbligo di istruzione nel ciclo secondario e oltre, in una prospettiva di educazione permanente, per tutto l’arco della vita. Nell’ambito del costante processo di elaborazione e verifica dei propri obiettivi e nell’attento confronto con gli altri sistemi scolastici europei, le Indicazioni nazionali intendono promuovere e consolidare le competenze culturali basilari e irrinunciabili tese a sviluppare progressivamente, nel corso della vita, le competenze-chiave europee.

Azzolina: in arrivo 4 miliardi, pannelli di plexiglass e visiere

da La Tecnica della Scuola

Ha prodotto un ulteriore rinvio delle decisioni importanti, l’incontro tenuto il 4 giugno a Palazzo Chigi sulla scuola e sulla ripresa della didattica in presenza a settembre.

Cosa ha detto il Governo

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, assieme alla ministra dei Trasporti e delle Infrastrutture, Paola De Micheli, hanno detto ai rappresentanti delle Regioni, degli Enti locali, dei sindacati, dei genitori, degli studenti, delle scuole paritarie, che nei prossimi giorni invieranno dati aggiornati sull’edilizia scolastica, saranno chiuse le linee guida per la scuola che terranno conto dei numerosi incontri che si sono svolti in queste settimane, del confronto con le parti sociali, del lavoro del Comitato tecnico-scientifico del Ministero della Salute sulle misure di sicurezza e di quello del Comitato di esperti del Ministero dell’Istruzione sugli aspetti didattici.

Il tutto, si svolgerà in stretta sinergia con gli Enti locali.

Obiettivo complesso ma raggiungibile

”Sulla scuola – ha detto Azzolina – stiamo mobilitando risorse per 4 miliardi (sinora si era fermi a circa 1 miliardo e mezzo ndr). Siamo tutti d’accordo che l’obiettivo di riapertura a settembre è complesso, ma raggiungibile se lavoriamo tutti insieme, ciascuno per la propria parte: il Paese si aspetta da noi che i ragazzi a settembre tornino a scuola”.

La ministra guarda all’Europa

La ministra, riferisce Il Corriere della Sera, avrebbe anche parlato di ipotesi su come si potrebbe tornare sui banchi: gli alunni potrebbero portare “visiere al posto delle mascherine per mantenere la socialità e garantire gli studenti disabili, ma anche pannelli di plexiglass per mantenere il distanziamento tra i banchi”.

“Si sta pensando di «compartimentare» i banchi, «come hanno fatto in altri Paesi europei, attraverso pannelli di plexiglass così da garantire la sicurezza che ci sta a cuore”.

Mantenere unito il gruppo classe

«Vogliamo tenere quanto più possibile unito il gruppo classe», ha anche detto la ministra, senza però dettagliare le misure in grado di garantire che questo obiettivo venga raggiunto.

“Daremo strumenti flessibili alle scuole per agire”, ha quindi assicurato Azzolina.

Regioni e Province “amare”

La presentazione del piano non convince però Regioni e Comuni. “La riapertura delle scuole a settembre – ha detto Antonio Decaro, presidente della Conferenza delle Regioni – comporterà molte criticità, ma è indispensabile e noi non ci tiriamo indietro”.

Secondo Stefano Bonaccini, presidente Anci, bisogna portare a casa “una serie di necessità urgenti: sblocco dell’assunzione di personale, certezze su risorse per interventi rapidi di edilizia scolastica, riorganizzazione dei servizi di mensa e trasporto, un vero piano dei tempi che consenta di evitare gli spostamenti si concentrino nelle ore di punta”.

La Cgil è delusa: risorse immediate

Anche i sindacati si sono fatti sentire.  “La discussione sulla ripartenza della scuola è importante ma in grave ritardo”, hanno detto Maurizio Landini, leader Cgil, e Francesco Sinopoli, segretario Flc-Cgil: “lo sciopero dell’8 giugno ha l’obiettivo di sollecitare il Governo a fare le scelte necessarie non solo per la riapertura in presenza a settembre nella massima sicurezza, ma per rimettere la scuola al centro delle priorità del Paese”.

