Messaggio di Fine Anno del Presidente della Repubblica

Messaggio di Fine Anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Palazzo del Quirinale, 31/12/2020

Care concittadine e cari concittadini,

avvicinandosi questo tradizionale appuntamento di fine anno, ho avvertito la difficoltà di trovare le parole adatte per esprimere a ciascuno di voi un pensiero augurale.

Sono giorni, questi, in cui convivono angoscia e speranza.

La pandemia che stiamo affrontando mette a rischio le nostre esistenze, ferisce il nostro modo di vivere.

Vorremmo tornare a essere immersi in realtà e in esperienze che ci sono consuete. Ad avere ospedali non investiti dall’emergenza. Scuole e Università aperte, per i nostri bambini e i nostri giovani. Anziani non più isolati per necessità e precauzione. Fabbriche, teatri, ristoranti, negozi pienamente funzionanti. Trasporti regolari. Normali contatti con i Paesi a noi vicini e con i più lontani, con i quali abbiamo costruito relazioni in tutti questi anni.

Aspiriamo a riappropriarci della nostra vita.

Il virus, sconosciuto e imprevedibile, ci ha colpito prima di ogni altro Paese europeo. L’inizio del tunnel. Con la drammatica contabilità dei contagi, delle morti. Le immagini delle strade e delle piazze deserte. Le tante solitudini. Il pensiero straziante di chi moriva senza avere accanto i propri cari.

L’arrivo dell’estate ha portato con sé l’illusione dello scampato pericolo, un diffuso rilassamento. Con il desiderio, comprensibile, di ricominciare a vivere come prima, di porre tra parentesi questo incubo.

Poi, a settembre, la seconda offensiva del virus. Prima nei Paesi vicini a noi, e poi qui, in Italia. Ancora contagi – siamo oltre due milioni – ancora vittime, ancora dolore che si rinnova. Mentre continua l’impegno generoso di medici e operatori sanitari.

Il mondo è stato colpito duramente. Ovunque.

Anche l’Italia ha pagato un prezzo molto alto.

Rivolgendomi a voi parto proprio da qui: dalla necessità di dare insieme memoria di quello che abbiamo vissuto in questo anno. Senza chiudere gli occhi di fronte alla realtà.

La pandemia ha scavato solchi profondi nelle nostre vite, nella nostra società. Ha acuito fragilità del passato. Ha aggravato vecchie diseguaglianze e ne ha generate di nuove.

Tutto ciò ha prodotto pesanti conseguenze sociali ed economiche. Abbiamo perso posti di lavoro. Donne e giovani sono stati particolarmente penalizzati. Lo sono le persone con disabilità. Tante imprese temono per il loro futuro. Una larga fascia di lavoratori autonomi e di precari ha visto azzerare o bruscamente calare il proprio reddito. Nella comune difficoltà alcuni settori hanno sofferto più di altri.

La pandemia ha seminato un senso di smarrimento: pone in discussione prospettive di vita. Basti pensare alla previsione di un calo ulteriore delle nascite, spia dell’incertezza che il virus ha insinuato nella nostra comunità.

È questa la realtà, che bisogna riconoscere e affrontare.

Nello stesso tempo sono emersi segnali importanti, che incoraggiano una speranza concreta. Perché non prevalga la paura e perché le preoccupazioni possano trasformarsi nell’energia necessaria per ricostruire, per ripartire.

Nella prima fase, quando ancora erano pochi gli strumenti a disposizione per contrastare il virus, la reazione alla pandemia si è fondata anzitutto sul senso di comunità.

Adesso stiamo mettendo in atto strategie più complesse, a partire dal piano di vaccinazione, iniziato nel medesimo giorno in tutta Europa.

Inoltre, per fronteggiare le gravi conseguenze economiche sono in campo interventi europei innovativi e di straordinaria importanza.

Mai un vaccino è stato realizzato in così poco tempo.

Mai l’Unione Europea si è assunta un compito così rilevante per i propri cittadini.

Per il vaccino si è formata, anche con il contributo dei ricercatori italiani, un’alleanza mondiale della scienza e della ricerca, sorretta da un imponente sostegno politico e finanziario che ne ha moltiplicato la velocità di individuazione.

La scienza ci offre l’arma più forte, prevalendo su ignoranza e pregiudizi. Ora a tutti e ovunque, senza distinzioni, dovrà essere consentito di vaccinarsi gratuitamente: perché è giusto e perché necessario per la sicurezza comune.

Vaccinarsi è una scelta di responsabilità, un dovere. Tanto più per chi opera a contatto con i malati e le persone più fragili.

Di fronte a una malattia così fortemente contagiosa, che provoca tante morti, è necessario tutelare la propria salute ed è doveroso proteggere quella degli altri, familiari, amici, colleghi.

Io mi vaccinerò appena possibile, dopo le categorie che, essendo a rischio maggiore, debbono avere la precedenza.

Il vaccino e le iniziative dell’Unione Europea sono due vettori decisivi della nostra rinascita.

L’Unione Europea è stata capace di compiere un balzo in avanti. Ha prevalso l’Europa dei valori comuni e dei cittadini. Non era scontato.

Alla crisi finanziaria di un decennio or sono l’Europa rispose senza solidarietà e senza una visione chiara del proprio futuro. Gli interessi egoistici prevalsero. Vecchi canoni politici ed economici mostrarono tutta la loro inadeguatezza.

Ora le scelte dell’Unione Europea poggiano su basi nuove. L’Italia è stata protagonista in questo cambiamento.

Ci accingiamo – sul versante della salute e su quello economico – a un grande compito. Tutto questo richiama e sollecita ancor di più la responsabilità delle istituzioni anzitutto, delle forze economiche, dei corpi sociali, di ciascuno di noi. Serietà, collaborazione, e anche senso del dovere, sono necessari per proteggerci e per ripartire.

Il piano europeo per la ripresa, e la sua declinazione nazionale – che deve essere concreta, efficace, rigorosa, senza disperdere risorse – possono permetterci di superare fragilità strutturali che hanno impedito all’Italia di crescere come avrebbe potuto.

Cambiamo ciò che va cambiato, rimettendoci coraggiosamente in gioco.

Lo dobbiamo a noi stessi, lo dobbiamo alle giovani generazioni.

Ognuno faccia la propria parte.

La pandemia ci ha fatto riscoprire e comprendere quanto siamo legati agli altri; quanto ciascuno di noi dipenda dagli altri. Come abbiamo veduto, la solidarietà è tornata a mostrarsi base necessaria della convivenza e della società.

Solidarietà internazionale. Solidarietà in Europa. Solidarietà all’interno delle nostre comunità.

Il 2021 deve essere l’anno della sconfitta del virus e il primo della ripresa. Un anno in cui ciascuno di noi è chiamato anche all’impegno di ricambiare quanto ricevuto con gesti gratuiti, spesso da sconosciuti. Da persone che hanno posto la stessa loro vita in gioco per la nostra, come è accaduto con tanti medici e operatori sanitari.

Ci siamo ritrovati nei gesti concreti di molti. Hanno manifestato una fraternità che si nutre non di parole bensì di umanità, che prescinde dall’origine di ognuno di noi, dalla cultura di ognuno e dalla sua condizione sociale.

È lo spirito autentico della Repubblica.

La fiducia di cui abbiamo bisogno si costruisce così: tenendo connesse le responsabilità delle istituzioni con i sentimenti delle persone.

La pandemia ha accentuato limiti e ritardi del nostro Paese. Ci sono stati certamente anche errori nel fronteggiare una realtà improvvisa e sconosciuta.

Si poteva fare di più e meglio? Probabilmente sì, come sempre. Ma non va ignorato neppure quanto di positivo è stato realizzato e ha consentito la tenuta del Paese grazie all’impegno dispiegato da tante parti. Tra queste le Forze Armate e le Forze dell’Ordine che ringrazio.

Abbiamo avuto la capacità di reagire.

La società ha dovuto rallentare ma non si è fermata.

Non siamo in balìa degli eventi.

Ora dobbiamo preparare il futuro.

Non viviamo in una parentesi della storia. Questo è tempo di costruttori. I prossimi mesi rappresentano un passaggio decisivo per uscire dall’emergenza e per porre le basi di una stagione nuova.

Non sono ammesse distrazioni. Non si deve perdere tempo. Non vanno sprecate energie e opportunità per inseguire illusori vantaggi di parte. E’ questo quel che i cittadini si attendono.

La sfida che è dinanzi a quanti rivestono ruoli dirigenziali nei vari ambiti, e davanti a tutti noi, richiama l’unità morale e civile degli italiani. Non si tratta di annullare le diversità di idee, di ruoli, di interessi ma di realizzare quella convergenza di fondo che ha permesso al nostro Paese di superare momenti storici di grande, talvolta drammatica, difficoltà.

L’Italia ha le carte in regola per riuscire in questa impresa.

Ho ricevuto in questi mesi attestazioni di apprezzamento e di fiducia nei confronti del nostro Paese da parte di tanti Capi di Stato di Paesi amici.

Nel momento in cui, a livello mondiale, si sta riscrivendo l’agenda delle priorità, si modificano le strategie di sviluppo ed emergono nuove leadership, dobbiamo agire da protagonisti nella comunità internazionale.

In questa prospettiva sarà molto importante, nel prossimo anno, il G20, che l’Italia presiede per la prima volta: un’occasione preziosa per affrontare le grandi sfide globali e un’opportunità per rafforzare il prestigio del nostro Paese.

L’anno che si apre propone diverse ricorrenze importanti.

Tappe della nostra storia, anniversari che raccontano il cammino che ci ha condotto ad una unità che non è soltanto di territorio. Ricorderemo il settimo centenario della morte di Dante.

Celebreremo poi il centosessantesimo dell’Unità d’Italia, il centenario della collocazione del Milite Ignoto all’Altare della Patria.

E ancora i settantacinque anni della Repubblica.

Dal Risorgimento alla Liberazione: le radici della nostra Costituzione. Memoria e consapevolezza della nostra identità nazionale ci aiutano per costruire il futuro.

Esprimo un ringraziamento a Papa Francesco per il suo magistero e per l’affetto che trasmette al popolo italiano, facendosi testimone di speranza e di giustizia. A lui rivolgo l’augurio più sincero per l’anno che inizia.

