Master 2024. Guida alla scelta

In edicola mercoledì 27 settembre

Master post laurea

La guida completa per scegliere il percorso giusto

Il Sole 24 Ore dedica una guida di 80 pagine ai master post-laurea, con la panoramica completa delle proposte delle università italiane e dei principali enti di formazione privati

La laurea non è tutto. Per entrare nel mondo del lavoro, dopo tre o cinque anni di percorso universitario, è necessario passare da una dimensione accademica a una più vicina alle attività professionali, investendo sulle proprie competenze e i propri talenti, acquisendo titoli, qualifiche, specializzazioni. Per costruirsi una carriera in linea con le proprie aspirazioni serve arricchire il proprio bagaglio di nuove conoscenze e abilità: i master, di I e II livello, rappresentano un valore aggiunto, un canale che facilita l’ingresso nel mercato del lavoro. Per questo Il Sole 24 Ore dedica mercoledì 27 settembre una guida di 80 pagine a questi percorsi post-laurea, con la panoramica completa delle proposte delle università italiane e dei principali enti di formazione privati, che vedono arricchire i propri programmi con materie nuove che spaziano dall’intelligenza artificiale alla sostenibilità. La guida è arricchita da focus sull’estero, indicati per le aree del management, della finanza e fintech, delle nuove tecnologie, di ambiente, sostenibilità e studi in area scientifica, giuridica e umanistica. E non mancano i ranking internazionali dei migliori master e le certificazioni riconosciute in Italia e nel resto del mondo. Investire su un master post-laurea offre buone chance di trovare lavoro. A un anno dal titolo, la percentuale di chi lavora è pari all’86%: 85,3% per i diplomati di master di primo livello e 86,9% per quelli di secondo livello (rispetto al 75,4% di un laureato triennale e al 77,1% di un laureato magistrale), come evidenziato dal report del consorzio interuniversitario AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei diplomati di master, contattati nel 2022 a un anno dal conseguimento del titolo (12.976 diplomati di master del 2021 di 29 atenei). Inoltre molti enti mettono a disposizione borse di studio e agevolazioni a copertura totale o parziale delle quote di iscrizione, di cui nell’instant book del Sole 24 Ore – in edicola mercoledì 27 settembre a 1 euro, oltre al costo del quotidiano – viene data ampia documentazione, oltre alle detrazioni fiscali disponibili.

AA.VV., Una scuola sostenibile

Una scuola sostenibile, a cura di N. Serio, Armando, Roma, 2023

di Mario Castoldi

Il volume curato da Nicola Serio con contributi di C.Ambrogetti, L.Balduzzi, G.Boselli, P.Crispiani, R.Facchini; L.Lega, L.Lelli, A.Melucci, U.Savini, G.Toschi è imperniato sulla ricostruzione del percorso professionale di otto maestri pedagogisti dell’area emiliano- romagnola e rappresenta una testimonianza straordinaria della vitalità della scuola militante italiana, in particolare negli anni ’70-’80-‘90 dello scorso secolo. Si è trattato di un periodo nel quale si sono sprigionate energie impensabili, in tutti i campi della società, sotto la spinta della rivoluzione culturale del ’68. Anche il mondo della scuola è stato investito da una ventata di rinnovamento che si è riflessa in cambiamenti istituzionali di portata storica (avvio del tempo pieno nei primi anni ’70, Decreti delegati nel ’74, Legge 517/77). Un vortice trasformativo che ha segnato le vite professionali (e personali) di centinaia di maestri, professori, direttori didattici, presidi, ricercatori e ha proseguito la sua corsa anche nei decenni successivi, sia attraverso esperienze pilota, sia attraverso percorsi individuali nel campo della scuola, della formazione, dell’Università. La regione Emilia-Romagna si è caratterizzata fin da subito come il cuore pulsante di questo processo, come ben rappresentano le vicende personali ricostruite nel volume.

Trasversalmente agli itinerari individuali dei singoli protagonisti si possono riconoscere alcuni movimenti di lunga durata scaturiti in quegli anni, come rilancio di orientamenti già presenti nella riflessione educativa del Novecento più avanzata, sebbene estranei alle aule scolastiche. “Onde lunghe” riprese e amplificate dal ’68, almeno nel nostro paese, a partire dal manifesto educativo di quella stagione nel nostro paese, riconoscibile nel volume realizzato dai ragazzi della Scuola di Barbiana “Lettera ad una professoressa”; un manifesto educativo, peraltro, più attento alla “pars destruens” del rinnovamento educativo piuttosto che alla “pars costruens”, all’analisi critica del fenomeno piuttosto che alla proposta.

La prima “onda lunga” riguarda il movimento dai contenuti di sapere alle competenze, in risposta al carattere nozionistico della tradizione scolastica. Muove da un’istanza di rottura della separazione tra scuola e vita che ha caratterizzato da sempre l’educazione formale, nella prospettiva di problematizzare quella natura “tra parentesi” della scuola rispetto alla realtà che costringe spesso la formazione scolastica in una sorta di bolla. Da qui una prospettiva di apprendimento come comprensione del senso e capacità di trasferire il sapere in altri contesti, che si alimenta quindi della relazione con le situazioni di vita. Da qui il passaggio dal tradizionale triangolo didattico “insegnante-allievi-contenuti di sapere” ad un quadrilatero, attraverso l’aggiunta del polo delle situazioni di vita che riconducono i contenuti di sapere a mezzi, piuttosto che a fini, dell’azione formativa.