Anche per i sindacalisti servono “risorse immediate per assunzioni straordinarie al fine di garantire la riduzione degli alunni per classe, obiettivo che riguarda non solo il distanziamento, ma la qualità della scuola. Servono insegnanti, ATA, tutte le figure necessarie. Servono investimenti in edilizia oltre quelli già previsti. Superare la precarietà nella scuola è allo stesso tempo obiettivo fondamentale. Necessario – hanno concluso Landini e Sinopoli – un provvedimento normativo organico sulla ripartenza della scuola e un protocollo di sicurezza”.

Sgambato (Pd): servono scelte coraggiose

Camilla Sgambato, responsabile Scuola del Pd, ha commentato l’incontro dicendosi convinta “che la ripresa delle attività scolastiche sia quanto mai necessaria. Ma perché questo avvenga in sicurezza, garantendo altresì la qualità della didattica e dei processi di apprendimento, nel rispetto dunque sia del diritto all’istruzione che di quello alla salute, abbiamo bisogno di più risorse e più organico”.

“Abbiamo bisogno di scelte coraggiose. Il Partito democratico ha colto il grido di allarme che proviene dai dirigenti scolastici, dai sindaci, dal terzo settore”, ha concluso Sgambato.

Dirigenti Scolastici: Covid, sicurezza e fenomeno reggenze

da La Tecnica della Scuola

Molti dirigenti scolastici stanno manifestando in questi giorni preoccupazione per le responsabilità che ricadranno su di essi a settembre quando inizierà l’a.s. 2020/21.

In materia d’infortunistica e danno alla salute il rischio per i DS di doversi difendere da ipotesi di reato incombe, stando così le cose, sempre di più. Giannelli dall’ANP ha affermato “dobbiamo valutare bene lo studio del Cts (Comitato Tecnico Scientifico) ma non vorrei che fare il preside diventasse una sorta di mission impossible”. Esistono delle soluzioni per riaprire con meno timori e meno rischi ? L’ANP stessa ha chiesto di “sburocratizzare e snellire l’azione dei dirigenti scolastici, eliminando qualsiasi sovrapposizione di competenza con gli organi collegiali in materia di gestione delle risorse umane, economiche e strumentali; assicurare l’assunzione a settembre dei Dsga vincitori di concorso; e da ultimo rivedere la responsabilità penale datoriale in materia infortunistica, come più volte richiesto, per renderla equa e sostenibile”.

Si tratta di proposte utili per la categoria destinate a garantire più efficienza e sicurezza all’intero sistema. Non va trascurato però un altro fenomeno da risolvere che ora più che mai dovrebbe essere affrontato con decisione e in maniera risolutiva: quello delle reggenze. In tempo di Covid-19 affidare più istituzioni scolastiche ad un solo dirigente comporterà rispetto al passato un evidente maggiore carico di lavoro per i ds. Le sedi sottodimensionate si è tentato più volte di renderle autonome rivedendo gli standard minimi ma tutto si è concluso con un nulla di fatto.

Coperture finanziarie ed altre ragioni impediscono l’autonomia, così tanti Dirigenti Scolastici guidano scuole con molti plessi, indirizzi e tanto personale. Ma per quanto riguarda invece le sedi pienamente autonome che vengono date in reggenza, qualcosa si può e si dovrebbe fare. Eliminare il fenomeno delle reggenze è un refrain che si presenta all’inizio di ogni anno scolastico. In quello precedente con l’immissione di 2000 nuovi dirigenti si è arginato di molto il fenomeno, ma non risolto.

Quest’anno bisognerà quanto più possibile eliminarlo perché se è vero come è vero che le responsabilità sembrano siano aumentate parecchio per i ds a settembre, avere una scuola in reggenza al tempo del Covid-19 non le raddoppia ma le quadrupla. Non resta altro che evitare le reggenze e almeno questa non sembra una “mission impossible” !!

