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10 gennaio Relazione programmatica partecipazione Italia all’UE 2014

Nel corso della seduta del 10 gennaio, il Ministro per gli Affari europei, Enzo Moavero Milanesi, ha illustrato al Consiglio dei Ministri le linee direttrici della Relazione programmatica sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea per l’anno 2014, prevista dalla legge n. 234 del 2012, che il Governo presenta ogni anno al Parlamento.

La relazione indica gli orientamenti e le priorità che il Governo intende perseguire nell’anno successivo con riferimento agli sviluppi del processo di integrazione europea, ai profili istituzionali e a ciascuna politica dell’Unione europea, gli orientamenti che il Governo ha assunto o intende assumere, le strategie di comunicazione in merito all’attività dell’Unione europea ed alla partecipazione italiana.

In particolare il punto 2.6 della Relazione indica gli obiettivi per “Istruzione e formazione, gioventù e sport”.
L’Italia intende valorizzare:
– la mobilità europea ed internazionale di studenti e docenti
– la prevenzione e il contrasto all’abbandono e alla dispersione scolastica
– l’integrazione tra i sistemi di istruzione/formazione e il mercato del lavoro
– il rafforzamento dei diritti dei giovani attraverso i processi di interazione e di Youth empowerment
– la promozione dello sport come strumento di conoscenza, inclusione sociale, dialogo e fratellanza

31 dicembre Messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica

Si svolge a reti unificate il tradizionale messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica

(Quirinale, 31.12.13) “A tutti gli italiani – e rivolgendo un particolare pensiero a quanti vivono con ansia queste ore per le recenti scosse di terremoto – giunga il mio affettuoso augurio. L’anno che sta per terminare è stato tra i più pesanti e inquieti che l’Italia ha vissuto da quando è diventata Repubblica. Tra i più pesanti sul piano sociale, tra i più inquieti sul piano politico e istituzionale. L’anno che sta per iniziare può e deve essere diverso e migliore, per il paese e specialmente per quanti hanno sofferto duramente le conseguenze della crisi. Una crisi dalla quale in Europa si comincia a uscire e più decisamente si potrà uscire se si porterà fino in fondo un’azione comune per il rilancio della crescita economica e dell’occupazione.
Questa sera non tornerò su analisi e considerazioni generali che ho prospettato più volte. Non passerò dunque in rassegna i tanti problemi da affrontare. Cercherò, invece, di mettere innanzitutto in evidenza le preoccupazioni e i sentimenti che ho colto in alcune delle molte lettere indirizzatemi ancora di recente da persone che parlando dei loro casi hanno gettato luce su realtà diffuse oggi nella nostra società.
Vincenzo, che mi scrive da un piccolo centro industriale delle Marche, ha ormai 61 anni e sa bene quanto sia difficile per lui recuperare una posizione lavorativa. “Sono stato” – mi dice – “imprenditore fino al 2001 (un calzaturificio con 15 dipendenti) ed in seguito alla sua chiusura sono stato impiegato presso altri calzaturifici. Attualmente sono disoccupato… Di sacrifici ne ho fatti molti, e sono disposto a farne ancora. Questo non spaventa né me né i nostri figli.”. Ma aggiunge : “Non può essere che solo noi «semplici cittadini» siamo chiamati a fare sacrifici. FACCIAMOLI INSIEME. Che comincino anche i politici.”. Mi sembra un proposito e un appello giusto, cui peraltro cercano di corrispondere le misure recenti all’esame del Parlamento in materia di province e di finanziamento pubblico dei partiti.
Daniela, dalla provincia di Como, mi racconta il caso del suo fidanzato che a 44 anni – iscrittosi “allo sportello lavoro del paese” – attende invano di essere chiamato, e resta, per riprendere le sue drammatiche parole, “giovane per la pensione, già vecchio per lavorare”.
Una forte denuncia della condizione degli “esodati” mi è stata indirizzata da Marco, della provincia di Torino, che mi chiede di citare la gravità di tale questione, in quanto comune a tanti, nel messaggio di questa sera, e lo faccio.
Mi hanno scritto in questo periodo persone che alla denuncia delle loro difficoltà uniscono l’espressione di un naturale senso della Nazione e delle istituzioni. Lo si coglie chiaramente, ad esempio, nel travaglio di un padre di famiglia, titolare di un modesto stipendio pubblico, che mi scrive : “Questo mese devo decidere se pagare alcune tasse o comprare il minimo per la sopravvivenza dei miei due figli…”. E mi dice di vergognarsi per questo angoscioso dilemma, pensando al patto sottoscritto con le istituzioni, al “giuramento di pagare le tasse sempre e comunque”.
Ricevo anche qualche lettera più lunga, che narra una storia personale legandola alla storia e alla condizione attuale del paese. Così Franco da Vigevano, agricoltore, che rievoca lo “spirito di fratellanza” degli anni della ricostruzione dopo la seconda guerra mondiale e fa appello perché quello spirito rinasca come condizione per rendere la “Nazione stabile economicamente e socialmente”.
E infine, avrei da citare molte lettere di giovani, polemiche verso le incapacità della politica ma tutt’altro che rassegnate e prive di speranza e volontà. Serena, da un piccolo centro del catanese, mi scrive : “Noi giovani non siamo solo il futuro, ma siamo soprattutto il presente”, per il lavoro che manca, per la condizione delle famiglie che scivolano nella povertà. “Voi adulti e politici parlate spesso dei giovani e troppo poco con i giovani”, che nonostante tutto sono pronti a rimboccarsi le maniche e a fare ogni sforzo per poter dire, da adulti: “sono fiero del mio paese, della mia Nazione”.
Veronica, da Empoli, ventottenne, laureatasi a prezzo di grandi sacrifici, da 3 anni alla ricerca, finora vana, di un lavoro, sente che la crisi attuale è crisi di quella fiducia nei giovani, di quella capacità di suscitare entusiasmo nei giovani, senza di cui “una Nazione perde il futuro”. E conclude : “io credo ancora nell’Italia, ma l’Italia crede ancora in me?”. Ecco, vedete, aggiungo io, una domanda che ci deve scuotere.
Ringrazio tutti coloro che mi hanno scritto, anche esprimendo apprezzamento e fiducia, e talvolta critiche schiette, per il mio impegno di Presidente. Non potendo sempre rispondere personalmente, traggo da ogni racconto, denuncia o appello che mi giunge, stimoli per prospettare – nei limiti dei miei poteri e delle mie possibilità – i forti cambiamenti necessari nella politica, nelle istituzioni, nei rapporti sociali. Ne traggo anche la convinzione che ci siano grandi riserve di volontà costruttiva e di coraggio su cui contare.
Il coraggio degli italiani è in questo momento l’ingrediente decisivo per far scattare nel 2014 quella ripresa di cui l’Italia ha così acuto bisogno. Coraggio di rialzarsi, di risalire la china. Coraggio di praticare la solidarietà : come già si pratica in tante occasioni, attraverso una fitta rete di associazioni e iniziative benefiche, o attraverso gesti, azioni eloquenti ed efficaci – dinanzi alle emergenze – da parte di operatori pubblici, di volontari, di comuni cittadini, basti citare l’esempio di Lampedusa. Coraggio infine di intraprendere e innovare : quello che mostrano creando imprese più donne, più giovani, più immigrati che nel passato.
Alla crisi di questi anni ha reagito col coraggio dell’innovazione una parte importante dell’industria italiana, indebolitasi, già molto prima, in produzioni di base certamente rilevanti, ma affermatasi in nuove specializzazioni. Quella parte dell’industria ha così guadagnato competitività nelle esportazioni, ed esibito eccellenze tecnologiche, come dimostrano i non pochi primati della nostra manifattura nelle classifiche mondiali. In questo nucleo forte, vincente dell’industria e dei servizi troviamo esempi e impulsi per un più generale rinnovamento e sviluppo della nostra economia, e per un deciso ritorno di fiducia nelle potenzialità del paese.
Guardiamo dunque al presente, al malessere diffuso, alla “fatica sociale” – come si è detto – cui dare risposte qui ed ora, nell’anno 2014, ma lavoriamo in pari tempo a un disegno di sviluppo nazionale e di giustizia sociale da proiettare in un orizzonte più lungo. E’ a questa prospettiva che sono interessati innanzitutto i giovani, quelli che con grandi sforzi già hanno trovato il modo di dare il meglio di sé – ad esempio, ne parlo spesso, nella ricerca scientifica – e gli altri, i più, che ancora non riescono a trovare sbocchi gratificanti di occupazione e di partecipazione a un futuro comune da costruire per l’Italia.
Si richiedono però lungimiranti e continuative scelte di governo, con le quali debbono misurarsi le forze politiche e sociali e le assemblee rappresentative, prima di tutto il Parlamento, oggi più che mai bisognoso di nuove regole per riguadagnare il suo ruolo centrale.
Non tocca a me esprimere giudizi di merito, ora, sulle scelte compiute dall’attuale governo, fino alle più recenti per recuperare e bene impiegare, essenzialmente nel Mezzogiorno, miliardi di euro attribuitici dall’Unione Europea attraverso fondi che rischiamo di perdere. Rispetto a tali scelte e alla loro effettiva attuazione, e ancor più a quelle che il governo annuncia – sotto forma di un patto di programma, che impegni la maggioranza per il 2014 – il solo giudice è il Parlamento. E grande, a questo proposito, è lo spazio anche per le forze di opposizione che vogliano criticare in modo circostanziato e avanzare controproposte sostenibili.
La sola preoccupazione che ho il dovere di esprimere è per il diffondersi di tendenze distruttive nel confronto politico e nel dibattito pubblico – tendenze all’esasperazione, anche con espressioni violente, di ogni polemica e divergenza, fino a innescare un “tutti contro tutti” che lacera il tessuto istituzionale e la coesione sociale.
Penso ai pericoli, nel corso del 2013, di un vuoto di governo e di un vuoto al vertice dello Stato : pericoli che non erano immaginari e che potevano tradursi in un fatale colpo per la credibilità dell’Italia e per la tenuta non solo della sua finanza pubblica ma del suo sistema democratico. Quei pericoli sono stati scongiurati nel 2013, sul piano finanziario con risultati come il risparmio di oltre 5 miliardi sugli interessi da pagare sul nostro debito pubblico. Sarebbe dissennato disperdere i benefici del difficile cammino compiuto. I rischi già corsi si potrebbero riprodurre nel prossimo futuro, ed è interesse comune scongiurarli ancora.
La nostra democrazia, che ha rischiato e può rischiare una destabilizzazione, va rinnovata e rafforzata attraverso riforme obbligate e urgenti. Entrambe le Camere approvarono nel maggio scorso a grande maggioranza una mozione che indicava temi e grandi linee di revisione costituzionale. Compreso quel che è da riformare – come proprio nei giorni scorsi è apparso chiaro in Parlamento – nella formazione delle leggi, ponendo termine a un abnorme ricorso, in atto da non pochi anni, alla decretazione d’urgenza e a votazioni di fiducia su maxiemendamenti. Ma garantendo ciò con modifiche costituzionali e regolamentari, confronti lineari e “tempi certi in Parlamento per l’approvazione di leggi di attuazione del programma di governo”.
Anche se molto è cambiato negli ultimi mesi nel campo politico e le procedure da seguire per le riforme costituzionali sono rimaste quelle originarie, queste riforme restano una priorità. Una priorità indicata al Parlamento già dai miei predecessori e riconosciuta via via da un arco di forze politiche rappresentate in Parlamento ben più ampio di quelle che sostengono l’attuale governo. E mi riferisco a riforme che soprattutto sono i cittadini stessi a sollecitare.
Alle forze parlamentari tocca in pari tempo dare soluzione – sulla base di un’intesa che anch’io auspico possa essere la più larga – al problema della riforma elettorale, divenuta ancor più indispensabile e urgente dopo la sentenza della Corte Costituzionale.
Dobbiamo tutti augurarci che il 2014 ci veda raggiungere risultati apprezzabili in queste direzioni.
Non posso a questo punto fare a meno di sottolineare come nel nuovo anno l’Italia sia anche chiamata a fare la sua parte nella comunità internazionale : dando in primo luogo il suo contributo all’affermazione della pace dove ancora dominano conflitti e persecuzioni. E a questo riguardo voglio ricordare ancora una volta l’impegno dei nostri militari nelle missioni internazionali, tra le quali quella contro la nuova pirateria cui partecipavano i nostri marò Massimiliano La Torre e Salvatore Girone, ai quali perciò confermo la nostra vicinanza. E rivolgo un commosso pensiero a tutti i nostri caduti.
A una comune responsabilità per le sorti del mondo ci ha richiamato, nei suoi messaggi natalizi e per la giornata mondiale della pace, Papa Francesco con la forza della sua ispirazione che fa leva sul principio di fraternità e che sollecita anche scelte coerenti di accoglienza e solidarietà verso quanti fuggono da guerre, oppressioni e carestie cercando asilo in Italia e in Europa.
Queste supreme istanze di pace e di solidarietà mi spingono anche a un appello perché non si dimentichi quello che l’Europa, l’integrazione europea, ci ha dato da decenni : innanzitutto proprio la pace e la solidarietà. Anche in funzione di tale impegno molte cose debbono oggi certamente cambiare nell’Unione Europea. In tal senso dovrà operare l’Italia, specie nel semestre di sua presidenza dell’Unione, senza che nessuno degli Stati membri si tiri però indietro e si rinchiuda in un guscio destinato peraltro ad essere travolto in un mondo radicalmente cambiato e divenuto davvero globale.
Né si dimentichi – nel fuoco di troppe polemiche sommarie – che l’Europa unita ha significato un sempre più ampio riconoscimento di valori e di diritti che determinano la qualità civile delle nostre società. Valori come quelli, nella pratica spesso calpestati, della tutela dell’ambiente – basti citare il disastro della Terra dei fuochi – del territorio, del paesaggio. Diritti umani, diritti fondamentali : compresi quelli che purtroppo sono negati oggi in Italia a migliaia di detenuti nelle carceri più sovraffollate e degradate.
Care ascoltatrici, cari ascoltatori, ho voluto esprimervi la mia vicinanza a realtà sociali dolorose, che molti di voi vivono in prima persona, ed evocare valori e principi, necessità e speranze di cambiamento da coltivare tenacemente. L’ho fatto senza entrare nel merito di posizioni politiche e di soluzioni concrete, su cui non tocca a me pronunciarmi. Come nei sette anni conclusisi nell’aprile scorso, così negli otto mesi successivi alla mia rielezione, ho assolto il mio mandato raccogliendo preoccupazioni e sentimenti diffusi tra gli italiani. E sempre mirando a rappresentare e rafforzare l’unità nazionale, servendo la causa del prestigio internazionale dell’Italia, richiamando alla correttezza e all’equilibrio nei rapporti tra le istituzioni e tra i poteri dello Stato, nei rapporti, anche, tra politica e giustizia tenendo ben ferma la priorità della lotta al crimine organizzato.
Conosco i limiti dei miei poteri e delle mie possibilità anche nello sviluppare un’azione – al pari di tutti i miei predecessori – di persuasione morale. Nessuno può credere alla ridicola storia delle mie pretese di strapotere personale. Sono attento a considerare ogni critica o riserva, obbiettiva e rispettosa, circa il mio operato. Ma in assoluta tranquillità di coscienza dico che non mi lascerò condizionare da campagne calunniose, da ingiurie e minacce.
Tutti sanno – anche se qualcuno finge di non ricordare – che il 20 aprile scorso, di fronte alla pressione esercitata su di me da diverse ed opposte forze politiche perché dessi la mia disponibilità a una rielezione a Presidente, sentii di non potermi sottrarre a un’ulteriore assunzione di responsabilità verso la Nazione in un momento di allarmante paralisi istituzionale.
Null’altro che questo mi spinse a caricarmi di un simile peso, a superare le ragioni, istituzionali e personali, da me ripetutamente espresse dando per naturale la vicina conclusione della mia esperienza al Quirinale. E sono oggi ancora qui dinanzi a voi ribadendo quel che dissi poi al Parlamento e ai rappresentanti regionali che mi avevano eletto col 72 per cento dei voti. Resterò Presidente fino a quando “la situazione del paese e delle istituzioni” me lo farà ritenere necessario e possibile, “e fino a quando le forze me lo consentiranno”. Fino ad allora e non un giorno di più ; e dunque di certo solo per un tempo non lungo. Confido, così facendo, nella comprensione e nel consenso di molti di voi.
Spero di poter vedere nel 2014 decisamente avviato un nuovo percorso di crescita, di lavoro e di giustizia per l’Italia e almeno iniziata un’incisiva riforma delle istituzioni repubblicane.
Ho concluso. Buon anno alle vostre famiglie, dagli anziani ai bambini, buon anno a chi serve la patria e la pace lontano dall’Italia, buon anno a tutti quanti risiedono operosamente nel nostro paese.
Guardiamo – lasciate che ve lo dica – con serenità e con coraggio al nuovo anno”.

31 dicembre Messaggio di fine anno del Ministro

L’anno che sta finendo ha segnato molti cambiamenti per me, con emozioni contrastanti, dalla delusione per il risultato delle elezioni politiche alla soddisfazione di giurare da Ministro di fronte al nostro Presidente della Repubblica.

Ho ereditato un ministero che negli ultimi anni ha subito tagli pesantissimi ed è stato visto solo come un centro di spesa invece che una risorsa per i giovani e pe r tutto il nostro Paese. Con il Governo Letta abbiamo orgogliosamente avviato fin da subito una netta inversione di tendenza: stop ai tagli, si torna ad investire.

E abbiamo iniziato da uno dei capitoli che mi stanno più a cuore, l’edilizia scolastica:450 milioni di euro con il Decreto del Fare, ai quali si è aggiunta la possibilità per le Regioni di stipulare mutui agevolati ed infine, nell’ultimo Consiglio dei ministri, altre risorse provenienti dai fondi strutturali. Per la prima volta dopo anni abbiamo varato un pacchetto di misure destinate esclusivamente all’istruzione, con il decreto L’Istruzione riparte. 450 milioni di euro a regime per il diritto allo studio universitario, il wireless nelle scuole, agevolazioni per i trasporti, il comodato d’uso per i libri, l’assunzione di più d 26mila insegnanti di sostegno, l’orientamento, la lotta alla dispersione scolastica, la formazione dei docenti, gli istituti musicali. E anche per l’università, grazie alle scelte fatte quest’anno, nel 2014 le risorse aumenteranno rispetto all’anno precedente.

Si dirà che non è sufficiente, che le nostre scuole, i nostri atenei e la nostra ricerca hanno bisogno di maggiore attenzione, maggiori finanziamenti, ma questo governo ha ricominciato un cammino. E soprattutto crediamo che investire in istruzione sia una scelta strategica per il futuro dell’Italia.

Nel 2014 affronteremo altre sfide: partirà la Costituente della scuola, una grande opportunità per tornare a discutere di politiche per l’istruzione e fissare i nostri obiettivi coinvolgendo tutta la società. Nei primi mesi dell’anno avvieremo anche la revisione del sistema di finanziamento delle nostre università per renderlo più semplice e più giusto, e presenteremo il nuovo Piano nazionale della Ricerca, che punterà soprattutto sui nostri giovani ricercatori, premiando la loro indipendenza.
Abbiamo ancora molto da fare, ma stiamo andando nella giusta direzione. Buon 2014!

Maria Chiara Carrozza

Educazione&Scuola Newsletter n. 1036

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Dicembre 2013

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La redazione di Edscuola augura un Felice 2014!


Dossier neo-immessi in ruolo dal 1 settembre 2003.
Decreti di ricostruzione di carriera: tutto il servizio pre-ruolo superiore ai quattro anni va valutato per intero fin da subito nella ricostruzione di carriera, nel rispetto del diritto dell’Unione europea. Anief organizza ricorsi al giudice del lavoro per recuperare gli aumenti di stipendio pregressi e garantirsi quelli futuri come ha già ha ribadito il Consiglio di Stato. Scrivi a ricostruzione.carriera@anief.net per ricevere le istruzioni operative.
Dossier Neo-immessi in ruolo dal 1 settembre 2011 o retrodatati al 1 settembre 2010:
Decreti di ricostruzione di carriera: il primo gradone stipendiale 3-8 anni non può essere congelato. Il contratto integrativo è illegittimo perché le ragioni finanziarie non possono giustificare il pagamento dello stipendio iniziale come supplente. Anief organizza ricorsi al giudice del lavoro per sbloccare la carriera. Scrivi a gradoni@anief.net per ricevere le istruzioni operative.


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Notizie

28 dicembre Misure finanziarie per Regioni ed EE.LL.

Il Governo rinuncia alla conversione del decreto-legge 31 ottobre 2013, n. 126

27 dicembre DL ‘Milleproroghe’ e Interventi per la Crescita

Il Consiglio dei Ministri approva un decreto legge di proroga di termini e scadenze e altre disposizioni indifferibili di carattere finanziario

23 dicembre Conferenza stampa di fine anno del Presidente del Consiglio

Il presidente del Consiglio tiene la tradizionale conferenza stampa di fine anno

23 dicembre Legge di Stabilità e Bilancio 2014 al Senato

Il Senato approva definitivamente i disegni di legge di stabilità e bilancio nel testo approvato dalla Camera

21 dicembre DdL Province alla Camera

La Camera approva il disegno di legge recante Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni

20 dicembre ‘Io scelgo, Io studio’

Il ministro presenta la campagna per l’Orientamento realizzata in ragione di quanto previsto dall’art. 8 della Legge 8 novembre 2013, n. 128

20 dicembre Dimensionamento Rete Scolastica

Permangono per l’anno scolastico 2014/2015 le disposizioni di cui ai commi 5 e 5 bis dell’ art. 19 della legge 15 luglio 2011, n. 111 come modificata dalla legge 183/2011, art. 4 comma 69

19 dicembre Edilizia scolastica in 7a Camera

La 7a Commissione della Camera prosegue l’indagine conoscitiva sulla situazione dell’edilizia scolastica in Italia

18 dicembre DdL Semplificazione al Senato

la 7a Commissione del Senato esamina il Disegno di Legge relativo a “Misure di semplificazione degli adempimenti per i cittadini e le imprese e di riordino normativo”

13 dicembre Piano “Destinazione Italia” e LSU Scuola in CdM

Il Consiglio dei Ministri approva un decreto legge contenente interventi urgenti di avvio del Piano “Destinazione Italia”

11 dicembre Fiducia Governo

Il Governo ottiene la fiducia dalle Camere

4 dicembre Unione nazionale Gruppi sportivi scolastici in 7a Camera

La 7a Commissione della Camera esamina il DdL sull’Istituzione dell’Unione nazionale dei gruppi sportivi scolastici.

 


Norme

Decreto Capo Dipartimento 30 dicembre 2013

Trasferimento del personale amministrativo iscritto nei ruoli del Miur, attraverso l’istituto compensativo dell’interscambio

Legge 27 dicembre 2013, n. 147

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2014)

Legge 27 dicembre 2013, n. 148

Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2014 e bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016

Avviso 24 dicembre 2013, AOODGPFB Prot.n.9922

Supplenze brevi e saltuarie

Nota 23 dicembre 2013, AOODPIT Prot. n. 2855

D.M. 1058 del 23/12/2013. Cessazioni dal servizio personale scolastico 1 settembre 2014. Trattamento di quiescenza. Indicazioni operative

Nota 23 dicembre 2013, AOODGSC Prot. n. 8341

Proroga termini adesione concorso “La mia Europa è”

Avviso 23 dicembre 2013

“Divertinglese”. Da gennaio 2014 riprende la programmazione televisiva della trasmissione in onda su Rai Scuola

Decreto-Legge 23 dicembre 2013, n. 145

Interventi urgenti di avvio del piano “Destinazione Italia”, per il contenimento delle tariffe elettriche e del gas, per la riduzione dei premi RC-auto, per l’internazionalizzazione, lo sviluppo e la …

Decreto Ministeriale 23 dicembre 2013 n. 1059

Autovalutazione, accreditamento iniziale e periodico delle sedi e dei corsi di studio e valutazione periodica Adeguamenti e integrazioni al DM 30 gennaio 2013, n.47

Avviso 23 dicembre 2013

Pubblicato il 20 dicembre 2013 sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il testo di “ERASMUS +” (2014-2020)

Nota 20 dicembre 2013, AOODGPFB Prot.n.9834

Schema di convenzione di cassa aggiornamento alla luce del D.L. 95/2012 convertito nella Legge 135/2012

Nota 20 dicembre 2013, AOODPIT Prot. n.2828

Dimensionamento della rete scolastica – A.S. 2014/2015

Avviso 20 dicembre 2013

Avviso di disponibilità posto di funzione dirigenziale non generale – Direzione Generale per l’Istruzione e formazione tecnica superiore e per i rapporti con i sistemi formativi delle regioni

Messaggio MEF 19 dicembre 2013, n. 152

Interventi in applicazione del D.P.R. n. 122 del 4 settembre 2013, pubblicato sulla G.U. del 25 ottobre 2013, in merito alla proroga del blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali per …

Avviso 19 dicembre 2013, AOODGPFB Prot.9812

Importi corrisposti dal M.I.U.R. per il secondo semestre 2012 e l’annualità 2013 alle Regioni per il rimborso forfettario delle spese sostenute per gli accertamenti medico-legali sul personale scolastico …

Avviso 19 dicembre 2013, AOODGPFB Prot. 9823

Prospetto importi corrisposti dal M.I.U.R. per l’annualità 2013 a Comuni interessati dagli oneri dovuti dalle istituzioni scolastiche statali per il pagamento della tassa relativa al servizio di raccolta …

Avviso 19 dicembre 2013, AOODGPFB Prot.9824

Prospetto importi corrisposti dal M.I.U.R. per l’annualità 2013 ai Comuni per la fruizione della mensa scolastica da parte del personale della scuola, art 7 comma 41 DL 95/2012 convertito nella legge …

Decreto Direttore Generale 18 dicembre 2013, n. 518

“Ioconto” Programma di formazione amministrativo contabile per dirigenti scolastici e dirigenti dei servizi generali e amministrativi (Dsga)

CCNI (18.12.13)

Criteri e parametri di attribuzione, per l’a.s. 2013/14, delle risorse per le scuole collocate in aree a rischio educativo, con forte processo immigratorio e contro la dispersione scolastica

Nota 18 dicembre 2013, Prot. AOODGPER n. 13650

Retribuzioni personale della Scuola

CCNI (17.12.13)

Mobilità del personale docente, educativo ed A.T.A. per l’a.s. 2014/2015

Avviso 16 dicembre 2013

Avviso di chiamata pubblica alla candidatura per la presidenza dell’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (INVALSI)

Nota 16 dicembre 2013, Prot.n. 8161

Proroga Bando di partecipazione SESTA EDIZIONE DEL CONCORSO DI IDEE, Premio “Piccoli e grandi inventori crescono”- destinato agli ultimi due anni dei cicli di studio

Nota 13 dicembre 2013

Istruzioni per la predisposizione del Programma Annuale per l’e.f. 2014

Decreto Ministeriale 13 dicembre 2013, n. 920

Consistenza organica dei dirigenti scolastici per l’anno scolastico 2013/2014: registrato alla Corte dei Conti, il 4 dicembre 2013, il D.M. n. 920 del 13 novembre 2013 – Modifica del D.M. n. 689 del 5 …

Nota 13 dicembre 2013, Prot. n. AOODGPER 13459

Contratto Collettivo Nazionale Integrativo concernente le utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie del personale docente, educativo ed A.T.A. per l’a.s. 2013/2014

Legge 13 dicembre 2013, n. 137

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 15 ottobre 2013, n. 120, recante misure urgenti di riequilibrio della finanza pubblica nonché in materia di immigrazione

Regolamento (UE) 11 dicembre 2013, n. 1288

Istituzione “Erasmus+”

Nota 11 dicembre 2013, AOODGPER Prot. n. 13379

A.S. 2013/14. “VALORI IN MOVIMENTO”: concorso nazionale riservato ai docenti e agli alunni del primo e del secondo ciclo d’istruzione. Comunicazioni

Avviso 11 dicembre 2013

Bandi AIF (Associazione Italiana Fisici) – Concorso Cesare Bonacini

Nota 10 dicembre 2013, AOODPIT Prot. n. 2710

Articolo 4, comma 70, legge 12.10.2011, n. 183 – comparto scuola – indennità Dsga – sessione negoziale – atto di indirizzo – sollecito

Ordinanza Corte Costituzionale 10 dicembre 2013, n. 318

Art. 24, c. 3°, del decreto legge 06/12/2011, n. 201, convertito con modificazioni dall’art. 1, c. 1°, della legge 22/12/2011, n. 214

Nota 6 dicembre 2013, Prot. AOODGPER n. 13190

Partecipazione ai corsi di specializzazione per il sostegno di cui al D.M. 706/2013. Chiarimenti

Nota 6 dicembre 2013, Prot.n. 16994

Quinta giornata di donazione del sangue nel MIUR – Roma 18 dicembre 2013

Nota 6 dicembre 2013, AOODGSC Prot. n. 7959

55° Giornata Nazionale del Cieco, 13 dicembre 2013

Nota 6 dicembre 2013, Prot. n . AOODGPER 13220

ersonale docente dichiarato permanentemente inidoneo alla propria funzione per motivi di salute, ma idoneo ad altri compiti – attuazione delle disposizioni contenute nell’art. 15, commi 4 e seguenti, del …

