DDL BILANCIO: EMENDAMENTI DELUDENTI

DDL BILANCIO: EMENDAMENTI DELUDENTI, LA MOBILITAZIONE CONTINUA

“Gli emendamenti al Ddl Bilancio approvati in Commissione al Senato sono estremamente deludenti, è del tutto evidente che manca la volontà politica di investire nella scuola. Ancora una volta alle parole non seguono i fatti e le promesse restano disattese. Di fronte a tutto ciò, non possiamo che rispondere continuando la mobilitazione”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta le modifiche al disegno di legge Bilancio votate a palazzo Madama “tra le quali non è stata accolta alcuna delle richieste che avevamo avanzato”. 

“Neanche l’ombra di un centesimo in più, rispetto al misero stanziamento di 87 euro, per il rinnovo del contratto che tra pochi giorni scadrà senza che si sia visto l’atto di indirizzo all’Aran per l’avvio delle trattative. Il 31 dicembre, dunque, i docenti italiani stapperanno la bottiglia di spumante brindando sarcasticamente al fantasma del contratto. Oltre a non prevedere fondi aggiuntivi per colmare la forbice tra gli stipendi degli insegnanti e quelli degli altri dipendenti pubblici – prosegue Di Meglio -, in Commissione Bilancio al Senato è rimasta immutata l’odiosa norma sulla cosiddetta dedizione all’insegnamento, un autentico schiaffo in pieno viso per una categoria professionale già fin troppo vessata”.

“La proroga dei contratti Covid al 30 giugno non ci sembra un grandissimo risultato per il quale cantare vittoria – conclude il coordinatore nazionale della Gilda – perché, considerato l’aumento costante dei contagi, questa era la misura minima che si potesse adottare per cercare di mantenere aperte le scuole. Gli interventi da mettere in campo sono ben altri e devono essere di carattere strutturale se l’obiettivo è davvero valorizzare il settore dell’istruzione e la professionalità docente”. 

Occupazioni: ascoltare gli studenti, non denunciarli

Scuola, occupazioni: ascoltare gli studenti, non denunciarli
Roma, 22 dicembre – Da settimane studenti e studentesse si stanno mobilitando in tutta Italia con scioperi e occupazioni, sintomo di un evidente malessere per le condizioni del diritto allo studio, ma anche di una grande voglia di impegno e partecipazione. Solo a Roma le occupazioni sono arrivate a superare il numero di 50 e come ha deciso di rispondere il direttore dell’Ufficio scolastico regionale del Lazio a questo forte segnale da parte della popolazione studentesca? Con una circolare che chiede di identificare e denunciare gli studenti che occupano. 
A un’espressione di disagio dei ragazzi si risponde dunque con la completa chiusura al dialogo e la minaccia di denunce.

Riteniamo le mobilitazioni degli studenti non solo forme positive di partecipazione che andrebbero sempre incentivate, ma anche campanelli d’allarme per una condizione della scuola che da anni soffre problemi strutturali dovuti alla mancanza di risorse, di organici, alla presenza di edifici inadeguati e di classi sovraffollate. Tutte criticità che la pandemia non ha fatto altro che accentuare e che andrebbero finalmente affrontate, senza sottovalutare o reprimere quello che le ragazze e i ragazzi hanno da dirci. Ci auguriamo che la nota venga al più presto ritirata e che si dia finalmente ascolto agli studenti.

Governo si assuma responsabilità

Governo si assuma responsabilità: renda sicure le scuole, non le chiuda

Roma, 22 dicembre – Sull’aumento dei contagi nelle scuole e sulla possibilità di prolungarne la chiusura, ci troviamo davanti a picchi di irresponsabilità politica. Che le condizioni di diffusione del virus sarebbero peggiorate era una possibilità ampiamente prevedibile e che va considerata durante ogni fase di diffusione di questa pandemia. Ad agosto infatti, in occasione della sottoscrizione del protocollo di sicurezza, avevamo ribadito in ogni modo che era necessario garantire il distanziamento nelle classi.

Avevamo indicato e ottenuto misure precise, nella parte finale del protocollo, per ottenere condizioni prudenziali per la frequenza con l’integrazione dell’organico Covid per assicurare un adeguato distanziamento.

Avevamo richiesto personale aggiuntivo relativo agli adempimenti amministrativi per sostenere il lavoro di controllo e di comunicazione delle segreterie in relazione a quarantene e contagi e soprattutto, avevamo richiesto il monitoraggio dei casi e la consegna, alle organizzazioni sindacali dei dati caricati puntualmente a sistema dalle istituzioni scolastiche.

E invece, il governo ha puntato solo sulla vaccinazione del personale, una misura che abbiamo sempre appoggiato, ma che riguarda una fetta limitata dei soggetti presenti a scuola, visto che buona parte degli alunni erano, fino a poco tempo fa, non vaccinabili. Mentre tutti gli impegni assunti e sottoscritti dal ministro Bianchi sono stati disattesi: nessuna misura sul distanziamento, e anzi, si discute ancora sul mantenimento in servizio per il personale ATA assunto a settembre. Nessun dato sui contagi alle organizzazioni sindacali: perfino questo importante atto di trasparenza è mancato!

Abbiamo sempre considerato prioritaria la didattica in presenza, ma a fronte di efficaci condizioni di sicurezza: per mesi abbiamo chiesto distanziamento e ulteriori misure di prevenzione. Oggi si teme la riapertura delle scuole a gennaio, si paventa la didattica a distanza, eppure nessuno si assume la responsabilità politica di questa situazione. E si continua a far finta di non comprendere che la prevenzione non si può realizzare a costo zero, ma solo investendo in risorse concrete e accogliendo le proposte di chi a scuola vive ogni giorno e ne conosce il funzionamento.

