In attesa della preannunciata(?) parola del Ministero…

di Francesco G. Nuzzaci

Lettera alla Ministra

Noi studenti gladiatori

Siamo studenti gladiatori, cara Ministra della scuola.

Otto milioni di cervelli senza tetto, giovani monadi senza più finestre, pseudovacanzieri senza gioia né mare né sole, solo vacatio, vuoto, buco nero, che tutto inghiotte nel suo vorace niente.

Solo nella mia stanza, sirene e megafoni strillano incubi in attesa della videolezione. Non è scuola ma mimesi, idoli virtuali, ombre di volti amici nella caverna del pensiero.

Dove sono odori, rumori, scherzi, risa e pianti, tra banchi e lavagne dipinte di formule di gesso? Quanto rimpiangiamo quella sveglia la mattina.

Tiriamo avanti grazie ai nostri professori, scudi di quiete nella tempesta che infuria, carezze d’amore per noi quasi figli.

Non è questo virus maledetto, che forse nel suo male può insegnare, ma la realtà che ci bandisce nel limbo dell’attesa.

Esami? Università? Domande negate di un mondo che ci sottovaluta perché non maturi, a stento maturandi, risposte che nessuno ha ancora proferito.

Ma nell’arena siamo noi, e chi mi spaventa son quelli  nei posti d’onore, laggiù sugli spalti, che decideranno delle nostre piccole grandi vite.

Che starà pensando il nostro imperatore, il suo pollice ci salverà o condannerà alla paura?

Io gladiatore urlo e sobillo il pubblico, che diventi finalmente parte dello spettacolo e non sprechi il nostro sangue tra discorsi astratti e fantasiosi, perché negare l’evidenza ci fa cibo per leoni, sconfitti da un esame offline dalla realtà.

Non basterà la promozione e una medaglia di latta sui nostri petti glabri, la nostra prova sia a misura di studente e non d’informatico demiurgo.

Io gladiatore, soldato della mia cultura, voglio la verità, non questa arena angusta; solo così saremo vincitori, semineremo questo campo di battaglia per donare ai nostri successori un giardino di bellezza, non una diretta webcam senza cuore.

Francesco Cosimo Andriulo – Classe V M Indirizzi Scienze Applicate – Liceo “Cartesio” di Triggiano (BA)


Una lettera non ministeriale

Una lettera non ministeriale

di Maurizio Tiriticco

Nel maggio del 1967 don Milani e i suoi alunni della Scuola di Barbiana pubblicano la “Lettera a una professoressa”. Lamentano il fatto che troppe professoresse, in genere di origine socioculturale piccolo-borghese, insistano nel bocciare molti dei loro alunni. Ed, ovviamente, quelli provenienti da classi sociali disagiate. Si tenga presente che l’avvio della scuola media unica obbligatoria – con conseguente abolizione dei tre anni postelementari dell’avviamento al lavoro – ha avuto inizio con l’anno scolastico 1963-64. Ed i primi della nuova scuola anni furono proprio contrassegnati da un alto numero di bocciature. La “professoressa”, abituata a confrontarsi con alunni provenienti dalle classi borghese e piccolo-borghese, ovviamente “faceva fatica” a confrontarsi con alunni provenienti a volte in larga misura da famiglie scarsamente acculturare ed alfabetizzate.

Va anche detto che molti di quei “nuovi” alunni mal sopportavano di dover frequentare la scuola dopo aver conseguito la licenza elementare. Anche perché intendevano accedere direttamente al mondo del lavoro senza troppe remore e laccioli. In seguito, con il trascorrere degli anni, stante anche il fatto che il mondo del lavoro richiedeva soggetti sempre più acculturati, la frequenza della scuola media unica non fu più avvertita come un’imposizione! Anzi! E occorre ricordare che l’accesso agli istituti secondari, soprattutto tecnici e professionali, divenne con il trascorrere degli anni pressocché “naturale”.

In questi giorni, il non potere accedere alle aule scolastiche, all’istruzione che vi è veicolata, stante le limitazioni imposte dalla lotta contro il corona virus, non è avvertito come un “piacere” da parte dei nostri studenti, perché sanno benissimo che perdere giorni e giorni di scuola pregiudica non tanto l’anno scolastico quanto l’acquisizione di quelle conoscenze, abilità e competenze che oggi ed ancor più domani sono indispensabili per qualsiasi loro scelta futura. E non è avvertito come un “piacere” neanche dai nostri insegnanti, dirigenti e personale tutto della scuola. Perdere “giorni di scuola” oggi è come perdere “giorni del nostro futuro”!

In tale difficile contesto/scenario. oggi, dopo tanti anni, abbiamo una nuova “lettera a una professoressa” – rivolta anzi a tutti i nostri insegnanti, dirigenti, studenti e mondo della scuola tutto – ma in una situazione estremamente diversa rispetto a quella del lontano 1967. Si tratta della lettera che la Ministra delI’Istruzione, Lucia Azzolina, scrive agli studenti e alle loro famiglie, agli insegnanti, agli Italiani tutti. E’ una lettera lunga, argomentata, ricca di considerazioni e di consigli anche! Anche perché oggi – rispetto al lontano 1967 – la scuola può disporre di una strumentazione allora forse neanche immaginabile! Alludo, ovviamente, alle TIC, a quelle Tecnologie dell’Insegnamento e della Comunicazione di cui oggi possiamo disporre in larga misura e con ampie possibilità di successo.

Anche se oggi il vis à vis tecnologico non è pari al vis à vis interpersonale, le risorse che offre. In effetti, sono indubbiamente di ottimo livello ed importanti. Se, date certe condizioni, è possibile oggi il telelavoro, può essere possibile anche il telestudio! Un vocabolo che ora il pc mi segnala in rosso, ma che domani mi riconoscerà come corretto. Mi piace concludere con alcuni passaggi e con le ultime parole della lettera della Ministra Azzolina:

“Sono pienamente consapevole che questo cambiamento repentino non è sempre facile da gestire, che ci sono difficoltà tecniche, logistiche, ma so anche che tutti Voi state facendo il meglio che potete, non solo per portare avanti un programma, ma per trasmettere ai ragazzi, e in generale a tutta la nostra comunità, che si può e si deve guardare avanti, con fiducia, nell’attesa di superare la fase di emergenza.

“La didattica a distanza deve tenere al centro l’esperienza e la sensibilità dei docenti, ed è quello che sta avvenendo ogni giorno in più istituti e territori. Così riscopriamo il valore della comunità educante, del confronto costruttivo, che va oltre umane divisioni e personalismi: la scuola funziona grazie all’unione, cooperazione tra le componenti che lavorano insieme a famiglie, studenti e portatori di interessi sul territorio. Questo è il momento di ricorrere alle nostre migliori risorse, perché l’eccezionalità della situazione lo richiede, e so che lo state facendo. Quando si è alla guida di un istituto, l’imperativo, come sa bene ogni dirigente scolastico, è quello di tenere unite tutte le componenti della scuola, di stare vicino ad ogni dipendente e ad ogni studente per affrontare insieme il dolore e le difficoltà, di far sentire la propria presenza con discrezione e disponibilità

“Vi saluto con l’augurio che presto la nuova comunità educante che nascerà da questa esperienza, con una ritrovata capacità di far bene, possa stringersi attorno alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi, mentre la campanella li chiamerà a tornare in classe.