Nota 6 dicembre 2013, AOODGPER Prot. n. 13219

Personale docente inquadrato nei contingenti ad esaurimento C999 e C555 – attuazione delle disposizioni contenute nell’art. 15 del D.L. 12 settembre 2013 n.104, convertito con modificazioni in Legge 8 …

Nota 6 dicembre 2013, Prot. MIURAOODGOS n. 6645

Celebrazione della 64a “Giornata della Bontà” – Centro Nazionale della Bontà nella Scuola – Premio “Livio Tempesta” A.S. 2013 -2014

Accordo CU 5 dicembre 2013, n. 136

Definizione delle linee guida del sistema nazionale sull’orientamento permanente

Nota 5 dicembre 2013, AOODGSC Prot. n. 7923

Presentazione “TeatroèScuola”. Bando di concorso per gli studenti delle scuole secondarie di II grado

Decreto Direttore Generale 4 dicembre 2013, Prot.n. 448

Interventi per il conseguimento del certificato di agibilità e per il completamento della messa norma degli istituti scolastici – D.D.G. n. 267 del 10 ottobre 2013: graduatoria degli enti locali ammessi …

Nota 4 dicembre 2013, MIURAOODGOS prot. n. 6600

Olimpiadi di Italiano – Edizione 2013-14

Avviso 4 dicembre 2013, AOODGOS Prot. n. 6583

Valorizzazione delle eccellenze. Scadenza dei termini per la presentazione delle domande di accreditamento e per la presentazione delle proposte di gara da parte dei soggetti interessati per ottenere il …

Nota 3 dicembre 2013, Prot. n . AOODGPER 13000

Personale docente dichiarato permanentemente inidoneo alla propria funzione per motivi di salute, ma idoneo ad altri compiti – attuazione delle disposizioni contenute nell’art. 15, commi 4 e seguenti, …

Nota 3 dicembre 2013, AOODGSC Prot. n. 7885

Attività di avviamento alla pratica sportiva e Campionati Studenteschi a.s. 2013/2014

Nota USR Emilia-Romagna 2 dicembre 2013, Prot.n. 18793

Master on-line di I o II livello in Tecnologie per la didattica e Diploma on-line per Esperti di didattica assistita dalle Nuove Tecnologie – Politecnico di Milano

 


Rubriche

in Bacheca della Didattica

Insegnare? Se ne parla in gran segreto

di Claudia Fanti

I nuovi obblighi previsti dal Decreto Legislativo n. 33/2013

ANDIS Viterbo

La strettoia

di Stefano Stefanel

L’ascolto, il passato, il presente e il futuro

di Claudia Fanti

A scuola si predica bene ma si razzola male

di Enrico Maranzana

La BESbetica indomata

di Claudia Fanti

Il Miur naviga a vista

di Enrico Maranzana

in Concorsi

Concorso Dirigenti Scolastici

27 dicembre: reso noto il calendario delle prove orali in Lombardia

in Europ@Fondi Strutturali di Fabio Navanteri

27/12/2013 – Accelerazione nell’utilizzo dei Fondi Strutturali dei PON

Nota prot. 13485 del 23 dicembre 2013

27/12/2013 – Autorizzazione Calabria Piano Integrato – Anno scolastico 2013/2014

Circolare AOODGAI prot. n. 12842 del 09/12/2013

17/12/2013 – Progetto Nazionale “VALeS – Istruzioni operative per la gestione nell’a.s. 2013/2014 dei Piani Integrati

Nota prot. 12896 dell’11 dicembre 2013

10/12/2013 – Attuazione Programma Operativo FSE Regione Campania Ob. Convergenza 2007-2013. ERRATA CORRIGE

Nota prot. 12729 del 5 dicembre 2013

04/12/2013 – Autorizzazioni Piano Integrato – Anno scolastico 2013/2014

Circolare AOODGAI prot. n. 2373 del 26/02/2013

in Famiglie

I DdL sull’autogoverno delle Istituzioni scolastiche statali

di Cinzia Olivieri

Tra Costituente, consultazioni e Consulta

di Cinzia Olivieri

Sportello Genitori Studenti e Scuola

a cura di Cinzia Olivieri

Il ritorno della legge delega

di Cinzia Olivieri

Dalla legge delega alla Costituente sulla scuola … quale partecipazione?

di Cinzia Olivieri

in Handicap&Società di Rolando Alberto Rorzetti

FAQ Handicap e Scuola – 55

a cura dell’avv. Salvatore Nocera e di Rolando Alberto Borzetti

Convegni, Incontri, Seminari, Concorsi 2014

a cura di Rolando Alberto Borzetti

Convegni, Incontri, Seminari, Concorsi 2013

a cura di Rolando Alberto Borzetti

Il MIUR deve pagare il sostegno anche per le scuole paritarie

di Salvatore Nocera

Esonero dalle tasse universitarie per gli studenti con disabilità certificata

di Salvatore Nocera

Supplenze e responsabilità dei docenti per il sostegno

di Salvatore Nocera

Autismo

a cura di Rolando Aberto Borzetti

Associazioni DSA

a cura di Rolando Alberto Borzetti

Linee Guida Autismo

Regioni

Normativa sui BES: meno chiacchiere e più applicazione

di Salvatore Nocera

Associazioni Autismo

a cura di Rolando Alberto Borzetti

in PSSP&MD di Umberto Tenuta

Scuola nuova: anno della gioia di imparare!

di Umberto Tenuta

Scuola, Scholè, Otium

di Umberto Tenuta

De Sanctis e lo spirito di ricerca

di Anna Marra Barone

Continuità dell’apprendimento e curricoli verticali

di Anna Marra Barone

Riforma dei licei. Obbligo di istruzione a 16 anni

di Anna Marra Barone

Auguri dell’onorevole ministra Carrozza agli uomini di scuola

di Umberto Tenuta

Motivare Perchè Come Quando

di Umberto Tenuta

Motivare Motivare Motivare!

di Umberto Tenuta

Genitori, svegliatevi!

di Umberto Tenuta

Maestro anch’io, finalmente!

di Umberto Tenuta

Bocciare è il fallimento del successo formativo!

di Umberto Tenuta

Insegnanti no, maestri si!

di Umberto Tenuta

Simmetrie in gioco

di Umberto Tenuta

Bocciare è un fallimento ed un costo

di Umberto Tenuta

Digitale, mon amour, quale fine stai facendo!

di Umberto Tenuta

Canta la gioia di essere maestra!

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Fascinosi laghi

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Motivazione ad apprendere: non spegniamola!

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in Recensioni

Nelson Mandela – Bisogna essere capaci di sognare

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M. Serra, Gli sdraiati

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35° Anniversario del Centro Studi “Chora-Ma”

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Antonio Ferrara alla settima edizione del Torneo di lettura fra scuole in rete della provincia di Potenza

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D. Cillo e F. Sansotta, Fare il Dirigente scolastico

Da settembre ad agosto, mese dopo mese, le principali scadenze che caratterizzano l’anno scolastico …

R. Maragliano, Adottare l’e-learning a scuola

ebook, novembre 2013

G. Decollanz, Educazione e politica nel Pinocchio

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M. Marchesini, Atti mancati

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in Riforme On Line di Giancarlo Cerini

Uscire da scuola a 18 anni: un dibattito borderline…

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Per far ripartire la scuola ci vogliono le “larghe intese”?

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Capire l’Informatica di Paolo Rocchi

in Statististiche

47° Rapporto sulla situazione sociale del Paese 2013

CENSIS

Indagine Ocse-Pisa 2012

Presentazione dei risultati dell’Indagine Ocse – Pisa 2012

in Stranieri

Classi separate: diminuiscono le risorse, aumentano le disuguaglianze

di Arcangela Mastromarco

in Tiriticcheide di Maurizio Tiriticco

L’e-learning con il BAICR

di Maurizio Tiriticco

 


Rassegne

Stampa

Sindacato

Gazzetta Ufficiale

 

28 dicembre Misure finanziarie per Regioni ed EE.LL.

Nelle sedute, rispettivamente del 27 e 28 dicembre, Camera e Senato prendono atto della rinuncia del Governo alla conversione in legge del decreto-legge 31 ottobre 2013, n. 126, recante misure finanziarie urgenti in favore di regioni ed enti locali ed interventi localizzati nel territorio.

Il 23 dicembre l’Aula della Camera con 340 voti favorevoli e 155 voti contrari vota la questione di fiducia, posta dal Governo, sull’approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell’articolo unico del disegno di legge, già approvato dal Senato, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 31 ottobre 2013, n. 126, recante misure finanziarie urgenti in favore di regioni ed enti locali ed interventi localizzati nel territorio

Il 19 novembre l’Aula del Senato approva il Disegno di Legge di conversione del decreto-legge 31 ottobre 2013, n. 126, recante misure finanziarie urgenti in favore di regioni ed enti locali ed interventi localizzati nel territorio

Il 19 novembre la 7a Commissione Senato esprime parere favorevole sul Disegno di Legge di conversione del decreto-legge 31 ottobre 2013, n. 126, recante misure finanziarie urgenti in favore di regioni ed enti locali ed interventi localizzati nel territorio

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La Commissione, esaminato il disegno di legge in titolo recante due articoli rivolti agli enti locali, il primo inerente a misure finanziarie urgenti e il secondo relativo ad interventi economici per il sostegno del territorio;

rilevato che, tra le norme di interesse, l’articolo 1, comma 11, disciplina la destinazione di somme liquidate a titolo di risarcimento danni a favore dell’amministrazione dello Stato da parte di una società (Syndial), specificando che dette somme devono essere utilizzate per interventi di bonifica nel sito di interesse nazionale di Crotone, purtroppo contaminato, con particolare priorità per l’area archeologica Kroton;

tenuto conto che, lo scorso agosto, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare ha sottoscritto a Roma, unitamente al Ministero dello sviluppo economico, al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ed alla Regione Calabria l’Accordo di programma quadro concernente il “Recupero e la valorizzazione dell’Area archeologica antica Kroton” ricompresa all’interno del sito di interesse nazionale di “Crotone-Cassano e Cerchiara”, la quale versa in uno stato di abbandono ed è stata contaminata dalle emissioni inquinanti prodotte dalla lavorazioni eseguite nella vicina area industriale,

considerato altresì che l’articolo 2, comma 16, modifica il decreto-legge n. 91 del 2013 (valore cultura) nella parte relativa alle fondazioni lirico-sinfoniche per aspetti di natura contabile in merito alle modalità di versamento all’entrata del bilancio dello Stato, e di successiva riassegnazione allo stato di previsione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, delle giacenze già indicate nel decreto “valore cultura”;

esprime, per quanto di competenza, parere favorevole.

27 dicembre DL ‘Milleproroghe’ e Interventi per la Crescita

Il Consiglio dei Ministri, nel corso della seduta del 27 dicembre, ha approvato un decreto legge di proroga di termini e scadenze e altre disposizioni indifferibili di carattere finanziario.

  • Emergenza casa, sospensione degli sfratti per le categorie disagiate: nessuna proroga generalizzata degli sfratti, ma attenzione alle emergenze reali e alle situazioni disagiate. È stata decisa la sospensione sino al 30 giugno 2014 dei provvedimenti esecutivi di rilascio per finita locazione di immobili adibiti ad abitazione nei confronti di conduttori con un reddito annuo lordo familiare inferiore a 21.000 euro, residenti nei comuni capoluoghi di provincia, nei comuni limitrofi con oltre 10.000 abitanti e nei comuni ad alta tensione abitativa di cui alla delibera CIPE del 13 novembre 2003 n. 87103, che siano o abbiano nel proprio nucleo familiare figli fiscalmente a carico, persone ultra-sessantacinquenni, malati terminali o portatori di handicap con invalidità superiore al 66%, purché non siano in possesso di un’altra abitazione adeguata al nucleo familiare nella regione di residenza.
  • Proroga di termini relativi a interventi emergenziali: gestione commissariale della Costa Concordia, completamento dell’attività del commissario per interventi infrastrutturali nelle zone colpite dal terremoto del 1980, gestione liquidatoria in favore della città di Palermo già prevista legge 74/2012, incentivi per attivazione impianti alimentati da fonti rinnovabili nelle zone colpite dal sisma in Emilia, Sorveglianza delle Forze Armate all’Aquila.
  • Proroghe di termini in materia di assunzioni, organizzazione e funzionamento delle Pubbliche amministrazioni: assunzioni dei Vigili del Fuoco, assegnazioni temporanee di personale non dirigenziale presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, validità graduatorie assunzioni nella Pubblica Amministrazione, termine per la riorganizzazione dei Ministeri.
  • Proroga di termini di competenza del Ministero dell’interno: bilanci enti locali, uso guardie giurate su navi commerciali italiane, autodichiarazione per i permessi di soggiorno, organizzazione prefetture delle province di Monza, Brianza, Fermo, Barletta-Andria-Trani.
  • Proroga di termini in materia di infrastrutture e trasporti: adozione termini del regolamento salvamento acquatico, aggiornamento dei diritti aeroportuali al tasso d’inflazione, adeguamento delle autoscuole a disposizioni europee, taxi e noleggio, attestazione SOA.
  • Proroga di termini in materia di politiche agricole, alimentari e forestali: adeguamento stabilimenti di mozzarella di bufala, macchinari agricoli.
  • Proroga di termini in materia di istruzione, università e ricerca:  dismissioni sede del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca  a piazzale Kennedy a Roma, bilanci consolidati nelle Università, termine affidamento lavori per messa in sicurezza edifici scolastici.
  • Proroga di termini in materia di salute: filiera del farmaco.
  • Proroga di termini in materia di lavoro e politiche sociali: invio telematico del certificato medico di gravidanza.
  • Proroga di termini in materia di economia e finanze: attività di consulenza finanziaria anche in assenza dell’iscrizione all’apposito Albo in quanto non ancora istituito, attività in esaurimento delle sezioni della Commissione Tributaria centrale, poteri di controllo della Banca d’Italia su agenti e mediatori creditizi, differimento e sperimentazione contabile, fondo Sirio.
  • Proroga di termini in materia ambientale: proroga di un anno dell’attuale regime che consente di mettere in discarica rifiuti con Potere calorifico inferiore (PCI) > 13.000 kJ/kg, termini per le attività di raccolta, spazzamento, trasporto rifiuti e smaltimento o recupero inerenti alla raccolta differenziata in Campania.
  • Proroga termini in materia di beni culturali e turismo: completamento dell’adeguamento alle disposizioni di prevenzione incendio delle strutture ricettive turistico-alberghiere.
  • Proroga termini in materia di comunicazioni: divieto di acquisizione di partecipazioni in imprese editrici di giornali quotidiani per i soggetti che esercitano l’attività televisiva in ambito nazionale con ricavi superiori a quelli fissati dalla norma relativa.
  • Proroga di termini in materia di esercizi pubblici locali: i gestori già operanti potranno esercitare il servizio fino al 31 dicembre 2014. Definizione entro il 30 giugno 2014 degli affidamenti non conformi ai requisiti previsti dalla normativa europea; in assenza, intervento sostitutivo del prefetto territorialmente competente.

DISPOSIZIONI DI CARATTERE FINANZIARIO INDIFFERIBILI

  • Web tax. L’entrata in vigore è posticipata al 1° luglio 2014.

  • Lsu regionali. Dal 1° luglio 2014 sarà possibile la stabilizzazione, a carico delle Regioni, dei lavoratori socialmente utili.

  • Salva Comuni. I Comuni che non hanno rispettato il Patto di Stabilità vedranno ridotte le sanzioni previste per tali casi.

  • Bonus mobili. Viene chiarito che le detrazioni fiscali sono concesse per gli arredi degli immobili in ristrutturazione anche se l’importo complessivo supera il valore della ristrutturazione.

  • Locazioni passive delle Pubbliche amministrazioni (“affitti d’oro”). Viene introdotta la facoltà per le Pubbliche Amministrazioni di recedere dai contratti di locazione passiva entro il 30 giugno 2014.

  • Cessione immobili. Non sono più necessarie le dichiarazioni di conformità catastali e l’attestato di prestazione energetica all’atto di cessione dell’immobile: queste documentazioni potranno essere prodotte anche successivamente.

  • TPL Campania. Disposizione dirette a favorire l’attuazione da parte del commissario straordinario del piano di rientro del disavanzo accertato in materia di trasporto pubblico locale in Campania.

  • Rapporti finanziari tra Roma Capitale e gestione commissariale. Il commissario straordinario è autorizzato a inserire, per un importo massimo di 115 milioni di euro nella massa passiva di cui all’articolo 14 del dl 31 maggio 2010 da destinare a partite debitorie rivenienti da obbligazioni od oneri anteriori al 28 aprile 2008. Roma Capitale può riacquisite l’esclusiva titolarità dei crediti e può avvalersi di appositi piani pluriennali per il rientro dal crediti verso le proprie partecipate.

  • Risorse per il “Patto per Roma per la raccolta differenziata”. Sbloccati fondi, nel limite di 6 milioni di euro per il 2013, 6,5 milioni di euro per il 2014, e 7,5 milioni di euro per il 2015.

  • Expo 2015. Per l’anno 2013 è attribuito al Comune di Milano un contributo di 25 milioni di euro a titolo di concorso al finanziamento delle spese per la realizzazione di Expo 2015.

  • Disposizioni finanziarie in materia di Province. Limitatamente all’anno 2013, sono confermate le modalità di riparto del fondo sperimentale di riequilibrio delle province già adottate con decreto del ministro dell’Interno il 4 maggio 2012.

  • ANAS. Il Ministero dell’Economia anticiperà alla Società le risorse disponibili per il 2013 per far fronte ai pagamenti dovuti sulla base degli stati d’avanzamento lavori.

  • Contratto di programma RFI (Rete Ferroviaria Italiana). Al fine di consentire la prosecuzione degli interventi sulla rete ferroviaria nazionale i rapporti tra lo Stato e il Gestore sono regolati sulla base del contratto di programma 2007-2013.

  • Trenitalia Sicilia. Il Ministero dell’Economia e Finanze è autorizzato a corrispondere a Trenitalia S.p.A. le somme previste per l’anno 2013, in relazione agli obblighi di servizio pubblico di trasporto ferroviario esercitati nella Regione Sicilia.

  • Pagamento dei servizi ferroviari Valle d’Aosta. Lo Stato concorre per il servizio reso nel triennio 2011-2013 al pagamento diretto a Trenitalia S.p.A. dell’importo di 23 milioni di euro per l’anno 2013.

  • Rifinanziamento della Carta Acquisti. Il fondo viene incrementato per il 2013 di 35 milioni di euro.

  • Semplificazione del procedimento di alienazione immobili pubblici. Possibilità di attribuire all’Agenzia del Demanio la competenza a effettuare pagamenti diretti nei confronti degli acquirenti di immobili.

  • Comitato permanente di consulenza globale e di garanzia delle privatizzazioni. Vengono prorogati i termini per il comitato tecnico e viene istituito un comitato di ministri che fa capo al presidente del Consiglio.

  • Accise sui tabacchi. Dalla data di entrata in vigore della conversione di questo provvedimento, con decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze, possono essere stabilite modificazioni, nella misura massima dello 0,7%, delle aliquote di accisa e di imposta di consumo che gravano sui prodotti da fumo e loro succedanei.

  • Alluvione Sardegna. Vengono concesse ai residenti dei Comuni alluvionati nel novembre 2013 delle proroghe negli adempimenti fiscali che ricalcano quelli già concessi per il terremoto dell’Emilia.

  • Tassa di sbarco per le isole minori. Un’imposta da applicare fino a un massimo di 2,50 euro ai passeggeri che sbarcano sul territorio di un’isola minore, utilizzando compagnie di navigazione che forniscono collegamenti di linea o imbarcazioni che svolgono trasporto di persone a fini commerciali.

Nel corso della riunione il Ministro per la Coesione territoriale ha presentato l’informativa “Interventi urgenti a sostegno della crescita” sulle misure di accelerazione dell’utilizzo delle risorse della politica di coesione.

Riprogrammazione_Fondi

Il Ministro per la Coesione territoriale, Carlo Trigilia, ha presentato oggi in Consiglio dei Ministri l’informativa “Interventi urgenti a sostegno della crescita” che prevede misure di accelerazione dell’utilizzo delle risorse della politica di coesione.
L’operazione ha un valore pari a 6,2 miliardi di euro, provenienti per 2,2 miliardi dalla riprogrammazione del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC); per 1,8 miliardi da quella del Piano d’Azione Coesione e per 2,2 miliardi dai Programmi dei Fondi Strutturali 2007-2013. Di questi 6,2 miliardi, 1,2 sono già previsti nella Legge di Stabilità a sostegno del Fondo di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese.

La manovra punta ad accelerare la spesa delle diverse politiche di coesione territoriale legate al ciclo dei Fondi Europei 2007-2013. Essa consente, da un lato, di ridurre i rischi di perdita delle risorse europee la cui spesa va certificata entro il 31 dicembre 2015 e, dall’altro, di dare impulso a misure antirecessive nelle Regioni del Mezzogiorno, particolarmente colpite dalla crisi economica e occupazionale.
Nel complesso, tenuto conto del precedente intervento di riprogrammazione del maggio scorso per circa un miliardo di euro prevalentemente a sostegno dell’occupazione giovanile (legge 99/2013), l’ammontare complessivo delle risorse riprogrammate per accelerare la spesa e per sostenere obiettivi antirecessivi è pari ad oltre 7 miliardi di euro.

Le risorse riprogrammate si basano su quattro misure principali:

  • Misure a sostegno delle imprese: 2,2 miliardi che verranno utilizzati per rifinanziare il Fondo Centrale di Garanzia (1,2 miliardi) e per la creazione di nuova imprenditorialità giovanile nel settore della produzione di beni e nella fornitura di servizi (1 miliardo).
  • Misure per il sostegno all’occupazione: sono previsti 700 milioni che serviranno per la decontribuzione a sostegno dell’occupazione giovanile, femminile e dei lavoratori più anziani. Inoltre, verrà sperimentata una misura per il reinserimento lavorativo dei fruitori di ammortizzatori sociali anche in deroga, compresi i lavoratori socialmente utili (Lsu).
  • Misure per il contrasto alla povertà: 300 milioni di euro saranno destinati alle famiglie in grave stato di povertà – il cui numero è fortemente aumentato negli ultimi anni, specie nel Mezzogiorno – attraverso il rafforzamento dello Strumento per l’Inclusione Attiva (SIA), che prevede forme di sostegno del reddito e politiche attive volte a favorire l’inserimento scolastico dei minori e l’inserimento lavorativo degli adulti.
  • Misure a sostegno delle economie locali. Sono previsti 3 miliardi di euro che andranno a finanziare diversi obiettivi: interventi cantierabili e realizzabili in tempi brevi nei Comuni sotto i 5mila abitanti (Programma “6.000 Campanili”); interventi di riqualificazione urbana (Piano nazionale per le Città); interventi per la valorizzazione di beni storici, culturali e ambientali al fine di promuovere l’attrattività turistica, anche in vista dell’Expo 2015; interventi per la riqualificazione, messa in sicurezza ed efficientamento energetico degli edifici scolastici.

23 dicembre Legge di Stabilità e Bilancio 2014 al Senato

L’Aula del Senato il 23 dicembre approva definitivamente, in seconda lettura, i disegni di legge relativi a
1. Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2014 e bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016
2. Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2014)
3. Note di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2014 e bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016

Il 21 dicembre la Camera approva
1. la prima e la seconda nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2014 e bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016 (C. 1866-bis);
2. il disegno di legge concernente Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2014 e bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016 (Approvato dal Senato) (C. 1866-A).

Il 20 dicembre la Camera con 350 voti favorevoli e 196 contrari ha votato la questione di fiducia posta dal Governo sull’approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell’articolo unico del disegno di legge, già approvato dal Senato, nel testo della Commissione come risultante dalle correzioni comunicate all’Assemblea, recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2014).

Il 18 e 19 dicembre l’Aula della Camera esamina:
1. Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2014 e bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016
2. Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2014)
3. Nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2014 e bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016

Il 5 dicembre la 7a Commissione della Camera approva

  • la proposta di relazione favorevole con condizioni sulla Tabella 2 annessa al bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2014 e al bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016, concernente lo stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, nonché sulle parti connesse del disegno di legge di stabilità per il 2014, limitatamente alle parti di competenza della VII Commissione;
  • la proposta di relazione favorevole sulla Tabella 3 annessa al bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2014 e al bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016, concernente lo stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, nonché sulle parti connesse del disegno di legge di stabilità per il 2014, limitatamente alle parti di competenza della VII Commissione;
  • la proposta di relazione favorevole sulla Tabella 7 annessa al bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2014 e al bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016, concernente lo stato di previsione del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, nonché sulle parti connesse del disegno di legge di stabilità per il 2014;
  • la proposta di relazione favorevole con condizioni sulla Tabella 13 annessa al bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2014 e al bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016, concernente lo stato di previsione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, nonché sulle parti connesse del disegno di legge di stabilità per il 2014.