La FLC CGIL chiede ancora una volta la riapertura del confronto politico con il ministro e l’assunzione di responsabilità da parte di tutto il governo, affinché in queste ultime ore di discussione sulla Legge di Bilancio comprenda la centralità della scuola rispetto al sistema paese e si convinca della necessità di investire risorse in organico per evitare il ricorso alla didattica digitale, strumento indispensabile se, a fronte delle varianti, non si saprà assicurare l’adeguato distanziamento.

CONSIGLIO DI STATO ACCOGLIE RICORSO PER ELUSIONE DEL GIUDICATO

IL CONSIGLIO DI STATO ACCOGLIE IL RICORSO PER ELUSIONE DEL GIUDICATO DEL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE ED ANNULLA I NUOVI DECRETI DI RIGETTO SULLE ABILITAZIONI ALL’INSEGNAMENTO IN ROMANIA, CONDANNANDO LO STESSO AD EMANARE TUTTI I DECRETI DI RICONOSCIMENTO ENTRO 30 GG

Di particolare interesse la sentenza n°8502/2021 della Sesta Sezione del Consiglio di Stato depositata oggi, Presidente De Felice e relatore Lamberti nella quale in accoglimento del ricorso , proposto dall’Avv. Maurizio Danza-Prof. di Diritto Istruzione e Ricerca Università ISFOA-, finalizzato alla condanna del Ministero dell’Istruzione per elusione del giudicato ex art.114 cpa.

Nel caso di specie il Ministero dell’Istruzione , nonostante ben due sentenze di ottemperanza e di condanna della  sezione del Consiglio di Stato alla emissione dei decreti di riconoscimento per le classi di concorso richieste dagli istanti, aveva emanato nuovamente, decreti di rigetto invocando “carenze documentali” nelle istanze mai eccepite in tutti i gradi di giudizio che avrebbero reso impossibile la comparazione obbligo ineludibile derivante dalle sentenze : a tal proposito, in sentenza il Consiglio di Stato ha così motivato

 –“Rilevato che: – i ricorrenti, con la sentenza di questa Sezione n. 5175/2020, hanno ottenuto l’annullamento: a)dell’avviso n. 5636 del 2 aprile 2019 e dei decreti comunicati individualmente a ciascun ricorrente, con cui il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca aveva rigettato le istanze finalizzate al riconoscimento dell’abilitazione conseguita in Romania; b) dei decreti di depennamento e di avvio del procedimento di esclusione dei ricorrenti dalle procedure concorsuali riservate di cui al DDG n. 58/2018, disposti dagli Uffici Scolastici Regionali sulla base dell’avviso n. 5636/2009 cit.;

– la Sezione, con tale pronuncia, ha ravvisato l’illegittimità degli atti censurati in prime cure, inficiati sia da un difetto di istruttoria, “non essendo stata approfonditamente esaminata, alla stregua delle previsioni di cui alla Direttiva n. 55 del 2003, la particolare posizione delle parti appellanti, cui è stato attribuito, in ragione del percorso formativo estero, il diritto di insegnare in Romania nell’istruzione preuniversitaria; elemento non vagliato in sede provvedimentale”; sia dalla mancata valutazione del titolo estero conseguito da ciascun appellante, ai fini di un suo possibile riconoscimento in Italia quale abilitazione all’insegnamento, quando, invece, sulla base di quanto precisato dalla giurisprudenza europea, “le autorità di uno Stato membro, quando esaminano la domanda di un cittadino di un altro Stato membro diretta a ottenere l’autorizzazione all’esercizio di una professione regolamentata, debbono prendere in considerazione la qualificazione professionale dell’interessato procedendo ad un raffronto tra, da un lato, la qualificazione attestata dai suoi diplomi, certificati e altri titoli nonché dalla sua esperienza professionale nel settore e, dall’altro, la qualificazione professionale richiesta dalla normativa nazionale per l’esercizio della professione corrispondente”;

– nella stessa sentenza si è inoltre precisato che il Ministero intimato, “anziché ritenere inammissibile l’istanza per difetto di legittimazione attiva, avrebbe dovuto esaminare la documentazione specificatamente riferita alla posizione degli odierni appellanti, raffrontando, alla stregua delle indicazioni fornite dalla giurisprudenza europea sopra richiamata, da un lato, la qualificazione attestata dai diplomi, certificati e altri titoli nonché dall’esperienza professionale maturata da ciascun ricorrente nel settore e, dall’altro, la qualificazione professionale richiesta dalla normativa nazionale per l’esercizio della professione corrispondente. All’esito di tale procedura di valutazione comparativa, il Ministero, valutato il percorso formativo seguito da ciascun appellante, come attestato dal titolo estero in proprio possesso, avrebbe dovuto verificare se sussistessero le condizioni per accogliere l’istanza di riconoscimento all’uopo presentata in sede procedimentale”;

– con la sentenza n. 3626/2021, la Sezione ha accolto il ricorso per l’ottemperanza della predetta pronuncia, nominando un Commissario ad acta;

– stante la mancata esecuzione della sentenza, la Sezione ha accolto l’ulteriore ricorso, depositato in data 7 luglio 2021, con la sentenza n. 6088/2021, che ha assegnato un nuovo termine al Ministero per adempiere;

con un ulteriore ricorso depositato in data 6 novembre 2021, parte ricorrente ha chiesto: a) la declaratoria di nullità dei sopravvenuti decreti collettivi di rigetto nn. 1185, 1186, 1187 del 2021; b) di ordinare al Commissario ad acta già designato di procedere alla comparazione dei percorsi, conformemente alle sentenze n. 5175/2020, n. 3626/2021 e n. 6088/2021;