Della didattica e della giusta distanza

Della didattica e della giusta distanza

di Alessandra Condito

Da settimane non si fa altro che parlare, come è giusto che sia, di didattica a distanza.

Se ne parla con toni diversi e da prospettive private e professionali differenti.

C’è l’entusiasmo di chi vede finalmente avverarsi il sogno di una scuola digitale, “al passo coi tempi” e chi insiste nel dire che “questa non è scuola. La scuola si fa sui banchi. Punto”. Questo per dire solo delle posizioni estreme. In mezzo, ovviamente, tante sfumature.

Le prospettive con cui si affronta il tema della didattica a distanza sono altrettanto variegate, perché il tema coinvolge dirigenti scolastici, docenti, educatori, studenti, genitori, ma anche studiosi della società che, in un tempo “in cui siamo tutti sulla stessa barca” di fronte al virus, ci ricordano che le barche non sono tutte uguali. E che ci sono interi pezzi del paese per i quali usufruire della didattica a distanza è impossibile, per mancanza di strumenti fisici e culturali che ne consentano la fruizione.

Ma non è di questo che voglio scrivere. Altri meglio di me, e con più autorevolezza, lo hanno fatto. Vorrei per un momento concentrarmi sul tema della distanza, che è poi tema fondativo di ogni relazione.

Distanza tra me e l’altro da me, distanza tra me e l’oggetto amato desiderato irriso temuto, distanza tra me e il diverso da me. Qual è la giusta distanza in ognuno di questi rapporti? Quanti centimetri di distanza dall’oggetto amato, affinché mi ami senza inglobarmi a sé, quanti chilometri dall’oggetto temuto, affinché non mi faccia del male, quanti metri dal diverso da me, affinché ci sia lo spazio per conoscersi senza provare (reciproca) paura?

E nella scuola, qual è la giusta distanza?

“Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d’inverno, si strinsero vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono il dolore delle spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l’uno dall’altro. Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell’altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra due mali: il freddo e il dolore. Tutto questo durò finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione.” (Arthur Schopenhauer, Parerga e paralipomena, capitolo XXI)

Metafora abusata, mi si dirà. Concordo. Ma la risposta alla domanda successiva forse non è così risaputa.

Siamo sicuri che nella scuola docenti e studenti abbiano trovato la “moderata distanza reciproca”? Quella giusta misura che consenta, dovendo condividere uno stesso spazio, di provare piacere a fare delle cose insieme, cose che, nella scuola, hanno a che fare con la costruzione di conoscenze e competenze, che non è roba da poco?

Da persona che da più di trent’anni lavora nel mondo della scuola mi trovo a rispondere a questa domanda come farebbe qualsiasi persona che, anche solo per una parte limitata della propria vita (e chi non lo ha fatto?) sia stato in una scuola o abbia i figli che ancora la frequentano.

La risposta è: dipende, e per lo più dipende dal caso. Se sei fortunato avrai incontrato docenti capaci di interessarsi ai propri studenti, non come oggetti da riempire e valutare, ma come soggetti intenzionali con cui è piacevole, oltre che necessario, costruire relazioni, perché è solo nella relazione che si costruiscono i saperi, se per essi non intendiamo nozioni ma mondi.

E allora. Cosa c’entra tutto questo con la didattica a distanza?

C’entra. C’entra come non mai. Ed è qui, non sui dispositivi e sulle piattaforme, che si giocherà la tenuta di questi mesi di “scuola”.

Solo ai docenti capaci di tenere la giusta distanza dovremo essere grati se, alla fine di questo forzato isolamento, i nostri ragazzi non avranno perso il gusto (forse anche il dis-gusto, perché per provare disgusto bisogna comunque fare lo sforzo di provare) di apprendere.

Si è molto parlato, in queste settimane, di docenti impegnati a formarsi sull’uso di piattaforme digitali per le quali molti di loro, indipendentemente dall’età, avevano provato se non disgusto di certo disinteresse fino a pochi giorni prima.

Alcuni organi di stampa scrivono che ci voleva il virus per svegliare dal torpore la classe docente italiana, ma siamo sicuri che i nostri docenti stessero davvero dormendo o peggio ancora che fossero incapaci, nonostante gli sforzi profusi, di apprendere l’uso delle nuove tecnologie nella didattica, come diciamo a fine anno di quegli studenti che “poverini, si impegnano ma non ci arrivano”?

Dal mio osservatorio ho visto docenti, compresi i più refrattari, imparare in pochi giorni, al più in una settimana, l’uso di dispositivi utili a svolgere didattica a distanza, seppure con gradi diversi di interazione e complessità. Come a dire, se serve, ho gli strumenti culturali per imparare. Detto altrimenti, se finora non ho utilizzato gli strumenti digitali, è perché ho ritenuto che altri mediatori didattici fossero più funzionali al setting di apprendimento in uso. Non inerzia dunque, ma intenzione. C’è una bella differenza, se ne converrà.

Diversamente, a più di un mese dalla sospensione delle lezioni, dal mio stesso osservatorio vedo ancora docenti in difficoltà rispetto alla giusta distanza da tenere con gli studenti.

Ci sono i docenti (gli stessi che a scuola entrando si stringono nei loro cappotti come in un’armatura) che, timorosi che la rete li faccia intravedere vulnerabili, amplificano la distanza con i propri studenti, scegliendo gli strumenti di comunicazione più asettici e mantenendo tempi contingentati per le lezioni e le consegne dei compiti. In genere, dopo pochi giorni, cala un gelo che bisogna accendere il calorifero anche se è primavera.

Ci sono i docenti (per lo più quelli che a scuola si fermano a parlare nei corridoi con i ragazzi, e che dai ragazzi sono cercati) che, preoccupati di non dare abbastanza, rischiano di pungersi coi propri stessi aculei. Incapaci di fissare la giusta distanza, lavorano sedici ore al giorno, rispondono alle chat, inviano compiti su classroom, registrano video su youtube, si collegano la mattina via skype. Sono ammirevoli, ma rischiano di farsi male. Sono per lo più giovani, impareranno. Ne hanno il desiderio e la capacità. Hanno solo bisogno di più tempo.

Infine ci sono gli altri, forse ancora una minoranza, che hanno già imparato a gestire la (didattica a) distanza. Quelli che, per esperienza e attitudine, avevano già trovato, nella scuola e nella vita, la “giusta posizione”.

E’ davvero difficile saper stare nella relazione, ancor più essere capaci di costruirne. Ma è proprio questa la competenza richiesta al docente: saper costruire una relazione tra sé, lo studente e l’oggetto della conoscenza, sapendo che prima o poi il docente dovrà farsi da parte, ma non dovrà venir meno, pena il fallimento dell’azione formativa, la relazione tra lo studente e il sapere.

E’ per questo che saper mantenere la giusta distanza tra docente e discente è così importante. E al contempo è così maledettamente difficile. Però è su questo che bisognerà investire e ricominciare a confrontarsi in futuro. Non su computer e dispositivi digitali da donare alle scuole e alle famiglie meno abbienti. Certo è lodevole e giusto che si investano milioni di euro per sopperire al digital divide, sebbene questo tema si porti dietro miliardi di osservazioni che meriterebbero altri articoli e altri approfondimenti. Perché solo ora? Non sapevamo che in Italia ci sono, tra Nord e Sud, differenze abissali in ordine alla copertura digitale ma ancor più alla copertura culturale? E perché, oltre ai tablet, non dare alle famiglie meno abbienti libri giochi colori? Un tablet e 10 libri per ogni casa. E’ così complicato?