Il 3 e 4 dicembre la 7a Commissione della Camera esamina:
– Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2014) (S. 1120 Governo, approvato dal Senato)
– Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2014 e bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016 (S. 1121 Governo, approvato dal Senato) e relativa nota di variazioni (S. 1121-bis Governo, approvato dal Senato)
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016 (limitatamente alle parti di competenza)
Tabella n. 3: Stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico per l’anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016 (limitatamente alle parti di competenza)
Tabella n. 7: Stato di previsione del Ministero dell’istruzione, università e ricerca per l’anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016
Tabella n. 13: Stato di previsione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per l’anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016

(7a Camera 3.12.13) Maria COSCIA (PD), relatore, illustra il contenuto del disegno di legge di stabilità 2014 (C. 1865). Ricorda che la legge di stabilità – che sostituisce la legge finanziaria – compone, insieme alla legge di bilancio, la manovra di finanza pubblica prevista su base triennale e dispone annualmente il quadro di riferimento finanziario per il periodo compreso nel bilancio pluriennale. Per il medesimo periodo, essa provvede alla regolazione annuale delle grandezze previste dalla legislazione vigente al fine di adeguarne gli effetti finanziari agli obiettivi. Con riferimento al disegno di legge di stabilità 2014, fa presente che il testo originario (A.S. 1120), composto di 26 articoli, è stato modificato nel corso dell’esame in prima lettura presso l’altro ramo del Parlamento e, in seguito all’approvazione, da parte del Senato, del maxiemendamento 1.900 (testo corretto) del Governo, sul quale l’Esecutivo ha posto la questione di fiducia, esso risulta attualmente composto da un articolo unico, suddiviso in 531 commi. Precisa che in relazione alle disposizioni di competenza della VII Commissione, queste si possono rinvenire nei seguenti commi del suddetto articolo unico: il comma 10, in materia di borse di studio a giovani stranieri; i commi 61-62, recanti la quota di risorse per infrastrutture destinate ai beni culturali; il comma 165 in materia di Fondo ordinario per le università; il comma 166, riguardante le scuole paritarie; il comma 167, in materia di Fondo straordinario per il sostegno all’editoria; il comma 186, concernente interventi vari a favore degli italiani nel mondo; il comma 192, concernente il Fondo di garanzia per gli impianti sportivi; il comma 193, relativo alla convenzione con il Centro di produzione Spa (Radio radicale); i commi 194 e 195, concernenti la celebrazione del centenario della prima guerra mondiale; i commi 206 e 207, concernenti le Fondazioni lirico-sinfoniche; il comma 210, riguardante il trasferimento a Fintecna Spa dell’Ente autonomo gestione cinema; il comma 211, relativo alla tracciabilità delle vendita dalla stampa quotidiana e periodica; il comma 212, che riguarda la soppressione del credito d’imposta per promuovere l’offerta on line di opere dell’ingegno e il trasferimento di somme in favore del credito d’imposta per operatori dell’editoria; il comma 213, concernente la proroga della sospensione delle agevolazioni tariffarie postali; il comma 214, in materia di stampa periodica diffusa all’estero; il comma 246, in materia di Policlinici universitari gestiti da università non statali; i commi 251-253 in merito al riordino dei contributi statali alle istituzioni culturali; il comma 257 concernente la dismissione dei beni dell’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa; il comma 258, che reca norme ordinamentali in materia di uffici scolastici regionali; il comma 277, in materia di contenimento del fabbisogno delle università; il comma 278, in materia di ristrutturazione e razionalizzazione delle società direttamente o indirettamente controllate dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo; il comma 279, recante deroghe per le istituzioni culturali ai limiti sul numero dei componenti degli organi di amministrazione; il comma 529, in materia di collaboratori scolastici presso l’Ufficio scolastico provinciale di Palermo e, infine, il comma 530, che riguarda i debiti pregressi del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca.
Rileva che risultano di interesse, pur in maniera non diretta, per la VII Commissione, anche i commi 6-9 – sempre dell’articolo unico – in materia di Fondi per il programma «Aree interne del Paese»; il comma 58, in materia di banda larga; il comma 60, concernente Expo 2015, il comma 191, concernente il Fondo per il finanziamento di esigenze indifferibili; il comma 219, in materia di minoranza linguistica slovena; il comma 286, in tema di spending review. Entra quindi nel dettaglio delle singole disposizioni sopra elencate, rammentando che il comma 10 dell’articolo unico prevede che per l’attivazione, in collaborazione con le università che hanno sede in Sicilia, di percorsi formativi e per la concessione di borse di studio a giovani in possesso almeno di istruzione superiore provenienti dai Paesi extraeuropei del bacino del Mediterraneo, finalizzati all’avvio di piccole attività imprenditoriali nei Paesi di origine, è destinato 1 milione di euro all’Agenzia ICE per l’anno 2014. Aggiunge quindi che i commi 61 e 62 sono finalizzati a ridefinire le modalità di calcolo e l’assegnazione, per il triennio 2014-2016, della riserva del 3 per cento degli stanziamenti previsti per le infrastrutture da destinare alla spesa per la tutela e gli interventi a favore dei beni e delle attività culturali. La quota di risorse delle infrastrutture riservata a favore dei beni culturali è attualmente stabilita dalle disposizioni di cui al comma 16 dell’articolo 32, del decreto-legge n. 98 del 2011 che hanno peraltro ridefinito, dal 2012, quanto previsto in materia dal comma 4 dell’articolo 60 della legge n. 289 del 2002. In particolare, il comma 61 dispone l’abrogazione del comma 16 dell’articolo 32 del decreto-legge n. 98 del 2011 che ha introdotto una procedura sostituiva rispetto a quella prevista dal citato comma 4 dell’articolo 60 della legge finanziaria per il 2003, prevedendo che, dal 2012, la percentuale è calcolata fino al 3 per cento come quota-parte delle risorse del Fondo infrastrutture ferroviarie, stradali e relativo a opere di interesse strategico. L’abrogazione delle predetta disposizione sarebbe finalizzata, secondo quanto specificato dalla norma, a garantire continuità di risorse destinate alla spesa per interventi a favore dei beni culturali. La procedura disciplinata dal predetto comma 16 prevede che l’assegnazione della quota del 3 per cento sia disposta con delibera CIPE, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, su proposta del Ministro per i beni e le attività culturali, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e con il Ministro dell’economia e delle finanze. L’applicazione di tale procedura, inizialmente prevista a regime, è stata limitata all’anno 2016 dall’articolo 12, comma 29, del decreto-legge n. 95 del 2012 ma la norma è stata successivamente abrogata dall’articolo 39, comma 1-bis, del decreto-legge n. 69 del 2013 comportando pertanto il venir meno del termine del 2016. Il comma 62 riscrive, quindi, la disposizione dell’articolo 60 della legge n. 289 del 2002, il cui comma 4 è sostituito dal seguente: «4. Per il triennio 2014-2016 una quota fino al 3 per cento, e nel limite di 100 milioni di euro annui, delle risorse aggiuntive annualmente previste per infrastrutture e iscritte nello stato di previsione della spesa del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è destinata alla spesa per investimenti in favore dei beni culturali. L’assegnazione della predetta quota è disposta dal CIPE, nell’ambito delle risorse effettivamente disponibili, su proposta del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e con il Ministro dell’economia e delle finanze, sulla base di un programma di interventi in favore dei beni culturali».
Ricorda quindi che il comma 165 dispone che, per l’anno 2014, il fondo per il finanziamento ordinario delle università di cui all’articolo 5, comma 1, lettera a), della legge n. 537 del 1993, sia incrementato di 150 milioni di euro. Aggiunge che il comma 166, in materia di scuole paritarie, prevede che per le finalità di cui all’articolo 2, comma 47, della legge n. 203 del 2008, sia autorizzata la spesa di 220 milioni di euro per l’anno 2014. Precisa che le predette spese sono escluse dal patto di stabilità interno nel limite di 100 milioni di euro per l’anno 2014. Conseguentemente il Fondo per la compensazione degli effetti finanziari non previsti a legislazione vigente, conseguenti all’attualizzazione di contributi pluriennali, di cui all’articolo 6, comma 2, del decreto-legge n. 154 del 2008, è ridotto di 100 milioni di euro per l’anno 2014. Aggiunge quindi che il comma 167 dispone l’istituzione, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, del «Fondo straordinario per gli interventi di sostegno all’editoria» con la dotazione di 50 milioni di euro per l’anno 2014, 40 milioni di euro per l’anno 2015 e 30 milioni di euro per l’anno 2016, destinato ad incentivare, in conformità con il regolamento (CE) n. 1998/2006 della Commissione, del 15 dicembre 2006, relativo agli aiuti di importanza minore (de minimis), gli investimenti delle imprese editoriali, anche di nuova costituzione, orientati all’innovazione tecnologica e digitale e all’ingresso di giovani professionisti qualificati nel campo dei nuovi media ed a sostenere le ristrutturazioni aziendali e gli ammortizzatori sociali. Precisa che con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, ovvero del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega per l’informazione, la comunicazione e l’editoria, da adottare entro il 31 marzo di ciascun anno del triennio, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dello sviluppo economico ed il Ministro dell’economia e delle finanze, sentite le organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale nel settore delle imprese editrici e delle agenzie di stampa, è definita, previa ricognizione annuale delle specifiche esigenze di sostegno delle imprese, la ripartizione delle risorse del predetto Fondo. Ricorda quindi che il comma 186, introdotto al Senato, reca interventi a favore di diversi settori di interesse degli italiani all’estero. In particolare: la lettera a) dispone lo stanziamento, nel 2014, di 2 milioni di euro finalizzati allo svolgimento delle elezioni per il rinnovo degli Organi di rappresentanza degli italiani all’estero (COMITES e CGIE); la lettera b) dispone lo stanziamento nel 2014 di un milione di euro a favore degli enti gestori di corsi di lingua e cultura italiana all’estero; la lettera c) rifinanzia per 600.000 euro nel 2014 le attività assistenziali dirette e indirette per i connazionali residenti all’estero che versano in condizioni di indigenza; la lettera d) attribuisce 200.000 euro nel 2014 a favore del Museo dell’emigrazione italiana di Roma; la lettera e) stanzia 200.000 euro nel 2014 a favore delle Agenzie di stampa specializzate per i servizi di interesse degli italiani all’estero; la lettera f) integra di un milione di euro per il 2014 lo stanziamento di cui all’articolo 1-bis del decreto-legge n. 63 del 2012, a favore della stampa italiana all’estero. Aggiunge che il comma 192 dispone che il Fondo di cui all’articolo 90, comma 12, della legge n. 289 del 2002 (Fondo di garanzia per i mutui relativi alla costruzione, all’ampliamento, all’attrezzatura, al miglioramento o all’acquisto di impianti sportivi), sia integrato con 10 milioni di euro per l’anno 2014, 15 milioni di euro per l’anno 2015 e 20 milioni di euro per l’anno 2016. Specifica che l’istituto per il credito sportivo amministra gli importi di cui sopra in gestione separata, in base ai criteri approvati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri o del Ministro da lui delegato, sentiti il Ministro dell’interno e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, tenendo conto dell’esigenza di assicurare interventi per la sicurezza strutturale e funzionale degli impianti sportivi e la loro fruibilità, nonché per il loro sviluppo e ammodernamento. Ricorda poi che il comma 193 prevede che per le finalità di cui all’articolo 2, comma 3, del decreto-legge n. 194, del 2009 (convenzione tra il Ministero dello sviluppo economico e il Centro di produzione Spa concernente il servizio di trasmissione radiofonica delle sedute parlamentari) sia autorizzata la spesa di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014 e 2015. I commi 194 e 195 dispongono specifiche autorizzazioni di spesa per la celebrazione del Centenario e per la promozione della conoscenza degli eventi della Prima guerra mondiale. In particolare, il comma 194 dispone l’autorizzazione della spesa di 8 milioni di euro per l’anno 2014 e di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2015, 2016, 2017 e 2018, finalizzata a consentire la realizzazione di interventi urgenti per la messa in sicurezza, il restauro e il ripristino del decoro dei «Luoghi della Memoria» nel quadro degli eventi programmati. Il comma 195, poi, autorizza la spesa di 1,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016, finalizzata alla promozione della conoscenza degli eventi della Prima guerra mondiale e alla preservazione della memoria degli stessi attraverso la realizzazione di manifestazioni, convegni, mostre, pubblicazioni e percorsi di visita, anche prevedendo il coinvolgimento delle scuole di ogni ordine e grado in un percorso didattico integrativo ai fini del recupero di lettere, oggetti, documenti e di altro materiale storico.
Aggiunge che il comma 206, in materia di fondazioni lirico-sinfoniche, prevede che, all’articolo 11 del decreto-legge n. 91 del 2013, dopo il comma 19, sia inserito il seguente: «19-bis. Nell’ambito del rilancio del sistema nazionale musicale di eccellenza, entro il 28 febbraio 2014 sono altresì individuate, con decreto del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, le fondazioni lirico-sinfoniche che, presentando evidenti peculiarità per la specificità della storia e della cultura operistica e sinfonica italiana, per la loro assoluta rilevanza internazionale, le eccezionali capacità produttive, i rilevanti ricavi propri, nonché per il significativo e continuativo apporto finanziario di soggetti privati, possono dotarsi di forme organizzative speciali, fermo restando il rispetto di tutti i requisiti di cui all’articolo 1, comma 1, lettera f), del decreto- legge 30 aprile 2010, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 giugno 2010, n. 100. Tali fondazioni adeguano i propri statuti, nei termini del comma 16, e in deroga al comma 15, lettere a), numero 2), e b), del presente articolo». Il successivo comma 207, sempre concernente le fondazioni lirico-sinfoniche, dispone che, fermo quanto stabilito al comma 206, la disposizione di cui al numero 2) della lettera a) del comma 15, dell’articolo 11, del decreto-legge n. 91 del 2013, non si applichi alla Fondazione Teatro alla Scala, in cui le funzioni di indirizzo sono svolte dal consiglio di amministrazione. Aggiunge che il comma 210 prevede che, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della disposizione, la società Ente autonomo di gestione per il cinema, di cui all’articolo 5-bis del decreto-legge n. 118 del 1993, sia trasferita alla Società Fintecna Spa o a società da essa intera-mente controllata. Si prevede inoltre che il corrispettivo del trasferimento sia determinato secondo le procedure e ai sensi del comma 12, dell’articolo 14, del decreto-legge n. 98 del 2011. precisa che entro trenta giorni dall’avvenuto trasferimento, la società trasferitaria provvede a deliberare la messa in liquidazione della società. Si dispone, infine che il primo periodo del predetto comma 12 dell’articolo 14, del decreto-legge n. 98 del 2011, sia sostituito dal seguente: «Entro i trenta giorni successivi alla messa in liquidazione della società, si provvede alla nomina di un collegio di tre periti designati, uno dalla società trasferitaria, uno dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e uno dal Ministero dell’economia e delle finanze con funzioni di presidente, al fine di effettuare, entro novanta giorni, una valutazione estimativa dell’esito finale della liquidazione della società trasferita». Rileva inoltre che il comma 211 dispone che, per assicurare il completamento del processo di modernizzazione del sistema di distribuzione e vendita della stampa quotidiana e periodica e sostenere i costi derivanti dall’adeguamento tecnologico dei rivenditori e dei distributori, il termine previsto dall’articolo 4, comma 1, del decreto- legge n. 63 del 2012 (1o gennaio 2013), per la tracciabilità delle vendite e delle rese, è differito al 31 dicembre 2014 e l’accesso al credito d’imposta di cui al medesimo comma è riconosciuto per l’anno 2014. Il comma 212 prevede poi, che, a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto di cui al comma 387 dell’articolo unico, i commi 1, 2 e 3 dell’articolo 11-bis del decreto-legge n. 179 del 2012 siano abrogati. Le disposizioni abrogate prevedono un credito d’imposta del 25 per cento dei costi sostenuti, nel rispetto dei limiti della regola de minimis, di cui al regolamento (CE) n. 1998/2006 della Commissione, del 15 dicembre 2006, alle imprese che sviluppano nel territorio italiano piattaforme telematiche per la distribuzione, la vendita e il noleggio di opere dell’ingegno digitali. Specifica che la predetta agevolazione abrogata è prevista per ciascuno degli anni 2013, 2014 e 2015, nel limite di spesa di 5 milioni di euro annui e fino a esaurimento delle risorse disponibili. Di converso, si prevede che le somme destinate, per l’anno 2014, al credito di imposta di cui alle suddette disposizioni, come rideterminate ai sensi del predetto decreto, siano versate all’entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate alla dotazione di cui all’articolo 4, comma 1, terzo periodo, del decreto-legge n. 63 del 2012. Quest’ultima disposizione prevede che per sostenere l’adeguamento tecnologico degli operatori, è attribuito, nel rispetto della regola de minimis di cui al citato Regolamento (CE) n. 1998/2006 della Commissione, un credito di imposta, per l’anno 2012, per un importo non superiore ai risparmi accertati con apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri ovvero del Sottosegretario delegato e, comunque, fino ad un limite massimo di 10 milioni di euro.
Riferisce quindi che il comma 213 dispone che, ai fini del mantenimento, per il triennio 2014-2016, del regime di sospensione delle agevolazioni tariffarie postali, in scadenza al 31 dicembre 2013, questo termine sia prorogato al 31 dicembre 2016. Fino al medesimo termine continua ad applicarsi la disciplina introdotta dall’articolo 21, comma 3, del decreto-legge n. 216 del 2011 per le spedizioni di prodotti editoriali da parte delle associazioni e organizzazioni senza fini di lucro iscritte nel Registro degli operatori di comunicazione (ROC) e delle associazioni d’arma e combattentistiche. Il comma 214 dispone poi che nelle more dell’adozione del provvedimento di cui all’articolo 1-bis, comma 3, del decreto-legge n. 63 del 2012, ai fini dell’erogazione delle risorse destinate alla stampa periodica edita e diffusa all’estero, continuano ad applicarsi i criteri e le modalità di cui al decreto del Presidente della Repubblica 15 febbraio 1983, n. 48 che reca norme di attuazione dell’articolo 26 della legge n. 416 del 1981, concernente disciplina delle imprese editrici e provvidenze per l’editoria, in materia di contributi per la stampa italiana all’estero. Il predetto comma 3, dell’articolo 1-bis del decreto legge n. 63 del 2012 dispone che con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il Ministro degli affari esteri, sentite le competenti Commissioni permanenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, siano definiti i criteri e le modalità per la concessione dei contributi a favore di periodici italiani pubblicati all’estero da almeno tre anni e di pubblicazioni con periodicità almeno trimestrale edite in Italia e diffuse prevalentemente all’estero da almeno tre anni, anche tramite abbonamenti a titolo oneroso per le pubblicazioni on line, tenendo conto del numero di uscite annue, del numero di pagine pubblicate, del numero di copie vendute anche in formato digitale, e riservando una apposita quota parte dell’importo complessivo alle testate che esprimono specifiche appartenenze politiche, culturali e religiose. Aggiunge che il comma 246 dispone, per l’anno 2014, il finanziamento di 50 milioni di euro, e per ciascuno degli anni dal 2015 al 2024, il finanziamento di 35 milioni di euro annui in favore dei policlinici universitari gestiti direttamente da università non statali, quale concorso dello Stato agli oneri per lo svolgimento delle attività strumentali al perseguimento dei fini istituzionali da parte delle medesime università. L’erogazione del finanziamento è subordinata alla sottoscrizione di protocolli di intesa tra le singole università e la regione interessata, che comprendano, eventualmente, la regolazione condivisa di pregressi contenziosi, mentre il riparto del predetto importo tra i citati policlinici è definito con decreto del Ministro della salute di concerto con quello dell’economia e delle finanze. I commi 251-253 recano una disciplina di riordino dei contributi statali alle istituzioni culturali. In particolare si prevede che al fine di razionalizzare la normativa vigente in materia di erogazione dei contributi statali di cui alla legge n. 534 del 1996, il Governo adotta, su proposta del Ministro dei beni e delle attività cultu-rali e del turismo, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, un regolamento ai sensi dell’articolo 17, comma 2, della legge n. 400 del 1988. Il predetto regolamento si attiene ai seguenti princìpi e criteri direttivi: a) trasparenza e pubblicità dei procedimenti concernenti l’assegnazione dei contributi; b) semplificazione e celerità dei procedimenti; c) individuazione di adeguati requisiti soggettivi degli istituti culturali beneficiari, tra cui: possesso della personalità giuridica; assenza di finalità di lucro; storicità della presenza dell’istituzione nel tessuto culturale italiano; rilevanza nazionale e internazionale dell’attività svolta; possesso di un consistente e notevole patrimonio culturale relativo all’ambito disciplinare di vocazione dell’istituto, pubblicamente fruibile in maniera continuativa anche mediante l’utilizzo delle nuove tecnologie; svolgimento di attività e di programmi di ricerca e di formazione di rilievo nazionale e internazionale elaborati anche in collaborazione tra più istituti culturali; capacità di attrarre capitali privati e promuovere forme di mecenatismo; svolgimento di attività e prestazione di servizi di accertato e rilevante valore culturale; d) razionalizzazione del sistema di contribuzione statale secondo unicità di visione e conseguente programmazione delle risorse statali, tenendo conto anche dei contributi a quegli istituti che fruiscano di finanziamenti per legge a carico del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo; e) orientamento del sistema di contribuzione statale prioritariamente e prevalentemente a favore delle istituzioni culturali di rilievo nazionale, anche al fine di evitare duplicazioni e sovrapposizioni con il sistema delle contribuzioni erogate dalle regioni e dagli enti locali; f) previsione di una tabella di istituti culturali beneficiari del contributo statale, sottoposta a revisione triennale, adottata su proposta del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sentite le competenti Commissioni parlamentari; g) previsione di contributi per progetti presentati da reti di istituti culturali aventi i requisiti di cui alla lettera c); tali progetti, di elevato valore culturale, devono essere attinenti alle finalità istituzionali degli enti proponenti; h) definizione delle procedure concor-suali per l’accesso ai contributi statali di cui alle lettere f) e g); i) individuazione di forme adeguate di vigilanza sulla gestione economico-finanziaria delle istituzioni culturali beneficiarie del contributo statale, attuate dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze; l) previsione di una norma transitoria che faccia salve, fino all’entrata in vigore del regolamento di cui al presente comma, le eventuali richieste del contributo statale previsto dall’articolo 1 della citata legge n. 534 del 1996, redatte ed inoltrate ai competenti uffici del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo secondo le modalità prescritte. Sullo schema di regolamento di cui sopra è acquisito il parere del Consiglio di Stato e delle competenti Commissioni parlamentari. I pareri sono espressi entro trenta giorni dalla ricezione. Decorso tale termine, il regolamento è comunque emanato.
Ricorda, ancora, che il comma 257 prevede che, con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, da adottare entro dieci giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, vengono individuati i beni immobili appartenenti all’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa da trasferire all’Agenzia del demanio per la successiva dismissione. Il comma 258 reca una novella all’articolo 75, comma 3, del decreto legislativo 300 del 1999 prevedendosi, relativamente alle competenze in materia di istruzione non universitaria, che il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca abbia un’organizzazione periferica, articolata in uffici scolastici regionali di livello «dirigenziale» o dirigenziale generale, «in relazione alla popolazione studentesca della relativa regione», quali autonomi centri di responsabilità amministrativa. Rammenta poi il comma 277, che prevede che in considerazione dell’adozione del bilancio unico d’ateneo, previsto dal decreto legislativo 27 gennaio 2012, n. 18, il fabbisogno finanziario programmato per l’anno 2014 del sistema universitario, di cui all’articolo 1, comma 116, n. 228 del 2012, sia determinato incrementando del 3 per cento il fabbisogno programmato per l’anno 2013. Il comma 278 prevede che, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, con proprio decreto, possa predisporre un piano di ristrutturazione e razionalizzazione, anche mediante fusione e incorporazione, delle società direttamente o indirettamente controllate e di quelle interamente detenute che rispondono ai requisiti della legislazione europea in materia di in house providing. Rileva inoltre che il comma 279, poi, dispone che, al fine di favorire l’intervento congiunto di soggetti pubblici e privati, con la maggioranza in ogni caso costituita da membri designati dai fondatori pubblici, il limite massimo di cinque componenti degli organi di amministrazione, previsto dall’articolo 6, comma 5, del decreto-legge n. 78 del 2010, non si applichi alle istituzioni culturali che comprovino la gratuità dei relativi incarichi. Il comma 529 prevede che il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, anche attraverso i propri uffici periferici, nei limiti di spesa previsti dall’elenco 1 allegato alla legge 23 dicembre 2009, n. 191, sia autorizzato a prorogare per l’anno 2014, in deroga all’articolo 1, comma 449, della legge n. 296 del 2006, i rapporti convenzionali in essere, attivati dall’ufficio scolastico provinciale di Palermo e prorogati ininterrottamente, per l’espletamento di funzioni corrispondenti ai collaboratori scolastici, a seguito del subentro dello Stato, ai sensi dell’articolo 8 della legge n. 124 del 1999, nei compiti degli enti locali. Il comma 530, infine, dispone che, ai fini dell’estinzione dei debiti del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca per obbligazioni giuridicamente perfezionate relative ai rapporti convenzionali di cui all’articolo 9, comma 15-bis, del decreto-legge n. 78 del 2010, maturati nel corso del 2013, a fronte dei quali non sussistono residui passivi anche perenti, è autorizzata nell’anno 2014 la spesa di euro 12 milioni. Conseguentemente, l’autorizzazione di spesa relativa al Fondo per interventi strutturali di politica economica è ridotta di 12 milioni di euro per l’anno 2014. Con riferimento a disposizioni del presente disegno di legge di stabilità 2014 di interesse della VII Commissione, ma di competenza attribuibile anche ad altre Commissioni permanenti, segnala, come anticipato, le seguenti norme.
Sottolinea quindi che i commi 6-9 dell’articolo unico prevedono che, al fine di assicurare l’efficacia e la sostenibilità nel tempo della strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne del Paese, in coerenza con l’Accordo di partenariato per l’utilizzo dei fondi a finalità strutturale assegnati all’Italia per il ciclo di programmazione 2014-2020, sia autorizzata la spesa di 3 milioni di euro per l’anno 2014 e di 43,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2015 e 2016, a carico delle disponibi-lità del Fondo di rotazione di cui all’articolo 5 della legge n. 183 del 1987. Queste risorse sono destinate al finanziamento di interventi pilota per il riequilibrio dell’offerta dei servizi di base delle aree interne del Paese, con riferimento prioritariamente ai servizi di trasporto pubblico locale ivi compreso l’utilizzo dei veicoli a trazione elettrica, di istruzione e socio-sanitari, secondo i criteri e le modalità attuative previste dall’Accordo di partena-riato. L’attuazione dei predetti interventi è perseguita attraverso la cooperazione tra i diversi livelli istituzionali interessati, fra cui il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e il Ministero della salute, mediante la sottoscrizione di accordi di programma-quadro di cui all’articolo 2, comma 203, lettera c), della legge n. 662 del 1996, in quanto applicabile, con il coordinamento del Ministro per la coesione territoriale che si avvale dell’Agenzia per la coesione territoriale. Entro il 30 settembre di ciascun anno, il Ministro per la coesione territoriale presenta al Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) i risultati degli interventi pilota posti in essere nel periodo di riferimento, ai fini di una valutazione in ordine a successivi rifinanziamenti della suddetta autorizzazione di spesa. Il comma 58 prevede invece che per il completamento del Piano nazionale banda larga, definito dal Ministero dello sviluppo economico – Dipartimento per le comunicazioni e autorizzato dalla Commissione europea, è autorizzata la spesa di 20,75 milioni di euro per l’anno 2014. Il successivo comma 60 dispone invece che, al fine di garantire la tempestiva realizzazione delle opere Expo indispensabili per l’Evento Expo 2015 e per far fronte al mancato contributo in conto impianti dovuto dai soci inadempienti, con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, su richiesta del Commissario Unico di cui all’articolo 5 del decreto-legge n. 43 del 2013, sentiti gli enti territoriali interessati, sono revocati e rifinalizzati i finanziamenti statali relativi ad opere connesse all’Evento, già incluse in apposito allegato al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 22 ottobre 2008, ovvero previsti nell’ambito delle opere di pertinenza del tavolo istituzionale comprensivo degli interventi regionali e sovraregionali istituito con il citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 22 ottobre 2008 e presieduto dal Presidente pro tempore della regione Lombardia. I finanziamenti statali relativi alle opere di connessione infrastrutturale del tavolo Lombardia di cui al predetto decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 22 ottobre 2008, individuati con atto del Commissario Unico d’intesa con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti confluiscono in un apposito fondo iscritto nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti – Direzione generale per lo sviluppo del territorio, la programmazione ed i progetti internazionali denominato «Fondo unico EXPO: infrastrutture strategiche di connessione all’Expo 2015» e finalizzato alla realizzazione delle opere indispensabili per lo svolgimento dell’Evento. Le somme di cui sopra sono versate all’entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate sul Fondo unico Expo. Il comma 191, modificato al Senato, che prevede l’istituzione di un Fondo per il finanziamento di esigenze indifferibili, nell’ambito dello stato di previsione del Ministero dell’economia e finanze. Le risorse del fondo sono destinate alle finalità indicate nell’elenco 1, allegato al provvedimento in esame. Ricorda che nel corso dell’esame al Senato la dotazione del Fondo, originariamente prevista in 107,6 milioni di euro, è stata rideterminata in 24,631 milioni di euro per l’anno 2014. La riduzione è dovuta a specifiche disposizioni del provvedimento in esame, introdotte nel corso di tale esame, che hanno finanziato direttamente alcune delle autorizzazioni legislative indicate nell’Elenco 1, che pertanto sono state espunte dall’elenco.
Precisa che l’Elenco, modificato dal Senato, reca le seguenti finalità, con i relativi importi: misure anti-tratta (articolo 12, legge n. 228 del 2003): 5 milioni di euro; Comitato italiano paralimpico (articolo 1, comma 276, legge n. 228 del 2012): 6 milioni di euro; Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti (legge n. 282 del 1998; legge n. 24 del 1996; legge n. 379 del 1993): 6,331 milioni di euro; collaborazione in campo radiotelevisivo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di San Marino (articolo 1, comma 16-novies del decreto-legge. n. 225 del 2010): 6 milioni di euro; vittime del terrorismo (legge n. 206 del 2004): 1 milione di euro; Associazione nazionale privi della vista ed ipovedenti (decreto del Presidente della Repubblica n. 126 del 1981): 300.000 euro (finalità inserita nel corso dell’esame al Senato).La ripartizione delle risorse del Fondo tra le suddette finalità è demandata ad un unico decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, da adottare entro 30 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento in esame. Il comma 219 prevede che, per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016, sia autorizzata la spesa di 2,9 milioni di euro per le finalità di cui all’articolo 8 della legge n. 38 del 2001, in materia di uso della lingua slovena nella pubblica amministrazione e di 500.000 euro per le finalità di cui all’articolo 21 della medesima legge, in materia di tutela degli interessi sociali, economici ed ambientali nei territori in cui è presente tale minoranza linguistica. Segnala, infine, che il comma 286 dispone che siano accantonate e rese indisponibili, per gli importi di 256 milioni di euro per l’anno 2015 e 622 milioni di euro annui per gli anni 2016 e 2017, le dotazioni finanziarie iscritte a legislazione vigente delle spese rimodulabili delle missioni di spesa di ciascun Ministero, secondo quanto indicato nell’Allegato 3. L’accantonamento in questione ha una finalità prudenziale, atteso che il comma medesimo precisa che a seguito dell’adozione degli interventi di riduzione della spesa di cui al comma 32, si provvederà a rendere disponibili le somme accantonate. Da tali accantonamenti sono escluse:  ?le spese del Ministero per i beni e le attività culturali e del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca;  ?le spese della Missione «Ricerca e innovazione»; gli stanziamenti relativi al Fondo per lo sviluppo e la coesione; ? gli stanziamenti per la realizzazione di opere e attività connesse al grande evento Expo Milano.