Ritenuto che:– la prospettazione di parte ricorrente deve trovare accoglimento, tenuto conto che i decreti impugnati, emessi dall’Amministrazione in dichiarata ottemperanza alle sentenze della Sezione, si basano sulla ravvisata carenza di elementi formali, mai eccepita nell’originario procedimento, né durante le diverse fasi del contezioso che ha caratterizzato la vicenda;

al proposito, va infatti condivisa la deduzione di parte ricorrente in termini di elusione del giudicato, in quanto all’esito del giudizio di merito il riesame incombente sulla p.a., lungi dal consistere nella mera verifica degli elementi formali propri di ogni domanda, riguarda la valutazione del “percorso formativo seguito da ciascun appellante, come attestato dal titolo estero in proprio possesso, per verificare se sussistessero le condizioni per accogliere l’istanza di riconoscimento all’uopo presentata in sede procedimentale”;

– pertanto, la diversa valutazione formale posta a base degli atti sopravvenuti non adempie al comando derivante dalle ottemperande sentenze, in conformità all’orientamento della Sezione in riferimento al contenzioso in esame (cfr. Cons. St. n. 7111/2021), secondo cui “il giudizio di ottemperanza si risolve nell’interpretazione della sentenza ottemperanda, scomponendosi, invero, la decisione da assumere in tale sede in una triplice operazione logica di interpretazione del giudicato al fine di individuare il comportamento doveroso per la Pubblica amministrazione in sede di esecuzione, accertamento del comportamento in effetti tenuto dalla medesima amministrazione, valutazione della conformità del comportamento tenuto dall’amministrazione rispetto a quello imposto dal giudicato; applicando tali coordinate al caso di specie il comportamento doveroso, chiarito dalla sentenza, non trova coerente applicazione del comportamento in effetti tenuto, dando conseguentemente luogo alla dedotta ipotesi di elusione del giudicato” (cfr. anche Consiglio di Stato ad. plen. , 6 aprile 2017, n. 1);

– nello specifico, parte ricorrente ha rilevato che i profili formali contestati nei provvedimenti impugnati non considerano gli atti processuali (sia di primo grado che di secondo grado), contenenti. invece, tutti i documenti che il Ministero ritiene mancanti;

– in ogni caso, la statuizione passata in giudicato, che il Ministero è chiamato ad adempiere, presuppone la sussistenza del titolo di studio di laurea conseguita in Italia e della abilitazione all’insegnamento conseguita in Romania, in quanto elementi mai contestati durante il giudizio di cognizione (nella sentenza si legge: “in linea di fatto non appare contestato che l’odierno appellante sia in possesso per un verso, del titolo di studio di laurea conseguita in Italia e, per un altro verso, della abilitazione all’insegnamento conseguita in Romania”);

Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale- accoglie il ricorso e per l’effetto dichiara la nullità dei decreti impugnati, assegnando al Commissario ad acta già nominato il termine di 30 giorni decorrenti dalla comunicazione della presente decisione per dare ottemperanza alla sentenze di questa Sezione n. 5175/2020, n. 3626/2021 e n. 6088/2021; condanna altresì il Ministero dell’istruzione al pagamento delle spese della presente fase di giudizio, liquidate nella misura complessiva di euro 2000, oltre accessori come per legge.

Papa Francesco: serve un patto educativo globale che possa impegnare tutti

da Il Sole 24 Ore

L’intervento del Pontefice in occasione della 55ma Giornata mondiale della pace, che si celebrerà il 1° gennaio 2022. «Investire sull’istruzione è la strada maestra»

di Redazione Scuola

«Auspico che all’investimento sull’educazione si accompagni un più consistente impegno per promuovere la cultura della cura. Essa, di fronte alle fratture della società e all’inerzia delle istituzioni, può diventare il linguaggio comune che abbatte le barriere e costruisce ponti». Questo il messaggio di Papa Francesco in occasione della 55ma giornata mondiale della Pace, che si celebra il 1° gennaio 2022. «Un Paese cresce quando dialogano in modo costruttivo le sue diverse ricchezze culturali: la cultura popolare, la cultura universitaria, la cultura giovanile, la cultura artistica e la cultura tecnologica, la cultura economica e la cultura della famiglia, e la cultura dei media».

«Nuovo paradigma culturale»

È dunque «necessario forgiare un nuovo paradigma culturale, attraverso “un patto educativo globale” per e con le giovani generazioni, che impegni le famiglie, le comunità, le scuole e le università, le istituzioni, le religioni, i governanti, l’umanità intera, nel formare persone mature», prosegue il Santo padre. «Un patto che promuova l’educazione all’ecologia integrale, secondo un modello culturale di pace, di sviluppo e di sostenibilità, incentrato sulla fraternità e sull’alleanza tra l’essere umano e l’ambiente».

«Investire su istruzione ed educazione»

«Investire sull’istruzione e sull’educazione delle giovani generazioni – conclude il Pontefice – è la strada maestra che le conduce, attraverso una specifica preparazione, a occupare con profitto un giusto posto nel mondo del lavoro».

Tre studenti su quattro favorevoli al «via libera» per il green pass obbligatorio

da Il Sole 24 Ore

Indagine effettuata dal portale Skuola.net dopo la proposta, di circa 200 sindaci, per introdurre il vincolo anche per gli alunni delle scuole primarie e secondarie

di Redazione Scuola

Sicuramente non un plebiscito, comunque un’adesione piuttosto convinta, seppur con varie sfumature. La proposta, lanciata da circa 200 sindaci , di introdurre l’obbligo di Green Pass anche per gli alunni delle scuole primarie e secondarie – in linea con quanto stabilito per l’università a settembre – sembra essere accolta con favore dai destinatari dell’eventuale provvedimento. Secondo un sondaggio effettuato dal portale Skuola.net – che ha coinvolto circa 1.000 studenti – quasi 3 su 4 accetterebbero di buon grado un “filtraggio” all’ingresso degli istituti. Un controllo che per molti ragazzi, però, non dovrebbe tradursi in un obbligo vaccinale tout court, come avvenuto di recente per i docenti e per il personale scolastico tutto.