Domande che rimarranno inevase, come forse inevasa rimarrà la domanda di autentica formazione pedagogica per i docenti di tutti i gradi di scuola, dall’infanzia alle superiori.

Se vogliamo che la didattica, in presenza o a distanza, funzioni, è sulla professionalità docente e sul suo sapere pedagogico che dovremo investire. Non facciamo l’errore, già fatto in anni passati, di investire in via preferenziale sul digitale. Gli strumenti digitali sono un mezzo. Servono? certo che servono, in alcuni momenti più che in altri, e i docenti italiani hanno dimostrato in questi giorni di sapersi formare al loro utilizzo senza bisogno di spendere neanche un euro dei soldi pubblici. Ricordiamoci che la scuola ha bisogno di saperi che hanno a che fare con il corpo, l’uso modulato della voce, l’ironia, i contenuti essenziali derivati da libri, letture, sottolineature, numeri e rette che si incontrano. Distanze che via via si accorciano.

Su questo (soprattutto) bisognerà investire quando proveremo a ricostruire il Paese. Scuola, Ricerca e Sanità. Tre spazi da difendere per sempre dal freddo e dal dolore.

43,5 milioni per pulizia straordinaria, dispositivi di protezione e igiene personale nelle scuole. Il Decreto con i criteri

da Orizzontescuola

di redazione

Decreto per lo stanziamento di 43,5 milioni di euro previsti dal decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, finalizzati alla pulizia straordinaria degli ambienti scolastici al fine di fronteggiare e limitare la diffusione del CODIV-19.

Le risorse finanziarie di cui all’articolo 1, riferite al “Fondo per il funzionamento finalizzato alla pulizia straordinaria degli ambienti scolastici” sono determinate, per ciascuna istituzione scolastica, sulla base di criteri che tengono conto della tipologia dell’istituzione scolastica, della consistenza numerica degli alunni, della consistenza numerica del personale scolastico secondo i parametri unitari (in euro) riportati nelle allegate Tabelle 1 e 2 – Quadro A, B, C e D che costituiscono parte integrante del presente provvedimento.

In ogni caso è assicurato un finanziamento pari alla soglia minima di 500 euro per ciascuna istituzione scolastica.

Tali risorse sono vincolate alle finalità indicate nel decreto. Le singole istituzioni scolastiche individueranno gli interventi da attivare e i prodotti da acquistare, tenuto conto delle specifiche esigenze.

Le risorse finanziarie stanziate costituiscono quindi un finanziamento straordinario ed aggiuntivo volto a supportare le istituzioni scolastiche nella gestione di questo difficile periodo di emergenza sanitaria.

Il decreto Ministero del 26 marzo 2020

Assunzione 1000 assistenti tecnici da graduatoria istituto. Ecco quanti ne spettano per ogni regione

da Orizzontescuola

di redazione

Coronavirus, assunzione assistenti tecnici scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado a.s. 2019/20: numero assunti, contratti e compiti, ripartizione tra le istituzioni scolastiche.

Ministero pubblica decreto attuazione assunzione 1000 assistenti tecnici per l’a.s. 2019/20 presso le presso le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado.

Contratti al termine delle attività didattiche

Le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado sono autorizzate ad assumere gli assistenti tecnici, per l’a.s. 2019/20, con contratti a tempo determinato sino al termine delle attività didattiche, ossia sino al 30 giugno 2020.

Perché gli assistenti tecnici

L’assunzione, a tempo determinato degli assistenti tecnici, discende dalla necessità di assicurare alle suddette scuole (nelle secondarie di II grado la figura dell’assistente tecnico è già prevista):

  • la funzionalità della strumentazione informatica;
  • il supporto all’utilizzo delle piattaforme di didattica a distanza.

In sintesi, considerata l’attivazione della didattica a distanza,  si vogliono accompagnare e supportare le scuole nell’ambito di questa nuova modalità di “fare scuola”, dettata dall’emergenza coronavirus.

I motivi, per cui gli assistenti tecnici saranno assunti, costituiscono al tempo stesso i compiti che dovranno svolgere.

Da dove saranno assunti

I dirigenti scolastici delle scuole polo richiedono all’istituzione scolastica secondaria di secondo grado più vicina, in possesso delle graduatorie di istituto per assistenti tecnici di informatica, l’individuazione dell’aspirante alla nomina e stipulano con l’avente titolo un contratto a tempo determinato sino al termine delle attività didattiche

Ripartizione

Conte, stop attività scolastiche oltre 3 aprile. Renzi, si torni il 4 maggio

da Orizzontescuola

di redazione

In una intervista al Sole 24 Ore il Premier Conte conferma quanto già indicato dal Ministro Azzolina.

Queste le parole di Conte. “Possiamo già dire che, come anticipato dal ministro Azzolina, la sospensione delle attività scolastiche proseguirà anche dopo il 3 aprile. Queste settimane di emergenza ci hanno mostrato quanto sia irrinunciabile l’impulso alla trasformazione digitale del paese. Con il decreto Cura Italia abbiamo stanziato 85 milioni per potenziare la didattica a distanza, soprattutto a beneficio degli studenti meno abbienti. Inoltre, abbiamo appena sbloccato 200 milioni di finanziamenti da parte del comitato per la diffusione della Banda ultra-larga”.

Coronavirus, chiusura scuole: verso un altro mese di stop. Possibile rientro a settembre. Tutto su esami di Stato

Naturalmente quando si parla di “chiusura scuole” si fa riferimento alla sospensione delle attività didattiche. La chiusura totale degli edifici è gestita dalle singole istituzioni, in base alle attività giudicate indifferibili.

Nel corso di un’intervista al quotidiano cattolico Avvenire, Renzi ha parlato anche della chiusura delle scuole: “Bisogna garantire gli esami, il sei politico fa male. I ragazzi hanno il diritto di essere valutati e il governo ha il dovere di permetterlo. E allora faccio una proposta concreta: si torni a scuola il 4 maggio. Almeno i 700mila studenti delle medie e i 2 milioni 700mila delle superiori. Tutti di nuovo in classe, mantenendo le distanze e dopo aver fatto comunque tutti un esame sierologico una puntura su un dito e con una goccia di sangue si vede se hai avuto il virus. È probabile che tanti ragazzi abbiano già contratto il Covid senza mostrare sintomi: sarebbe uno screening di massa importante”.

Il ministero chiede solidarietà: le scuole migliori aiutino quelle che non conoscono piattaforme e software

da La Tecnica della Scuola

Nella serata di sabato 28 marzo, il ministero dell’Istruzione ha provveduto quindi a pubblicare la nota ministeriale, la n. 562, contenente specifiche indicazioni alle scuole rispetto all’applicazione del Decreto del 17 marzo 2020, n. 18 “Cura Italia”, approvato per combattere l’avanzare del contagio da Covid-19.

Gli ambiti d’intervento

Le disposizioni, sottoscritte dal capo dipartimento Giovanna Boda, riguardano tre ambiti: pulizia straordinaria degli ambienti scolastici (art. 77); differimento dei termini amministrativo-contabili (art. 107); strumenti per la didattica a distanza.