Decreto Scuola, l’ultimo sì prima dell’approvazione finale alla Camera

da La Tecnica della Scuola

Nel pomeriggio del 4 giugno, la Camera ha approvato la questione di fiducia posta dal Governo sul Decreto Legge sulla Scuola, contenente disposizioni per il ritorno in classe ma aanche il discusso concorso per 32 mila posti nella secondaria con prova scritta a fine pandemia e il rinnovo delle graduatorie d’istituto trasformate in provinciali: i deputati che hanno votato sì sono stati 305, i no 221, 2 gli astenuti.

Emendamenti senza possibilità di approvazione

In precedenza, si erano concluse le dichiarazioni di voto da parte dei gruppi sulla fiducia allo stesso decreto e svolto l’appello nominale dei 630 deputati, durato alcune ore, con le operazioni rallentate dalle misure di distanziamento anti Covid-19.

Sul provvedimento, praticamente “blindato” e che arriverà all’approvazione finale nelle prossime ore, sono stati presentati diversi emendamenti, anche dallo stesso M5S che ha voluto il decreto legge: le proposte di modifica, infatti, non  hanno alcuna possibilità di essere approvati, per via dei tempi ristrettissimi per il sì finale al D.L..

Fratelli d’Italia: paritarie dimenticate

Secondo i deputati di Fratelli d’Italia Paola Frassinetti ed Ella Bucalo, rispettivamente vicepresidente della commissione Cultura della Camera e responsabile scuola Fdi, “aver posto l’ennesima fiducia sul decreto scuola è stato un pessimo segnale da parte del governo che ha impedito l’esame di molti emendamenti che FDI aveva presentato su temi importanti come gli studenti disabili, i docenti precari, le scuole paritarie, l’avvio in sicurezza del prossimo anno scolastico”.

“Sarà il governo ora a dover rendere conto a milioni di famiglie del fatto che ci sia stata così poco attenzione su un tema così importante”.

L’ok definitivo dell’Aula il 5 o 6 giugno

A breve, dicevamo, il decreto diventerà legge: dalle ore 20 alle ore 24 del 4 giugno è prevista l’illustrazione degli ordini del giorno

Venerdì 5 giugno alle ore 9 inizieranno poi le votazioni degli ordini del giorno, con i pareri del Governo.

In base al numero dei documenti di indirizzo sarà fissata l’ora del voto finale sul decreto scuola. Il voto finale sul decreto dovrebbe avvenire nella giornata di venerdì 5 giugno. Al massimo, sabato 6, quindi in tal caso proprio al fotofinish.

Riapertura scuole, Conte: “Costretti alla didattica a distanza, ma a settembre si torna in classe”

da La Tecnica della Scuola

Si è svolto l’incontro tra i rappresentanti del governo (presenti il premier Giuseppe Conte e la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina) e i sindacati e le associazioni con la presenza di Protezione Civile e rappresentanti del Comitato Tecnico Scientifico in vista della riapertura delle scuole a settembre.

Il premier Conte: “Col nuovo anno scolastico l’obiettivo è tornare a scuola in piena sicurezza”

Nell’emergenza “siamo stati costretti a chiudere la scuola, ma abbiamo tratto una lezione. Siamo stati costretti alla didattica a distanza. Ho sempre avvertito preoccupazione per che non poteva accedervi. Col nuovo anno scolastico l’obiettivo è tornare a scuola in piena sicurezza. La didattica a distanza può essere un’opportunità in più per potenziare offerta didattica, ma certo dobbiamo ritornare in presenza”. Così il premier Giuseppe Conte ad apertura dell’incontro.

La ministra Azzolina: “Tutti in presenza”

“L’obiettivo è portare tutti a scuola in presenza. Con particolare attenzione ai più piccoli che hanno sofferto maggiormente in questo periodo”. Quello per la scuola “sarà un piano su più livelli che seguirà l’andamento del rischio di contagio”. Così la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina.