La seconda “onda lunga” riguarda il movimento dal focus sulle prestazioni al focus sui processi d’apprendimento, in risposta al carattere selettivo della tradizione scolastica. L’attenzione tende a spostarsi dal “come si apprende” al “che cosa si apprende”, attraverso l’esplorazione della parte sommersa dell’iceberg dell’apprendimento, fatta di processi cognitivi e operativi e di disposizioni ad agire. Da qui un recupero della funzione formativa del valutare, vista come risorsa per l’apprendimento, accanto alla tradizionale funzione di controllo. Da qui un’istanza didattica volta a dare visibilità ai processi che caratterizzano l’esperienza di apprendimento, attraverso un’estensione del repertorio di metodologie didattiche, una valorizzazione delle routine di pensiero (vd. Project Zero – Harward University), un’attenzione alla dimensione metacognitiva dell’apprendere.

La terza “onda lunga” riguarda il movimento dalla mediazione didattica all’ambiente di apprendimento, come risposta all’istanza di differenziazione didattica emergente da una scuola sempre più plurale e diversificata. L’espressione “ambiente di apprendimento” richiama un allargamento dello sguardo didattico anche a quelle dimensioni organizzative e strutturali, accanto alle tradizionali dimensioni metodologiche e relazionali; oltre alla componente “software” dell’ambiente di apprendimento, fatta di scelte metodologiche e di dinamiche relazionali, si esplora anche la componente “hardware” che richiama le diverse componenti del setting formativo: spazi, tempi, regole, arredi, attrezzature, sussidi. Sulla scorta della poderosa ricerca Innovative Learning Environments promossa dall’OCSE, oltre alla componente “micro” dell’ambiente di apprendimento, possiamo richiamare anche la componente “meso”, l’ambiente organizzativo per l’apprendimento, e la componente “macro”, le relazioni con la comunità territoriale. Il principio sotteso a tale estensione della prospettiva riprende le parole di Mc Luhan: “il medium è messaggio”, il piano della relazione metacomunica un messaggio formativo pervasivo e profondo che condiziona il piano del contenuto.

Si tratta di movimenti di lunga durata, che riverberano i loro effetti anche nella scuola di oggi e trovano nei percorsi esistenziali e professionali ricostruiti nel volume “dedicato alla gente di Romagna” una testimonianza esemplare.

EITA- European Innovative Teaching Award

Scuola: quattro progetti Erasmus+ italiani vincono premio EITA 2023

Il 23 e 24 novembre a Bruxelles l’evento con i rappresentanti dei 93 progetti premiati per l’insegnamento innovativo 

Firenze, 25 settembre 2023 – La Commissione europea ha annunciato oggi gli istituti scolastici vincitori dell’edizione 2023 del Premio europeo per l’insegnamento innovativo EITA- European Innovative Teaching Award. Il riconoscimento celebra i risultati raggiunti da docenti e scuole che utilizzano pratiche di insegnamento e apprendimento innovative in partnership europee.

Il premio EITA è stato assegnato ai progetti Erasmus+ realizzati e già conclusi, selezionati dalle Agenzie nazionali Erasmus+ su base annuale, a partire dal 2021. In questa edizione sono stati selezionati 93 progetti da 32 diversi paesi europei. 

Nel 2023, il tema di EITA è “Educazione e innovazione”, in collegamento all’Anno europeo delle competenze, al fine di esplorare l’introduzione di tecnologie esistenti ed emergenti nei sistemi educativi contemporanei. In particolare, sono stati selezionati progetti Erasmus legati all’ uso dell’intelligenza artificiale, la robotica, il coding, la programmazione, la realtà virtuale e l’imprenditorialità. 

Ogni paese aderente al Programma ha selezionatoquattro progetti Erasmus+. In l’Italia l’Agenzia nazionale Erasmus+ Indire ha individuato le attività migliori realizzate dagli istituti scolastici (dalla prima infanzia alla secondaria) nell’Azione Chiave 1 per la mobilità e Azione Chiave 2 per la cooperazione in progetti. Per il settore dell’Istruzione e della formazione professionale (VET), invece, la selezione del progetto Erasmus+ è stata curata dall’Agenzia Erasmus+ Inapp.  

Le scuole selezionate rappresentano tutti i livelli scolastici: educazione e cura della prima infanzia; istruzione primaria; istruzione secondaria di I grado e di II grado con percorsi generali; istruzione secondaria di II grado con percorsi di istruzione e formazione professionale (istituti tecnici/professionali). Nella fase di selezione dei progetti, le Agenzie hanno tenuto conto di una serie di indicatori di qualità inerenti le metodologie, gli ambienti di apprendimento, l’impatto sui processi di apprendimento e insegnamento nella scuola. 

Le scuole italiane vincitrici di EITA 2023 

Il progetto Art Creativity Coding – full steam ahead!, coordinato dal 2° circolo didattico S. Giovanni Bosco di Ruvo di Puglia, Bari è stato selezionato per il livello educazione e cura della prima infanzia. Qui le scuole, coordinate dall’insegnante Angela Ippedico, sono state impegnate in un partenariato con istituti di Turchia, Polonia, Portogallo, Grecia e Lettonia. Insieme hanno lavorato per migliorare la motivazione degli alunni nell’uso delle tecnologie e scienze applicati agli ambiti artistici e della creatività. Il progetto ha coinvolto anche gli alunni più piccoli della scuola dell’infanzia, oltre che quelli della primaria e della secondaria inferiore. Tra le metodologie adottate: l’apprendere facendo, l’apprendimento cooperativo e quello basato sui problemi. 