Illustra, quindi, il disegno di legge A.C. 1866, recante il bilancio di previsione per l’anno finanziario 2014 e il bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016, e la relativa nota di variazioni (C. 1866-bis), approvato, con modifiche, dall’altro ramo del Parlamento. Per quanto concerne le competenze della Commissione cultura, con riguardo innanzitutto al finanziamento del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (Tabella 7), ricorda che la nota integrativa alla predetta tabella individua le priorità politiche sulle quali il MIUR intende concentrare l’impegno. Per l’istruzione scolastica rientrano tra le linee di intervento: l’attuazione del sistema di autovalutazione e valutazione esterna delle scuole (di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 80 del 2013); il potenziamento degli istituti tecnici e professionali e degli istituti di istruzione tecnica superiore (ITS), anche al fine di realizzare il raccordo dei sistemi di istruzione, di formazione e lavoro; il rafforzamento dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, anche attraverso la promozione dell’organico dell’autonomia (di cui all’articolo 50 del decreto-legge n. 95/2012); gli interventi in materia di edilizia scolastica, anche per la messa in sicurezza degli edifici scolastici e per la costruzione di nuove scuole; il sostegno e potenziamento delle politiche di innovazione tecnologica. Evidenzia, con riferimento all’istruzione universitaria, che sono messi in evidenza: la promozione del diritto allo studio universitario (di cui al decreto legislativo n. 68 del 2012). In particolare, si prevede di agire finanziariamente a livello statale e regionale, identificando al contempo strumenti specifici per assicurare agli studenti migliori di poter ottenere un titolo di studio universitario; il consolidamento dei nuovi modelli di governance e dei meccanismi di valutazione del sistema universitario; la promozione della dimensione internazionale delle Università. A tal fine, verrà favorita la capacità del sistema di attrarre risorse finanziarie a livello europeo e saranno incrementati i processi di mobilità dei giovani talenti. Precisa che in tema di Alta formazione artistica, musicale e coreutica, le politiche indicate riguardano: interventi di riordino complessivo della governance e degli ordinamenti didattici, con particolare riguardo ad una maggiore razionalizzazione territoriale e una forte osmosi con il mondo universitario; una maggiore apertura all’internazionalizzazione. Per quanto concerne la ricerca, le linee di intervento concernono, in particolare: la promozione di iniziative di ricerca industriale da parte di startup innovative; interventi di semplificazione e riordino; lo sviluppo di strategie per la crescita, il rilancio e la valorizzazione della ricerca pubblica, nonché la promozione di forme di collaborazione tra il settore di ricerca pubblico e quello privato; la promozione di iniziative che incentivino i ricercatori che vincono i grant europei; la partecipazione a organismi e iniziative internazionali e il rafforzamento della capacità di attrarre i finanziamenti di Horizon 2020. Tra le priorità politiche per il triennio la nota integrativa include anche il processo di razionalizzazione dell’organizzazione amministrativa interna centrale, perseguendo politiche rivolte a migliorarne l’efficienza gestionale, secondo canoni di trasparenza, semplificazione e dematerializzazione dei processi. In tale ambito, si procederà anche ad una riduzione degli assetti organizzativi. Secondo quanto previsto dall’articolo 21, comma 11, lettera a), della legge n. 196 del 2009, la nota integrativa che accompagna ciascuno stato di previsione reca anche il Piano degli obiettivi per Missioni e Programmi, nonché le schede obiettivo e le schede illustrative del contenuto di ciascun programma di spesa, con l’indicazione dei corrispondenti stanziamenti nel bilancio triennale.
Per quanto concerne gli stanziamenti complessivi per il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, evidenzia, preliminarmente, che lo stato di previsione dello stesso è comprensivo degli effetti delle disposizioni legislative adottate nel corso degli ultimi esercizi, fra cui, in particolare si segnalano: l’articolo 5 del decreto-legge n. 35 del 2013, in materia di pagamento dei debiti scaduti delle Amministrazioni dello Stato, in attuazione del quale il relativo piano di rientro è stato approvato con decreto MIUR-MEF del 1o agosto 2013; il decreto-legge n. 69 del 2013, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia; il decreto-legge n. 104 del 2013, recante misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca. Nel dettaglio, rammenta che lo stato di previsione del MIUR reca, per l’esercizio finanziario 2014, spese in conto competenza per 51.040 milioni di euro, di cui: 48.888,4 milioni di euro – circa 95,8 per cento – per spese correnti, dei quali 40.181,5 milioni destinati a spese per il personale e 2.127,8 milioni di euro – circa 4,2 per cento – per spese in conto capitale. La restante parte è rappresentata – secondo quanto previsto dall’articolo 25, comma 2, lett. b), della legge n. 196 del 2009 – da un’autonoma previsione di spesa dovuta ad operazioni di rimborso di passività finanziarie, pari a 23,8 milioni di euro. L’incidenza percentuale sul totale generale del bilancio dello Stato è pari all’8,8 per cento, a fronte dell’8,9 per cento riferito al dato assestato 2013. Segnala al riguardo che con la nota di variazioni, che recepisce gli effetti del disegno di legge di stabilità con le modifiche apportate nel corso dell’esame al Senato, invertendo il trend negativo si registra un significativo incremento di risorse: lo stanziamento di competenza del MIUR (tabella 7) è rideterminato, per l’esercizio finanziario 2014, in 51.422 milioni di euro (in conto competenza), di cui 49.270,4 milioni di euro per spese correnti, 2.127,8 milioni di euro per spese in conto capitale e 23,8 milioni di euro per rimborso passività finanziarie; si riscontra, pertanto, rispetto al disegno di legge di bilancio, un aumento complessivo di 382 milioni di euro, interamente attribuibile alla spesa corrente. Rispetto alle previsioni assestate per l’esercizio finanziario 2013 – quali riportate nel disegno di legge di bilancio 2014 – si registra, all’esito di variazioni di segno opposto, una riduzione di 491,2 milioni di euro, di cui –514,4 per la parte corrente, +56,7 per la parte in conto capitale e –33,5 per il rimborso di passività finanziarie. Rimanda quindi alla documentazione degli uffici per le previsioni complessive degli stanziamenti di competenza relative al triennio 2014-2016. La consistenza dei residui passivi presunti al 1o gennaio 2014 è valutata in 2.042,3 milioni di euro, di cui 1.242,6 milioni per la parte corrente, 753,5 milioni per la parte in conto capitale e 46,2 milioni per la parte relativa al rimborso di passività finanziarie. La consistenza dei residui presunti è superiore a quella prevista nella legge di bilancio 2013 (581,3 milioni di euro). Tuttavia, occorre tener presente che la valutazione operata in sede di bilancio di previsione presenta carattere di provvisorietà, condizionata com’è dal concreto evolversi della gestione.
Rileva quindi che le autorizzazioni di cassa ammontano, per il 2014, a 51.409,3 milioni di euro. Data una massa spendibile di 53.082,2 milioni di euro, le autorizzazioni di cassa assicurano un coefficiente di realizzazione del 96,8per cento, che misura la capacità di spesa che il MIUR ritiene di poter raggiungere nel 2014. Con riferimento all’analisi per missione/programma, in relazione alla struttura del bilancio del MIUR, ricorda preliminarmente che il decreto del Presidente della Repubblica n. 132 del 2011, recante modifiche al regolamento di riorganizzazione dello stesso MIUR, ha disposto, tra l’altro, modifiche nelle competenze di alcune Direzioni generali – operanti all’interno dei 3 Dipartimenti, che costituiscono l’unità organizzativa di primo livello – e la soppressione della previsione che ognuno dei 18 uffici scolastici regionali costituisce un autonomo centro di responsabilità amministrativa. È stata soppressa anche la previsione che l’Ufficio scolastico regionale assegna alle istituzioni scolastiche, nell’ambito dei capitoli di bilancio affidati alla sua gestione, le risorse finanziarie. Le dotazioni finanziarie del Ministero per l’esercizio finanziario 2014 fanno capo alle seguenti 6 Missioni : Istruzione scolastica; Istruzione universitaria; Ricerca e innovazione; L’Italia in Europa e nel mondo; Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche e Fondi da ripartire. Le unità di voto, costituite dai Programmi di spesa, sono 20, come nell’esercizio precedente. Rinvio alla documentazione predisposta dagli uffici per un’analisi relativa alle singole Missioni e ai più significativi Programmi, in cui si da conto delle differenze –ove presenti – con le previsioni assestate 2013. Con riferimento alle disposizioni contenute nel disegno di legge di bilancio, segnala che l’articolo 7 autorizza, per l’anno finanziario 2014, l’impegno e il pagamento delle spese del MIUR indicate nello stato di previsione di cui all’allegata tabella 7 (comma 1). Il comma 2 del medesimo articolo 7 autorizza il Ministro dell’economia e delle finanze, su proposta del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, a ripartire, con propri decreti, i fondi iscritti nella parte corrente e nel conto capitale del programma Fondi da assegnare, nell’ambito della missione Fondi da ripartire dello stato di previsione del MIUR. Ai sensi del comma 3, il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, su proposta del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, le occorrenti variazioni compensative in termini di competenza e di cassa tra i capitoli «Somma da assegnare per il pagamento della mensa scolastica», nonché tra i capitoli relativi al «Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche», iscritti nei pertinenti programmi dello stato di previsione del MIUR. Il comma 4 dispone che l’assegnazione autorizzata a favore del Consiglio nazionale delle ricerche per il 2014 è comprensiva della somma, determinata nella misura massima di circa 2,6 milioni di euro, a favore dell’Istituto di biologia cellulare per l’attività internazionale afferente all’area di Monterotondo. In base al comma 5, il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato a provvedere, con propri decreti, alla riassegnazione al programma ricerca scientifica e tecnologica di base del MIUR delle somme affluite all’entrata del bilancio dello Stato in relazione all’articolo 9 del decreto-legge n. 321 del 1996. Il comma 6 autorizza il Ministro dell’economia e delle finanze ad apportare, con propri decreti, su proposta del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, le occorrenti variazioni, in termini di competenza e di cassa, tra lo stato di previsione del MIUR e gli stati di previsione dei Ministeri interessati in relazione al trasferimento di fondi riguardanti il finanziamento di progetti per la ricerca. Infine, l’articolo 2, comma 21, del medesimo disegno di legge di bilancio, autorizza il Ministro dell’economia e delle finanze, ad apportare, su proposta del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, le variazioni compensative occorrenti per trasferire al pertinente programma dello stato di previsione del MIUR i fondi occorrenti per il funzionamento delle Commissioni che gestiscono il Fondo integrativo speciale per la ricerca (FISR) (che, si ricorda, è istituito nello stato di previsione del MEF).
Segnala, quindi, ulteriori stanziamenti recati da altri stati di previsione. In particolare, nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze (Tabella n. 2), nell’ambito della missione Istruzione scolastica, programma 16.1 Sostegno all’istruzione (cap. 3044) sono allocati 15,8 milioni di euro da trasferire alle regioni per l’assegnazione di borse di studio ad alunni delle scuole dell’obbligo (-0,4 milioni di euro). In materia di ricerca, lo stesso stato di previsione prevede, nell’ambito della missione Ricerca e innovazione, programma 12.1 Ricerca di base e applicata: lo stanziamento di 23,4 milioni di euro (cap. 7310) per il Fondo integrativo speciale per la ricerca (FISR), di cui all’articolo 1, comma 3, del decreto legislativo n. 204 del 1998, pari a –1 milione di euro); lo stanziamento di 98,5 milioni di euro (cap. 7380) per l’Istituto italiano di tecnologia, (-0,7 milioni di euro). Nello stato di previsione del Ministero dell’interno (Tabella n. 8), nell’ambito della Missione Relazioni finanziarie con le autonomie territoriali, programma Elaborazione, quantificazione e assegnazione dei trasferimenti erariali; determinazione dei rimborsi agli enti locali anche in via perequativa (cap. 7243) sono allocati 103,0 milioni di euro per la fornitura gratuita dei libri di testo nella scuola dell’obbligo ed il comodato nella scuola superiore, in base all’articolo 23, comma 5, del decreto-legge n. 95 del 2012. Con riferimento alle tabelle allegate al disegno di legge di stabilità, ricorda inoltre che la Tabella A, recante gli stanziamenti da iscrivere nel Fondo speciale di parte corrente, destinati alla copertura finanziaria dei provvedimenti legislativi che si prevede possano essere approvati per il triennio 2014-2016, prevede accantonamenti per il MIUR pari a 593 mila euro nel 2014 e a 9 mila euro per ciascuno degli anni 2015 e 2016. La Tabella B, recante gli stanziamenti da includere nel Fondo speciale di conto capitale, per la copertura finanziaria dei provvedimenti legislativi che si prevede possano essere approvati per il triennio 2014-2016, non prevede accantonamenti sullo stato di previsione del MIUR. Segnala che anche la Tabella B della legge di stabilità per il 2013 non prevedeva per il MIUR accantonamenti per il triennio 2013-2015. La Tabella C del medesimo disegno di legge di stabilità reca poi gli importi afferenti alle leggi di spesa di carattere permanente, per la quota da iscrivere nel bilancio di ciascun anno considerato nel bilancio pluriennale, la cui quantificazione è rinviata alla legge di stabilità. Rinvio alla documentazione predisposta dagli uffici per l’elencazione delle autorizzazioni di spesa disposte dalla legge di stabilità per il 2013 (legge n. 228 del 2012) – con il riferimento al programma ed alla missione ai quali afferiscono i capitoli – poste a confronto con le dotazioni proposte dal disegno di legge di stabilità per il triennio 2014-2016. La Tabella E, poi, recante gli importi da iscrivere in bilancio in relazione alle autorizzazioni di spesa in conto capitale recate da leggi pluriennali, con evidenziazione dei rifinanziamenti, delle riduzioni e delle rimodulazioni, reca esposizione delle seguenti autorizzazioni pluriennali di spesa: finanziamento della Scuola Gran Sasso Science Institute (GSSI), nell’ambito del programma Ricerca scientifica e tecnologica di base della missione Ricerca e innovazione (cap. 7235), per 12 milioni di euro per gli esercizi finanziari 2014 e 2015 (settore 13 – Interventi nel settore della ricerca); contributo alle regioni per oneri di ammortamento dei mutui per l’edilizia scolastica, nell’ambito del programma Programmazione e coordinamento dell’istruzione scolastica della missione Istruzione scolastica (cap. 7106), per 40 milioni di euro a decorrere dal 2015 (fino al 2044) (settore 17 – Edilizia: penitenziaria, giudiziaria, sanitaria, di servizio, scolastica).
Rileva poi, con riferimento al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (Tabella 13), ed in particolare agli obiettivi di quel dicastero, che la nota integrativa alla predetta tabella 13 fa presente che la delicata congiuntura economica ha obbligato l’Amministrazione a perseguire un piano di azione mirato al contenimento dei costi e alla razionalizzazione, al contempo garantendo la qualità dei servizi, nella consapevolezza che gli interventi inerenti i beni e le attività culturali si collocano al centro degli obiettivi di crescita civile, sociale ed economica del Paese. In particolare, il vertice politico-amministrativo deve adeguatamente ponderare le scelte da compiere, mentre a tutte le strutture sul territorio è richiesto un impegno articolato e coeso. In tale contesto, assume una rilevanza peculiare il monitoraggio costante degli interventi pianificati. La nota ricorda anche che, in base alla legge n. 71 del 2013, al MIBACT sono state trasferite le competenze in materia di turismo, e dà conto dell’insediamento di due Commissioni: si tratta della Commissione per il rilancio dei beni culturali e del turismo e per la riforma del Ministero, in base alla disciplina per la revisione della spesa e della Commissione per la revisione del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Con riferimento agli stanziamenti complessivi, evidenzia, preliminarmente, che lo stato di previsione del MIBACT è comprensivo degli effetti delle disposizioni legislative adottate nel corso degli ultimi esercizi, fra cui, in particolare: l’articolo 12, comma 3, lettera c), del decreto-legge n. 35 del 2013, in materia di pagamento dei debiti scaduti delle Amministrazioni dello Stato, che ha previsto – a decorrere dal 2015 – riduzioni lineari delle spese rimodulabili che, per il MIBACT, ammontano a 25,8 milioni di euro; il decreto-legge n. 91 del 2013, concernente disposizioni urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attività culturali. Lo stato di previsione del MIBACT reca quindi, per l’esercizio finanziario 2014, un totale, per spese in conto competenza, pari a 1.557,2 milioni di euro, di cui: 1.305,9 milioni di euro per spese correnti, circa 83,9 per cento; 211,3 milioni di euro per spese in conto capitale, pari a circa 13,5 per cento. Evidenzia che la restante parte è rappresentata da un’autonoma previsione di spesa per il rimborso di passività finanziarie, pari a 40 milioni di euro, pari a circa 2,6 per cento. L’incidenza percentuale sul totale generale del bilancio dello Stato è pari allo 0,3 per cento, percentuale che non è variata rispetto al dato assestato 2013. Rispetto alle previsioni assestate per l’esercizio finanziario 2013 si registra, all’esito di variazioni di segno opposto, un decremento complessivo di 49,9 milioni di euro, di cui –2,9 milioni di euro per la parte corrente, –52,4 milioni di euro per la parte in conto capitale; e +5,4 milioni di euro di rimborso di passività finanziarie.
Segnala che a seguito della nota di variazioni, questi dati migliorano in modo consistente: lo stanziamento di competenza del MIBACT (tabella 13) per l’esercizio finanziario 2014 viene incrementato, per l’esercizio finanziario 2014, in 1.591,2 milioni di euro, in conto competenza, di cui 1.335,9 milioni di euro per spese correnti, 215,3 milioni di euro per spese in conto capitale e 40 milioni di euro per rimborso passività finanziarie; si riscontra, pertanto, rispetto al disegno di legge di bilancio, un aumento complessivo di 34 milioni di euro, per la gran parte attribuibile alla spesa corrente. Rimanda, quindi, alla documentazione degli uffici per le previsioni complessive degli stanziamenti di competenza relative al triennio 2014-2016. La consistenza dei residui presunti, al 1o gennaio 2014, è valutata in 120,4 milioni di euro, di cui, 48,3 milioni di euro per la parte corrente e 72,1 milioni di euro per la parte in conto capitale. La consistenza dei residui presunti è inferiore a quella prevista nella legge di bilancio 2013, 161,7 milioni di euro. Tuttavia, occorre tener presente che la valutazione operata in sede di bilancio di previsione presenta carattere di provvisorietà, condizionata com’è dal concreto evolversi della gestione. Le autorizzazioni di cassa per il 2014 ammontano a 1.592 milioni di euro. Data una massa spendibile di 1.677,6 milioni di euro, le autorizzazioni di cassa assicurano un coefficiente di realizzazione del 94,9 per cento, che misura la capacità di spesa che il MIBACT ritiene di poter raggiungere nel 2014. Con riferimento all’analisi per missione/programma, segnala che le dotazioni finanziarie del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per l’esercizio finanziario 2014 fanno capo alle seguenti Missioni: Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali e paesaggistici; Ricerca e innovazione; Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche; Fondi da ripartire ; Turismo. Le unità di voto, costituite dai Programmi di spesa, sono 14, una in più rispetto all’esercizio precedente, derivante dal trasferimento al Ministero delle competenze in materia di Turismo. Rinvia alla documentazione predisposta dagli uffici per un’analisi relativa alle singole Missioni e ai più significativi Programmi, in cui si da conto delle differenze – ove presenti – con le previsioni assestate 2013. A livello generale, segnala che nello stato di previsione del MIBACT si riscontra un grande ricorso all’istituto della flessibilità, di cui all’articolo 23 della legge n. 196 del 2006, che ha determinato lo spostamento di fondi fra capitoli. Con riferimento alle disposizioni contenute nel disegno di legge di bilancio, segnala che l’articolo 13 autorizza, per l’anno finanziario 2014, l’impegno e il pagamento delle spese del MIBACT indicate nello stato di previsione di cui all’allegata tabella 13 (comma 1). Inoltre, autorizza il Ministro dell’economia e delle finanze ad apportare con propri decreti, su proposta del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, rispettivamente per la parte corrente e per il conto capitale, le variazioni compensative di bilancio (in termini di residui, competenza e cassa) tra i capitoli relativi al Fondo unico per lo spettacolo (comma 2). Ai fini di una razionale utilizzazione delle risorse per il 2014, autorizza altresì lo stesso Ministro dell’economia e delle finanze ad apportare con propri decreti, adottati su proposta del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, comunicati alle competenti Commissioni parlamentari e trasmessi alla Corte dei Conti per la registrazione, le variazioni compensative di bilancio, in termini di competenza e di cassa, tra i capitoli del bilancio di previsione del MIBACT relativi agli acquisti e alle espropriazioni per pubblica utilità, nonché all’esercizio del diritto di prelazione da parte dello Stato su immobili di interesse archeologico e monumentale e su cose di arte antica, medievale, moderna e contemporanea e di interesse artistico e storico, nonché su materiale archivistico e bibliografico, raccolte bibliografiche, libri, documenti, manoscritti e pubblicazioni periodiche (comma 3). Sempre il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare con propri decreti, negli stati di previsione dei Ministeri interessati, per l’anno finanziario 2014, le variazioni compensative di bilancio, in termini di competenza e di cassa, necessarie al trasferimento al Ministero per i beni e le attività culturali delle funzioni in materia di turismo esercitate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri (comma 4). Infine, il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare con propri decreti, nello stato di previsione del MIBACT, per l’anno finanziario 2014, le variazioni compensative di bilancio, in termini di competenza e di cassa, necessarie per la ripartizione del Fondo per il recupero delle minori entrate per l’ingresso gratuito del personale docente della scuola nei musei e in altri luoghi della cultura previsto dall’articolo 16, comma 3, del decreto legge n. 104 del 2013 (comma 5).
Con riferimento alle tabelle allegate al disegno di legge di stabilità, segnala poi che la Tabella A non prevede accantonamenti per il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Nella Tabella B è presente l’accantonamento di 5 milioni di euro per il 2014, di 30 milioni di euro per il 2015 e di 50 milioni di euro per il 2016. La nota illustrativa all’A.S. 1120 specificava che l’accantonamento comprende risorse per interventi di tutela e restauro dei beni culturali. Specificava, inoltre, che l’accantonamento relativo al MEF comprende risorse per le celebrazioni del centenario della prima guerra mondiale. Circa la Tabella C, evidenzia, in particolare, che, a seguito delle modifiche introdotte al Senato, l’importo attribuito in tale tabella ai capitoli 3670 e 3671, unitariamente considerati, è stato incrementato per il 2014 di 1 milione di euro, per un totale di 15,1 milioni di euro. Ricorda inoltre che la Tabella E prevede poi i seguenti interventi nel settore 27 (Interventi diversi), nell’ambito della Missione Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali e paesaggistici: Programma 1.2 Sostegno, valorizzazione e tutela del settore dello spettacolo: finanziamento del nuovo Auditorium – Teatro dell’Opera di Firenze (cap. 8742), per 5 milioni di euro per il 2014; Programma 1.12 Tutela delle belle arti,dell’architetturae dell’arte contemporanee; tutela e valorizzazione del paesaggio: prosecuzione dei lavori relativi ai Nuovi Uffizi (cap. 7482), per 7 milioni di euro per il 2014 e prosecuzione dei lavori di realizzazione della sede del Museo Nazionale dell’Ebraismo italiano e della Shoah (cap. 7483), per 3 milioni di euro per il 2014; Programma 1.13 Valorizzazione del patrimonio culturale: interventi urgenti di tutela dei siti del patrimonio Unesco in provincia di Ragusa (cap. 7486), per 0,1 milioni di euro per gli esercizi finanziari 2014 e 2015. Segnala invece, in merito ai finanziamenti concernenti l’informazione e l’editoria, che la maggior parte delle spese per interventi di sostegno ai settori dell’informazione e dell’editoria, di competenza del Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio, sono allocate nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze (Tabella 2), all’interno della missione Comunicazioni (15), Programma Sostegno all’editoria (15.4). Con riferimento ai relativi stanziamenti, segnala altresì che il predetto programma Sostegno all’editoria reca stanziamenti complessivi, in conto competenza, pari ad 172,3 milioni di euro, di cui 162 milioni di euro per spese correnti e 10,3 milioni di euro per spese in conto capitale. Rispetto all’assestamento 2013, si registra una diminuzione di 42,1 milioni di euro, interamente ascrivibile alla riduzione di parte corrente relativa al Fondo per gli interventi dell’editoria; si registra, invece, un marginale incremento in conto capitale del Fondo per gli investimenti del Dipartimento dell’editoria. Nell’ambito degli stanziamenti di competenza relativi al 2014, evidenzia che: 130,6 milioni di euro sono assegnati al Fondo occorrente per gli interventi dell’editoria (cap. 2183, esposto in Tabella C della legge di stabilità) (-42,1 milioni di euro). Al riguardo, tuttavia, si veda quanto dispone l’articolo 1, comma 186, lettere e) e f), del disegno di stabilità, in materia di agenzie di stampa e stampa italiana all’estero; 10,3 milioni di euro sono assegnati al Fondo occorrente per gli investimenti del Dipartimento dell’editoria (cap. 7442, esposto in tabella C della legge di stabilità) (+0,6 milioni di euro); 31,4 milioni di euro sono assegnati al capitolo 1501, e sono finalizzati alla corresponsione alle concessionarie dei servizi di telecomunicazioni dei rimborsi per le agevolazioni tariffarie per le imprese editrici, comprese le somme relative agli anni pregressi. Al riguardo, tuttavia, si veda quanto dispone l’articolo 1, comma 289, del disegno di legge di stabilità, nel combinato disposto con l’allegato 4, con riferimento alla riduzione dei trasferimenti correnti alle imprese.
Segnala quindi che parte delle spese per gli interventi nel settore dell’informazione insistono, a partire dall’esercizio 2009, nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, al quale l’articolo 1, comma 7, del decreto-legge n. 85 del 2008 ha trasferito le funzioni del Ministero delle comunicazioni, con le inerenti risorse finanziarie, strumentali e di personale. Nell’ambito della missione Comunicazioni, programma Servizi di comunicazione elettronica e radiodiffusione, sono previsti stanziamenti di parte corrente riguardanti specificamente la materia radiotelevisiva. Si tratta, in particolare, di 39,5 milioni di euro per contributi alle emittenti radiofoniche e televisive in ambito locale (cap. 3121), (-57,4 milioni di euro). Al riguardo, invita a vedere ancora quanto dispone il citato articolo 1, comma 289, del disegno di legge di stabilità, nel combinato disposto con l’allegato 4. Non risultano, invece, stanziamenti per il servizio di trasmissione radiofonica delle sedute parlamentari (cap. 3021). Al riguardo si veda, tuttavia, quanto dispone l’articolo 1, comma 193, del disegno di legge di stabilità. Con riferimento agli stanziamenti previsti in Tabella C, rinvia alla documentazione predisposta dagli uffici. Con la nota di variazioni, le somme complessivamente allocate nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, missione Comunicazioni, programma Sostegno all’editoria, sono rideterminate, per l’esercizio finanziario 2014, in 220,3 milioni di euro (in conto competenza). Si riscontra, pertanto, rispetto al disegno di legge di bilancio, un aumento di 48,1 milioni di euro. Aggiunge, con riferimento allo stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, missione Comunicazioni, programma Servizi di comunicazione elettronica e radiodiffusione, che a seguito della nota di variazioni, le somme allocate sul cap. 3021 sono rideterminate in 10 milioni di euro per ciascuno degli esercizi finanziari 2014 e 2015; quelle allocate sul cap. 3121 sono rideterminate invece, rispettivamente, in 35,7 milioni di euro per il 2014, in 33,7 milioni di euro per il 2015 e in 38,5 milioni di euro per il 2016. Con riferimento, infine, agli stanziamenti in materia di sport, segnala che la maggior parte delle spese in materia di sport, di competenza del Dipartimento per gli affari regionali, il turismo e lo sport della Presidenza del Consiglio, trovano collocazione nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, all’interno della missione Giovani e Sport (30), programma Attività ricreative e sport (30.1). Precisa al riguardo che il programma «Attività ricreative e sport» della missione Giovani e sport, reca stanziamenti complessivi, per il 2014, in conto competenza, pari a 609 milioni di euro, di cui 407,7 per spese correnti e 201,4 per spese in conto capitale. Rispetto al dato assestato 2013, si registra una riduzione di 9,6 milioni di euro. Al riguardo, tuttavia, rinvia a quanto dispone l’articolo 1, comma 192 del disegno di legge di stabilità. Nell’ambito degli stanziamenti in materia di sport, relativi al 2014, segnala, in particolare: 407,7 milioni di euro per il finanziamento del CONI (cap. 1896) (-3,6 milioni di euro); 61,2 milioni di euro da corrispondere alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per gli investimenti in materia di sport (cap. 7450); 140,2 milioni di euro quale annualità quindicennale per la realizzazione di interventi necessari allo svolgimento dei XX giochi olimpici invernali «Torino 2006» (cap. 7366). Risulta, invece, soppresso il cap. 2111, relativo alle somme da corrispondere alla Presidenza del Consiglio dei ministri per le politiche dello sport, che nel bilancio assestato 2013 recava uno stanziamento di 6 milioni di euro. La nota al capitolo evidenzia che la soppressione è operata per cessazione della spesa di cui all’articolo 4 del decreto-legge n. 5 del 2012. Al riguardo, rinvia, ancora, a quanto dispone l’articolo 1, comma 191, del disegno di legge di stabilità, nel combinato disposto con l’elenco 1.
Rileva quindi che ulteriori somme risultano allocate, nell’ambito del programma Protezione civile della missione Soccorso civile, sul cap. 7449 (esposto in tabella E della legge di stabilità). In particolare, come evidenzia la scheda illustrativa 2014-2016 dei fondi settoriali, il cap. 7449 – che reca uno stanziamento complessivo di euro 13,1 milioni di euro – ricomprende: un contributo di 4 milioni di euro per ciascuno degli anni del triennio 2014-2016, in relazione all’articolo 11-quaterdecies del decreto-legge n. 203 del 2005 per i Campionati mondiali di nuoto e per i Giochi del Mediterraneo 2009 che si sono svolti, rispettivamente, a Roma e a Pescara. Le risorse sono divise in parti uguali fra i due eventi; un contributo di 3 milioni di euro per ciascuno degli anni del triennio 2014-2016, sempre finalizzato allo svolgimento dei Campionati mondiali di nuoto e ai Giochi del Mediterraneo 2009, disposto in relazione all’articolo 1, comma 1292, della legge n. 296 del 2006; un contributo di 0,4 milioni di euro per ciascuno degli anni del triennio, sempre finalizzato allo svolgimento dei Campionati mondiali di nuoto 2009, disposto in relazione all’articolo 2, comma 271, della legge n. 244 del 2007; un contributo di 0,7 milioni di euro per ciascuno degli anni del triennio, sempre finalizzato allo svolgimento dei Giochi del Mediterraneo 2009, disposto in relazione all’articolo 2, comma 263, della legge n.  244 del 2007. Con riferimento, infine, alle tabelle allegate al disegno di legge di stabilità, in materia di sport, segnala che la tabella E riporta, nell’ambito del settore 24 (Impiantistica sportiva), le dotazioni riferibili al cap. 7449/p per complessivi 8,1 milioni di euro. Con la nota di variazioni, le somme complessivamente allocate sul Programma Attività ricreative e sport della missione Giovani e sport del MEF sono rideterminate, per l’esercizio finanziario 2014, in 619 milioni di euro (in conto competenza); si riscontra, pertanto, rispetto al disegno di legge di bilancio, un aumento di 10 milioni di euro (interamente imputabile all’istituzione del cap. 7455). Precisa invece che, nell’ambito del programma Protezione civile, della missione Soccorso civile, non risultano, variazioni riferite al capitolo 7449. In conclusione, aggiunge che nel corso dell’esame del provvedimento in discussione si potrà prendere in considerazione l’eventualità di proporre modifiche ai testi in esame, al fine di affrontare, in maniera costruttiva, alcune questioni che necessitano di un ulteriore approfondimento. Pensa, per esempio, ai corsi di specializzazione in medicina e al tema dei lavoratori socialmente utili, affrontato nel presente disegno di legge di stabilità solo con riferimento ai collaboratori scolastici operanti presso l’ufficio provinciale di Palermo. Si riserva, pertanto, di formulare proposte di relazione nel seguito dell’esame, che auspica possano essere condivise da tutti i gruppi. Ricorda quindi che, a quanto le risulta, la V Commissione ha fissato il termine per la presentazione degli emendamenti, alle ore 16 di giovedì 5 dicembre 2013; riterrebbe quindi opportuno fissare il termine delle proposte emendative da presentare presso la VII Commissione in coerenza con quella scadenza. Rimette peraltro ai singoli deputati la valutazione di presentare emendamenti direttamente in Commissione bilancio, piuttosto che in Commissione cultura.