No a una misura estrema

Solamente il 28% del campione, infatti, spinge per la soluzione più estrema: senza vaccino niente lezioni “in presenza”, si resta in Dad. Per il 45%, invece, bisognerebbe dare la possibilità anche a chi non è immunizzato di entrare a scuola, potendo essere sufficiente sottoporsi a un tampone. Alla fine, comunque, solo il 27% si dice contrario a prescindere a qualsiasi forma di controllo. Ma, come detto, anche all’interno dei vari schieramenti le posizioni seguono logiche di pensiero diverse. Tra i favorevoli al 100%, infatti, c’è chi ad occhi chiusi appoggia gli amministratori locali promotori dell’iniziativa sostenendo che «se non si agisce duramente contro il Covid, questo non sparirà mai» o perché si pensa che sia «giusto che i ragazzi vaccinati stiano in presenza e chi no in Dad, visto che questi ultimi hanno più probabilità di contagiarsi», o ancora perché ciò aiuterebbe a vivere meglio dato che «se tutta la popolazione fosse vaccinata potremmo fare un sacco di cose». Qualcuno afferma, pur favorevole, che siano sufficienti soluzioni più morbide, come «fare in modo che tutti abbiamo almeno una dose di vaccino per garantire la sicurezza nell’ambito scolastico» o, parallelamente all’invito all’immunizzazione, procedere a «tamponi a tappeto periodici».

Gli scettici

Altri, invece, hanno un atteggiamento più neutro, sostenendo che sia «esagerato mettere il Green Pass per i bambini delle elementari, andrebbe bene forse alle superiori» anche perché «i più piccoli si possono vaccinare da pochi giorni, per loro è giusto aspettare». C’è chi invita a «rispettare chi, per questioni di salute o per sua scelta non vuole fare il vaccino, provando a trovare soluzioni alternative» e chi ricorda che «una persona che si fa il tampone ogni settimana o ogni due giorni, essendo sempre aggiornato sul suo stato di salute, è più sicuro di una persona che ha il vaccino, che con quello va dappertutto ma potrebbe essere positivo». C’è anche chi propone altre ricette, come «fare un mese di lezioni in Dad, almeno per le superiori, per permettere al virus di allentare la sua morsa» oppure «dotare tutte le scuole di sistemi di aerazione adeguati, di mascherine ffp2, di tamponi fai-da-te».

I contrari

I contrari alla proposta, invece, si appellano soprattutto al diritto allo studio, che rischia di essere compromesso: «E’ necessario che ogni persona sia al sicuro – sostiene un ragazzo – ma di certo non si può negare l’istruzione a un ragazzo o a un bambino che non ha fatto un semplice vaccino. Il tampone mensile è un buon compromesso per rimanere al sicuro». Gli fa eco un altro studente, che dice: «L’istruzione è un bene che deve essere accessibile a tutti, è da pazzi limitarla ad un gruppo di persone». C’è chi non ci gira troppo intorno, ribadendo che «tutti dovrebbero frequentare la scuola a prescindere dal Green Pass», e chi fa leva sul fattore anagrafico sottolineando che «i giovani, anche senza vaccino, sono meno propensi a sviluppare sintomi gravi, quindi non occupano i posti negli ospedali, vera preoccupazione alla base di ogni decisione». Ma c’è anche chi, pur scettico, prova a stemperare il clima: «Il Green Pass – avverte una studentessa – ci sta dividendo moltissimo, abbiamo bisogno di solidarietà in questo momento, non di ancora più discordia». «Appare chiaro che, con il nuovo quadro disegnato dall’aumento dei contagi, dovuto anche alla variante Omicron, i nostri ragazzi stanno esprimendo l’esigenza di sentirsi al sicuro durante le ore di scuola», così Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net, che prosegue: «Ciò non toglie che l’obbligo vaccinale venga percepito ancora come una novità all’interno delle mura scolastiche. Solo dal 15 dicembre, infatti, è scattato l’obbligo per il personale. Gli studenti, poi, hanno ben presente il loro diritto allo studio, che in alcuni casi potrebbe andare in conflitto con una norma di questo tipo, come già sostenuto dai presidi. Non dimentichiamoci, infine, che in molti casi gli studenti, soprattutto minori, devono sottostare alle scelte e alle opinioni dei genitori».

Protestano Dsga e Ata: stop a straordinari e a lavoro non previsti

da Il Sole 24 Ore

L’Anquap, l’Associazione nazionale quadri delle amministrazioni pubbliche, annuncia mobilitazioni sindacali dal 3 gennaio

di Cl.T.

«Non abbiamo avuto scelta e, davanti al silenzio e all’indifferenza del ministero dell’Istruzione, metteremo in atto, dal 3 gennaio, una serie di proteste sindacali, per far capire a Viale Trastevere il valore degli 8mila direttori amministrativi e il personale Ata della scuola». Lo fa sapere in una nota l’Anquap, l’Associazione Nazionale Quadri delle Amministrazioni Pubbliche. Via alla protesta, quindi, che vedrà come prima passo la sospensione degli straordinari, l’astensione da qualsiasi prestazione lavorativa non espressamente prevista dal contratto e nessuna disponibilità allo svolgimento di attività progettuali.

Le iniziative di protesta

Non basta. Verranno rifiutate le deleghe di funzioni dirigenziali, nomine a responsabile unico del procedimento e autorizzazione e all’uso della carta di credito, in assenza del riconoscimento di uno specifico compenso. «Siamo stati costretti a prendere questa decisione – fa sapere il presidente dell’Anquap, Giorgio Germani – perché finora il confronto con i rappresentanti del dicastero è risultato del tutto insoddisfacente».

Il nodo retributivo

Da anni tutto il personale scolastico sta manifestando la propria situazione di disagio. Le problematiche che affliggono la categoria riguardano le retribuzioni (l’equiparazione del trattamento economico fondamentale dei Direttori SGA ai Direttori Amministrativi di Accademie e Conservatori; o l’indennità di direzione quota base e quota variabile, ferma da oltre 10 anni; o l’indennità mensile ai DSGA obbligati a lavorare in due scuole).