Il riconoscimento EITA 2023 per il settore dell’Istruzione e formazione tecnico professionale va all’istituto di istruzione superiore Luigi di Savoia di Chieti per il progetto Integrated learning & Digcomp Evaluation – ILDE. La partnership ha visto collaborare insieme scuole di Italia, Austria, Francia, Grecia e Svezia. L’obiettivo del progetto, coordinato dall’insegnante Massimo Ciancio, era verificare l’impatto degli strumenti digitali nell’insegnamento integrato della lingua madre e lingua straniera. Dopo un’analisi iniziale, i partner hanno sviluppato 5 unità didattiche integrate in versione digitale e non digitale per ottenere un miglioramento delle competenze di base, sull’apprendimento della lingua, sul miglioramento delle competenze digitali e imprenditoriali. Le nuove metodologie sono state poi testate su un campione studenti, con risultati positivi nel miglioramento delle competenze. 

Al liceo scientifico Statale “F.Masci” di Chieti va il premio per il progetto Coding the future, relativo al livello istruzione secondaria generale. L’insegnante Sara Solipaca ha coordinato un progetto per la mobilità Erasmus+ rivolto allaformazione di 15 insegnanti dell’area scientifico matematica. I docenti sono stati coinvolti in corsi di formazione di una settimana su 5 competenze digitali: elaborazione delle informazioni, creazione di contenuti digitali, comunicazione, sicurezza e risoluzione dei problemi. Durante il corso i partecipanti sono entrati in contatto con piattaforme web, applicazioni, app mobili e hanno sperimentato in modo diretto come incorporare il Coding e il Pensiero Computazionale nel Curriculum scolastico, esplorando e valutando le ultime tendenze e gli approcci all’insegnamento dell’alfabetizzazione digitale, nonché condividendo buone pratiche di strumenti ICT. 

Il progetto “E.S.S.E:N.C.E.- Entrepreneurial Skills in Schools Education: Nurturing Citizenship and Entrepreneurship” dell’istituto comprensivo Fontanile Anagnino di Roma si è aggiudicato il riconoscimento per il livello di istruzione primaria. Il partenariato, seguito nella scuola dalla docentePaola Maria Delpozzo, ha coinvolto scuole e università di Italia, Finlandia, Polonia, Portogallo, Spagna, Svezia e Turchia. Attraverso il miglioramento del profilo professionale degli insegnanti, ESSENCE ha aiutato gli studenti ad acquisire e valutare le competenze imprenditoriali, consentendo lo sviluppo competenze trasversali come il pensiero critico, la creatività e la percezione di sé, e introducendoli, con il gioco, al mondo professionale e promuovendo la loro cittadinanza attiva. È stato realizzato un percorso di formazione per l’insegnamento per migliorare le strategie per l’insegnamento delle competenze imprenditoriali, tecniche di valutazione e l’utilizzo di uno strumento digitale, l’E-portfolio, per le attività di valutazione e autovalutazione.  

I prossimi 23 e 24 novembre è in programma una Cerimonia europea con i rappresentanti dei 93 progetti premiati per l’insegnamento innovativo, che si terrà a Bruxelles organizzata dalla Commissione europea. Il 24 ottobre prossimo in un evento organizzato congiuntamente dalle due Agenzie nazionali coinvolte nell’iniziativa, INDIRE e INAPP, sarà la consegna ufficiale dei certificati e la premiazione dei vincitori italiani. 

Hashtag ufficiale #EITA2023 

Maggiori info su EITA 2023:https://www.erasmusplus.it/news/formazione-professionale/eita-2023-terza-edizione-del-il-premio-europeo-per-linsegnamento-innovativo/

Tortellante

Apre la bottega “Tortellante”: raddoppia l’inclusione delle persone autistiche

Vita del 25/09/2023 

Tortellante, il laboratorio dove giovani e adulti nello spettro autistico imparano a produrre pasta fresca fatta a mano, inaugura a Modena anche una bottega per la vendita dei tortellini, ampliando l’offerta delle attività lavorative per 27 ragazzi con un’età compresa tra i 15 e i 27 anni

Dopo 5 anni di attività, Tortellante, il laboratorio dove giovani e adulti nello spettro autistico imparano a produrre pasta fresca fatta a mano, inaugura a Modena la prima bottega dedicata alla vendita e agli eventi di degustazione di tortellini.

Del progetto, voluto dallo chef stellato Massimo Bottura con sua moglie Lara Gilmore fa parte il laboratorio lavorativo per la confezione dei tortellini, fondato a fine 2018, e a un appartamento didattico (tra poco diventeranno due) per i progetti residenziali di autonomia, sorti nel comparto dell’ex Mercato Ortofrutticolo di Modena.
Tra le novità, anche l’apertura di uno Sportello Autismo, punto di ascolto e sostegno aperto a tutta la cittadinanza per ottenere informazioni, supporto e consulenza, contribuendo così a una maggiore sensibilizzazione e comprensione dell’autismo nella comunità.

Il Tortellante coinvolge 27 ragazzi con un’età compresa tra i 15 e i 27 anni ed è prima di tutto un laboratorio terapeutico abilitativo che insegna a giovani e adulti con disturbi dello spettro autistico a stare all’interno di un contesto lavorativo, collaborando con diverse persone, socializzando e producendo pasta fresca fatta a mano.

In questo un ruolo fondamentale e cardine è svolto dalle nonne volontarie che sono le vere detentrici della tradizione emiliana del tortellino, e dallo staff scientifico altamente qualificato, costituito da 15 operatori e capitanato da Franco Nardocci, un’autorità nel campo dell’autismo.