Il 27 novembre il Senato, acquisita dal Governo ed approvata la Nota di variazioni al bilancio, approva il disegno di legge di bilancio (ddl n. 1121).

Il 26 novembre l’Aula del Senato, con 171 voti favorevoli, 135 contrari e nessuna astensione approva l’emendamento 1.900, interamente sostitutivo del disegno di legge “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato” (legge di stabilità 2014), sul quale il Governo aveva posto la questione di fiducia.

Il 23, 29 e 30 ottobre la 7a Commissione del Senato esamina:
1. Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2014 e bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016.
– Stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016 (limitatamente alle parti di competenza). (Tab. 2)
– Stato di previsione del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca per l’anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016. (Tab. 7)
– Stato di previsione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per l’anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016. (Tab. 13)
2. Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2014).

RAPPORTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA PER L’ANNO FINANZIARIO 2014 E PER IL TRIENNIO 2014-2016 (DISEGNO DI LEGGE N. 1121 – TABELLA 7) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1120

La Commissione, esaminati lo stato di previsione della spesa del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca per l’anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016, nonché le parti connesse del disegno di legge di stabilità per il 2014,

premesso che il disegno di legge di stabilità non prevede tagli lineari ma cerca di preservare i settori di competenza, proseguendo la tendenziale opera di restituzione di risorse alla scuola, l’università, la ricerca e alla cultura, già avviata attraverso i decreti-legge “del fare”, “valore cultura”,”scuola” e “IMU”;

con riguardo alle parti del disegno di legge di stabilità:

·       rileva con favore che l’articolo 3, commi 3 e 4, stanzia risorse (3 milioni di euro nel 2014 e 43,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2015 e 2016) per sostenere la strategia nazionale di sviluppo delle Aree interne del Paese, finalizzate ad interventi pilota per riequilibrare i servizi di base anche in materia di istruzione,

·       manifesta soddisfazione per l’articolo 9, comma 4, che incrementa il Fondo per il finanziamento ordinario (FFO) delle università di 150 milioni di euro per il 2014. Se a questi si aggiungono i 21,4 milioni di euro di aumento del FFO già fissati dall’articolo 58, comma 2, del decreto-legge n. 69 del 2013, l’ammontare del FFO per il 2014 passa da 6.574 milioni di euro a 6.745,4 milioni di euro (nel 2013 erano 6.694 milioni  di euro),

·       valuta positivamente il comma 5 dell’articolo 9 che autorizza, per l’anno 2014, la spesa di 220 milioni di euro da destinare al sostegno delle scuole non statali (paritarie pubbliche e private), compensando la pregressa riduzione del rispettivo finanziamento registrata dal disegno di legge di bilancio,

·       giudica positiva la destinazione di 80 milioni di euro in favore dei policlinici universitari disposta dal comma 20 dell’articolo 9,

·       considera con favore l’articolo 10, comma 24, che interviene sulla definizione del fabbisogno finanziario annuale delle università stabilito sulla base di un dato che non risente degli effetti del bilancio unico di ateneo, onde evitare le conseguenze negative di tale passaggio contabile,

·       concorda con il comma 31 dell’articolo 10, che dispone una riduzione della durata dei corsi di specializzazione in area sanitaria a 4 anni, a decorrere dall’anno accademico 2014-2015, ferma restando la possibilità di una diversa durata per alcuni corsi, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente,

·       esprime soddisfazione per il comma 33 del medesimo articolo 10 che, pur riducendo le spese rimodulabili delle missioni di spesa di ciascun Ministero, secondo gli importi contenuti nell’allegato 3, esclude le spese iscritte negli stati di previsione del Dicastero dell’istruzione, nonché le spese relative alla missione “Ricerca e innovazione” che è di carattere trasversale. Analoga valutazione positiva è riferita al comma 37 che preserva il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca dalla diminuzione dei consumi intermedi,

circa le Tabelle allegate al disegno di legge di stabilità prende atto che:

– in Tabella A è previsto un accantonamento per il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca pari a 593.000 euro per il 2014 e a 9.000 euro per ciascuno degli anni 2015 e 2016 destinato, secondo la relazione illustrativa, alla copertura del decreto-legge n. 35 del 2013 (recante disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della pubblica amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali, nonché in materia di versamento di tributi degli enti locali), nonché alle scuole non statali,

– in Tabella C vengono pressoché confermati gli stanziamenti previsti dalla legislazione vigente senza alcuna variazione, né in positivo né in negativo;

quanto al disegno di legge di bilancio rileva criticamente che, nonostante i positivi provvedimenti legislativi citati in premessa, sussistono ancora riduzioni di spesa derivanti dall’effetto di trascinamento dei tagli degli anni precedenti.

La Commissione formula conseguentemente un parere favorevole con le seguenti condizioni riferite al disegno di legge di stabilità:

1.               preso atto che ai sensi dell’articolo 10, comma 7, con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, sono individuati i beni immobili appartenenti all’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa (INDIRE) da trasferire all’Agenzia del demanio per la successiva dismissione, si richiede che le risorse conseguenti vengano riassegnate all’Istruzione per il miglioramento dell’offerta formativa delle scuole;

2.               tenuto conto delle disposizioni in materia di contrattazione contenute nell’articolo 11, si invita a porre rimedio alla doppia penalizzazione gravante sul personale della scuola, considerato che il decreto del Presidente della Repubblica 4 settembre 2013, n. 122, per tutto il personale del pubblico impiego autorizza le procedure contrattuali per il biennio 2013-2014 per la sola parte normativa, senza possibilità di recupero per la parte economica, ma che per il solo personale della scuola proroga fino al 31 dicembre 2013 il blocco degli scatti già stabilito per gli anni 2010, 2011 e 2012. Bloccando la progressione per anzianità anche per il 2013 si interviene infatti sul contratto vigente, con un prelievo di 300 milioni di euro, che si spostano dalle retribuzioni del personale, già molto basse, verso il contenimento della spesa pubblica. Del resto, su tale doppia penalizzazione prevista solo per il personale della scuola la Commissione aveva già espresso parere negativo nelle prime settimane della legislatura;

3.               dopo il positivo sblocco al 50 per cento per il 2014 e 2015 del turn over del personale delle università e degli enti di ricerca, previsto dal cosiddetto “decreto del fare”, e confermato nel provvedimento in esame, valuta negativamente l’ennesimo slittamento dello sblocco totale – disposto dai commi 8 e 9 dell’articolo 11 – al 2018 anzichè al 2016. Si sollecita pertanto la definitiva rimozione dei limiti assunzionali per tale comparto, onde non disperdere il prezioso potenziale rappresentato dalle immissioni di giovani leve che, altrimenti, sarebbero sempre più spinte ad andare a lavorare all’estero. Si auspica inoltre che la distribuzione delle poche risorse disponibili per il rimpiazzo delle cessazioni non penalizzi pesantemente intere aree del Paese aggravando gli squilibri territoriali proprio in un campo strategico per lo sviluppo economico e sociale come l’alta formazione e la ricerca;

4.               si ritiene grave quanto previsto dall’articolo 15, che assoggetta anche le aziende pubbliche dei servizi alla persona (ASP) ai vincoli del patto di stabilità interno previsto per i Comuni, contraddicendo peraltro quanto disposto dal decreto-legge n. 101 del 2013 appena approvato e si esprime preoccupazione per la tenuta del sistema dei servizi educativi e per l’infanzia;

5.               in ordine al comma 4 dell’articolo 17, si auspica che la effettiva riduzione della quota percentuale di fruizione dei crediti di imposta relativi all’erogazione di borse di studio a studenti universitari sia assai contenuta, tenuto conto delle positive ricadute che tale istituto ha sul diritto allo studio, tanto più che la decisione sulle suddette quote è rimessa ad un successivo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri;

6.               al fine di rilanciare la crescita e l’innovazione, si sollecita un ulteriore impegno del Governo per stimolare la ricerca e lo sviluppo, come dichiarato nel Documento di economia e finanza, per tornare ad investire nei Progetti di ricerca di interesse nazionale (PRIN) – per i quali erano stati stanziati 38 milioni di euro dal bando 2013 – e in quelli per i giovani ricercatori di cui al Fondo per investimenti della ricerca di base (FIRB), per i quali erano stati stanziati 30 milioni di euro nel bando 2013, oggetto di tagli indiscriminati dal 2009 in poi, nella prospettiva di tornare almeno agli stanziamenti del 2011;

7.               specificatamente nel campo degli enti pubblici di ricerca, si chiede al Governo uno sforzo per recuperare le somme decurtate a seguito del decreto-legge n. 95 del 2012 (spending review).

Con riferimento al disegno di legge di bilancio, la Commissione formula invece le seguenti osservazioni:

a.              preso atto delle riduzioni previste nella legge di bilancio, si registra che per l’anno 2014 le spese in conto competenza del Ministero ammontano a 51.039,9 milioni di euro; rispetto alle previsioni assestate per l’esercizio finanziario 2013, si riscontra dunque una riduzione di 491,1 milioni di euro, come peraltro avvenuto l’anno scorso anche se le riduzioni sono state in parte recuperate con l’assestamento 2013, prevalentemente con riguardo alla cassa. Si rimarca pertanto la necessità di recuperare, entro l’assestato 2014, le riduzioni previste nella legge di bilancio 2014 per le spese in conto competenza del Ministero e per la missione Istruzione scolastica, rispetto al bilancio assestato 2013;

b.             in merito allo spostamento di circa 1 miliardo di euro dal programma 1.2, relativo all’Istruzione prescolastica, al programma 1.3, relativo all’Istruzione primaria, si raccomanda di  compiere una scelta contabile di carattere definitivo.

RAPPORTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE SULLO STATO DI PREVISIONE DEL MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE PER L’ANNO FINANZIARIO 2014 E PER IL TRIENNIO 2014-2016 (DISEGNO DI LEGGE N. 1121 – TABELLA 2), LIMITATAMENTE ALLE PARTI DI COMPETENZA, E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1120

La Commissione, esaminati lo stato di previsione della spesa del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016, limitatamente alle parti relative allo sport, nonché le parti connesse del disegno di legge di stabilità per il 2014,

            con riguardo alle parti del disegno di legge di stabilità:

–        condivide l’articolo 7, comma 5, che rifinanzia per 400 milioni di euro per il 2014 il 5 per mille dell’IRPEF destinato, fra l’altro, al sostegno delle associazioni sportive dilettantistiche,

–        manifesta soddisfazione per l’articolo 9, comma 20, relativo al fondo per il finanziamento di esigenze indifferibili con una dotazione di circa 107,6 milioni di euro per il 2014, che destina 6 milioni di euro al Comitato italiano paralimpico,

–        rileva positivamente il rifinanziamento del Fondo per lo sviluppo e la capillare diffusione della pratica sportiva per 10 milioni di euro nel 2014, 15 milioni di euro nel 2015 e 20 milioni di euro nel 2016, disposto dal comma 21 dell’articolo 9, rimarcando tuttavia che si tratta di cifre inferiori alla dotazione di 23 milioni di euro con cui il Fondo era stato istituito nel 2012;

–        prende atto degli stanziamenti inseriti in Tabella E sia per i Giochi del Mediterraneo di Pescara che per i Campionati di nuoto del 2009;

quanto al disegno di legge di bilancio, manifesta rammarico per la decurtazione di circa 9,6 milioni di euro rispetto alle previsioni assestate del 2013 subita dal programma Attività ricreative e sport all’interno della missione Giovani e sport.

            La Commissione formula conseguentemente un rapporto favorevole con le seguenti osservazioni riferite al disegno di legge di stabilità:

1.     si auspica che le maggiori risorse del Fondo per lo sviluppo e la capillare diffusione della pratica sportiva possano essere utilizzate per sostenere adeguatamente le numerose richieste di accesso ai finanziamenti, dando priorità alla ristrutturazione degli impianti esistenti e alla costruzione di nuovi nelle aree che ne sono sprovviste;

2.     si raccomanda vivamente che le risorse del predetto Fondo per la diffusione della pratica sportiva siano riportate già dal 2014 ai valori del 2012, quando il Fondo fu istituito con una dotazione pari a 23 milioni di euro, e che detto importo sia poi progressivamente incrementato nel corso nel triennio;

3.     con riferimento alla Tabella E, si invita il Governo a trasmettere al Parlamento una relazione sui finanziamenti pluriennali a favore di eventi sportivi già svolti da tempo, quali i Campionati mondiali di nuoto del 2009 e i Giochi del Mediterraneo di Pescara.

Il 23 ottobre, dopo le comunicazioni del Presidente al Senato, i ddl di stabilità e bilancio vengono deferiti alla 5a Commissione alla quale le altre Commissioni trasmetteranno i propri rapporti.

20 dicembre ‘Io scelgo, Io studio’

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Il ministro, presso la Sala della Comunicazione in Viale Trastevere 76/A, presenta ‘Io scelgo, Io studio’, campagna per l’Orientamento realizzata in ragione di quanto previsto dall’art. 8 della Legge 8 novembre 2013, n. 128 di conversione del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, recante misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca

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Scuola: al via ‘Io scelgo, Io studio’ campagna Miur per l’Orientamento
Carrozza: “Bisogna aiutare i ragazzi a scegliere presto e bene”

Al via ‘Io scelgo, Io studio’, la campagna del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per l’Orientamento. Una nota di indirizzo destinata alle scuole, uno spot tv, un sito dedicato aperto al contributo di istituzioni scolastiche e studenti, una task force di esperti a disposizione dei ragazzi: questi gli strumenti in campo per aiutare chi frequenta la scuola secondaria di I e II grado a fare la propria scelta per il futuro.

La campagna fa seguito ai contenuti del dl ‘L’istruzione riparte’, promosso dal ministro Maria Chiara Carrozza e convertito in legge in Parlamento, che prevede 6,6 milioni di euro sul capitolo Orientamento. Tema  che torna ad essere affrontato in modo organico da parte del Miur. “Il futuro delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi dipende dalle loro scelte di oggi. – Spiega Carrozza – È per questo che l’orientamento deve svolgere un ruolo fondamentale all’interno dei percorsi scolastici, per aiutare gli studenti nelle loro decisioni, indicare la via migliore per seguire le proprie inclinazioni, e farlo presto, perché le sfide e la competizione che abbiamo di fronte sono ormai globali. Con le nostre indicazioni e l’investimento ad hoc previsto nel dl ‘L’Istruzione riparte’ vogliamo aiutare scuole e studenti a raggiungere l’obiettivo di scegliere presto e farlo bene”.

Il sito
Una ‘scatola’ che raccoglie tutte le informazioni primarie necessarie agli studenti per conoscere i diversi percorsi di studio e le opzioni in campo: è il sito www.istruzione.it/orientamento. Una task force di esperti risponderà via e-mail alle domande dei ragazzi che, a partire dalla home page, potranno subito trovare, grazie ad una grafica semplificata, la sezione di loro interesse. Per gli 11-13enni la navigazione si snoda fra pagine dedicate a istituti professionali, tecnici, indirizzi liceali e formazione professionale regionale. Per chi va verso il diploma il sito mette a disposizione un test di orientamento messo a punto dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea e pagine di approfondimento su Alta formazione artistica e musicale, Università, Istituti tecnici superiori e mondo del lavoro. Nella sezione #iohoscelto personalità del mondo delle professioni, della scienza, dello spettacolo, racconteranno in brevi video rivolti ai ragazzi come hanno raggiunto i loro obiettivi. Tra i primi ‘orientatori’ che si sono messi a disposizione del Miur, la scrittrice Chiara Gamberale, l’astronauta Luca Parmitano, lo chef Bruno Barbieri, il regista e conduttore televisivo Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, volto di Mtv. Gli stessi ragazzi e le scuole potranno contribuire ad arricchire la comunità online degli orientatori raccontando le loro esperienze e buone pratiche attraverso video che saranno caricati sul canale YouTube del sito. Nella sezione ‘Collabora anche tu’ docenti e studenti potranno inviare le loro proposte per migliorare il sito. Attraverso il canale Twitter, @miurorienta, saranno promossi i contenuti del sito e sarà lanciato l’hashtag #iohoscelto per invitare la comunità web a raccontare la propria storia di orientamento e scelta di studio.

La nota di indirizzo per le scuole
Al rientro dalla pausa natalizia sarà inviata alle scuole una nota di indirizzo che indicherà a dirigenti e insegnanti come sviluppare le nuove politiche di orientamento scolastico in raccordo con il territorio, anche a seguito dei fondi stanziati e dei nuovi principi stabiliti dal dl ‘L’Istruzione riparte’. Un tutor dedicato all’orientamento in ogni istituzione scolastica, formazione dei docenti anche attraverso l’istituzione di Master specifici, creazione di un Wiki, un ipertesto pubblico, costruito on line e gestito da un gruppo di esperti in materia di orientamento aperto ai contributi della comunità professionale: sono alcune delle novità introdotte dalla nota di indirizzo. Sono previsti anche laboratori per l’acquisizione di competenze di orientamento al lavoro (Career management skills) con la presenza di imprenditori, strutture di supporto, reti e Centri interistituzionali che operino come MultiAgency di orientamento.

Lo spot
Uno spot dedicato, realizzato in collaborazione con Rai Scuola, solleciterà i ragazzi italiani ad informarsi per fare presto e bene la loro scelta per il percorso che segnerà il loro futuro. Lo spot sarà trasmesso dalla Rai nel mese di gennaio, dall’1 al 14 gennaio per 5 volte al giorno. A seguire sarà trasmesso anche dall’emittente Mtv.

Cosa prevede il dl ‘L’Istruzione riparte’
6,6 milioni per potenziare l’orientamento che dovrà essere effettuato nell’ultimo anno della scuola secondaria di primo grado e a partire già dal quarto anno della scuola secondaria di secondo.Le scuole dovranno inserire le loro proposte in merito sia nel Piano dell’offerta formativa che sul proprio sito.

20 dicembre Dimensionamento Rete Scolastica

L’art. 138 del Decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 ha delegato alle Regioni “la programmazione, sul piano regionale, nei limiti delle disponibilità di risorse umane e finanziarie, della rete scolastica, sulla base dei piani provinciali“.

L’art. 3 del DPR 18 giugno 1998, n. 233, a norma dell’art. 21 della Legge 15 marzo 1997, n. 59, ha determinato iter, tempi di applicazione e attuazione del piano regionale di dimensionamento, stabilendo che lo stesso venga approvato entro il 31 dicembre.

La Conferenza unificata Stato-Regioni, vista la sentenza della Corte Costituzionale 4 giugno 2012, n. 147, preso atto della Risoluzione della 7a Comissione Senato del 10 luglio 2012, (Intesa, in corso di formalizzazione, relativa al Dimensionamento della rete scolastica), ha deliberato:
Art. 1
Al fine di salvaguardare le specificità territoriali, ad ogni Regione, con provvedimento del Ministro dell’Università e della ricerca di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze, viene assegnato un contingente regionale di dirigenti scolastici, cui corrisponde un numero non superiore di istituzioni autonome comprese quelle educative, le scuole speciali e i poli tecnico-professionali di cui all’art. 52 della L. 35/2012, esclusi i Centri Provinciali di istruzione per gli adulti (CPIA), il cui numero è pari a 55. Tale contingente, al fine anche di assicurare il contenimento della spesa pubblica, è definito dividendo per 900 il numero degli alunni iscritti alle scuole statali nell’organico di diritto del primo anno scolastico di riferimento del triennio, integrato dal parametro della densità degli abitanti per Kmq.. Il primo anno del triennio è l’anno scolastico 2013/2014.
Per le scuole con insegnamento in lingua slovena si confermano le autonomie già funzionanti nell’a.s. 2012-2013.
Nell’ambito del contingente assegnato le Regioni, di cui alla tabella A) allegata, definiscono autonomamente il numero degli alunni per ogni istituzione scolastica a seconda delle diverse realtà territoriali che come afferma la citata sentenza della Corte costituzionale “ben possono essere apprezzate in sede regionale”, nonché tenedo conto dei comuni montani, delle piccole isole e della specificità delle istituzioni scolastiche.
Il Governo, assicurando comunque il rispetto degli obiettivi di finanza pubblica ivi previsti, si impegna a proporre l’abrogazione del comma 5 dell’ art. 19 del decreto legge n. 98 del 6 luglio 2011, convertito, con modificazione della legge 15 luglio 2011, n. 111, come modificato dalla legge 183/2011 art. 4 comma 69, nonché dell’art. 2 del DPR 18 giugno 1998 n. 233 ed a valutare in relazione alla presente intesa, i criteri di assegnazione per i DSGA.
Art. 2
Per consentire l’attivazione delle procedure legate all’avvio dell’anno scolastico di riferimento, relative alla definizione degli organici, alla mobilità del personale, alle immissioni in ruolo, il piano di dimensionamento della rete scolastica è approvato dalla Regione entro il 30 novembre di ogni anno. Eventuali deroghe e/o differimenti temporali possono essere previste in presenza di situazioni complesse o in via di definizione. Gli Uffici scolastici regionali entro il 31 dicembre di ogni hanno provvedono ad apportare le necessarie modiche al sistema informativo adeguando le scuole secondo le delibere regionali. In fase di prima applicazione i termini sopra indicati si intendono differiti rispettivamente al 15 gennaio e al 30 gennaio.

La Legge 15 luglio 2011, n. 111, la Legge 12 novembre 2011, n. 183  e Legge 8 novembre 2013, n. 128 hanno modificato i parametri definiti dal DPR 18 giugno 1998, n. 233 (confermati dall’art. 1, comma 3, del DPR 20 marzo 2009, n. 81) concernenti i criteri generali, i parametri ed i tempi per il dimensionamento della rete scolastica e per la correlata programmazione dell’offerta formativa.

Il comma 4, dell’art. 19 della Legge 15 luglio 2011, n. 111, di conversione del Decreto-Legge 6 luglio 2011, n. 98, (dichiarato illegittimo dalla sentenza della Corte Costituzionale 4 giugno 2012, n. 147) prevede che, “per garantire un processo di continuita’ didattica nell’ambito dello stesso ciclo di istruzione, a decorrere dall’anno scolastico 2011-2012 la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado sono aggregate in istituti comprensivi, con la conseguente soppressione delle istituzioni scolastiche autonome costituite separatamente da direzioni didattiche e scuole secondarie di I grado; gli istituti compresivi per acquisire l’autonomia devono essere costituiti con almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificita’ linguistiche“;

il comma 5, dell’art. 19 della Legge 15 luglio 2011, n. 111, di conversione del Decreto-Legge 6 luglio 2011, n. 98, come modificato dall’art. 4, comma 69, della Legge 12 novembre 2011, n. 183, e dall’art 12 della Legge 8 novembre 2013, n. 128 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, prevede che “Negli anni scolastici 2012/2013 e 2013/2014 alle istituzioni scolastiche autonome costituite con un numero di alunni inferiore a 600 unita’, ridotto fino a 400 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificita’ linguistiche, non possono essere assegnati dirigenti scolastici con incarico a tempo indeterminato. Le stesse sono conferite in reggenza a dirigenti scolastici con incarico su altre istituzioni scolastiche autonome“;

il comma 5-bis, dell’art. 19 della Legge 15 luglio 2011, n. 111, introdotto dall’art. 4, comma 70, della Legge 12 novembre 2011, n. 183, come modificato dall’art. 12 della Legge 8 novembre 2013, n. 128 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, prevede che «Negli anni scolastici 2012-2013 e 2013-2014, alle istituzioni scolastiche autonome di cui al comma 5 non può essere assegnato in via esclusiva un posto di direttore dei servizi generali ed amministrativi (DSGA); con decreto del Direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale competente il posto è assegnato in comune con altre istituzioni scolastiche, individuate anche tra quelle cui si applichi il medesimo comma 5. Al personale DSGA che ricopra detti posti, in deroga all’articolo 9, comma 1, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, è riconosciuta, a seguito di specifica sessione negoziale, una indennità mensile avente carattere di spesa fissa, entro il limite massimo del 10 per cento dei risparmi recati dal presente comma»;

il comma 5-ter, dell’art. 19 della Legge 15 luglio 2011, n. 111, introdotto dall’art. 12 della Legge 8 novembre 2013, n. 128 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, prevede che «A decorrere dall’anno scolastico 2014-2015, i criteri per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi, nonche’ per la sua distribuzione tra le regioni, sono definiti con decreto, avente natura non regolamentare, del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell’economia e della finanze, previo accordo in sede di Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni, fermi restando gli obiettivi finanziari di cui ai commi 5 e 5-bis del presente articolo. Le regioni provvedono autonomamente al dimensionamento scolastico sulla base dell’accordo di cui al periodo precedente. Fino al termine dell’anno scolastico nel corso del quale e’ adottato l’accordo si applicano le regole di cui ai commi 5 e 5-bis».

Il MIUR, con la Nota 20 dicembre 2013, AOODPIT Prot. n.2828, stabilisce che la mancata stipula dell’ accordo e la conseguente mancata predisposizione del Decreto Interministeriale previsto dal comma 5-ter, dell’art. 19 della Legge 15 luglio 2011, n. 111, introdotto dall’art. 12 della Legge 8 novembre 2013, n. 128, comporta il permanere, anche per l’anno scolastico 2014/2015, delle disposizioni di cui ai commi 5 e 5 bis dell’ art. 19 della legge 15 luglio 2011, n. 111 come modificato dalla legge 183/2011, art. 4 comma 69, che prevede la non assegnazione del dirigente scolastico e del DSGA nei casi in cui la scuola non raggiunga i 400 (in particolari casi) o i 600 alunni.

19 dicembre Edilizia scolastica in 7a Camera

Si svolgono, nella 7a Commissione della Camera, le audizioni di:

  • 19 dicembre: dottor Raffaele Guariniello, sostituto procuratore della Repubblica del tribunale di Torino, in qualità di esperto del settore
  • 3 dicembre: Sottosegretario di Stato per l’istruzione, l’università e la ricerca, Gian Luca Galletti, e Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Erasmo D’Angelis
  • 20 novembre: Esperti del settore
  • 13 novembre: Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI), Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani (UNCEM), Unione delle Province Italiane (UPI) e Conferenza delle regioni e delle province autonome
  • 18 settembre: Cittadinanzattiva Onlus; Legambiente; Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE)
  • 17 luglio: rappresentanti del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti nel quadro dell’indagine conoscitiva sulla situazione dell’edilizia scolastica in Italia
  • 9 luglio: rappresentanti del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca nel quadro dell’indagine conoscitiva sulla situazione dell’edilizia scolastica in Italia

Il 4 luglio la 7a Commissione della Camera delibera sullo svolgimento di un’indagine conoscitiva sulla situazione dell’edilizia scolastica in Italia

Indagine conoscitiva sulla situazione dell’edilizia scolastica in Italia.