I passaggi rilevanti della nota riguardano, in particolare, il mandato che si dà alle scuole per scegliere materiali e interventi da attuare, in base alle loro necessità, per la pulizia straordinaria, in vista della riapertura, con il riparto delle risorse proporzionale al numero degli studenti, pur “garantendo una soglia di contributo minimo per ogni scuola”. Per gli affidamenti sino a 40 mila euro, le scuole “potranno procedere agli acquisti tramite affidamento diretto, anche senza previa consultazione di due o più operatori economici”, con “Consip quale ‘soggetto attuatore’ per l’acquisizione di servizi e forniture”.

Vengono quindi posticipati tutti i termini previsti “per l’adozione dei rendiconti o dei bilanci d’esercizio relativi all’esercizio finanziario 2019 ordinariamente fissato al 30 aprile 2020”. Vengono, inoltre, sospesi controlli in presenza, nelle scuole, da parte dei revisori dei conti.

Per quel che riguarda l’apprendimento a distanza o per potenziare quelli già in dotazione, sempre nel rispetto dei criteri di accessibilità per le persone con disabilità, si entra nel dettaglio della ripartizione degli 85 milioni di euro previsti sempre dal DL “Cura Italia”.

Per dotare le scuole immediatamente di strumenti digitali o per favorire l’utilizzo di piattaforme di e-learning, in particolare, si dà risalto alla possibilità che le scuole “hanno maturato negli anni un’esperienza circa tale modalità operativa, nonché un canale tematico dedicato per l’inclusione degli alunni disabili”, possano supportare gli istituti meno dotati e preparati.

Le parole d’ordine: “reti di solidarietà” e “mutuo aiuto”

La possibilità delle “reti di solidarietà” e del “mutuo aiuto” viene ripresa più volte nel capitolo della didattica a distanza.

Via libera, quindi, ad “accordi di reteanche attraverso l’ampliamento di reti già esistenti, per l’utilizzo ottimale delle dotazioni per la didattica a distanza”, attivando in tal “modo reti di solidarietà e di collaborazione tra scuole anche per lo scambio di esperienze e di buone pratiche e per l’utilizzo e l’acquisto condiviso di dispositivi e di strumenti digitali per la didattica a distanza”.

Nel giorno in cui il premier Giuseppe Conte ufficializza il perdurare della sospensione della didattica in presenza, confermando la previsione della Tecnica della Scuola che prima di maggio difficilmente riprenderanno le lezioni in classe, la scuola ammette dunque che vi sono realtà che in ambito informatico e telematico necessitano di un sostegno: il Governo ha stanziato i fondi, ma ora per spenderli bene, per capire come impiegarli, attivando le piattaforme per la didattica a distanza e per l’acquisto di pc e tablet, è bene che chi è padrone della materia si faccia avanti. E aiuti le altre scuole.

Anche da Viale Trastevere, comunque, si darà un valido aiuto: dal ministero si assicura assistenza alle singole scuole, nella persona dei capi d’istituto, dei Dsga e degli amministrativi abilitati a tale scopo.

Si allestirà un “Help desk amministrativo-contabile”, attraverso cui dalle scuole si potranno “formulare richieste di chiarimento o di supporto alle quali saranno fornite risposte tempestive ed efficaci su tematiche di natura amministrativa, contabile e gestionale collegate all’attuazione delle misure richiamate nella presente nota e, più in generale, alla gestione della situazione emergenziale”.

LA NOTA N. 562: pulizia straordinaria degli ambienti scolastici

Il primo ambito cita l’articolo 77 del DL “Cura Italia”, con il quale il Governo ha “previsto uno stanziamento complessivo pari ad euro 43,5 milioni da destinare “alle istituzioni scolastiche ed educative pubbliche del sistema nazionale di istruzione, ivi incluse le scuole paritarie” per l’acquisto di beni finalizzati a garantire idonee condizioni igienicosanitarie dei locali, ovvero dispositivi di protezione e igiene personale per l’intera comunità scolastica.

Da Viale Trastevere si fa notare che “le singole istituzioni scolastiche individueranno gli interventi da attivare e i prodotti da acquistare, tenuto conto delle specifiche esigenze, e delle indicazioni di cui alla Circolare del Ministero della Salute prot. n. 5443 del 22 febbraio 2020 relativamente alla pulizia di uffici pubblici e alle misure precauzionali da adottare in questa fase di emergenza sanitaria. Le risorse finanziarie stanziate costituiscono quindi un finanziamento straordinario ed aggiuntivo volto a supportare le istituzioni scolastiche nella gestione di questo difficile periodo di emergenza sanitaria”.

“Con decreto del Ministro dell’Istruzione n. 186 del 26 marzo 2020, registrato presso gli organi di controllo, sono stati stabiliti i criteri e i parametri per l’assegnazione diretta delle risorse finanziarie in parola, in funzione della numerosità della popolazione scolastica e garantendo una soglia di contributo minimo per ogni scuola”.

Il ministero sottolinea che “per le Istituzioni scolastiche ed educative statali le risorse dovranno essere iscritte – in conto competenza – nell’Aggregato “03 Finanziamento dallo Stato”, Voce “06 Altri finanziamenti vincolati dallo Stato”, ed imputate alla scheda di destinazione “A01 Funzionamento generale e decoro della Scuola””.

In deroga alle norme vigenti sugli appalti pubblici, il ministero spiega che “per gli affidamenti il cui valore sia inferiore a € 40.000,00 (IVA esclusa), le Istituzioni scolastiche potranno procedere agli acquisti tramite affidamento diretto, anche senza previa consultazione di due o più operatori economici, ai sensi dell’art. 36, comma 2, lett. a) del D.Lgs. 50/2016”.

“Tenuto conto della situazione di urgenza venutasi a determinare e delle difficoltà di riunire tempestivamente l’organo collegiale, si ritiene che il dirigente scolastico, ove ve ne sia la necessità, possa procedere ad effettuare questa tipologia di acquisti sino alla soglia di 40.000 euro anche in deroga ad eventuali soglie più basse (comprese tra 10.000 e 40.000 euro) fissate dal Consiglio di Istituto ai sensi dell’art. 45, comma 2, lettera a) del D.I. n. 129/2018”.

“In tali casi il dirigente scolastico dovrà rendere successivamente informazione al Consiglio di Istituto medesimo sull’attività negoziale svolta, per la conseguente delibera di ratifica”.

Si fa quindi presente che “il Dipartimento della Protezione civile ha nominato Consip quale “soggetto attuatore” per l’acquisizione di servizi e forniture necessari per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19. In questo ruolo, dunque, Consip sta espletando procedure straordinarie in via d’urgenza aventi inter alia ad oggetto: (i) “Fornitura di mascherine chirurgiche, dispositivi di protezione individuale e servizi connessi, destinati all’emergenza sanitaria “covid-19”; (ii) “Acquisto di dispositivi di protezione individuale”. 

LA NOTA N. 562: differimento termini amministrativo-contabili

Tale adempimento si rifà “all’articolo 107 del D.L. n. 18/2020, tenuto conto della oggettiva necessità di alleggerire i carichi amministrativi di enti ed organismi pubblici nell’attuale contesto di emergenza sanitaria”, e “prevede, inter alia, il differimento del termine previsto per l’adozione dei rendiconti o dei bilanci d’esercizio relativi all’esercizio finanziario 2019 ordinariamente fissato al 30 aprile 2020”, riguardanti anche le scuole.