Come dimostrato anche da una ricerca scientifica condotta da UniMoRe sul progetto, grazie al lavoro quotidiano e ai progetti di vita individuali i partecipanti hanno conseguito significativi miglioramenti sul piano della socializzazione e dell’autonomia, con conseguenti riscontri positivi anche per le famiglie.

«Abbiamo puntato fin da subito sul rigore scientifico dei nostri interventi, con progetti di vita personalizzati per ciascun partecipante come indicato dalle Linee Guida Nazionali», spiega Erika Coppelli, presidente dell’Associazione e mamma di Filippo.  «Ora siamo fiduciosi sulla possibilità di accreditamento del progetto perché il nostro obbiettivo è di garantire un futuro dignitoso per i nostri figli, anche nel Dopo di Noi. E perché, come si dice al Tortellante, Pasta Libera Tutti!».

Anche per la realizzazione della Bottega, così come già per la ristrutturazione e attrezzatura della nuova sede del Tortellante, l’associazione si è fatta interamente carico dei costi per il diritto di superficie, la ristrutturazione e le attrezzature. Ma in aiuto alle famiglie si sono attivati ancora una volta diversi sponsor: Fondazione di Modena, Florim, Usco, BPER Banca, Fondazione Banco San Geminiano e San Prospero, Rotary Vignola – Castelfranco Emilia – Bazzano, Rotary Castelvetro – Terra dei Rangoni, Soroptimist Club Modena.di Sabina Pignataro

Il potere dell’incontro

Il potere dell’incontro

di Vincenzo Andraous

I ragazzi si danno appuntamento in chat, condividono tutto, in quel tutto ci sta dentro il recinto circondato dal filo spinato dove tutto può esser condiviso, appunto, anche le miserabilità più disumane.

Attraverso i social, condividono e diffondono le immagini dei bulli per vocazione, dei maledetti per forza, della violenza, delle prevaricazioni, delle risse.

C’è un uso sopruso della rete, arrivando a ingenerare una vera e propria malattia ossessiva compulsiva della comunicazione.

Eppure nonostante quel che c’è ai bordi del percorso di ognuno e di ciascuno, che invocarisposte forcaiole e carcerocentriche, rimane a fare da ponte la vita e la conoscenza della cultura del bello, ripartendo dalle famiglie, dalla scuola, dall’oratorio, dall’importanza dell’incontro con chi alto è non per altezza fisica, bensì per autorevolezza conquistata sul campo.

Quelle persone che sono esempi che lasciano tracce e orme indelebili impossibili da non vedere-sentire, da seguire per apprendere il valore del rispetto per se stessi e per gli altri.

Ho avuto la fortuna di esser invitato a partecipare alla settimana comunitaria in un oratorio, tanti ragazzi e ragazze di svariateparrocchie, la tematica che ci ha accompagnati è stata “A ritmo di relazioni”, che ci ha permesso di fare un pezzo di strada insieme alla scoperta di cosa significhi davvero mettersi in relazione, comprendere che l’altro c’è e come, occorre finalmente guardare a un palmo dal proprio naso, dove non vediamo, peggio, non intendiamo proprio vedere.

E’ stato un incontro autentico, senza maschere, a tratti aspro, duro, urticante, perché la vita quella che risulta essere un’avventura eccezionale, è fatta anche di cadute e di inciampi, di buchi neri profondi, di sconosciuti che ti vengono incontro, stendono il loro braccio, stringono forte la tua mano, ti sradicano letteralmente dalla fossa costruita a misura.

Qualcuno ha detto come le nostre radici possono, se ben curate, diventare delle ali. Molti dei presenti che ho ascoltato con attenzione hanno preso nota e cura di come nel coltivare la relazione risulti una vera e propria salvavita la comprensione di valori come libertà, rispetto, dignità, solidarietà, amore.

Ho pensato davvero a quanto sia importante amarsi e perdonarsi, perché “se manca l’altro non stai vivendo, ma stai sopravvivendo”.

Manovra 2023, per la scuola poco o niente? L’aumento degli stipendi sembra per adesso una chimera

da OrizzonteScuola

Di Fabrizio De Angelis

Per la scuola nella prossima legge di bilancio non pare esserci nulla di importante. Anzi, per adesso proprio nulla. Ma se dovesse arrivare qualcosa appare improbabile scommettere su risorse importanti come quelle per l’aumento di stipendio del personale scolastico.

La prossima settimana, infatti, dovrebbe essere presentata la Nadef, che potrebbe portare a una revisione al ribasso delle previsioni sul PIL.

Addentrandosi nel dettaglio, dalle prime previsioni, per la stesura della manovra 2023, il governo ha bisogno di trovare coperture per circa 30 miliardi di euro, mentre al momento ne sono certi solo 5,5 miliardi. Tra le spese previste, 9 miliardi sono necessari per il taglio del cuneo fiscale, 4 miliardi per la sanità, e 2 miliardi per il pacchetto pensioni.

Dunque, al momento, appare irrealistico pensare che si riusciranno a mettere risorse importanti per il personale scolastico. Misure che però sono richieste dato che dovrebbe partire la nuova trattativa per il rinnovo contrattuale del comparto Istruzione 2022/2025. E certamente le aspettative di rimpinguare le buste paga di docenti e ATA sono tante, specialmente alla luce dell’ultimo rinnovo arrivato con estremo ritardo portando nelle tasche un aumento medio di 100/120 euro lordi ai docenti.