PROGRAMMA

  La situazione dell’edilizia scolastica nel nostro Paese è grave. Oltre il 50 per cento dei 42 mila edifici in cui vivono milioni di studenti e di operatori scolastici non sarebbe a norma e diecimila di essi dovrebbero addirittura essere abbattuti. A titolo di esempio, basti ricordare la situazione delle Province che ad oggi gestiscono 5179 edifici scolastici che accolgono circa 2.600.000 alunni. Per il 2013 le amministrazioni provinciali avevano definito impegni di spesa per investimenti pari a 727.894.744 euro, ma a causa dei tagli imposti e degli obiettivi previsti dal Patto di stabilità interno sono state costrette a ridurre i medesimi impegni per una cifra pari a 513.272.984 euro, residuando solo un terzo delle spese programmate. Ne è derivata così l’impossibilità di fare le opere di manutenzione previste, compromettendo l’apertura di ben 400 istituti superiori nel nuovo anno scolastico.
Tali disposizioni, attuate nel quadro di un sistema nazionale di edifici scolastici vetusti – spesso non a norma in termini di sicurezza – ha determinato il sovraffollamento degli alunni in classi non idonee ad ospitarli.
Peraltro, la situazione ha rilievi di vera emergenza alla luce della politica scolastica assunta negli ultimi anni con l’aumento del rapporto alunni/docenti. Se il profilo della sicurezza desta inquietudine e impone interventi urgenti, va anche considerato che tutte le indagini internazionali sul rendimento degli studi confermano la centralità e la decisiva influenza positiva esercitata dalla confortevole e adeguata organizzazione degli spazi scolastici sull’efficacia dell’attività didattica e sui livelli di apprendimento. Ricordiamo a tal proposito il vero obiettivo al quale si dovrebbe puntare, ossia quello di una: «scuola del futuro aperta al territorio e fatta di luoghi polifunzionali e di arredi flessibili; l’aula con i confini smaterializzati, che si amplia verso gli spazi connettivi, formata da pareti trasparenti, per condividere le attività che si svolgono al suo interno; che si adatta al lavoro di gruppo ma che non è il principale spazio per la didattica. In micro-ambienti, tutti di pari dignità, si devono svolgere le attività più diversificate, anche solo deputate al relax, allo studio individuale o alle grandi riunioni.», così come recitano le linee guida interministeriali di aprile 2013, a cui si farà riferimento specifico nel programma dell’indagine che la VII Commissione cultura, scienza e istruzione ha deliberato di svolgere.
È nella consapevolezza della fragilità strutturale e dispositiva degli edifici scolastici e del disagio vissuto quotidianamente da chi studia e lavora in questi edifici, che nel corso della passata legislatura è stata costantemente esercitata la funzione di sindacato ispettivo per avere esatta contezza – in ordine alle risorse investite e agli esiti raggiunti – delle politiche in materia di edilizia scolastica. Purtroppo, alle circostanziate interrogazioni sono giunte risposte lacunose e reticenti. Occorre, pertanto, un’accurata indagine conoscitiva, in grado di mettere a nudo le difficoltà di programmazione dei finanziamenti da stanziare, la capacità di spesa dei soggetti coinvolti, il monitoraggio sui risultati ottenuti.
Per favorire l’individuazione delle linee guida e degli obiettivi di lavoro di tale indagine si ritiene opportuno delineare, innanzitutto, una ricostruzione delle politiche sinora adottate. A partire dal 1974 e per circa un ventennio, il Parlamento e i Governi italiani si sono disinteressati dell’edilizia scolastica, sia sul piano normativo sia su quello finanziario. Solo nel 1996 fu approvata la legge 11 gennaio 1996, n. 23 (cosiddetta legge Masini), che consentì di predisporre e attuare piani triennali e annuali di intervento in edilizia scolastica, grazie alla previsione di ammortamenti statali dei mutui che Comuni e Province potevano accendere per la realizzazione degli interventi di manutenzione straordinaria e di nuove edificazioni. Alle regioni competeva l’attività programmatoria dei suddetti piani (in base all’articolo 4 della predetta legge). Il sistema di pianificazione previsto dalla citata legge n. 23 ha ben funzionato per i primi due piani triennali (1996-98 e 1999-2001) e ha consentito di finanziare oltre 12.000 interventi in sei piani annuali, per un investimento totale di circa 3000 miliardi di vecchie lire, grazie a mutui a totale carico dello Stato.
Tra gli anni 2001-2006, tale sistema è stato progressivamente accantonato. Infatti, dopo il 2005, i mutui sono stati in linea generale sostituiti da finanziamenti erogati direttamente dal CIPE e dai ministeri dell’istruzione o delle infrastrutture, distribuiti con una ripartizione regionale. Più recentemente (2010) si è scavalcato il ruolo programmatorio assegnato dalla legge n. 23 alle regioni, e attribuito direttamente dei finanziamenti agli enti locali da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, tramite la sottoscrizione di apposite convenzioni. Precedentemente, la legge finanziaria 2003 (legge 27 dicembre 2002, n. 289), all’articolo 80, comma 21, aveva disposto un piano straordinario di messa in sicurezza degli edifici scolastici, con particolare riguardo a quelli che insistono sul territorio delle zone soggette a rischio sismico, nell’ambito del programma di infrastrutture strategiche di cui alla legge 21 dicembre 2001, n. 443 (la cosiddetta legge obiettivo). La norma, invero, ignorava le competenze programmatorie che la legge n. 23 del 1996 aveva attribuito a regioni, comuni e province e non indicava alcuna entità dello stanziamento. A tale «svista», ha posto rimedio la successiva legge finanziaria 2004 (articolo 3, comma 91 della legge 24 dicembre 2003, n. 350) con la quale al piano straordinario è stato destinato un importo non inferiore al 10 per cento delle risorse disponibili per investimenti infrastrutturali (previsti dall’articolo 13, comma 1, della legge 1o agosto 2002, n. 166) al 1o gennaio 2004. Si trattava di una somma pari a circa 500 milioni di euro. L’intervento prende avvio con un «primo programma stralcio» per circa 193,8 milioni di euro, destinati a 738 interventi, scelti dal Ministero esautorando le competenze regionali. Il piano è approvato dal CIPE con la deliberazione 20 dicembre 2004, n. 102 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 186 dell’11 agosto 2005. Si rileva che solo alla fine del 2006, sono stati realmente impegnati i finanziamenti relativi al suddetto «primo programma stralcio».
Il «secondo programma stralcio», di 295 milioni di euro per circa 900 interventi (sempre derivante dalla disposizione della legge finanziaria del 2004), è adottato con le stesse modalità del precedente (deliberazione CIPE 17 novembre 2006, n. 143) e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 10 aprile 2007, n. 83 (Supplemento Ordinario n. 100). Il CIPE, con la delibera n. 15 del 13 maggio 2010 (pubblicata nella Gazzetta ufficiale n. 192 del 18 agosto 2010), ha verificato lo stato di avanzamento del primo e del secondo programma stralcio (avviati dalla legge finanziaria 2004) e ha avanzato la richiesta di verifica dello stato di predisposizione di un «terzo» programma, di cui il medesimo CIPE aveva previsto la copertura finanziaria nel 2008. L’esito di questa verifica, effettuato sulla base della nota 5 ottobre 2009, prot. n. 0012242, del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, rende noto che per il «primo programma stralcio» risulterebbero non avviati interventi per un importo pari a 31 milioni di euro (il 16 per cento dell’importo del programma), così come per il «secondo programma stralcio» si sono riscontrate situazioni di ritardo del tutto analoghe, con interventi non avviati per un ammontare di ben 147 milioni di euro (50 per cento del totale del programma). Inoltre, il CIPE rileva che per il Ministero delle infrastrutture «l’attuazione dei programmi è stata ostacolata dalle difficoltà di coordinamento tra i molti enti interessati – anche relativamente alla procedura di sottoscrizione dei contratti di mutuo – e negativamente influenzata dalla strutturale carenza di una progettazione «di base», che il più delle volte «insegue» le disponibilità finanziarie piuttosto che orientarne la programmazione.»
Tra il 2006 e il 2008 si torna al rispetto dell’azione programmatoria da parte di regioni, province e comuni, stabilita dalla legge n. 23 del 1996, che – come si è visto – ha avuto un’attuazione «a singhiozzo». «Saltato» il piano per l’anno 2002, finanziati in misura inferiore al passato i piani 2003 e 2004 (per un importo complessivo di circa 460 milioni di euro), «saltati» anche i piani 2005 e 2006, gli enti locali si sono trovati nell’impossibilità di rispettare la scadenza del 30 giugno 2006, stabilita dalla legge sulla sicurezza edilizia, per la conclusione delle attività di messa a norma degli edifici. Per questo motivo, la legge finanziaria 2007 (articolo 1, comma 625, della legge 27 dicembre 2006, n. 296) ha previsto il rifinanziamento della legge n. 23 del 1996 per gli anni 2007, 2008 e 2009, rispettivamente con 50, 100 e 100 milioni di euro, destinando il 50 per cento delle somme alla messa in sicurezza e alla messa a norma delle scuole e prevedendo la compartecipazione in parti eguali di regioni ed enti locali. Con successiva intesa stipulata in Conferenza Stato – Regioni, si è poi convenuto che anche il restante 50 per cento avrebbe dovuto essere destinato alle medesime finalità. Con la medesima intesa, sono stati programmati quindi nel triennio 2007-2009 investimenti per circa 940 milioni di euro.
La legge finanziaria 2007 (articolo 1, comma 626, della legge 27 dicembre 2006, n. 296) ha inoltre previsto che il Consiglio di indirizzo e di vigilanza dell’INAIL definisse, per il triennio 2007-2009, d’intesa con il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, con il Ministro della pubblica istruzione e con gli enti locali competenti, indirizzi programmatici per la promozione ed il finanziamento per l’abbattimento delle barriere architettoniche o l’adeguamento delle strutture alle vigenti disposizioni in tema di sicurezza e igiene del lavoro in istituti di istruzione secondaria di primo grado e superiore. Ciò ha prodotto la stipula di un protocollo d’intesa fra Ministero della pubblica istruzione e INAIL, che ha erogato ulteriori 100 milioni di euro per il triennio 2007-2009, di cui 30 milioni sono stati impegnati per il 2007. Purtroppo, con il decreto-legge 27 maggio 2008, n. 93, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 24 luglio 2008, n. 126, il cosiddetto taglia ICI, si sono ridotte – tra le altre – le disponibilità finanziarie per il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca a fini di copertura di tale decreto.
Nel 2008 viene approvato – in sede di conversione – l’articolo 7-bis del decreto-legge 1o settembre 2008, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169, che prevede varie misure, così sintetizzabili:
rifinanzia il piano straordinario per la messa in sicurezza degli edifici scolastici disposto dalla citata disposizione della legge finanziaria 2003, (articolo 80, comma 21, della legge 27 dicembre 2002, n. 289), a cui è destinato un importo non inferiore al 5 per cento delle risorse stanziate per il programma delle infrastrutture strategiche (si ricorda che precedentemente la percentuale di risorse destinate era il 10 per cento). In attuazione di tale disposizione, il CIPE (deliberazione n. 3 del 6 marzo 2009, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 129 del 6 giugno 2009) delibera di stanziare un miliardo di euro, per la messa in sicurezza delle scuole, come prima quota di tale finanziamento che impone una procedura di spesa lunga, tortuosa e discrezionale e che si sta dimostrando insostenibile rispetto all’urgenza degli interventi;
dispone un recupero di somme destinate nel passato a favore delle Regioni per l’edilizia scolastica e per vari motivi non spese. La somma ipotizzata da recuperare era superiore ai 100 milioni di euro;
prescrive 100 manutenzioni di altrettanti edifici scolastici da effettuare con una procedura straordinaria. La indeterminatezza circa la natura del «soggetto attuatore» e la individuazione dei 100 istituti da ristrutturare ha evidentemente complicato i problemi connessi alla progettazione e al coinvolgimento operativo degli enti locali titolari della materia e responsabili della sicurezza.
Rispetto al miliardo di euro assegnato dal CIPE con la delibera n. 3 del 6 marzo 2009, da destinare alla messa in sicurezza delle scuole, fino ad oggi risultano impegnati: 226,4 milioni assegnati all’Abruzzo per la ricostruzione a seguito dell’evento sismico dell’aprile 2009; 358,4 milioni assegnati dal CIPE nel maggio 2010 (delibera n.32 del 30 maggio 2010, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 215 del 14 settembre 2010) per finanziare un totale di 1552 interventi; tali fondi dopo un complesso trasferimento dal Ministero dell’economia a quello delle Infrastrutture sono in corso di assegnazione con modalità e tempi non definiti. Manca, allo stato degli atti, ogni notizia sui restanti 426 milioni di euro.
Il primo piano stralcio di 358,4 milioni di euro del miliardo di euro deliberato dal CIPE nel maggio 2010, contiene l’indicazione dei 1552 istituti scolastici su cui intervenire, che sono stati individuati, con una procedura che ha sottratto alle competenze regionali la selezione degli interventi e con la predisposizione di convenzioni che possono portare fino all’esproprio delle competenze di progettazione, di esecuzione e di controllo dei lavori da parte degli enti locali proprietari degli edifici scolastici selezionati. In merito ai criteri di ripartizione delle risorse regione per regione, si rileva facilmente che è stato perpetuato il meccanismo di riparto in vigore da molti anni, basato sul numero di studenti e su quello degli edifici esistenti. In sostanza, si è agito in modo estraneo alle emergenze edilizie che si sarebbero dovute affrontare. Risulta così che, in testa, figura la Lombardia con 49,7 milioni e che chiude in coda il Molise con 2,17 milioni. Sino ad oggi, poi, non è noto l’esito conclusivo dell’Anagrafe dell’edilizia scolastica (prevista dall’articolo 7 della legge n. 23 del 1996) e l’intesa raggiunta nella Conferenza Unificata del 28 gennaio 2009 (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 33 del 10 febbraio 2009), che prevedeva la costituzione – presso ciascuna Regione e Provincia Autonoma – di gruppi di lavoro (composti da rappresentanze degli Uffici scolastici regionali, dei Provveditorati interregionali alle opere pubbliche, dell’ANCI, dell’UPI e dell’UNCEM) con il compito di costituire apposite squadre tecniche incaricate di effettuare i sopralluoghi negli edifici scolastici del rispettivo territorio e di compilarne delle schede, da far confluire nell’Anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica. In relazione ai suddetti esiti, appare opportuno verificare l’opportunità di coinvolgere nell’ambito dell’indagine conoscitiva associazioni di cittadini che abbiano già dimostrato di poter dare un importante contributo all’elaborazione di questi temi.
L’articolo 53 del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 aprile 2012, n. 35, ha previsto l’approvazione, entro 90 giorni dall’entrata in vigore del decreto, di un «Piano nazionale di edilizia scolastica» e, nelle more dell’approvazione di tale Piano, di un «Piano di messa in sicurezza degli edifici scolastici esistenti e di costruzione di nuovi edifici scolastici», nonché l’adozione di misure per il miglioramento dell’efficienza degli usi finali di energia negli edifici adibiti a istituzioni scolastiche, università ed enti di ricerca entro ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore del decreto sulla base di linee guida (di recente approvazione). Inoltre, la legge demanda a un decreto interministeriale la definizione delle norme tecniche-quadro con gli indici minimi e massimi di funzionalità urbanistica, edilizia e didattica, allo scopo di adeguare la normativa tecnica vigente agli standard europei e alle più moderne concezioni di impiego degli edifici scolastici.
L’indagine conoscitiva ha l’obiettivo quindi di sciogliere innanzitutto il nodo dell’Anagrafe dell’edilizia scolastica. Dopo diciassette anni dalla legge n. 23 del 1996, l’Anagrafe stenta non solo a partire ma anche ad essere completata. Ciò è confermato anche dai primi dati forniti, resi pubblici a partire dal 2012 dal Ministero dell’istruzione, dati che evidenziano ancora molte lacune e molte manchevolezze. Il completamento dell’Anagrafe dovrebbe essere invece il primo passo per evidenziare le emergenze, quantificare in maniera ragionata le risorse e razionalizzarne l’erogazione. È da segnalare che la Onlus «Cittadinanzattiva» ha già avviato un monitoraggio di circa 250 edifici scolastici in tutta Italia per valutarne il livello di sicurezza, qualità e comfort, nonché la presenza di barriere architettoniche e non solo. Ma il compito di monitorare e mappare dovrebbe essere di matrice istituzionale. Anche se non si conoscono ancora i risultati dell’anagrafe dell’edilizia scolastica e del lavoro dei gruppi tecnici regionali, si può affermare che il patrimonio edilizio scolastico, costituito per lo più da edifici risalenti al secolo scorso – molti alla prima metà dello stesso – ed anche al XIX secolo – alcuni dei quali rivestono interesse storico-artistico – caratterizzati da tipologie e sistemi costruttivi, non offrono adeguati criteri di sicurezza e non rispondono alle nuove esigenze didattiche. Se da un lato, quindi, vi è l’urgenza di intervenire con un piano di riqualificazione, adeguamento normativo – anche antisismico – e miglioramento energetico per gran parte del patrimonio esistente, va valutata anche la necessità di arrivare alla creazione di strutture adeguate alle nuove esigenze didattiche, considerato anche che l’intervento sull’esistente può essere insufficiente ed alle volte antieconomico.
In questo senso, sembra utile citare i contenuti delle recenti linee guide ministeriali di aprile 2013 relative alle norme tecniche atte a garantire indirizzi progettuali adeguati ed omogenei per il territorio nazionale, nelle quali emerge la necessità di vedere la scuola come uno spazio integrato dove scompare la centralità dell’aula rispetto ad altri ambienti polifunzionali e flessibili in grado di offrire pari dignità alle diverse attività, comfort e benessere. Le scelte architettoniche e dei materiali devono garantire, quindi, alta specializzazione e alta flessibilità in grado di garantire l’integrazione, la complementarietà e interoperatività degli spazi. L’adattabilità degli spazi permette di aumentare la vivibilità della scuola, il tempo di utilizzo e il risparmio economico in caso di riconversione, tendendo a configurare la scuola come civic center, in grado di valorizzare istanze sociali, formative e culturali. La localizzazione, l’orientamento dell’edificio, la qualità ambientale dell’area, l’accessibilità, la cura degli impianti, dei materiali di costruzioni e di finitura e gli arredi determinano il livello di qualità dell’edificio e risultano fondamentali alla determinazione funzionale ed estetica dell’edificio stesso influenzando in questo modo positivamente la percezione di comfort dei fruitori. Una visione d’insieme permetterebbe inoltre una reale mappatura non solo degli edifici scolastici, ma anche di ciò che sta intorno ad essi, con particolare controllo del rischio ambientale. Sono praticamente prive di monitoraggio le scuole ubicate vicino a fonti d’inquinamento. Se, ad esempio, è aumentato il controllo sulla presenza di amianto negli edifici scolastici, sono ancora pochi i casi di reale bonifica (1).
Sicurezza, vivibilità e sostenibilità in ogni scuola di ogni ordine e grado sono dunque le parole d’ordine dalle quali muovere una indagine conoscitiva che si pone, quindi, nell’ottica di:
1. verificare lo stato di attuazione e i tempi di completamento dell’Anagrafe dell’edilizia scolastica prevista dalla legge n. 23 del 1996; valutarne l’efficacia con particolare riferimento al rischio ambientale (ad esempio alla eventuale presenza di amianto negli istituti scolastici);
2. valutare le competenze a livello locale e centrale in merito ai processi decisionali di programmazione e gestione dell’edilizia scolastica al fine anche di predisporre una bozza di Piano decennale per l’edilizia scolastica, concertato tra Stato e Enti locali, anche prevedendo la destinazione dell’8 per mille per la parte di competenza statale e l’affidamento degli interventi di piccola manutenzione direttamente agli istituti scolastici;
3. individuare apposite procedure semplificate e straordinarie che consentano di attivare in tempi rapidi il Piano per l’edilizia scolastica;
4. individuare un meccanismo amministrativo e finanziario che faciliti i comuni e le province ad adoperare nelle scuole sistemi energetici da fonti rinnovabili;
5. individuare le misure normative adeguate e procedure speciali atte ad affrontare l’emergenza;
6. definire misure che consentano di adeguare le strutture scolastiche alle nuove esigenze didattiche nell’ottica di configurare la scuola come civic center in grado di valorizzare istanze sociali, formative e culturali ed individuare dei protocolli standard per la definizione dei capitolati delle gare d’appalto per gli edifici scolastici, al fine di garantire una effettiva attenzione alla qualità ambientale e alla sicurezza delle strutture e della trasparenza;
7. verificare gli interventi scolastici realizzati nei territorio colpiti dal sisma dell’aprile 2009 (L’Aquila e Regione Abruzzo) e del maggio 2012 (province di Bologna, Mantova, Modena, Reggio Emilia, Ferrara, Rovigo) al fine di valutarne l’efficacia e la possibilità di utilizzarli come buone prassi a livello nazionale;
8. verificare lo stato di realizzazione e valutare gli esiti raggiunti e l’efficacia di intervento:
    a) dei primi «due programmi stralcio» del Piano straordinario di messa in sicurezza degli edifici scolastici (avviato dalla legge finanziaria 2003), con particolare riferimento alla scarsa capacità di avvio dei lavori, al fine di completare i programmi e di fornire indicazione sui tempi necessari;
    b) dello stato di realizzazione del piano triennale (2007-2009) di 250 milioni approvato dal Governo Prodi con la legge finanziaria 2007 (articolo 1, comma 625, della legge 27 dicembre 2006, n. 296), che grazie alle compartecipazioni regionali, provinciali e comunali ha messo in campo 900 milioni di euro;
    c) dello stanziamento annuo di 20 milioni di euro messo a disposizione annualmente dalla legge finanziaria 2008 per la messa in sicurezza delle scuole (articolo 2, comma 276, della legge 24 dicembre 2007, n. 244);
    d) del «terzo programma stralcio» e fornirne una previsione sui tempi di attuazione, dato che il CIPE ha già accantonato le relative risorse (delibera 18 dicembre 2008, n. 114) e tenuto anche conto della risoluzione n. 8-00099 approvata dalle Commissioni Cultura e Bilancio il 25 novembre 2010, in attuazione della legge finanziaria 2010 (articolo 2, comma 239, della legge 23 dicembre 2009, n. 191), che individua interventi per 115 milioni di euro;
    e) delle altre iniziative in atto in materia di edilizia scolastica a valere sulle risorse assegnate dal citato articolo 7-bis del decreto-legge n. 137 del 2008 e su tutti gli altri canali di finanziamento previsti;
    f) del piano stralcio di 358,4 milioni, quota parte dei mille milioni di euro provenienti dalle risorse FAS, deliberato dal CIPE nel maggio 2010 (deliberazione n. 32/2010), del quale dovranno essere conosciute il numero delle convenzioni stipulate in ogni regione, e l’entità degli stanziamenti effettivamente disponibili ed erogati per l’anno 2010 e per gli anni successivi;
    g) della programmazione degli ulteriori 460 milioni di euro, quota parte dei suddetti 1000 milioni;
    h) dei 220 milioni di euro stanziati con l’Avviso congiunto MIUR – MATTM (Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare) del 15 giugno 2010 per l’edilizia scolastica nelle quattro Regioni dell’Obiettivo Convergenza, nell’ambito della Programmazione 2007-2013 del Fondo europeo di sviluppo regionale;
    i) degli interventi in seguito allo stanziamento di 226,4 milioni assegnati all’Abruzzo per la ricostruzione a seguito dell’evento sismico dell’aprile 2009 assegnati con delibera del CIPE n. 18/2013 dell’8 marzo 2013, concernente «Regione Abruzzo» – Ricostruzione post-sisma dell’aprile 2009 – Riprogrammazione delle risorse assegnate con delibera CIPE n. 47/2009 per la messa in sicurezza degli edifici scolastici danneggiati dal sisma (articolo 4, comma 4, del decreto-legge n. 39 del 2009 – alla V Commissione Bilancio, alla VII Commissione Cultura e alla VIII Commissione Ambiente.
Per l’acquisizione di informazioni utili ai temi evidenziati, la Commissione intende quindi audire i seguenti soggetti: Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca; Ministro delle infrastrutture e dei trasporti; Ministro per la coesione territoriale; Ministro per i beni e le attività culturali; rappresentanti di Associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI) e Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani (UNCEM), Unione delle province italiane (UPI), Conferenza delle regioni e delle province autonome; rappresentanti di organizzazioni sindacali e associazioni dei lavoratori della scuola, associazioni del settore, tra i quali «Cittadinanzattiva» e Legambiente, Associazione nazionale costruttori edili (ANCE); Architetti esperti di edilizia scolastica, bioedilizia, efficientazione energetica; esperti di finanziamenti europei.
L’indagine conoscitiva potrà, altresì, prevedere lo svolgimento di incontri e sopralluoghi, con particolare riferimento alle questioni che la Commissione riterrà di maggiore interesse, anche alla luce degli elementi informativi acquisiti nel corso dell’indagine stessa. In tal caso, saranno avviate le necessarie procedure per l’autorizzazione di eventuali missioni.
Il termine per la conclusione dell’indagine conoscitiva è fissato per il 30 settembre 2013. Il termine indicato – che può sembrare troppo breve – è da ritenersi invero adeguato a svolgere un’indagine che ha l’ambizione di affrontare un problema urgente e che coinvolge milioni di studenti e di lavoratori della scuola. Molto lavoro è stato già fatto dagli enti locali e dalle regioni, ma alcune scadenze istituzionali – quale il futuro delle Province – e l’urgenza degli interventi richiedono la massima rapidità.

(1) Per i dati, vedere rapporto Legambiente 2012.