“Pertanto, i termini di cui all’art. 23 commi 1, 2, 3, 4 e 5 del D.I. 129/2018, già prorogati di 30 giorni con la nota MI Prot. n. 279 del 8 marzo 2020, sono prorogati di ulteriori 30 giorni. Dunque, le Istituzioni scolastiche provvedono all’approvazione del conto consuntivo 2019, secondo le” seguenti tempistiche: entro il 15 maggio 2020, le Istituzioni scolastiche predispongono il conto consuntivo e la relazione illustrativa da sottoporre all’esame dei revisori dei conti; entro il 15 giugno 2020, i revisori dei conti esprimono il parere di regolarità amministrativocontabile sul conto consuntivo con apposita relazione; entro il 30 giugno 2020, le Istituzioni scolastiche provvedono all’approvazione del conto consuntivo”.

Per quel che riguarda “l’espletamento dei controlli di regolarità amministrativo-contabile dei revisori dei conti, si richiamano gli articoli 51 e 52 del D.I. 129/2018, che prevedono espressamente la possibilità per i revisori di assolvere le proprie funzioni mediante l’uso di strumenti informatici, anche per la trasmissione e ricezione di atti e documenti e per gli scambi di comunicazioni”.

Nella nota, si ribadisce che occorre “evitare ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dai territori, tranne “che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero spostamenti per motivi di salute”, oltre che per “il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”.

Dopo avere ricordato la necessità di realizzare “prestazioni lavorative in forma agile”, tranne le “attività indifferibili da rendere in presenza, il ministero spiega che “al fine di rispettare pienamente le richiamate disposizioni e di consentire ai revisori di espletare le proprie funzioni anche a distanza, risultano “sospese le visite dei revisori presso le Istituzioni scolastiche, in quanto non si individuano attività indifferibili da rendere in presenza”.

Quindi, le verifiche ed i controlli si realizzeranno “con l’uso di strumenti informatici”. Inoltre “la pianificazione delle visite annuali dovrà essere riprogrammata”, anche sulla base delle “esigenze organizzative delle Istituzioni scolastiche.

LA NOTA N. 562: strumenti per la didattica a distanza

L’articolo 120 del D.L. n. 18/2020 prevede lo stanziamento di euro 85 milioni per far fronte all’attuale emergenza sanitaria e consentire alle istituzioni scolastiche statali la prosecuzione della didattica tramite la diffusione di strumenti digitali per l’apprendimento a distanza.

Lo stanziamento si divide in tre parti.

La prima riguarda 10 milioni di euro per dotare le scuole immediatamente di strumenti digitali o per favorire l’utilizzo di piattaforme di e-learning, con particolare attenzione all’accessibilità degli studenti con disabilità.

“In questa fase emergenziale – scrive il MI – le piattaforme per l’apprendimento a distanza sono state già messe a disposizione gratuitamente dall’Amministrazione. In particolare, è stata implementata una pagina dedicata sul sito istituzionale del ministero, che rende disponibili piattaforme telematiche certificate, contenuti didattici digitali e specifici strumenti di assistenza. Tale pagina comprende pure iniziative di didattica a distanza messe a disposizione da alcune Istituzioni scolastiche che hanno maturato negli anni un’esperienza circa tale modalità operativa, nonché un canale tematico dedicato per l’inclusione degli alunni disabili.

Un passaggio, quello della solidarietà tra scuole, a cui il ministero dell’Istruzione tiene moltissimo.

Le piattaforme per la didattica a distanza sono però offerte a titolo gratuito a tutte le Istituzioni scolastiche da parte di operatori del settore, solo dopo la sottoscrizione con il ministero “di apposito protocollo di intesa”.

Ci sono poi i “70 milioni di euro per mettere a disposizione degli studenti meno abbienti, in comodato d’uso gratuito, dispositivi digitali individuali, anche completi di connettività, per la migliore e più efficace fruizione delle piattaforme”.

Infine, la terza tranche riguarda “5 milioni di euro per la formazione on line dei docenti sulle metodologie e sulle tecniche di didattica a distanza”.

Per acquistare piattaforme e device, le scuole “dovranno avvalersi in primo luogo delle Convenzioni quadro Consip (art. 1, comma 449 della Legge 296/2006) e del Me.Pa. (art. 1, comma 450 della Legge 296/2006) e qualora non sia possibile ricorrere ai predetti strumenti, potranno provvedere all’acquisto “[…] anche in deroga alle disposizioni del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50”.

Vengono quindi indicate le modalità per le procedure di inventariazione.

Le scuole possono sottoscrive, “accordi di reteanche attraverso l’ampliamento di reti già esistenti, per l’utilizzo ottimale delle dotazioni per la didattica a distanza”, attivando in tal “modo reti di solidarietà e di collaborazione tra scuole anche per lo scambio di esperienze e di buone pratiche e per l’utilizzo e l’acquisto condiviso di dispositivi e di strumenti digitali per la didattica a distanza”.

Vengono quindi date indicazioni ai dirigenti scolastici per la concessione “in comodato d’uso gratuito alle famiglie degli studenti meno abbienti che necessitano di dispositivi individuali per la didattica a distanza, personal computer, desktop e portatili, e tablet, che sono nella proprietà della scuola e che, durante la sospensione delle attività didattiche, restano inutilizzate”.

I presidi dovranno “mettere a disposizione, ove possibile, le attrezzature digitali della scuola per l’utilizzo temporaneo ai fini della didattica a distanza”.

Anche in questo caso, “le istituzioni scolastiche alle quali, assolto l’eventuale fabbisogno per i propri studenti, restino in disponibilità dispositivi digitali utili per l’apprendimento a distanza, sono invitate a concedere gli stessi in comodato d’uso anche alle altre scuole del territorio che ne risultino prive, attivando reti di solidarietà e mutuo aiuto per la didattica a distanza”.

L’assegnazione diretta alle scuole delle risorse finanziarie per i device, come indicato dal Decreto Ministeriale n. 187 del 26 marzo 2020, avverrà “in funzione della distribuzione del reddito regionale e tenuto conto della numerosità degli alunni”.

Le risorse saranno comunque “assegnate alle scuole in anticipazione e in un’unica soluzione. Come previsto dall’art. 120, comma 6, del D.L. n. 18/2020”.

Una successiva nota, firmata dal capo dipartimento Marco Bruschi, trasmetterà agli Uffici scolastici regionali “indicazioni concernenti il contingente di Assistenti tecnici informatici, di cui all’art. 120, comma 4, D.L. n. 18/2020, e le indicazioni sulla modalità di ripartizione”.

LA NOTA N. 562: Help desk amministrativo-contabile

Le scuole potranno anche contare su un “Help desk amministrativo-contabile”: un canale ufficiale di assistenza, consulenza e comunicazione fra l’Amministrazione e le Istituzioni scolastiche su tematiche amministrativo contabili, che continuerà ad essere regolarmente attivo e garantirà un supporto costante.

Ciò è stato realizzato anche per “potenziare la comunicazione continuativa e reciproca tra gli uffici ministeriali e le istituzioni scolastiche in questo difficile periodo di emergenza sanitaria”.