Eppure il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha indicato più volte come prioritario il tema dell’aumento delle retribuzioni.

Legandolo spesso anche alla questione del prestigio sociale degli insegnanti, secondo il Ministro se si vogliono dare più “strumenti ai docenti per rafforzare autorevolezza“, quello della retribuzione non può essere un tema secondario. “Gli stipendi degli insegnanti non sono adeguati, proveremo a fare di più“, ha detto proprio pochi giorni fa.

Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha puntato i riflettori sulla questione salari docenti, nel corso dell’inaugurazione dell’anno scolastico a Forlì.

Dobbiamo incoraggiare il lavoro di tanti insegnanti, entusiasti e volenterosi, aiutare la loro strada per camminare insieme agli studenti, evitando che cambino ogni anno, con la necessità di ricostruire ogni volta il rapporto con loro”, ha detto Mattarella, aggiungendo: “Assicurando loro condizioni economiche adeguate, e restituendo pienamente alla loro funzione il prestigio che le compete nella società e che talvolta è messo in discussione da genitori che non si rendono conto di recar danno ai propri figli“.

Dunque, quello della retribuzione è un tema sempre richiamato ma che al momento non vede concretizzare i propositi.

Intervistato da Orizzonte Scuola, il segretario generale della Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile, ha detto a tal proposito: “Lo scorso anno lo scenario proposto dalla legge di bilancio approvata in Consiglio dei Ministri poco o quasi nulla ha previsto sulla scuola. E’ vero, il Ministro Valditara si era appena insediato. Quest’anno ha la possibilità, insieme all’Esecutivo, di cambiare rotta”.

E ancora: “Ad esempio, modificare i parametri che hanno portato al dimensionamento della rete scolastica previsto dalla Finanziaria 2023 oltre a stanziare le risorse necessarie per valorizzare il personale della scuola. La proposta da lui stesso formulata, a Saragozza, agli altri Ministri Europei dell’istruzione – quella di lasciare la scuola fuori dai vincoli di Bilancio – ci trova d’accordissimo. Si tratta anche di una nostra rivendicazione sulla quale è necessario lavorare e insistere per realizzarla. Lo sosteniamo da sempre: sulla scuola non si fa cassa, è necessario investire”.

La Cisl Scuola, “in riferimento alla legge di bilancio, banco di prova delle intenzioni del Governo anche rispetto ai prossimi rinnovi contrattuali, indica come obiettivo da perseguire anche quello di rendere strutturale il finanziamento per i docenti tutor, la cui presenza va estesa almeno alla scuola secondaria di I grado”.

Altri obiettivi che devono trovare necessaria copertura economica – prosegue il sindacato – sono la stabilizzazione del personale ATA e il prolungamento per l’intero anno delle supplenze finalizzate alla gestione dei progetti PNRR“.

Molto chiara la posizione di Marcello Pacifico, presidente ANIEF: “la scuola ha bisogno almeno di un miliardo in più da stanziare con la prossima Legge di bilancio, perché ci sono diversi ambiti su cui intervenire d’urgenza, a partire dagli organici aggiuntivi, indispensabili per attuare nei prossimi tre anni il Pnrr come pure per dare supporto all’autonomia scolastica, che non possono certamente limitarsi ad un pugno di unità di personale Ata da contrattualizzare fino a dicembre 2023”.

Se il Governo vuole davvero abbattere le percentuali altissime di dispersione scolastica presenti in certe province, soprattutto del Meridione e delle grandi isole, non basta agire sulle infrastrutture e nelle tecnologie, ma occorre investire nelle risorse umane che portano avanti il sistema. Come pure sui loro stipendi, che ad oggi rimangono privi anche dell’indennità di vacanza contrattuale: si tratta di fare avere subito 100 euro medi al mese, più quasi 2mila di arretrati dell’ultimo anno e mezze, sempre in attesa del rinnovo del nuovo contratto”, aggiunge.

Nuovi percorsi abilitanti per insegnanti 60 CFU, ci saranno prove selettive di accesso? Decreto atteso domani 25 settembre in Gazzetta

da OrizzonteScuola

Di redazione

Nuovi percorsi abilitanti per i docenti, delle scuole secondarie con percorsi da 60, 30 e 36 CFU: dopo una lunga gestazione il Decreto è atteso domani in Gazzetta Ufficiale. La segnalazione della pubblicazione arriva da Italia Oggi, che fornisce anche altri dettagli del contenuto del testo.

Il DPCM fissa i contenuti formativi, la struttura dell’offerta formativa dei percorsi, la modalità di svolgimento dei corsi e la struttura della prova finale.

Punti salienti del DPCM

  1. Crediti formativi universitari (CFU): Il decreto dettaglia il numero di CFU da acquisire per ogni tipologia di abilitazione, a partire dai 60 CFU per la nuova abilitazione fino ai 36 CFU per chi possiede già i 24 del quadro normativo precedente.
  2. Definizione del fabbisogno: La responsabilità di identificare il numero di docenti da abilitare è attribuita al Ministero dell’Istruzione e del Merito. Il fabbisogno sarà calcolato in base ai prossimi tre anni scolastici e coinvolgerà tutte le tipologie di scuole, incluse quelle paritarie e italiane all’estero.
  3. Criteri di distribuzione: Il Ministero dell’Università e della Ricerca determinerà il numero sostenibile di corsi di formazione iniziale, considerando non solo il fabbisogno ma anche il potenziale formativo delle università.

Ci sarà una prova selettiva di accesso?

Questo è un punto molto atteso, sul quale finora non sono state fornite risposte adeguate.