18 dicembre DdL Semplificazione al Senato

Il 15 ottobre, il 10, 17 e 18 dicembre la 7a Commissione del Senato esamina il Disegno di Legge relativo a “Misure di semplificazione degli adempimenti per i cittadini e le imprese e di riordino normativo”

SCHEMA DI PARERE PROPOSTO DALLA RELATRICE SUL DISEGNO DI LEGGE N. 958

 

La Commissione, esaminato il disegno di legge in titolo,

 

condivide l’obiettivo generale di semplificare e sburocratizzare l’amministrazione, con indubbi vantaggi per cittadini e imprese;

 

rileva preliminarmente che alcune norme sono già state inserite in provvedimenti d’urgenza, attualmente in vigore, per cui occorre sopprimerle o comunque modificarle nel testo in esame;

 

con riferimento all’articolo 2:

–          manifesta perplessità sulla scelta dello strumento della delega su comparti assai ampi come la scuola, l’università e la ricerca, atteso che all’obiettivo di rendere agevole la lettura e l’applicazione delle norme potrebbe affiancarsi il rischio di eccessivi margini di discrezionalità del Governo, tanto più che si incide su importanti aspetti strutturali e organizzativi; pertanto sarebbe opportuno indicare quanto meno gli estremi della previgente fonte normativa oggetto del riassetto, in modo che sia ricostruibile il percorso normativo, adeguandola alla giurisprudenza costituzionale, europea e delle giurisdizioni superiori;

–          ritiene che la delega ivi prevista oltre che eccessivamente generica è anche troppo ampia sul piano temporale, trattandosi anzitutto di una ricognizione delle norme vigenti, per cui occorre ridimensionare il termine di 24 mesi;

–          reputa che occorrerebbe comunque distinguere fra i comparti della scuola, dell’università e della ricerca, atteso che per la scuola è vigente un Testo unico che risale al 1994, per l’università il Testo unico vigente risale addirittura al 1933 e per la ricerca si tratterebbe di redigerne uno completamente ex novo;

–          segnala criticamente l’assenza di qualsiasi riferimento anche al comparto dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM), la cui disciplina necessiterebbe parimenti di una semplificazione;

 

​             circa l’articolo 5, esprime analoghe perplessità sulla scelta di adottare decreti legislativi correttivi e integrativi del Codice dei beni culturali e del paesaggio, soprattutto in quanto:

–          si prevede un termine eccessivamente ampio, pari a 24 mesi, per l’adozione dei decreti delegati;

–          non vengono individuati gli specifici settori oggetto di modifica;

 

valuta positivamente l’articolo 8, sull’utilizzo all’estero dei titoli rilasciati in Italia, secondo cui le certificazioni relative ai titoli di studio e agli esami sostenuti sono rilasciate dalle università, dagli istituti equiparati e dagli istituti di istruzione secondaria superiore, su richiesta dell’interessato, anche in lingua inglese;

 

prende altresì atto dell’articolo 14, comma 1, che novella il Codice dei beni culturali nella parte in cui disciplina l’uscita temporanea di beni, e comma 2 che riguarda l’adeguamento alle nuove tecnologie degli adempimenti nel settore cinematografico;

 

relativamente all’articolo 33:

–          rileva l’innovazione che il comma 1 apporta alla procedura di conferimento del titolo di professore emerito o di professore onorario ai professori ordinari collocati a riposo o che si siano dimessi purché abbiano prestato, rispettivamente, venti o quindici anni di servizio in qualità di professori di prima fascia presso atenei italiani o stranieri, secondo la quale non si prevede più un decreto ministeriale previa deliberazione della facoltà di riferimento, ma una pronuncia del rettore su deliberazione favorevole dei professori ordinari del dipartimento, assunta con la maggioranza dei due terzi degli aventi diritto, attestante il valore della produzione scientifica e dell’attività accademica;

–          registra una sovrapposizione tra il comma 2 e l’articolo 58, comma 3-bis, del decreto-legge n. 69 del 2013 (cosiddetto “decreto del fare”);

–          valuta positivamente il comma 3, che novella il decreto legislativo n. 204 del 1998, solo nella parte in cui inserisce il parere delle Commissioni parlamentari competenti sull’atto di approvazione del PNR da parte del CIPE, mentre non condivide l’eliminazione del parere delle Commissioni parlamentari sul riparto del Fondo ordinario per gli enti di ricerca (FOE);

–          circa il comma 4, che modifica in più parti il decreto legislativo n. 213 del 2009 sul riordino degli enti di ricerca, stabilendo anzitutto che dal 2013 la determinazione della quota del FOE è calcolata al netto del contributo finalizzato all’Agenzia spaziale italiana (ASI), in quanto destinato, nella quasi totalità, a trasferimenti vincolati ad altri soggetti nazionali, europei e internazionali per speciali programmi e progetti di ricerca, manifesta alcune perplessità in quanto la quota premiale diminuisce in valore assoluto e l’ASI, a differenza di tutti gli altri enti, è messa al riparo dalla competizione di qualità su tale quota premiale;

–          sempre in ordine al comma 4, condivide che sia il Ministero e non più il Ministro ad esercitare il controllo di legittimità e di merito sugli statuti degli enti;

–          circa il medesimo comma 4, prende atto dell’eliminazione della previsione per cui il periodo svolto in qualità di commissario straordinario è comunque computato come mandato presidenziale. Quanto alla disposizione per cui, in fase di prima applicazione, i componenti del consiglio di amministrazione eventualmente nominati con scadenze diverse durano in carica sino alla scadenza del mandato dell’ultimo componente nominato, giudica necessario un quadro dettagliato della situazione degli attuali consigli di amministrazione per capire gli effetti della norma. In merito alle innovazioni sui consigli scientifici, attualmente nominati dal consiglio di amministrazione e formati da non più di sette componenti, condivide che tra questi sette componenti sia incluso il presidente dell’ente in funzione di presidente del consiglio stesso, mentre circa i due membri individuati dal Comitato nazionale dei garanti della ricerca (CNGR), di cui alla legge n. 240 del 2010, paventa il rischio di un allentamento del legame tra l’ente e il suo consiglio scientifico;

–          non concorda con il comma 5, che elimina il parere delle Commissioni parlamentari sulla tabella triennale di finanziamento di enti e strutture attivi nella diffusione della cultura scientifica;

–          prende atto del comma 6, che modifica la natura dell’atto con cui sono dettati i criteri di accesso e le modalità di utilizzo e gestione del Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (FIRST), prevedendo un decreto del Ministro in luogo di un regolamento;

–          in ordine al comma 7, che innova alcuni aspetti relativi alla Scuola sperimentale di dottorato internazionale Gran Sasso Science Institute – GSSI, specificando anzitutto che essa è interna all’Istituto nazionale di fisica nucleare (INFN), ritiene necessario chiarire come la nuova disciplina della Scuola si rapporti alla normativa vigente, con particolare riferimento al regolamento recante modalità di accreditamento delle sedi e dei corsi di dottorato e criteri per la istituzione dei corsi di dottorato da parte degli enti accreditati (decreto ministeriale 8 febbraio 2013, n. 45);

–          circa il comma 8, che novella l’articolo 19 del decreto-legge n. 98 del 2011 in relazione alla possibilità di circoscrivere temporalmente il divieto di assegnare dirigenti scolastici a tempo indeterminato alle scuole con un numero di alunni inferiore a 600 (o a 400 per le isole e i piccoli comuni), segnala che esso si sovrappone alle modifiche già apportate dal recente decreto-legge n. 104 del 2013;

 

giudica favorevolmente l’articolo 36 sul tema delle donazioni dei privati, che diventano detraibili e deducibili, anche se sull’argomento è intervenuto l’articolo 12 del decreto-legge n. 91 del 2013, cosiddetto “valore cultura”;

 

riscontra una parziale coincidenza tra:

–          l’articolo 37 e l’articolo 13 del decreto-legge n. 91 del 2013, cosiddetto “valore cultura”, in merito agli organi consultivi del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo;

–          l’articolo 38 e l’articolo 12, comma 2, del decreto-legge n. 101 del 2013 circa le deroghe ai limiti di assunzioni in favore del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo;

 

manifesta infine rammarico per il mancato inserimento di disposizioni di semplificazione:

– in favore del settore sportivo, dato che permangono forti criticità con riferimento ad esempio alle associazioni sportive dilettantistiche;

– in favore delle attività di spettacolo, con particolare riferimento all’esercizio delle attività di spettacolo viaggiante e dei parchi di divertimento. I predetti settori presentano infatti numerosi aspetti critici che sarebbe utile risolvere in questa sede.

 

Sulla base di queste premesse, la Commissione esprime, per quanto di competenza, parere favorevole con le seguenti condizioni:

 

1.      in merito alla delega in materia di istruzione, università e ricerca, di cui all’articolo 2, prendendo atto della disponibilità del Governo a ridurne la portata e a limitarla ad una operazione di semplificazione che non produca nuova normativa:

 

1.1   si reputa indispensabile limitare a 12 mesi il termine entro cui adottare i decreti legislativi;

1.2   si reputa necessario distinguere i comparti della scuola da un lato e dell’università e della ricerca dall’altro, prevedendo in entrambi i casi Testi unici meramente compilativi e non innovativi, tenendo conto – per quanto riguarda la scuola – del vigente Testo unico approvato con decreto legislativo n. 297 del 1994;

1.3  si segnala che, accanto alla codificazione di livello primario, potrebbe essere utile una raccolta anche delle norme regolamentari vigenti in ciascun settore, adeguandole ove necessario alla nuova disciplina di rango legislativo;

 

2.      in merito alla delega relativa al Codice dei beni culturali, di cui all’articolo 5:

 

2.1   anche in questo caso, si reputa indispensabile circoscrivere temporalmente l’ambito di delega, riducendo da 24 a 12 mesi il termine entro cui adottare i decreti legislativi;

2.2   si giudica essenziale una individuazione puntuale delle materie del Codice oggetto di modifica mediante legislazione delegata. Pertanto si indicano come ambiti tematici oggetto di delega:

2.2.1        la definizione più specifica degli strumenti di tutela applicabili nelle aree e per gli immobili compresi nella lista del Patrimonio dell’umanità della Convenzione UNESCO del 16 novembre 1972;

2.2.2        il coordinamento delle disposizioni del Codice con la giurisprudenza della Corte costituzionale e delle giurisdizioni superiori;

2.2.3        il coordinamento e la corretta sistematizzazione delle modifiche normative apportate al Codice successivamente all’approvazione dei decreti legislativi correttivi nn. 62 e 63 del 2008, anche mediante l’abrogazione delle norme incompatibili con il complessivo sistema di tutela;

2.2.4        il coordinamento degli istituti e degli strumenti giuridici di tutela con quelli generali di semplificazione amministrativa, in modo da assicurare che la semplificazione non determini in nessun caso una diminuzione dei livelli di tutela e sia sempre assicurata una valutazione preventiva della compatibilità degli interventi con la tutela del patrimonio culturale;

 

3.      circa il comma 3 dell’articolo 33, si sollecita il ripristino del parere delle Commissioni parlamentari sull’esame del Fondo ordinario per gli enti di ricerca (FOE);

 

4.      relativamente al comma 5 dell’articolo 33, si rimarca la necessità di ripristinare il parere delle Commissioni parlamentari sulla tabella triennale di finanziamento di enti e strutture attivi nella diffusione della cultura scientifica, in quanto anche in questo caso non si può escludere il Parlamento dalla valutazione di scelte che attengono alla distribuzione di fondi pubblici;

 

nonché con le seguenti osservazioni:

 

a.       in merito all’articolo 8, si suggerisce di includere esplicitamente anche le istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica tra i soggetti chiamati a rilasciare la certificazione dei titoli in lingua inglese, tanto più che molte di queste istituzioni hanno un grande numero di studenti stranieri per l’attrattiva che l’Italia esercita in questi campi di studio;

 

b.      si invita ad approfondire le conseguenze dell’articolo 14, comma 1, onde non pregiudicare la tutela dei beni culturali oggetto di accordi con istituzioni museali straniere per la loro uscita temporanea dal territorio italiano;

 

c.       si suggerisce di sopprimere il comma 2 dell’articolo 33, in quanto tale previsione è stata già disposta dall’articolo 58, comma 3-bis, del decreto-legge n. 69 del 2013 (cosiddetto “decreto del fare”);

 

d.      circa il comma 8 dell’articolo 33, si invita a valutarne la soppressione, poiché sembra preferibile la formulazione già prevista dal decreto-legge n. 104 del 2013, in merito alla possibilità di circoscrivere temporalmente il divieto di assegnare dirigenti scolastici a tempo indeterminato per le scuole con un numero di alunni inferiore a 600 (o a 400 per le isole e i piccoli comuni);

 

e.       con riguardo all’articolo 36, si segnala l’esigenza di un coordinamento con quanto disposto dall’articolo 12 del decreto-legge n. 91 del 2013, che rinvia ad un decreto del Ministro la definizione delle modalità di acquisizione delle donazioni fino a diecimila euro in un’ottica di semplificazione burocratica, di garanzia della destinazione della liberalità allo scopo indicato dal donante e di piena pubblicità delle donazioni ricevute e del loro impiego;

 

f.       quanto all’articolo 37, si segnala che la ricostituzione degli organi consultivi del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, soppressi dalla cosiddetta spending review, è stata già disposta dall’articolo 13 del decreto-legge n. 91 del 2013, la cui formulazione è peraltro preferibile. Tuttavia, poiché permangono delle antinomie nella formulazione dei commi 1 e 2 del suddetto articolo 13 con riferimento ai rimborsi spese per i componenti di detti organi, si invita a valutare la possibilità di un coordinamento;

 

g.      si suggerisce di sopprimere l’articolo 38 circa le deroghe ai limiti di assunzioni in favore del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, poichè la disciplina è già contenuta nell’articolo 12, comma 2, del decreto-legge n. 101 del 2013;

 

h.      si propone infine di cogliere l’occasione per disporre l’acquisizione di precise professionalità ai fini dell’esercizio delle attività di spettacolo viaggiante e di parchi di divertimento, nonchè per includere questi ultimi fra le imprese turistiche.

13 dicembre Piano “Destinazione Italia” e LSU Scuola in CdM

Il Consiglio dei Ministri, nel corso della seduta del 13 dicembre, ha approvato un decreto legge contenente interventi urgenti di avvio del Piano “Destinazione Italia”. Il DL prevede, tra l’altro, per favorire la diffusione della lettura dei libri cartacei una detrazione fiscale del 19% sulle spese sostenute nel corso dell’anno solare per l’acquisto di libri muniti di codice ISBN, per un importo massimo di € 2000, di cui € 1000 per i libri scolastici ed universitari ed € 1000 per tutte le altre pubblicazioni.

Nel corso della riunione il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, ha svolto una relazione sui lavoratori socialmente utili del comparto scuola. Il governo si è impegnato a individuare soluzioni adeguate e tempestive.

11 dicembre Fiducia Governo

L’11 dicembre il Governo ottiene la fiducia da Camera e Senato.

Intervento del Presidente del Consiglio dei Ministri, Enrico Letta, alla Camera dei Deputati

Signora Presidente, onorevoli colleghi, sono qui oggi per chiedere il voto di fiducia per un nuovo inizio, con obiettivi realizzabili e tempi certi, soprattutto con la determinazione a lottare con tutto me stesso per evitare di rigettare nel caos il Paese proprio nel momento in cui esso è in grado di rialzarsi.
È vero, l’Italia è oggi una società fragile e stordita dalla crisi, è però nello stesso tempo una società pronta, dopo tanti sacrifici, a ripartire. È nostro compito, anzi è nostro obbligo, anche generazionale, guidarla in questa ricostruzione.
Essere qui per me è un privilegio e un dovere insieme, perché questo è il Parlamento della Repubblica, perché le istituzioni esigono rispetto, lo esigono sempre e lo esigono a maggior ragione in un tempo così amaro, nel quale sempre più spesso si tenta di immiserire quest’Aula con parole e azioni illegittime. Sono parole e azioni figlie di una cultura politica che mette all’indice i giornalisti, avalla la violenza, vuole fare macerie degli edifici stessi della democrazia rappresentativa  arriva a incitare all’insubordinazione le forze dell’ordine , forze dell’ordine che invece io qui voglio ringraziare davanti a voi e al Paese, per la fedeltà indiscutibile ai valori repubblicani che dimostrano ogni giorno
Onorevoli colleghi, il 2 ottobre, a dispetto del voto finale, mi sono rivolto direttamente a una nuova maggioranza politica a sostegno dell’Esecutivo che presiedo: una maggioranza meno larga nei numeri, più coesa negli intenti; una maggioranza che ha dimostrato di essere tale con il voto di fiducia al Senato sulla legge di stabilità. Oggi, ciò che vi chiedo è di confermare quella fiducia, per segnare anche formalmente una discontinuità, per distinguere per bene tra un prima e un dopo.

“Impegno 2014”
Il prima lo conoscete, lo conosciamo. Rivendico la positività dell’esperienza di questi mesi e l’impegno a lavorare con dedizione, nonostante le intimidazioni quotidiane, gli aut aut, le minacce dalle quali ho scelto di tenere, per quanto possibile, in questi mesi, il Governo al riparo.
Lo rivendico perché ho sempre considerato questa esperienza come il passaggio da una situazione di contrapposizione tossica tra nemici a un sistema di competizione sana tra avversari; un passaggio obbligato dall’esito del voto di febbraio, ma, soprattutto, dalla necessità di archiviare un ventennio sprecato. Fatta eccezione per alcune importanti realizzazioni – l’ingresso nell’euro, naturalmente, è tra queste –, sono state infatti troppe le occasioni mancate: sprecata l’opportunità di riformare la politica, le istituzioni; sprecata la chance di invertire il declino dell’economia italiana prima che la crisi intervenisse, come un uragano, a sconvolgere la vita dei cittadini, delle famiglie e delle imprese.
Il nostro alibi è stato il conflitto, apparentemente insanabile, tra due Italie, ma il costo di questo alibi si è rivelato altissimo per tutti gli italiani, condannando le istituzioni all’impotenza.
Delle responsabilità di questo fallimento ho parlato nel discorso di aprile: nessuno può dirsi assolto, perché non si è riusciti, da una parte e dall’altra, a resistere alla tentazione di qualificarsi sempre e solo per contrasto; perché alla ricerca paziente e faticosa delle soluzioni utili all’Italia si sono preferite scorciatoie, slogan, il consenso qui e adesso.
Il Governo che presiedo è nato dall’impegno della maggioranza parlamentare a superare questi vizi e a distinguere temporaneamente le politiche dalla politica. Malgrado le differenze e le diffidenze reciproche, le infinite ferite del passato, penso che in molti abbiano vissuto con genuina convinzione questo impegno.
La scorsa estate, alla missione stessa di servizio al Paese, si è tentato – ed è questo alla fine il motivo per cui sono qui – di anteporre una questione sola, tanto da utilizzarla come condizione ultimativa rispetto alla vita dell’Esecutivo. Nella vicenda giudiziaria di Silvio Berlusconi non sono entrato in questi mesi e non entro oggi.
Accettando l’incarico dalle mani del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano cui va ogni giorno, oltre che la mia gratitudine personale, il ringraziamento per il sacrificio con cui adempie, in condizioni difficilissime, all’incarico cui questo Parlamento l’ha impegnato per la seconda volta a larghissima maggioranza, avevo però detto che il mio non sarebbe stato un Governo a tutti i costi.
Non è stato un Governo a tutti i costi. Avevo detto che il rispetto per la separazione tra i poteri dello Stato e per la loro piena autonomia era un limite da non oltrepassare: quel limite non è stato oltrepassato. Tutto ciò l’ho deciso anche prendendomi il rischio di andare a casa ed è per questo che oggi sento più forza, sento che dobbiamo usarla, sento che dobbiamo usarla al meglio.
Dunque, a dispetto di chi dice che non cambia mai niente, la trasformazione politica determinatasi in questi sette mesi è di gran lunga la più radicale di tutta la Seconda Repubblica. C’è stato un prima, ci sarà un dopo e il dopo è una storia nuova da scrivere; può e deve farlo una leadership politica ringiovanita di alcuni decenni in soli pochi mesi, legittimata grazie a coraggio e partecipazione, da una parte all’altra di quest’Aula. Può e deve farlo il Parlamento, pena la condanna all’ingovernabilità perenne, alla paralisi, al caos simile o addirittura peggiore di quello vissuto nei due mesi di limbo che hanno separato il voto di febbraio dalla rielezione del Presidente della Repubblica.
Per esentare questo rischio vi chiedo di impegnarci insieme. Molti degli obiettivi a cui farò riferimento oggi sono in effetti il frutto di una base di consenso comune maturata a partire dalla fiducia iniziale e dalle successive evoluzioni. Li porteremo quindi avanti speditamente. Oggi però la coalizione è diversa, è più unita. Ci sono, dunque, le condizioni per definire nelle prossime settimane un patto di Governo tra chi sceglie di concederci la fiducia, un patto che chiamerò da adesso in poi «impegno 2014».
Questa discussione all’interno della maggioranza servirà per declinare in modo più definito i punti sui quali oggi vi chiedo la fiducia. Ma, per essere chiari, il nuovo inizio è oggi. Gli approfondimenti che faremo nella maggioranza non saranno occasioni per rimettere in discussione i punti cardinali del lavoro per il 2014, che sono nel discorso sul quale vi sto chiedendo, in questo momento, la fiducia.
L’impegno è quello che assumiamo con l’Italia, prima che tra di noi: comporta un’articolazione più collegiale tra i nuovi gruppi parlamentari della maggioranza; comporta affidamento, fiducia reciproca; comporta rispetto e linearità.
Nei mesi scorsi non c’erano le condizioni per dare seguito ad una proposta di tenore simile che mi aveva rivolto il senatore Monti: ne dovetti prendere atto. Oggi queste condizioni ci sono e aiutano senz’altro le sollecitazioni, che mi paiono peraltro componibili, espresse dai nuovi leader del Partito Democratico, del Nuovo Centrodestra e dai nuovi gruppi parlamentari Per l’Italia, oltre che ovviamente da Scelta Civica.
Per una democrazia più forte e solida: le riforme e la legge elettorale
Onorevoli colleghi, il grande obiettivo, entro il quadro temporale dei diciotto mesi, è avere istituzioni che funzionino e una democrazia più forte e più solida. In questo, le riforme istituzionali occupano il primo posto, non solo perché proprio senza istituzioni credibili ed efficaci è immiserita ogni azione di Governo, ma perché la sentenza della Consulta, che ci ha liberato della peggior legge elettorale d’Europa, impone di trovare soluzioni al più presto.
L’urgenza e il nuovo quadro politico ci inducono al realismo: la scelta di Forza Italia di non garantire il sostegno al percorso rafforzato di riforma costituzionale, che era giunto proprio alla soglia dell’ultimo passaggio parlamentare, obbliga a un’onesta presa d’’atto della necessità di cambiare percorso per evitare una dilazione dei tempi che sarebbe un errore capitale. Dobbiamo quindi arrivare al risultato e rapidamente. Per questo propongo che si lavori sulla procedura dell’attuale articolo 138 della Costituzione e che ci si concentri su quattro obiettivi di cambiamento.
Il primo: la riduzione del numero dei parlamentari, priorità largamente condivisa in questo Parlamento e che necessita di un intervento di cambiamento della Carta costituzionale.
Il secondo: l’abolizione delle province dalla Costituzione. Il disegno di legge in materia l’abbiamo depositato nei mesi scorsi. Si aspettava l’approvazione definitiva del disegno di legge costituzionale che istituiva procedure ad hoc per le riforme costituzionali; quella oggi è impossibile, quindi è bene oggi procedere subito sul disegno di legge costituzionale già presentato sull’abolizione delle province.
Il terzo: la fine del bicameralismo perfetto, con un’unica Camera che dia la fiducia e faccia le leggi e l’altra che esprima più compiutamente il disegno di raccordo con le autonomie, già presente nella Carta costituzionale.
Il quarto: una riforma del Titolo V della Costituzione che metta ordine nel rapporto tra centro e poteri decentrati, migliori il ruolo delle specialità e chiarisca le responsabilità di ciascun livello di governo, limitando al massimo quelle concorrenti in favore della competenza esclusiva dello Stato oppure delle regioni.
A partire da una discussione nella maggioranza, aperta poi a tutte le forze politiche, si dovranno rapidamente definire disegni di legge costituzionale per raggiungere questi obiettivi. Sarà utilissimo, in questo, il lavoro del Comitato dei saggi, che ringrazio tutti per la dedizione e la qualità delle proposte presentate al Governo. Da lì partiremo per la riflessione dei prossimi giorni su questi quattro punti.
Chi proverà a far saltare il banco ne risponderà di fronte ai cittadini, cittadini che con un referendum saranno comunque chiamati a decidere se confermare o meno una riforma che consentirà alle nostre istituzioni di funzionare meglio e all’Italia di scrollarsi di dosso l’immagine del Paese barocco, instabile, che non riesce mai a decidere.
Vengo adesso alla legge elettorale. Mi concentro su due aspetti. Primo: essa deve evitare un eccesso di frazionamento della rappresentanza, che ci condannerebbe all’ingovernabilità. Come ha ammonito il Presidente Napolitano, la democrazia dell’alternanza è un obiettivo irrinunciabile e ci impone di orientarci verso meccanismi maggioritari.
Il secondo: finalmente sono state cancellate le liste bloccate, negazione di ogni criterio di merito e rappresentanza, inno alla cooptazione. È fondamentale ora facilitare le scelte dei cittadini e creare un legame, il più diretto possibile, tra elettori e il loro eletto.
Nessuno, noi per primi, pensi ad una legge elettorale punitiva nei confronti di altri. Il Governo, la maggioranza, innanzitutto, e il Parlamento tutto lavorino nelle prossime settimane per dare pronta attuazione al pronunciamento della Consulta e restituire ai cittadini lo scettro, vale a dire il diritto di scegliere chi li rappresenta e chi li governa.
Anche sull’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti dobbiamo arrivare alla parola «fine», esattamente come è avvenuto da subito con l’eliminazione del doppio stipendio dei parlamentari che erano anche membri del Governo, come il sottoscritto. L’avevo promesso nel discorso di nascita dell’Esecutivo e l’abbiamo fatto il giorno dopo.
Sull’abolizione del finanziamento pubblico ho ripetuto più volte che, con la collaborazione tra Governo e Parlamento, si sarebbe potuto chiudere entro l’anno una questione il cui infinito trascinarsi fa giustamente infuriare l’opinione pubblica in modo assolutamente trasversale. Il Governo ha approvato la proposta, poi migliorata e licenziata da questa Camera, tuttavia troppi sono i mesi passati dal varo in Consiglio dei ministri. Per questo confermo qui la mia volontà a completare, definitivamente e con tutti gli strumenti a disposizione, la vicenda entro l’anno.