Mobilità 2020, slitta al 29 giugno la pubblicazione dei movimenti dei docenti

da La Tecnica della Scuola

Slitta di 3 giorni la scadenza inizialmente fissata per il 26 giugno dall’O.M. sulla mobilità 2020/2021 (Ordinanza Ministeriale 182 del 23 marzo 2020 mobilità personale docente, educativo ed A.T.A. a.s. 2020/21) per la pubblicazione dei movimenti.

È dunque il 29 giugno la nuova data in cui il personale docente interessato conoscerà l’esito della domanda di trasferimento o passaggio di cattedra o di ruolo.

Di conseguenza, anche gli adempimenti di competenza degli uffici periferici del Ministero saranno chiusi entro l’8 giugno.

Studenti con DSA, le certificazioni sono prorogate di un anno

da La Tecnica della Scuola

Con nota prot. 752 del 29 maggio 2020, il Ministero dell’Istruzione ha comunica che, considerata la corrente situazione emergenziale, vengono prorogate di un anno le certificazioni degli alunni con DSA già rilasciate.

Si tratta delle certificazioni di DSA, rilasciate dai servizi di Neuropsichiatria Infantile e dell’Adolescenza (NPIA) del SSN, le cui attività nei rapporti con il pubblico sono state interrotte dall’inizio della pandemia.

Quindi, le certificazioni di DSA già in essere, che andrebbero di norma rinnovate al cambio di ciclo, possano essere prorogate, su domanda della famiglia, fino al massimo di un anno dopo che i servizi di NPIA abbiano ricominciato a svolgere le normali attività.

Il Ministero precisa che sussiste, infatti, al di sopra di ogni adempimento, il dovere di garantire il diritto allo studio degli alunni con DSA, nelle forme didattiche previste dalla normativa vigente.

Un anno scolastico che ricorderemo a lungo

da La Tecnica della Scuola

Siamo arrivati agli ultimi giorni di scuola di un anno scolastico che ricorderemo a lungo.

Un anno travagliato, che ha visto studenti, docenti, genitori e personale da un giorno all’altro (da fine febbraio) tutti costretti a riconvertire abitudini, convinzioni, sensibilità, comportamenti, relazioni.

E’ stata una esperienza unica, che ha costretto ad un veloce riadattamento su un modo di fare scuola che sembrava intoccabile.

Sì, qualcuno ha sbraitato, ha protestato, ha negato che le nuove pratiche della didattica a distanza non erano la stessa cosa della didattica in presenza.

Cosa ovvia, abbiamo tutti risposto.

Ma, nel frattempo, si doveva fare qualcosa per garantire, comunque, il massimo di formazione possibile a questi nostri bambini e ragazzi.

Anche se il direttore Sallusti, oppure lo storico Galli della Loggia non se ne sono accorti, in realtà la scuola ha dimostrato, per la gran parte, di avere adottato, con buon senso, modalità e strumenti che hanno coperto una situazione che, altrimenti, avrebbe consegnato i nostri bambini e ragazzi alla totale inattività, a situazioni che non voglio nemmeno immaginare.

Così siamo arrivati alla fine di questo anno scolastico.

La complessità del sistema italiano ancora, purtroppo, centralista, non legato cioè alla piena responsabilità delle scuole “autonome”, ha impedito una gestione equilibrata di questa fine d’anno, comprese le valutazioni.

L’incertezza ministeriale l’abbiamo da subito avvertita.

Per timore di infiniti ricorsi si è preferito il “tutti promossi”, di fatto rinunciando ad una precisa responsabilità, quella di saper gestire le complessità in ordine alle specificità di ogni situazione.

Ha prevalso, cioè, l’idea che l’irresponsabilità fosse il minimo comun denominatore, invece di quel “principio responsabilità” che è il cuore della nostra Costituzione, che abbiamo tutti ricordato lo scorso 2 giugno, festa della nostra Repubblica.