Complimenti e auguri ai goriziani per la designazione di Gorizia e Nova Gorica, congiuntamente, a capitale europea della cultura per il 2025. Si tratta di un segnale che rende onore a Italia e Slovenia per avere sviluppato relazioni che vanno oltre la convivenza e il rispetto reciproco ed esprimono collaborazione e prospettive di futuro comune. Mi auguro che questo messaggio sia raccolto nelle zone di confine di tante parti del mondo, anche d’ Europa, in cui vi sono scontri spesso aspri e talvolta guerre anziché la ricerca di incontro tra culture e tradizioni diverse.

Vorrei infine dare atto a tutti voi – con un ringraziamento particolarmente intenso – dei sacrifici fatti in questi mesi con senso di responsabilità. E vorrei sottolineare l’importanza di mantenere le precauzioni raccomandate fintanto che la campagna vaccinale non avrà definitivamente sconfitto la pandemia.

Care concittadine e cari concittadini,

quello che inizia sarà il mio ultimo anno come Presidente della Repubblica.

Coinciderà con il primo anno da dedicare alla ripresa della vita economica e sociale del nostro Paese.

La ripartenza sarà al centro di quest’ultimo tratto del mio mandato.

Sarà un anno di lavoro intenso.

Abbiamo le risorse per farcela.

Auguri di buon anno a tutti voi!

Legge di bilancio 2021 e disabilità

Legge di bilancio 2021 e disabilità

Handylex del 31/12/2020

Poche righe, volutamente asciutte, per congedarmi, assieme ai miei collaboratori, da chi negli anni ci ha seguito e apprezzato, o ha chiesto fiducioso il nostro supporto, che ci auguriamo di aver garantito al meglio. La stessa analisi della legge di bilancio – come quella che pubblichiamo di seguito – era un appuntamento ormai tradizionale dal 1997, in uno sforzo evidente di divulgazione, prima garanzia di democrazia e inclusione, e di consapevolezza.

Ma questa è l’ultima norma che commentiamo, relegando quella tensione ideale ad una stagione ormai chiusa.

La FISH, Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, socio di maggioranza relativa dell’Agenzia E.Net, ha deliberato, assieme agli altri soci, di porre in liquidazione l’Agenzia stessa. 
All’Agenzia afferiva il gruppo di lavoro (6 dipendenti incluso chi scrive) che ha finora assicurato il funzionamento di HandyLex (sito, sportello, monitoraggio), di Superando, di Condicio e di molte altre attività progettuali e di supporto tecnico alla Federazione e al movimento. I dipendenti conseguentemente sono licenziati e non ricollocabili. 

Questo è quanto: nessun intento polemico o recriminazione verso chi si assume la responsabilità politica di questa decisione, ma solo, davvero, il duplice desiderio di ringraziare chi nel nostro lavoro – che qui finisce –  ci ha creduto per davvero e di ricordare le due persone che maggiormente l’hanno animato, compreso, voluto e sostenuto: Franco Bomprezzi e Tino Chiandetti.

Un ringraziamento anche all’Editore, l’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare che per anni ha sostenuto HandyLex di cui detiene il marchio che sta cedendo a FISH con l’impegno che quest’ultima assicuri, a favore della rete, la continuità e la qualità del servizio.

Addio e Buon 2021.
Carlo Giacobini


Il testo della legge di bilancio per il 2021 (Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023) è stato dunque approvato in via definitiva dal Senato e ora attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

A causa del contesto generale e delle risorse da distribuire e da assegnare, la legge di bilancio reca numerosi elementi significativi in ambito sociale e, in varia misura, per le persone con disabilità. Ne esponiamo i contenuti raggruppando il più possibile i temi per ambiti di interesse.

Sommario dei contenuti
– Inclusione scolastica, sostegno e sussidi;
– Proroghe, conferme e incrementi di spesa;
– Contributo per le madri di disabili disoccupate o monoreddito;
– Lavoratori fragili, tutele e smartworking;
– Superbonus 110% su barriere architettoniche;
– Fondo per i caregiver familiari;
– Fondo per l’Alzheimer e le demenze;
– Fondo per l’autismo;
– Fondo contro le discriminazioni e la violenza di genere;
– Potenziamento del sistema dei servizi sociali territoriali;
– Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità e Osservatorio;
– Parcheggi gratuiti per persone con disabilità e donne in gravidanza;
– Misure per il sostegno alla partecipazione politica;
– Fondazione Libri italiani accessibili (LIA);
– Contributo alla FISH (e altri).

Inclusione scolastica, sostegno e sussidi
Le legge di bilancio (art. 1, commi 960-963) riserva attenzione anche all’inclusione scolastica, sia dal lato della formazione del personale, che da quello degli ausili e degli strumenti didattici. Ma anche rispetto agli insegnanti di sostegno di cui viene ridefinito l’incremento: 5.000 posti di sostegno in più dal prossimo anno scolastico, 11.000 posti dall’anno scolastico 2022/2023 e 9.000 posti di sostegno “a decorrere dall’anno scolastico 2023/2024” [così nel testo, NdR].
Viene poi previsto l’incremento del fondo (ex cosiddetta “Buona scuola”) per 10 milioni di euro per il 2021 da destinare alla formazione obbligatoria del personale docente impegnato nelle classi con alunni con disabilità. Tale formazione, precisa il Legislatore, “è finalizzata all’inclusione scolastica dell’alunno con disabilità e a garantire il principio di contitolarità nella presa in carico dell’alunno stesso”. Regole e limiti saranno fissati da un successivo decreto del Ministro dell’istruzione. Fra le condizioni indicate in norma, merita di essere evidenziata “la determinazione delle unità formative comunque non inferiori a 25 ore di impegno complessivo”. Da quanto si comprende questa formazione non dovrebbe interessare chi è già in possesso di specializzazione.
Il comma successivo stanzia, per ciascuno dei prossimi tre anni scolastici, 10 milioni di euro per l’acquisto e la manutenzione di attrezzature tecniche e di sussidi didattici utili agli alunni con disabilità, e per l’acquisizione di servizi necessari al loro miglior uso, destinati alle istituzioni scolastiche che accolgono alunni con disabilità certificata ai sensi della legge 104/1992. Anche qui è previsto un decreto attuativo.
E con il comma ancora successivo il Legislatore, accogliendo alcune istanze, interviene con una precisazione che potrebbe avere ricadute rilevanti. Specifica, infatti, che “Al fine di regolare l’assegnazione delle risorse professionali di sostegno didattico e di assistenza specialistica, agli alunni con disturbi specifici di apprendimento diagnosticati ai sensi della legge 8 ottobre 2010, n. 170, spettano esclusivamente le misure educative e didattiche di supporto di cui all’articolo 5” della stessa norma (misure compensative e dispensative), senza l’impiego delle risorse professionali di cui alla legge 5 febbraio 1992, n. 104.
In ambito di inclusione un comma specifico (art. 1, comma 514) interviene sul contributo alle scuole paritarie che accolgono alunni con disabilità, incrementando le risorse loro destinate per 70 milioni di euro per il 2021.
E un incremento pari ad un milione di euro (a decorrere dal 2021) è concesso anche alle istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM) con l’intendo “di dare concreta attuazione ai servizi e alle iniziative in favore degli studenti disabili di cui all’articolo 12 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, e degli studenti con invalidità superiore al 66 per cento nonché degli studenti con certificazione di disturbo specifico dell’apprendimento”. Si prevede l’obbligo della presenza di una figura di tutor accademico esperto in didattica musicale inclusiva e appositamente formato.

Proroghe, conferme e incrementi di spesa
Opzione donna e Ape Sociale, due formule ormai previste da qualche anno che consentono in casi molto particolari una anticipazione pensionistica, sono state prorogate al 31 dicembre 2021 (art. 1, commi 336 e 339) con le relative coperture finanziarie.
Prorogato anche l’assegno di natalità, istituito già nel 2014, che sarà quindi riconosciuto anche per ogni figlio nato o adottato dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2021 (comma 362). Così pure è esteso il congedo di paternità (comma 363) a tutto il 2021, la cui durata è elevata da 7 a 10 giorni.
Aumentato (commi 337 e 371) anche lo stanziamento per il reddito di cittadinanza, incrementato di 196,3 milioni di euro per l’anno 2021, e di circa 475 milioni per gli anni successivi.
Diviene strutturale, infine, il Fondo per l’assistenza dei bambini affetti da malattia oncologica (comma 329) con 5 milioni di euro annui a partire dal 2021.

Contributo per le madri di disabili disoccupate o monoreddito
La legge di bilancio introduce (art. 1, commi 365-366) per i tre anni a venire (2021, 2022, 2023) un contributo che attirerà notevole attenzione e verosimilmente parecchie discussioni e malumori.
Leggiamo testualmente: “Alle madri disoccupate o monoreddito facenti parte di nuclei familiari monoparentali con figli a carico aventi una disabilità riconosciuta in misura non inferiore al 60 per cento, è concesso un contributo mensile nella misura massima di 500 euro netti, per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023. A tale fine è autorizzata la spesa di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023 che costituisce limite massimo di spesa.”
Nell’incerto fraseggio vi sono notevoli coni d’ombra.Il primo: il termine “disoccupato” può conservare in sede applicativa sgradevoli risvolti in ispecie se non sovrapposto a condizioni di “inoccupazione”, tanto più che il testo non si riferisce alla condizione più a rischio (privo di reddito).
Il secondo: 500 euro al mese è la “misura massima”, il che significa che si dovrà indicare la modalità di graduazione di quell’importo, anche se il testo non prevede nessun limite di reddito. Ci si chiede anche come mai non ci si riferisca all’ISEE, come pure se vi siano incompatibilità con altre misure assistenziali (ad esempio il reddito di cittadinanza che dovrebbe già raggiungere questa platea).
Il terzo cono: 60% di invalidità. I minori, salvo casi particolari, non vengono percentualizzati, come non vengono percentualizzati i ciechi e i sordi.
Il quarto cono è un dubbio costituzionale: vengono immotivatamente esclusi i padri che siano disoccupati in nuclei monoparentali con figli a carico e con disabilità, oppure non vengono ammesse le sorelle disoccupate in nuclei orfanili con fratello disabile a carico. Ma di questo si occuperanno i costituzionalisti. 
L’ultimo cono d’ombra riguarda la spesa; quella indicata è la massima ammessa: 5 milioni. Significa che quando si sono esauriti, le successive domande rimangono inevase (c.d. “chi primo arriva meglio alloggia”).
Va detto che alcuni coni d’ombra potranno forse essere risolti con l’apposito previsto decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze. La legge di bilancio si limita ad anticipare, assai genericamente, che vi siano disciplinati i criteri per l’individuazione dei destinatari e le modalità di presentazione delle domande di contributo e di erogazione dello stesso “anche al fine del rispetto del limite di spesa” fissato dalla norma. Nella sostanza il Parlamento ha rifilato al Ministero l’onere di restringere la platea.
Anticipando la domanda di molte Lettrici: no, per ora non è affatto chiaro nè quando, nè come, nè dove presentare la relativa richiesta. Nè chi ne ha effettivamente diritto, né a quanto ammonterà per ciscuna il relativo bonus.