L’Italia che si rialza: 5 obiettivi per il 2014
Onorevoli colleghi, ad aprile, davanti a voi e al Paese, mi sono impegnato per un programma di riforme economiche. Non cerco attenuanti e non nego che la minaccia continua di instabilità abbia contribuito a indebolire l’azione del Governo. Tuttavia resto convinto della bontà della nostra impostazione. Abbiamo messo in cantiere interventi importanti, ma soprattutto abbiamo privilegiato una politica economica basata sul rispetto degli impegni, da un lato, e sulla creazione di condizioni in grado di supportare la ripresa, dall’altro. La caduta del PIL si è arrestata, come dimostra il dato di ieri sul terzo trimestre dell’anno, il primo, dopo oltre due anni, senza un segno negativo. Il Paese oggi può ripartire, naturalmente però dobbiamo attuare le misure già approvate e varare subito le riforme indispensabili per rendere strutturale il recupero di competitività.
Confermando, quindi, questa impostazione, cinque sono i punti che devono essere, a mio avviso, alla base del nostro impegno per il 2014. Dobbiamo innanzitutto continuare a far scendere contemporaneamente il debito, il deficit, le spese di parte corrente e le tasse su famiglie e su imprese, piccole e grandi.
Secondo: dobbiamo raggiungere l’anno prossimo la crescita dell’ordine di grandezza dell’1 per cento e arrivare alla crescita del 2 per cento nel 2015, una crescita che sia strutturale e che si accompagni a un’aggressione efficace alla disoccupazione, a partire da quella giovanile.
Terzo: dobbiamo rilanciare gli investimenti pubblici, spendendo le risorse stanziate, usando al meglio i fondi strutturali europei ed eliminando i colli di bottiglia nell’attuazione delle decisioni prese su infrastrutture e opere, grandi e piccole.
Quarto: dobbiamo aggiornare le nostre politiche di competitività industriale a sostegno di imprese, in particolare piccole e medie, affinché siano sempre più innovative, digitalizzate e internazionalizzate.
Quinto: dobbiamo creare un clima più favorevole agli investimenti attraverso il piano «Destinazione Italia», con le sburocratizzazioni, l’apertura dei mercati, le semplificazioni, in particolare dei codici del lavoro e di quello fiscale, e le riforme della giustizia civile.
Il 2014 – dicevo – sarà il primo anno con il segno più dopo il buio della crisi. È un risultato non scontato. Pur con molte difficoltà, possiamo incassare il dividendo della stabilità, senza il quale avremmo avuto certamente un innalzamento dei tassi di interesse, che a loro volta avrebbero strangolato la crescita.
Siamo l’unico grande Paese d’Europa, con la Germania, sotto il 3 per cento di deficit; il surplus primario – cioè la spesa al netto degli interessi – è oggi al 2,5 per cento; siamo, quindi, sempre assieme alla Germania, i più virtuosi tra i grandi Paesi d’Europa.
È vero, abbiamo il debito pubblico che è colossale. Lo stiamo aggredendo, lo dobbiamo aggredire, inizierà a scendere nel 2014, dopo cinque anni di crescita ininterrotta. È importante perché ce lo chiede l’Europa ? È importante e fondamentale perché un debito pubblico così alto in rapporto al PIL ci costa troppo: quest’anno spenderemo quasi 90 miliardi di euro in interessi. Novanta miliardi di euro: una decina di leggi di stabilità, soldi buttati. Qui in Parlamento ci accapigliamo per qualche milione; immaginate cosa potremmo fare anche solo con un quarto di quei 90 miliardi.
Ora, fermi restando gli indicatori virtuosi che ho detto e che devono rimanere tali, è il tempo delle azioni sull’economia reale per i lavoratori, per gli artigiani, gli imprenditori, i professionisti, i commercianti, i ricercatori.
Parto dal dire che intanto sono operativi ora, in questo mese, gli strumenti che sono stati messi a punto in questi mesi di Governo.
Chi vuole investire sui macchinari e sulle dotazioni tecnologiche, grazie alla nuova «legge Sabatini» contenuta nel «decreto Fare», può farlo, abbattendo gli interessi sul finanziamento e con un’ampia garanzia statale. Chi vuole assumere un giovane disoccupato, può farlo con l’incentivazione straordinaria della decontribuzione totale. Già, quindi, un primo segno su quella strada di riduzione delle tasse sul lavoro, che abbiamo intrapreso poi nella legge di stabilità e che rafforzeremo ulteriormente. Chi vuole dare un impiego a una persona di qualsiasi età, uscita dai cicli produttivi, una persona in difficoltà, può farlo, beneficiando, dal momento dell’assunzione, dell’ammortizzatore sociale residuo. Chi vuole ristrutturare, con criteri ecocompatibili la propria abitazione, ora lo può fare con uno sconto fiscale mai così alto e sulla casa voglio anche sottolineare i fondi messi a sostegno della morosità incolpevole, a sostegno delle giovani coppie e dei lavoratori precari.
Potrei continuare, ma so che bisogna fare molto di più, partendo da una priorità ineludibile: il soccorso per quegli italiani che la crisi ha esposto a livelli di vulnerabilità mai toccati;  i disoccupati, le cui famiglie scivolano verso la povertà; gli esodati, per i quali le risposte, pure parzialmente arrivate, sono ancora incomplete, i giovani, frustrati nel non trovare un impiego; gli anziani e i pensionati, per i quali le prime misure per la non autosufficienza contenute nella legge di stabilità sono necessariamente da rafforzare, le indicizzazioni delle pensioni da estendere; i disabili, per i quali si è operata un’inversione di tendenza su alcune voci di spesa sociale che verranno rafforzate l’anno prossimo.
Sempre l’anno prossimo, vogliamo e possiamo sperimentare quei nuovi strumenti di sostegno per l’inclusione attiva contro la povertà previsti nelle riforme di questi mesi. Dobbiamo far sì che funzionino bene e siano estesi in modo strutturale dal 2015. Il tutto ovviamente con un’attenzione particolare e selettiva al Mezzogiorno, dove i problemi di esclusione, crescita della povertà, scoramento e rabbia esplodono se non si danno risposte immediate e mirate.
Allo stesso modo, nel 2014, completeremo la riforma degli ammortizzatori sociali: vanno disegnati meglio, vanno estesi a chi vive l’estrema vulnerabilità personale e familiare generata dalla chiusura di tante aziende, piccole e grandi. In un clima di dialogo sociale, si deve andare verso un sistema che privilegi il lavoratore rispetto al solo posto di lavoro. Nessuno deve restare indietro, nessuno deve avvertire il senso freddo della solitudine rispetto alla comunità. Ed è proprio quella parola «comunità» che vi chiedo di rilanciare con forza, il ruolo dei corpi intermedi, dell’associazionismo, del volontariato, la forza economica e di competitività delle donne che oggi non valorizziamo come dovremmo e, soprattutto, come servirebbe. Per questo, dopo aver attivato, in questi mesi, le forme di incentivazione previste dalle misure a favore dell’occupazione femminile, il 2014 sarà l’anno delle misure sulla conciliazione lavoro-famiglia, delle quali stiamo già preparando i contenuti.
L’Italia è, quindi, e deve essere una comunità, non mi stancherò mai di ripeterlo; l’Italia è capacità di impresa, innovazione, dedizione, fierezza del lavoro. Siamo la quinta potenza manifatturiera del mondo, la seconda in Europa. Tra le prime venti filiere industriali in Europa, dieci sono tedesche e sei sono italiane. Abbiamo la seconda agricoltura europea per valore aggiunto; il nostro export cresce, si rinnova e trova nuovi mercati; siamo uno dei pochi grandi Paesi al mondo a presentare stabilmente un surplus commerciale strutturale nel manifatturiero.
Stiamo quindi reagendo: non dobbiamo rinunciare ad usare i nostri talenti e, in particolare, le tre risorse più importanti: il nostro capitale umano, innanzitutto, cioè le persone, puntando sull’istruzione dei giovani e sulla ricerca. In secondo luogo, la bellezza e la cultura, puntando sul turismo, sull’ambiente, sulla grande occasione dell’expo, sulla vitalità e la creatività. In terzo luogo, le imprese: è vero che abbiamo perso, in questo ventennio, molta capacità industriale anche nei servizi, ma molta ce n’è ancora e molta possiamo recuperarne.
Partiamo dalle ragazze e dai ragazzi. Il primo gennaio prende avvio la garanzia per i giovani: il nuovo strumento che a giugno è stato approvato, per l’Italia, è una grande sfida; ci sono le risorse, tutto è pronto, adesso va attuato, dal primo gennaio.
Abbiamo riportato e vogliamo rimettere l’istruzione e la ricerca in cima alle priorità, prima con il decreto «l’istruzione riparte» e, nei prossimi mesi, con tre impegni concreti.
Anzitutto, un piano da attuare entro marzo, di interventi per rilanciare l’università e la ricerca, mettendo al centro studenti e qualità del sistema, potenziamento della valutazione, nuove regole per il finanziamento degli atenei e la contribuzione studentesca, costo standard per studente, diritto allo studio da rafforzare. In secondo luogo, una costituente della scuola da concludere entro giugno, per adottare gli interventi con gli obiettivi precisi: i ragazzi devono diplomarsi prima, con competenze migliori e un orientamento più chiaro sulle future scelte professionali di formazione superiore. Gli insegnanti devono avere opportunità di formazione adeguate e regole di reclutamento e carriera stabili, basate su trasparenza e merito. Il ciclo di istruzione deve iniziare per tutti con la scuola dell’infanzia, che è un diritto dei bambini e uno strumento per favorire la conciliazione famiglia-lavoro e le pari opportunità. E poi i giovani ricercatori. Dopo aver portato il turnover al 50 per cento dobbiamo procedere su questa strada. La burocrazia non può ingabbiare l’autonomia dei ricercatori, la loro vocazione internazionale. Con questo spirito nel nostro semestre di presidenza europea lavoreremo per promuovere la mobilità dei ricercatori e completare l’area europea della ricerca.
Il secondo aspetto: la bellezza come grande risorsa economica. Proseguiremo nell’azione avviata, confermando l’impegno a investire sulla cultura. A gennaio, arriverà in Consiglio dei Ministri il decreto per rilanciare il turismo. Sempre a gennaio, in linea con il «decreto valore cultura» già varato, sarà lanciato il bando per il progetto annuale «Capitale italiana della cultura» e il 27 maggio, l’anniversario della drammatica strage dei georgofili, culminerà con la designazione della prima capitale italiana della cultura per l’anno 2015. Strettamente legati a questi temi ci sono, naturalmente, l’ambiente e la tutela del paesaggio. Dobbiamo scegliere la strada della prevenzione, dell’efficienza, della lotta agli sprechi, della sostenibilità. Dobbiamo aumentare gli investimenti contro il dissesto, a partire da una migliore capacità di spesa dei fondi già disponibili. Allo stesso tempo, dobbiamo semplificare le procedure per realizzare presto e bene gli interventi come previsto nell’agenda verde, il collegato ambientale alla legge di stabilità. Bisogna approvare il disegno di legge per il contenimento del consumo del suolo, già presentato.
Le imprese sono il terzo punto. Mettiamo al centro della nostra azione economica la competitività. Un fattore importante è la riduzione del costo del lavoro. Abbiamo cominciato ad affrontarlo con la legge di stabilità. Il Parlamento ci ha impegnato a impiegare nella ulteriore riduzione del costo del lavoro i proventi della revisione della spesa e del ritorno dei capitali dall’estero. Inseriremo questo automatismo nell’ultimo passaggio, nei prossimi giorni, del disegno di legge di stabilità proprio qui alla Camera, dopo averlo discusso con le parti sociali.
«Destinazione Italia», il piano per l’attrazione degli investimenti e il rilancio della competitività, sarà invece venerdì in approvazione al Consiglio dei Ministri. Vogliamo dare agli investitori e agli imprenditori certezza delle procedure, certezza dei tempi, anche della giustizia, certezza sul fisco, il tutto per abolire o semplificare procedure inutili e per modernizzare l’intera pubblica amministrazione. All’interno del piano ci saranno un credito di imposta per la ricerca e fondi per incentivare la digitalizzazione delle piccole e medie imprese.
Ancora venerdì interverremo, con «destinazione Italia», anche su un altro dei fattori frenanti della competitività, ovvero l’alto costo dell’energia. Una riduzione di 600 milioni di euro sulle bollette che si somma a quella già prevista dal «decreto Fare». Per rilanciare la competitività del nostro sistema c’è anche bisogno che lo Stato in alcuni campi sia in grado di giocare bene il proprio ruolo, non certo alla vecchia maniera, ma con un uso efficace e moderno dei nuovi strumenti in campo, con una riflessione a largo spettro per evitare di perdere asset preziosi e per concentrare risorse su operazioni di sistema e opportunità da non perdere, sia a casa sia sui mercati europei ed esteri. Su questo mi aspetto importanti contributi dalla discussione sul contratto di governo che ho già chiamato «Impegno 2014».
A completamente della legge di stabilità e di «destinazione Italia» il Governo ha poi lanciato – ne abbiamo già parlato – un piano di dismissioni. Il primo blocco, già presentato, vale tra i 10 e i 12 miliardi di euro, che andranno in gran parte a riduzione del debito. Lo sappiamo: quello delle dismissioni è un tema sensibile. Troppi sono stati gli errori del passato.
Voglio rassicurarvi: nessuno di noi si sogna di svendere per fare cassa. Io credo profondamente nel ruolo dello Stato, ma credo anche che lo Stato, per essere credibile e funzionante, non debba occuparsi di tutto. L’arrivo di capitali privati può essere momento di svolta per iniettare risorse fresche, rilanciare la produzione, garantire lo sviluppo delle aziende coinvolte (il caso esempio di Fincantieri e di Sace che trarranno dalla valorizzazione risorse fresche per il loro sviluppo). Il prossimo anno, nell’ambito del secondo tempo di questo piano di dismissioni – e, ripeto, stiamo parlando di dismissioni di quote, non di controllo – studieremo con l’azienda e con i sindacati l’apertura del capitale di Poste e di altre aziende, e la partecipazione dei lavoratori all’azionariato, permettendo loro rappresentanza negli organi societari. È un’esperienza unica, un tentativo – ne parleremo insieme, quella che voglio lanciare qui è una proposta –, è il tentativo di sperimentare in Italia la Mitbestimmungtedesca, destinata a influenzare in meglio le relazioni industriali, la partecipazione dei lavoratori e il modello di impresa nel nostro Paese .
L’apertura dei mercati, le infrastrutture, la tutela dei consumatori: a questo riguardo, occorre proseguire sulla strada di una maggiore apertura, anche attraverso la presentazione presto dell’annuale legge sulla concorrenza. Il cronoprogramma delle liberalizzazioni comincia comunque questo mese, con l’entrata in attività dell’Autorità di regolazione dei trasporti, uno dei settori chiave per la nostra economia: diventerà operativa il 19 dicembre prossimo, un fatto che testimonia la serietà della nostra azione, garanzia del sistema delle regole per gli investitori italiani e stranieri, tutela dei diritti degli utenti e della qualità del servizio pubblico. Nel 2014 presenteremo il piano nazionale dei porti e degli aeroporti, che individui e fissi le priorità del Paese. Oggi, queste strutture agiscono in concorrenza tra loro senza programmazione né sinergia. È una grande operazione nazionale che dobbiamo fare di politica industriale strategica. Sulle infrastrutture proseguiremo nel finanziare opere e progetti immediatamente cantierabili o in corso di ultimazione, una rimodulazione della spesa che consenta di avere miglioramenti continui in tempi brevi a servizio di tutto il sistema produttivo. E ancora, nel prossimo Consiglio dei ministri, in tema di tutela della concorrenza e apertura dei mercati, partiremo dal settore assicurativo con un intervento in grado di far scendere sensibilmente le tariffe dell’RC auto.

Lo Stato deve fare la sua parte
Per riportare la fiducia nei cittadini, onorevoli colleghi, lo Stato deve fare la sua parte. Dico chiaramente come: in primo luogo, la revisione della spesa. Il lavoro del commissario Cottarelli, che deve andare avanti senza alibi, sarà l’occasione per procedere ad una opportuna ridefinizione del perimetro dello Stato. In queste settimane, per quanto riguarda la Presidenza del Consiglio, al termine di una ricognizione che è partita ad agosto con il taglio degli aerei blu, la vendita di tre aerei blu, la destinazione dei 50 milioni derivati dalla vendita avvenuta – l’avevo annunciato ed è stato fatto – alla Protezione civile, che ha fatto affiorare non poche criticità. Sta approvando oggi, tutto questo lavoro della Presidenza del Consiglio sulla ricognizione degli sprechi e dei tagli possibili, direttive necessarie per dare un metodo di lavoro orientato ai risultati, che estirpi rendite di posizione e privilegi. Questi interventi riflettono le nuove linee guida della Presidenza che faremo in modo siano condivise nell’impostazione e nelle priorità da tutti gli altri Ministeri.
Vogliamo cambiare una amministrazione che perde e fa perdere troppo tempo. Secondo Doing Business l’Italia è al centotrentottesimo posto al mondo per le complicazioni fiscali. Per pagare le tasse le nostre imprese impiegano 269 ore l’anno contro le 176 della media dei Paesi OCSE. Abbiamo introdotto, nel «decreto Fare», un principio importante che adesso dobbiamo attuare: l’amministrazione, il pubblico, deve pagare ogni ritardo che è colpa propria. Dobbiamo continuare a rimuovere le cause dell’altissimo numero di condanne dello Stato sulla ragionevole durata del processo, un costo per le finanze pubbliche e l’emblema di una giustizia civile a un passo dal fallimento. Le riforme fatte già stanno portando dei cambiamenti, vogliamo continuare e andare in questa direzione.
Terzo punto: un Paese più semplice si ottiene solo con le leggi ? No. Passa per i risultati e la valutazione delle politiche pubbliche.
Troppe semplificazioni slogan sono rimaste sulla carta. Per questo nel 2014 entrerà in funzione un contatore della semplificazione per verificare e valutare le performance della pubblica amministrazione. Il Governo deve agire in modo trasparente, chiarire le politiche pubbliche che persegue, rendere conto del loro stato di attuazione. Per questo, stiamo costruendo, analogamente a quanto fatto nel Regno Unito, un sito unico del Governo, delle agenzie e degli enti pubblici strumentali, in cui siano riportate, in modo dettagliato, le politiche pubbliche con gli obiettivi e i risultati attesi, le azioni adottate e gli adempimenti da assumere con la relativa tempistica. Tutti i materiali dovranno essere open data. Più trasparenza significa responsabilità sociale: vale per le imprese, deve valere per lo Stato.
Onorevoli colleghi, il Presidente della Repubblica ha rivolto a settembre un appello sulla drammatica situazione carceraria. Su alcuni temi è competente il Parlamento, che deciderà ovviamente in piena autonomia, ma su ciò che è di competenza del Governo siamo pronti. Lo dissi in occasione del primo voto di fiducia, voglio ripeterlo oggi: siamo la patria di Cesare Beccaria e dobbiamo dimostrarlo.
Dobbiamo dimostrarlo anche nella lotta contro la corruzione e contro le mafie. Quanti comuni sono stati sciolti negli ultimi anni per infiltrazioni mafiose ? Quante economie criminali abbiamo visto prosperare nella crisi, all’ombra delle frasi fatte «la mafia non esiste» o «la mafia esiste solo al sud» ? Quanta illegalità c’è nel territorio deturpato nella cementificazione selvaggia, che ci lascia disarmati davanti al disastro del dissesto idrogeologico ? Quanto dobbiamo al coraggio ed all’abnegazione degli uomini impegnati in prima fila contro le mafie, cui il Governo non farà mancare un supporto doveroso nei prossimi anni ?
A questo proposito il decreto sulla Terra dei fuochi è stata una risposta forte dopo anni di immobilismo. Abbiamo rafforzato gli strumenti repressivi, interventi di caratterizzazione dei suoli che frenino il rischio di compromettere l’agricoltura del territorio, risorse a sostegno delle attività di bonifica.
Il lavoro della Commissione istituita dal Governo ha prodotto poi molte altre proposte concrete per combattere la criminalità organizzata, tra cui il contrasto patrimoniale ed una maggiore efficienza in tema di beni confiscati. A gennaio approveremo in Consiglio dei ministri il pacchetto di norme sulla legalità, frutto del rapporto della Commissione.
***
Onorevoli colleghi, oggi vorrei che tracciassimo una linea. Di qua, chi ama l’Europa, ne riconosce le contraddizioni, vuole riformarla, non delega ad altri la responsabilità di provare a farlo, sa che, senza l’Unione europea, ripiombiamo nel Medioevo. Di là, chi vuole bloccare l’Europa, si scaglia contro i suoi limiti per speculare sul malessere, sulla disoccupazione e sul crollo dei consumi di questi cinque anni. La linea di separazione è la più netta: nessuna sfumatura. Il mandato che oggi qui vi chiedo è per costruire, insieme a chi si riconosce in questa parte, un’Europa migliore. Chi vuole isolare l’Italia non voti la fiducia. Chi vuole conquistare consenso con il populismo antieuropeo non voti la fiducia al mio Governo.
Colleghi, la caratteristica distintiva dei populisti è inventare sempre un nemico contro il quale scaricare l’indignazione, trasformarla in conflitto. Serve, alla fine, per nascondere la debolezza o l’inconsistenza della propria proposta. Serve ad evitare di dover rispondere con credibilità e serietà delle proprie azioni. Una politica forte della propria identità e dei propri ideali dialoga, discute, combatte, rispetta.
L’Italia ha una solida, profonda e nobile identità europea. Dobbiamo esserne fieri.
Per questo la discussione sull’Europa che vogliamo nei prossimi anni deve, una volta ancora, passare dal protagonismo italiano: è un nostro dovere. Affinché ciò avvenga, però, l’Italia deve essere credibile, se no non ci ascolta nessuno in Europa. Deve essere unita sui grandi interessi del Paese, deve dotarsi di un sistema politico e istituzionale comprensibile – quanto tempo ho passato in questi sette mesi a spiegare le cose di casa nostra fuori dai nostri confini e forse quanto poco successo ho avuto –, trasparente, in grado di decidere. Affinché ciò avvenga, dunque, l’Italia deve avere i conti in ordine, come oggi accade – e lo ricordiamo a tutti, anche ad alcuni tecnocrati di Bruxelles –, fare le riforme, come nel 2014 deve accadere.
Per sei mesi da luglio saremo alla guida dell’Europa in una delle epoche più tormentate della storia europea: un’Europa assediata ovunque da forze populiste e xenofobe, un’Europa finora incapace di liberarsi delle sue storture, per la quale, per la prima volta da molto tempo, nessuno è in grado di prevedere una prospettiva da qui a un decennio.
Voglio fare qui insieme a voi un esercizio: proviamo a vedere, in questa logica del decennio, com’era la situazione dieci, venti o trent’anni fa e com’è oggi. Nel 1983, trent’anni fa, il traguardo c’era dopo dieci anni: era quello del mercato unico, era quello delle quattro libertà, dell’Europa di Jacques Delors del 1992. Fu realizzato, dieci anni dopo. Nel 1993, vent’anni fa, qual era l’obiettivo dei dieci anni ? Era il progetto dell’unione economica e monetaria, che poi nel decennio successivo si è realizzata. Nel 2003, dieci anni fa, qual era il progetto dieci anni dopo ? Era quello dell’allargamento, della riunificazione delle due Europe, tanto che oggi, nel 2013 – raccontiamolo sempre a tutti quelli che parlano male dell’Europa – il semestre di Presidenza è guidato da un Paese che era, venticinque anni fa, Unione Sovietica. Questo è il segno del successo dell’Unione europea: tutti obiettivi fissati e costruiti con una visione a lungo termine.
E domani ? Qui sta il problema. Qual è oggi l’obietto per l’Europa del 2023 ? La verità è che questo obiettivo non c’è e dobbiamo essere molto onesti con noi stessi a dirlo. Nessuno è in grado di prevederlo, manca nella koinè delle istituzioni comunitarie. E se manca il progetto cui legare le singole riforme che di volta in volta vengono decise, l’Europa si ferma, l’Europa può implodere sotto il peso del dramma sociale causato dalla grande crisi. È con questo spirito che ci impegniamo a gestire il semestre e a vivere il 2014 come l’anno dell’Europa. Niente di più miope e pericoloso che considerarlo un appuntamento rituale e burocratico.
Dobbiamo giocare in attacco, anche qui, e convincere gli altri delle nostre buone ragioni. Vuol dire non avere paura di chi lucra sulle paure dei cittadini né di chi prova a conservare l’esistente per il proprio interesse nazionale; vuol dire parlare alle opinioni pubbliche dei grandi Paesi che fanno resistenza e ripetere, con credibilità e in ogni occasione, che senza l’Europa non si salva nessuno, nemmeno i Paesi e il Paese più grande dell’Unione europea.
Per questo vi propongo qui quattro obiettivi concreti. Il primo: impegnarsi a realizzare subito, a partire dal Consiglio europeo del 19-20 dicembre, senza ritardi, una vera unione bancaria. So che non è un tema, come si suol dire, accattivante – quello dell’unione bancaria –, so che non scatena i cuori e non scatena passioni, ma se avessimo avuto l’unione bancaria negli ultimi cinque anni non ci sarebbero state le crisi che hanno fatto buttare via ai contribuenti e agli Stati europei decine e decine di miliardi. Servirà per abbassare il costo del credito a imprese e famiglie; servirà ad impedire nuove crisi del settore bancario; servirà anche a lavorare perché si eviti quella instabilità sui mercati finanziari che tanti danni ci ha fatto e che continua, se vedo il tasso di cambio dell’euro di stamattina.
Il secondo: lottare per dare alla zona euro una capacità finanziaria che incentivi gli Stati membri a compiere l’ultimo miglio delle riforme e li renda più resistenti agli shock economici. Se questo passo avanti verso una vera solidarietà europea sarà compiuto, allora non avremmo timore di considerare la creazione di intese contrattuali per le riforme strutturali e lavoreremmo affinché esse si chiamino «contratti per la crescita», volontari e collegati a incentivi finanziari.
Il terzo: spingere per un Governo più equilibrato dell’unione economica e monetaria e per politiche più convincenti per la lotta alla disoccupazione, specie giovanile, a partire dall’importante vertice intergovernativo sul lavoro della prossima primavera, che dopo Berlino (3 luglio) e Parigi (11 novembre) si terrà proprio a Roma.
Il quarto: interpretare la nostra Presidenza – è questo il punto più importante – come quella che chiude la legislatura 2009-2014, della crisi e della sola austerità e che apre la legislatura 2014-2019, della stabilità e della crescita in Europa e quindi anche in Italia.
Il nostro semestre di Presidenza deve essere l’occasione per dare nuova energia ad un’Europa che oggi ha le batterie scariche. Vogliamo ridisegnare una strategia economica per l’Europa che, dopo l’austerity, punti su innovazione, spazio europeo della ricerca, tecnologie verdi, investimenti nei settori e nelle competenze del futuro, politiche per il manifatturiero.
L’Europa esce dalla trappola della stagnazione solo se torna a crescere. Vogliamo parlare dell’Europa che guarda al mondo dopo anni di introversione. Il grande progetto deve essere quello dell’Europa unita; quello, onorevoli colleghi, di cui, insieme alla Presidente Boldrini, ieri abbiamo avvertito la drammatica mancanza, a Johannesburg, quando, nell’evento forse più suggestivo di questo decennio, noi europei c’eravamo tutti, tutti, ma i protagonisti sono stati altri. Oltre a Mandela e al suo Sudafrica, il mondo ha ascoltato gli Stati Uniti, la Cina, l’India, il Brasile. E noi europei, divisi, e perché divisi, siamo stati silenti e attori non protagonisti. Il messaggio di ieri è sferzante: non abbiamo, noi europei, più tempo. Il mondo cambia e cambia senza aspettarci.

Solo uniti possiamo contare davvero, solo uniti possiamo gestire in modo più equilibrato il dramma, per esempio, dell’immigrazione illegale. Solo uniti possiamo gestire il dramma delle vicende delle migrazioni.
Voglio qui spendere una parola, insieme a tutti voi, per ringraziare i nostri militari, i nostri volontari. Alle volte non ci rendiamo conto di come noi operiamo sempre e soltanto con l’attenzione legata al fatto che i temi esplodono sui grandi media e allora c’è grande attenzione. Dopo la tragedia di Lampedusa, dopo la seconda tragedia che è avvenuta al largo delle coste maltesi noi, l’Italia, grande Paese del Mediterraneo, il più grande Paese del Mediterraneo, ha deciso che non poteva stare a guardare. Abbiamo messo in campo «Mare nostrum», un’iniziativa militare umanitaria voluta dal nostro Paese. In questi due mesi da allora quell’operazione militare ha evitato che ai 350 e più migranti che drammaticamente sono morti a Lampedusa, se ne aggiungessero altri – secondo le nostre stime – 2 mila: 2 mila persone che sono state salvate mentre stavano per annegare in mare. Questa è l’Italia, al di là di tutte le differenze.
Anche su questo possiamo e dobbiamo essere fattore di stabilità nei confronti di un Mediterraneo sempre più instabile, nei confronti dei Paesi del vicinato orientale. Possiamo essere un attore globale capace di difendere e promuovere i suoi interessi e i suoi valori con politiche di sicurezza e difesa, ma anche con un rilancio della cooperazione allo sviluppo, la cui legge base, in Italia, riformeremo nel 2014.
Vogliamo parlare di un’Europa, quindi, che non è solo mercato economico ma spazio dei diritti e delle persone, uno spazio in cui i cittadini possano riconoscersi ed essere riconosciuti come protagonisti.
L’Europa di tutti, l’Europa vicina, l’Europa con un’anima, non l’Europa fredda, che sta altrove, che sta solo a Bruxelles. Vogliamo, insomma, un semestre che coniughi l’Europa al futuro, come sempre abbiamo fatto nella storia del grande Paese fondatore che è l’Italia. L’Europa ha cambiato in meglio l’Italia, oggi l’Italia deve contribuire a cambiare in meglio l’Europa.
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Signora Presidente, onorevoli colleghi, concludo. Oggi più che mai, dunque, l’Italia ha bisogno di competenza e di passione. Servono quei valori e quelle sensazioni che ognuno di noi in qualche momento della sua vita ha provato sentendosi davvero parte di una squadra. In mente un obiettivo preciso. Serve la fatica, indispensabile sempre per riuscire in qualche cosa. Servono giocatori che si fidino gli uni degli altri, servono poche parole, buoni esempi. Abbiamo tutti avuto un insegnante, un maestro che ci esortava a dare il meglio di noi per raggiungere obiettivi che sembravano irraggiungibili. Forse ci siamo tirati indietro, abbiamo deciso di non provarci nemmeno. «In fondo io sono fatto così, non ci riesco», è un alibi sempre a portata di mano questo. Forse, invece, abbiamo trovato una squadra per cui valeva la pena di provarci e ci siamo alle volte riusciti, perché la squadra è il luogo dove il punto di forza dei gruppi supera il limite dell’individuo e dove il punto di forza dell’individuo viene messo a disposizione del gruppo. No, oggi quell’«io sono fatto così» non può più valere. Sono orgoglioso di essere qui per convincervi che giocheremo all’attacco, perché gli italiani hanno diritto a vedere ripagati i loro sacrifici. Ora che questo sta per succedere, non permetteremo che l’Italia sprofondi di nuovo.

4 dicembre XII Giornata Europea dei Genitori della Scuola

XII Giornata Europea dei Genitori della Scuola

12esima_giornata_199x282Il 4 dicembre 2013, dalle ore 11.00 alle ore 13.30, ha avuto luogo presso la Sala della Comunicazione del MIUR la “XII Giornata Europea dei Genitori.
Quest’anno l’evento, promosso come consuetudine in collaborazione con il Forum Nazionale dei Genitori della Scuola, è stato dedicato a “ La corresponsabilità educativa di fronte alle emergenze sociali” e si è svolto alla presenza del Ministro Maria Chiara Carrozza.

Tale iniziativa è stata un’ulteriore occasione per confermare la consueta collaborazione tra mondo della Scuola e famiglie, un’alleanza sancita in ogni istituzione scolastica con la stipula del Patto di Corresponsabilità previsto dall’art. 5 Bis del D.P.R. 235/07 (Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria).

La giornata ha rappresentato, inoltre, un’opportunità per ribadire l’impegno a collaborare per formare le giovani generazioni e rendere i nostri ragazzi cittadini consapevoli dei propri diritti e doveri, ma anche un momento di valorizzazione delle migliori pratiche messe in campo dalle Istituzioni scolastiche e dalle Associazioni dei Genitori in tema di partecipazione delle famiglie alla vita scolastica.

LA CORRESPONSABILITÀ EDUCATIVA DI
FRONTE ALLE EMERGENZE SOCIALI

Roma, 4 Dicembre 2013

ore 10,30 Accoglienza dei partecipanti
Moderatore: Marco Castellazzi – giornalista RAI

ore 11.00 APERTURA DEI LAVORI

ore 11.00 Bilancio di un anno di impegno nella scuola e per la scuola
Roberto Gontero – Coordinatore del FONAGS

ore 11.10 Gli indicatori dell’OCSE: una bussola per tenere sotto controllo la qualità dell’istruzione
Francesca Borgonovi – Analista OCSE

ore 11.30 Educazione ai media e Cittadinanza Attiva. Il ruolo della donna attraverso i media.
Lorella Zanardo – Comitato Nuovi Occhi per Nuovi Media

ore 11.50 Testimonianza degli studenti sui laboratori didattici nell’ambito del progetto Nuovi occhi per nuovi media
Riccardo Dell’Omo e Asia Neri – Studenti delLiceo scientifico Castelnuovo(FI)

ore 12.10 Valutazione del 2013 Anno Europeo della cittadinanza (proposta del 2014 come anno della riconciliazione vita familiare/vita lavorativa)
Vittorio Calaprice – Rappresentanza in Italia della Commissione europea

ore 12.30 Intervento del MINISTRO MARIA CHIARA CARROZZA

 

Interruzione dei lavori e Brunch

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Seminario di formazione
FORAGS – Centro Italia
Regioni coinvolte:
Lazio, Umbria, Toscana, Marche, Molise, Abruzzo, Sardegna

RAPPRESENTATIVITÀ DELLA FAMIGLIA A LIVELLO NAZIONALE E REGIONALE

Moderatore: Giuseppe Pierro – Dirigente Ufficio III

ore 15.00 Tra Fonags e Forags e dintorni: alla ricerca dei luoghi della partecipazione
Davide Guarneri, insegnante e formatore, già presidente nazionale AGe

ore 15.20 Le linee guida: una risorsa per progettare la partecipazione democratica
Angela Nava Mambretti – Presidente nazionale CGD
Claudio Marcellino – Segretario nazionale FAES

ore 15.40 Confronto critico nel quadro del “sistema delle buone pratiche”: le testimonianze delle associazioni
Rita Manzani Di Goro – Presidente regionale AGE Toscana

ore 16.00 Coffee break

ore 16.15 Il sostegno del MIUR alla valorizzazione del ruolo delle famiglie
Giuseppe Pierro – Dirigente Ufficio III, Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione
Francesca Romana Di Febo – Ufficio III, Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione

ore 16.45 Interventi dei partecipanti Dibattito

ore 17.30 Conclusioni