A partire da lunedì 30 marzo, i dirigenti scolastici, i direttori dei servizi generali ed amministrativi e il personale amministrativo abilitato su tutto il territorio nazionale, attraverso i consueti canali di assistenza telematica, potranno formulare richieste di chiarimento o di supporto alle quali saranno fornite risposte tempestive ed efficaci su tematiche di natura amministrativa, contabile e gestionale collegate all’attuazione delle misure richiamate nella presente nota e, più in generale, alla gestione della situazione emergenziale”.

Tramite tale canale comunicativo, chiarisce il MI, “verranno presi in carico anche ulteriori quesiti, connessi alla gestione dell’emergenza nell’istituzione scolastica, che esulino, in tutto o in parte, dalle problematiche di carattere amministrativo-contabile quali, a titolo esemplificativo, il sostegno psicologico o il supporto alla disabilità. Tali quesiti verranno trattati in raccordo con la task force nazionale, appositamente istituita dal Ministro dell’istruzione, e mediante il coinvolgimento degli uffici competenti per le diverse materie oggetto di approfondimento”.

Il ministero, per poter offrire un servizio ancora più rapido ed efficace, ha quindi comunicato che “a partire da lunedì 30 marzo sarà possibile sottoporre dei quesiti anche mediante canale telefonico, attivo dal lunedì al venerdì nelle seguenti fasce orarie: 10.00 – 13.00; 14.00 – 17.00”.

Viene infine consigliato di “consultare le FAQ e i documenti messi a disposizione dal Ministero nonché usufruire di appositi oggetti multimediali su diverse tematiche d’interesse. È possibile accedere al servizio HDAC tramite il seguente percorso: SIDI, Applicazioni SIDI, Gestione Finanziario Contabile, Help Desk Amministrativo Contabile”.

Il Decreto Legge 17 marzo 2020, n.18 all’art. 120 comma 2 ha previsto diverse risorse per la didattica a distanza per 85 milioni di euro. In particolare sono assegnati risorse per piattaforme e strumenti digitali, risorse per dispositivi digitali e connettività di rete, risorse per formazione del personale scolastico.

CLICCA QUI PER SCARICARE LA NOTA MINISTERIALE n.562 con le istruzioni operative  

Decreto Ministeriale n. 186 del 26 marzo 2020

Decreto contenente i criteri di riparto delle risorse finalizzate alla pulizia straordinaria degli ambienti scolastici ai sensi dell’art. 77 del Decreto-legge n.18 del 17 marzo 2020

Decreto Ministeriale n. 187 del 26 marzo 2020

Decreto di riparto dei fondi e degli assistenti tecnici a tempo determinato ai sensi dell’articolo 120, comma 5 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18 e misure per l’emergenza

Allegato 1 (riparto delle risorse per le scuole)

Allegato 2 (assistenti tecnici)

Come fare didattica a distanza: consigli e soluzioni

CORONAVIRUS – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI

Nuovo Modello Autodichiarazione 26.03.2020 Editabile

LE FAQ UFFICIALI

Coronavirus e scuole chiuse, tutto quello che c’è da sapere: norme e info utili

Didattica a distanza, la nota ministeriale con le indicazioni operative e riparto fondi

da La Tecnica della Scuola

Il Decreto Legge 17 marzo 2020, n.18 all’art. 120 comma 2 ha previsto diverse risorse per la scuola per 85 milioni di euro.

È stata inviata alle scuole la nota operativa per l’attuazione del decreto legge Cura Italia, approvato dal governo che ha previsto lo stanziamento di 85 milioni per la didattica a distanza, 43,5 milioni per le pulizie straordinarie delle scuole.

La nota fa seguito alla firma, da parte della Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, di due appositi decreti di riparto delle risorse stanziate alle singole istituzioni scolastiche.

Decreto Ministeriale n. 186 del 26 marzo 2020

Decreto contenente i criteri di riparto delle risorse finalizzate alla pulizia straordinaria degli ambienti scolastici ai sensi dell’art. 77 del Decreto-legge n.18 del 17 marzo 2020

Decreto Ministeriale n. 187 del 26 marzo 2020

Decreto di riparto dei fondi e degli assistenti tecnici a tempo determinato ai sensi dell’articolo 120, comma 5 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18 e misure per l’emergenza

Allegato 1 (riparto delle risorse per le scuole)

Allegato 2 (assistenti tecnici)


Il comunicato del Miur

“La Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha firmato il decreto ministeriale per distribuire alle scuole, in attuazione del decreto legge del governo ‘Cura Italia’, 85 milioni per il potenziamento della didattica a distanza”.

“Di questi, 10 milioni potranno essere utilizzati dalle istituzioni scolastiche per favorire l’utilizzo di piattaforme e-learning e per dotarsi immediatamente di strumenti digitali utili per l’apprendimento a distanza, o per potenziare quelli già in loro possesso. Ponendo attenzione anche ai criteri di accessibilità per le ragazze e i ragazzi con disabilita’. Altri 70 milioni – continua il comunicato – saranno utilizzabili per mettere a disposizione degli studenti meno abbienti, in comodato d’uso gratuito, dispositivi digitali per la fruizione della didattica a distanza.

I restanti 5 milioni serviranno a formare il personale scolastico. I 70 milioni per i dispositivi digitali saranno distribuiti fra le scuole tenendo conto del numero totale di alunni dell’istituto (per il 30% del totale dell’importo), ma anche dell’indicatore Ocse Escs (per il 70% del totale dell’importo), che consente di individuare le aree dove ci sono famiglie più bisognose e dove, soprattutto, sono meno diffuse le dotazioni digitali”.

“Abbiamo scelto un criterio che ci consentirà di raggiungere meglio le zone del Paese e le famiglie dove c’è maggiore necessità – ha dichiarato la ministra Lucia Azzolina – Queste che distribuiamo sono risorse importanti per la scuola con cui oggi rispondiamo a un’emergenza, ma attraverso cui gettiamo anche le basi per il futuro. Tutto quello che stiamo facendo in questo momento rappresenta un patrimonio che ci resterà e consentirà alla comunità scolastica di crescere e migliorarsi ancora”.

Continua il comunicato: “Il decreto individua le risorse disponibili scuola per scuola. Appena arriveranno nelle ‘casse’ dei loro istituti i dirigenti scolastici potranno utilizzarle immediatamente. Il provvedimento firmato stabilisce anche le modalità per ripartire fra le scuole i 1.000 assistenti tecnici informatici previsti dal decreto ‘Cura Italia’ che potranno dare supporto ai docenti per la didattica a distanza. Saranno assegnati alle istituzioni scolastiche del primo ciclo, dove oggi queste figure non esistono. Il decreto incrementa, infine, il Fondo per le emergenze educative del Ministero di 2 milioni di euro, anche questi utilizzabili per le esigenze delle scuole per fronteggiare l’emergenza Coronavirus sul piano della didattica. La Ministra ha poi firmato il provvedimento, anche questo previsto dal decreto legge ‘Cura Italia’, che assegna alle scuole 43,5 milioni per pulizie straordinarie e acquisto di gel e prodotti igienizzanti”.

“Il Ministero – conclude la nota – invierà una circolare operativa alle scuole per l’attuazione del decreto ‘Cura Italia’”.

Talis18: dopo l’emergenza colmare il divario tra i nostri prof con gli altri

da La Tecnica della Scuola

Esce il 2° Rapporto “Talis 18” dell’Ocse  sulla condizione di lavoro dei docenti (TALIS 2018 – Results. Teachers and School Leaders as valued Professionals. Vol 2) che però procrastinerebbe la presentazione dell’informativa sull’Italia, per causa sempre del famigerato virus.