Lavoratori fragili, tutele e smartworking
Della tutela dei cosiddetti “lavoratori fragili” HandyLex si è diffusamente occupato nei mesi scorsi, ad iniziare dal decreto “cura Italia” (d. legge 18/2020) che nelle prime fasi della pandemia aveva fissato anche alcune misure a protezione di chi era affetto da patologie o quadri clinici che li ponevano in una condizione di particolare rischio.
Oltre all’estensione dei permessi lavorativi (104), quel decreto all’articolo 26 prevedeva, pur in modo confuso e oggetto di successive precisazioni, l’equiparazione dell’assenza dei lavoratori fragili al ricovero ospedaliero. In tal modo il Legislatore voleva garantire in parte la retribuzione e al contempo l’allontanamento dalle situazioni di rischio. L’agevolazione, tuttavia, è “scaduta” a settembre.
La legge di bilancio (art. 1, commi 481/482) riprende quest’ultima agevolazione e la reintroduce per il periodo dal 1° gennaio 2021 al 28 febbraio 2021.
L’agevolazione vale per i lavoratori dipendenti pubblici e privati in possesso di certificazione rilasciata dai competenti organi medico-legali, attestante una condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti da patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita, ivi inclusi i lavoratori in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità.
Come già in precedenza, questo periodo di assenza è prescritto dalle competenti autorità sanitarie, nonché dal medico di assistenza primaria che ha in carico il paziente, sulla base documentata del riconoscimento di disabilità o delle certificazioni dei competenti organi medico-legali di cui sopra, i cui riferimenti sono riportati, per le verifiche di competenza, nel certificato stesso.
Nonostante le varie richieste e appelli, nemmeno in questo caso viene precisato se queste assenze debbano o meno essere conteggiate nel periodo di comporto cioè il numero massimo di giorni di assenza – variabile a seconda del contratto collettivo – attribuito al lavoratore prima di poter essere licenziato, anche se alla Camera, in coda alla discussione sulla legge, è stato approvato un Ordine del Giorno che invita il Governo a valutare soluzioni per questo aspetto.
Tornando alla norma approvata, viene estesa fino a fine febbraio anche l’altra opportunità e cioè che i lavoratori fragili svolgano di norma la prestazione lavorativa in modalità agile ”anche attraverso l’adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento, come definite dai contratti collettivi vigenti, o lo svolgimento di specifiche attività di formazione professionale anche da remoto”, come appunto già previsto dall’articolo 26 comma 2 bis del decreto legge “cura Italia” 17 marzo 2020, n. 18.
Rimangono in vigore, almeno fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica, le altre norme in materia di lavoro agile anche a favore dei lavoratori dipendenti con grave disabilità o che abbiano nel proprio nucleo familiare una persona con disabilità grave (art. 3, comma 3, legge 104/1992), previste dall’articolo 39 dello stesso decreto “cura Italia” e in disposizioni più recenti.
In legge di bilancio, lo precisiamo per scrupolo, non c’è invece nessun aumento dei permessi lavorativi (legge 104/1992).

Superbonus 110% su barriere architettoniche
La legge di bilancio (commi 66-74) proroga l’applicazione della detrazione al 110% (il cosiddetto superbonus) per gli interventi di efficienza energetica e antisismici effettuati sugli edifici dal 1° luglio 2020 fino al 30 giugno 2022 (rispetto al previgente termine del 31 dicembre 2021). Il bonus è da ripartire (tra gli aventi diritto) in cinque quote annuali di pari importo.
Oltre ad alcune precisazioni sugli edifici e le opere ammesse alla detrazione, la legge introduce un’importante novità: la detrazione si applica anche agli interventi finalizzati alla eliminazione delle barriere architettoniche e pure nel caso siano effettuati in favore di persone aventi più di 65 anni.
Gli interventi che rientrano in questa agevolazione sono quelli “finalizzati alla eliminazione delle barriere architettoniche, aventi ad oggetto ascensori e montacarichi, alla realizzazione di ogni strumento che, attraverso la comunicazione, la robotica e ogni altro mezzo di tecnologia più avanzata, sia adatto a favorire la mobilità interna ed esterna all’abitazione per le persone portatrici di handicap in situazione di gravità, ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104.” (art.16-bis, comma 1, lettera e) del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917).
Anche gli istituti autonomi case popolari (IACP) possono usufruire dell’agevolazione per le spese sostenute. Sarà possibile fino al 31 dicembre 2022 e non più solamente fino al 30 giugno 2022 (per le spese sostenute dal 1° luglio 2022 la detrazione è ripartita in quattro quote annuali di pari importo).

Fondo per i caregiver familiari
Mentre ancora langue al Senato la proposta di legge a favore dei caregiver familiari, norma già miseramente naufragata nella legislatura precedente, la legge di bilancio (re)istituisce, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, un fondo, con una dotazione di 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023.
Similmente a quello precedente, finito alla Regioni con un recente decreto di riparto, anche questo fondo sarebbe destinato alla “copertura finanziaria di interventi legislativi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività di cura non professionale svolta dal caregiver familiare, come definito dal comma 255 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2017, n. 205”.
Anche in questo caso, al momento e sempre in attesa di quegli interventi legislativi, di tale fondo nulla arriva alle famiglie e ai caregiver familiari (art. 1, comma 334).

Fondo per l’Alzheimer e le demenze
Lo scenario delle esigenze connesse al decadimento cognitivo e alle demenze, con l’impatto che esercita sulle persone e sulle famiglie, è tanto drammatico da rendere superflua qualsiasi premessa.
Il Piano nazionale per le demenze (PND) risale ad un accordo Governo Regioni già del 2014 che nel frattempo ha consentito la costituzione, presso il Ministero della salute, di un Tavolo di monitoraggio dell’implementazione del Piano stesso. E in questi ultimi tre anni quel Tavolo ha prodotto almeno tre pregevoli documenti di indirizzo e di linee guida: il primo sui Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA) per le demenze; un secondo dedicato ad uniformare i sistemi informativi utili ad osservare e descrivere il fenomeno; fino all’ultimo, di quest’anno, che sono le “Linee di indirizzo nazionali per la costruzione di comunità amiche delle persone con demenza” di cui si consiglia la lettura.
Con la legge di bilancio il Legislatore (art. 1, commi 330-332), timidamente visti gli importi, sembra assumere coscienza che la gravità sociale del fenomeno, da un lato, e la serietà delle elaborazioni, dall’altro, hanno necessità di risorse per una svolta reale. Recita la norma: “Al fine di migliorare la protezione sociale delle persone affette da demenza e di garantire la diagnosi precoce e la presa in carico tempestiva delle persone affette da malattia di Alzheimer, è istituito, nello stato di previsione del Ministero della salute, un fondo, denominato «Fondo per l’Alzheimer e le demenze», con una dotazione di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023”.
Vi si precisa che il nuovo fondo è destinato al finanziamento delle linee di azione del “Piano nazionale demenze – strategie per la promozione ed il miglioramento della qualità e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel settore delle demenze”. Il Fondo andrà “al finanziamento di investimenti effettuati dalle regioni e dalle province autonome di Trento e di Bolzano, anche mediante l’acquisto di apparecchiature sanitarie, volti al potenziamento della diagnosi precoce, del trattamento e del monitoraggio dei pazienti con malattia di Alzheimer, al fine di migliorare il processo di presa in carico dei pazienti stessi”. Alla distribuzione fra le regioni provvederà un consueto decreto di riparto.
Nella sostanza – va ripetuto – alle famiglie e ai pazienti non giungeranno supporti diretti o indiretti, né contributi per la presa in carico che attualmente è pressoché a loro affidata.

Fondo per l’autismo
Dobbiamo fare un passo indietro per spiegare al meglio quale sia la novità in legge di bilancio (art. 1, commi 454-456).
La legge n. 134/2015 ha previsto interventi finalizzati a garantire la tutela della salute, il miglioramento delle condizioni di vita e l’inserimento nella vita sociale delle persone con disturbi dello spettro autistico.
La legge di bilancio per il 2016 (legge n. 208/2015) ha conseguentemente disposto (commi 401/402) l’istituzione, presso il Ministero della salute, di un Fondo con una dotazione iniziale di 5 milioni di euro annui a decorrere dal 2016, poi aumentata a 10 milioni per ciascuno degli anni 2019 e 2020, e da ultimo (c.d. Decreto Agosto, legge 126/2020) il Fondo è stato incrementato di ulteriori 10 milioni di euro per il 2020.
Ora, la legge di bilancio prevede un nuovo incremento di 50 milioni per il 2021.
Ma non è tutto: la stessa norma prevede di innovare con decreto anche i criteri e le modalità per l’uso del Fondo autismo, e già in norma indica quali saranno le percentuali vincolate per i diversi settori di intervento:
a) una quota pari al 15% per lo sviluppo di progetti di ricerca riguardanti le basi eziologiche, la conoscenza del disturbo dello spettro autistico, il trattamento e le buone pratiche terapeutiche ed educative;
b) una quota pari al 25% all’incremento del numero delle strutture semiresidenziali e residenziali pubbliche e private con competenze specifiche sui disturbi dello spettro autistico in grado di effettuare il trattamento di soggetti minori, degli adolescenti e degli adulti, con contributo da erogare alle strutture private subordinatamente al conseguimento dell’accreditamento da parte del SSN;
c) una quota pari al 60% all’incremento del personale del SSN preposto alla prestazione delle terapie indicate nelle linee guida sul trattamento dei disturbi dello spettro autistico adottate dall’Istituto Superiore di Sanità.
Anche per questo Fondo non sono previsti sostegni o contributi diretti per le famiglie.