Ma tant’è, siamo abituati da anni a questi paradossi.

Intanto, dobbiamo dire un grazie ai nostri studenti, i quali quasi tutti hanno capito questo senso della responsabilità.

Poi, non può mancare un grazie ai nostri docenti, presidi, al personale, per un servizio che è stato garantito sapendo le condizioni.

Ed ora, che succederà a settembre?

Si discute tanto sul fatto che, purtroppo, solo l’Italia non riapre le scuole, mentre in altri Paesi sono state aperte prima addirittura dei pub.

Ma chi critica non sa in che condizioni si trova la scuola italiana, quali siano le condizioni dei nostri edifici, delle strutture varie.

Basterebbe fare un giro per le nostre scuole, e subito dopo farne un altro, in giro per l’Europa, come abbiamo fatto grazie ai progetti europei (Erasmus+).

E si capirebbero tante cose.

Ad esempio, si comprenderebbe che non ha più senso che si continuino a privilegiare e a salvare aziende decotte, come l’Alitalia, la quale ha appena ricevuto risorse doppie rispetto a quelle riservate alle scuole italiane nel loro insieme.

Dà cioè sempre più fastidio che da un lato si esalti la funzione della scuola e che nel contempo rimanga sempre agli ultimi posti nei finanziamenti pubblici.

Non ci sono, su questi problemi, differenze tra partiti o coalizione. E’ un male loro comune.

Per chiudere, magari potessimo ritornare subito a scuola, nelle nostre classi!

Magari potessimo ritrovarci tutti assieme per salutarci, per una parola buona, per un sorriso, per dirci come stiamo e come siamo.

Invece, per noi non è ancora possibile, perché la regola-base del distanziamento, diversamente da altri mondi sociali e del lavoro, è davvero complicato rispettarla.

Come non avere un qualche rimpianto nel vedere, anche stamattina, le aule vuote?

Perché la scuola, prima di essere una organizzazione dedita all’istruzione e all’educazione, con i problemi di gestione che conosciamo, è una comunità che vive di relazioni, di rapporti umani, di contatti quotidiani.

CSPI ok alla call veloce, ma per settembre occorre potenziare gli organici

da Tuttoscuola

Nella seduta di questa mattina il CSPI ha valutato condivisibile la finalità del decreto per la chiamata veloce di docenti, in quanto intende porre rimedio alla situazione che si riscontra ogni anno con il numero dei posti docenti autorizzati per le immissioni in ruolo che vengono ricoperti solo in parte, con la conseguenza di lasciare posti vuoti in organico e nello stesso tempo non consentendo al personale precario di ottenere la stabilizzazione attesa.

Leggi il parere del CSPI

Il CSPI apprezza il decreto che pone rimedio agli errori del passato nella programmazione delle procedure di assunzione dalle graduatorie concorsuali, accompagnati dall’esaurimento delle attuali GaE per più discipline e province.

Il DM quindi interviene nella giusta direzione prevedendo, una volta esperito l’ordinario e annuale iter di immissioni in ruolo, una procedura di “chiamata” aggiuntiva per coprire i posti rimasti vacanti, rivolta al personale già inserito nelle graduatorie utili per le immissioni in ruolo ma in altra Provincia o Regione.

La mancata copertura dei posti, già dannosa di per sé in tempi ordinari, sarebbe ancora più grave– ha osservato il CSPI – a fronte dell’emergenza sanitaria che sta attraversando il Paese e per la ripartenza delle attività didattiche in presenza che comporterà drastiche misure per tutelare la sicurezza e la salute di alunni e personale.

Il CSPI, tuttavia, non ha mancato di evidenziare un altro aspetto collaterale alla copertura dei posti disponibili mediante chiamata veloce dei docenti iscritti nelle graduatorie interessate.