Italia Oggi scrive, inequivocabilmente lo scorso 19 settembre

Il dpcm fissa anche la tipologia di prove per l’accesso e la descrizione sia del profilo professionale che dei contenuti dei corsi che gli atenei dovranno erogare affinché siano coerenti con il profilo.”

Su questo argomento è ritornato il responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega Mario Pittoni, già presidente della commissione Cultura al Senato evidenziando come i due correttivi apportati nel corso di questi mesi al decreto – eliminazione del tetto numerico alle abilitazioni e estensione delle lezioni online approvate col decreto PA bis – agevolerà l’accesso ai percorsi.

L’obiettivo – sottolinea Pittoni – è quello di eliminare numero chiuso e selezione in ingresso e orientarsi verso accesso scaglionato.

Si consideri che il numero iniziale dei docenti potenzialmente interessato all’acquisizione di una (o più abilitazioni) all’insegnamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado è sicuramente elevato, di circa 90.000 docenti.

Confermata quindi  la possibilità di una prova di accesso, Pittoni conclude “Ricordo, comunque, che per la quota di riserva destinata a triennalisti e docenti delle paritarie servirà un altro decreto di concerto tra MIM e MUR. Lì si proverà a superare definitivamente la questione delle prove d’accesso”.

Tipologie di corsi previsti:

da scheda Flc Cgil

  1. Corsi abilitanti da 60 CFU: Destinati a chi intende insegnare una disciplina specifica nella scuola secondaria, con riserve di posti per docenti con una certa esperienza o per coloro che hanno sostenuto determinate prove concorsuali. Questi corsi offrono un’ampia formazione, inclusa l’acquisizione di almeno 10 CFU/CFA di area pedagogica e tirocinio diretto e indiretto.
  2. Percorsi formativi transitori da 30 CFU per docenti abilitati su altro grado/classe di concorso o specializzati in sostegno: Offre ai docenti già abilitati l’opportunità di acquisire competenze aggiuntive nella loro disciplina di riferimento.
  3. Percorsi formativi transitori da 30 CFU: Destinato ai docenti con tre anni di esperienza o che hanno sostenuto la prova del concorso “straordinario bis”.
  4. Percorsi formativi transitori da 30 CFU per neo-laureati o chi non ha acquisito 24 CFU: Pensato per i laureati recenti o coloro che non hanno soddisfatto i requisiti dei CFU entro ottobre 2022.
  5. Percorsi formativi post-concorso da 30 o 36 CFU/CFA: Progettato per i vincitori di concorso che non sono ancora abilitati.

Centri per l’istruzione degli adulti (CPIA): definizione Patto Formativo Individuale (PFI) entro il 15 novembre

da OrizzonteScuola

Di redazione

E’ stata pubblicata nei giorni scorsi la nota ministeriale che regolamenta il funzionamento dei Centri per l’istruzione degli adulti (CPIA) per l’anno scolastico 2023-2024. Tra le diverse indicazioni fornite dal MIM quella sulla definizione del Patto Formativo Individuale (PFI).

Il PFI è il documento base per la formalizzazione del percorso di studio personalizzato e la valutazione dei percorsi e va definito entro il 15 novembre 2023.

PFI viene definito ad esito degli specifici interventi di accoglienza e orientamento e della procedura di riconoscimento dei crediti dalla Commissione, che ha carattere unitario anche laddove articolata in sezioni funzionali.

Il Ministero precisa che, ai fini del riconoscimento dei crediti – in misura di norma non superiore al 50% del monte ore complessivo del periodo didattico frequentato dall’adulto – propedeutico alla definizione del PFI, è necessario che si provveda alla progettazione dei percorsi di istruzione per unità di apprendimento, declinando in conoscenze e abilità ognuna delle competenze riferite a ciascuna tipologia di percorso e attribuendo a ciascuna delle suddette competenze la relativa quota oraria, nel rispetto dei quadri orari previsti dalla normativa.

Al fine di favorire la predisposizione online del PFI da parte dei CPIA (unità amministrativa) è stata predisposta, da parte della Direzione generale per i sistemi informativi e la statistica, un’apposita funzione, la cui guida operativa è consultabile nella sezione “Documenti e Manuali” – “Anagrafe Nazionale Alunni” – “CPIA” del portale SIDI.

Gli Uffici scolastici regionali vigileranno sulla corretta formalizzazione del Patto Formativo Individuale e sul rispetto della scadenza.

Riforma Tecnici e Professionali, Manifesto dei 500: “Un altro passo verso la distruzione della scuola della Repubblica”

da La Tecnica della Scuola

Di Reginaldo Palermo

La Riforma dei Tecnici e Professionali che il ministro Valditara intende varare sarebbe “un altro passo di distruzione della scuola della Repubblica”. Lo sostiene il movimento del Manifesto dei 500 che così spiega la propria posizione: “Dopo il tutor, la soppressione di centinaia di istituzione scolastiche con il “nuovo” dimensionamento, i tagli di posti in molte città, i soldi a valanga del PNRR per imporre una didattica di regime mentre le scuole cadono a pezzi, adesso nel mirino del governo entrano gli Istituti Tecnici e Professionali”.

Secondo il Manifesto dei 500 siamo di fatto di fronte a “un anno di scuola in meno, regionalizzazione, ingresso dei privati, lavoro al posto dell’istruzione”.
“Il disegno di legge presentato dal ministro Valditara il 19 settembre – 
aggiungono i componenti della associazione –  prevede di istituire un secondo canale parallelo agli Istituti Tecnici e Professionali attuali, che potrà essere messo in piedi indifferentemente dallo Stato o dalle Regioni, con percorsi di studio di soli quattro anni al posto dei cinque attuali”.