Fondo contro le discriminazioni e la violenza di genere
La Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, fatta a Istanbul l’11 maggio 2011, ratificata anche dall’Italia nel 2013, trova finalmente riscontro anche in legge di bilancio (commi 1134-1139).
In modo espresso al fine di garantire le attività di promozione della libertà femminile e di genere e le attività di prevenzione e contrasto delle forme di violenza e discriminazione fondate sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità, viene istituito il «Fondo contro le discriminazioni e la violenza di genere» (2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023). Potranno accedervi (a regole da definirsi) le associazioni del terzo settore che rechino nello statuto finalità e obiettivi rivolti alla promozione della libertà femminile e di genere e alla prevenzione e al contrasto delle discriminazioni di genere, che svolgano la propria azione da almeno tre anni e che presentino un curriculum dal quale risultino attività documentate in attuazione delle finalità della norma. Il Fondo è destinato al sostegno delle spese di funzionamento e di gestione delle associazioni in parola, comprese le spese per il personale formato e qualificato, nonché al recupero e alla rieducazione dei soggetti maltrattanti.

Potenziamento del sistema dei servizi sociali territoriali
L’intervento notevole tratteggiato dalla legge di bilancio non coglie di sorpresa chi conosce altri strumenti di programmazione (e analisi) come il Piano Sociale Nazionale (2018-2020) che poneva come centrale il rafforzamento e anche la qualificazione dei servizi sociali, cioè del sistema senza il quale è difficile sostenere politiche di contrasto alla povertà, alla marginalità, all’esclusione sociale.
Per il cittadino, in particolare se vive una situazione di disagio, fa la differenza poter o meno contare su servizi di prossimità in grado di supportarlo.
Alcuni specifici commi della legge di bilancio (art. 1, 797-804) sono infatti finalizzati a potenziare il sistema dei servizi sociali comunali gestiti in forma singola o associata e, contestualmente, a rafforzare i servizi territoriali quali: segretariato sociale; servizio sociale professionale; tirocini finalizzati all’inclusione sociale, all’autonomia delle persone e alla riabilitazione; sostegno socio-educativo domiciliare o territoriale; assistenza domiciliare socio-assistenziale e servizi di prossimità; sostegno alla genitorialità e servizio di mediazione familiare; servizio di mediazione culturale; servizio di pronto intervento sociale. La prospettiva – ambiziosa, va detto – è quella del raggiungimento, nei limiti delle risorse disponibili a legislazione vigente, di un livello essenziale delle prestazioni e dei servizi sociali. E ne vengono fissati i due indicatori:
– un rapporto fra assistenti sociali impiegati nei servizi sociali territoriali e popolazione residente pari a un assistente sociale ogni 5 mila abitanti in ogni ambito territoriale;
– un rapporto fra assistenti sociali impiegati nei servizi sociali territoriali e popolazione residente pari ad almeno un assistente sociale ogni 4 mila abitanti.
Operativamente la legge di bilancio prevede che, per raggiungere quegli obiettivi, è riconosciuto, a favore degli ambiti territoriali, sulla base del dato relativo alla popolazione complessiva residente:
a) un contributo pari a 40.000 euro per ogni assistente sociale assunto a tempo indeterminato dall’ambito, ovvero dai comuni che ne fanno parte, in termini equivalenti a tempo pieno (misura corrispondente al carico di lavoro di un dipendente a tempo pieno) in numero eccedente il rapporto 1 a 6500 e fino al raggiungimento di un rapporto 1 a 5000;
b) un contributo pari a 20.000 euro annui per ogni assistente sociale assunto a tempo indeterminato dall’ambito, ovvero dai comuni che ne fanno parte, in termini equivalenti a tempo pieno in un numero eccedente il rapporto 1 a 5000 e fino al raggiungimento di un rapporto 1 a 4000.
L’intera complessa operazione comporta un impegno in termini di stanziamenti, ma anche di verifiche e rilevazioni. Vi è anche un aspetto importante relativamente alle nuove assunzioni: la legge di bilancio infatti stabilisce il principio di deroga ai vincoli di contenimento della spesa del personale, in relazione alle assunzioni di assistenti sociali a tempo indeterminato da parte dei comuni, fermo restando il rispetto degli obiettivi del pareggio di bilancio.
Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità e Osservatorio
Presso la Presidenza del Consiglio del Ministri è attivo dal 2019 l’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità, ma anche l’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, organismo previsto dalla legge di ratifica della nota Convenzione ONU.
Entrambi, per poter adeguatamente funzionare, necessitano di una segreteria tecnica, entità tutt’altro che strutturata tant’è che è necessario ricorrere in legge di bilancio ad una sua ennesima proroga, questa volta fino al 31 dicembre 2023.
La segreteria tecnica potrà essere composta da un numero massimo di dieci esperti, per un importo omnicomprensivo per ciascun anno di 700.000 euro (art. 1, commi 367/368).
Non è chiaro al momento come verranno individuati gli esperti e come verranno selezionati, anche se verosimilmente avverrà con garanzia di trasparenza amministrativa.

Parcheggi gratuiti per persone con disabilità e donne in gravidanza
Nella legge di bilancio 2021 vi sono anche un paio di commi che mostrano il pregevole intento di incentivare la gratuità dei parcheggi destinati ai veicoli adibiti al servizio di persone con disabilità o donne incinte.
Oggi la situazione è assai variegata nel Paese: alcuni comuni hanno deliberato che i titolari di contrassegno possono sostare gratuitamente anche nei parcheggi delimitati da linea blu. In altri comuni invece pagano tutti, incluse le persone con disabilità con contrassegno.
La legge di bilancio stanzia 9 milioni per i prossimi due anni (3 + 6) a favore dei comuni che provvedano, con delibera entro fine giugno 2021, a istituire appunto “spazi riservati destinati alla sosta gratuita dei veicoli adibiti al servizio di persone con limitata o impedita capacità motoria muniti di contrassegno speciale ovvero delle donne in stato di gravidanza”. Uno specifico decreto fisserà i criteri per richiedere e ottenere quei contributi. Nella sostanza si può dire che lo Stato rimborsa i mancati introiti dei comuni finora meno virtuosi (art. 1, commi 819/820).

Misure per il sostegno alla partecipazione politica
Nell’epoca dello SPID (identità digitale) – su cui ci vengono segnalate difficoltà da parte di alcune persone con disabilità – il Parlamento ha pensato al loro coinvolgimento alla partecipazione politica, contemplando le difficoltà che possono incontrare nel sottoscrivere proposte di legge di iniziativa popolare o richieste di referendum (si badi bene, non altri atti).
E per rimuovere gli ostacoli che possono rendere difficoltosa la sottoscrizione dei relativi atti si prevede la realizzazione di una piattaforma di raccolta delle firme digitali da usare per gli adempimenti di cui abbiamo detto. Stanziamento: 100mila euro annui a decorrere dal 2021 (art. 1, commi 341/342).

Fondazione Libri italiani accessibili (LIA)
Al fine di garantire l’accesso e la fruizione dei prodotti editoriali a tutte le “categorie deboli”, in particolare alle persone con disabilità visiva, anche attraverso eventi di sensibilizzazione, ricerca sull’accessibilità digitale, corsi di formazione e attività di consulenza, è assegnato un contributo aggiuntivo di 100.000 euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022 in favore della Fondazione Libri italiani Accessibili (LIA). Dal 2023 alla Fondazione il contributo viene elevato a 300.000 euro annui (art. 1, comma 579).

Contributo alla FISH (e altri)
Pur senza citarla direttamente, la legge di bilancio 2021, riconosce nuovamente alla Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap un ruolo centrale nella garanzia delle attività di inclusione sociale delle “persone con differenti disabilità” [così nel testo, NdR] e ne aumenta il finanziamento già previsto con analoga norma dello scorso anno (legge 160/2019, art. 1, comma 337). Allora era stato autorizzato un contributo di 400 mila euro per ciascuno degli anni 2020, 2021, 2022. Era stato sostanzialmente rafforzato l’ancora precedente stanziamento sempre di 400 mila euro ma solo per l’anno 2019, fissato dall’articolo 1, comma 280, della legge 145/2018.
L’attuale legge di bilancio (art. 1, comma 156) incrementa, dunque, il contributo per il 2021 di ulteriori 400 mila euro, portandolo a 800 mila euro per l’anno che viene, e conferma i 400 mila euro per il 2022. Rispetto agli anni precedenti, in cui il finanziamento era genericamente orientato alle attività di inclusione sociale, non può sfuggire il nuovo importante aggancio, formalmente espresso dal Legislatore, “agli obiettivi e ai princìpi della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità” che motiva meglio i 2 milioni di euro concessi dal 2019 al 2022 alla FISH.
La stessa legge di bilancio autorizza, per il solo 2021, un sostegno alle variegate attività dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti (1 milione). Medesima cifra è concessa all’ENS cioè l’Ente nazionale per la protezione e l’assistenza dei “sordomuti” [così nel testo, NdR] (art. 1, commi 369 e 370)

di Carlo Giacobini,
Direttore responsabile di HandyLex.org

Approvati dalle prefetture i documenti operativi

Rientro a scuola in sicurezza. Lamorgese: frutto di un’opera preziosa di coordinamento dei prefetti

Le prefetture hanno adottato i documenti operativi all’esito dei lavori dei tavoli di coordinamento scuola-trasporti istituiti in tutte le province in vista della ripresa, dal 7 gennaio, dell’attività didattica in presenza. I prefetti hanno tenuto conto anche dell’ordinanza del ministro della Salute del 24 dicembre 2020 che limitatamente al periodo 7-15 gennaio riduce la presenza in classe al 50%.

“Tutti i prefetti hanno svolto un’opera preziosa di coordinamento per garantire la ripresa dell’attività didattica in presenza a partire dal 7 gennaio. Si è trattato di una operazione complessa che ha consentito di individuare per tempo soluzioni differenziate a livello territoriale, coniugando le esigenze del mondo scolastico con le risorse straordinarie stanziate per il comparto trasporti”, ha dichiarato il ministro dell’interno, Luciana Lamorgese. “Ancora una volta – ha aggiunto – la rete delle prefetture è riuscita a definire modelli organizzativi condivisi frutto di un’opera di confronto costruttivo tra tutti i protagonisti dei tavoli, punto di raccordo tra i diversi livelli governo nazionale e territoriale, con l’obiettivo comune di riaprire le aule agli studenti in sicurezza già all’inizio del nuovo anno”.