Tra le misure necessarie per la ripresa delle lezioni, il distanziamento interindividuale – ha ricordato il CSPI – produrrà l’esigenza di poter contare non solo su tutti i posti già inseriti in organico fin dal primo giorno di lezione, ma sul potenziamento delle dotazioni organiche al fine di far fronte alle necessità di suddivisione e riorganizzazione dei gruppi classe come raccomandato anche dallo stesso Comitato Tecnico Scientifico nel recente documento “Ipotesi di rimodulazione delle misure contenitive nel settore scolastico”.

Per questo il CSPI ha ritenuto opportuno proporre al Ministero l’adozione di misure eccezionali volte a garantire a settembre 2020 la ripresa delle attività didattiche in presenza e in sicurezza, a partire dal potenziamento dell’organico disponibile e dalla stabilizzazione del personale scolastico.

Ritorno a scuola a settembre: il difficile compito della task force

da Tuttoscuola

Nell’elenco degli invitati al tavolo di concertazione di oggi pomeriggio, 4 giugno, sembra non essere stato compreso il rappresentante della task force, coordinata dal prof. Patrizio Bianchi, a cui toccherà il non semplice compito di fornire alla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, le indicazioni per l’organizzazione delle scuole alla riapertura di settembre.

Sarà comunque quel gruppo a fornire indicazioni eventualmente arricchite dalle proposte che verranno dal tavolo di concertazione.

Il gruppo forse potrà utilizzare anche l’ampia gamma di dati raffiguranti l’intero sistema scolastico nazionale che il CTS ha pubblicato nel suo documento del 28 maggio scorso.

Tra questi dati probabilmente non potrà utilizzare quello sugli edifici scolastici (tab. 7) definiti in 58.823 unità, anziché in 40.160 (quasi un terzo in meno), in quanto molti sono stati conteggiati più volte in presenza delle diverse scuole ospitate.

Per il gruppo di lavoro, anziché il numero degli edifici, il loro volume e la superficie, servirà forse conoscere piuttosto il numero delle classi presenti in ogni scuola, perché è proprio su quelle che si dovrà operare in termini di riorganizzazione del servizio, tenendo fisso il vincolo del distanziamento e operando, a seconda delle situazioni, sugli spazi aula, sul raggruppamento di alunni, sulla rimodulazione dell’orario di lezione e sull’eventuale potenziamento dell’organico docenti.

Ci permettiamo di avanzare una proposta operativa da attuare in due fasi.

Individuare subito le possibili variabili degli interventi organizzativi, poi, in un secondo momento (pressoché immediato) operare in modo induttivo, chiedendo a tutte le 8.224 istituzioni scolastiche una esatta ricognizione delle applicazioni possibili per le scuole dipendenti.

Dal riscontro generale potranno essere disposti da parte del ministero gli interventi di sostegno con eventuale quantificazione degli oneri.

Decreto Ministeriale 5 giugno 2020, n. 24

Ministero dell’Istruzione

Assegnazione delle risorse agli enti locali per il sisma del centro Italia – fondo 120 milioni. (Decreto n. 24/2020). (20A05026)

(GU n.235 del 22-9-2020 )

Registrato alla Corte dei conti il 3 agosto 2020 Ufficio di controllo sugli atti del Ministero dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca, del Ministero dei beni e delle attivita’ culturali, del Ministero della salute, del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, reg. n. 1711

Nota 5 giugno 2020, AOODGPER 14232

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione Direzione generale per il Personale scolastico
Ufficio II – Dirigenti scolastici

ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
ai dirigenti titolari degli Uffici scolastici Regionali per l’Umbria, la Basilicata e il Molise
e, p.c., alle OO.SS.

OGGETTO: Operazioni di attribuzione degli incarichi dirigenziali: conferme, mutamenti, mobilità interregionale con decorrenza 01/09/2020 – C.C.N.L. sottoscritto in data 15/07/2010 per il personale dell’Area V della dirigenza scolastica e C.C.N.L. Area Dirigenziale Istruzione e Ricerca sottoscritto in data 08/07/2019.