Ad anticiparlo il Sole 24 Ore che riporta i punti più importanti a partire dalla percezione della considerazione della professione di docente nella propria società, in particolare nella scuola secondaria inferiore.

La valorizzazione dei prof

Da noi si sente valorizzato il 12,1%, con poche variazioni tra città e campagna, tra pubblico e privato e tra il 2013 (anno del precedente TALIS) e il 2018.

La media Ocse è del 25%, con un arco che va dal 72% di Singapore al 58,2% della Finlandia, dal 40,9% della Romania al 9,1% del Portogallo.

Rilevante è il fatto che i nostri presidi paiano ancora più pessimisti rispetto al riconoscimento sociale dei docenti: nel 2013 ci credeva l’8,1%, nel 2018 il 10,2%.

Solo il 7% degli insegnanti italiani  ritiene inoltre che i governanti ascoltino le istanze della categoria. L’80% dei nostri docenti accusa vari gradi di stress e solo il 20% non lo avverte.

Remunerazione

Seconda questione è la bassa remunerazione del corpo docente italiano. A parte i pannicelli caldi  dei bonus al merito, degli 80 euro e degli arretrati per il  contratto fermo, a parte il  congelamento dell’anno 2013 dalla progressione di carriera e quindi di stipendio e pensione, si dice soddisfatto del salario appena il 21% dei nostri insegnanti, mentre in Canada lo è il 76%. 

In Italia i docenti guadagnano inoltre in media il 30% in meno di altri laureati del Paese, a fronte di un carico di responsabilità nei processi organizzativo-formativi dentro le scuole, che in base a 6 parametri la nuova analisi Ocse certifica come il più alto.

Dopo l’emergenza, colmare il divario

Inoltre l’emergenza corona virus ha prodotto il trasferimento delle scuole di ogni ordine e grado nella dimensione digitale e virtuale un massivo superlavoro che viene svolto come meglio possibile da una categoria “poco incline al lamento e forse proprio per questo è così poco considerata da mondo politico e opinione pubblica.
Dunque si spera, una volta finita l’emergenza covid-19, che si voglia colmare il divario tra le condizioni di lavoro e studio dei docenti e dei discenti italiani, e quelle dei Paesi con cui ci vogliamo sedere ad un tavolo alla pari; che riscatti la scuola italiana dal suo perenne ruolo di cenerentola, valorizzando il suo grande potenziale, e smettendo di pretendere abnegazione dando in cambio continue mortificazioni. Basta voler pescare finalmente nelle voragini della gigantesca, tracotante, incivile evasione fiscale che da decenni depreda il nostro Paese”.

Sospensione dell’attività didattica, Conte: ‘Non c’è una prospettiva di ritornare a breve’

da Tuttoscuola

“E’ chiaro che la sospensione dell’attività didattica proseguirà”. E’ quanto ha affermato il premier, Giuseppe Conte, nel corso della conferenza stampa di oggi, 28 marzo.

“Il termine è quello del 3 aprile ma ragionevolmente non c’è una prospettiva di ritornare alle attivita didattiche ordinarie – ha spiegato il Premier -. Quanto alla sospensione delle attività produttive non essenziali non sappiamo ancora, è ancora troppo presto. Dall’inizio della settimana inizieremo a lavorarci: il governo ha adottato questa misura col massimo senso della responsabilità”.

‘Insegnanti e Dirigenti eroi che lavorano affinché studenti non perdano contatto con la scuola’. La lettera di Azzolina

da Tuttoscuola

Pubblichiamo di seguito la lettera che la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha inviato a tutto il personale scolastico

Carissimi,

in questi giorni difficili sento ancora più il dovere di stare vicino a tutti Voi, a tutta la comunità della scuola italiana. La scuola è stata destinataria di una delle prime misure che il Governo ha dovuto varare per fare fronte all’emergenza causata dal Coronavirus; ha dovuto confrontarsi con una situazione inaspettata, rapida e profondamente impattante. La scuola, prima di tanti altri ambiti, ha dovuto imparare a far fronte ad un’emergenza drammatica, non solo da un punto di vista organizzativo, ma anche emotivo. E voglio dire, prima di ogni altra cosa, che sono orgogliosa di come tutto il mondo della scuola italiana, i suoi docenti, i suoi alunni e tutto il personale, abbia reagito ad un evento di questa portata. Sono orgogliosa di tutti Voi, e Vi ringrazio per avere accompagnato ogni decisione, ogni cambiamento, per quanto repentino, con professionalità e umanità.

In questi giorni faticosi penso spesso al suono della campanella. Quel suono a volte fastidioso, ma sempre emozionante, che fino a due anni fa ogni mattina rappresentava per me il vero inizio della giornata: salutare le colleghe e i colleghi insegnanti, il mio dirigente scolastico, il personale ATA, incontrare le studentesse e gli studenti, e quell’aula vuota che in pochi secondi si riempiva di vita, risate, rumore, sguardi assonnati. Penso a quanto possa mancare ora a tutti noi quella campanella. E mi chiedo: se fossi stata a scuola da docente o da dirigente scolastico, cosa avrei fatto io davanti a quest’emergenza che ha sconvolto le abitudini di tutti noi? Mi chiedo che cosa avrei fatto davanti ai volti smarriti degli alunni, alle notizie atroci di studenti che perdono i loro affetti più cari senza nemmeno poterli salutare, a bimbi che non capiscono il perché di tutto ciò, come del resto gli adulti.

Chi fa il docente o il dirigente scolastico sa che c’è una sola risposta possibile. Si sta in ogni modo accanto ai nostri ragazzi, per la piena consapevolezza della funzione che si è chiamati a svolgere, e che va ben oltre l’insegnamento di una materia o la direzione di un’istituzione scolastica. Gli studenti hanno voglia e diritto di andare avanti. I messaggi che mi inviano quotidianamente da tutta Italia dicono questo: hanno bisogno di stare in contatto con i loro “prof” e con i compagni, sono motivati a continuare a crescere e imparare, forse anche più di prima. E vogliono farlo insieme agli altri, nonostante o proprio a causa della distanza fisica e dell’isolamento obbligato.

C’è un’altra scintilla di speranza che brilla nel buio di questi giorni, ed è il rinsaldarsi del rapporto tra scuola e famiglia: si sta sviluppando una nuova forma di cooperazione per mandare avanti la didattica e soprattutto la relazione docenti-studenti.Ciascuno fa il proprio meglio, mette a disposizione tempo e competenze per il bene esclusivo dei nostri ragazzi. La didattica a distanza sta diventando una risorsa (così come lo è sempre stata nella scuola in ospedale) che sopperisce all’impossibilità di fare lezione in presenza, e sta permettendo a docenti, ragazzi e famiglie di riscoprire una vicinanza, una collaborazione ed un’alleanza che sono ancora più preziose di fronte al senso di incertezza che comprensibilmente tutti sentiamo. Anche da questo punto di vista questa pandemia, drammatica, ha portato un cambiamento ispirato dallo sforzo comune per supportare i ragazzi nell’organizzazione dello studio e di una nuova esperienza di vita.Le piattaforme, la didattica a distanza e i libri di testo digitali sono il gesso e la lavagna di questo tempo. 