Anche la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha espresso “grande soddisfazione per il risultato raggiunto”. “In pochi giorni – ha spiegato – i tavoli guidati dai prefetti hanno permesso di elaborare misure specifiche, territorio per territorio, e subito operative. Un lavoro di squadra di cui andare fieri. Nell’unico interesse di studentesse e studenti”.

“Saremo pronti per il 7 gennaio – ha detto il ministro per le Infrastrutture e i Trasporti, Paola De Micheli – perché l’impegno di tutti è stato massimo e di questo ringrazio molto i prefetti, con cui abbiamo definito modelli organizzativi territoriali, in grado di coniugare la giusta flessibilità e l’ascolto delle esigenze locali. Grazie a questo coordinamento la scuola ripartirà più sicura con più mezzi del trasporto locale e una riorganizzazione degli orari. Chiuderla è stata tra le scelte più sofferte affrontate dal Governo, il lavoro di tutti e la collaborazione istituzionale ci consentirà di riaprirla”.

Il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, ha sottolineato “la priorità del governo di riportare in aula dal 7 gennaio anche gli studenti delle scuole secondarie. In queste settimane – ha aggiunto – su tutti i territori regionali è stato fatto un lavoro incessante di raccordo dei diversi livelli istituzionali per garantire tutti i servizi pubblici, a partire dalla sicurezza sanitaria. Con Regioni, Comuni e Province è stato fatto un eccellente lavoro di coordinamento dai prefetti e oggi i piani operativi sono pronti per essere attuati. La scuola è una responsabilità collettiva, una sfida che vinciamo se accompagnata da una continua leale collaborazione tra tutti i livelli istituzionali”.

I documenti operativi prefettizi hanno concordato, con i partecipanti ai Tavoli di coordinamento, le soluzioni più appropriate, territorio per territorio, con l’obiettivo fissato dal d.P.C.M. del 3 dicembre 2020, del rientro in presenza del 75 per cento della popolazione studentesca. Con particolare riferimento al comparto scolastico, le soluzioni, calibrate anche in modo variabile, prevedono: la differenziazione degli orari di ingresso e di uscita dagli Istituti scolastici, articolata in due fasce (prevalentemente 8-14/10-16); la flessibilità in entrata (ad esempio, 7,45-8,00; 9,30-9,45); l’articolazione delle attività didattiche in 6 giorni, con frequenza il sabato, a turno; la riduzione a 45/50 minuti dell’ “ora scolastica” e, quindi, delle singole lezioni. Per quanto concerne il comparto trasporti, sono state messe a disposizione le risorse finanziarie destinate a coprire i costi dei servizi aggiuntivi per potenziare, in modo corrispondente alla predetta percentuale del 75 per cento, il sistema dei trasporti in termini di mezzi e di kilometri percorsi (oltre 300 milioni di euro). Anche sulla base dell’Intesa, sancita il 23 dicembre scorso in Conferenza Unificata, sul Documento di “Linee guida per garantire il corretto svolgimento dell’anno scolastico 2020-2021”, i documenti operativi prefettizi costituiranno la “certificazione dei servizi aggiuntivi necessari e ammissibili al finanziamento” da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

Le soluzioni prospettate ai tavoli di coordinamento sono state riesaminate per dare attuazione all’ordinanza del Ministro della salute del 24 dicembre, che, limitatamente al periodo dal 7 gennaio al 15 gennaio 2021, ha ridotto l’obiettivo del rientro dell’attività didattica in presenza al 50 per cento. In particolare, è stata confermata la soluzione prescelta di differenziare gli orari di ingresso e di uscita degli istituti scolastici interessati nelle regioni Abruzzo, Calabria, Campania (ad eccezione della provincia di Benevento che ha riportato l’ingresso su un unico turno), Friuli Venezia Giulia (ad eccezione della provincia di Gorizia che ha riportato l’ingresso su un unico turno), Lazio, Liguria, Lombardia, Puglia, Toscana (ad eccezione della provincia di Lucca che già prevedeva esclusivamente una flessibilità in entrata). Per quanto riguarda il potenziamento del sistema di trasporto pubblico locale, nelle predette Regioni, i servizi aggiuntivi previsti dai documenti prefettizi, parametrati al 75 per cento della popolazione studentesca interessata, saranno comunque operativi a partire dal 7 gennaio; ciò anche tenuto conto che la finestra temporale prevista dall’Ordinanza è considerata anche dalle Regioni un periodo utile per valutare l’impatto delle misure adottate (cosiddetto “stress test”).

Hanno confermato l’organizzazione scolastica sulla base di un unico turno di ingresso le regioni Basilicata, Emilia Romagna, Molise, Sardegna (ad eccezione della provincia di Cagliari che, solo per i licei, mantiene il doppio turno di ingresso) e Veneto (ad eccezione della provincia Treviso, che ha confermato la scelta dei turni di ingresso del doppio turno di ingresso e uscita). Anche per queste Regioni i servizi aggiuntivi verranno dispiegati secondo le indicazioni contenute nei documenti operativi, salvo lievi riduzioni che potranno essere concordate con i rappresentanti del comparto regionale del trasporto.

Nelle regioni Marche, Piemonte, Sicilia e Umbria. ove era stata prevista, sulla base del documento operativo prefettizio, la differenziazione degli orari di ingresso e di uscita, la componente scolastica ha optato per riportare temporaneamente l’ingresso su unico turno, tenuto conto che la percentuale precedentemente prevista per il primo dei due turni di ingresso già corrispondeva al 50% della popolazione studentesca interessata. Anche per queste Regioni i servizi aggiuntivi verranno dispiegati secondo le indicazioni contenute nei documenti operativi prefettizi, salvo lievi riduzioni che potranno essere concordate con i rappresentanti del comparto regionale del trasporto.

Anche in ragione della specialità di natura costituzionale, nelle province autonome di Trento e Bolzano sono state fissate autonome modalità di ripresa dell’attività scolastica in presenza, che tuttavia non presentano criticità sul piano del raccordo tra i comparti interessati.

COSTRUIAMO INSIEME UN MONDO PIÙ SANO

Questo 2020 lo ricorderemo per sempre come uno spartiacque tra un prima e un dopo.

Un anno difficile che ci ha insegnato a riconoscere la misura globale del mondo e la precarietà dei suoi confini, anzi dei nostri confini, quelli tra gli esseri umani.

L’anno della distanza fisica forzata, della vicinanza consapevole, solidale, umana, della consapevolezza che nessuno si salva da solo. E che se escludi uno, escludi tutti.

Un anno durante il quale noi di EMERGENCY abbiamo sentito forte il dovere di esserci. Perché nonostante ci trovassimo di fronte a un nuovo male, ci erano già note le possibili conseguenze legate alle disuguaglianze nell’accesso alle cure.

Il fine del nostro impegno è sempre lo stesso, chiaro e concreto: siamo in tante parti del mondo, ma cerchiamo di ridurre le distanze e soprattutto le diseguaglianze. Offrendo gli stessi livelli di cure gratuite, di qualità, senza discriminazioni, in strutture sanitarie accoglienti, efficienti e immuni alle leggi del profitto, difendiamo l’universalità del diritto alla salute e, con essa, l’universalità della dignità dell’uomo.

Aspiriamo da sempre a diventare inutili, ma quest’anno è stato necessario diventare ancora più utili di prima: curare, formare, informare, proteggere.

Lo abbiamo fatto in tutti i nostri ospedali nel mondo, intensificando le misure di prevenzione per garantire il proseguimento di un lavoro di cura indispensabile.

Lo abbiamo fatto per chi ha provato a scappare da torture e povertà, sfidando il Mediterraneo e soprattutto la diffidenza di un’Europa che ha alle spalle una storia di unione ma oggi preferisce alzare muri.

Lo abbiamo fatto nei nostri ambulatori in Italia. E qui, nel nostro Paese, abbiamo anche avviato nuovi progetti, gestendo la terapia intensiva dell’Ospedale da campo di Bergamo per i pazienti affetti da Covid-19, supportando le RSA, i centri di accoglienza e aiutando, con la consegna di pacchi di beni di prima necessità, chi si è ritrovato ad affrontare una vulnerabilità economica, effetto collaterale di questa pandemia. E, non ultimo, il recente intervento in Calabria.

In questo periodo di bilanci e di propositi, pensiamo con gratitudine ai tanti compagni di viaggio, nuovi e vecchi, che hanno permesso a EMERGENCY di rispondere a nuove scommesse.

La forza di propagazione dell’impegno collettivo ha raggiunto persino il Sud Darfur dove, proprio quest’anno, abbiamo riaperto il Centro pediatrico a Nyala.

C’è stato bisogno di tanto coraggio e determinazione, in questo 2020, ma dobbiamo cercarne ancora per non scivolare lungo la pericolosa china del sentirci appartenenti a mondi separati che per difendersi si chiudono e negano i bisogni altrui.

Dovremmo invece pretendere un mondo diverso, in cui i diritti di tutti siano finalmente considerati bene comune, così come lo è la salute.

Per questo non smetteremo di esserci, sperando di poter continuare a contare sul supporto e la partecipazione di tanti.

Auguri per un nuovo anno più giusto, solidale, umano, che ci veda tutti protagonisti nella costruzione di un mondo più sano.