“Ciò che si vuol fare – denuncia il Manifesto – è mettere in concorrenza la scuola statale, che consegna titoli di studio nazionali validi nel mondo del lavoro, con una scuola più breve, accattivante proprio per la durata, disarticolata nei programmi e nella gestione (statale o regionale). In pratica, i quattro anni di scuola secondaria di secondo grado si potrebbero svolgere sia in istituti statali sia in quelli regionali (IeFP), per poi essere seguiti da due anni di ITS Academy o IFTS (che non è l’università) cioè ad una formazione largamente privata, nella quale dominano le industrie”.

Ma il dato più preoccupante riguarderebbe l’organizzazione didattica poiché in questi percorsi insegneranno “docenti statali e/o regionali, ma specialmente esperti esterni, privati, consulenti”.
Infatti il disegno di legge “prevede la stipula di contratti di prestazione d’opera per attività di insegnamento con soggetti del mondo del lavoro e delle professioni”.
E così sempre di più “si sostituirà l’insegnamento con il lavoro” anche perché “si prevede di potenziare “la promozione di accordi di partenariato, volti a definire le modalità di co-progettazione dell’offerta formativa, di attuazione dei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO), e di stipula dei contratti di apprendistato”.
“Questa riforma – conclude il Manifesto dei 500 – si muove dunque sulla strada già tracciata da tutte le precedenti e segna un’accelerazione micidiale verso la liquidazione della scuola pubblica statale. Mettendo in stretta concorrenza lo Stato con le Regioni decreta – prima ancora che l’Autonomia differenziata sia approvata – un passo verso la regionalizzazione del sistema di istruzione e dei contratti di lavoro”.

Educazione fisica, esplode il dibattito: “Follia che faccia media tra i voti, non sono tutti portati per lo sport”

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

Da un post scritto su Twitter, come accade spesso, si è scatenato un grande dibattito in merito all’educazione fisica a scuola: ci sono molti utenti che credono che questa disciplina debba essere in qualche modo “depotenziata” rispetto alle altre materie. Come fa chi non è portato al movimento ad avere buoni risultati? Si devono premiare i risultati o l’impegno?

“Per me follia che educazione fisica sia considerata una materia che fa media quando non ha nulla a che fare con le qualità di una persona cioè a scuola si studia non capisco una materia che vede la tua bravura in uno sport mica tutti sono portati perche mi devo rovinare la media”, ha scritto un’utente.

Le reazioni

Queste affermazioni hanno scatenato un fiume di reazioni. C’è chi crede che ci siano materie più utili da fare: “Da persona sportiva e che ha sempre avuto voti alti, sono d’accordo. Perché non possono farci fare qualcosa di utile tipo economia oppure lezioni di primo soccorso?”.

“Be c’è anche il caso opposto, chi magari é molto bravo nella coordinazione dei movimenti e magari fa più fatica a studiare. In realtà è molto importante perché ti dovrebbe insegnare che abbiamo un corpo e dobbiamo prendercene cura… però si finisce sempre a giocare a calcio”.

“Assolutamente d’accordo. Va benissimo far fare movimento e sport a scuola, ma non ha senso che venga considerata una materia come le altre, con tanto di voti che fanno media”, ha scritto un’altra persona, che crede che l’educazione fisica non dovrebbe avere lo stesso peso delle altre discipline.

Si premia solo l’impegno? O contano i risultati?

C’è chi sostiene che si dovrebbe premiare l’impegno, non i risultati effettivi che si raggiungono. “Devo dirLe che sbaglia. I docenti di scienze motorie non valutano la prestazione in sé ma l’impegno e la disciplina. Anche i ragazzi in sovrappeso e le ragazze anoressiche possono avere 9”. “Anche italiano e matematica sono inutili se il professore valuta le cose sbagliate”.

“Allora perché dovrebbero esserlo le altre? Se ti impegni anche se non sei uno sportivo per nulla un 7/8 lo guadagni, quindi evitate ste polemiche”, ha fatto eco un altro utente.

Bullismo in classe: “Dalla scuola alla vita, andata a ritorno”, un’indagine per abbattere il triste fenomeno

da La Tecnica della Scuola

Di Carmelina Maurizio

L’indagine esplorativa “Inclusi. Dalla scuola alla vita, andata e ritorno”, progetto triennale selezionato da “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, che coinvolge organizzazioni del Terzo settore in tutta Italia nel promuovere una scuola e un territorio equi e accessibili a tutti, focalizza l’attenzione di insegnanti e studenti e studentesse sul bullismo.

Bullismo e disabilità

Secondo dati recenti, metà degli studenti di 11-17 anni è stata vittima di bullismo da parte dei propri coetanei con offese verbali, derisione per l’aspetto fisico o il modo di parlare, esclusione dal gruppo a causa del proprio credo o delle proprie opinioni, fino alla violenza fisica. Il fenomeno è ancora più aspro quando si entra nell’ambito del cyber bullismo, che quasi sempre coinvolge il gruppo. Questo aspetto del bullismo si amplifica quando sono coinvolti bambini e i ragazzi con disabilità, che nelle statistiche ufficiali sono invisibili, anche se qualsiasi condizione di disabilità pone lo studente a un maggior rischio di essere vittima del bullismo. Questo avviene, come testimonia Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità) che fa parte del progetto Inclusi: chi compie atti di bullismo verso le persone con disabilità risponde in genere alla necessità di ‘proiettare’ sull’altro, e quindi allontanare da sé, le proprie fragilità, sostengono.

L’indagine

L’indagine, partita da Inclusi, ha messo in evidenza il campo inesplorato della stretta corrispondenza tra bullismo e disabilità, proponendo durante lo scorso anno scolastico 2022-23 una serie di attività educative laboratoriali a un campione di 612 studenti di 10 scuole (secondarie di primo grado e corsi di formazione professionale) e 1 centro di aggregazione giovanile, in 8 città, tra grandi e piccoli centri urbani, in Lombardia, Marche, Lazio e Campania.

Le attività proposte si basano su strumenti formativi che hanno consentito ai ragazzi e alle ragazze di esprimere le loro capacità empatiche, gli orientamenti valoriali e il grado di consapevolezza delle azioni. Tra queste: circle time (gruppo di discussione in cerchio dove ognuno può esprimere la sua opinione), role playing (interpretazione di ruoli), drammatizzazioni e un questionario a cui hanno risposto mettendosi di fronte a situazioni verosimili di bullismo, partendo da casi reali, nei confronti di ragazzi con disabilità.

I risultati

Quanto emerge, nonostante il piccolo campione, conferma che i ragazzi credono che gli insegnanti possano fare la differenza e chiedono loro di intervenire non con un atteggiamento punitivo ma impegnandosi in una vera educazione alla diversità. Il bullismo è un fenomeno dinamico-relazionale, che può essere contrastato considerando gli elementi positivi all’intero contesto classe, per esempio la coesione e la presenza di leader positivi.

Si chiede agli adulti di esserci, di essere coerenti e affidabili, di essere i primi a credere che il bullismo, anche quando coinvolge i ragazzi con disabilità, non sia un fenomeno ineluttabile e quasi naturale, ma qualcosa che si può prevenire, contrastare e risolvere. In questo senso Inclusi intende porre le basi per organizzare attività specifiche nelle scuole, riservate agli insegnanti, sulla prevenzione del bullismo legato alla disabilità, per capire quali sono i comportamenti che possono contrastare in modo efficace le situazioni di bullismo e quelli che invece possono facilitarli, per conoscere le diversità e saperle includere, concludono i promotori del progetto.

Nota 25 settembre 2023, AOODGSIP 4012

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione Generale per lo Studente, l’inclusione e l’orientamento scolastico
Ufficio terzo

Alle Istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado

Oggetto: Premio Letterario Internazionale “Eugenia Bruzzi Tantucci” undicesima edizione Anno Scolastico 2023/2024

Nota 25 settembre 2023, AOODGOSV 31023

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione
Ufficio 6° – Valutazione del sistema nazionale di istruzione e formazione

Ai Direttori generali/Dirigenti titolari degli Uffici Scolastici RegionaliAi Dirigenti scolastici/Coordinatori didattici delle Istituzioni scolastiche statali e paritarie di ogni ordine e grado e dei CPIA LORO SEDI
e p.c. Al Capo di Gabinetto
Al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Al Capo Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali
Al Sovrintendente agli Studi della Valle d’Aosta
Al Sovrintendente Scolastico della Provincia di Bolzano
Al Dirigente del Dipartimento Istruzione per la Provincia Autonoma di Trento
Al Capo Ufficio stampa LORO SEDI

Oggetto: Sistema Nazionale di Valutazione (SNV) – indicazioni operative per l’aggiornamento dei documenti strategici delle istituzioni scolastiche a.s. 2023/24

Nota 25 settembre 2023, AOODGOSV 3177

Ministero dell’Istruzione e del Merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione

Agli Uffici Scolastici Regionali Loro sedi
Alla Sovrintendenza Scolastica per la scuola in lingua italiana della provincia di Bolzano Bolzano
Al Dirigente del Dipartimento Istruzione della provincia di Trento Trento
Alla Sovrintendenza agli Studi della Regione Autonoma della Valle d’Aosta Aosta
Ai Dirigenti Scolastici delle Scuole Secondarie di primo grado statali e paritarie Loro sedi
E p.c. Al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione SEDE
All’Ufficio stampa SEDE

Oggetto: Seminario residenziale di studio e formazione 26- 27- 28 ottobre 2023 – Bologna – Opificio Golinelli. Programma e partecipanti.

Nota 25 settembre 2023, AOODGOSV 31159

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale ordinamenti scolastici, valutazione e internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione

Ai Direttori e ai dirigenti preposti degli Uffici Scolastici Regionali LORO SEDI
Al Sovrintendente agli Studi della Valle d’Aosta AOSTA
Al Dirigente del Dipartimento Istruzione per la Provincia Autonoma di TRENTO
All’Intendente Scolastico per le scuole delle località ladine di BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di BOLZANO
Al Sovrintendente Scolastico della Provincia di BOLZANO
Ai Dirigenti scolastici delle Istituzioni scolastiche del II ciclo di istruzione Statali e Paritarie LORO SEDI
Ai Dirigenti scolastici dei Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti LORO SEDI
e.p.c. Al Capo Dipartimento per il sistema di istruzione e formazione SEDE
All’Ufficio stampa SEDE

Oggetto: Progetto di Filosofia Il proprio tempo appreso nel pensiero. Filosofia per tutti. Il testo filosofico: leggere, comprendere, interpretare, scrivere. Quarta edizione – Anno scolastico 2023- 2024 Corso di didattica a distanza 17 ottobre 2023 – 6 febbraio 2024