Ai miei studenti ho sempre detto che il diritto all’istruzione non è scontato, che ci sono posti nel mondo dove la possibilità di leggere e studiare è preclusa a bambine e bambini. Per loro che consideravano scontati il suono della campanella e il saluto all’insegnante, era difficile capire fino in fondo cosa volesse dire la negazione di questo diritto. Ora che siamo tutti impegnati a conservarlo, è purtroppo più semplice acquisire la consapevolezza di cosa voglia dire. Una consapevolezza che deve motivare ancora di più tutti: i docenti, in particolare, sono in contatto costante con i loro alunni per farli sentire meno soli e spaesati dinanzi ad un mondo cambiato repentinamente, alla impossibilità di metabolizzare quanto accade, alla rinuncia allo stare insieme, alle passeggiate, al contatto con gli amici.

Avrei fatto anch’io tutto il possibile con tutti i mezzi possibili, come state facendo Voi, cari docenti e dirigenti. Per fare lezione? Non solo per quello.Per accorciare la distanza, per far emergere e condividere le ansie, per far arrivare un abbraccio, seppur virtuale, a ciascuno studente. Non basta quindi dare compiti agli studenti usando il registro elettronico. La didattica a distanza non è ‘disumanizzata’, anzi: da quello che vedo, dai racconti che mi arrivano dalle nostre scuole, la comunità educante si ritrova innanzitutto intorno alle emozioni, al confronto su ciò che stiamo vivendo, ai momenti di silenzio insieme, alle lacrime e ai sorrisi. La scuola è presidio dello Stato.

Sono pienamente consapevole che questo cambiamento repentino non è sempre facile da gestire, che ci sono difficoltà tecniche, logistiche, ma so anche che tutti Voi state facendo il meglio che potete, non solo per portare avanti un programma, ma per trasmettere ai ragazzi, e in generale a tutta la nostra comunità, che si può e si deve guardare avanti, con fiducia, nell’attesa di superare la fase di emergenza.Ed è per questo che si trovano gli strumenti più adatti a stimolare studio e curiosità. Voglio dire a tutte e a tutti Voi, all’intera comunità scolastica, che in questi momenti difficili ciò che guida la nostra azione è il buon senso: i docenti conoscono le loro classi, sanno anche come stimolare e valutare ogni singolo alunno, conoscono il vissuto dei loro allievi, il percorso che hanno fatto.

La didattica a distanza deve tenere al centro l’esperienza e la sensibilità dei docenti, ed è quello che sta avvenendo ogni giorno in più istituti e territori. Così riscopriamo il valore della comunità educante, del confronto costruttivo, che va oltre umane divisioni e personalismi: la scuola funziona grazie all’unione, cooperazione tra le componenti che lavorano insieme a famiglie, studenti e portatori di interessi sul territorio. Questo è il momento di ricorrere alle nostre migliori risorse, perché l’eccezionalità della situazione lo richiede, e so che lo state facendo. Quando si è alla guida di un istituto l’imperativo, come sa bene ogni dirigente scolastico, è quello di tenere unite tutte le componenti della scuola, di stare vicino ad ogni dipendente e ad ogni studente per affrontare insieme il dolore e le difficoltà, di far sentire la propria presenza con discrezione e disponibilità. Così docenti e dirigenti lavorano per rendere vivo e concreto, nell’esperienza di ciascun alunno, il diritto all’istruzione posto dalla nostra Carta tra quelli fondamentali e inalienabili. Siete eroi anonimi, state lavorando con ogni mezzo perché tutti, dai più piccini ai più grandi, non perdano il contatto con la scuola dalla quale, come diceva don Milani “attendono di essere fatti eguali”.

Insieme alle Istituzioni, a tutto il personale sanitario, alla Protezione civile, alle forze dell’ordine, in questo momento anche la scuola è baluardo della democrazia, custode dei diritti ed esempio per i cittadini. Ecco perché la scuola non si è fermata e non si fermerà, ecco il motivo per cui abbiamo messo in campo investimenti sulla didattica a distanza, perché siamo consapevoli che c’è bisogno di sostenere chi parte da una condizione di svantaggio.

Dare risorse alla scuola significa dare speranza ai cittadini. La scuola ha il dovere di arrivare a chi non ha i mezzi e i modi per connettersi con i propri docenti, sia per continuare ad apprendere sia per continuare ad “incontrare” la sua comunità di riferimento, compagni e docenti in primis. Fosse anche soltanto per il buongiorno mattutino, per quella notifica sullo schermo che in questo tempo sospeso sostituisce il suono di quella campanella che ci manca come non mai.Ecco perché voglio dire ancora una volta grazie a tutti i docenti e al personale educativo che sta lavorando con amore per gli studenti. Con un particolare riguardo a chi sta interpretando il doppio ruolo di docente e di genitore: so che con grande dedizione state portando avanti il lavoro scolastico sostenendo anche un carico familiare molto impegnativo.

Sapete, care e cari docenti, come Vi definiscono i Vostri alunni e alunne nei messaggi che mi inviano? “Scudi di quiete nella tempesta che infuria”. Mentre loro, i nostri studenti, si definiscono “monadi senza più finestre”. Hanno bisogno di Voi, lo riconoscono tutti, in tanti modi diversi.

Grazie ai DSGA e a tutto il personale Ata: senzaVoi l’anno scolastico non si concluderebbe come invece sta avvenendo, e il prossimo non potrebbe iniziare regolarmente, come sono certa che avverrà. Grazie per la dedizione con cui state portando avanti il Vostro lavoro, fronteggiando le tante difficoltà con il solo obiettivo di consentire ai Vostri istituti di rispettare tutte le scadenze. Grazie ai Dirigenti scolastici, che si sono dedicati anima e corpo ad organizzare e promuovere la qualità dei processi formativi, che lavorano con passione per garantire il diritto all’apprendimento dei nostri studenti anche in un momento così complesso, mostrando grinta e voglia di fare. Voi rappresentate lo Stato sui territori, nelle famiglie, e insieme ai docenti e a tutto il personale scolastico siete il motore della scuola italiana.Grazie anche a tutti coloro che, negli ambiti territoriali e negli uffici scolastici regionali non hanno mai smesso di lavorare: state rispondendo alle esigenze delle scuole e agli stimoli del Ministero dell’Istruzione con grande senso di abnegazione e con la massima serietà. E grazie chiaramente ai dipendenti del Ministero dell’Istruzione che in Viale Trastevere mi accolgono tutte le mattine con un sorriso, non facendomi mai sentire sola.

Un grazie ancora più grande e caloroso va a tutto il personale scolastico, alle famiglie e agli studenti della Lombardia e delle aree più colpite dal contagio. Ho sentito molti di Voiin questi giorni telefonicamente o con videochiamate: so che non basta, e vorrei abbracciarvi tutti, uno ad uno. La mia gratitudine è pari solo all’impegno che, umilmente, cerco ogni giorno di profondere per far fronte ad una situazione che richiede decisioni rapide, continue e costantemente in aggiornamento.

Vi saluto con l’augurio che presto la nuova comunità educante che nascerà da questa esperienza, con una ritrovata capacità di far bene, possa stringersi attorno alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi mentre la campanella li chiamerà a tornare in classe.

Un buon insegnante colpisce per l’eternità; non può mai dire dove la sua influenza si ferma.
(Henry Brooks Adams)”.

Il Ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina