Concorso straordinario secondaria, nuovo modello di autodichiarazione

da La Tecnica della Scuola

Il Ministero dell’Istruzione ha aggiornato il modulo di autodichiarazione che dovranno presentare i candidati a sostenere la prova scritta del concorso straordinario per docenti delle scuole secondarie.

Il nuovo modulo tiene conto delle ultime novità in materia di riduzione della quarantena, introdotte dalla circolare del Ministero della Salute del 12 ottobre scorso.

In particolare, i candidati dovranno dichiarare:

  • di aver preso visione delle misure di sicurezza e tutela della salute pubblicate dal Ministero dell’Istruzione sul proprio sito web al link https://www.miur.gov.it/web/guest/procedura-straordinaria-per-immissione-in-ruolo-scuola-secondaria e di adottare, durante la prova concorsuale, tutte le misure di contenimento necessarie alla prevenzione del contagio da COVID-19;
  • di non essere soggetto a periodo di isolamento o quarantena obbligatoria secondo le prescrizioni governative vigenti;
  • di non essere a conoscenza di essere positivo al COVID- 19;
  • di non avere o avere avuto sintomi riconducibili al COVID-19 nei 14 giorni precedenti;
  • di essere stato positivo sintomatico al COVID-19 e di aver osservato un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa dei sintomi (non considerando anosmia e ageusia/disgeusia che possono avere prolungata persistenza nel tempo) accompagnato da un test molecolare con riscontro negativo, eseguito dopo almeno 3 giorni senza sintomi;
  • di essere stato positivo asintomatico al COVID-19 e di aver osservato un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa della positività, al termine del quale risulti eseguito un test molecolare con risultato negativo.

Nel caso di contatti stretti con persone positive al COVID-19:

  • di aver osservato un periodo di quarantena obbligatoria di 14 giorni dall’ultima esposizione al caso;
  • di aver osservato un periodo di quarantena di 10 giorni dall’ultima esposizione con un test antigenico o molecolare negativo, effettuato il decimo giorno.

A scuola dopo le 9 e anche al pomeriggio: il Governo pensa al nuovo Dpcm

da La Tecnica della Scuola

contagi aumentano e il Governo prova a correre ai ripari tanto che è previsto, forse già domenica prossima, un nuovo Dpcm con ulteriori restrizioni. Anche la scuola potrebbe essere coinvolta ma c’è da vincere la resistenza della Ministra Azzolina su alcuni punti.

Bisogna alleggerire i trasporti

In realtà il problema è sempre lo stesso: i trasporti. I mezzi pubblici, secondo gli scienziati sono considerati un veicolo di contagio. Tanto che già alcune regioni, per questo motivo, hanno disposto la didattica a distanza per le scuole superiori.

Secondo le ipotesi al vaglio, riporta La Stampa, le lezioni a scuola si avrebbero di mattina e di pomeriggio, scaglionando quindi le entrate. Una rimodulazione forse maggiormente incisiva rispetto alla attuali indicazioni.

Ingressi fra le 10 e le 11?

Torna di moda quindi l’ipotesi scartata per il precedente Dpcm, ovvero quella di spostare a dopo le 9 l’ingresso, e iniziare le lezioni nella fascia compresa tra le 10 e le 11, proprio allo scopo di alleggerire i mezzi pubblici e tenere lontano gli studenti dalle ore di punta, i momenti in cui bus e metro sono già molto affollati. Misure, ricordiamo, previste per la scuola secondaria di secondo grado.

Ricordiamo che da oggi, 21 ottobresono in vigore le disposizioni per la scuola del Dpcm del 18 ottobre, alla luce anche dei chiarimenti del Ministero dell’Istruzione.

Nuovo Dpcm: il Governo pensa ad una nuova stretta

E’ chiaro che nei prossimi giorni si capirà quanto possano incidere altre disposizioni Governative, che pensa ad una stretta per evitare un lockdown generalizzato a Natale. Fra le ipotesi più forti quella di evitare gli spostamenti fra Regioni, esclusi motivi di salute e lavoro, e quella del coprifuoco dalle 23.

In Lombardia verso la DDI per la secondaria di secondo grado

da Tuttoscuola

Le scuole secondarie di secondo grado e le istituzioni formative professionali secondarie di secondo grado devono realizzare le proprie attività in modo da assicurare il pieno svolgimento mediante la didattica digitale integrata (DDI) delle lezioni, qualora siano già nelle condizioni di effettuarla e fatti salvi eventuali bisogni educativi speciali. Agli altri istituti è raccomandato di realizzare le condizioni tecnico-organizzative nel più breve tempo possibile, per lo svolgimento della DDI“: è quanto si legge nella bozza della nuova ordinanza della Regione Lombardia, che l’ANSA ha potuto visionare.

A quanto risulta le disposizioni che riguardano la scuola fanno parte della seconda parte dell’ordinanza, alla firma del presidente della Regione Attilio Fontana, che introduce nuove restrizioni in tutta la regione e sarà valida almeno fino al 13 novembre. Le scuole secondarie di secondo grado dovranno adottare la DDI a partire dal 26 ottobre.

Le secondarie superiori partiranno subito, ma la Regione Lombardia chiede però che anche le scuole degli altri livelli si preparino: “Agli altri istituti è raccomandato di realizzare le condizioni tecnico-organizzative nel più breve tempo possibile, per lo svolgimento della DDI”, si legge nell’ordinanza regionale.

Altre regioni, tra le quali il Piemonte e la Liguria, avevano previsto l’adozione della DDI al 50%, come in un primo momento la stessa Lombardia,  ma ora la situazione potrebbe evolvere rapidamente. In serata si apprende che anche la regione Lazio va verso il coprifuoco notturno e la DDI al 50% per le superiori a partire dal 26 ottobre, escluso il primo anno.

Prof in quarantena? Possono lavorare da casa. In arrivo circolare ministeriale

da Tuttoscuola

Se sono in salute, i docenti possono lavorare a distanza anche se in quarantena. Secondo le anticipazioni riportate da IlMessaggero a breve sarebbe in arrivo una circolare ministeriale a stabilirlo. Un intervento questo che sarebbe necessario per non fare in modo che a rimetterci sia, ancora una volta, la didattica.

I contagi da Coronavirus continuano infatti a salire e sarebbe in aumento anche il numero di classi in quarantena. Per tornare a scuola si rischia di aspettare dunque troppo tempo e non è pensabile penalizzare ulteriormente i ragazzi che già hanno perso troppe ore di lezione. Avere un docente in quarantena significa infatti rinunciare ad almeno 10 giorni di scuola visto che la quarantena è attualmente considerata malattia e le ore perse si moltiplicano se si pensa che ci sono insegnanti che hanno più classi.

A breve le cose dovrebbero cambiare. La modifica partirebbe dal Dl Rilancio che prevede lo smartworking per i lavoratori del settore privato in quarantena. Chiaramente si parla di quarantena preventiva, quella di persone che non sono risultate positive al Covid. Per il settore pubblico non è stata precisata la forma idonea di lavoro agile e, anche a scuola, ci sono stati insegnanti che hanno continuato a fare lezione a distanza e altri che invece si sono fermati.

Precisiamo che ancora non ci sono notizie ufficiali al riguardo e che, per conoscere le modalità di quanto anticipato da IlMessaggero dovremo attendere la diffusione delle circolare del Ministero dell’Istruzione.

Avviso 22 ottobre 2020, AOODGOSV 19125

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale ordinamenti scolastici e valutazione sistema nazionale di istruzione

Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali
All’Ufficio speciale di lingua slovena
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la Scuola delle località ladine di Bolzano
Al Dirigente del Dipartimento Istruzione della Provincia di Trento
Al Sovrintendente agli studi della Regione Autonoma della Valle d’Aosta
Ai Dirigenti scolastici delle Istituzioni scolastiche statali e paritarie per il tramite dei rispettivi UU.SS.RR.

Oggetto: CONCORSO NAZIONALE “10 febbraio”. “Pola, addio!” a.s. 2020-2021

Vertice Mondiale Istruzione Unesco

Il 22 ottobre si è svolto, in videoconferenza, il Vertice Mondiale sull’Istruzione organizzato dall’UNESCO in collaborazione con il Ghana, la Norvegia e il Regno Unito.

L’evento, cui hanno preso parte 13 Capi di Stato e di Governo, più di 60 ministri dell’Istruzione, nonché i vertici delle varie organizzazioni internazionali a partire dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, e il Direttore Generale dell’UNESCO, Audrey Azoulay, si è svolto con la finalità di rinnovare l’impegno a collaborare insieme per superare la crisi educativa causata dalla pandemia, concordando le priorità di azione da attuare entro il 2021. Il Presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte, ha fatto pervenire un proprio messaggio di sostegno all’iniziativa.

“La crisi che abbiamo vissuto – ha sottolineato la Ministra dell’Istruzione -, ci ha messo duramente alla prova, ha fatto emergere le debolezze dei nostri sistemi educativi, ma anche la loro capacità di reazione. Ora abbiamo un’opportunità unica: possiamo capitalizzare gli sforzi fatti per rendere i nostri sistemi di istruzione ancor più resilienti, innovativi e inclusivi – ha continuato la Ministra -. Sono poi fermamente convinta che, per evitare danni all’apprendimento di un’intera generazione, dobbiamo fare qualsiasi cosa per mantenere le nostre scuole aperte, assicurando la sicurezza dei nostri cittadini e, al contempo, il diritto all’istruzione”.

I Ministri hanno adottato, al termine, una Dichiarazione GEM (Global Education Meeting) nella quale viene riaffermata la necessità di continuare ad investire sul capitolo Istruzione, nell’attuale momento di crisi, anche per prevenire l’abbandono scolastico da parte di milioni di bambini e ragazzi in situazioni di svantaggio. L’investimento in Istruzione, ricorda il documento finale, ha inoltre un impatto sulle economie e la società in generale.