— Rossella Miccio, Presidente di EMERGENCY

Educazione&Scuola Newsletter n. 1120


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Dicembre 2020 – XXV Anno

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Notizie
Legge Bilancio 2021 al Senato

Senato, 30 dicembre 2020

Piano Scuola 2020-2021

L’OM 24 dicembre 2020 stabilisce che l’attività didattica, dal 7 al 15 gennaio 2021, sarà garantita in presenza al 50 per cento della popolazione studentesca

Emergenza epidemiologica da COVID-19

Disposizioni anno 2020

Comitato tecnico scientifico sulla storia della scuola

Avrà il compito di ricostruire la storia della Scuola dal 1861 a oggi

DL “Ristori” alla Camera

18 dicembre 2020

DL “Natale” in Consiglio dei Ministri

Consiglio dei Ministri, 18 dicembre 2020

Valutazione apprendimenti nella Scuola primaria

Il 15 dicembre presentazione Ordinanza 172/2020 e Linee guida

Pensioni

Il Decreto Ministeriale 159/2020 fissa il termine finale del 7 dicembre 2020 per la presentazione delle domande di cessazione per dimissioni volontarie dal servizio

Prove INVALSI a.s. 2020/2021

L’iscrizione annuale alla rilevazione nazionale deve essere effttuata entro le ore 18.30 del 4 dicembre 2020

Giornata internazionale delle persone con disabilità

3 Dicembre 2020

Accordo sulle norme di garanzia per gli scioperi

ARAN, 2 dicembre 2020

DL modifiche legislazione emergenziale in CdM

Consiglio dei Ministri, 2 dicembre 2020

Norme

Legge 30 dicembre 2020, n. 178

Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023

Avviso 29 dicembre 2020, AOODGOSV 23931

Riconoscimento professione docente Regno Unito

Nota 28 dicembre 2020, AOODPIT 2241

Ordinanza del Ministro della salute 24 dicembre 2020

Nota Ministero Interno 28 dicembre 2020

Ordinanza del Ministro della salute del 24 dicembre 2020 recante misure urgenti di contenimento e gestione dell’emergenza sanitaria idonee a garantire la graduale riapertura in sicurezza dell’attività …

Ordinanza Ministero Salute 24 dicembre 2020

Ulteriori misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19

Ordinanza Ministero Salute 23 dicembre 2020

Ulteriori misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19

Nota 23 dicembre 2020, AOODGOSV 23798

Olimpiadi di Italiano – X edizione A.S. 2020-2021

Nota 22 dicembre 2020, AOODGCASIS 3327

Personale Comparto Scuola ‐ Variazioni di Stato Giuridico: Assenze

Avviso 22 dicembre 2020, AOODGOSV 23636

Iniziative di valorizzazione delle eccellenze ai sensi del decreto ministeriale 19 marzo 2015, n. 182, a. s. 2021/2022

Nota 22 dicembre 2020, AOOGABMI 28290

Modifica articolo 1, comma 10, lett. s), del DPCM 3 dicembre 2020

Lettera Ministra 21 dicembre 2020

Natale 2020

Nota 21 dicembre 2020, AOODGEFID 35011

Comunicazione Proroga data di chiusura dei progetti

Nota 21 dicembre 2020, AOODGOSV 23606

Concorso nazionale per le scuole Biblia – VII edizione – Anno scolastico 2020- 2021. Bibbia e poesia in occasione dell’Anno dantesco (1321-2021)

Nota 21 dicembre 2020, AOODGOSV 23636

Olimpiadi di Filosofia – XXVIII edizione A.S. 2020-2021

Ordinanza Ministero Salute 20 dicembre 2020

Ulteriori misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19

Legge18 dicembre 2020, n. 173

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 ottobre 2020, n. 130, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifiche agli articoli …

Legge 18 dicembre 2020, n. 176

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137, recante ulteriori misure urgenti in materia di tutela della salute, sostegno ai lavoratori e alle imprese, giustizia …

Decreto-Legge 18 dicembre 2020, n. 172

Ulteriori disposizioni urgenti per fronteggiare i rischi sanitari connessi alla diffusione del virus COVID-19

Nota 17 dicembre 2020, AOODGOSV 23329

Olimpiadi di Lingue e civiltà classiche – IX edizione A.S. 2020-2021

Nota 17 dicembre 2020, AOODGCASIS 3272

Rilevazione “Dati Generali” – A.S. 2020/2021 – Scuole statali e non statali e CPIA

Nota 15 dicembre 2020, AOODGOSV 23151

Bando Zero Robotics – SAT a. s. 2019-2020 e a. s. 2020/21

Protocollo d’Intesa (ARAN, 15.12.2020)

Decadenza RSU nel corso del triennio dalla loro elezione

Avviso 14 dicembre 2020, AOODGOSV 23084

Vacanza del posto di Vice Direttore del ciclo di scuola dell’infanzia e primaria della Scuola europea di Varese per docenti di scuola dell’infanzia e primaria, per dirigenti scolastici, per Direttori …

Ordinanza Ministero Salute 11 dicembre 2020

Nota 11 dicembre 2020, AOODGOSV 22983

New Design 2021

Documento tecnico (INAIL – ISS, dicembre 2020)

Gestione del rischio di contagio da Sars-Cov-2 nelle attività correlate all’ambito scolastico con particolare riferimento al trasporto pubblico locale

Nota 10 dicembre 2020, AOODPPR 1996

Avvio del monitoraggio per l’attivazione del servizio di supporto psicologico nelle istituzioni scolastiche

Nota 9 dicembre 2020, AOODGCASIS 3179

Iscrizioni on Line anno scolastico 2021/2022 – Fase di avvio

Nota 9 dicembre 2020, AOODPIT 2164

Trasmissione DPCM 4 dicembre 2020

Nota 7 dicembre 2020, AOODGOSV 22415

Modalità di partecipazione di docenti e scuole al progetto Nazionale PP&S (PROBLEM POSING&SOLVING), a sostegno della didattica nella disciplina di Matematica, per l’a.s. 2020/2021

Nota 7 dicembre 2020, AOODGOSV 22418

Bando Giochi della Chimica a.s. 2020-2021

Avviso 7 dicembre 2020, AOODGOSV 22400

“Maker Faire Rome – The European Edition 2020” – Concorso di idee “Le storie di MFR2020 nate sui banchi di scuola”

Nota 7 dicembre 2020, AOODGOSV 22413

Modalità di partecipazione di docenti e scuole al progetto Nazionale LS-OSAlab a supporto della didattica nelle discipline di Fisica e Scienze, per l’a.s. 2020/2021

Nota 7 dicembre 2020, AOODGOSV 22417

Olimpiadi delle Scienze Naturali 2021

Ordinanza Ministero Salute 5 dicembre 2020

Ulteriori misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. Modifica della classificazione delle Regioni Campania, Toscana, Valle d’Aosta e della Provincia …

Ordinanza Ministero Salute 5 dicembre 2020

Ulteriori misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19

Ordinanza Ministero Salute 5 dicembre 2020

Ulteriori misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. Modifica della classificazione delle Regioni Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Puglia …

Ordinanza Ministeriale 4 dicembre 2020, AOOGABMI 172

Valutazione periodica e finale degli apprendimenti delle alunne e degli alunni delle classi della scuola primaria

Nota 3 dicembre 2020, AOODGPER 38682

Lavoro agile del personale amministrativo, tecnico, ausiliario e dsga nel periodo di emergenza da Covid-19 – verbale di confronto – Trasmissione

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 3 dicembre 2020

Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 maggio 2020, n. 35, recante: «Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica …

Decreto-Legge 2 dicembre 2020, n. 158

Disposizioni urgenti per fronteggiare i rischi sanitari connessi alla diffusione del virus COVID-19

Rubriche

in Europ@ Fondi Strutturali di Fabio Navanteri


in Handicap&Società di Rolando Alberto Borzetti

FAQ Handicap e Scuola – 66

a cura dell’avv. Salvatore Nocera e di Evelina Chiocca

in LRE di Paolo Manzelli

Vaccini genetici

di Paolo Manzelli

La Previsione Mancata della Variante del Virus

di Paolo Manzelli

La Scienza Meccanica e La Pandemia da Covid.19

di Paolo Manzelli

SPIN & SPIKE

di Paolo Manzelli

RELAZIONE MORALE EGOCREANET – Cluster ANNO 2020

di Paolo Manzelli

MOTIVATO APPELLO SU LA ABOLIZIONE DEI BREVETTI SUI VACCINI

di Paolo Manzelli

VACCINI GENETICI

di Paolo Manzelli

EPIGENETICA VIRALE 4.0

di Paolo Antonio Manzelli


in Tiriticcheide di Maurizio Tiriticco

Conversando con Massimo

di Maurizio Tiriticco

Rassegne a cura di Fabio Navanteri

Stampa

Sindacato

Gazzetta Ufficiale

Gli insegnanti italiani meritano di più

Scuola, FLC Cgil a Conte: gli insegnanti italiani meritano di più

Roma, 31 dicembre – E’ la seconda volta che il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si occupa di stipendi dei docenti. La prima volta fu nell’aprile 2019, quando addirittura firmò un Protocollo di Intesa con i sindacati scuola, riconoscendo l’importanza di un adeguamento degli stipendi degli insegnanti alla media dei loro colleghi europei, così come legittimamente chiedevano le Organizzazioni sindacali. Ma poi il suo primo governo cadde.

Ora, sia pur genericamente, il Presidente ritorna sull’argomento in occasione della conferenza stampa di fine anno, per dire che effettivamente occorre fare di più.

Purtroppo il riconoscimento si ferma qui, e se si ferma qui andrà a tenere compagnia alla lunghissima serie di presidenti e di ministri dell’istruzione che ammettono l’anomalia ma poi non fanno nulla per correggerla.

I mali della scuola italiana sono annosi ed endemici: classi pollaio, precariato cronico, tagli epocali al personale, edilizia antiquata, tempo scuola ridotto, scuole sovradimensionate e ingestibili, strutture di supporto amministrativo ridotte al lumicino, autonomia non supportata e via dicendo. Ma di questo panorama desolante fa parte anche la non attrattività della professione docente. Stipendi non adeguati sono una delle cause che portano alle graduatorie vuote, alle classi non coperte, alla  caduta verticale della considerazione sociale della professione.

Se si cominciasse a programmare un graduale incremento stipendiale da realizzare anche in più contratti a partire dal prossimo, allora si potrà dire che si incomincia a uscire dalle chiacchiere per fare cose concrete.

Lettera Ministra 31 dicembre 2020

Ministero dell’Istruzione
Il Ministro

Roma, 31 dicembre 2020

Gentili componenti del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione,

ricevo la vostra lettera e, nel ringraziarvi per aver voluto porre ancora una volta la vostra esperienza e la vostra attenzione al servizio del Paese, desidero riportare la vostra attenzione sul lavoro che stiamo svolgendo, a livello istituzionale, centrale e locale, nelle singole istituzioni scolastiche, per il rientro in presenza degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado e per la prosecuzione dell’anno scolastico. Rispondo anche sintetizzando gli obiettivi che ci poniamo, come Ministero, per i prossimi mesi.

Come giustamente scrivete, l’emergenza che abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo ha rimesso la scuola al centro dell’attenzione del Paese. Un’attenzione che avrebbe meritato anche prima e che, purtroppo, non c’è sempre stata, soprattutto a livello politico, sia dal punto di vista culturale che dei finanziamenti, come voi stessi ricordate. Abbiamo per fortuna archiviato quella stagione e invertito la rotta, molto rapidamente, in questi mesi. Lo abbiamo fatto impiegando risorse ed energie per sostenere il settore scolastico durante l’emergenza, sempre pensando al dopo e guardando, in prospettiva, al futuro dell’Istruzione. Non a caso la maggior parte dei finanziamenti erogati, come sapete, sono stati pensati per durare nel tempo. Fra questi, ad esempio, quelli relativi alle dotazioni tecnologiche, alla formazione del personale, agli arredi scolastici.

Alla crisi abbiamo reagito e lo abbiamo fatto tutti insieme, sia nei primi mesi del lockdown che durante l’estate, stagione densa di incessante lavoro per le scuole; oggi, dopo la ripresa delle lezioni, stiamo ancora reagendo ai cambiamenti di fronte ai quali, così repentinamente, la pandemia ci pone ogni giorno.

Questo impegno non si ferma, va avanti, nella consapevolezza che vanno tenuti insieme il diritto fondamentale alla salute e quello all’Istruzione, entrambi strettamente connessi, come sappiamo, con il futuro dei nostri ragazzi e del Paese intero. È a scuola e in nessun altro luogo che si gioca la partita più importante. È fra i banchi che si costruisce, mattone dopo mattone, il futuro di ciascuna e ciascuno, il futuro della Nazione. Per questo sulla scuola non possiamo arrenderci e dobbiamo, ciascuno degli attori coinvolti, operare uniti, ricordandoci sempre del peso specifico che questa Istituzione ha nel percorso di ogni bambina e bambino, delle ragazze e dei ragazzi, nella vita del Paese. Arretrare sulla scuola, significa rinunciare a un pezzo significativo del nostro avvenire. Per questo non lo faremo.

Fin qui, i principi del nostro agire. Che si sostanzia di azioni molto concrete. Non esiste una ricetta perfetta: il virus ci impone continue riflessioni, aggiustamenti. Ma è uno sforzo a cui non possiamo né vogliamo sottrarci. Non lo abbiamo fatto nei mesi scorsi, non lo faremo adesso.

Come sapete, lo scorso 23 dicembre sono state siglate, nell’importante e significativa sede della Conferenza Unificata, in cui siedono il Governo, le Regioni e gli Enti locali, le Linee Guida per la ripresa della scuola in presenza nel mese di gennaio e la prosecuzione dell’anno scolastico in corso. Un documento che contiene impegni precisi, per ciascuna delle parti, con riferimento alla questione del potenziamento dei trasporti, alla corsia preferenziale da attivare per i tracciamenti nelle scuole, al maggiore scaglionamento degli ingressi di istituti scolastici, di uffici e attività commerciali. Un piano che si posa anche sull’importante e solido lavoro condotto a livello territoriale, Provincia per Provincia, dai Prefetti, in collaborazione con gli Uffici scolastici territoriali, gli Enti locali, le aziende di trasporto. C’è un grande sforzo in campo, che prevede anche risorse aggiuntive alle scuole per poter pagare il personale Ata, in particolare i collaboratori scolastici, in caso di estensione verso il primo pomeriggio degli orari, per effetto degli scaglionamenti.

Stiamo lavorando scrupolosamente. Considerando sempre tutti gli aspetti e senza mai pensare alla scuola come un mondo isolato, ma strettamente connesso con il resto della società. Per questo il nostro Ministero lavora in sinergia con il Dicastero della Salute e quello dei Trasporti.

Ci sono dei sacrifici da fare, nella scuola come nel resto del Paese, è inevitabile: il vaccino apre una strada di speranza, ma il virus non è ancora sconfitto.

Tutte queste azioni muovono esattamente nella direzione di ciò che affermate nella vostra lettera: dare centralità e priorità alla scuola. Lo abbiamo fatto con le misure messe in campo in questi mesi. Ma anche con la legge di bilancio che, converrete, è finalmente un provvedimento che prevede investimenti per il nostro settore, non tagli o micro interventi, ma risorse vere. Lo faremo anche attraverso le risorse e i progetti connessi al Recovery fund su cui lavoreremo, in fase attuativa, con tutti gli attori coinvolti.

Di recente abbiamo inaugurato un ciclo di incontri per riflettere su come migliorare il nostro sistema di educazione. Proseguiremo nei prossimi mesi con gli interventi di esperti nazionali e internazionali. Credo che da questa crisi potremo trarre la spinta per rendere la nostra scuola ancora più forte, consapevole del proprio ruolo, innovativa. Un percorso da fare tutti insieme.

Nel ringraziarvi ancora per la vostra attenzione, colgo l’occasione per rinnovarvi i miei auguri per le Festività di questi giorni e per il nuovo anno.

Lucia Azzolina

Decreto-Legge 31 dicembre 2020, n. 182

Decreto-Legge 31 dicembre 2020, n. 182 

Modifiche urgenti all’articolo 1, comma 8, della legge 30 dicembre 2020, n. 178. (20G00205)

(GU Serie Generale n.323 del 31-12-2020)

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione;

Ritenuta la straordinaria necessita’ ed urgenza di introdurre misure correttive alla legge 30 dicembre 2020, n. 178, recante «Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023»;

Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 30 dicembre 2020;

ulla proposta del Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro dell’economia e delle finanze;

E M AN A
il seguente decreto-legge:

Art. 1 Modifiche all’articolo 1, comma 8, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, recante legge di bilancio 2021

1. Il comma 8 dell’articolo 1 della legge 30 dicembre 2020, n. 178, e’ sostituito dal seguente: «8. All’articolo 2 del decreto-legge 5 febbraio 2020, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 aprile 2020, n. 21, sono apportate le seguenti modifiche:
1) al comma 1, dopo la parola “spetta” sono inserite le seguenti: “, per le prestazioni rese dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2020,”;
2) il comma 2 e’ sostituito dal seguente: “2. In vista di una revisione strutturale del sistema delle detrazioni fiscali, l’ulteriore detrazione di cui al comma 1 spetta, per le prestazioni rese dal 1° gennaio 2021, nei seguenti importi:
a) 960 euro, aumentata del prodotto tra 240 euro e l’importo corrispondente al rapporto tra 35.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e 7.000 euro, se l’ammontare del reddito complessivo e’ superiore a 28.000 euro ma non a 35.000 euro;
b) 960 euro, se il reddito complessivo e’ superiore a 35.000 euro ma non a 40.000 euro; la detrazione spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l’importo di 40.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e l’importo di 5.000 euro.”;
3) al comma 3, le parole “di cui al comma 1”, ovunque ricorrano, sono sostituite dalle seguenti: “di cui ai commi 1 e 2”.».

Art. 2 Entrata in vigore

1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sara’ presentato alle Camere per la conversione in legge.

Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara’ inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

Dato a Roma, addi’ 31 dicembre 2020

MATTARELLA

Conte, Presidente del Consiglio dei ministri
Gualtieri, Ministro dell’economia e delle finanze

Visto, il Guardasigilli: Bonafede

Newsletter 2020

2020

 
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  Marzo   Settembre  
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  Aprile   Ottobre  
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  Maggio   Novembre  
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  Giugno   Dicembre  
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Riapertura scuole, “50% è elemento fisso”: circolare Gabinetto Interno con le indicazioni per i Prefetti

da OrizzonteScuola

Di redazione

È stata inviata ai prefetti la circolare del capo di Gabinetto del ministero dell’Interno, Bruno Frattasi, che fornisce alcune indicazioni in merito all’applicazione dell’ordinanza del 24 dicembre scorso del ministro della Salute che ha stabilito, dal 7 gennaio al 15 gennaio 2021 l’attività didattica in presenza, con riguardo alle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado, al 50% degli studenti.

Nella circolare si precisa che la percentuale del 50% rappresenta un elemento fisso, nel senso che la ripresa della didattica in presenza non potrà superare tale limite. Di tanto dovranno essere informati i dirigenti degli ambiti territoriali del ministero dell’Istruzione anche riconvocando i tavoli di coordinamento.

La circolare inoltre richiama la previsione contenuta nell’Intesa sulle “Linee guida per garantire il corretto svolgimento dell’anno scolastico 2020/2021”, che considera il documento operativo prefettizio quale certificazione dei servizi aggiuntivi necessari e ammissibili a finanziamento.

Infine richiama anche la previsione contenuta nello stesso documento secondo la quale le Regioni, ai fini della realizzazione delle operazioni di tracciamento di contagiati in ambito scolastico, potranno concordare indicazioni con i prefetti per assicurare il necessario raccordo con le istituzioni scolastiche, le autorità sanitarie competenti per territorio, le autorità militari e le altre componenti del sistema di Protezione Civile nazionale.

Circolare_Gabinetto_28_dicembre_2020

Vaccino Covid-19, Ichino: “In caso di obbligo, docente che rifiuta può essere licenziato”

da OrizzonteScuola

Di Fabrizio De Angelis

A Orizzonte Scuola Pietro Ichino, giurista e docente ordinario di Diritto del Lavoro all’università di Milano, fa luce sugli scenari per i docenti in caso di obbligo di vaccinazione anti covid.

Cosa succede se un insegnante si rifiuta di sottoporsi al vaccino, nel caso nei prossimi mesi, dovesse diventare obbligatorio? La domanda è diventata d’obbligo specie in seguito all’intervista del giurista Pietro Ichino al Corriere della Sera, in cui spiega come un dipendente che si rifiuta di sottoporsi alla vaccinazione anti-covid può subire il licenziamento in estrema ratio.

Ebbene, a Orizzonte Scuola, in esclusiva, Pietro Ichino risponde proprio alla domanda: “Un docente, ad esempio, può rifiutarsi di sottoporsi al vaccino? Può incorrere nel licenziamento?”

Secondo il giurista, “se la vaccinazione è disponibile, l’amministrazione scolastica può esigere la vaccinazione come misura di sicurezza, nell’interesse dei colleghi insegnanti e degli studenti. L’insegnante che rifiuti di adempiere questa disposizione, se impartita da chi ne ha il potere/dovere, può concordare la sospensione dall’insegnamento (senza stipendio) fino alla fine della pandemia; altrimenti può essere licenziato“.

L’esperto spiega infatti che “l’art. 2087 c.c. si applica anche nel settore pubblico, per effetto del rinvio contenuto nell’art. 2, comma 2 del Testo Unico del pubblico impiego, contenuto nel d.lgs. n. 161/2001“.

Quindi, secondo Pietro Ichino, se dovesse divenire obbligatorio il vaccino anti-covid anche per il personale scolastico, quindi anche per gli insegnanti, questi ultimi se per scelta non volessero sottoporsi alla vaccinazione potrebbero anche sospendersi dal servizio fino al termine della pandemia. Se ciò non dovesse accadere e il rifiuto dovesse persistere, l’insegnante potrebbe anche essere licenziato.

Chiariamo: non è previsto al momento alcun obbligo vaccinale per il personale scolastico. Si tratta solo di una ipotesi sulla base delle dichiarazioni della sottosegretaria Sandra Zampa che propone: “l’obbligatorietà del vaccino anti-Covid dovrebbe essere una pre condizione per chi lavora nel settore pubblico”.

Ricordiamo infine, in base al calendario previsto delle vaccinazioni, il personale scolastico dovrebbe poter iniziare a sottoporsi al vaccino anti-covid a partire dal mese di aprile (il personale a rischio si intende).

Covid-19, così vanno puliti gli spazi scolastici. FAQ Ministero con tutte le indicazioni

da OrizzonteScuola

Di redazione

Come vanno puliti i locali scolastici? Come procedere alla sanificazione dei locali in caso di positivo a scuola? Il Ministero dell’Istruzione, con un’apposita FAQ, risponde.

È necessario procedere ad una sanificazione straordinaria della scuola, se sono trascorsi 7 giorni o meno da quando la persona positiva è stata nella struttura. Per sicurezza vanno chiuse le aree utilizzate dalla persona positiva fino al completamento della sanificazione, aprendo porte e finestre per favorire la circolazione dell’aria nell’ambiente.

In un’altra FAQ, il Ministero ricorda che le scuole sono pulite costantemente in base alle indicazioni fornite dal Comitato Tecnico Scientifico.

A tal fine sono stati messi a disposizione delle scuole i fondi necessari per l’acquisto di prodotti igienizzanti, saponi e quanto necessario per assicurare la tutela della salute.

In base al Protocollo di sicurezza per la ripresa di settembre la scuola assicura la pulizia giornaliera e la igienizzazione periodica di tutti gli ambienti, predisponendo un cronoprogramma ben definito, da documentare attraverso un registro regolarmente aggiornato.

FAQ Ministero dell’Istruzione

Rientro 7 gennaio, le percentuali di studenti “ballano” assieme alle certezze

da La Tecnica della Scuola

Sul rientro a scuola di oltre due milioni e mezzo di studenti delle superiori, a partire dal 7 gennaio, continuano a giungere prese di posizione del governo e delle istituzioni coinvolte, con continui cambi in corsa. Negli ultimi giorni, il Dpcm dello scorso 3 dicembre, che aveva stabilito il rientro in presenza del 75% degli studenti, è stato infatti modificato, con l’arretramento al 50% imposto dal ministro della Salute Roberto Speranza attraverso la Circolare del 24 dicembre approdata in Gazzetta Ufficiale quattro giorni dopo.

Il 50% è diventato inderogabile

Quella che sembrava un’opportunità – inizialmente si era parlato di un “minimo” di studenti al 50% – si è così trasformato in un diktat: “la percentuale del 50% rappresenta un elemento fisso, nel senso che la ripresa della didattica in presenza non potrà superare tale limite nell’arco temporale definito dalla stessa ordinanza”, ha confermato il 29 dicembre il capo di Gabinetto del ministero dell’Interno, Bruno Frattasi.

Una precisazione che il ministero dell’Istruzione aveva già messo in evidenza, con una Nota del capo dipartimento Marco Bruschi, che parlando di “didattica in presenza al 50 per cento” ha detto che “si tratta di disposizioni non derogabili“.

Una disposizione, quindi, che obbligherà non poche scuole a modificare il piano orario settimanale predisposto prima di Natale sulla base del Dpcm d’inizio dicembre.

La ministra De Micheli: il 50% per motivi sanitari

A cercare di spiegare i motivi della decisione è stata la ministra dei trasporti Paola De Micheli: parlando su Rai Uno, la ministra ha detto che “tutti i modelli organizzativi” nella scuola e nel trasporto “devono essere pronti perché le scuole secondarie aprano in presenza al 75% dal 7 gennaio”: questo è “l’obiettivo fissato con le ministre Azzolina e Lamorgese”.

Nel frattempo – ha aggiunto De Micheli – “il ministro Speranza ha fatto un’ordinanza di natura sanitaria, che non ha a che vedere con i modelli organizzativi, e ha deciso per ragioni sanitarie che dal 7 al 15 la presenza sarà al 50% e non ancora al 75%”.

“A settembre – ha continuato la ministra – avevamo portato la presenza sui mezzi trasporto all’80% e allora non abbiamo avuto evidenze sanitarie” ma l’affollamento “ha creato allarme sociale e un Governo deve farsi carico di tutto, dell’aspetto sanitario come dell’aspetto sociale e quindi adesso la presenza sui mezzi di trasporto resta al 50% e non si discute più”, ha ribadito la ministra.

Per quello che riguarda i controlli sui mezzi di trasporto, De Micheli ha detto che saranno fatti controlli, ma di questi “non se ne occuperanno le forze dell’ordine”.

Miozzo (Cts): scuola non è un rischio

Chi continua a caldeggiare il rientro a scuola il 7 gennaio senza particolari problemi è il presidente del Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo: riferendosi al recente studio del Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, ha detto che anche le ricerche confermano che “la scuola non è un ambito a rischio, i rischi di diffusione della pandemia sono assolutamente irrilevanti. Non vedo problemi insormontabili per la riapertura delle scuole”.

“Ci sono sicuramente difficoltà organizzative in alcune zone, come i trasporti e l’impiego del personale in orari eccedenti a quelli previsti, ma sono aspetti che possono essere risolti, e c’è tutta la volontà di risolverli”.

Salvini (Lega): riapertura improvvisata

C’è chi però la pensa molto diversamente. Ad iniziare dal leader della Lega, Matteo Salvini, che si dice “enormemente preoccupato per una riapertura della scuola improvvisata e senza che il governo abbia fatto nulla”.

Anche a livello locale c’è preoccupazione: “Invito alla cautela sul tema della riapertura delle scuole per le secondarie superiori”, ha detto l’assessore regionale alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato.

Giannelli (Anp): ancora tante criticità

Preoccupazione viva è stata espressa anche dal presidente Anp Antonello Giannelli: intervistato dal Tgcom24, Giannelli ha detto che “la ripresa del 7 gennaio, soprattutto per quanto riguarda le scuole superiori, presenta diverse criticità”.

“Il problema principale – ha aggiunto Giannelli – riguarda la mancata o insufficiente riorganizzazione dei trasporti che sta costringendo i Prefetti a chiedere alle scuole di effettuare dei turni di entrata in orari scaglionati molto impegnativi. In particolare, far uscire da scuola i ragazzi alle 15 o alle 16, soprattutto per studenti pendolari, comporterà un rientro a casa in orari che causeranno difficoltà sia alle famiglie che allo studio domestico”.

Secondo il leader Anp, “anche il personale scolastico potrebbe subire le conseguenze negative di questa turnazione estrema”.

Quindi, per Giannelli servirebbe “un più ampio coinvolgimento dei dirigenti scolastici nelle scelte dei tavoli prefettizi, più gradualità nell’incremento della percentuale di studenti in presenza: solo una settimana al 50% è un tempo troppo limitato che non consentirà alle scuole di riorganizzare, per l’ennesima volta, l’orario”.

Accordo a Milano: studenti su due turni

Intanto, le grandi città si stanno organizzando. A Milano il 7 gennaio, con la riapertura delle scuole, entro le 8 entreranno in classe il 40% degli studenti ed entro le 9.30 il restante 10%, per consentire poi progressivamente il rientro in classe del 75% degli studenti, suddiviso rispettivamente in 50% e 25%.

La decisione fa parte del patto ‘Milano per la scuola’ che il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e il prefetto di Milano, Renato Saccone, hanno presentato per permettere la ripartenza delle scuole e impedire il sovraffollamento dei mezzi pubblici. Il patto ha trovato una “piena adesione”, come spiega una nota del Comune di Milano, di tutte le parti sociali, le istituzioni pubbliche, i gestori del trasporto, il commercio, le aziende, gli ordini professionali.

Bonaccini: più trasporti

A questo punto, però, considerando le poche certezze degli ultimi giorni, c’è anche chi teme cambi di programma all’ultimo momento.

“Confido che la data di riapertura delle scuole superiori rimanga il 7 gennaio”, ha detto Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna.

Durante la conferenza stampa di fine anno, il governatore ha detto che “l’Emilia-Romagna sarebbe pronta a ripartire col 75% in presenza nelle scuole superiori, ma visto che la stragrande maggioranza ha chiesto di partire con il 50%, abbiamo fatto accordo per partire con il 50% da gennaio. L’Emilia-Romagna metterà in strada oltre 500 mezzi di trasporto in più, ricorrendo anche ai privati”.

Mezzi di trasporto che anche le altre prefetture, in accordo con enti locali e ditte fornitrici, dovrebbero avere provveduto a potenziare.

Educazione civica attraverso esperienze extrascolastiche: il parere del CSPI

da La Tecnica della Scuola

Il 21 dicembre scorso il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione ha espresso il parere sullo schema di decreto del Ministro recante “Collaborazioni scuola-territorio per l’attuazione di esperienze extrascolastiche di educazione civica”.

In proposito, l’art. 8 della legge 20.8.2019, n. 92, ha previsto l’integrazione dell’insegnamento trasversale dell’educazione civica con esperienze extra-scolastiche, prevedendo la possibilità per le scuole di stipulare accordi con gli Enti del Terzo settore, con particolare riguardo a quelli impegnati nella promozione della cittadinanza attiva.

Il CSPI valuta positivamente tale intervento in quanto ritiene importante offrire alle studentesse e agli studenti l’opportunità di completare, attraverso l’esperienza diretta, quanto previsto nelle Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica allegate alla legge.

Questo perché oggi più che mai è decisivo affrontare una grande sfida, in collaborazione con il territorio, che vede la scuola impegnata a garantire a tutti una didattica in grado di valorizzare le differenze e i punti di forza di ogni singolo alunno con riferimento a percorsi multipli e a differenti possibilità di espressione tendenti a stimolare e favorire le motivazioni ad apprendere.

E’ pertanto fondamentale la collaborazione tra il mondo della scuola e il Terzo settore, inteso come un concreto impegno civile e solidale in diversi ambiti per il perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociali.

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