Nostre proposte per manovra e Pnrr

«Inoltre – ha aggiunto Germani – vogliamo far sentire, attraverso proposte concrete, la nostra voce anche sulla legge di Bilancio e sulle misure previste dal Pnrr per l’istruzione. Siamo stanchi della marginalizzazione e discriminazione messe in atto da ministero e governo. La politica deve accorgersi del nostro straordinario lavoro quotidiano».

C’è tempo fino al 28 gennaio per individuare il percorso giusto

da Il Sole 24 Ore

A differenza dello scorso anno, è necessario che la famiglia sia in possesso di una identità digitale: si potrà accedere al sistema utilizzando le credenziali Spid

di Eugenio Bruno e Claudio Tucci

Per 1,4 milioni di famiglie e studenti è entrata nel vivo la procedura per le iscrizioni online al prossimo anno scolastico, il 2022/23. Da ieri infatti i genitori, collegandosi al portale del ministero dell’Istruzione (www.istruzione.it/iscrizionionline/), potranno accedere al sistema per abilitare la funzione «Iscrizioni on line». Per farlo, tuttavia, a differenza dello scorso anno, è necessario che la famiglia sia in possesso di una identità digitale: si potrà accedere al sistema utilizzando le credenziali Spid (sistema pubblico di identità digitale), Cie (carta di identità elettronica) o Eidas (electronic identification authentication and signature). I genitori o coloro che esercitano la responsabilità genitoriale potranno individuare la scuola d’interesse attraverso il portale «Scuola in Chiaro», messo a disposizione dal ministero per dare informazioni dettagliate su ciascun istituto. Per l’iscrizione vera e propria alle prime classi di primaria, medie e superiori ci sarà tempo dalle ore 8 del 4 gennaio alle ore 20 del 28 gennaio. Per tutti gli studenti delle classi intermedie il passaggio alla classe successiva avviene d’ufficio a cura della scuola.

La procedura telematica

La procedura telematica (attiva dal 2012 per volere dell’ex ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo) può essere utilizzata anche per le iscrizioni alle scuole paritarie (che aderiscono volontariamente) e anche per i percorsi di istruzione e formazione professionale erogati in regime di sussidiarietà dagli istituti professionali e dai centri di formazione professionale accreditati dalle Regione (limitatamente a quelle che aderiscono alla procedura on line). All’infanzia le domande restano cartacee. All’atto di iscrizione, i genitori o gli esercenti la responsabilità genitoriale rendono le informazioni essenziali relative all’alunno/studente per il quale è richiesta l’iscrizione (codice fiscale, nome e cognome, data di nascita, residenza, etc.) ed esprimono le loro preferenze in merito all’offerta formativa proposta dalla scuola o dal centro di formazione professionale prescelto. Le famiglie prive di strumentazione informatica saranno supportate delle segreterie scolastiche.

Alle superiori nella domanda di iscrizione si dovrà indicare uno degli indirizzi di studio previsti dagli attuali ordinamenti. Una novità di quest’anno è che ci si potrà iscrivere anche a un percorso superiore di 4 anni anziché 5. Un recente provvedimento ministeriale ha ampliato la sperimentazione in atto, da 192 prime classi a mille.

In base alle regole del codice civile sulla responsabilità genitoriale, chi compila il modulo di domanda dichiara che la scelta della scuola per il figlio è eseguita con il consenso anche dell’altro genitore.

Il modulo di iscrizione può essere personalizzato da ciascuna scuola. Entro il 31 dicembre vanno pubblicati i moduli di iscrizioni personalizzati; se ciò non accade si procederà in automatico alla pubblicazione del modello di base.

La scelta della scuola

Oltre alla scuola prescelta si possono inserire, in subordine, altri due istituti (lo scorso anno, per rispondere alle regole Covid, diverse iscrizioni sono state smistate su seconde e terze scelte delle famiglie). Per gestire le eventuali eccedenze, le regole restano le stesse: ciascuna scuola individua specifici criteri di precedenza, mediante delibera del Consiglio di istituto da rendere pubblica prima dell’acquisizione delle iscrizioni stesse. I criteri vanno essere definiti in base a principi di ragionevolezza come, ad esempio, la vicinanza della residenza dell’alunno o particolari impegni lavorativi delle famiglie. Il ministero ricorda che è da evitare il ricorso a eventuali test di valutazione (come criterio di precedenza). L’estrazione a sorte dovrà essere l’extrema ratio. Qualora, tuttavia, si verifichi una eccedenza di domande rispetto ai posti disponibili nella scuola di prima scelta, le domande non accolte vengono indirizzate verso gli altri istituti per i quali è stato espresso il gradimento. In tal caso, il sistema “Iscrizioni on line” comunica ai genitori a mezzo posta elettronica di aver inoltrato la domanda di iscrizione all’istituto indicato in subordine.

La regola generale è che le domande di iscrizione sono accolte entro il limite massimo dei posti complessivamente disponibili nella singola istituzione scolastica, definito in base alle risorse dell’organico dell’autonomia (senza considerare l’organico per il recupero degli apprendimenti) e al numero e alla capienza delle aule, anche in ragione dei piani di utilizzo degli edifici scolastici.

La comunicazione ai genitori

Il sistema “Iscrizioni on line” avvisa in tempo reale, a mezzo posta elettronica, dell’avvenuta registrazione o delle variazioni di stato della domanda. I genitori o gli esercenti la responsabilità genitoriale possono comunque seguire l’iter della domanda inoltrata attraverso una specifica funzione web. L’accoglimento della domanda viene comunicato attraverso il sistema “Iscrizioni on line”.

Il ministero, a più riprese, ha ricordato a famiglie e studenti che i contributi scolastici sono volontari e distinti dalle tasse scolastiche che, al contrario, sono obbligatorie, ad eccezione dei casi di esonero. I genitori dovranno essere preventivamente informati sulla destinazione dei contributi, in modo da poter conoscere le attività che saranno finanziate con gli stessi, in coerenza con il piano triennale dell’offerta Formativa (Ptof).

Da ricordare infine che nel periodo 31 maggio – 30 giugno 2022 è prevista la possibilità per le famiglie di indicare l’attività alternativa alla religione cattolica tra quelle che la scuola avrà provveduto ad indicare. Come già lo scorso anno, sul portale delle iscrizioni verrà messa a disposizione una specifica sezione.

Spid e tre scuole per evitare brutte sorprese

da Il Sole 24 Ore

Vademecum per genitori e studenti ai tempi della pandemia. Come decidere, non solo dal punto di vista tecnico, ma soprattutto dei contenuti

di Eugenio Bruno

Ancora poche ore e per gli studenti italiani cominceranno le agognate vacanze di Natale. Con la pandemia che morde e la variante Omicron che impazza arrivarci tenendo aperte le scuole e proseguendo su larga scala le lezioni in presenza non è stato facile. Un fattore da considerare quando ci sarà da pensare all’anno prossimo e alla scuola dei propri figli. Il momento è adesso. O quasi. Dal 20 dicembre, infatti, è possibile accedere al portale del ministero dell’Istruzione e attivare la funzione “Iscrizioni online”; dal 4 al 28 gennaio si potrà prendere (e comunicare via web) la decisione vera e propria.

Nelle pagine della Guida del Sole24Ore i ragazzi e i genitori possono trovare tutto ciò che serve per compiere una scelta consapevole e orientata. Anche grazie alla collaborazione con l’Associazione nazionale presidi (Anp). Pensiamo soprattutto agli alunni di terza media che l’anno prossimo andranno in prima superiore. Iniziando a mettere un primo tassello per il loro futuro. Che poi, come ci ricorda il ministro Patrizio Bianchi, è un po’ anche il nostro.

Rinviando ai capitoli successivi della Guida per gli approfondimenti sulle regole e sui singoli indirizzi di studio in questa sede ci limitiamo a un paio di suggerimenti generali. E, speriamo, di buon senso. Il primo è di dotarsi dello Spid, perché senza un sistema di identità digitale (che può essere anche Cie o Eidas) stavolta non si può accedere alle iscrizioni online.

Il secondo è di non limitarsi a scegliere “la” scuola ma di individuare “le scuole” più adatte. Nel modulo se ne possono indicare tre ed è saggio farlo. A causa delle stringenti regole anti-Covid (che presumibilmente saranno in vigore anche nel 2022/23) e dei cronici problemi di spazio molti istituti nei mesi scorsi sono stati costretti a rigettare le domande in eccesso. E così gli studenti sono stati smistati in automatico sulla seconda o terza scelta. Meglio allora evitare gli automatismi ed essere padroni del proprio destino.

Rientro in classe, slittamento a fine gennaio? Sileri: “Possibile con curva dei contagi fuori controllo. Decideremo tra una settimana”

da OrizzonteScuola

Di Andrea Carlino

Potrebbe slittare di due settimane il rientro a scuola degli studenti (dunque a partire da lunedì 24 gennaio). A lanciare l’ipotesi è il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri: “Se i contagi arriveranno a quota 100mila al giorno dovremo ritardare di due settimane la riapertura della scuola dopo Natale”.

“Nulla è deciso – afferma ai microfoni di ‘Metropolis’, il podcast di Repubblica condotto da Gerardo Greco – Decideremo tra una settimana sulla ripresa della scuola, dipenderà dal picco della variante Omicron. Se abbiamo i numeri del Regno Unito, con 100mila contagi e gran parte di questi tra la popolazione non vaccinata o non vaccinabile – sottolinea il sottosegretario – quindi anche tra i soggetti più giovani, un ritardo del rientro a scuola consente un rallentamento del virus. In quel caso, non potremmo ricominciare la scuola subito”.

Anche Massimo Galli, già primario del reparto di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, ha commentato la situazione Covid-19 in Italia alla vigilia delle feste di Natale e Capodanno: “Il periodo natalizio ci consentirà di avere una pausa che permetterà di avere meno problemi a gennaio. La chiusura delle scuole, fisiologica durante le vacanze di Natale, aiuterà a evitare i danni. Dopodiché, o si prolunga questa chiusura se i contagi dovessero essere alti e se si mettesse male o veramente è arrivato il momento di considerare senza se e senza ma un obbligo vaccinale che metta le cose a posto”.

Il 23 dicembre la Cabina di Regia

A due giorni dalla Cabina di Regia si susseguono le indiscrezioni in merito alle nuove misure da varare. Alla riunione potrebbe essere valutata una eventuale ulteriore estensione dell’obbligo vaccinale a particolari categorie di maggiore contatto col pubblico, si pensa alla pubblica amministrazione, oppure l’estensione del certificato verde in versione rafforzata negli stessi ambiti. Altre misure sarebbero l’obbligo di mascherine all’aperto o la possibilità di richiedere un tampone, oltre al Green pass, per accedere a locali al chiuso particolarmente affollati, come le discoteche. Le nuove norme arriverebbero sul tavolo della cabina di regia con l’obiettivo di individuare strade per incoraggiare la popolazione a osservare comportamenti prudenti durante le festività.

Misure più probabili

Riduzione del green pass da 9 a 6 mesi.

Obbligo vaccinale per tutti i dipendenti pubblici e per i lavoratori della ristorazione.

Tampone per accedere ai grandi eventi (concerti, discoteche, stadi)

Super green pass (cioè occorrerà essere vaccinati o guariti dall’infezione da Covid) per aerei, treni e navi.

Misure in bilico

Coprifuoco per i non vaccinati a Capodanno

Super green pass (cioè occorrerà essere vaccinati o guariti dall’infezione da Covid) anche per bus, metro e tram.

Obbligo di mascherina all’aperto

Misure meno probabili

Tamponi per accedere al cinema, al teatro e ai ristoranti.

Obbligo vaccinale per tutti i lavoratori

Obbligo vaccinale per tutti gli studenti

Pensioni docenti e ATA, fino al 14 gennaio aperte funzioni di monitoraggio pratiche

da OrizzonteScuola

Di redazione

Nota ministero Istruzione 38814 del 14 dicembre 2021: attivazione funzioni di monitoraggio domande pensioni docenti e ATA. Non sono compresi nel monitoraggio i dirigenti scolastici, i quali possono presentare domanda fino al 28 febbraio 2022 e le eventuali domande cartacee previste dalla circolare n. 30142 dell’1 ottobre 2021 per le cessazioni dal servizio.

L’utente dovrà indicare, per ciascuna posizione, se la pratica di pensione è stata lavorata in SIDI o Passweb, o, indipendentemente dal sistema utilizzato, indicare se:

  • la pratica di pensione è stata completata;
  • la pratica di pensione è stata parzialmente lavorata;
  • la pratica di pensione non è stata ancora lavorata;
  • se sono stati definiti e trasmessi i provvedimenti ante subentro eventualmente giacenti.

Inoltre, è presente un campo in cui è possibile segnalare se la posizione non è stata completata perché in attesa dell’esito della pratica di riscatto della laurea e/o riscatto e computo da parte di INPS

Le funzioni di rilevazione saranno disponibili dal 20 dicembre 2021 al 14 gennaio 2022, con il successivo invio dei dati all’ INPS.

NOTA 38814

Sicurezza nella scuola: cambiano le regole, i dirigenti non saranno più responsabili

da La Tecnica della Scuola

Di Reginaldo Palermo

E’ stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 20 dicembre il testo della legge 215 del 17 dicembre con cui è stato convertito il decreto 146 di fine ottobre.
Il provvedimento contiene una disposizione di particolare importanza per le scuole, molto attesa soprattutto dai dirigenti scolastici.
Si tratta di una modifica significativa al decreto legislativo 81 del 2008 in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro.

Nell’articolo 18 del decreto 81 viene infatti introdotto un nuovo comma che così recita: “I dirigenti delle istituzioni scolastiche sono esentati da qualsiasi responsabilità civile, amministrativa e penale qualora abbiano tempestivamente richiesto gli interventi strutturali e di manutenzione necessari per assicurare la sicurezza dei locali e degli edifici assegnati, adottando le misure di carattere gestionale di propria competenza nei limiti delle risorse disponibili a legislazione  vigente”.

Inoltre si stabilisce anche che “qualora i dirigenti, sulla base della valutazione svolta con la diligenza del buon padre di famiglia, rilevino la sussistenza di un pericolo grave e immediato, possono interdire parzialmente o totalmente l’utilizzo dei locali e degli edifici assegnati, nonché ordinarne l’evacuazione, dandone tempestiva comunicazione all’amministrazione tenuta, ai sensi delle norme o delle convenzioni vigenti, alla loro fornitura e manutenzione”.

Cambiano anche le regole per la redazione del documento di valutazione dei rischi. Per i rischi strutturali, infatti la valutazione e l’individuazione delle misure necessarie a prevenirli sono di esclusiva competenza dell’amministrazione tenuta, ai sensi delle norme o delle convenzioni vigenti, alla loro fornitura e manutenzione.

Entro 60 giorni dalla entrata in vigore della legge, e cioè entro il 20 febbraio il Ministro dell’istruzione, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, sentita la Conferenza Stato-Città ed autonomie locali, dovrà stabilire le modalità di valutazione congiunta dei rischi connessi agli edifici scolastici.

La legge di bilancio 2022 passa al Senato. I nodi irrisolti sulla scuola

da La Tecnica della Scuola

Di Carla Virzì

Con la relazione del senatore Daniele Pesco, del gruppo a 5 Stelle, oggi martedì 21 dicembre, la legge sulla manovra finanziaria ha lasciato la commissione Bilancio per approdare al Senato dove la discussione del disegno di legge n. 2448, bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024, è stata aperta e dovrà concludersi, con buona probabilità, prima di Natale, per poi riprendere il suo corso alla Camera e arrivare alla sua versione definitiva entro fine anno.

Quali nodi irrisolti per il mondo della scuola?

Organico Covid Ata

Quali nodi irrisolti sulla scuola? In primis la questione dell’organico Covid relativo ai collaboratori scolastici, i cui contratti in un primo momento non erano stati rinnovati oltre la scadenza del 31 dicembre 2021, ma rispetto ai quali – rassicura la sottosegretaria all’Istruzione Barbara Floridia – si dovrebbe essere giunti alla quadra. Insomma, il Ministero avverte che la proroga dei contratti è ormai cosa fatta, il dubbio riguarda i numeri. La proroga riguarderà tutti i precedenti assegnatari del contratto o solo una parte? Il denaro stanziato, cioè, sarà sufficiente a rinnovare l’intero organico?

Dimensionamento istituti

La stessa Floridia parla anche di oltre 120 milioni di euro stanziati per estendere anche per i prossimi due anni scolastici l’assegnazione di dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi agli istituti con almeno 500 studenti, 300 per le scuole delle piccole isole e dei comuni montani.

Meritocrazia e stipendi

Con lo sciopero del 10 dicembre, le sigle sindacali hanno esercitato un forte pressing sul Governo per rivedere l’articolo 108 della bozza di legge di Bilancio, relativo alla Valorizzazione della professionalità dei docenti. Un articolo che prevede un fondo speciale a carattere premiale, fortemente criticato dai sindacati per la cifra irrisoria messa a disposizione degli incrementi stipendiali (attorno ai 200milioni di euro, insufficienti per quell’aumento a 3 cifre che ci si aspetta nel mondo della scuola); e per la formula che lega la crescita della remunerazione docenti alla dedizione all’insegnamento.

Dalla versione definitiva della legge di Bilancio, i docenti si aspettano finanziamenti più cospicui (i sindacati chiedono 1 miliardo sugli stipendi, per equiparare il docente alle altre professioni di uguale livello di competenza entro il Ministero), oltre che la scomparsa della voce dedizione.

Educazione motoria a scuola primaria

Quanto alla questione dell’educazione motoria, sebbene l’articolo 109 della bozza di manovra disponga l’introduzione di tale insegnamento nella scuola primaria nelle classi quarte e quinte (non più di due ore settimanali di insegnamento aggiuntive), in tanti chiedono di estendere il provvedimento a tutti e 5 gli anni di scuola primaria.

Scuola, proroga contratti organico Covid Ata e altro, Floridia: “importanti risultati”

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

La sottosegretaria all’Istruzione, Barbara Floridia ha rilasciato alcune dichiarazioni sulle novità che in queste ultime ore riguardano la scuola.

“Il lavoro del Movimento 5 Stelle al servizio della scuola italiana è stato incessante ed ha portato in queste ore ad alcuni importanti risultati. Si parte dalla proroga degli incarichi temporanei legati all’emergenza Covid per il personale Ata per arrivare a quella sul dimensionamento scolastico. È stato infatti approvato l’emendamento che stanzia oltre 120 milioni di euro per estendere anche per i prossimi due anni scolastici l’assegnazione di dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi agli istituti con almeno 500 studenti, 300 per le scuole delle piccole isole e dei comuni montani”.

“Proprio in tema di isole minori – continua Barbara Floridia – è stato approvato l’emendamento per l’attribuzione di un’indennità da sede disagiata per i docenti assegnati nelle piccole isole, con uno stanziamento di 3 milioni di euro per il 2022 in una sezione del fondo per il miglioramento dell’offerta formativa”.

Infine, conclude la sottosegretaria: “Da segnalare poi l’approvazione dell’emendamento M5S che autorizza il Ministero dell’Istruzione ad assumere il personale ex lsu per servizi di pulizia e igienizzazione degli ambienti scolastici. Merita di essere menzionate infine l’accordo per finanziare con 120 milioni in tre anni i servizi di supporto psicologico a scuola per combattere le forme di malessere legate alla pandemia Covid”.

Casa (M5S): “Stanziamenti non sufficienti”

Anche Vittoria Casa, presidente commissione Cultura Scienza e Istruzione, ha commentato le ultime novità: “Gli stanziamenti per la scuola previsti nell’attuale versione della Legge di bilancio sono insufficienti a garantire tutto il personale assunto per l’emergenza pandemica. Si rischia così di lasciare gli istituti scolastici senza il supporto necessario per garantire lo sdoppiamento delle classi, il distanziamento tra studenti e la didattica in presenza; tutto ciò in un contesto di forte risalita dei contagi. Si tratta di uno scenario preoccupante, compatibile solo con l’accettazione di una intollerabile prospettiva di ritorno alla Dad”.

“Occorre prorogare fino a giugno i contratti di tutti i lavoratori assunti per l’emergenza pandemica, prevedendo la distribuzione dei fondi disponibili sulla totalità dell’organico e considerando l’opportunità di ulteriori stanziamenti” conclude Vittoria Casa.

Obbligo vaccinale, FLC CGIL: dal Ministero pareri imprecisi e approssimativi

da La Tecnica della Scuola

Siamo già alla terza nota in pochi giorni sulle modalità applicative dell’obbligo vaccinale per il personale scolastico. Ma i dubbi sono ancora molti e tanta è la confusione in cui i Dirigenti scolastici sono costretti ad operare.

In particolare, l’ultima nota del 20 dicembre ritorna sulla problematica della cosiddetta “infermità”, introducendo ulteriori elementi che, secondo quanto evidenzia la FLC Cgil, risultano inesatti se non addirittura inesistenti sul piano normativo e contrattuale.

Icotea

Il termine “infermità” – scrive il sindacato – è infatti rinvenibile nell’articolo 17 del CCNL 2006-2009 come sinonimo di malattia e non come istituto a sé stante, come sembrerebbe lasciar intendere la nota.
Nella nota, infatti, si afferma che non sono soggetti a verifica coloro che “versano nelle condizioni di infermità, previste dalla normativa vigente e certificate dalle competenti autorità sanitarie, che determinano l’inidoneità temporanea o permanente al lavoro”. Ebbene l’inidoneità “temporanea o permanente” – che viene certificata dalle competenti commissioni presso le ASL – può essere inidoneità “a qualsiasi proficuo lavoro” (e non “al lavoro”, espressione che non esiste) oppure inidoneità alle proprie mansioni
”.

In proposito, la FLC Cgil continua sottolineando che, “qualora fosse inidoneità “a qualsiasi proficuo lavoro”, il personale sarebbe dispensato dal servizio senza alcun rapporto con l’amministrazione scolastica.
Invece, in caso di inidoneità (permanente o temporanea) alle proprie mansioni, il personale fruisce dell’istituto contrattuale dell’assenza per malattia oppure è in servizio ed utilizzato, a domanda, in altre mansioni o mansioni ridotte. In quest’ultimo caso – e contrariamente a quanto si afferma nella nota – il suddetto personale, essendo in servizio nella scuola, va certamente sottoposto alle procedure di verifica dell’avvenuta vaccinazione
”.

Da quanto sopra è evidente come ci sia poca chiarezza sulla questione. “Così non si può andare avanti – conclude il sindacato – e diventa non più rinviabile un chiarimento di tipo politico.